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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/16/18 in tutte le aree
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Buonasera, riprendo a condividere (con molto piacere) le mezze piastre della mia Collezione. Ferdinando II 60 Grana 1856 MAGLIOCCA 592 Comune. L'esemplare presenta una patina uniforme di vecchia collezione, la scritta nel taglio : PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS e giglio, rovesciata. Proviene da un Listino Eugubium di Andrea Cavicchi ...Aprile 2003, giudicata SPL+. Non presenta particolarità5 punti
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Rispondo qui anche a @paoloilmarinaio, perchè è proprio la discussione adatta per andare avanti su questo ragionamento. Brevemente perchè ancora una volta sarebbe lunghissimo spiegare il tutto e nei minimi dettagli. Cercherò di farmi capire, almeno lo spero e rendere chiaro quello che poi avvenne almeno con la monetazione di Ferdinando II di Borbone: Il regno fu lunghissimo, i coni fabbricati tantissimi, la zecca passa completamente in mano allo stato, vengono fatti entrare nei locali della zecca giovani alunni....un tipo di scuola per incisori, per intenderci...fin qui tutto chiaro; Gli errori sui coni iniziano ad essere frequenti, ma che dico, sono la normalità......infiniti; non si può assolutamente definirne una rarità per questi, ne un valore commerciale. Sfido chiunque a farlo...è praticamente impossibile. Alcuni studiosi hnno tentato, anzi hanno fatto un egregio lavoro per individuare e selezionarne alcuni di questi, ma come sappiamo si sono fermati al solo nominale da 120 Grana, e vi posso assicurare che solo per questa moneta hanno catalogato solo il 20% delle imperfezioni accorse. Apro una breve parentesi su quanto si era scritto fin d'ora: mi chiedo come mai questi studiosi hanno riportato nella minuzia infiniti errori di conteggio di palline all'interno dello stemma del Portogallo, tagli al contrario, lettere grossolane ecc.ecc. e non si sono accorti che alcune Piastre e per anni consecutivi hanno le Aquile capolvolte ? .. chiusa parentesi. Oggi, ognuno di Noi avrebbe a casa, e in collezione una rarità, perchè i coni erano fabbricati tutti diversi, proprio da questo tipo di personale; appare ovvio quindi che chi possiede in collezione 2/3/4 Piastre della stessa annata (o le osserviamo in giro), o altro tipo di nominale, soprattutto in rame (e di Ferdinando II) ha anche 2/3/4 monete diverse tra loro, ma il mercato, per queste superficialità (del tipo numeri grandi, piccoli, data disallineate, anche legenda, punti più in alto, più in basso, palline negli stemmi di diverse dimensioni, disposte diversamente ecc.ecc.) non paga un maggior valore per la moneta stessa. Il discorso invece cambia quando sulla moneta sia argento o rame che sia, osserviamo degli errori alquanto grossolani, tali da inficiare la moneta stessa, la legenda per esempio (dr - rv), parlo della Piastra TVR, GRAITA, il Tarì G 10, le Aquile capovolte ecc.ecc. Questi tipi di errori hanno un mercato perchè verificatesi, nel caso delle Aquile capovolte, soprattutto, in svariati anni, mentre negli altri casi eccezionalmente, ma comunque passati o meno a dei controlli ? ricordo che a differenza delle altre parti della moneta, al rv, le legende dr e rv erano preparate non dagli allievi, ma da personale più esperto, secondi incisori e in assenza da aiutanti, ma non allievi/alunni. Di questi tipi di errori è molto difficile stabilirne una volontarietà o meno, ma si possono avanzare solo ragionamenti, i quali a differenza dei precedenti, credo oramai consolidati come dei banali errori commessi dagli alunni, ci portano verso l'errore creato di proposito, in definitiva di un segno apposto. Questo tipo di monete effettivamente hanno un valore maggiore ma comunque sia dipende poi sempre dalla quantità che se ne riesce a reperire sul mercato. Per concludere, a questi tipi monetali, vanno poi aggiungi come nel caso del taglio rigato della discussione, anche imperfezioni e/o varietà che vennero scaturite da problematiche di carattere tecnico. Ognuno di noi, in definitiva dovrebbe essere in grado di valutare quando uno o più di questi errori potrebbero far lievitare o meno il prezo di una moneta. Ricordo che nel mio Manuale, tutto quello che più o meno ho scritto....è stato riportato nei minimi dettagli.4 punti
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..a mio parere la richiesta è stata aperta nella giusta sezione identificazioni……. pur rimarcando la mancanza di dati ponderali….2 punti
