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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/04/18 in tutte le aree
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Buon giorno a tutti, E' con piacere che comunico anche quest'anno la pubblicazione del nuovo numero di Comunicazione, il n. 72 del 2018, scaricabile dal sito della Società Numismatica Italiana a questo LINK. Le spedizioni inizieranno con il mese di Gennaio 2019, chi volesse ritiralo di persona presso la Biblioteca può darne comunicazione per email a [email protected] Colgo l'occasione per ringraziare gli autori, e i traduttori, che hanno collaborato con i loro articoli alla pubblicazione. Wolfgang Hahn, traduzione a cura di Claudio Faini e Gianfranco Pittini - Gli ultimi anni della coniazione milanese, prima della chiusura della zecca da parte di Teodorico. Andrea Keber - Analisi stilista di una particolare serie di denari tergestini. Alessandro Toffanin - ICH VERGIES NIT La rappresentazione numismatica dell’impresa viscontea/sforzesca del Morso e gli eventuali legami con il Sacro Chiodo conservato nel Duomo di Milano. Antonio Rimoldi - Leone Leoni e il riutilizzo di punzoni con S. Ambrogio nella zecca milanese al tempo di Filippo II. Renzo Bruni e Michele Chimienti - Le tessere bolognesi “pro elemosina” del 1590. Michele Cappellari - Un inedito documento d'archivio svela i “punti secreti” apposti dall'incisore sulle monete d'oro e d'argento millesimate 1773, emesse per il Regno di Sardegna a nome di Vittorio Amedeo III.5 punti
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Ciao a tutti, è un po' di tempo che non posto niente..ho aggiunto un cavallo di Carlo VIII zecca di Napoli, abbastanza raro. saluti Eliodoro3 punti
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Dopo la 1847 di @Cinna74 e la 1858 di @refero1980, pubblico anche io una sovrana presente al famoso (o famigerato) tavolo dei sovranofili. Ovviamente, le tre sovrane citate sono state postate in ordine (decrescente) d'importanza.3 punti
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San Marco con la mitra compare in un'osella rarissima di Pietro Lando anno III 15413 punti
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È stata una bella giornata. La dott.ssa Baldassarri ha esposto compiutamente il ritrovamento di questo tesoretto esponendo immagini del sito, delle monete e anche numerosi grafici; inoltre ha svolto un esame critico e approfondito sulle varianti delle legende. Dalla conferenza è chiaramente emerso il gran lavoro svolto dall'archeologa e le conclusioni che sono state tratte sono assolutamente utili per gli studiosi della monetazione genovese e sarda. Per la prima volta ho visitato il Circolo ed ho conosciuto alcuni soci che hanno tanta voglia di fare per implementarne l'attività e renderlo così protagonista nel panorama numismatico. Inoltre, ho avuto l'occasione di diventare socio frequentatore e di poter sfogliare alcuni libri, non solo di monetazione genovese, della ricca biblioteca. Spero vivamente di poter participare in futuro ad altre bellissime giornate come questa. Allego due immagini dell'evento.3 punti
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Cina 20 cash 1907 Monetone di 33 mm. Peccato che la legenda non si legge...2 punti
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Abbandonare no. Tempo fa avevo deciso di prendermi una pausa e l'ho fatto. Sono stato ai margini per un po' ; avevo deciso di fare da spettatore per capire alcune cose e così è stato. Nell'ombra leggevo gli interventi altrui e definivo il quadro delle mie idee a proposito di tante cose che riguardano il forum. Alla fine ho deciso di rientrare limitando molto i miei interventi (una volta ero molto più critico, credimi, e talvolta mi lasciavo trascinare in discussioni sterili con personaggi discutibili per via della difesa di quelli che ritengo i caposaldi del mio pensiero, ma poi ho capito che non ne vale la pena perdere tempo con certi elementi e pertanto adesso cerco di star fuori da ogni bega), ma comunque continuo a partecipare a modo mio, molto meno attivamente proprio in virtù di quello che spiegavo nel mio post precedente : ritengo che non valga la pena dedicare nemmeno un minuto a chi vive per speculare e approfittare della gentilezza e disponibilità altrui. Rispetto le idee di tutti, a cominciare da chi continua a credere in certi progetti ed in certi modi di intendere la divulgazione e la condivisione, ma non condividendoli mi limito a starne fuori. All'inizio, quando è stata aperta questa discussione, mi ero un po' illuso che stesse soffiando un'aria nuova e mi sono lasciato trascinare, ma poi ho visto che a partecipare alla discussione stessa sono sempre i medesimi utenti, con pochissime e saltuarie eccezioni o partecipazioni tipo "guest star", ed allora ho capito che non era cambiato nulla, e sono tornato in me, un pochino anche dandomi del pirla per aver riacceso per un attimo quel mio vecchio ed inutile entusiasmo. Ma in fondo il forum è un po' come una seconda casa e ci torno sempre volentieri. E qui, se lo vivo nella maniera giusta, con quei pochi amici rimasti posso ancora condividere la mia passione più pura per la numismatica. Per questo non lo abbandono2 punti
