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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/16/18 in tutte le aree
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Carissimo @Aangelo80, se ti è sembrato che abbiamo dato risposte scortesi, non c'era niente di personale nei tuoi confronti; anche perchè hai dimostrato,alla fine di accettare i consigli che ti sono stati dati. Qui nel forum, ci sono persone che hanno scritto libri, ci sono professori, studiosi,archeologi..... e tantissimi appassionati, come me, che hanno alle spalle anni di monete. Da come hai scritto, deduco e se non è così chiedo venia, che tu non sia italiano e questo forse ha creato qualche malinteso. Comunque quando vuoi, posta pure altre monete, alle quali saremo ben felici di darti un consiglio.5 punti
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Per chi fosse interessato è disponibile questo articolo sulla nascita del pegione milanese alla fine del XIV secolo. Buona lettura! https://www.academia.edu/37593745/I_piccioni_di_Gian_Galeazzo_Visconti4 punti
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Moneta in altissima conservazione. È una moneta rarissima penso sia un pezzo unico che non è mai apparso sul mercato numismatico. Manca in tutte le collezioni mondiali e anche il CNI ne è sprovvisto. Moneta da tenere in un caveau di banca, sorvegliata da guardie armate. Se è questo che volevi sentirti dire........ però la realtà è quella delle risposte precedenti.4 punti
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La possibilità di disporre di un certo numero di esemplari tratti dalla medesima coppia di coni costituisce non di rado una circostanza di per se unica in quanto foriera di preziose informazioni in merito alla capacità produttiva della zecca, all'elaborazione delle frequenze ponderali, al gettito di moneta in un determinato periodo, al tasso di sopravvivenza dei coni e, non per ultimo, all'esecuzione veri e propri interventi di “manutenzione” operati dagli incisori con opportuna rilavorazione e/o reincisione di coni danneggiati. Quest’ultimo aspetto ha radici molto antiche e si riscontra a partire dallo stadio iniziale delle coniazioni della Magna Grecia (seconda metà del VI sec. a.C.), come ha dimostrato un recente studio sulle monete di Sibari, sottoposte periodicamente ad un “aggiornamento epigrafico” (E. SPAGNOLI, La prima moneta in Magna Grecia. Il caso di Sibari, 2013, p. 160). Si ha l’impressione che le zecche antiche, specie per la fase arcaica e tardo arcaica, siano connotate un certo “conservatorismo” produttivo, una tendenza a sfruttare in modo esaustivo i coni già in uso prima di generarne dei nuovi. E ciò evidentemente per attenuare i costi di produzione che dovevano essere senz'altro elevati. Ne costituisce un peculiare indizio l’esemplare di Terina battuto da Naville (fig. 1) lo scorso anno, riconducibile al gruppo B 14 della classificazione Holloway-Jenkins (440-425 a.C.) e contrassegnato dai seguenti tipi: D/ Testa femminile a s. entro corona d’ulivo, adorna di duplice collana e con capelli rialzati e trattenuti da ampyx. R/ [TEPI-NAION] a s. Nike seduta a s. su un’hydria rovesciata, con kerykeion nella s. e corona nella d. 1 - Naville Numismatics Ltd., Auction 35, 29/10/2017, lot 34 L’esemplare presenta al D/ una vistosa area degradata in prossimità della sezione centrale del tondello. Area che dovette crearsi in un momento alquanto seriore, come mostra l’assoluta integrità del conio allo stadio iniziale (figg. 2-4). Il discreto numero di pezzi superstiti consente peraltro di seguire il progressivo deterioramento del conio di rovescio sul quale, in origine, è possibile distinguere alcuni elementi iconografici dell’hydria non più visibili nei momenti successivi (fig. 1). 2 - Lawrence University, inv. 91.021 (ex Fred V. Fowler collection; Stack's, 1969) 3 - Blackburn, SNG VIII, 130 (ex Purchase) 4 - Bertolami Fine Arts, 24, 2016, 130 Nel corso della battitura si verifica una rottura del conio con progressivo deterioramento dell’area centrale: stadio I : parte inferiore dell’ampyx e orecchio (fig. 5) Parallelamente si procede alla sostituzione del conio di R/ (Nike con ali più lunghe). 5 - Numismatica Varesi, "Cesare" Auction, 2018, 9 Stadio II: ampliamento area degradata (fig. 6) 6 - Oxford, SNG Ashmolean Museum 1608 Stadio III: ulteriore estensione (figg. 7-8) Sostituzione del conio di R/ (Nike con parte posteriore leggermente distanziata dall’hydria). 7 - Münzen und Medaillen, 8, 2001, 27 8 - New York, SNG ANS 3, 803 Stadio IV: primo intervento di rimozione della parte danneggiata con esito negativo (fig. 9) 9 - Pegasi Numismatics, 39, 2018, 40 Stadio V: reincisione del conio di D/ (fig. 10) L’area oggetto di intervento appare chiaramente visibile per il fondo scuro. Vengono reincisi l’orecchio, le ciocche inferiori e l’occhio. 10 - NAC AG, Auction K, 2000, 11003 punti
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Appena arrivata. Dal vivo non riscontra differenze con la foto. Sono molto contento dell'acquisto. Domitian AR Denarius. Rome, AD 81. IMP CAES DOMITIANVS AVG PONT, laureate head right / TR P COS VII DES VIII P P, wreath on curule chair. RIC 46; BMCRE 18 var. (obv. legend); RSC 570/1 var. (same). 3.55g, 18mm, 5h.3 punti
