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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/12/18 in tutte le aree
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Nel documento del 22 maggio 1622, che è la "Consulta della nuova moneta" si apprende che sia per rimediare agli inconvenienti causati dalla mala moneta, sia per fabbricare moneta di rame a beneficio del popolo e soprattutto con minore spesa per l’erario, si dava la possibilità per il tramite ed il parere del lgt. della regia Camera della Sommaria, il marchese di Santa Giuliana, ai mastri di banca Matteo Catuogno e Germano Pacifico, di fabbricare moneta di rame a getto e a cola; i suddetti ufficiali erano persone pratiche nella coniazione mediante questo sistema e venne risoluto che ad Essi si mettessero a disposizione i locali della fonderia del R°Arsenale; la coniazione doveva interessare monete di rame da due Grana. Ma: Sia il Prota che il Bovi trascrivono due documenti dai quali appare ben certificato (però) che le monete da fabbricarsi con questo metodo fossero due e non una sola moneta: il due Grani e il Grano, ma non vengono specificati i tipi. In Bovi G., BCNN, gennaio 1965 - dicembre 1966 “ Le monete Napoletane di Filippo IV e di Enrico di Lorena” - pag. 21: […] a Matteo Catuogno supstituto mastro di banca in la fonderia dell’Arsenale per la costruzione delle nove monete di rame che in modo alcuno non dia da cugnar monete da grana due e di un grano ad un medesimo cugnatore in un medesimo tempo e l’istesso si ordina al mastro di cugni che non consegni detti cugni ad un cugnatore. In Prota C. - La moneta di Napoli di Filippo III e IV dal 1621 al 1623 in BCNN – Napoli anno 1920 - pag. 20, nota 22 - Archivio di Stato – Sezione Finanze - libro del Credenziero Maggiore - esposto del mastro del Turbolo al marchese di Santa Giuliana: […] riduce a memoria delle SS.rie Vostre come per le monete di due Grana ed un Grano che si batteno nel R. Arsenale nella funderia …..... ecc. ecc.... Questo è il finale di una lunga storia : (anche perchè i due tipi, che non descrivo, ma che ho risoluto, mi hanno portato via un bel pò di lavoro). Le monete fabbricate nella fonderia dell’Arsenale uscirono differenti dagli ordini impartiti perché vennero eseguite non solo con scarso peso e non della lega stabilita, ma i coniatori commisero frodi di qualsiasi genere; il Credenziero Maggiore, Donato Turbolo, fece formale supplica, il 10 febbraio dell’anno 1623, ed ottenne che la fonderia dell’Arsenale fosse riunita nella zecca principale di Napoli la quale oramai aveva locali a sufficienza per continuare la fabbricazione delle monete con attenzione e diligenza. Il 12 giugno 1623 il vicerè, a causa della sospensione dalla carica di Michele Cavo avvenuta l’11 giugno 1623, nomina maestro di Zecca Fabrizio Biblia, coadiuvato e talvolta sostituito dal fratello Giovan Battista; il 23 giugno 1623 l’Arsenale chiude, riaprirà nell’anno 1648 per coniare le monete Repubblica Napoletana.4 punti
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Il problema é che ad oggi si é periti di tutto e di niente al tempo stesso. Voglio dire: é umanamente impossibile conoscere approfonditamente ogni monetazione. Quindi qualsiasi perito avrà i suoi punti forti e quelli deboli. Se uno ha la fortuna di portare una moneta su cui il perito di turno é "forte " bene .. altrimenti possono essere dolori. Servirebbero delle sottocategorie per i periti. Se uno conosce la monetazione milanese o veneziana per esempio deve poter fare perizie solo su quelle monetazioni , non che se gli porto una moneta sassanide lui me giudica.3 punti
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Buonasera a tutti, Vediamo se apprezzate di più i grossi moduli ? Re Umberto I per me ha sempre avuto un fascino particolare, e ho sempre desiderato comporre una serie, anche solo tipologia, di un certo livello. Da un po’ ho avuto modo di inserire in collezione questo esemplare grazie ad un noto commerciante. È logicamente il tassello più pregiato ed importante dei moduli in argento. Cosa ne pensate? ?2 punti
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Buongiorno a tutti,è con grande piacere che posto quella che per me è la moneta che mia ha indotto ad avere un occhio di riguardo per la monetazione di Ferdinando IV di Borbone, precisamente il 9 cavalli del 1790 di conio ibrido, cioè al dritto presenta il busto piccolo come le emissioni degli anni precedenti mentre al rovescio presenta la torre a lati dritti e la data grande come le emissioni degli anni successivi, era un po' che gli davo la caccia, il primo esemplare che avevo visto era passato in un asta ma non mi appuntai quale e quindi non ricordo quale, il secondo esemplare era apparso l'anno scorso sulla baia e poi rimesso in vendita su MA -shop in Germania e subito venduto dopo un mio scritto su altra piattaforma. Come conservazione è inferiore al primo esemplare che avevo visto ma sicuramente migliore del secondo, tutto sommato mi ritengo molto soddisfatto e anche se il nostro caro @Rex Neapè stato un po' strettino come rarità sul suo libro, cosa tra l'altro condivisibile visto che non si sa effettivamente quanti esemplari ci siano in circolazione, ho faticato e non poco per trovarne uno da mettere in collezione...2 punti