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Mai visto un profilo di Caligola senza labbra...sembra che abbia perso la dentiera.....direi che ha subito importanti ritocchi in quel punto.2 punti
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Gli aureliniani non esistono, sono sempre antoniniani. Personalmente continuo a prediligere la denominazione di antoniniano anche per il radiato della tetrarchia per motivi di continuità concettuale, ma su questo dal punto di vista scientifico vi sono posizioni diverse, ed entrambe accettabili. Oltretutto non puoi escludere la prima coniazione di antoniniani (quella che comincia con Caracalla), in quanto il senso dell'introduzione del nuovo nominale sta lì.2 punti
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buondì già in passato ebbi l'opportunità di disturbarvi con la mia fissa, quella dei siegesthaler coniati un attimo prima della fondazione dell'impero Germanico (nel 1871, per intenderci), ed ora ritorno. Ho esplorato con attenzione i cataloghi on line che ho a disposizione (Krause, Numista ecc.) per stabilire chi, tra i vari stati tedeschi, li coniò, e sono giunto alle presenti conclusioni. Dunque, nella guerra cosiddetta franco-prussiana, da parte tedesca non partecipò solo la Prussia, ma un'alleanza tra più stati, in dettaglio: Confederazione Tedesca del Nord (22 stati) Regno di Baviera Granducato di Baden Regno di Wurttemberg Alcuni, non tutti i 26 stati emisero il tallero celebrativo; io sono riuscito ad individuare i seguenti: Prussia (membro della Conf.): Sassonia (membro della Conf.): libera città di Brema (membro della Conf.): Baviera: Wurttemberg: DOMANDA: vi risulta che ci siano stati altri stati a coniare siegesthaler? Finora sono riuscito a procurarmene 4, il quinto ce l'ho sotto tiro, e mi pacerebbe completare la serie. Grazie per il vostro aiuto.1 punto
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taglio 2 euro cc paese portogallo anno 2016 B tiratura 500.000 condizioni bb+ città trieste note NEWS! taglio 20 cent paese italia anno 2018 tiratura ? condizioni spl città trieste1 punto
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Vi presento un vistoso errore di conio su una moneta da 5 lire (non 5 lira) turca, hanno utilizzato il singolare anzichè il plurale che ne pensate? Sono rimasto comunque affascinato dall'immagine e cercherò di collezionare sin d'adesso monete a tema cavalli e cavalieri __________________________________________________________________________________________________________ Ottima scelta! Sempre detto che ti dovresti dare all'ippica! __________________________________________________________________________________________________________ @occhiolugoxxl __________________________________________________________________________________________________________1 punto
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Il consiglio come ti ho già detto, è di far eseguire una valutazione da un "serio" professionista, ho fatto un calcolo "spannometrico" e dovresti avere circa 1 Kg di fino che alla quotazione attuale, solo di metallo avresti circa 35.000 €, senza contare il plusvalore numismatico, che sicuramente in alcune monete c'è. Naturalmente bisogna essere attenti, e valutare se le monete sono autentiche, se sono d'oro ecc... ecc... saluti TIBERIVS1 punto
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Qui puoi farti un'idea di quanto vale un "fascione" (e tu ne hai addirittura due) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/passaggi/W-VE3/49-0?page=1 Naturalmente il valore dipende dalla conservazione, ma come puoi vedere anche quelle messe peggio sono state vendute in asta a più del doppio di quella cifra, mentre le altre... Per quanto riguarda le monete italiane, puoi incominciare a farti un'idea del valore nel nostro catalogo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/ cliccando sul simbolo dell'euro che compare accanto a ogni moneta puoi visionare i risultati delle aste. Affidare la vendita a una seria casa d'aste è, secondo me, un'ipotesi da prendere in considerazione, almeno per le monete più importanti come i sopracitati fascioni. Ma, prima di questo, mi aggiungo anch'io a quanti ti hanno consigliato di non vendere se non hai necessità di liquidi. In ogni caso, non avere fretta petronius1 punto