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Grazie Betto mi rispondo da solo: ho trovato il riferimento alla moneta - di Tito non Vespasiano - come riportavo sopra. Il ritrovamento del denario pompeiano (con l'indicazione della XV acclamazione) permette di affermare che l'eruzione avvenne, ovviamente, dopo l'emissione di questa moneta, quindi nell'anno in cui l'imperatore Tito ricopri il settimo consokato (il 79), dopo l'assunzione per la nona volta della potesta’ tribunizia, cioè dopo il 1º luglio e dopo la quindicesima acclamazione ad imperatore, consentendo di spostare ancora oltre luglio il terminus post when. Due iscrizioni (conservate a Siviglia , e al British museum) datate al 7 settembre e all'8 settembre hanno consentito di accertare che l'eruzione avvenne certamente dopo queste date. Nelle due iscrizioni infatti, una lettera scolpita in un'epigrafe brinzea di Tito ai decurioni è riportata la quattordicesima acclamazione assieme alle date del 7 (per la lettera di Tito) e dell'8 settembre (per il diploma), consentendo di affermare che la quindicesima acclamazione imperiale si è svolta certamente dopo queste due date. Il diploma di congedo è il seguente (sono evidenziate l'acclamazione imperiale e la data di conferimento del diploma). il ritrovamento della moneta con la data della quindicesima acclamazione e ora anche questa scritta confermano quindi che la datazione è da spostare ( si riscrive la storia come ha detto qualcuno..) a ottobre , tra l’altro coerentemente con altri particolari che gia’ suggerivano una datazione successiva al mese di agosto ( anfore di vino etc.).3 punti
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Un dichiarato FdC... e pure raro Se ci fosse la pagella come a scuola avrebbe 10 in tutte le materie. Mi ci farei una gigantografia in HD e me la appenderei in ufficio o in salotto ?3 punti
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Buonasera , condivido con tutti voi amanti delle patine naturali questo scorcio di vassoio..... Spero sia di vostro gradimento anche se non Collezionate monete Napoletane. Saluti, Rocco.3 punti
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Buongiorno a tutti, volevo un vostro parere su questa meravigliosa Piastra. Tutti conosciamo la Soli reduci, è una delle monete che presentano maggior fascino nella coniazione borbonica del '700 e molto ambita dai collezionisti. Difficilissima da trovare in stato di SPL è praticamente introvabile a gradi FDC o qFDC. Probabilmente meno sono a conoscenza del fatto che esistono 2 conii chiaramente differenti della moneta, che andrebbe quindi distinta in fase di catalogazione in 2 tipologie, la prima (considerata di grande rarità R2 almeno) è quella che vi propongo in foto ed in mio possesso. Si differenzia dalla più comune (comunque classificata NC) per 2 caratteristiche fondamentali, la punteggiatura a 5 punti della legenda e la P sotto la spalla del sovrano. I conii rispetto al secondo tipo, che presenta 3 punti nella legenda e la P sotto il collo, sono chiaramente differenti. Vi riporto un link ad un articolo bellissimo che chiarisce anche meglio questo argomento. https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/mettiamo-ordine-nei-conii-della-piastra-zodiacosoli-reduci/ Ecco le immagini della mia... Vi chiedo alcune impressioni sulla mia moneta. Che qualità le attribuireste? Come mai nel Gigante 2019 non viene menzionato questo primo conio differenziando le due tipologie, cosa fatta in modo molto preciso per altre monete? Mi sembra un errore significativo. Alla luce di queste considerazioni, che valore le attribuireste in fase di trattativa? Grazie mille a chi avrà la pazienza di leggere il mio post e di rispondermi.2 punti
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Devo dire che ho provato ad arrivarci ad identificarla correttamente , ma sempre qualcosa credo che mi sfugga .. Sono arrivato a Ferdinando II per simpatia e sfinimento , ma mi sembra quella più simile a forse ad una crazia , meno ad un quattrino credo o altro che non so ..Le dimensioni sono : Peso:0.7 gr. e d:19 mm , più o meno essendo la moneta ,in mistura, leggermente piegata ..sembra di leggere IOANN(ES) al retro Grazie sempre a tutti per gli aiuti , consigli e apprezzati discernimenti !2 punti
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ciao a tutti! Mi associo a @nikita_ ed a @petronius arbiter . Con il mio "CRUDINO" - qualcuno lo conosce già, chi non sa cosa sia può guardare in "Agorà" - volevo appunto scherzosamente far notare gli errori commessi a chi (forse per pigrizia, ignoranza o altro) posta immagini non canoniche. La mia opinione è che, se noi ridicolizziamo - senza condannare - certi comportamenti, di sicuro la persona coinvolta o si inc***a e parte (poca perdita) o si adegua e rimane (grande guadagno). Servus, Njk PS:2 punti
