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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/07/18 in tutte le aree
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La storia di Hermann Zapf è piuttosto lunga e nulla ha a che vedere con il collezionismo di cartamoneta, quindi mi soffermo solo su una nota curiosa a cento anni dalla sua nascita. Hermann Zapf muore nel 2015 a 97 anni, fu un tipografo e calligrafo tedesco, inventore del carattere Optima e sviluppatore di oltre 200 font. Il 3 ottobre 1950 si trovava come visitatore alla Basilica francescana di Santa Croce a Firenze, ma osservava le 276 lapidi con occhi ben diversi dagli altri turisti, le studia, le scruta, prende appunti a fa schizzi. I grandi nomi di Michelangelo, Rossini, Galilei e Machiavelli avevano per lui meno fascino della grande varietà di lettere scolpite nella pietra. Resta particolarmente affascinato da una lastra tombale datata 1430. Dato che aveva lasciato il suo taccuino in albergo, Zapf tracciò con mano ferma e sicura alcune lettere su una banconota da 1.000 lire in corso a quel tempo. La banconota appare in qfds, tra l'altro non poteva ben tracciare quelle lettere così ben eseguite su di un biglietto usato e sfibrato. Grande... quelle lettere sembrano stampate e non scritte a mano libera. La banconota è di proprietà della famiglia Zapf, io la metterei in collezione volentieri anche se "deturpata" in quel modo.5 punti
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Piccolo trittico. Almeno, ogni tanto, un po' di fortuna. Taglio: 1 euro Nazione: S. Marino Anno: 2017 Tiratura: 500.000 Conservazione: BB Località: Alliste Taglio: 2 euro CC Nazione: Finlandia Anno: 2007 Tiratura: 2.000.000 Conservazione: B Località: Alliste Taglio: 10 cent Nazione: Portogallo Anno: 2011 Tiratura: emesso solo in divisionale Conservazione: SPL Località: Alliste Note: la botta di fortuna ad averla trovata per terra, dove lavoro. Menomale che, per fugare eventuali dubbi, ho voluto conservarla, senza spenderla, per poterne controllare la tiratura. Ed infatti... Località: Alliste2 punti
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ciao @miza vuoi dire che non te ne sono mai capitate? certo, le monete ultrabicentenarie nelle ciotole non saranno in condizioni ottimali, ma qualcosina di molto comune ogni tanto si trova tipo: 1760 - non è proprio liscia...2 punti
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Ciao di nuovo, ciao @Garbo92 Non tutto il mare viene per nuocere, disse Nettuno... Così almeno sappiamo dell' esistenza di un' altra patacca, che porta a tre quelle conosciute. La provenienza è tuttora ignota, se ho capito bene: magari questa volta si svela il mistero! Servus njk2 punti
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la moneta di @simo88 è la RIC 2517 di cui io ho solo una immagine… che poi è la sua che fu venduta, o forse solo presentata e poi non venduta da Inumis2 punti
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Ciao, L'ultima arrivata... Periodo dei dogi biennali 1528 - 1797. Con i suoi 76,65 grammi fa parte della serie di monete di ostentazione che meglio di tante parole descrive il prestigio della zecca genovese al tempo. Alcune note: Dal 1541 sulle monete in oro di Genova e dal 1554 su quelle in argento compare la data. In questo caso 1693. Altresì, sempre in leggenda compaiono in quel periodo le iniziali dello zecchiere. Nel nostro caso ITC (Io. Thomas Caminata). Nel campo, la vergine sulle nubi cinge il bambino in grembo e lo scettro. Sopra, due angeli che reggono una corona di stelle. Al rovescio croce ornata con quattro teste di angelo. La bellezza iconografica raggiunge livelli molto alti.1 punto
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Piano, piano si svelano alcuni particolari, il Gruppo, il Manifesto Programmatico, la linea guida, ma c'è anche una sede, una sede a disposizione quando avremo l'esigenza di vederci, gratuita, stimolante, una scelta innovativa che segue le esigenze odierne, direi da avanguardia, con una atmosfera da altri tempi, la inaugureremo per la presentazione del nuovo Gazzettino, per il momento per stasera mi fermo qui ....ma certo poi la sede conta ma fino a un certo punto, si andrà dove si riterrà e dove sarà opportuno, le sedi possono cambiare, possono essere molte, diverse, le idee, i progetti, le realizzazioni quelle rimangono ...e rimarranno ...1 punto