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Carissim*, finalmente riesco a ringraziare anche io di nuovo il Circolo Numismatico Astengo e tutti gli intervenuti, che hanno partecipato davvero numerosi, prendendo attivamente la parola, su mia sollecitazione e non, in modo da rendere il tutto più interessante e, spero, stimolante. In questa occasione ho potuto anche conoscere il nuovo Presidente e la sua signora, e anche qualche nuovo socio e consigliere, tutti armati di buoni propositi e con molte proposte di attività per il futuro, buon indicatore di salute del circolo stesso. Ovviamente mi ha fatto piacere rivedere anche qualche "vecchio" caro amico che ho avuto modo di conoscere proprio attraverso il forum. Spero che la presentazione sia piaciuta davvero e di essere riuscita a comunicare almeno le informazioni principali su questo tesoro, sul quale sto ancora effettuando gli ultimi studi e revisioni. @4mori penso che nel nuovo anno con la collaborazione della Soprintendenza stessa potremo organizzare un'altra conferenza, magari anche con visita all'esposizione di parte del ripostiglio, anche a Sassari. Ovviamente vi terrò informati. Per la pubblicazione dei risultati invece ci vorrà un pochino di più, ma vorrei farne una buona edizione, all'altezza del valore informativo del tesoro stesso. Un caro saluto, MB1 punto
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Metto nel cartellino che è un falso, anche se non ne capisco tanto debbo dire pure la mia no?1 punto
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Ahi, @vathek1984, hai messo il dito sulla piaga. Non mi dispiacerebbe pubblicare le foto dei siegesthaler, ne sarei onorato, ma il problema è che non sono capace di (o forse non sono attrezzato per) riprenderle bene. In una recente conversazione qui nel forum con littleEvil ho ulteriormente manifestato la mia impotenza (vedi la discussione " Il re ha chiamato… "). Allego un esempio del massimo che riesco a produrre, a sinistra con lo scanner, a destra con la fotocamera: Come vedi, queste immagini non sono degne di apparire in un sì inclito forum. Dirai: basta un telefonino per fotografare bene. Rispondo: no, il mio telefonino non basta! Se comunque ti accontenti, vedrò, non appena mi arriva il quarto tallero, di fare qualcosa. Ti saluto1 punto
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La tartaruga è un motivo ricorrente dell'aes grave, particolarmente nei nominali più piccoli. La troviamo infatti anche in un sestante di zecca incerta laziale o campana (T.V. 216; H. 68, 7-9; HN Italy 380), in una rarissima oncia di Tuder (HN Italy 39; H. 229) e in un bronzo fuso di 6,45 g, di incerta provenienza italica, ex collezione Sambon (vendita 23 nov. 1925, n. 57, ora all'American Numismatic Society, che l'ha pubblicato). La serie 24 di Roma commemorava probabilmente l'inaugurazione della Via Appia; è suggestivo immaginare che abbia preso a prestiti simbologie dei territori attraversati, ma ovviamente è un'ipotesi come un'altra. Una volta ho letto uno studio, che dovrei ritrovare, in cui se ne ipotizzava un significato allusivo di carattere militare (come riferimento alla forza); per quanto riguarda la serie romana, tuttavia, merita osservare come tutti i nominali presentino simboli legati alla vita agreste, quindi la tartaruga dovrebbe essere intesa come animale, non come emblema bellico. Inoltre dalle Metamorfosi di Ovidio sappiamo che la lira, un guscio di tartaruga con sette corde costruito da Ermes, fu gettata nel fiume Ebro ma continuò a suonare; Zeus, che non restò indifferente, la recuperò e la portò tra le stelle. Altri narrano che furono le Muse, Zeus consenziente, a recuperarla1 punto
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Lo confermo, almeno per quanto riguarda lo scorso anno, e come già detto nel mio precedente post, a mio parere vale la pena andarci. Saluti.1 punto
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il mio punto di riferimento per l'euro grazie per il lavoro che fai.1 punto
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Gentilissimi, sperando di farvi cosa gradita, vi inoltro l'organigramma completo 2018-2020, inviatomi da un amico. Presidente: Ruotolo Giuseppe Consiglio Direttivo: Bellocchi Lisa Bertuzzi Stefano Chimienti Michele Lombardi Luca Modesti Adolfo Mezzaroba Leonardo Poddi Stefano Russo Beniamino Collegio Probiviri: Campana Alberto La Notte Vincenzo Mirra Bernardino Consiglio Sindaci/Revisori: D'Andrea Alberto Minervini Corrado Punzi Franco. Ovviamente mi unisco anch'io alla speranza di @numa numa che l'Accademia possa produrre periodiche riviste scientifiche. Saluti Michele1 punto
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Il colore rossastro, a scapito di una evidente usura, denota la pulizia con il liquido magico: per me MB.1 punto