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Per quanto riguarda "l'obbligare" in un modo o nell'altro i neo-iscritti a legggere il regolamento, devo purtroppo concordare con @Legio II Italica sarebbe come obbligarli a leggere i 10 Comandamenti...tutti li hanno letti, ma per il resto... Mi piace molto invece l'idea di @nikita_ una scritta, magari non tanto da aggiungere alla risposta a un maleducato, ma che compaia per tutti, fissa o lampeggiante per alcuni secondi, ogni volta che si inizia una nuova discussione nelle sezioni di identificazione e valutazione. Secondo me varrebbe la pena appprofondire il discorso, facendo presente l'idea anche a @Reficul petronius2 punti
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Consecratio di Claudio il Gotico https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/andrea/calig.html2 punti
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Si tratta di un denaro tornese battuto nella cosiddetta Grecia Franca precisamente nella zecca di Lepanto a nome di Filippo di Taranto (1294-1313). D/ + (giglio) Ph'S P. TAR . DESP (giglio); croce patente. R/ + NEPANTI CIVIS; castello. (nella foto che hai allegato il R/ va ruotato di 90° a dx). Moneta comune ma ricchissima di storia.2 punti
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Cerco di essere semplice visto che l'Italiano e' un po' debole. 1) La moneta e' vera (non e' una patacca) 2) La moneta vale poco (non ci puoi fare soldi) 3) Tienila ! ma...... 4) Puoi comprare una piu' bella dello stesso tipo per pochi spiccioli2 punti
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Giusto @Saxo , Annibale aveva tre motivi per fare presto ad attraversare le Alpi : primo , l' incipiente inverno , la neve come dice Tito Livio gia' iniziava a scendere , secondo , uomini e animali sfiniti dalla fatica e affamati , se avesse perso altro tempo avrebbe perso ben piu' della meta' dell' esercito con cui era partito da Cartagena e con cui discese in Italia , terzo , i Romani di Publio Scipione Senior padre dell' Africano , i quali ancora non conoscevano da quale passo sarebbe disceso Annibale in Italia , ma se fosse passato altro tempo sarebbero stati informati dalle guide alpine locali , le stesse popolazioni che cercarono di razziare i Cartaginesi in marcia . Infatti i Romani se avessero saputo con certezza da quale passo discendesse Annibale lo avrebbero aspettato al varco e sarebbe stata la fine del viaggio in Italia di Annibale , impossibile sarebbe stato per loro combattere e vincere nelle condizioni in cui si trovavano uomini ed animali .2 punti
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Come giustamente ha scritto Legio II, gli elefanti erano tenuti molto in considerazione da Annibale. Non li avrebbero uccisi. Credo che avrebbero scelto i cavalli, eventualmente, da destinare come scorta alimentare. Normalmente, se in terra di alleati, le scorte alimentari venivano comperate, se in terra nemica, si razziavano. Nello specifico caso (ma non sono un esperto e quindi vado a "naso"), data la fretta di Annibale di varcare le Alpi per motivi strategici, Scipione stava arrivando a Marsiglia, non credo abbia avuto la possibilità di fare grandi scorte e penso che sia uno dei motivi della perdita di tanti uomini durante la traversata.2 punti
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E' una delle tante medagliette (tecnicamente sono dette "pattern") ad imitazione dell'Euro emesse nei primi anni da ditte private per sfruttare l'onda lunga collezionistica portata dalla moneta unica. Per dare una parvenza di pregio a queste coniazioni è stata aggiunta la scritta "probe-prova-essai" in svariate lingue, che cambia a seconda delle medaglie prodotte. Esistono di un numero incredibile di paesi, anche molto fantasiosi quali Mongolia e Groenlandia. Il valore numismatico è ovviamente nullo, quello commerciale oggi è molto modesto (ma nei primi anni molti collezionisti, pensando fossero coniazioni ufficiali, ci hanno speso dietro dei bei soldi).2 punti
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Dire "Buongiorno - per favore - grazie" quando si entra in un ambiente e si fa una richiesta non è che riguardi solo lamoneta, è la base dell'educazione per il vivere civile, anche dal gommista o dall'ortolano2 punti
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Bisognerebbe arrivarci anche a far capire lo spirito di condivisione lamonetiano che forse si e' perso un po' nel tempo, spirito che entra nel volontariato, forse ci vorrà qualche discussione in cui si rilancia perché nasce Lamoneta, per chi, le finalità, cosa e' stato fatto e poi il ricordare sempre che dietro a questi nickname ci sono uomini e il virtuale e il reale si compenetrano, ma che ci vuole anche educazione, rispetto, stima e anche qualche passo indietro quando occorre, una community che deve servire ma che deve avere anche un ricambio doveroso di gratifica all'interno e dall'esterno ...2 punti
