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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/16/18 in tutte le aree

  1. E' proprio vero che i "Social" tirano fuori il peggio da ciascuno! Se il "Forum" ha un senso non è certo quello di parlare senza leggere quanto gli altri hanno da dire! E' piuttosto un confronto di idee che dovrebbe servire a far maturare l'esperienza individuale anche alla luce delle opinioni altrui. E quando mi accorgo che c'è chi non legge con adeguata pazienza quanto viene scritto (per cui ripropone in eterno le solite "domande" e le solite "risposte") mi viene voglia di andarmene , come altri hanno già fatto e molti ben sanno... Dunque un po' di umiltà e di disponibilità sono ingredienti qui (come altrove) essenziali, perché nessuno ha la verità in tasca. Ed il progresso è frutto dell'esperienza comune.
    3 punti
  2. Beh visto che è passato inosservato lo posto qui visto anche il tema della discussione..
    3 punti
  3. Salve a tutti! Qualche giorno fa, riordinando il mio labirintico "archivio fotografico", sono capitata su queste foto scattate durante una visita a Susa; così ne ho preso spunto per effettuare questa ricerca che vorrei condividere con voi, sperando possa essere di vostro interesse (Credo che dividerò il post in più parti per non appesantire troppo il discorso...) Parte I. Il re dei Cozii e l'Arco di Augusto L'Arco di Augusto a Susa sorge lungo un'importante via di comunicazione, la Via Cozia, un'antica strada romana che congiungeva Augusta Taurinorum (Torino) con Vapincum (Gap, in Francia), attraversando la Val di Susa e il Monginevro. Fu fatto costruire dal re Cozio tra il 9 e l' 8 a.C., per celebrare il patto di alleanza stipulato tra quest'ultimo e Ottaviano Augusto nel 13 a.C. L'imperatore stesso, di ritorno dalle Gallie, si fermò nell'allora Segusium per inaugurare il monumento. Prima di procedere alla descrizione dell'Arco di Augusto, qualche nota su Cozio. Il regno celto-ligure dei Cozii si trovava nelle Alpi occidentali e, grazie ad una politica di alleanza con Roma, riuscì a conservare la propria indipendenza fino all'età augustea, quando la popolazione era ormai romanizzata. Già prima di Augusto, Cesare si era accordato con il re ligure Donno, garantendo il transito delle proprie truppe attraverso una via di comunicazione sicura per accedere alle Gallie. Quando molte tribù galliche si ribellarono ai Romani, il figlio di Donno, Cozio, mantenne un atteggiamento prudente e successivamente, con Augusto, l'alleanza venne rinsaldata e celebrata con la costruzione dell'arco di Susa. Per meglio integrare il regno nel proprio sistema politico, i Romani concedettero il titolo di praefectus e la cittadinanza romana a Cozio, che latinizzò il suo nome in Marcus Iulius Cottius. L'accordo prevedeva una diminuzione dell'estensione del dominio di Cozio, compensata però dall'autonomia di cui poteva ancora godere, su un territorio che si andava arricchendo grazie ai commerci tra Gallia e Italia. La capitale Segusium cominciò ad accrescersi e a dotarsi di monumenti pubblici. Cozio fu visto come esempio di re giusto e previdente e, dopo la sua morte, s'iniziò ad identificare con il nome di Alpes Cottiae (precedentemente Alpes Taurinae) le montagne su cui aveva governato; nel IV secolo il suo mausoleo era ancora visitato. A Cozio succedettero il figlio Donno II e il nipote Cozio II. Quest'ultimo ingrandì il territorio amministrato dal nonno grazie a doni territoriali concessi dall'imperatore Claudio. Alla morte di Cozio II, non essendoci eredi, le Alpi Cozie divennero una provincia romana. [Continua...]
    2 punti
  4. Purtroppo non è il mio ultimo arrivato in collezione... non ancora almeno Attualmente in asta da cgb.fr, precedentemente noto in un solo altro esemplare custodito alla Biblioteca Nazionale di Francia con cui condivide gli stessi coni: Denaro; biglione; 21 mm; 3,50 gr D\ C PIV ESV TETRICVS CAES R\ PRINCIPI IVVENT Mairat 873/1, Elmer 882, RIC - https://www.cgb.fr/tetricus-ii-denier-ttb-,brm_485523,a.html In conservazione nettamente superiore rispetto al suo omologo... uno spettacolo oltre che pezzo di una rarità assoluta!