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io posso darvi una mano, in ogni caso non sono i social ad essere banali ma le persone e il loro modo di usare uno strumento dalle grandi potenzialità. Inevitabile sarà fare scremature di persone che magari vogliono solo vendere. Poi può piacere o no può essere efficace o no ( può anche accadere che anche impegnandosi sui social la numismatica non interessi).1 punto
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Buona giornata Sollecitato dalla giusta precisazione di @AndreaPD, sono andato a rileggermi quanto avevo scritto nel precedente post, circa l'inesistenza di raffigurazioni di San Marco con in testa la mitra; devo ammettere che, come l'ho scritta, non è proprio precisa. A scrivere "di getto", purtroppo, ci si dimentica che il lettore non sa quello che c'è nella nostra testa e se non si è più che chiari nell'esporre un concetto, si corre il rischio di essere imprecisi. Il mio pensiero andava alle monete e all'esistenza, su quelle, di un San Marco mitrato; preso atto dell'esistenza dell'osella sopra citata, va detto che il San Marco mitrato lo si può ritrovare in altre iconografie. Ad esempio in talune bolle veneziane, sia plumbee che in oro (come quella che segue), od altre rappresentazioni pittoriche e/o scultoree (come la statua venerata in San Marco in Lamis). https://www.google.it/search?hl=it&biw=1142&bih=528&tbm=isch&sa=1&ei=HVIGXKTmAbKRlwSI_aqABg&q=san+marco+evangelista+san+marco+in+lamis&oq=san+marco+evangelista+san+marco+in+lamis&gs_l=img.3...69127.74527..74945...0.0..0.98.1507.19......0....1..gws-wiz-img.......0j0i30j0i5i30j0i24.l7mTT2Q_nO0#imgrc=xRDFHy1Um7235M: saluti luciano1 punto
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Padru la conosco bene, sia d'estate patria oggi di importanti e ottimi agriturismi, e dove d'estate cercano il fresco e il mangiare tipico sardo i turisti, sia d'inverno un po' meno scintillante, il mare non e' lontano ma neanche vicino, la strada sale e oggi imperversa la natura, pensiamo a questo scenario nel 1200, quando da poco si usava il baratto e il metallo a peso e ci ritroviamo questo signore che interra queste monete anche di buon argento, quindi ritenute per lui comunque un tesoro, in fondo anche un nuovo modo di risparmio e quindi ancor più prezioso e da custodire bene per lui. Le interra perché le ritiene importanti, perché ci vuole prudenza, teme giustamente, forse vuole comprarci qualcosa, magari un terreno, delle pecore, magari vuole farsi un nuovo rudere, ma non si fida e le occulta, probabilmente questo tesoretto avrebbe fatto gola ai tempi e certamente avrebbe risolto a qualcuno qualche problema dei tempi, forse fu così, in un'epoca il 1200 in Sardegna all'interno, dove i collegamenti col mondo esterno non penso fossero molti e anche il mare non era lì a due passi, forse fu così ...e chissà quanti tesoretti similari esistono ancora in questa Regione ancora decisamente da esplorare ....1 punto
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Contattali, temo che la tua richiesta venga seppellita dalle nuove, cioè da quelle riguardanti le ultime emissioni dell'anno...1 punto
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Gli stati preunitari Costituzione del Regno di Napoli del 1848 Il primo esempio in Italia di statuto costituzionale si ebbe a Palermo, quando il 19 luglio 1812 il Parlamento del Regno di Sicilia borbonico riunito in seduta straordinaria, promulgò la Costituzione siciliana del 1812, una carta sul modello inglese. La Costituzione prevedeva un parlamento bicamerale formato da una Camera dei comuni, composta da rappresentanti del popolo con carica elettiva, e una Camera dei Pari, costituita da ecclesiastici, militari ed aristocratici con carica vitalizia. Le due camere, convocate dal sovrano almeno una volta l'anno, detenevano il potere legislativo, ma il re deteneva potere di veto sulle leggi del parlamento. Fu soppressa di fatto nel dicembre 1816 con la nascita del Regno delle Due Sicilie. Nel 1848, con le rivoluzioni scoppiate durante la primavera dei popoli furono concessi dai sovrani di alcuni stati italiani alcuni statuti: quello napoletano, quelli del ducato di Parma e dello Stato della Chiesa, quello siciliano e, in Piemonte, quello Albertino. Lo statuto Napoletano, su ispirazione della Seconda Repubblica francese, prevedeva che il potere legislativo fosse condiviso tra re e Parlamento. In Sicilia, invece, si era formato un regno autonomo la cui Costituzione rendeva per la prima volta le due camere elettive mentre conferiva il potere esecutivo al re che lo esercitava per mezzo dei ministri responsabili, da lui nominati, che sottoscrivevano ogni suo ordine. Veniva riconosciuta la libertà di parola, di stampa nonché di insegnamento. Tale carta costituzionale era "rigida", in quanto per effettuare modifiche era necessaria una procedura aggravata che prevedeva il concorso di due terzi dei votanti presenti di ciascuna camera. Anche lo Statuto dello Stato della Chiesa conteneva norme simili alle altre carte coeve. Fatta salva la dichiarazione della religione cattolica come religione di Stato e il potere di censura ecclesiastica preventiva sulle pubblicazioni religiose, erano recepite le libertà fondamentali del cittadino: la magistratura era indipendente dal potere politico, i tribunali speciali erano aboliti, era garantita la tutela della libertà personale e l'inviolabilità della proprietà. Per la prima volta nello Stato della Chiesa, i laici erano ammessi sia nel ramo esecutivo che legislativo. L'iniziativa legislativa apparteneva ai ministri, che erano di nomina pontificia. Le leggi erano formate tramite un sistema bicamerale perfetto, costituito dall' "Alto Consiglio" e dal "Consiglio dei Deputati". I membri del primo erano nominati a vita dal pontefice, senza limitazione di numero, quelli del secondo erano eletti. Le leggi, dopo l'approvazione, dovevano essere controfirmate dal pontefice. Nell'esercizio delle loro funzioni i membri delle due Camere erano "inviolabili" e, se condannati, potevano essere arrestati solo con il consenso del Consiglio di appartenenza. Dall'Unità d'Italia alla 1° Guerra Mondiale Lo Statuto Albertino La continuità tra il Regno di Sardegna e quello d'Italia avvenne con l'estensione dello Statuto Albertino, concesso da Carlo Alberto di Savoia nel 1848, a tutti i territori del regno d'Italia progressivamente annessi al regno sabaudo nel corso delle guerre d'indipendenza. Lo stato italiano nacque, da un punto di vista istituzionale, con la legge 17 marzo 1861 n. 4671, che attribuisce a Vittorio Emanuele II, «re di Sardegna», e ai suoi successori, il titolo di «re d'Italia». È la nascita giuridica di uno Stato italiano ( anche se altri stati avevano già portato tale nome nel passato, dal regno longobardo per finire col regno napoleonico ). Lo Statuto Albertino rimase quindi in vigore quasi 100 anni quando entrò in vigore la Costituzione repubblicana. Lo Statuto Albertino fu simile alle altre costituzioni rivoluzionarie vigenti nel 1848 e rese l'Italia una monarchia costituzionale ereditaria secondo la legge salica, con concessioni di poteri al popolo su base rappresentativa. La sovranità apparteneva al Re il quale, da sovrano assoluto, si trasformava in principe costituzionale per sua esplicita volontà e concessione, limitandosi nei suoi poteri. Era una tipica costituzione ottriata, ossia concessa dal sovrano, e da un punto di vista giuridico si caratterizzava per la sua natura flessibile, ossia derogabile e integrabile in forza di un atto legislativo ordinario. Poco tempo dopo la sua entrata in vigore, proprio a causa della sua flessibilità, fu possibile portare l'Italia da una forma di monarchia costituzionale pura a quella di monarchia parlamentare, sul modo di operare tradizionale delle istituzioni inglesi. Lo statuto corrisponde a ciò che si definisce una "costituzione breve", limitandosi a enunciare i diritti e a individuare la forma di governo. Tra i diritti veniva riconosciuto il principio di uguaglianza, la libertà individuale, l'inviolabilità del domicilio, la libertà di stampa e la libertà di riunione. Il capo supremo dello Stato era il Re e la sua persona era "sacra ed inviolabile", i ministri rispondevano giuridicamente per gli atti regi. Il Re era tuttavia tenuto a rispettare le leggi ma non poteva essere oggetto di sanzioni penali. Egli esercitava il potere esecutivo attraverso i ministri, convocava le Camere, scioglieva quella dei Deputati e aveva il potere di sanzione delle leggi, istituto diverso dall'odierna promulgazione presidenziale, poiché il Re valutava nel merito e poteva respingerle. Inoltre, il Re nominava autonomamente il Consiglio dei ministri e il Parlamento si limitava al potere legislativo; la prassi applicativa, tuttavia, sempre più spesso voleva che il Consiglio dei ministri si rifiutasse di restare in carica quando non gradito alla camera elettiva, così che il re fosse considerato più quale rappresentante dell'unità statale che come capo dell'esecutivo. Il Parlamento era composto di due Camere: il Senato del Regno di nomina regia e vitalizia, e la Camera dei deputati, eletta su base censitaria e maschile. I progetti di legge potevano essere promossi dai Ministri, dai parlamentari e dal Re. Per diventare legge dovevano essere approvati nello stesso testo da entrambe le Camere e, in seguito, essere munite di sanzione regia. Per quanto riguardava il potere giudiziario, il Re nominava i giudici e aveva il potere di grazia. A garanzia del cittadino stava il rispetto del giudice naturale e il divieto del tribunale