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Crete, Polyrhenion AR Stater. 4th century BC. Magistrate Charisthe. Laureate head of Zeus to right / Head of sacrificial bull facing, with pendant fillets hanging from horns; ΧΑΡΙΣΘΕ above, ΠΟΛΥΡΗΝΙΟΝ around. Svoronos (1972) 6, pl. XXV, 29 (same dies); Le Rider (1966) pl. XXXIII, 19 (same dies). 11.43g, 25mm, 1h. Extremely Fine. Extremely Rare, and among the finest known examples. From a private American Collection. Polyrhenion was one the oldest Dorian settlements of Crete, whose etymology is 'rich in lambs'. According to Strabo it was settled in archaic times by Achaian and Lakonian immigrants who gathered into one city the existing population, who had lived in villages, some 7 km inland from the Bay of Kissamos. Excavations from 1938 have exposed several building foundations which defy identification, but it may safely be presumed that one of these was a temple dedicated to Zeus. The bull sacrifice was a universal and key element of Greek religion, and it held particular significance in Crete which was rich in mythological traditions relating to the bull as a divine animal, being either divinely directed or indeed itself a theriomorphic god in bull form. Indeed, the central importance of the bull in Cretan culture was an ancient one predating even the arrival of the Mycenean Greeks in the 14th century BC; twentieth century archaeological excavations begun by Arthur Evans in 1900 dramatically 'resurrected' the lost Minoan civilisation and uncovered a wealth of artefacts which, among other things, portray the bull as a major religious symbol. The mythical origin of the idea of bull or ox sacrifice was believed to be from the story of Prometheos in Hesiod's Theogamy (521-616). At Mekone, in a a sacrificial meal marking the 'settling of accounts' between mortals and immortals, Prometheos purposely deceives Zeus by assigning to him a good-looking portion 'wrapped in glistening fat' that consists of nothing but bones, thus ensuring humans would keep the meat for themselves and burn the bones wrapped in fat as an offering to the gods. ILLUSTRAZIONI: Il gioco del toro, un frammento di affresco rinvenuto nel palazzo di Cnosso, nell'isola di Creta (prima illustrazione); reinterpretazione moderna (seconda illustrazione).2 punti
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Confermo @Rocco68 . Lo stesso D'Incerti riporta, per entrambi gli anni, la sola variante con HIER senza punto... Quindi...2 punti
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8- Quale lente acquistare? Spesso e volentieri quando è il momento di acquistare una lente di ingrandimento la soluzione più utilizzata è quella di andare sui vari siti web e acquistare quella più conveniente economicamente. Questa scelta porta ad avere, tranne alcune eccezioni, uno strumento che non risolve le problematiche, esposte in precedenza, con il rischio di crearci anche qualche problema alla viste se lo strumento è usato con frequenza. La nostra attività di analisti nel settore diamanti, prima di iniziare lo stesso percorso per le monete, ha sicuramente influito sulle scelte strumentali, ma sugli strumenti è sempre opportuno adottare il detto “chi più spende meglio spende”. Qui di seguito indico marche di lenti professionali, che come tali hanno costi abbastanza elevati, ma sia per la qualità ottica sia per quella costruttiva, sono strumenti che dureranno per tutta la vita, unitamente al alcune lenti più economiche che però hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione. Intanto iniziamo a dire che le lenti possono essere costruite sia in cristallo ottico sia in policarbonato ottico. Ambedue i materiali possono essere trattati con i processi antiriflesso. Le lenti in cristallo ottico, generalmente subiscono anche un trattamento antigraffio, cosa che non accade per quelle in policarbonato. Questo fa sì che le prime hanno un costo decisamente più elevato rispetto alle seconde. Due parole sulle lenti di produzione cinese di basso prezzo. Sono realizzate con vetro non ottico, quindi presentano molti difetti, dalle piccole bolle alle tensioni interne, e quindi veramente di scarsa qualità e l’utilizzo a lungo andare può creare qualche problema alla vista. Detto questo diamo un elenco delle lenti di qualità ed i relativi prezzi di mercato: Zeiss D 36 (fig.11): 3X+6X per avere 9X, aplanatica e acromatica 120-150€ Eschenbach 3+6=9 (fig.12): 3X+6X aplanatica e acromatica 190-210€ Bausch & Lomb (fg.13) 5X asferica in policarbonato ottico 20-30€ Bausch & Lomb (fig.14) 4X in cristallo ottico 20-30€ Per le 10X: Bausch & Lomb (fig.15) 10X tripletta aplanatica e acromatica 50-60€ Belomo (fig.16) 10X aplanatica 50-60€ Nikon (fig.17)10X aplanatica 80-90€ Zeiss D40 (fig.18): 10X aplanatica e acromatica 90-120€ Schneider (fig.19): 10X aplanatica e acromatica 180€ Per le cinesi posso consigliare due lenti munite di illuminatore LED, molto comode nei convegni, dove l’illuminazione è sempre problematica; non conoscendo la marca alleghiamo solo le foto. La prima (fig.20-20a) è una 4X diametro 35 mm che permette l’osservazione dell’intera superficie di una moneta anche di grande modulo. L’altra (fig.21) è una 10X di buona qualità con lenti in vetro ottico ed un illuminatore circolare molto utile. Costi: 2-8€ la prima, 30€ la seconda. In questo panorama, non voglio trascurare le lenti di produzione russa degli anni ’70-‘80, che sono manufatti di alta qualità ottica e ancora si possono reperire a prezzi molto contenuti. Qui di seguito alcune foto di questi prodotti (fig.22>26). Conclusioni Credo di aver fornito un quadro abbastanza completo delle caratteristiche degli ingranditori, comunque rimaniamo a disposizione per chi volesse ulteriori approfondimenti sull’argomento, o chi avesse difficoltà di reperimento. Grazie per l’attenzione2 punti