    2 punti
  5. La famiglia Vercellone era molto famosa per i suoi lanifici, quindi la ruota dentata può essere una parte di un macchinario che entra nel logo aziendale nell'anno dell'inizio del passaggio di proprietà.
    2 punti
  6. Ed ecco aggiunto il mio terzo Mario alla collezione delle galliche. Pezzo non in condizioni ottimali, ma comunque ancora ben argentato oltre che leggibile: D\ IMP C M AVR MARIVS AVG - Bust B1 R\ VICTORIA AVG – Victory 3b Mairat 550 - I emissione, Fase I, zecca di Colonia 3,18 gr - 22 mm Moneta non comune sebbene non tra le più rare di Mario... un bello e interessante pezzo in ogni caso!
    2 punti
  7. .... li metto insieme...direttament dal Manuale: @Acqvavitus
    2 punti
  8. Bon dai dato che ci sono posto pure il mio, scusate la polvere sulla moneta, ma le foto allora le feci così...
    2 punti
  9. L'Arco di Augusto L'opera fu probabilmente realizzata sia da artisti romani e di provenienza centro-italica, sia da maestranze locali; anche i principali materiali utilizzati furono reperiti nelle vicinanze. L'arco presenta un unico fornice alto 8,85 m e largo 5,85 m, con volta a botte decorata a cassettoni; l'intera costruzione misura 13,07 m di altezza, 11,93 m di larghezza e 7,30 m di profondità. Quattro colonne, una ad ogni angolo dell'arco, sorreggono la trabeazione, che ospita un notevole fregio. Al di sopra della trabeazione, l'attico contiene l'iscrizione dedicatoria sulle due facciate principali (lati sud e nord della struttura). Il fregio costituisce un elemento dalla valenza storico-artistica molto interessante. Da un punto di vista storico esso è un'importante opera di propaganda, in quanto narra i principali atti politico-religiosi che portarono al patto di alleanza tra Cozio ed Augusto. Da un punto di vista artistico, rappresenta una prima rottura stilistica con i canoni dell'epoca, dato che in quel periodo i fregi non avevano un carattere narrativo ma puramente decorativo. Il fregio è costituito da quattro bassorilievi, uno per ogni lato della trabeazione. Sul lato nord è raffigurato il sacrificio di un suino, un ariete e un toro: gli animali sono raffigurati molto più grandi del normale, ad indicare che l'evento importante è il sacrificio stesso, mentre gli altri elementi sono di contorno alla scena. Il personaggio principale è forse da identificare in Cozio, accanto al quale si trovano gli addetti al sacrificio. Sul lato meridionale si vede un personaggio, solitamente identificato con Cozio, compiere altri sacrifici ai Dioscuri, mentre nella parte occidentale sono raffigurati i rappresentanti delle 14 popolazioni che a lui rispondevano, citate anche nell'iscrizione. Sul lato orientale, purtroppo, la scena non è più decifrabile. L'iscrizione, con la quale l'arco veniva formalmente intitolato ad Augusto, si sviluppa su quattro righe poste all'interno dell'attico, sulle facciate a nord e a sud. In origine era scritta in lettere di bronzo dorato, ma nel corso dei secoli l'arco è stato spogliato di tutte le componenti metalliche. « IMP · CAESARI · AVGVSTO · DIVI · F · PONTIFICI · MAXVMO · TRIBVNIC · POTESTATE · XV · IMP · XIII M · IVLIVS · REGIS · DONNI · F · COTTIVS · PRAEFECTVS · CEIVITATIVM · QVAE · SVBSCRIPTAE · SVNT · SEGOVIORVM · SEGVSINORVM BELACORVM · CATVRIGVM · MEDVLLORVM · TEBAVIORVM · ADANATIVM · SAVINCATIVM · ECDINIORVM · VEAMINIORVM VENISAMORVM · IEMERIORUM · VESVBIANIORVM · QVADIATIVM · ET · CEIVITATES · QVAE · SVB · EO · PRAEFECTO · FVERVNT» Una traduzione dell'epigrafe è la seguente: “[In onore dell']Imperatore Cesare Augusto, figlio del divino [Cesare], Pontefice Massimo, investito della Potestà Tribunizia da 15 [anni] e Imperatore