straordinario, la pubblicità delle udienze e dei dibattimenti. I giudici, dopo tre anni di esercizio, avevano garantita l'inamovibilità, mentre gli era negata l'interpretazione delle leggi con rilievo direttamente normativo. Il primo Parlamento dello Stato unitario, al principio del 1861, si compose con un suffragio elettorale ristretto al 2% della popolazione[21] (corrispondente a 600.000 cittadini) comprendendo ovvero solo i cittadini maschi con una data capacità contributiva; con la legge del 22 gennaio 1882, n. 999 il diritto di voto venne esteso anche a chi avesse la licenza scolastica elementare arrivando dunque a coinvolgere il 7% degli italiani ovvero circa 2.000.000 su di una popolazione di 28.452.000 cittadini. Con la legge del 30 giugno 1912 n. 666 la percentuale degli aventi diritto salì al 23% della popolazione allargando il suffragio a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 30 anni o che, pur minori di 30 anni ma maggiori di 21, avessero un reddito di almeno 19,20 lire, o la licenza elementare, oppure avessero prestato il servizio militare. Infine, al termine della prima guerra mondiale venne introdotto, grazie alla legge del 16 dicembre 1918, n. 1985, il suffragio universale maschile ai maggiori di 21 anni o chi avesse adempiuto al servizio militare. Benché l'articolo 1 proclamasse il cattolicesimo religione di Stato, le relazioni fra la Santa Sede e lo Stato furono praticamente interrotte tra il 1870 e il 1929, per via della "questione romana". Il Ventennio Fascista Il Gran Consiglio del Fascismo durante la seduta del 9 maggio 1936, in cui fu proclamato l'Impero. Al termine della prima guerra mondiale e con i conseguenti scompaginamenti, in Europa si assistette a una evoluzione del costituzionalismo che si concretizzò in diverse esperienze politiche come la Seconda Repubblica Spagnola o la Repubblica di Weimar. In Italia questo non accadde. Anche a causa della mancanza di rigidità dello Statuto, ritenuto irrevocabile nei principi ma modificabile tramite legge in molte delle sue proposizioni, con l'avvento del fascismo lo Stato fu deviato verso un regime autoritario dove le forme di libertà pubblica fin qui garantite vennero stravolte: le opposizioni vennero bloccate o eliminate, la Camera dei deputati fu abolita e sostituita dalla "Camera dei fasci e delle corporazioni", il diritto di voto fu cancellato; diritti, come quello di riunione e di libertà di stampa, furono piegati in garanzia dello Stato fascista, mentre il partito unico fascista non funzionò come mezzo di partecipazione, ma come strumento di intruppamento della società civile e di mobilitazione politica pilotata dall'alto. Il fascismo non si dotò mai di una propria costituzione e lo Statuto Albertino non venne mai formalmente abolito, sebbene le leggi e le azioni del governo dittatoriale lo privarono completamente nella sostanza. Alcuni sostengono che lo Statuto venne violato già con la nomina di Mussolini come primo ministro ottenuta con la forza in quanto, allora, era solo un rappresentante di una minoranza parlamentare. I rapporti con la Chiesa cattolica vennero invece ricomposti e regolati tramite i Patti Lateranensi del 1929, che ristabilirono ampie relazioni politico-diplomatiche tra la Santa Sede e lo Stato italiano. Il 25 luglio 1943 Benito Mussolini venne estromesso, e il re Vittorio Emanuele III nominò il maresciallo Pietro Badoglio per presiedere un governo che ripristinò in parte le libertà dello statuto; iniziò così il cosiddetto "regime transitorio", di cinque anni, che terminò con l'entrata in vigore della nuova Costituzione e le successive elezioni politiche dell'aprile 1948, le prime della storia repubblicana. Ricomparvero quindi i partiti antifascisti costretti alla clandestinità, riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale, decisi a modificare radicalmente le istituzioni con l'obiettivo di ripristinare lo Stato democratico. Con il progredire e il delinearsi della situazione, con i partiti antifascisti che iniziavano a entrare nel governo, non fu possibile al re riproporre uno Statuto Albertino eventualmente modificato, e la stessa monarchia, giudicata compromessa con il precedente regime, era messa in discussione. La divergenza, in clima ancora bellico, trovò una soluzione temporanea, una «tregua istituzionale», in cui si stabiliva la necessità di trasferire i poteri del re all'erede al trono ( per l'occasione, ci fu un proclama del re il 12 aprile 1944 ), il quale doveva assumere la carica provvisoria di "luogotenente del regno", mettendo temporaneamente da parte la questione istituzionale; quindi veniva decisa la convocazione di un'Assemblea Costituente incaricata di scrivere una nuova carta costituzionale, eletta a suffragio universale.1 punto