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Nel Martirologio Romano alla voce “Memoria della beata Maria Vergine del Rosario” si legge: in questo giorno (7 ottobre nota delle scrivente) con la preghiera del Rosario[1] o corona mariana si invoca la protezione della santa Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la guida di Lei, che fu associata in modo tutto speciale all’incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di Dio. L'origine della Madonna del Rosario è attribuita all'apparizione di Maria a san Domenico di Guzman[2] (Caleruega, Burgos 1170 circa - Bologna 1221) – foto 1 – , nel 1208 a Prouille, allora composta da qualche abitazione e da una cappella che trasformò nel primo convento da lui fondato; un’altra versione la fa risalire al 1212 quando sempre san Domenico di Guzman, durante la sua permanenza a Tolosa, pregò la Vergine Maria per sapere come combattere l’eresia albigese e Lei gli consegnò il Rosario. Quindi il culto verso la Vergine del rosario è molto antico e risale al XIII secolo, epoca dell’istituzione dei domenicani che furono i maggiori propagatori. Il 7 ottobre 1571 a Lepanto, nel corso della guerra di Cipro, ci fu uno scontro navale tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane (federate sotto le insegne pontificie) della Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell'Impero spagnolo con il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova. Questa fu la quarta battaglia, in ordine di tempo, detta anche battaglia delle Echinadi o Curzolari, nonché la maggiore, e si concluse con la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani; l’annuncio della vittoria giunse a Roma 23 giorni dopo. La vittoria fu attribuita all’intercessione della Vergine Maria e a seguito di ciò il papa Pio V (oggi san Pio V, al secolo Antonio (in religione Michele) Ghislieri, Bosco Marengo (AL), 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572), istituì la festa di Santa Maria della Vittoria e il 7 ottobre del 1572 venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto. Pio V consacrò la vittoria ottenuta «...per intercessione dell'augusta Madre del Salvatore, Maria», intitolando il giorno 7 ottobre a «Nostra Signora della Vittoria», successivamente rinominata da papa Gregorio XIII (al secolo Ugo Boncompagni, Bologna, 7 gennaio 1502 – Roma, 10 aprile 1585) in «Nostra Signora del Rosario». Da allora in poi si utilizzò ufficialmente anche il titolo di Auxilium Christianorum, titolo che non sembra doversi attribuire direttamente al Pontefice, ma ai reduci vittoriosi, che ritornando dalla guerra passarono per Loreto a ringraziare la Madonna: i forzati che erano stati messi ai banchi dei remi furono liberati e, sbarcati a Porto Recanati, salirono in processione alla Santa Casa, dove offrirono le loro catene alla Madonna; con esse furono costruite le cancellate poste agli altari delle cappelle. Lo stendardo della flotta fu donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta. La ricorrenza della Madonna del Rosario fu poi spostata alla prima domenica di ottobre, e dal 1913 dal papa Pio X (dal 1954 san Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, Riese (TV), 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914) è stata rispostata al 7 ottobre. Il culto per il Rosario ebbe un’ulteriore diffusione dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, dove la Vergine raccomandò la pratica di questa devozione. Alla Madonna del Rosario sono intitolati numerosi istituti, chiese e congregazioni cattoliche, essendo una delle tradizionali e più celebri e importanti raffigurazioni nelle quali la Chiesa cattolica venera Maria, Madre di Gesù. La Madonna del Rosario, ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche, quadri, affreschi, statue: è rappresentata con una veste azzurra e una corona del Rosario tra le mani – foto 2 – , la cui iconografia è ripresa da quella più antica della “Madonna della cintola”; di solito è raffigurata seduta in trono con il Bambino in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del rosario – foto 3 e 4 –; la più conosciuta è quella in cui la corona viene data a Santa Caterina da Siena e a San Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono – foto 5 –, come nella Madonna di Pompei – foto 6, 7, 8 –, venerata nella basilica di Pompei (NA) – città la cui patrona è proprio la Madonna del Rosario – e in cui si conserva una tela attribuita alla scuola di Luca Giordano, di non eccelso valore artistico e restaurata, ma di notevolissimo valore spirituale e taumaturgico poiché oggetto di culto molto intenso e diffuso, con pellegrinaggi che si concentrano durante le due suppliche: l'8 maggio (l'8 maggio 1876 ebbe inizio la costruzione della basilica) e la prima domenica di ottobre. Il quadro dono di suor Maria Concetta De Litala all’avvocato Bartolo Longo (Latiano (BR), 11 febbraio 1841 – Torre Annunziata (NA), 5 ottobre 1926) – foto 6 – , il 13 novembre 1875, fu trasportato su un carro di letame a Pompei. L’uomo, inviato in quella località dalla contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco come amministratore di alcune sue proprietà, si era riavvicinato alla fede cristiana cattolica dopo essere stato attratto dall’anticlericalismo e dallo spiritismo. Il quadro fu inizialmente esposto nella chiesa parrocchiale ma subito iniziarono a manifestarsi grazie e miracoli per intercessione della Madonna, a tal punto che si rese necessario costruire una chiesa più grande e su consiglio del vescovo di Nola, Bartolo Longo