da 13, [da parte di] Marco Giulio Cozio, figlio del re Donno, Praefectus delle popolazioni che sono qui elencate: Segovii, Segusini, Belaci, Caturigi, Medulli, Tebavi, Adanati, Savincati, Ecdini, Veamini, Venisami, Imerii, Vesubiani, Quadiati[9] e [da parte] delle popolazioni che furono sotto la sua prefettura”. [tratto da Wikipedia] Sebbene ancora oggi l'interpretazione di alcune parti dell'iscrizione sia oggetto di dibattito, essa rappresenta un'importante fonte scritta giunta fino a noi dopo più di 2000 anni. L'opera, quindi, non mirava tanto a celebrare il trionfo di Roma sulle popolazioni locali, ma voleva al contrario celebrare un'alleanza intesa come integrazione tra due culture molto diverse. Targa apposta in occasione del bimillenario dell'Arco di Augusto nel luglio del 1992 Mi scuso per le foto, sono state fatte con lo smartphone e non sono una brava fotografa [Continua con altre foto e brevi descrizioni dell'anfiteatro, acquedotto e castrum romano]
    2 punti
  10. Concordo il pieno con l'analisi del sempre ottimo @miroita... Praticamente impossibile classificare e catalogare con precisione questa tipologia di testoni, verosimilmente proprio in virtù del fatto che essendo stati coniati per molti anni, nel tempo sono state approntate moltissime variazioni ai coni che a loro volta sono stati accoppiati nei modi più svariati... Allego anche il mio esemplare, così da ampliare la galleria. Ciao, Michele
    2 punti
  11. @Gallienus purtroppo di questa tipologia di testoni è molto difficile trovarne in buono stato di conservazione, probabilmente per il fatto che hanno circolato per molti anni. Io ne ho diversi, ma nessuno supera il BB. Te ne propongo uno che è tra i più belli apparsi negli ultimi anni. Si tratta di una moneta passata in asta NAC 81del 2014, esemplare SPL , partito da una base di 800€ e finito a 1.920€ (diritti compresi).
    2 punti
  12. La prima del 1320 [1903] (calendario islamico-lunare) sembrerebbe piuttosto questa di seguito (link) e non ha alcun segno (è presente una scritta per esteso per la zecca di Tehran) تهران https://en.numista.com/catalogue/pieces62128.html La seconda, essendo del 1308 [1929] (calendario islamico-solare persiano) è stata prodotta a Tehran e non prevede il segno di zecca: https://en.numista.com/catalogue/pieces29133.html Sui calendari utilizzati in Iran (islamico lunare/solare-persiano ed imperiale)
    2 punti
  13. Nel periodo che intercorse tra la morte del Conte Cesare Coppola e la nomina di Antonio Planelli, in zecca a Napoli la Regia Corte si affrettò a coniare per suo beneficio le monete con le nuove sigle. Molti dei Grani Cavalli 1790 presentano sotto la lettera R di Regia, ancora la C, questo per farci capire la fretta nel battere moneta con le nuove sigle. Successivamente si appronto' il conio del Grano 1790 R C con le sigle corrette e più grandi. Nelle monete che invece non le riportano le sigle, per poter dimostrare la coniazione a beneficio della Regia Corte, bisognava farle distinguere dalle precedenti ad opera del Coppola, Penso che si decise di modificarne solo il rovescio, reimpostando la torre con i lati dritti anziché curvi, operazione più facile da eseguire. Successivamente con la nomina del Planelli i 9 Cavalli riportarono il nuovo Busto di Ferdinando IV. Questa é la mia ricostruzione logica, questo 9 Cavalli lo ritengo rarissimo. @Rex Neap, Pietro cosa ne pensi.
    2 punti
  14. È vero Gallienus : il dritto è meno bello del rovescio che mi ha un po' ingannato. Comunque è un bel testone piacevole. Vero quanto detto da Miroita, di questa tipologia ci sono un sacco di varianti. Allego il mio per confronto, saluti.