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Nell’esaminare una moneta gli appassionati ed i professionisti del settore hanno un grande alleato l’INGRANDITORE. L’idea di creare un post su questo argomento è nata ascoltando alcuni commenti di collezionisti, quasi tutti riguardanti il potere di ingrandimento della lente usata, del tipo “la mia ingrandisce 30 volte!”, dicitura che si trova spesso sulle confezioni di lenti di produzione cinese o sul supporto che contiene la lente stessa, con l’obbiettivo di chiarire le idee su tale argomento. Ho volutamente usato il termine generico INGRANDITORE per indicare uno strumento che permetta l’ingrandimento dell’immagine di una moneta, in quanto abbiamo a nostra disposizione diversi tipi di questo strumento dai più semplici a quelli complessi. Il post sarà articolato in più parti (per una questione di peso delle immagini) e nel seguente modo: 1. I tipi di lenti 2. Le aberrazioni 3. Lenti semplici e composte 4. Luminosità della lente - Trattamento antiriflesso 5. Il potere d’ingrandimento 6. Il microscopio 7. Quale tipo di ingranditore usare in numismatica? 8. Quale lente acquistare? 1- I tipi di lenti Le tipologie di lenti ottiche sono due: divergenti o negative convergenti o positive. Le lenti negative rimpiccoliscono l’immagine e quindi per le nostre finalità si utilizzano le lenti positive. Le tipologie di lenti positive sono tre (fig. 1): · piano convessa (presenta un lato piano ed uno convesso); · convessa (presenta i due lati convessi, con diverse curvature, detta “asferica”); · biconvessa (presenta i due lati convessi, con una stessa curvatura). 2- Le aberrazioni Tutte le immagini che passano da un mezzo ottico meno denso (aria) ad un mezzo ottico più denso (vetro ottico, policarbonato ottico) subiscono delle alterazioni sia per quanto concerne la planarità dell’immagine, sia per quanto riguarda i colori -frange di colore ai bordi- (aberrazioni cromatiche). Se utilizzate una lente piano convessa per osservare un foglio a quadretti, potrete notare che l’immagine si presenta con i lati dei quadretti concavi (aberrazione a cuscino), mentre se utilizzate una lente convessa, i lati si presentano concavi (aberrazione a barilotto) -fig. 2-. Per evitare, parzialmente, queste alterazioni di planarità dell’immagine si deve utilizzare una lente, biconvessa, che, come abbiamo visto, presenta due diverse curvature dei suoi lati, detta “asferica”. 3- Lenti semplici e lenti complesse Le aberrazioni prese in esame nel punto precedente riguardano le lenti semplici (lente singola) ed allora per eliminare completamente queste alterazioni dell’immagine vengono realizzate le così dette “lenti complesse”. Le lenti complesse sono realizzate tramite l’accoppiamento di due lenti positive, generalmente due lenti piano convesse o due lenti biconvesse. (fig.3) fig.3 Queste lenti, dette “doppiette”, risolvono il problema della planarità, e vengono definite “aplanatiche”, ma non risolvono le aberrazioni cromatiche. Per eliminare queste ultime, è necessario interporre tra due lenti positive, una lente negativa, costituendo una “tripletta”, definita “aplanatica e acromatica”. (fig. 4). fig. 4 In commercio si trovano svariati tipi di lenti complesse, anche alcune che permettono di ottenere diverse tipologie di ingrandimento (fig. 5-5a). 4- Luminosità di una lente complessa - Trattamento antiriflesso L’assemblaggio di più lenti migliora la qualità dell’immagine dal punto di vista di planarità e cromaticità, ma diminuisce più o meno sensibilmente la luminosità della lente. La luminosità della lente è determinata dalla quantità di raggi luminosi che attraversano il complesso ottico ed è un fattore da valutare in funzione del suo utilizzo. Per ovviare a questo inconveniente i costruttori di lenti complesse, per alcuni prodotti, utilizzano dei trattamenti antiriflesso che fanno sì che possano passare il maggior numero di raggi luminosi possibili (fig. 6). Questo trattamento, che può essere “mono strato” o “multi strato” si può riconoscere osservando le lenti che presentano una leggera tonalità violetta (figg. 7-7a). Ovviamente le lenti che presentano queste caratteristiche hanno un costo decisamente superiore a quelle non trattate.1 punto
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Oggi sono contento di potere mostrarvi questo quarto di soldo di Carlo Emanuele I, emesso a Vercelli con data 1581. Sarebbe forse il primo esemplare conosciuto.Peso= g0,61. Aspetto i vostri pareri, amici da questo forum. Il dritto:1 punto
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@gennydbmoney...e vabbè, lo scrivo: la forma e scrivo FORMA delle monete Repubblicane di rame mi ha sempre suscitato curiosità. Vabbè i grossi quantitativi da coniare...ma di nuovo l'Arsenale? Qui nessuna documentazione..quindi me ne sto buono.1 punto