iniziò il 9 maggio 1876 la costruzione del Santuario, che terminò nel 1887. Il quadro della Madonna, dopo essere stato opportunamente restaurato, venne sistemato su uno splendido trono; l’immagine poi venne anche incoronata con un diadema d’oro, ornato da più di 700 pietre preziose, benedetto da papa Leone XIII. La costruzione venne finanziata da innumerevoli offerte di denaro, proveniente dalle tante Associazioni del Rosario sparse in tutta Italia: in breve divenne un centro di grande spiritualità, elevato al grado di Santuario e di Basilica Pontificia. Bartolo Longo istituì anche un orfanotrofio femminile, un istituto per i figli dei carcerati e divenne promotore del periodico «Il Rosario e la Nuova Pompei», che ancora oggi si stampa. Nel 1893 Bartolo Longo offrì a papa Leone XIII la proprietà del Santuario con tutte le opere pompeiane e, qualche anno più tardi, rinunciò anche all’amministrazione che il Pontefice gli aveva lasciato. [1] Il rosario è una preghiera devozionale e contemplativa a carattere litanico tipica della Chiesa cattolica; materialmente il rosario cattolico è una cordicella circolare costellata da 50 grani divisi in 5 gruppi di 10 da un grano diverso e dalla quale pende una serie di tre grani, un grano separatore e un crocifisso. Al crocifisso si recita il Credo, al grano separatore il Padre Nostro, ai tre grani tre Ave Maria (una per ognuna delle tre virtù teologali, la Fede, la Speranza e la Carità) e scorrendo i grani separatori il Padre Nostro, una dossologia, la recita e la meditazione su un episodio saliente della vita di Gesù e di Maria, detti "misteri" del rosario, e il Gloria, e scorrendo quelli in 10 l'Ave Maria. La recita completa consiste in 200 Ave Maria raggruppate in quattro serie, chiamate corone e contemplanti i “misteri; fu il papa Giovanni Paolo II (al secolo Karol Józef Wojtyła, Wadowice,18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005 - oggi san Giovanni Paolo II) che nel 2002 aggiunse, con la Lettera apostolica «Rosarium Virginis Mariae», i cinque misteri luminosi (o della Luce), da recitarsi facoltativamente il giovedì, in luogo dei misteri gaudiosi e contemplanti 1) il battesimo di Gesù nel fiume Giordano, 2) le nozze di Cana, 3) l'annuncio del Regno di Dio, 4) la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, 5) l'istituzione dell'Eucaristia, ai quindici misteri tradizionali (cinque della Gioia o gaudiosi, cinque del Dolore o dolorosi, cinque della Gloria o gloriosi) Nella forma tradizionale, si recita ogni giorno una corona meditandone i misteri: la prima comprende i misteri gaudiosi (o della gioia), contemplati il lunedì e il giovedì; la seconda i misteri dolorosi (o del dolore), il martedì e il venerdì; la terza i misteri gloriosi (o della gloria), il mercoledì, il sabato e la domenica. Nella forma tradizionale, si recita ogni giorno una corona meditandone i misteri seguendo la seguente cadenza: Misteri gaudiosi (o della gioia) - da recitarsi il lunedì e il giovedì oppure il lunedì e il sabato - e comprendenti 1) l'annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria Vergine, 2) la visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta, 3) la nascita di Gesù, 4) la presentazione di Gesù al Tempio, 5) il ritrovamento di Gesù al Tempio; Misteri dolorosi (o del dolore) - da recitarsi il martedì e il venerdì - e comprendenti 1) l'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi, 2) la flagellazione di Gesù alla colonna 3) l'incoronazione di spine, 4) Gesù è caricato della Croce, 5) la crocifissione e la morte di Gesù; Misteri gloriosi (o della gloria) - da recitarsi il mercoledì, il sabato e la domenica oppure il mercoledì e la domenica - e comprendenti 1) la risurrezione di Gesù, 2) l'ascensione di Gesù al Cielo, 3) la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, 4) l'assunzione di Maria Vergine al Cielo, 5) l'incoronazione di Maria Vergine. I misteri gaudiosi (o della gioia) si contemplano il lunedì e il sabato - in quanto è accettabile l'idea di non recitare i misteri gloriosi due giorni di seguito, facendo però restare il sabato, come da tradizione, un giorno a forte carattere mariano -, i misteri dolorosi sempre il martedì e il venerdì, i misteri gloriosi il mercoledì e la domenica, mentre il giovedì è dedicato ai misteri luminosi (invece che a quelli gaudiosi). Il primo documento ufficiale della Chiesa cattolica relativo alla preghiera del rosario risale al secolo XV: papa Sisto IV (al secolo Francesco della Rovere, Pecorile (SV) 21 luglio 1414 – Roma, 12 agosto 1484) con la bolla “Ea quae ex fidelium” del 12 maggio 1479 affermò che la pratica del Rosario era anticamente diffusa nelle diverse parti del mondo, e caduta in disuso, era stata di recente ripristinata. [2] San Domenico di Guzman (Caleruega, Burgos 1170 circa - Bologna 1221), teologo spagnolo, fondatore dell'ordine cattolico dei frati domenicani, studiò teologia e filosofia all'Università di Palencia e intorno al 1196 divenne canonico della cattedrale di Osma, in Castiglia. Nel 1203 accompagnò Diego de Azevedo, vescovo di Osma, in missione religiosa a Roma, e sulla via del ritorno in Spagna rimase colpito dagli abusi del clero e dalla diffusione dell'eresia albigese in Linguadoca, che contrastò. Ottenuta una sede e una chiesa a Prouille, presso Tolosa, Domenico e alcuni suoi compagni condussero una vita di penitenza, studio e preghiera, istituendo nel 1208 un convento femminile e ricevendo nel 1215 l'approvazione ecclesiastica all'istituzione dell'ordine dei frati domenicani. Quattro anni dopo il riconoscimento dell'ordine, fondò sei conventi in Lombardia, quattro in Francia, tre fra la Toscana e Roma, quattro in Provenza e due in Spagna. Morì durante una campagna missionaria a Bologna nel 1221 e venne canonizzato nel 1234.1 punto