    2 punti
  15. Credo che ci troviamo di fronte all'ennesima variante non censita sia dal CNI che dal Muntoni. Ormai con i testoni di Ancona di Gregorio XIII ci siamo abituati. Quando feci il Catalogo, cercai di raggruppare i testoni in base allo stemma del R/, ma purtroppo ogni tanto ne viene fuori uno nuovo. Per certe caratteristiche, potremmo classificarlo come CNI 140, per altre come Muntoni 244. Resta il fatto che per lo stemma del R/ non lo troviamo se non nel giulio (non vorrei sbagliare) classificato al Muntoni 308.- La classificazione più idonea che ho trovato, ma purtroppo manca la foto, sarebbe quella del Serafini 579, dove riferisce nella descrizione "qualche varietà nello stemma". Le legende corrispondono sia al D/ che al R/, come pure il punto sopra lo stemma e la descrizione del piviale al D/.- Se vai a vedere la foto del CNI 140 nella scheda https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GXIIIA/19 , il D/ è esattamente uguale al tuo (anche nell'usura). E' lo stemma e l'impugnatura del R/ che è diversa. Comunque, complimenti per la moneta. P.S.: quando ho visto l'immagine del D/, tra me e me mi son detto: Ma questa moneta è mia!
    2 punti
  16. forse è simile a questa: Classical Numismatic Group, Inc. Auction 106, lot 517, 13/09/2017, Hammer 1.700 USD Greek PERSIA, Alexandrine Empire. Mazakes. Satrap of Mesopotamia, circa 331-323/2 BC. AR Tetradrachm (21mm, 16.93 g, 9h). Imitating Athens. Helmeted head of Athena right / Owl standing right, head facing; olive spray and crescent to left. Le Rider, Alexander, pp. 214-9; Van Alfen, Owls, Group IIIa, 77 (same dies); Nicolet-Pierre, Monnaies, pl. 26, c var. (same obv. die, "Mazakes symbol" on rev.). VF, traces of undertype. Very rare. Although this coin is struck with the standard Athenian ethnic, it is obverse die-linked to the Athens imitations in the name of Mazakes. Mazakes is best known as the Persian satrap who took over Egypt after Sabakes fell in battle against Alexander the Great's army at the Granicus, and later handed over the province peacefully to the Macedonian king. Imitative owls in the name of Mazakes have been known for some time, and all were originally attributed to his satrapy in Egypt. However, it was clear that stylistic elements separated the coinage into two general groups. More recent hoards, especially the 1973 Iraq hoard, have shown that one of the groups of imitative owls was certainly not struck in Egypt, but somewhere in the territory of modern day Iraq. In his analysis of the 1973 hoard, M. Price ("Circulation at Babylon in 323 B.C." in W.E. Metcalf, ed., Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner [New York, 1991], pp. 63–72) changed the findspot from Iraq to the more specific cite of Babylon, based on anecdotal evidence (p. 63), and gave the series of Mazakes' owls to the city. However, such an assignment has forced numismatists to conduct mental gymnastics in order to rationalize the presence of Mazakes' coins at Babylon (cf. Van Alfen, Owls, pp. 27–33, and Le Rider, Alexander, pp. 215–7, for a summary of the previous research). It is clear that the attribution of the owls to Babylon is almost certainly incorrect, and other find evidence suggests an attribution to somewhere further north, perhaps in the satrapy of Mesopotamia (cf. Le Rider, op. cit., p. 217–9). In any event, this coinage clarifies the historical record regarding the disposition of Mazakes following his hand-over of Egypt, upon which subject the literary evidence is silent. As noted by Le Rider (op. cit., p. 215), one can compare Mazakes to other Persians who peacefully welcomed Alexander to their domains: Mazaios, who handed over Cilicia, was later made satrap in Babylon; and Mithrenes, who surrendered Sardes, was made satrap in Armenia. Also, the Persian noble Amminapes, who met Alexander in Egypt with Mazakes, was later made satrap of Parthia and Hyrkania. Thus, one would expect Mazakes to receive similarly favorable treatment, appointment to some position of authority. Interestingly, Mesopotamia is the only satrapy that is not addressed in the literary evidence when Alexander is organizing his eastern territories. As these tetradrachms of Mazakes are found in that region, and date to the period after Alexander's conquest, it is reasonable to suggest that Mazakes may have been appointed as satrap of Mesopotamia. It was also in the adjacent satrapy of Babylonia that Mazaios was allowed to strike a coinage in his name and types (influenced by his prior issues at Tarsos) for local use, and similar issues of local type and weight are known to have been issued at mints throughout the basin of the Tigris and Euphrates, from the time of Alexander to Seleukos I. Thus, these Athenian type tetradrachms likely constitute a local coinage of Mazakes, struck in the satrapy of Mesopotamia while he reigned there.