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Confermo, quelli che ho visto io partivano da 100X. E non dimentichiamo che il microscopio USB mostra l'immagine su uno schermo e quindi la qualità dell'immagine è strettamente legata alla risoluzione dello schermo stesso.1 punto
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Un conio difficile.. forse chi lo ha in collezione non ci fa caso; vedremo se ne escono altri. Il fatto è che per adesso in giro non ci sono. Questo conio potrebbe segnare il trapasso dei due mastri di zecca...nel 1790.1 punto
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Vero. Bisognerebbe periziare SOLO quello che si pensa di conoscere meglio e sono in diversi che si comportano così. Concordo quindi sul fatto che periti che periziano ogni tipo di moneta siano da prendere con le molle. Ciò non toglie che ce ne possano essere.1 punto
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Uno dei nostri scopi sarà anche questo, come fatto recentemente in Ambrosiana, promulgare le attuali esposizioni e incentivare a farne di nuove o migliorarle sul territorio nazionale, credo lo ripeto, che molto debba partire da questo punto, per divulgare ci vuole la materia prima esposta e ben visibile per tutti senza problematiche, se c'è, si può fare piani di azione per far conoscere i nostri beni e può partire un circolo virtuoso per un futuro di testimonianza delle nostre identità !1 punto
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Numismatik Naumann (formerly Gitbud & Naumann) > Auction 52Auction date: 2 April 2017Lot number: 152 Price realized: 400 EUR (Approx. 428 USD / 342 GBP / 428 CHF) LESBOS. Methymna. Tetrobol (Circa 500/480-460 BC). Obv: Hoplite advancing left, holding shield and spear. Rev: Warrior riding forepart of horse right; all within pelleted linear border within incuse square. SNG von Aulock 1738; HGC 6, 887. Condition: Good very fine. Weight: 2.67 g. Diameter: 13 mm. Estimate: 250 EUR1 punto
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Ciao , per il peso e' senz' altro un Asse , e dovrebbe essere il RIC254 , pero' stranamente secondo la mia versione del RIC sembra avere lo stesso numero del corrispondente Sesterzio .1 punto
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Grazie @numa numa. Confesso che, per deformazione professionale, usando lenti e microscopi ottici da mezzo secolo, non amo gli ingranditori digitali. Utilizzo una video camera digitale applicata al microscopio per scattare foto e registrare video degli esami di cui mi interessa conservare documentazione, ma non altro. Comunque qualcosina posso dire su tali strumenti. La prima lente digitale che abbiamo a nostra disposizione è il cellulare. Basta andare sulla funzione fotocamera e ci permette di fare osservazioni sulle monete, con a disposizione anche lo zoom per vedere i particolari. Per quanto concerne i così detti "microscopi USB", sul web se ne trovano di tutti i tipi di tutti i prezzi. Il limite che hanno, secondo me, è il range di ingrandimento. Ingrandiscono troppo per lo scopo che si prefigge un numismatico; la maggior parte vanno dai 100X in su, e come abbiamo visto nel mio post i forti ingrandimenti in numismatica non servono, salvo casi particolari. Se si vuole proprio procedere all'acquisto di tale strumento, bisognerebbe cercarne uno che parta da 10X, cosa non facile, perchè quasi tutti sono realizzati per ottenere fortissimi ingradimenti. Approfitto per dare un'informazione fondamentale per chi entrasse nell'ordine di idee di acquistare un microscopio ottico. In questo strumento non bisogna ragionare nell'ordine di potenza d'ingrandimento, ma nell'ordine di qualità della definizione dell'immagine. é perfettamente inutile avere un microscopio che arriva a 200X con una bassa qualità di risoluzione, il risultato è un'immagine ingrandita ma confusa, dove non si possono distinguere i particolari. Molto meglio avre meno ingrandimenti ed un'alta risoluzione dell'immagine. La risoluzione viene indicata in "linee per mm" (20"'/mm- 60"'/mm ecc.), elemento che generalmente viene indicato solo negli strumenti di alta qualità. Per qualsiasi chiarimento o consiglio, puoi contattarmi anche in pvt. Cordiali saluti1 punto
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Hai capito bene amico mio! Che io sappia comunque non se ne conoscono. Bisogna vedere se in qualche collezione francese ci sono perchè trovati... Il prossimo che vedi tienilo da parte per me!!1 punto
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Buona Domenica Il Portogallo .... è assodato che a cavallo del 400 - 500, i portoghesi erano già presenti nell'Africa e già si potevano vedere sulla costa (Golfo di Guinea) i loro primi fortini per il controllo delle rotte commerciali ed i loro empori (feitorias); nei primi anni del 500 arrivano a scoprire le Indie occidentali e le loro spezie (grazie peraltro al commerciante veneziano Bonaiuto Albani, originario della bergamasca, che possedeva la spezieria all'insegna della rosa a Rialto e che fece da guida ai portoghesi). Devo recuperare qualche scritto (che so di aver già letto) che parla delle profferte del Portogallo a Venezia, perché quest'ultima - all'epoca vera monopolista - si affidasse al Portogallo per i rifornimenti di spezie. Venezia rifiutò, preferendo continuare a rifornirsi presso il Nordafrica, in particolare l'Egitto e bene fece, perché le spezie "portoghesi" si rivelarono, col tempo, meno pregiate ..... Certo Venezia ci rimise non poco, ma anche allora la qualità pagava; riuscì quindi a limitare un po' le perdite! Ci aggiorniamo, saluti. Luciano1 punto