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Bravo Rocco...hai fatto bene. Svariate volte mi hanno prospettato la possibilità...definita certezza di queste aquile rovesciate sulle Piastre del 1805. Non ne sono mai stato convinto.. e in definitiva...Non inserite. Capisci..a me ..2 punti
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Ciao Claudio vedo che hai utilizzato CNI e Papadopoli. Oltre a questi Montenegro e Paolucci che è il testo che io utilizzo. Per la parte storica lo Stehl con il suo meraviglioso la zecca di Venezia nel medioevo. Inframezzati articoli vari, ma in maniera principale il nostro sito (vedasi gli interventi per lo Ziani e per il Soranzo) vera e propria miniera di informazioni.2 punti
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Buona giornata @claudioc47 Prima di tutto, complimenti per l'acquisto; è veramente un bellissimo grosso! E' innegabile che nel tuo la P di TEVPL' è posta tra due punti e che nel Papadopoli non è tra i tipi censiti; avrai anche letto, nelle note, che lo stesso Papadopoli ritiene impossibile tenere conto di tutte le varietà di punteggiatura esistenti nella legenda. Non mi preoccuperei, se fossi in te, di questa discrepanza, perché temo che possa essere solo una delle tante differenti interpunzioni che esistono nei grossi, talune delle quali non sono nemmeno state censite né nel CNI, né nel Papadopoli. Il tuo grosso è censito nel CNI e non nel Papadopoli; errore del Papadopoli che non l'ha inserito nel suo volume? Errore dello stesso che ha riportato male la punteggiatura? Chi lo sa? Tieni conto che il CNI Venezia nasce successivamente ai volumi del Papadopoli e grazie anche agli studi di quest'ultimo. Per dirimere il busillis bisognerebbe trovare un'immagine del grosso corrispondente al n° 4 del libro del Papadopoli. Ciò che invece costituisce una variante certa è il "segno segreto" che identifica (si fa per dire giacché resta comunque anonimo) il massaro; nel tuo grosso c'è ed è il piccolo bisante posto sotto il gomito sinistro del Cristo e che il Papadopoli identifica con il nr° 2. saluti luciano2 punti
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Riprendo questa vecchia discussione postando una piastra del 1835 secondo tipo... Entrata da poco in collezione...2 punti
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Ira & Larry Goldberg Coins & Collectibles, Inc. Auction 80, lot 2016, date 3/06/2014, Hammer 1.900 USD P. Crepusius. Silver Denarius (4.06 g), 82 BC. Rome. Laureate head of Apollo right, scepter at shoulder. Reverse P CREPVSI in exergue, Soldier on horse rearing right, hurling spear; behind, V. Crawford 361/1a; Sydenham -; Crepusia 1c. Needle sharp, lustrous and delicately toned. A superb example. Nearly Mint State. The moneyer's family is little known, and the moneyer himself is only know from his coins. This issue of denarii was quite massive, however, with controls numbers reaching DXX. According to Crawford, the control numerals on the reverse form a continuous sequence with no control-numeral having more than one die. Crawford 361/1a, the only variety without obverse control, is extremely rare while the rest of P. Crepusius' denarii are all quite common. Estimated Value $1,200 - 1,400 Ex Tkalec (29 February 2008), 114. ILLUSTRAZIONE: UN CAVALIERE NUMIDA (SULLA MONETA PARE CHE QUELLO RAFFIGURATO SIA PROPRIO UN CAVALIERE NUMIDA)2 punti
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Dall'aspetto (è chiaramente ottenuto da barra) direi sesterzio. In quel periodo i sesterzi leggeri sono molto diffusi. Considera che ho un sesterzio di Massimino il Trace (quindi solo di qualche anno precedente alla tua moneta) con una conservazione abbastanza buona ed un peso di 14g tondi.2 punti
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Anche se non è un Papa che seguo molto , l'astuccio e il modulo me ne ha fatto innamorare2 punti
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Chi mi conosce sa la mia passione per gli astucci e le medaglie dorate....qui c'è tutto questo2 punti
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Era il gennaio del 2010, quando @dabbene dava vita a questa discussione... Ne avete fatta di strada, complimenti. P.S. Scoperta casualmente in uno dei tanti momenti che dedico alla lettura di vecchie, ma sempre interessanti discussioni. PB1 punto