    2 punti
  17. Non sarebbe il caso di scrivere un post sul disastro avvenuto oggi a Genova , anche per rispetto alla vittime innocenti , ma non ce la faccio a reprimere tutta la mia rabbia verso questa calamita' ed un po' anche nei confronti della "modernita'" costruttiva degli attuali Ponti che crollano . Come erano costruiti bene e con ottimi materiali gli antichi Ponti romani dei quali ancora oggi usufruiamo , mentre di quelli crollati , spesse volte la responsabilita' non era costruttiva o degli Ingegneri , bensi' perché fatti crollare nel corso dei secoli per motivi di guerra offensiva o difensiva . Il "trucco" se cosi' si puo' dire della loro longevita' bimillenaria , deriva dal fatto che per sostenere il passaggio o calpestio si usava l' arco e l' arco ha la proprieta' di distribuire i carichi di punta lungo le pareti curve dell' arco annullando cosi' il pericolo di crolli , questo aggiunto ai materiali impiegati costituiti da calcestruzzo di malta formata da Pozzolana vulcanica , Calce e frammenti di tufo , mattoni e cocci , che uniti insieme diventava indistruttibile , rendendo Ponti ed edifici vari quasi eterni . Altro che le tecnologie e forme moderne .
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  18. Concedo il bis. Nella prossima asta KUNKER di ottobre vi è un'altra siciliana falsa: un tetradramma di Selinunte: https://www.sixbid.com/browse.html?auction=5146&category=161022&lot=4302965 In questo caso, i rilievi approssimativi e non frutto della consunzione (reale) della moneta, i dettagli mancanti, l'etnico evanescente e pure la patina farlocca rendono la moneta sin da una prima occhiata più che sospetta. Ovviamente sono sempre ben accette altre ed eventualmente diverse opinioni. Saluti Odisseo
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  19. Così mi sembra. ma tutt'altro che sicuro. Attendo pareri. Grazie
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  20. Buongiorno a tutti son riuscito a far due belle foto di questo 2 baiocchi AVGVSTA PERVSIA 1795 questa tipologia non si vede troppo spesso in conservazione sopra la media....per me questo è un buon compromesso. cosa ne pensate? si avvicina allo spl? grazie a tutti marco
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  21. Buongiorno di recente acquisizione vi mostro questo piccolo nominale in rame che va ad aggiungersi alla mia collezione tipologica della repubblica romana di fine '700. Conio con la due U nella parola Gubbio.... il metallo è ancora fresco ed ha anche una certa bava di conio da un lato...quasi tagliente. che ne pensate? grazie e un saluto marco
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  22. Ciao @Maoo-nii, Dovrebbe essere un gettone utilizzato come "moneta" durante una festa medievale che si tiene a Serre di Rapolano, una frazione del comune di Rapolano Terme in provincia di Siena. Ti allego una vecchia discussione in cui se ne è parlato in precedenza qui sul forum. A presto, Alb123
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  23. Brava! Ottimi post. La Valle d'Aosta e' uno scrigno di gioielli archeologici tutto da scoprire.
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  24. Salve @Legio II Italica e grazie per l'apprezzamento al post, per me è una gran bella soddisfazione! Concludo la parte precedente sull'Arco aggiungendo questo bel dipinto di Carlo Bossoli (1815-1884) Parte II. Anfiteatro, acquedotto e castrum romano (Per questa parte mi è stato di grande aiuto quanto riportato dai pannelli descrittivi) L'anfiteatro di Susa sorge a sud della città, a lato della strada delle Gallie che attraverso l'arco di Augusto, passando sotto i fornici dell'acquedotto, prosegue il suo percorso verso il Monginevro. L'edificio, per secoli coperto da metri di depositi, è stato riportato alla luce e restaurato negli anni tra il 1956 e il 1968. Sfrutta una conca naturale riparata dagli agenti atmosferici, con un lato dell'ellisse poggiato sulla collina e l'altro costruito artificialmente. [Devo dividere anche questo perchè non riesco a caricare tutte le foto in un unico post]
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  25. Forse giacutuli sarebbe da.....monitorare.... ( troll) ha fatto due interventi alquanto discutibili...... TIBERIVS
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  26. per completare la serie dei 9 cavalli 1790 aggiungo anche il MAGLIOCCA 325b ,torre senza merli...