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L'idea della 2 cartine è ottima. Permette di analizzare meglio 2 periodi molto diversi tra loro. Venezia ha da sempre privilegiato la via Mediterranea rimanendo però scoperta quando se ne aprono altre. Ma Venezia con il cambiamento da mercantile a terriera perde quel senso esplorativo che viene acquisito da altri. In questo post non abbiamo evidenziato il ruolo dei "Marrani" che altro non sono che mercanti ebrei spanoli e portoghesi che prendono il posto a Venezia delle vecchie famiglie patrizie veneziane. Sono costoro che avendo collegamenti con le madri patrie a permettere che le nuove vie arrivino a Venezia. Mettendo in circolo quindi la monetazione veneziana in aree non coperte dalla penetrazione mercantile veneta. Che resta estrememente importante anche se destinata a diventare secondaria. Nel 1581 re Filippo che si è annesso il Portogallo con relativo controllo di parte notevole del commercio delle spezie, aveva offerto l'organizzazione di una spedizione di galee congiunta. Proposta respinta per vari motivi. Tale proposta era stata rinnovata nel 1585 quando venivano offerti 15.000 quintali di pepe a 60 ducati al quintale sulla piazza di Lisbona con la garanzia delle scorta di galee spagnole. Come si vede l'importanza di Venezia è ancora altissima, in special modo dopo Lepanto. Pertanto non stupisce che sia spagnoli che portoghesi avessero in mente non il fiorino che veniva usato dai catalani, ma il ducato.1 punto
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e' elementare ormai da almeno 15 anni ( Tevere lo faceva forse gia' prima) che un Perito debba indicare in perizia se il 20 Lire 1936 abbia il contorno del primo o secondo tipo...1 punto
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Grazie per le esaurienti e utilissime informazioni Claudio si potrebbe avere anche qualche tua indicaziine sugli ingranditori digitali : lenti digitali e microscopi USB che si connettono via la porta USB al PC ? Grazie mille !1 punto
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Visto nella sua magnificenza, si riuscivano a scorgere i guaiti dei cani, e la straziante disperazione di Atteone.. un sottofondo di acque copriva a malapena la disperazione dell'evento, ma il blocco marmoreo poi alla fine vinceva su tutto per messaggio e linguaggio espressivo. Una reggia quella del Vanvitelli ineguagliabile, visitatela, merita...il periodo del massimo splendore delle arti settecentesche e il più alto dei momenti per il Regno di Napoli, con Carlo di Borbone grandissimo mecenate.1 punto
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Grazie mille per l'apprezzamento @417sonia, a dire il vero io mi sono limitato ad accendere la miccia, ma il merito di aver portato i fuochi spetta agli altri (soprattutto a Fabry)! ? Riguardo l'Aragona ho preso spunto proprio dal topic che hai indicato, sono contento di aver fatto bene! Invece rispetto all'Africa confesso che le informazioni che ho appreso mi stanno ancora facendo riflettere. Anch'io, al primo impatto, ho pensato alle vie carovaniere (magari partenti da Alessandria, dove il ducato era nel '400 l'unica moneta commerciale accettata), alla fine delle quali i ducati venivano scambiati a peso o come "ninnoli" da gioielleria (in ogni caso come merce). Quello che mi mette dubbi è che i ritrovamenti sono tutti più tardi (al più presto della fine del XVI secolo) e concentrati lungo lo Zambesi. Questo porterebbe ad immaginare, come lasciano credere le fonti citate da Fabry, un'origine costiera e una mediazione portoghese. Anche l'adeguamento del cruzado de ouro potrebbe essere indicativo in tal senso, ma potrebbe anche essere legato solamente alla situazione in India (rispetto alla quale, sebbene i portoghesi non l'avessero ancora raggiunta, la popolarità del ducato esigeva contromisure). Insomma, c'è parecchio su cui riflettere tra un bagno e l'altro!1 punto
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Non sono sicuro di aver capito bene, ma la tipologia con controvalore in rappen è stata coniata solo per il 1807, quindi è normale che sia così. Per quanto riguarda la valutazione, non è mai semplice con le monete estere. La stessa la puoi trovare a 5 come a 20 euro, a seconda di chi la vende. E' dannatamente complicato.1 punto
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A questo punto getto un po' di benzina sul fuoco (o di acqua marina sui rostra, per restare in tema): secondo me l'introduzione della Giano / Prora nella sua versione più pesante risale agli anni a ridosso della battaglia di Mylae e va quindi datata verso il 260 a.C. Bene, ho ufficialmente fatto outing riguardo la mia posizione sulle cronologie ?1 punto