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Più volte ho visto medaglie in esposizione nel negozio di Diana Numismatica in via delle 4 fontane.1 punto
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Gioiamo per chi ci ospiterà , gioiamo per la cultura, gioiamo per i libri che non saranno ininfluenti in tutto questo, ringraziamo anche Federico per il suo importante contributo nel prossimo Gazzettino, un super numero fatto tutto come sempre da lamonetiani ...?1 punto
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Grazie a tutti! E' presto arriverà direttamente da Torino la sorellina 1857... di Torino (un pizzico della coll. Denina entrerà nella mia collezione :P )1 punto
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Ciao @Rocco68, la seconda foto ingrandendola al max che mi è possibile mi sembra che qualcosa ci sia, non direi che il punto non c'è, poi può darsi che mi sbagli, ma qualcosa mi sembra proprio che ci sia.1 punto
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certo che un conto è un r5 come tipologia e un altro per una variante, neanche della legenda ma solo per come è divisa. per me rimane r3 variante.1 punto
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Ciao dareios, concordo con la tua attribuzione e quindi la lettera a sinistra dell’oinochoe dev’esser una K che si lega con la Y a destra per Kyme. La scritta dietro l’aquila dovrebbe essere il nome del magistrato monetiere (probabilmente Epikrates).1 punto
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Un tempo la variante "gambo largo" era considerata rara, ora probabilmente non più, anche se resta meno comune del 7 normale. credo sia molto difficile dare un giudizio sulla conservazione in base a quelle foto: quella del rovescio fa pensare ad una bella moneta, diciamo spl o anche più, mentre non capisco se il diritto sia venuto male in foto o sia realmente consunto1 punto
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Da un vecchio sito sull'arte, anche monetaria, dei Greci, due interessanti monete con soggetti in qualche modo " guerreschi " . La prima, un tetradramma ( 510 A.C. , 16,68 g. ) probabilmente unico esemplare noto, di Potidea con al diritto un cavaliere armato di lungo tridente . Sul diritto della seconda, uno statere di elettro ( 450 A.C. , 16,04 g. ) di Cizico, il re guerriero degli animali, un leone, " impugna " ed azzanna una spada .1 punto
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E' da un po' che si sono trasferiti a Malta, ma credo sia una cosa soprattutto a fini finanziari/normativi, con i proprietari (il figlio di Casolari e soci vari?) che vivono e risiedono sempre in zona Romagna/San Marino.1 punto
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Benvenuto Matteo, si tratta di una medaglia devozionale da rosario che ha perso ambedue gli appiccagnoli trasversali, rappresenta da un lato la Madonna dei 7 dolori trafitta dalle 7 spade e dall'altro il 7° dolore di Maria ovvero la deposizione di Cristo. La daterei alla prima metà del XVIII secolo. Spero sia motivo di stimolo per cominciare ad appassionarti a questo affascinante ramo della medaglistica. Un Saluto1 punto
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Diciamo che se la lira avesse avuto tutto questo lasso di tempo supplementare, ce ne sarebbero molte di meno sul mercato collezionistico e magari i prezzi non sarebbero crollati a dismisura. Centomila lire conciata come uno straccetto e riparata con il nastro adesivo manteneva comunque 51,65 euro al cambio, successivamente zero.... giusto qualcosina ma da bb in poi. Da noi ne sono rimasti qualche migliaio di miliardi di lire sparsi per tutto il mondo, per la Spagna? si sa qualcosa? Comunque si, anch'io se le avessi circolate le convertirei in euro, venendo meno il valore facciale possibilmente con gli stessi soldi le prendi successivamente in fds, e proprio mal che vada, nuovamente circolate. Il fatto è che la pensiamo così perché proveniamo dall'esperienza italiana, che reputo diversa da quella spagnola per via di questi nove anni in più di conversione.1 punto
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Sì, proverei a vedere il quattrino di Clemente X / Innocenzo XI a seconda di quello che riesci a capire e che si intravede....1 punto