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Per quamto riguarda la classificazione secondo il metodo Baldassarri direi che si tratta di un denaro fra F.IV.3a. E F.IV.3b. Ma non saprei decidere, e se proprio devo farlo direi il secondo.1 punto
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La tua passione il tuo attivismo sono linfa vitale per il mondo della numismatica... e non ti rammaricare se qualcuno lo può "soffrire". Con stima1 punto
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In parte è già così con le emissioni comuni ma può essere fatto indirettamente anche a livello di stato con commemorazioni "a doppia valenza". Se si volesse ricordare un grande personaggio dell'ambito europeo, come ad esempio elementare Jean Monnet, la Francia potrebbe emettere da sola un 2 che sarebbe formalmente francese ma inevitabilmente anche e soprattutto europeo.1 punto
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Buonasera Rocco ottima piastra, posto anche io le mie due piastre del 1855. 1)piastra 1855 Ferdinando II conio normale 2)piastra 1855 Ferdinando II conio con le V capovolte che sostituiscono le A1 punto
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Sicuramente si aspettavano tempi migliori, ma grazie alla diffidenza del propietario delle monete, noi dopo così tanto tempo possiamo parlare di monete che hanno fatto la storia di Genova e della Sardegna. Magari non sembrano tanti, ma bisogna fare conto che 19 lire nel 1200, tutte in moneta, in un Isola che sicuramente non era ricchissima, come altre località Italiane o Europee o come la stessa Genova, avevano sicuramente un grande valore, oltre al fatto che se il padrone del tesoretto le ha nascoste, sicuramente era coscente di avere in mano un capitale che per lui era considerevole. Comunque dobbiamo ringraziarlo se oggi possiamo parlare delle monete Genovesi e della Sardegna. Come già ribadito spero presto in una pubblicazione per poter leggere i risultati della ricerca di questo importante tesoretto da condividere tra Sardegna e Liguria, due regioni da sempre legate, nonostante la distanza ed il mare.1 punto
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Premetto che io sto alla tecnologia come un vegano sta ad una fiorentina.... ma ci provo ugualmente, allora, una volta aperta l'applicazione in basso sulla dx compare l'icona di una macchina fotografica. Premendola si apre l'opzione per scattare la foto. Una volta scattata, la foto compare con un contorno di colore verde con sei punti bianchi, con il quale si può regolare l'immagine a seconda delle proprie esigenze. Fatto questo si salva il lavoro utilizzando l'icona in alto a dx. ( la premi due volte) Successivamente premendo l'opzione condividi, seconda icona in alto da sx puoi salvare sia in JPG che in PDF e contestualmente in galleria/foto. Fiuuu che fatica.1 punto
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Per elagabalo interventi invasivi non ne vedo, per il Caligola, un veloce confronto con la ritrattistica degli archivi d’asta è più che sufficiente.1 punto
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...e questa, parafrasando il geniale Andrea Pazienza, a seguito del convegno lamonetiano a Masserano...1 punto
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The inscriptions are nice and sharp.. I would say complete value for money! Cheers...1 punto
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Per me e' un classico caso di bolla speculativa. Molto in piccolo chiaramente, per un ambito ristretto e marginale come il collezionismo di monete antiche. Quando tutti si ammazzano a dire che non e' una bolla, ma anzi un giusto adeguamento del mercato, e' allora che mi si drizzano le antenne IO non colleziono monete FDC, io non cambio le monete per migliorare la conservazione, io non faccio collezioni tipologiche per poter escludere le monete rare che non si trovano in FDC, io non ho bisogno della continua conferma da parte del popolo che le mie monete siano vendibili a guadagno dopo un mese dall'acquisto, io non ho bisogno di commerciare monete per vivere, faccio un altro mestiere. Mi sembra che qui siano diventati tutti mercanti. Mentre e' un mestiere diffcile e complesso che andrebbe lasciato a chi e' bravo e portato. Il mercato ha sempre e comunque ragione, ma e' molto volubile e imprevedibile. Se no saremmo tutti riccastri....meditate gente.1 punto
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Ciao, prima di tutto complimenti per la prima moneta e benvenuto nel fantastico mondo delle monete romane! ? Visto che sei partito da un bell'antoniniano di Postumo io opterei per la seconda scelta: da Gordiano III fino ad Aureliano. Il periodo rappresenta bene la decadenza dell'Impero poiché parti da antoniniani con ancora un buon contenuto in argento (Gordiano III) fino a quelli di bronzo argentati (Aureliano). Inoltre, se vuoi collezionare solamente antoniniani voto il consiglio di @Gallienus. Infine un ultimo suggerimento...Se ti piace tantissimo una moneta che non appartiene al periodo scelto (esempio un sesterzio di Adriano) comprala, ma non devi mai abbandonare il tuo obiettivo principale! ?1 punto