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Alain qui fa molto molto caldo... Comunque sono andato a leggere un poco il Promis per quanto riguarda quel periodo e la zecca di Vercelli.. Qualcosa non mi torna. Il Promis scrive "La zecca di Vercelli appaltata nel 1579 ad un certo Taggia continuò a lavorare a tutto il 1582, Come vedesi dal registro della guardia Gio. Ambrogio Taggia (e qui il primo quesito, Taggia non era l'appaltatore?) Secondo il quale si emisero 10286 doppi scudi d'oro, Marchi 610 di Talleri, marchi 6340 di bianchi, marchi 10250 di soldi e 4510 marchi di quarti. Dopo quest'epoca non mi risulta che quest'officina più fosse in attività fino al 1618....." Non mi risultano doppi scudi d'oro coniati in quel periodo a Vercelli, neppure Bianchi, i soldi del 1581 di Vercelli non sono tantissimi ed i quarti non ne erano mai stati trovati... In più tutta la serie del 1587 coniata a Vercelli, mezzo grosso, grosso, cavallotto ecc., non sono menzionati dal Promis... A parer mio ci deve essere qualche errore nella ricerca sui documenti d'epoca fatta o qualche documento non interpretato correttamente.1 punto
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Riposto le foto già condivise tempo fa, nella stessa discussione. Il vero e il falso d'epoca del Tarí 1858.1 punto
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Ciao , pensi davvero che noi in Europa stiamo meglio degli Inglesi ? le multinazionali ovunque si trovino , vanno tutte dove pagano meno tasse e meno stipendi ! Il problema principale dell' Europa e' la mancanza di una fiscalita' comune , mentre per ora il solo fondamento comune e' la moneta , Euro = Marco .1 punto
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GRIECHISCHE MÜNZEN MYSIEN KYZIKOS Pseudo-autonomes Bronze-Medaillon, Zeit des Severus Alexander, unter dem Archonten C. Flavius Trophimos. KOPH - CWTEIPA. Drapierte Büste der Kore von Kyzikos mit Ährenkranz und Perlenkette nach rechts. Rs: ЄPI G FL TPOFIMOV AP KVZ/IKHNWN NЄW/KOPWN. Raub der Persephone: Hades in Quadriga im Galopp nach rechts fahrend, im linken Arm die widerstrebende Persephone, dahinter kleiner Krieger mit Lanze und Schild laufend, unter den Pferdehufen umgestürzter Korb und Schlange, über der Quadriga Eros nach rechts fliegend. BMC -; SNG von Aulock -; SNG France 5 -; SNG Tübingen -; zum Beamtennamen siehe Leschhorn II 851. 23,48g. Sehr selten. Vorzüglich. ILLUSTRAZIONE: LA BATTAGLIA DI MARATONA1 punto
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Oh non c'è di ke è solo un piccolo passaggio che ampia la tua conoscenza e quella di molti amanti delle veneziane. Giovanni Gorini scrive" Singolari e poco noti i ritrovamenti in Africa Continentale: a Mashowland ex Congo Belga oggi Zaire un ripostiglio di monete veneziane del Doge Alvise Mocenigo (1570-1577) depositato al British Museum (RBN 1899 p. 120 RBN 1923 p. 15) mentre altre monete veneziane a Mombo e Zimbabwe, sempre nella medesime regioni e testimoniano una penetrazione lungo lo Zambesi. Altri ritrovamenti sempre di zecchini veneziani del secolo XVII si ebbero nella metà del secolo scorso a Pondoland (RBN 1927 p.76). Oltre a ciò leggendo Ives e Grierson sappiamo che Alfonso V di Portogallo stabilendo nel 1457 il nuovo Cruzado con la guinea d'oro che i portoghesi usavano durante l'esplorazione delle coste dell'Africa dell'ovest legava queste monete al peso ed al fine del ducato. (Texeira de Aragao Descripcao general das monedas de Portugal Lisbon 1874) L'influenza si ebbe anche sulle monete spagnole dove in seguito alla riforma del 1497 le monete d'oro dovevano essere 23 3/4 carati e 65 pezzi al marco. Ti basta per aggiornare la cartina?1 punto
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Salve, si tratta di uno pfennig da Bamberg-Bistum, coniato sotto il vescovo Heinrich I von Bilversheim (1242-1258). Saluti!1 punto
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Bella disamina, articolata, che crea spunti e fatta da un giovane o quasi da quel che capisco, in particolare da uno che inizia, e quindi il suo parere, per chi come me parla e scrive da 10 anni, e' doppiamente interessante. La numismatica e' un coacervo di interessi di vario genere, bisogna distinguere nel parlare e capire di cosa stiamo parlando, i giovani per esempio, pochi sono, pochi ne parlano, abbiamo fatto molto qui sul forum in questi anni e ne sono un diretto testimone del tutto e come gruppo e associazione poi, qualche frutto e' rimasto, ma certo non basta e non sempre poi i giovani ricordano o sanno poi rimanere affezionati. Bisognerebbe andare e passare dalle scolaresche, ma per spiegare e far vedere le monete ci vuole la materia prima, ecco perché ci siamo battuti perché Milano ne avesse una di esposizione di monete della sua zecca, visibili e con catalogo delle stesse, e con un semplice biglietto di ingresso domenica compresa, oggi l'Ambrosiana può far questo con in più l'arrivo dei nuovi totem esplicativi, le scolaresche andranno con visite di gruppo, Ambrosiana e' pronta, già parla di numeri per visite importanti, questa e' la divulgazione vera, reale, fatti e non parole diceva mio nonno, avere dato e permesso uno strumento e una possibilità come questa in una città in cui nessuno lo aveva mai fatto o che pensava ad altro, ora c'è e continuiamo nelle altre città con divulgatori che abbiano in mente solo valori, senza interessi commerciali o di posizione nelle varie realtà istituzionali, Ambrosiana e' un esempio, il Gazzettino per tutti e di tutti e' un altro, il problema e' che mancano persone che pensino