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L’identificazione di un divisionale, specie nelle articolazioni più basse della scala ponderale, non sempre risulta scontata e sovente presenta nodi problematici che generano interpretazioni contrastanti. È il caso, ad esempio, delle monetazioni della Magna Grecia in cui l’assenza di segni di valore, almeno per la fase più antica, contraddistinta dalla tecnica incusa (seconda metà del VI secolo a.C.), qualifica il dato ponderale come unico elemento di ancoraggio per il riconoscimento delle frazioni, con tutti i limiti che ne derivano. Si tratta, infatti, di una metodologia alquanto rischiosa anche se applicata a monetazioni ascrivibili a sistemi ponderali saldamente noti e che non può prescindere dalla considerazione di molteplici variabili, tra le quali: presenza/assenza dello studio dei coni, frequenze ponderali, stato di conservazione, contesto di rinvenimento, ecc. In tal senso appare emblematica la definizione di “oboli” e di “emioboli” in relazione ad un discreto numero di frazioni crotoniati a R/ incuso recentemente apparse sul mercato antiquario. EMIOBOLI PROVENIENZA METALLO gr mm 1 Nomos AG, Obolos 10, 30.6.18, lot 9 (from an English collection formed before 2005) AR 0,21 10 2 Bertolami Fine Arts - ACR Auctions - Auction 44, 20.4.18, lot 57 AR 0,19 12 3 Roma Numismatics Ltd - Auction XV, 5.4.18, lot 35 (ex Roma Numismatics XII, 29.9.16, lot 50; ex private German collection) AR 0,24 10 4 Savoca Numismatik GmbH & Co. KG, Blue Auction 5, 24.2.18, lot 32 AR 0,18 8 5 Savoca Numismatik GmbH & Co. KG, Blue Auction 5, 24.2.18, lot 33 AR 0,19 10 6 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 44, 3.3.18, lot 51 AR 0,14 11 7 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 32, 7.1.17, lot 69 AR 0,14 10 8 Roma Numismatics Ltd, Auc. XIII, 23.3.17, lot 61 AR 0,15 11 9 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 33, 4.2.17, lot 22 AR 0,20 10 OBOLI PROVENIENZA METALLO gr mm 10 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 46, 2.6.18, lot 52 AR 0,17 11 11 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 46, 2.6.18, lot 53 AR 0,12 10 12 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 45, 5.5.18, lot 79 AR 0,20 10 13 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 45, 5.5.18, lot 80 AR 0,17 10 14 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 44, 3.3.18, lot 50 AR 0,15 12 15 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 43, 3.2.18, lot 43 AR 0,36 10 16 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 39, 26.8.17, lot 41 AR 0,22 10 17 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 39, 26.8.17, lot 42 AR 0,22 10 18 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 39, 26.8.17, lot 44 AR 0,22 10 19 Roma Numismatics Ltd, E-Sale 30, 29.10.16, lot 22 AR 0,36 12 Gli esemplari in esame, più che due nominali distinti, come da definizione dei compilatori, prefigurano un gruppo omogeneo sotto il profilo ponderale (p. max: gr. 0,36; p. min: gr. 0,12; p. medio: gr. 0,19) a cui si aggiunge il dato relativo al modulo (mm 12-10 con l’eccezione dell’es. n. 4: mm 8). Le frequenze ponderali illustrano, con particolare evidenza, una degradazione verso valori inferiori a gr. 20 (10 ess. su 19: nn. 2, 4-11, 13-14), una minore forchetta compresa tra gr. 25-20 (7 ess. su 19: nn. 1, 3, 9, 12, 16, 17-18) e appena 2 ess. di peso superiore a gr. 30 (nn. 15, 19; gr. 0,36). Nell’ambito del sistema ponderale utilizzato da Crotone, cd. “acheo-corinzio” (statere tridrammo di gr. 8,00-7,90 ca.), gli ess. nn. 15 e 19 appaiono senza dubbio identificabili come oboli in relazione al dato ponderale (gr. 0,36). I restanti pezzi risultano in apparenza più problematici: se la media dei valori noti (gr. 0,19) sembrerebbe suggerirne l’identificazione con gli emioboli, lo stato di conservazione appare generalmente compromesso anche se, allo stato attuale della documentazione, non risulta possibile accertarne eventuali cause (prolungata circolazione dei pezzi? condizioni di giacitura?). Si aggiunge lo stato non perfettamente integro di alcuni esemplari, tutti elementi che sembrerebbero indicare valori ponderali in origine più elevati di quelli finora attestati. Pur mancando uno studio analitico sui coni delle monete di Crotone, una ricerca condotta negli anni Ottanta su circa 600 esemplari crotoniati (Stazio 1984, 371 ss.) ha evidenziato che gli unici divisionali coniati dalla zecca nella fase incusa (ca. 530/25- 440/35 a.C.) risultano la dracma e l’obolo, peraltro con indici di attestazione (rispettivamente 7,5% e 1,5%) nettamente sbilanciati a favore del nominale maggiore, che occupa una posizione dominante (statere: 91%). Un dato pressoché coincidente si ricava dal confronto con le emissioni incuse delle poleis magnogreche che adottano il sistema ponderale acheo-corinzio. A Sibari i nominali coniati risultano statere, dracma ed obolo, quest’ultimo peraltro assente nella fase più antica (Fase A: Spagnoli 2013, 318, fig. 14, 29); Metaponto conia stateri, dracme, trioboli, dioboli ed oboli (HN, 131-2); Caulonia emette stateri, dracme, trioboli e dioboli (HN, 164-5). statere dracma triobolo diobolo obolo Sibari ● ● ● Metaponto ● ● ● ● ● Crotone ● ● ● Caulonia ● ● ● ● Si profila dunque un quadro monetario che, pur nella specificità degli assetti strutturali, non sembra contemplare divisionali dell’obolo. Per Crotone, in particolare, giova evidenziare che gli oboli incusi sono complessivamente esigui se rapportati agli stateri, in particolar modo quelli contrassegnati dalla tipologia tripode/tripode, di cui erano noti appena 3 pezzi (tutti definiti “oboli” sebbene due risultino “leggeri”) prima che il mercato antiquario restituisse una più cospicua documentazione: 1) gr. 0,43 (Attianese, Calabria Greca 3, 308, 1604 A = Attianese 1992, 41, n. 27). 2) gr. 0,14 (Gorny & Mosch 204, 2012, 1071; fig. 1) 3) gr. 0,16 (Heidelberger 64, 2014, 37) Fig. 1 Kroton, 1/48 Stater (Gorny & Mosch 204, 2012, 1071) Ulteriori emissioni di oboli incusi avranno luogo solo nella fase con aquila in volo al R/ (fig. 2), che si pone all'inizio del V secolo snodandosi lungo le fasi a tondello medio (510/500-480/70) e stretto (480/70-440/30). Fig. 2 Kroton, obolo (R/ aquila incusa: ACR, Auction E22, 25.11.14, lot 72) In quest’ottica risulta difficilmente ipotizzabile la presenza di emioboli incusi nella produzione crotoniate, considerato peraltro che il dato relativo al modulo degli esemplari in esame (mm 12-10) risulta perfettamente coincidente con quello degli oboli sibariti (Spagnoli 2013, 308), con i quali un ulteriore elemento di confronto si coglie nella frequente attestazione di valori inferiori a gr. 0,30, soprattutto nella fase C, che risulta la più ampiamente documentata a livello di divisionali (coppie di coni nn. 2042, 2044-5, 2050, 2055). Riguardo la cronologia degli esemplari, che i compilatori delle schede pongono tra il 530 e il 510, essa non risulta definibile con esattezza proprio per la mancanza di uno studio sulla sequenza dei coni. Dubito, tuttavia, che si possa proporre per tali divisionali una datazione alta. Varianti paleografiche della leggenda, mutamenti del ductus (progrado/retrogrado, discendente/ascendente), decoro dei bordi e dettagli nella resa iconografica del tipo sembrerebbero prospettare fasi di emissione cronologicamente distinte più che un parallelismo produttivo. Tenuto conto, come afferma Parise, che a Crotone, durante la fase incusa, lo statere occupa una posizione dominante, segno del "privilegiamento degli scambi su scala locale e ad alto livello” (Parise 1998, 71), sembrerebbe più plausibile un inquadramento dei divisionali in esame nell'epoca successiva allo scontro con Sibari (511/10 a.C.), periodo in cui da un lato si incrementa la produzione della dracma e dell’obolo – quest’ultimo raggiunge il 7,5% delle monete emesse –, dall'altro si assiste all'emissione di un gruppo di frazioni a doppio rilievo (trioboli, dioboli, oboli ed emioboli) con tipi diversi su entrambi i lati. Tutti elementi con cui si attua “il passaggio della funzione della moneta da misura del valore e strumento di tesaurizzazione “alla determinazione storica di mezzo di scambio” (Parise 1998, 72). Nota bibliografica Attianese, Calabria Greca 3 = P. Attianese, Calabria Greca. Greek coins of Calabria, III, Santa Severina 1980. Attianese 1992 = P. Attianese, Kroton, ex nummis historia. Dalle monete la storia, il culto, il mito di Crotone, Settingiano 1992. HN =N.K. Rutter, Historia Numorum. Italy, London 2001. Parise 1998 = N.F. Parise, Moneta e Democrazia, in E. Greco (a c. di), Venticinque secoli dopo l'invenzione della democrazia, Paestum 1998, 69-76. Spagnoli 2013 =E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia. Il caso di Sibari, Pomigliano d'Arco 2013. Stazio 1984 = A. Stazio, Problemi della monetazione di Crotone, in Crotone (Atti XXIII Conv. di Studi sulla Magna Grecia - Taranto 1983), Taranto 1984, 369-98.1 punto
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Il sistema alfabetico utilizzato dai Greci per scrivere i numeri che si diffuse a partire dall'età ellenistica consiste nell'uso delle lettere del loro alfabeto, alle quali viene attribuito un valore numerico convenzionale determinato dalla posizione occupata. Per la codificazione numerica si è reso necessario l'uso di tre lettere arcaiche, stigma, coppa e sampi, oltre alle 24 lettere dell’alfabeto classico, in modo che il sistema numerale poteva disporre delle tre serie di nove lettere ciascuna elencate nel prospetto seguente. I numeri da 1 a 10 sono così espressi da una lettera, mentre per quelli da 11 a 19 sono necessarie due lettere, la iota per indicare una decina e una delle prime nove per indicare le