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Buonasera e buon fine settimana a tutti. Ritorno a condividere un piccolo tondello in rame di Francesco I, un Tornese 1827 con punto sotto il busto del Re.1 punto
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Questa moneta si può inserire in questa sezione? La tiratura è giusta? Taglio: 50 cent. Paese: Andorra Anno: 2014 Tiratura: 500.000 Condizioni: BB ? Città: Bologna1 punto
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taglio 1 euro paese San Marino anno 2017 tiratura 500.000 condizioni spl città Milano Note 2 pezzi1 punto
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il mio post e' chiaramente critico riguardo al sito e all'articolo ivi presente in particolarte. Attenzione, non si parla di uno studio sul razzismo degli antichi romani, magari confrontandolo con quello di noialtri al giorno d'oggi. Si parla proprio della 'razza' dei romani, citando studi del ventennio e altre amenita'. E addirittura si quotano scritti razzisti dell'epoca romana repubblicana per confermare che i veri romani erano biondi! Ma stiamo scherzando ? Sara' un caso che sia stato pubblicato su un sito di pseudo-studi di estrema destra e non su un giornale scientifico riconosciuto. la lotta al razzismo in tutte le sue forme, comprese quelle piu' nauseanti (cioe' quelle pseudo-scientifiche) non e' politica e' civilta'!1 punto
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Il corpus censisce molti più esemplari della collezione Reale , proprio per questo sia chiama ‘Corpus’ ovvero un catalogo con l’ambizione di riportare ‘tutte ‘ le monete emesse - dopo il periodo antico - sul territorio italiano ( da autorità italiche o estere) o da italiani all’estero ( classico l’esempio delle colonie veneziane e le emissioni dei Trivulzio in Mesolcina). Il Corpus che consta di XX volumi e’ incompleto non furono infatti pubblicati ( a causa degli eventi bellici e successivamente della morte del Re) i successivi volumi che dovevamo coprire Sicilia, colonie, emissioni italiane all’estero etc. la collezione Reale - quella custodita presso l’MNR - e’ quindi un ‘di cui’ del Corpus (CNI). l’esposizione relativa alla collezione Reale comprende ( vado a memoria ) una 15na di vetrine che coprono un’ampia selezione di monete delle varie zecche con anche eccezionali rarità esposte nelle vetrine blindate. E’ Ovvio che nessun museo espone o potrebbe esporre l’intero insieme di una collezione di questa taglia: 100.000++ monete come detto sopra. L’MNR ha dato vita alla pubblicazione di Bollettini che riportano - per ciascuna zecca - l’intero insieme degli esemplari della collezione Reale ( quindi sia quelli - riveduti e corretti - pubblicati nel Corpus sia quelli acquisiti successivamente e mai pubblicati). i bollettini sono disponibili sul Portale numismatico dello Stato e sono classificati per regione. Ad oggi una 40na di bollettini sono stati pubblicati. Il progetto e’ lungo e durera’ decenni, ma almeno dopo 60 anni in cui non era stato fatto nulla o poco almeno e’ un ottimo inizio , personalmente lo ritengo uno dei progetti numismatici piu’ Importanti intrapresi in Italia negli ultimi anni.1 punto
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non so se riuscite a vedere il tempo che trascorro qui, praticamente ci sono da mattina a sera grazie alle vostre discussioni passate (cosa praticamente noiosa e impossibile da fare sui social impestati da venditori da 4 soldi). Sò che conta poco ma vi dico Grazie.1 punto
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sarà un pataccone esagerato ma è la mia numero 1, usci nel topolino penso intorno al 2000 ed è quello che mi ha avvicinato alla numismatica a soli 12 anni ho iniziato a raccogliere lire e euro nato qualche tempo dopo questa monete chiedendole ai parenti... felicissimo quando mia zia mi regalò vecchie monete del regno di mio nonno di poco valore economico.. l'adolescenza mi ha portato ad altri interessi abbandonando la numismatica ma sempre conservando gelosamente quelle monete... poi qualche settimana fa mi capita nel resto degli euro stranieri che hanno riacceso quella vecchia passione di un bambino.. ora a 30 anni penso che non mi fermerò più.. tutto grazie all'euro.. ora dico a chi è più esperto di me l'euro è una moneta normale, di corso legale ma sempre una moneta che fa avvicinare a questo stupendo hobby dategli il giusto valore morale.1 punto
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