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Entrato in collezione questo simpaticissimo e corposo volumetto da 320 pagine edito dalla Banca d'Italia nel 2016. All'interno centinaia di bozzetti realizzati dagli studenti di tutta Italia. Era distribuito gratuitamente nelle scuole interessate, a me l'hanno regalato, non sapevano che farsene....1 punto
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Sono pessimista, e dico che, in linea generale, come per le nostre, quando non saranno più convertibili, le FDS si scambieranno a meno del facciale, e le circolate non le vorrà nessuno. Poi ci può essere l'eccezione di una o due emissioni che, per qualche motivo, almeno il facciale lo mantengono, e magari lo migliorano un po', ma se le tue sono circolate, non credo ci si possa fare troppo conto. petronius1 punto
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Il Pucci la mette come R3 ma è difficile da trovare... Io ho il 1794 e 1795 ma 1799 ho il buco ☹️1 punto
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A conferma di quanto sopra detto: https://www.persee.fr/doc/numi_0484-8942_1996_num_6_151_20861 punto
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Condivido il fatto che la mistura "bruna" abbia avuto più un corso fiduciario che potere liberatorio, questo ha permesso a queste "stranezze" di circolare più o meno liberamente, la domanda è : dove? Il peso può forse darci un indizio? È vero che, come dici anche tu, sarebbe stata accettata un po ovunque ma la scarsità di peso non potrebbe essere pertinente ad una determinata area monetale?1 punto
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Salve @Legio II Italica e @Theodor Mommsen , a causa del mio corso e dei vari esami mi sono persa gli sviluppi di questa discussione... Grazie per gli interessanti approfondimenti e per la dedizione che mettete in queste ricerche Saluti1 punto
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Ciao, su persee molte informazioni https://www.persee.fr/doc/ephe_0000-0001_1977_num_1_1_6477?q=bikic+do1 punto
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Certo che te lo dico intanto siamo fra quattro gatti o no? Premetto che siamo nel campo delle ipotesi anche se queste devono essere sempre accompagnate da basi di ragionamento solide. In questo caso prendiamo tutto con le molle, anzi, mille molle. Ho escluso il falso perchè la moneta con quel taglio non avrebbe imbrogliato nessuno. Ho escluso la mezzaglia perchè per il momento si conoscono solamente esemplari con caratteristiche databili alla prima metà circa del XII secolo mentre qui siamo nei primi decenni del XIII secolo. Ho escluso un tipo di denaro, di conio regolare, inedito perchè un nuovo gruppo o sottogruppo fra quelli già esistenti è del tutto o quasi improbabile. Ho escluso la contraffazione perchè quale zecca avrebbe avuto vantaggio da un numerale di così basso valore? Rimane l'imitazione, senza scopo fraudolento, forse da parte di qualche zecca minore con l'intento di mettere in circolazione una moneta riconosciuta anche in quell'area di competenza. In fondo la mistura ha un potere liberatorio limitato e quindi anche un peso in diminuzione è tollerato. E poi, e poi gli elefanti volano e sono rosa....... Per il verbo escludere avrei dovuto usare il condizionale ma sono troppo pigro per correggere. Sorry!1 punto
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https://scholar.google.com/scholar?hl=it&as_sdt=0%2C5&sciodt=0%2C5&cites=15113594635926491787&scipsc=&q=bikic-do&btnG=#d=gs_qabs&p=&u=%23p%3DM-F2Tcy3AkQJ Prova a guardare qui. Scusa il collegamento ma sono da cellulare1 punto
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DE GREGE EPICURI E' appena uscito questo volume di circa 400 pagine, curato da Giampiera Arrigoni (già docente di Storia delle religioni del periodo classico alla Statale di Milano), molte figure in B/N ed a colori, ed. Sestante, 44 €. Compaiono anche foto di monete (non moltissime). Dopo una introduzione generale, i vari capitoli affrontano le varie divinità e le piante a loro dedicate nelle diverse tradizioni: ben 3 capitoli dedicati a Demetra, indi Efesto, Kore-Persefone, Ecate, Apollo ed infine Afrodite. Sono previsti altri volumi (almeno 1) su altre divinità e sui vegetali ad esse collegati. L'opera è il risultato di un lavoro di gruppo iniziato nel 2011, gruppo composto da studiosi di letterature antiche, storici della religione, archeologi, storici dell'arte, e da un botanico. I diversi capitoli, oltre ad Arrigoni, sono dovuti a: Anna Però, Marina Castoldi, Alessandro Pace, Lorenzo Fabbri, Giuseppina Penelope Foti, Claudia Lambrugo. L'ho appena comperato e l'ho soltanto scorso (dopo averne sentita una corposa e bella presentazione al Museo Archeologico): sembra estremamente ricco, e molto ben fatto.1 punto