unità. Analogamente i numeri da 21 a 29 sono rappresentati dalla lettera kappa (due decine) e da una delle prime nove indicativa delle unità, e così via. Su alcune monete antiche non vi sono dubbi riguardo al significato numerale di alcune lettere e letterale di altre. Per esempio, le emissioni autonome di Faselide (Licia) di tetradrammi in nome e nei tipi di Alessandro Magno dal 218 al 186 a. C. circa riportano in lettere maiuscole il numero dell’anno civico che parte da 1 (Alpha = c. 218/17 a. C.) e termina con 33 (Lambda Gamma = c. 186/5 a. C.), accompagnato dalla Φ iniziale del nome della città/zecca di Φάσηλις (v. ‘Le monete più attraenti di Alessandro Magno’ in Monete greche: Grecia). Nel mio tetradramma di Faselide (Gorny & Mosch 216), la iota maiuscola nel campo a sinistra del rovescio esprime 10 come anno civico, corrispondente a circa 209/8 a. C. LYCIA, Phaselis. Civic issue. Circa 221/0-190 BC. AR Tetradrachm (16.99 g, 30-34 mm). In the name and types of Alexander III of Macedon. Dated CY 10 (circa 209/8 BC). Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, I (date) above Φ. Price 2847; Müller 1185. VF-EF. E’ vero che la Φ sotto la Iota esprime il valore di 500, ma se le fosse stato attribuito questo significato, non sarebbe stato possibile assegnare la moneta alla zecca di Faselide! Così invece possiamo leggere sulla moneta il luogo e la data di nascita, come nella carta d’identità. Analoghe considerazioni valgono per altre monete di alcune zecche della Panfilia descritte nella discussione succitata. E’ stata avanzata l’ipotesi che le lettere e i monogrammi su una moneta indicassero il quantitativo di pezzi coniati nel processo di produzione ufficiale. In base a tale ipotesi, l’interpretazione delle lettere cerchiate in rosso sul tetradramma della foto è quella riportata in corsivo (v. ‘Quegli strani segni graffiti su alcune monete’ in Monete greche: Grecia). Piccolo Δ al diritto: 10 attico = 1.0(00.000) di dracme. P al rovescio nel campo in alto a sinistra: 100 del sistema ionico = 1.00(0.000) di dracme. MI al rovescio nel campo in basso a sinistra: M (10.000 del sistema attico) x I (10 del sistema ionico) = 1.000.00(0) di dracme. Quindi l’ipotesi ‘contabile’ prevede l’uso di un Delta sul diritto e sul rovescio di un Rho e del monogramma MI per indicare, con arbitrari adattamenti applicati caso per caso, lo stesso numero di un milione di dramme in tre zone diverse della moneta. Si può obiettare che i Greci potevano disporre del segno acrofonico M (per μύριοι o Miriade) che moltiplica per 10.000 il numero che lo accompagna, e quindi utilizzare tale segno seguito da un Rho (100) per scrivere 1.000.000 senza dare adito a dubbi. C’è anche da chiedersi poi perché su un tetradramma il numero di pezzi coniati dovesse essere espresso in dramme, quando per scrivere 250.000 bastavano due lettere con l’apice in basso a sinistra, Sigma e Nu, dato che con tale contrassegno il valore delle lettere del prospetto iniziale era moltiplicato per 1000. Come ultima osservazione, se nessuno dei tre segni impressi dal conio aveva a che fare con la zecca o con chi aveva curato la produzione delle monete, come sarebbe stato possibile attribuire il tetradramma alla zecca di Alessandria d’Egitto e stabilire che la testa raffigurata era quella di Tolomeo I Sotere, il primo sovrano dell’Ellenismo a mettere il proprio ritratto su una moneta? Ma c’è anche da tener presente che sulla stessa moneta vi sono quattro graffiti segnati in rosso nella foto seguente, che nell’ottica dell’ipotesi ‘contabile’ vengono interpretati come riportato in corsivo. Al diritto A sormontata da I = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) x 10 (I) = 1.000.0(00) di dracme. Al rovescio = 1.000 del sistema attico = 1.000(.000) di dracme; Al rovescio = 10 del sistema attico = 1.0(00.000) di dracme; Al rovescio = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) = 1.000(.000) di dracme. Tale lettura dei graffiti si basa sul presupposto che essi fossero tracciati dal personale della zecca adibito a marcare ogni moneta appena uscita dal conio, con il risultato che era inciso a mano, in forma diversa, per quattro volte lo stesso numero che il conio aveva impresso una volta sul diritto e due volte sul rovescio. Boh!1 punto