solo alla collettività, alla città, dei battitori liberi, che non pensino solo alle sigle, alle cariche, alle posizioni, ci sono persone, poche lo ripeto, che fanno divulgazione da anni qui e dovunque dedicando tempo, energie e risorse per il piacere di vedere dei ragazzi per esempio vedere le monete e commentarle in Ambrosiana. Io non sono un commerciale, mai venduto una moneta, sinceramente poi mi interessano solo i risultati reali, tangibili, e che possono essere mostrati, non sono un tattico, vado solo per passione, d'istinto, da sognatore per idee e progetti che però vengono studiati nei minimi particolari con organizzazione e planning come e più di un lavoro importante. Il Cordusio, l'ho sempre visto come un teatro, una grande piazza reale per confrontarsi, parlare, conoscere persone, le monete per me sono poi lo sfondo, uno sfondo che ci vuole, serve ma e' un corollario al tutto. Ha avuto finora una funzione strategica importante ma tutto cambia anche in Milano, al Cordusio, persone che pensano ai soli valori, senza interessi alcuno sono ormai pochissimi, lo vedo sul campo reale . E se accade questo ad alcuni, ti chiedono tutti ma perché lo fai, lo fate, e qui dimostrano che il mondo e' cambiato e che in fondo, in fondo nessuno mi conosce nel mio intimo, io non ho bisogno di nulla, ma proprio nulla, non chiedo nulla, mi metto solo a disposizione come sempre con chi vorrà condividere valori, divulgazioni, esposizioni, convegni culturali, giovani, il resto non e' e non sarà mai il mio mondo anche perché poi ricordiamocelo tutti, noi siamo dei tramiti per chi verrà e oggi io vedo una numismatica, forum a parte, che sta ormai perdendo i veri riferimenti per poter continuare a trasmettere, per poter creare un futuro e non essere solo stime, conservazioni, ma valori e i valori o li hai nel cuore o e' difficile trasmetterli ... Certo tutto questo lo puoi fare, e lo faccio con maggiori soddisfazioni, in altri mondi... il volontariato e' dovunque, non hai nulla in cambio ma il grazie e il rispetto della persona li trovi e questo per certe persone come me e' quello che poi conta ...oggi la numismatica e' purtroppo cambiata, forum a parte, che svolge una funzione divulgativa e per i giovani e i nuovi appassionati a dir poco straordinaria e vitale, ma anche questo viene poco riconosciuto nel reale e di questo mi dispiaccio veramente ...anche questo e' volontariato, solo che pochi scrivono, si espongono, però tutti leggono e annotano però ...1 punto
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Spero di poter partecipare alle conferenze del sabato, in alternativa spero di essere libero la domenica per poter comunque fare un salto e poter rivedere gli amici Piemontesi.1 punto
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Grazie Enzo. Per il lustro l'utilizzo del micrroscopio non è d'aiuto in quanto il lustro và valutato sull'intera superfice della moneta, cosa che con il microscopio non si può fare dato che inquadra solo una piccola parte. Molto più utile una normale lente 5X che aiuta a valutare il lustro sui rilievi. Utilizzando da molti anni microscopi ottici non apprezzo in modo particolare i digitali, ma utilizzo una video camera digitali collegata al microscopio per fare le foto delle osservazioni che mi interessa conservare, Di microscopi digitali in rete se ne trovano di tutti i tipi e di tutti i prezzi, secondo il mio pensiero però danno ingrandimenti troppo spinti che in numismatica non sono molto utili. Se proprio ne vuoi prendere uno cercalo che abbia ingrandimento minimo 10X, ma sarà molto difficile perchè hanno quasi tutti ingrandimento min. almeno a 50-80X.1 punto
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Fantastica, questa discussione! La Numismatica, nei musei, deve essere valorizzata. Auspico, in futuro, sempre un maggior numero di monete poste in mostra! :)1 punto
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buon giorno a tutti, anche al museo dei Fori Imperiali di Roma c'è un piccolo settore dedicato alla numismatica, ovviamente in tema con il museo stesso. Interessante, specie se vista nel complesso e, dulcis in fundo, per la vista meravigliosa che si può godere sui fori imperiali stessi e sull'omonima via.1 punto
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Inserisco queste brevi note tratte da wikipedia , dove viene brevemente descritta la situazione del regnante sabaudo sopo la sconfitta di Novara e l' armistizio di Salasco Gli eventi di Milano e la tregua Carlo Alberto al balcone di palazzo Greppi a Milano il 5 agosto 1848 tenta di calmare la folla contraria alla resa della città[N 25] Bandiera donata dalle donne milanesi a Carlo Alberto nella primavera-estate del 1848[N 26] La sera del 27 luglio 1848 gli austriaci si resero disponibili alla tregua, ma solo se i piemontesi si fossero ritirati sulla sponda destra dell'Adda (a poco più di 20 km a est di Milano) e avessero rinunciato sia alle fortezze, tra cui quella di Peschiera, sia ai ducati di Parma e Modena abbandonati dai loro monarchi. Carlo Alberto, in contrasto con il figlio Vittorio Emanuele sulla conduzione della guerra, esclamò «Piuttosto morire!» e si preparò a resistere sull'Oglio (cioè almeno 25 km più a est rispetto a quanto chiesto da Radetzky)[131]. Il re di Sardegna non voleva accettare l’idea