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I convenevoli sono degni segnali di una società civile e secondo me questa discussione mira a salvaguardarli il più possibile, in linea con lo spirito di condivisione e divulgazione della cultura numismatica, per cui questo forum è nato.1 punto
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Concordo al 100%. Il post è centrato soprattutto sul grado di rarità e sul motivo per il quale non viene riscontrato sulla più recente letteratura numismatica riguardante il Regno di Napoli. Per altre piastre od altre monete si guardano dettagli e varianti ben meno significative, qui come detto parliamo di 2 conii assolutamente differenti. Credo che la cosa sia di rilevanza assoluta.1 punto
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BEATA VERGINE MARIA DEL SS. ROSARIO, al R/. SANTISSIMO SACRAMENTO con al centro OSTENSORIO LOMBARDO raggiato. L'Ostensorio lombardo si presenta come un tempietto con colonnine e cupoletta.1 punto
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Splendido, aggiungerei un particolare importante, nell'Archivio parrocchiale di Cabiaglio c'è un interessante documento datato 1700 con una immagine a stampa, sullo sfondo un paese in fiamme ( Cabiaglio ), mentre in primo piano la figura imponente del Vescovo Appiano patrono di Cabiaglio e a lato lo stemma dei Leoni per certificare i due ambiti, il civile con la famiglia Leoni e quello spirituale con Sant'Appiano.1 punto
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Uno scorcio notevole, complimenti Rocco, la tua collezione è favolosa! Buona giornata Silver1 punto
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Semplicemente perché il biglietto da 5.000 lire è stato emesso prima del biglietto da 10.000 lire, precisamente con decreto del 16 gennaio del 1947, mentre con decreto del 7 maggio del 1948 viene introdotto il diecimila. In quel lasso di tempo che intercorre tra l’emissione del 5.000 lire e l’emissione del 10.000 lire, con decreto del 25 ottobre del 1947, viene modificato il contrassegno di stato, in buona sostanza sette/otto mesi prima dell’emissione della banconota da 10.000 lire.1 punto
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Cari tutti sto completando una ricerca per censire, oltre ai pochissimi pezzi segnalati in letteratura, questa tipologia di grosso senatoriale. Se qualcuno ne avesse un esemplare in collezione, riconosciuto o non, lo pregherei di comunicarmelo. Anche dovesse trattarsi di solo frammento. A mio avviso, l'R5 numismatico è chimerico ?. Grazie in anticipo1 punto
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5 anni più i costi legali (che lo Stato mica rimborsa anche quando ha torto, come qui) per poter esportare una moneta comprata nel 2013 e pagata 5 anni fa alla casa d'Aste... Direi che questo se è ancora vivo in Italia non ci compra più.1 punto
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Arrivata ieri, oggi si inizia la lettura, come sempre sono sicuro di divorare gli articoli, il piacere di avere tra le mani una rivista cartacea che ti da informazioni e la bellezza delle immaggini delle monete che essa contiene, non ha eguali.1 punto
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Scusa ma che vuoi migliorare? Qualche segnetto al dritto ma è una bellissima moneta. E anche se trovassi un esemplare migliore, cosa difficile, lo acquisteresti perchè sulla perizia c'è scritto FDC? Questa mania del super perfetto proprio non la capisco. Rinnovo i complimenti. Saluti Marfir1 punto
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Per gli amanti del medieovo, di Sant’Ambrogio ma soprattutto dell’eta’ Comunale con la nascita delle Corporazioni, delle aggregazioni di mercanti e professioni, della Civitas ecco questo libro che racchiude tutto questo con immagini veramente importanti, a cura di Annamaria Ambrosioni e con la Camera di Commercio come realizzatore1 punto
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Purtroppo non le so, il 500 l'ho prelevata da una discussione già esistente in questa sezione: Mentre il 100 l'ho trovato in rete impostando la parola chiave "BALCALBO" nel motore di ricerca di Google. Il 100 albolire sembrerebbe delle stesse dimensioni dell'autentico 100 lire tipo 1944, magari questa immagine che metto di seguito a paragone può far capire la grandezza del 500, che è sicuramente difforme da un 500 lire Barbetti autentico, infatti appare piuttosto allungato e solo poco più grande del 100. Naturalmente una ciliegia tira l'altra rimanendo in tema il motore di ricerca da altri risultati della stessa specie, ed ho trovato anche quest'altre due: nonchè il 1.000 una sola faccia purtroppo, e senza l'indicazione delle dimensioni..1 punto