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Bè l'R5 mi è scappato ma l'R4 l'ho preso.Non è di grande conservazione ma va bene. Era un pò camuffato per via dell'usura e forse di conio un pò evanescente ma la posizione dell'unicorno (senzale iniziali) e lo stemma grande confermano il numero 23 Catalogo Gigante.?1 punto
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Penso che chi sia intervenuto in tal senso l'abbia fatto solo per consigliare una giusta prudenza..1 punto
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Se dovesse ricomparire posta nuovamente la foto posso suggerirti un altro metodo per tentare di arrestare la corrosione. Aggiungerei a quanto scritto da Mario questo passaggio prima dell'inizio trattamento in BZT : lavare con sapone per le mani (TIPO SOLIDO SAPONETTA) la moneta, risciacquare asciugare immergere per 1 ora in ALCOOL PURO senza BZT, senza farla asciugare passarla velocemente direttamente nella soluzione al 5% di BZT. (puoi usarlo anche al 10%).1 punto
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Beh di questa tipologia esiste anche il santuario della madonna di Castelpetroso, anche se credo che la medaglietta non sia di quest'ultima.1 punto
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L'uso di simboli segreti in zecca è da sempre noto ma l'articolo di @bizerba62 finalmente documenta anche quali siano e dove sono apposti (almeno per questa particolare moneta). Veramente interessante! Ovviamente tutte le zecche attuavano questi "accorgimenti" proprio a difesa e a garanzia delle proprie coniazioni. La zecca di Napoli come già correttamente indicato da @demonetis era tra le zecche che adottava questi simboli e a tal riguardo trovo interessante uno scritto a firma di B. Cosentini pubblicato in Supplemento all’Opera LE MONETE DEL REAME DELLE DUE SICILIE a cura di M. Cagiati, anno IV, n. 1 (Napoli 1914) che se avete voglia di leggere riporto nella parte che ci interessa (pp. 23-24). Questo scritto ci da la conferma che anche a Napoli vi era la presenza di simboli segreti infatti l'Arnaud li riconosce come suoi e, non di meno importanza, afferma che il conio del R/ è stato inciso dalla mano del padre a riprova che almeno il conio di R/ veniva utilizzato ancora nonostante il cambio di incisore. Non ultimo il fatto che questi segni segreti venissero applicati anche ai bolli di Stato. Questo fa comprendere il motivo della presenza di numerose piccole varianti nella monetazione del periodo. Speriamo che in un futuro non troppo lontano anche dai "decimati" archivi napoletani possa venir fuori qualche documento simile a quello scoperto da Bizerba62, a cui rinnovo i complimenti. D. F.1 punto
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Di questa emissione il Depeyrot (pag.156 n. 52.3) ne conoscce due esemplari di cui quello illustrato è del museo di Dresda. Arka1 punto
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mi permetto…. la moneta del nostro amico NON è la RIC 2518 … data R3 di cui in archivio ho diversi esemplari di cui 3 dal ripostiglio di Sovana1 punto
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Ciao. La tematica dei "punti o segni segreti" è documentata, per quanto ne possa sapere, almeno fin dal XIII secolo. Oltre a Pietro Magliocca (che saluto se ci legge) anche Andrea Keber, nel Suo studio dal titolo "I segni segreti nei grossi veneziani" pubblicato a pag. 37 e segg. su Moneta e Storia, a cura della Deputazione di Storia Patria per le Venezie, Venezia 2017 (e ringrazio l'amico Luciano alias @417sonia per avermi regalato questo libro al penultimo Convegno di Verona) espone come la ricerca numismatica abbia individuato segni segreti sui denari grossi matapan di Giacomo Tiepolo (1229-1249) e sui denari grossi di Pietro Zani (1205-1229). A quanto sembra, in molti casi i punti segreti non