Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/12/18 in tutte le aree
-
Buongiorno @Pierluigigreco, il periodo su cui intende concentrare la Sua attenzione è molto vasto (tanto più considerando la molteplicità di zecche operative, chiuse e poi riaperte in tre secoli abbondanti di storia dello Stato Pontificio). Se l'intento non è solo quello di catalogare le monete ma quello di studiare e approfondire la numismatica pontificia poi... c'è da perdere la testa; una sola opera non basta certamente. Mi permetto di seguito di darLe qualche "consiglio di lettura", una buona biblioteca sulle emissioni papali si costruisce col tempo, magari aiutandosi anche coi pdf reperibili comodamente online. F. Muntoni - Le Monete dei Papi e degli Stati Pontifici: indispensabile. Sarà anche un poco datata (anni '70) ma l'opera del Muntoni è ancora attualissima, presente in tutte le biblioteche di appassionati, studiosi, commercianti. Non sono riportati i gradi di rarità delle monete (così come in tutti i testi di monetazione pontificia, ad eccezione del MIR) ma in questo ci si può aiutare con una piccola selezione di cataloghi di aste importanti per le papali (in merito, legga la discussione segnata tra le importanti della Sezione). Una ristampa dell'Urania (1996) si trova abbastanza agevolmente sui 300 € ca. CNI - Corpus Nummorum Italicorum: un classico, datato (primi del '900) ma ancora di uso corrente e troppo spesso sottovalutato. Al papalista interessano una manciata di volumi, comunque tutti reperibili (e scaricabili gratuitamente!!) sul Portale Numismatico dello Stato. Non sono presenti ovviamente le coniazioni d'Oltralpe (zecche di Avignone, Ponte della Sorga - che però non coniò nel periodo di Suo interesse - e Carpentras). Essendo disponibile gratuitamente... è un'opera in più, anche se non specialistica, da avere a portata di mano. Vengono riportate molte varianti, a volte anche sostanziali, non censite nella letteratura più recente. A. G. Berman - Papal Coins: un sunto "estremo" della monetazione pontificia pubblicato negli anni '90. Poche illustrazioni (quasi tutte peraltro provenienti dal catalogo della Coll. Cappelli, Leu 36), monete descritte per tipologia e qualche errore macroscopico. I prezzi in dollari sono abbastanza fantasiosi (nel senso che monete mai apparse in vendita sono valutate come altre monete molto comuni...mistero...). Trovato a poco prezzo è comunque a mio parere da acquistare, se non altro perchè usato moltissimo da case d'asta ecc. MIR - Monete Italiane Regionali (Stato Pontificio): volumi (3? 4?) ancora in corso di pubblicazione, sono riportate le rarità e le quotazioni in MB e SPL (da prendere in mia opinione cum grano salis, come per tutti i cataloghi/pezziari) le descrizioni sono prevalentemente tipologiche e quindi più simili ad un Berman che ad un Muntoni. Il primo - e per il momento unico pubblicato - volume copre il periodo dagli inizi delle coniazioni bizantino-papali al pontificato di Leone X. Molte illustrazioni a colori (anche se a volte riprese da testi datati e poi colorate digitalmente) e qualche nuova moneta non riportata nella letteratura precedente. Vengono inseriti in bibliografia gli studi più recenti - come quelli di Bompaire per le zecche francesi - e il risultato è un unico nel suo genere. Reperibile comodamente a 120 € (prezzo di copertina). C. Serafini - Monete e Bolle Plumbee nel Medagliere Vaticano: costoso e datato. Si tratta del catalogo, steso ad inizi '900, della meravigliosa collezione di monete papali del Medagliere Vaticano; in 4 volumi. Molte attribuzioni e nomenclature sono state riviste e corrette dalla letteratura successiva. In biblioteca comunque fa la sua bella figura, l'utilità però a mio parere è limitata. Ci sono poi tutta una serie di libri tematici sulle singole zecche (Chimienti per Bologna, Dubbini-Mancinelli per Ancona, Ciavaglia per Fano...e tanti altri...) o su periodi storici (ad esempio il Bruni sulle monete della Repubblica Romana e dei Governi Provvisori), molto interessanti per gli specialisti. A queste pubblicazioni si sommano ovviamente i vari articoli, opuscoli, studi più o meno ampi pubblicati su riviste od online. Non dimentichiamo poi i grandi nomi della numismatica pontificia quasi "antiquaria" come Cinagli, Fioravanti, Scilla. Molto interessanti poi gli Annali della Zecca di Roma del Martinori, lettura indispensabile per chi voglia approfondire le emissioni della capitale. Buona giornata (e buone letture!) Antonio5 punti