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Mah, io penso che sia nulla più che una delle tante "euro-prove" immesse sul mercato da privati, al solo fine di speculare, a nome anche dei paesi più improbabili (anche di altri continenti). E poi, se fosse una prova ufficiale della zecca ungherese, avrebbero scritto "prova" in tutte le lingue tranne la loro? petronius1 punto
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Per concludere questo infausto evento, confermo il rimborso della totalità della fattura da parte di cgb sul mio conto corrente. La casa d’aste si è comportata in maniera impeccabile, sicuramente non hanno perso un cliente.1 punto
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buonasera a tutti voi.. a distanza di un Po di tempo, circa tre anni, riprendo questa discussione. Nel corso di questi anni girovagando in rete mi sono soffermato spesso ad osservare esemplari dichiarati fdc e qfdc anche in perizia e spesse volte giungevo alla conclusione che a livello di conservazione la mia non aveva nulla da invidiare.. anzi.. a volte la mia la ritenevo anche migliore... nonostante il cartellino affermasse il contrario... per cui a distanza di anni ritengo di aver fatto la scelta giusta a tenerla... unico rammarico è il fatto di averla pagata qualcosina in più del dovuto a causa del colpetto.. però a livello di conservazione mi soddisfa parecchio alla luce di ciò che ho visto in giro con valutazioni un Po gonfiate. Siccome è una moneta che mi piace parecchio.. anche in virtù del fatto che è praticamente impossibile trovarla in fdc con la sua patina coeva..questo stimola il mio interesse a cercare.. e se mi capitasse l'opportunità di trovarne una con queste caratteristiche in fdc potrei pensare anche di sostituirla... il problema è che questa moneta quando è patinata è difficile da valutare in foto sia per capirne il lustro, sia perché la patina (se la foto è fatta ad arte) può facilmente nascondere punti di usura... per questo arrivo alla conclusione che se la si cerca perfetta purtroppo le foto non sono sufficienti per capire.. occorre osservare dal vivo.. cosa che per me è praticamente impossibile.. perché non giro per convegni ecc. Perciò ho la netta sensazione che dovrò godermi quello che ho.. Nel frattempo avendo cambiato e migliorato il telefono mi sono divertito a fotografarlo di nuovo.. per l'ennesima volta.. Fra un Po gli faccio un book fotografico ?1 punto
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Ecco quì le monete nel dettaglio, partiamo con la 2€ Bernini per passare alle monete dedicate ai segni zodiacali, prima Ariete e poi Toro, infine il retro comune delle monete da 5€. Un saluto a tutti1 punto
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Ciao @Saxo , oltre alla mia precedente risposta aggiungerei una considerazione che forse quanti personaggi hanno cercato invano fin' ora il passo alpino scelto da Annibale per scendere in Italia , debba avere molta importanza , forse determinante , la questione degli elefanti al seguito della spedizione . Mi spiego meglio , a parte le ossa che fino ad oggi non sono state trovate ne' in prossimita' dei passi alpini , ne' nelle salite e discese , ne' nei dirupi o fondo valli , ne' in pianura , dove l' esercito punico sosto' per riprendere forze , tutto cio' farebbe gia' sospettare della veridicita' della tradizione storica di questi 37 elefanti al seguito di Annibale ; infatti occorre tenere ben presente dell' alimentazione di un elefante che secondo ricerche ammonta a circa 200 Kg. di cibo al giorno e circa 130 litri di acqua giornalieri per ogni singolo elefante adulto . questa alimentazione potrebbe determinare con una approssimativa certezza quale passo scegliesse Annibale per favorire questi pachidermi affinche' non morissero di fame e di sete . Ora e' impensabile che l' esercito cartaginese si portasse dietro dall' inizio della salita alle Alpi e fino alla pianura italica la bellezza di circa 7400 Kg. di cibo e circa 4810 litri di acqua solo per elefanti , senza contare i numerosi cavalli e tutti gli uomini , quindi Annibale deve per forza avere seguito un percorso dove fosse disponibile dell' acqua e della vegetazione almeno fino in prossimita' dello spoglio e arido passo alpino ; in pratica gli elefanti sarebbero stati digiuni e senza acqua solo per pochi giorni ecco perché probabilmente morirono piu' per la fatica e per lo stress climatico a cui furono sottoposti , che per fame o sete . Concludendo , il passo alpino in cui transito' Annibale , tenendo conto degli elefanti al seguito , delle loro necessita' alimentari e se la tradizione storica fosse vera , deve avere influito necessariamente in Annibale sulla scelta del passaggio del valico , considerando che sugli elefanti da guerra Annibale faceva molto affidamento per la sua campagna d' Italia , un cavallo si poteva facilmente rimpiazzare presso gli alleati Galli che lo attendevano in pianura , un elefante no . In considerazione di quanto esposto credo che si dovrebbero esplorare e privilegiare nella ricerca quei passi alpini tra quanti supposti , dove vegetazione ed acqua fossero maggiormente disponibili fino il piu' vicino possibile al passo alpino restringendo in questo modo il numero dei passi presi in esame e qui fare delle ricerche stratigrafiche alla ricerca di probabili indizi di natura animale ed umana . P.S. Per capire quanta importanza riponesse Annibale nell' uso degli elefanti da guerra basta pensare alla futura battaglia di Zama quando da buon africano qual' era , dispose in prima linea una nutrita linea di elefanti per sfondare quella romana , cosa che comunque non gli riusci' .1 punto