servono soltanto a verificare l'autenticità di una moneta ma anche ad identificare il "masssaro"/zecchiere che l'ha prodotta. Nel caso della monetazione dei Savoia per la Sardegna, la funzione di tali punti era, tout court, quella di identificare l'autenticità della moneta, in quanto la paternità dell'incisione dei conii era riconducibile ad un solo zecchiere (nel caso della monetazione di V.A. III, si tratta di Lorenzo Lavy). La cosa abbastanza sorprendente perchè, a quanto pare, è assolutamente trascurata dagli Studiosi numismatici (da qualche parte del Forum dovrebbe esistere una discussione che avevo aperto forse 10 anni fa, con la quale chiedevo di discutere sui segni segreti nella monetazione del Regno d'Italia e che ricevette, se non ricordo male, una sola "pietosa" risposta...) è che nei Regolamenti di Zecca del Regno d'Italia, quanto meno fino alla seconda metà dell'ottocento, era previsto espressamente che l'Incisore dovesse apporre tali segni sulle monete. E' pur vero, come evidenziato anche da demonetis, che in quanto "segreti" i documenti relativi a questi segni erano certamente protetti con ogni cura; peraltro, una volta che una monetazione è dichiarata fuori corso legale ed è pure prescritta, non vi sarebbe più alcun ostacolo a renderla pubblica. Si tratta di un verbale interno alla Zecca, che sembra rispecchiare una routine ripetuta tutte le volte che l'Incisore presenta una nuova produzione monetale, corredata dai carrè in piombo uniface con le nuove impronte del dritto e del rovescio. Il linguaggio utilizzato ("Interrogato detto Lavy", ecc....) ha solo una parvenza "giudiziaria" ma rientra nell'ambito di quello che oggi chiameremo un "atto amministrativo" interno all'Ufficio della Zecca e destinato all'Organo sovraordinato (oggi sarebbe il Ministero dell'Economia e delle Finanze...al tempo di V.A. III era la Camera dei Conti e l'Intendente generale di Finanza). Saluti. M.1 punto
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Scusa il ritardo a rispondere, ma questa medaglietta non riesco ad identificarla, posso solo dirti dallo stile dovrebbe essere della fine del XIX , coniata, in lamina di ottone/rame. Non appartiene ai Santuari italiani, la Madonna sorregge Gesù (morto?), iconografia di possibile area Tedesca o Ungherese, ma e solo un ipotesi? Aguriamoci che qualcuno possa aiutarci! Ciao Borgho1 punto
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Trovato, credo siano importanti anche queste pubblicazioni che comunque abbracciano molti e fanno divulgazione, me lo devo leggere ma comunque mi sembra interessante...1 punto
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Ciao. Grazie di cuore a tutti Voi per l'apprezzamento. Con alcuni amici del Forum stiamo approfondendo il tema dei "segni segreti" sulle monete del Regno d'Italia di V.E. II e Umberto. I Regolamenti di Zecca stabilivano infatti che l'Incisore dovesse apporre sulle monete dei "segni segreti". Al momento non abbiamo reperito documenti al riguardo, ma stiamo conducendo delle analisi interessanti che, quanto prima, speriamo di poter condividere con Voi. A presto dunque. ? Michele1 punto
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taglio 2 euro cc paese portogallo anno 2016 B tiratura 500.000 condizioni bb+ città trieste note NEWS! taglio 20 cent paese italia anno 2018 tiratura ? condizioni spl città trieste1 punto
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Coniazione superflue a mio avviso... E non per la tematica, ma sia per il taglio che per l'ulteriore emissione. Ormai collezionare tutto sta diventando davvero molto oneroso! Troppa speculazione, stanno tirando troppo la corda...1 punto
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....... Da quello che mi è sembrato di capire leggendo ieri sera al volo...... molto in teoria :-) :-) p. s. Per gli amanti dei VAM il libro sopra menzionato è la Bibbia del settore e per chi non lo sapesse il nome VAM deriva proprio dagli autori Van Allen Mallis1 punto