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  27. Aggiungiamo anche il MAGLIOCCA 324/A
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  28. questo invece è con busto grande e torre con lati dritti e data grande MAGLIOCCA 325
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  29. Avevo controllato parecchi 4 e 3 cavalli che a differenza dei tagli più alti erano con tagli lisci; ma qui @Rocco68, me ne tira fuori uno "rigato" .... !!
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  30. Notare le differenze tra il mio 4 cavalli e quello di @Rocco68 ?
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  31. E rovescio! Esemplare ex Christie's 2011, lotto 123 (collezione Calcagni)
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  32. Ciao. Al momento non ho sotto mano il mio 4 cavalli del 4 ,ma il contorno, almeno nel mio, si presenta praticamente liscio nonostante nei cataloghi sia riportato come rigato; credo semplicemente si tratti di un difetto. Anche il 6 cavalli del 1804 che ho in collezione presenta solo tracce di rigatura sul bordo. Saluti e buon proseguimento con la pulizia della moneta
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  33. Avanzo un'ipotesi: picciolo per Lucca (con rovescio incuso?) https://picclick.it/s472-1-LUCCA-REPUBBLICA-1369-1799-Picciolo-382425180056.html Invia foto migliori però
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  34. Alcuni volumi di R.P.C. (Roman Provincial Coinage) sono già online, l'intenzione è quella di portarceli tutti. Il problema sono le risorse finanziarie: Michel Amandry mi ha detto che per portare online il Volume II (quello dei Flavii) hanno stimato un costo di 50.000 euro da corrispondere a studenti che si dedicherebbero al caricamento dei dati.
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  35. Zecca di Leningrado. L'hai pesata per avergli attribuito il valore da 5.000 dinars anzichè le identiche 500 -1.000 e 2.000 dinars ?
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  36. Grazie @Malikalkamil, dovrebbe esser questa 5000 DINARS 1306 1927 REZA SHAH
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  37. La prima, così a occhio, mi sembra iraniana, forse del periodo di Reza Pahlavi, ma non ho il catalogo sottomano e non posso esserne certo, né essere più preciso.
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  38. Non forse, è questa... Sei il solito pro.. Federico...
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  39. Qui è tutto un richiamo, fra Eracle con quell'arco e le frecce c'è anche un po' di Eros volendo...
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  40. Penso che con lo sparo hai fatto centro! Bravo Mario... sempre più difficile.. la prossima volta magari chiedono una identificazione con solo la moneta di taglio!!
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  41. ma sai cosa pensavo? dopo che ho ricuperato 200 € sono sempre e ancora io,non la vendo,la tengo e magari chissà se saltasse fuori che non è come dice Montenegro sarebbe un buon investimento. comunque grazie a tutti e spero di non avervi sottratto troppo tempo a seguire i risultati,nel caso venissi a sapere cose particolari sarà mia cura riaprire un'altra discussione. Ora cerco un'altra moneta misteriosa così potrò rivingorire la vostra voglia di cercare magari oggetti impossibili grazie e alla prossima
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  42. Prendi con le pinze la mia risposta in quanto io sono un collezionista "sui generis", e vado controcorrente rispetto alle tendenze del mercato. Io sono anzitutto un amante della storia e uno studioso, archeologo e antichista come formazione accademica, e non mi interessa l'aspetto "economico": i miei acquisti sono, da un punto di vista di investimento, sicuramente poco convenienti. Infatti non acquisto mai monete in alta conservazione, ma raccolgo solo pezzi in un range tra MB e SPL, e tra un pezzo integro in alta conservazione e due forati o appiccagnolati sceglierò sempre i secondi. Insomma, un autentico demente dal punto di vista del mercato. Quello che mi lascia perplesso è che tu definisca feticista il contatto con il reperto e non invece la ricerca forsennata ed esasperata del FDC totale che ormai appesta il collezionismo del regno d'Italia, moda per la quale una moneta in conservazione SPL+ è una moneta "da cambiare con un pezzo migliore" e nella quale il FDC "commerciale" va schifato perché non è il "vero FDC che troveremmo solo nelle perizie di Tevere e Bazzoni", o che addirittura "per certe monete nemmeno esiste", o "in quarant'anni di collezionismo non ho mai visto un FDC vero e purissimo di questa tipologia", perché "osservandolo con il microscopio si vede che il baffo del re ha un atomo fuori posto dovuto certamente a una mosca che si è posata sulla moneta appena coniata deturpandola per l'eternità". Ecco, a me questo pare feticismo, che con la storia e la cultura che dovrebbero animare la numismatica non hanno NIENTE a che fare. Le monete vanno certo trattate con cura, ma non sono di burro, sono oggetti che hanno attraversato i secoli testimoniando la vita degli uomini, e la loro tutela non deve trasformarsi in una sigillatura in una campana di vetro, se non che laddove sia effettivamente necessario per la loro conservazione - evento questo che si rende necessario solo per una categoria davvero limitata di monete (per fare un esempio: i sesterzi repubblicani in argento con avanzata cristallizzazione del metallo).