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@ARESIII Chiedo scusa x non avere specificato subito le mancanze nel mio primo post ma solo nel secondo... a parte che mi sembrava stupido continuare a leggere quegli inutili post di chi veniva deriso x avere chiesto la valutazione o che altro di una moneta, mi sembrava comunque di avere richiesto una "identificazione " e non altri pareri quindi non capisco perché avrei dovuto postare in altra categoria. Riguardo all'altra tua citazione di monete vere bistrattate mi fa ridere forse pensi di parlare con un neofita...beh forse della zecca di Casale sì, altrimenti non avrei richiesto l'identificazione ?? magari se ti interessa qualcosina della zecca di Messerano posso esserti di aiuto. Purtroppo non ci si arriva dappertutto... @profausto Grazie x avere capito ?1 punto
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Non mi esprimo quasi mai sulle conservazioni....perché ho un modo tutto mio personale di osservare una moneta; darei adito a dibattiti e modi di pensare che sono esclusivamente soggettivi. In questo caso visto che @paoloilmarinaio, inserisce sue monete...più di una, è chiede pareri sulla conservazione....mi sento di darne uno anch'io. Il rovescio ci siamo per Spl....ci arriva con sforzo. Ma il dritto ha qualche problema...non lo è ..in più ha anche quel colpetto in alto che un bel po' la penalizza.1 punto
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Ho controllato le mezze piastre della mia collezione più il mio piccolo archivio fotografico, ebbene non ne ho trovato una con le aquile ben definite... Sono tutte abbozzato (dal 31 al 59). Bravo @Rocco68 per questa "intuizione" (confermata, del resto, anche da @Rex Neap)1 punto
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Si..è vero; non è facile trovarle così ben definite come sulle Piastre.1 punto
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Scoperta a Corinaldo la grande tomba di un "principe guerriero" piceno. Nel corredo i simboli del potere militare ed economico: un carro, l'elmo e vasi anche di importazione dall'Etruria e dalla Apulia. Larga 30 metri, risale al VII secolo avanti Cristo, è tra le più monumentali sepolture di questo tipo. http://www.repubblica.it/scienze/2018/07/16/news/scoperta_a_corinaldo_la_grande_tomba_di_un_principe_guerriero_piceno-201914827/?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-F41 punto
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Interessantissimo articolo @King John ma ho notato una piccola carenza: non si menzionano la popolazione degli Umbri che erano confinanti e che con molta probabilità hanno fatto da intermediari con gli Etruschi. E neppure un'ipotesi che alcuni reperti fossero di provenienza di area umbra, pur trovandoci al confine con questa popolazione. Poi magari è una pecca del giornalista motivata da esigenze di spazio, può essere.1 punto
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Taglio: 2€ Nazione: Monaco Anno: 2017 Tiratura: 1.383.000 Condizioni: SPL Città: Napoli purtroppo la foto non rende affatto le ottime condizioni della moneta.1 punto
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A prescindere dalla scelta infelice delle parole, il concetto è comunque comprensibile: l'UE è una minaccia , per ora solamente, economica. Quindi se siamo una minaccia, penso che un uomo d'azione, qual è Trump, farà tutto il possibile per eliminare in parte o completamente questa minaccia. Ma signori, ha già introdotto i dazi commerciali in modo unilaterale, cosa pensiamo che siano un premio alla nostra fedeltà ? O sono stati introdotti perché siamo una minaccia economica ? Comunque la guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico è già incominciata da un pezzo: per citare le controversie USA contro Airbus, Volkswagen ed altre società europee, VS controversie UE contro Google, Apple ed altre società statunitensi (ma stranamente ancora sono fuori da entrambi le parti le società bancarie ? sarà un caso .....) Ricordiamoci che le guerre commerciali sono le più insidiose, perché si inizia con dei semplici dazi e poi si arriva ad un escalation politico-militare (v ad esempio la guerra commerciale dell'oppio) e noi europei ci troviamo tra l'incudine USA e il martello Russia . Speriamo di non dover assistere a una nuova spartizione del continente europeo come nel '45.1 punto
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il Caracalla è senz’altro lavorato, il Claudio anche per me falso, il ritratto è completamente inventato...1 punto
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Buon pomeriggio, per quanto riguarda la seconda moneta, prova a dare un'occhiata a questa precedente discussione1 punto
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sarebbe da provare la tecnica di @El Chupacabra riportata nel post "centesimo ritrovato" per togliere le macchie.1 punto
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Mi sembrerebbe vagamente di area Veneta @gpittini @adelchi, perché ci sono alcune somiglianze con le dracme dei Veneti (tranne peso e dimensioni naturalmente). Ma alla fine sarà più probabile come imitazione di area francese.1 punto