di perdere la Lombardia, con il grave pericolo per il Piemonte di un successo repubblicano a Milano e un conseguente soccorso della Francia ai lombardi[132]. Rifiutata la proposta austriaca, si giudicò però l'Oglio troppo debole come linea difensiva e le truppe dovettero comunque ritirarsi sull'Adda. Qui alcune manovre dovute alla libera iniziativa di un generale portarono all'isolamento di una divisione e alla necessità di retrocedere ancora, verso Milano. Nei suoi pressi gli austriaci attaccarono i piemontesi il 4 agosto. Dopo una giornata di battaglia le truppe di Radetzky prevalsero e i piemontesi, il 6 agosto, si ritirarono nelle mura della città. Carlo Alberto, riparatosi a palazzo Greppi, trattò con gli austriaci la resa di Milano in cambio della possibilità di ritirarsi con l'esercito in Piemonte[133][134]. Il giorno dopo i milanesi seppero dell'accordo e scoppiò la loro indignazione. La folla protestò di fronte a palazzo Greppi e quando il Re si affacciò al balcone furono sparate alcune fucilate al suo indirizzo[N 27]. Allora il secondogenito di Carlo Alberto, Ferdinando, e il generale Alfonso La Marmora portarono in salvo Carlo Alberto che di, notte, lasciò Milano seguito dall'esercito[135] L'8 agosto, il generale Carlo Canera di Salasco tornò a Milano e trattò con gli austriaci l'armistizio che poi prese il suo nome (Armistizio Salasco) e che fu firmato il 9. Carlo Alberto ratificò l'armistizio nonostante il parere negativo di alcuni, fra cui Gioberti, che ritenevano auspicabile e probabile un aiuto della Francia. Quest'ultima, secondo il Re, così come aveva dichiarato l'ex ministro degli Esteri francese Alphonse de Lamartine, avrebbe aiutato esclusivamente i repubblicani[136]. La battaglia di Novara e l'abdicazione Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele in una stampa dell'epoca Dopo la sconfitta militare, che con l’armistizio Salasco aveva sospeso la guerra almeno per sei settimane, Carlo Alberto fu oggetto di severe critiche, sia da parte dei politici che del popolo. Lo si invitava a lasciare l’alto comando e a sostituire quei generali che avevano mancato nello spirito combattivo e nelle azioni. Ma il Re volle rimanere a capo dell’esercito, restio a riconoscere le proprie manchevolezze e convinto che lo scoraggiante risultato della campagna militare in Lombardia era «un segno dell’ira divina per l’empietà parlamentare e governativa verso gli ordini religiosi». Carlo Alberto esonerò tuttavia tre generali, ma non aprì alcuna inchiesta, né volle cambiare le modalità di reclutamento. Riabilitò invece i gesuiti e stese la sua protezione sulle congregazioni religiose[137]. Mandò anche alle stampe la sua versione della campagna militare[N 28] e decise di rompere l'armistizio. Il 1º marzo, all'inaugurazione della legislatura, parlò esplicitamente di guerra e la Camera gli rispose positivamente. Per la ripresa delle ostilità il Re si persuase a detenere il comando dell'esercito solo in modo formale e, amareggiando i generali piemontesi, scelse come comandante effettivo il generale polacco Wojciech Chrzanowski[138]. L'8 marzo 1849 a Torino il consiglio dei ministri decise che la tregua sarebbe stata interrotta il 12. Per cui, secondo le clausole dell'armistizio che stabilivano un preavviso di otto giorni, la prima guerra d'indipendenza riprese il 20 marzo 1849[139]. Il 22 Carlo Alberto giunse a Novara e il giorno dopo Radetzky attaccò la città da sud in superiorità numerica presso il borgo della Bicocca. Chrzanowski commise alcuni importanti errori tattici e, nonostante il valore dei piemontesi e dello stesso Carlo Alberto che si batté in prima linea con il figlio Ferdinando, la sconfitta nella battaglia di Novara fu disastrosa[140]. Tornato in città, a palazzo Bellini, il Re dichiarò: « La Bicocca è stata perduta e ripresa tre o quattro volte, poi le nostre truppe hanno dovuto cedere… il generale maggiore [Chrzanowski] si è adoperato a tutto il suo potere, i miei figli hanno fatto tutto il loro dovere, il duca di Genova [Ferdinando] ebbe uccisi sotto di sé due cavalli. Ora ridotti entro la città, sulle mura, col nemico qui sotto e con l'esercito stremato, una ulteriore resistenza è impossibile. Occorre chiedere l'armistizio. » (Bertoldi, p. 250) Le condizioni poste dall'Austria furono durissime: occupazione della Lomellina e della fortezza di Alessandria, nonché consegna di tutti i patrioti lombardi che si erano battuti contro l'Austria. Carlo Alberto chiese allora al suo stato maggiore se fosse stata possibile un’azione di sfondamento verso Alessandria. La risposta fu negativa: la sua incolumità era in pericolo, le truppe non rispondevano più e molti soldati saccheggiavano le campagne del circondario[141]. Alle 21,30 dello stesso 23 marzo, Carlo Alberto riunì l’ultimo consiglio di guerra con i figli, Chrzanowski, i generali Alessandro e Carlo La Marmora, Giovanni Durando, Luigi Fecia di Cossato (che aveva trattato l'armistizio) e il ministro Carlo Cadorna. Dichiarò che non poteva che abdicare e, ai tentativi di dissuasione, nella speranza che l'erede potesse ottenere condizioni migliori, concluse dicendo: «La mia decisione è frutto di matura riflessione; da questo momento io non sono più il re; il re è Vittorio, mio figlio»[142].1 punto
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