    1 punto
  43. Ottimo antoniniano...Un Imperatore arabo che festeggia i 1000 anni di Roma, altro che la globalizzazione attuale.. Saluti Eliodoro
    1 punto
  44. Vorrei tanto l'emoticon dell'omino che si gratta.....sgrat sgrat ?
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  45. Io sarò un bieco tradizionalista, ma non accetterò MAI e poi MAI nella mia collezione un pezzo che non possa prendere in mano. Questo vale sia per gli slab quanto per le perizie nostrane, che distruggo puntualmente. Quello che non capisco è come sia possibile, nel XXI secolo, dovere ricorrere a mezzi di blindatura che mi ricordano le cinture di castità dei secoli andati. Possibile che i collezionisti che sentono il bisogno di una garanzia terza - e mi riferisco a coloro che amano le monete e non ci vogliono solo speculare sopra - non PRETENDANO le perizie fotografiche, in alta risoluzione e consultabili online, ma che non costipano le monete in squallidi (quando non dannosi) contenitori in plastica?
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  46. Buona giornata Giuseppe Discussione estremamente "complicata" per risolverla in poche battute, peraltro il periodo ferragostano non aiuta. In linea di massima, è così ed è acclarato che il ducato/zecchino aveva la sua massima diffusione nel levante; in occidente altre valute, appartenenti a differenti aree monetarie, facevano aggio. E chiaro che la regola generale poteva subire variazioni, che dipendevano in massima parte da congiunture locali ed azioni speculative. Come è accaduto talvolta a Venezia, anche in altre nazioni c'erano periodiche carenze di argento da monetare, o anche oro, e queste carenze si riflettevano sui cambi; in questi casi si apprezzava meglio la moneta dell'uno o dell'altro metallo, a seconda della sua poca disponibilità, incentivandone l'approvvigionamento. Ricordo la carenza di argento intervenuta in Egitto a cavallo del 1400, che costrinse le autorità a sospendere la coniazione del dirham, che fecero rinascere in anni successivi, più sottile e piccolo; oppure i fenomeni speculativi introdotti dai veneziani in Inghilterra quando, a cavallo del 1500, esportavano sacchi di soldini in argento che gli inglesi usavano come mezzo penny, pur non avendo nè il peso nè il titolo di quello, guadagnandoci nel cambio. Non dimentichiamo poi la funzione dei cambiavalute e delle banche; chi si recava in aree dove era benvoluta una determinata moneta, cambiava la propria in quella, così da non avere sorprese in loco e vedersela svalutata se non era conosciuta. saluti Luciano
    1 punto
  47. senza divulgazione da parte di molti la numismatica non avrà futuro. Questo sarà il dilemma nel tempo, mi auguro solo che qualcuno provveda in un futuro prossimo, a far si che ciò avvenga.
    1 punto
  48. Tipica foto di alcuni noti venditori di ebay... Se le prendi spera non ti arrivi in casa qualcuno a sequestrarti tutto... Perché è così, giusto o sbagliato, al di là dei pareri personali, è roba che in Italia possederai in modo illecito Comunque @Reboldi credo si possa chiacchierare su forum avendo un approccio più soft... Perché così rischi di stimolare inutili baruffe del tipo negoziante si negoziante no.... Io sono il più furbo del cucuzzaro etc... Roba che non serve a nessuno e fa solo arrabbiare tutti Buona estate
    1 punto
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