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Cari amici miei, visto che battete la fiacca voglio vedervi parlare di questa mezza lira da 10 soldi emessa da Giovanni Mocenigo. Diciamo che in un periodo di fiacca mi piaceve l'idea di avere la prima della serie, oltretutto patinata (ha dei bei colori almeno da foto) da vecchia collezione. E' consumata nella parte centrale, ma i rilievi dell'iscrizione sono belli quasi splendidi. Direi molto gradevole nell'insieme. Peso ed altri dettagli quando arriva.1 punto
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Buongiorno @Rocco68 e a tutto il forum. La tua analisi mi sembra corretta!1 punto
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Ciao! Allora, innanzitutto ti dico che sono tutte e tre monete provinciali. Per quanto riguarda la prima, si tratta di una tetradracma di Alessandria (Egitto) per Severina (moglie di Aureliano); Koln 3103, Dattari 5506, Milne 4463 D/: OVΛΠ CΕVΗΡΙΝΑ CΕΒ (Ulp. Severina Seb.); Busto drappeggiato a dx. con stephane R/: ETOVC S (anno VI = 274-5); Aquila stante a sx., testa a dx., con ghirlanda nel becco La terza è sempre una tetradracma di Alessandria ma per Massimiano Erculeo; tipo Milne 5079 (ma non è proprio la stessa moneta) D/: MAΞΙΜΙΑΝΟC SEB; Busto corazzato, drappeggiato e laureato a dx. R/: Tyche stante a sx. con fiore (?) nella dx. e cornucopia (?) nella sx.; sotto il braccio dx. L, a dx. H (anno VIII = 293-4) Per quanto riguarda invece la seconda, non riuscendo a leggere nulla della legenda, mi è più difficile esprimermi, forse tu con la moneta in mano puoi vedere qualcosa in più. Per i dati ponderali e il diametro potrebbe trattarsi sempre di una tetradracma, forse ancora per Alessandria. Ti allego comunque il link del catalogo online Wildwinds per la zecca di Alessandria, così puoi trovare le monete sopra citate e magari sfogliarlo con calma per vedere se trovi la seconda. http://www.wildwinds.com/coins/greece/egypt/alexandria/t.html Ciao e buon divertimento!1 punto
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Non conosco questo periodo nel dettaglio. Tuttavia sulla "mia" epoca, cioè quella di Marco Aurelio dove buona parte dei sesterzi sono da barra, non ho invece mai visto assi e dupondi da barra. In ogni caso in generale non ricordo di assi e dupondi con questa forma squadrata, tipica dell'ottenimento da barra.1 punto
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Spesso i mercatini riservano sorprese , ieri a Borgo D'Ale (VC) sul banchetto di un rigattiere ho trovato una copia di un volume piuttosto ricercato ad un prezzo stracciato : Elio Biaggi Monete e Zecche Mediecali Italiane dal Sec. VIII al Sec. XV Edizioni Montenegro 1992 Torino1 punto
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La Domenica al Cordusio ragazzi è sempre una favola.. A parte tutti i vecchi frequentatori, la cosa bella che essendo in una fra le città più importanti d'Europa, Milano con il suo mercato stabile numismatico, offre la possibilità anche agli stranieri di poter attingere a questa magnifica giostra. Russi e Giapponesi che cercano tondelli di Napoli , Inglesi e Americani che chiedono i Visconti e gli Sforza , una varietà incredibile di mondi e di culture. Ma stamane la cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la presenza dei Giovani e dei bambini, questi ultimi accompagnati dai genitori, entrambi collezionisti, uno spettacolo nello spettacolo. E ovviamente il grande interesse dato dagli echi delle iniziative, da parte di appassionati di varie località della penisola per il progetto dell'ACQDC, sulla bocca di tutti. Mi piacerebbe farvi vivere certe atmosfere..1 punto
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Il denario di Crepusius è travolgente, un'Apollo quasi parlante, e un Numida che galoppa e urla il suo esser.. Tondello di rango.1 punto
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Ora l'aria è più pulita, Milano torna ad esser meno inquinata.. Avanti con le iniziative, avanti con nuovi amici che stanno arrivando ogni Domenica, avanti con i progetti.. Che bello poter respirare, nuovamente...1 punto
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Buonasera a tutti, @paoloilmarinaio, ho fatto la foto al taglio della mia Piastra del 1847. Ecco come si presenta la rigatura.....1 punto
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Cioè, tanto per capire, il punto della sua incazzatura è solamente che un utente (straniero) è intervenuto negativamente in inglese mentre se avesse espresso lo stesso concetto in italiano non ci sarebbero stati problemi giusto? Ma in quel caso non sarebbe stato meglio cercare un dialogo nella stessa lingua dimostrando così un atteggiamento superiore e una cultura linguistica che spesso all'estero dimostriamo di non avere?1 punto