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mi inchino virtualmente a chi ha fatto questa scelta e ha messo a disposizione di tutti un'opera d'ingegno anche chi come me non è primariamente interessato questo ambito è invogliato a leggere e capire grazie!1 punto
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Il premio è andato al Prof. Aldo Luisi, persona straordinaria e grandissimo studioso. Non si può in alcun modo affermare che non sia meritato. La giornata di studio è stata di altissimo livello e tutto il mondo numismatico dovrebbe operarsi affinché eventi del genere si ripetano a cadenza annuale. Personalmente sono convinto che siamo sulla strada giusta. Saluti a tutti Michele1 punto
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Un'altra piccola anticipazione sulla mia relazione. Nell'Apocalisse viene individuato un personaggio estremamente negativo (la "Bestia che sale dal mare") per mezzo di un numero, il 666. Per capire chi era questo personaggio è necessario far ricorso alla gematria, un tipo di calcolo usato correntemente nell'antichità che consisteva nel riguardare un nome non come composto di lettere ma di numeri (l'Apocalisse è scritta in greco e in questa lingua le lettere dell'alfabeto designavamo anche i numeri): per effetto del calcolo gematrico un determinato nome poteva essere indicato non come tale ma con la somma dei valori numerici delle lettere che compongono quel nome: da qui la mia proposta di soluzione dell'enigma. Prima farò un veloce excursus delle ipotesi di soluzione dell'enigma del 666 proposte nei secoli e anche una panoramica di "enigmistica antica", vale a dire di tutti gli enigmi ed indovinelli che giravano nell'antichità (e non sono pochi!). Acceneremo in particolare al Quadrato magico (o quadrato del Sator) e all'iscrizione in greco graffita su un muro a Pomperi che recita: "Amo colei il cui numero è 545" di cui darò la soluzione!!! Infine volevo tranquillizare tutti: non sono un pazzo visionario. Siccome parleremo di un libro che ho pubblicato ormai 5 anni fa faremo anche una panoramica delle recensioni specialistiche su riviste teologiche che il libro ha avuto e che, per fortuna, sono positive...1 punto
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Ricorda solo una cosa e non dico per scoraggiarti. Anche i FDC avranno segnetti e puntini di ossidazione e non si può fare nulla.........attento solo alle impronte digitali e buona collezione1 punto
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Scusa @Poemenius , allora con il tuo ragionamento , in parte condivisile , non rimane altro da fare che gettare tutti i libri di storia romana e riscriverla solo in base all' archeologia , alle iscrizioni , alle monete ………. pero' a pensarci bene , solo basandoci sull' archeologia perché le iscrizioni e le monete possono essere con i loro scritti e legende anche loro fuorvianti dalla verita' . Sarebbe stato meglio che nessun testo antico fosse sopravvissuto cosi' non avremmo avuto di questi dubbi ? non credo proprio , meglio averne . Io credo invece che per avere una discreta visione della storia romana , occorre leggere tutti i testi sopravvissuti , confrontarli e trarne delle conclusioni per ricavarne una probabile verita' , per questo esistono gli storici passati e attuali , confrontano tutti i pochi dati a loro disposizione e ne ricavano la storia che pensiamo di conoscere . Un saluto1 punto
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Taglio: 2€ CC Nazione: Slovenia Anno 2018 Tiratura: 989.250 Conservazione: SPL Località: Bibione (Ve)1 punto
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Taglio: 2€ CC Nazione: Slovenia Anno 2017 Tiratura: 1.000.000 Conservazione: BB Località: Bibione (Ve)1 punto
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Buongiorno è un convegno da pubblicizzare, bisogna lavorare già da adesso per il prossimo anno, Sabato mi sono trattenuto l'intera giornata allo stand di A C M aste Napoli , è stato piacevole interloquire con gli amici di sempre campani e nuovi amici foggiani. un abbraccio particolare per la piacevole giornata a Lorenzo Avagliano , francesco, Antonio Cava, Lello, luca, Pietro Paolo Testa, Michele Straziota, Donato Caro,Domenico , Roberto Fratello, Pino de biase e i suoi Amici Pietro e Mario. sicuramente ho dimenticato Qualcuno ma va bene così. Saluti Michele1 punto
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