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@Archestrato Ciao, Dopo alcune ricerche, che ho fatto recentemente, ritengo che il padre di Tom Virzì potesse essere Ignazio Virzì nato nel 1852 (Gnecchi "Guida Numisamtica", 1904, pagina 343), anche se lo Gnecchi (per Ignazio) e il Cagiati (per Tom in "Annuario Italiano per I Numismatici e raccogliatori ect…", 1926, pagina 208) riportano due vie diverse per le rispettive abitazioni: via Cintorinai (per Ignazio) e Centurinai (per Tom), Palermo. Forse è un errore di stampa, il Rolla riporta invece via Centurioni (per Tom). Ignazio Virzì (console a Palermo per il Guatemala) era un collezionista di monete greche. Nel 1894 acquistò un ripostiglio di monete di d'Imera, erano tutti di tetradrammi (RIN 1894 pag. 399). Perciò, non è da escludere che parte della collezione del padre confluì in quella del figlio Tom. Inoltre, l'asta Hirsch 1907 non riporta il nome di Tom Virzi nel titolo. Se è corretto attribuire questa collezione ai Virzì si potrebbero avere tre differenti scenari: 1) Collezione Tom Virzì 2) Collezione Ignazio Virzì 3) Collezione mista padre e figlio Nel mio esemplare del catalogo Hirsch è riportato: "Ignazio Virzi according to Hirsch" però la scrittura non è coeva ma molto posteriore. Ciao1 punto
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8- Quale lente acquistare? Spesso e volentieri quando è il momento di acquistare una lente di ingrandimento la soluzione più utilizzata è quella di andare sui vari siti web e acquistare quella più conveniente economicamente. Questa scelta porta ad avere, tranne alcune eccezioni, uno strumento che non risolve le problematiche, esposte in precedenza, con il rischio di crearci anche qualche problema alla viste se lo strumento è usato con frequenza. La nostra attività di analisti nel settore diamanti, prima di iniziare lo stesso percorso per le monete, ha sicuramente influito sulle scelte strumentali, ma sugli strumenti è sempre opportuno adottare il detto “chi più spende meglio spende”. Qui di seguito indico marche di lenti professionali, che come tali hanno costi abbastanza elevati, ma sia per la qualità ottica sia per quella costruttiva, sono strumenti che dureranno per tutta la vita, unitamente al alcune lenti più economiche che però hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione. Intanto iniziamo a dire che le lenti possono essere costruite sia in cristallo ottico sia in policarbonato ottico. Ambedue i materiali possono essere trattati con i processi antiriflesso. Le lenti in cristallo ottico, generalmente subiscono anche un trattamento antigraffio, cosa che non accade per quelle in policarbonato. Questo fa sì che le prime hanno un costo decisamente più elevato rispetto alle seconde. Due parole sulle lenti di produzione cinese di basso prezzo. Sono realizzate con vetro non ottico, quindi presentano molti difetti, dalle piccole bolle alle tensioni interne, e quindi veramente di scarsa qualità e l’utilizzo a lungo andare può creare qualche problema alla vista. Detto questo diamo un elenco delle lenti di qualità ed i relativi prezzi di mercato: Zeiss D 36 (fig.11): 3X+6X per avere 9X, aplanatica e acromatica 120-150€ Eschenbach 3+6=9 (fig.12): 3X+6X aplanatica e acromatica 190-210€ Bausch & Lomb (fg.13) 5X asferica in policarbonato ottico 20-30€ Bausch & Lomb (fig.14) 4X in cristallo ottico 20-30€ Per le 10X: Bausch & Lomb (fig.15) 10X tripletta aplanatica e acromatica 50-60€ Belomo (fig.16) 10X aplanatica 50-60€ Nikon (fig.17)10X aplanatica 80-90€ Zeiss D40 (fig.18): 10X aplanatica e acromatica 90-120€ Schneider (fig.19): 10X aplanatica e acromatica 180€ Per le cinesi posso consigliare due lenti munite di illuminatore LED, molto comode nei convegni, dove l’illuminazione è sempre problematica; non conoscendo la marca alleghiamo solo le foto. La prima (fig.20-20a) è una 4X diametro 35 mm che permette l’osservazione dell’intera superficie di una moneta anche di grande modulo. L’altra (fig.21) è una 10X di buona qualità con lenti in vetro ottico ed un illuminatore circolare molto utile. Costi: 2-8€ la prima, 30€ la seconda. In questo panorama, non voglio trascurare le lenti di produzione russa degli anni ’70-‘80, che sono manufatti di alta qualità ottica e ancora si possono reperire a prezzi molto contenuti. Qui di seguito alcune foto di questi prodotti (fig.22>26). Conclusioni Credo di aver fornito un quadro abbastanza completo delle caratteristiche degli ingranditori, comunque rimaniamo a disposizione per chi volesse ulteriori approfondimenti sull’argomento, o chi avesse difficoltà di reperimento. Grazie per l’attenzione1 punto
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