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Te la porto poi a vedere la prossima volta che riusciamo a vederci... Questa non era sulle tue bancarelle.. altrimenti me la portavi via tu!1 punto
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buon giorno a tutti, anche al museo dei Fori Imperiali di Roma c'è un piccolo settore dedicato alla numismatica, ovviamente in tema con il museo stesso. Interessante, specie se vista nel complesso e, dulcis in fundo, per la vista meravigliosa che si può godere sui fori imperiali stessi e sull'omonima via.1 punto
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Per me il braccio di Opi è il suo, non lo vedo neanche così malvagio. Ovviamente ci sta pensarla in maniera diversa sui dettagli, peraltro la foto è abbastanza sfuocata. Ps. Questo venditore una volta vendeva monete originali e interessanti ma ultimamente gli ho visto vendere parecchi falsi o monete dubbie, si vede che purtroppo ha cambiato "fornitore"...1 punto
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Jockey galloping right, holding torch (obverse), silver didrachm, ca. 280-272 BC, Tarentum, Calabria. Anonymous Loan1 punto
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Anche secondo me è certamente un martello. Oltretutto non è pensabile che i Dioscuri se ne andassero a cavallo con l'ombrello come dei moderni turisti giapponesi.......1 punto
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Ti assicuro che anche VEIII bramava le monete, nonostante le sue disponibilità. Perchè molto spesso ci sono monete la cui rarità è tale che nemmeno con disponibilità infinite si riesce a comprarle. Ho letto di una visita che una volte il Re fece al conte Alessandro Magnaguti, che come sappiamo aveva una collezione che in molti ambiti poteva competere (e spesso superare) con quella Reale. Ebbene, dopo i preamboli di rito, il Re visitò la stanza dove il conte conservava la sua collezione, e su molte monete non si fece imbarazzo nel richiedere al conte se poteva cedergliele. Il Magnaguti, visibilmente imbarazzato, si scusò e bofonchiò un "Sua Maestà, mi perdoni, mi chieda qualsiasi favore ma non di cedere le mie monete".... non c'erano cifre che il buon Magnaguti avrebbe accettato per cedere alcuni dei suoi pezzi pressochè unici.... e il Re, nonostante le "paghette" accumulate, non poteva che continuare a bramare queste monete, nella speranza che il Magnaguti un giorno ci ripensasse, o in alternativa che saltasse fuori qualche nuovo esemplare....1 punto
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La discussione però di riferimento storica fu poi questa, poco dopo, parti’ da una mia domanda al post 4, quello fu il post con la P maiuscola, la ricerca aggregativa, la voglia di condivisione, di comunicare, di innovazione, e’ passato di tutto nel frattempo, certo rimane la voglia di fare, scrivere, rapportarsi, costruire sempre qualcosa, in fondo il fare e’ stato quello che ci ha contraddistinto ma un fare che cambia, che si innova nel tempo, ma per fare questo ci vuole passione, determinazione e non stare fermi a meno che non si voglia questo, ma e’ bello ,anche se difficile , mettersi sempre in gioco ...buona lettura1 punto
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Una parte della sezione dedicata alla monetazione dei regni germanici in Italia e dell'ultimo impero romano...1 punto
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Amici,amiche,signori,signore,ragazzi ,PARTIAMO:siccome la scelta del solo giorno per l'incontro non sarà cosa immediata,ma vorrei avere il massimo consenso da parte vostra,incomincerei con iniziare a parlare di questo;butto giù tre date puramente indicative,poi ognuno esprima le proprie preferenze e poi tireremo le somme insieme;per chi vuole un incontro in settembre proporrei domenica 19,o se preferite passare ad ottobre per evitare le classiche gite domenicali post-festive,proporrei o domenica 3 o domenica 10 ottobre,l'orario può essere per venire incontro a chi viene da fuori Milano indicativo ore 10,o10,30,o11 a voi la preferenza,se avete qualcosa da dire in base all'organizzazione oltre il giorno,parliamone,attendo vostre prefernze e proposte,un saluto, Mario P:S. Oltre quelli che hanno già dato adesione di massima aspettiamo altri di Milano e Lombardia,sicuramente ci saranno tanti altri UTENTI milanesi e delle vicinanze.1 punto
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