-
Ti assicuro che anche VEIII bramava le monete, nonostante le sue disponibilità. Perchè molto spesso ci sono monete la cui rarità è tale che nemmeno con disponibilità infinite si riesce a comprarle. Ho letto di una visita che una volte il Re fece al conte Alessandro Magnaguti, che come sappiamo aveva una collezione che in molti ambiti poteva competere (e spesso superare) con quella Reale. Ebbene, dopo i preamboli di rito, il Re visitò la stanza dove il conte conservava la sua collezione, e su molte monete non si fece imbarazzo nel richiedere al conte se poteva cedergliele. Il Magnaguti, visibilmente imbarazzato, si scusò e bofonchiò un "Sua Maestà, mi perdoni, mi chieda qualsiasi favore ma non di cedere le mie monete".... non c'erano cifre che il buon Magnaguti avrebbe accettato per cedere alcuni dei suoi pezzi pressochè unici.... e il Re, nonostante le "paghette" accumulate, non poteva che continuare a bramare queste monete, nella speranza che il Magnaguti un giorno ci ripensasse, o in alternativa che saltasse fuori qualche nuovo esemplare....2 punti
-
Riprendo a postare mezze piastre. Ferdinando II 60 Grana 1833 Rif. MAGLIOCCA 572 R Particolarità nel contorno delle mezze del 1833 è la legenda PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS e giglio.....divisa in parti uguali da 3 ovali in incuso. Se ne discusse tempo fa in una discussione del forum.2 punti
-
Buon pomeriggio a tutti gli utenti del forum a Rocco68 scusa il ritardo allora il contorno non è rigato e il peso è di 27,5 g poi volevo sapere da te Rocco68 che particolarità hanno le piastre con il contorno rigato,a tutti gli altri che mi hanno risposto ho cercato di fare altre foto speriamo che siano meglio di prima.2 punti
-
Concordo assolutamente! Questa volta ho deciso di non acquistarla in quanto a livello di disegno proprio non mi piace. Parere ovviamente personale2 punti
-
se questo è "bellino"allora devo cambiare settore collezionistico....?2 punti
-
@dabbene ringrazio te e tutti gli amici. Purtroppo in questo periodo ultimo per problemi familiari non sono potuto essere molto presente qui sul forum. Mi auguro di tornare presto. Ringrazio per le parole, qui le amicizie anche se speso virtuali si fanno a mano e non in serie ....... e in ciascuna di esse spesso è racchiuso un mondo che ignora il tempo, resiste alla distanza e al silenzio.Grazie di cuore e a rileggersi. a presto. N.2 punti
-
Vorrei appunto vedere le connessioni che possono esserci tra arte e monete, un confronto può esserci tra il bassorilievo del 400 e questo grosso da 8 denari di epoca antecedente da Varesi 69, c'è una grossa differenza almeno, ma certo si può entrare di più sulle riflessioni iconografiche e ritengo anche simboliche...2 punti
-
Condivido i miei tre denari di Massimino I 1) Impero Romano, MASSIMINO I, 235-238 d.C., DENARIO, Emissione: 235 d.C., D/ IMP MAXIMINVS PIVS AVG, busto laureato con paludamento e corazza a destra, R/ P M TR P P P, l'imperatore stante di fronte tra gli stendardi, Zecca di Roma, Rif. bibl. R.I.C., 1b; Cohen, 46; Metallo: AR, gr. 3,32, (MR4894), Diam.: mm. 19,78. 2) Impero Romano, MASSIMINO I, 235-238 d.C., DENARIO, Emissione: 235 d.C., D/ IMP MAXIMINVS PIVS AVG, busto laureato con paludamento e corazza a destra, R/ P M TR P P P, l'imperatore stante di fronte tra gli stendardi, Zecca di Roma, Rif. bibl. R.I.C., 1b; Cohen, 46; Metallo: AR, gr. 3,49,, Diam.: mm. 20. 3) Impero Romano, MASSIMINO I, 235-238 d.C., DENARIO, Emissione: 235 d.C., D/ IMP MAXIMINVS PIVS AVG, busto laureato con paludamento e corazza a destra, R/ P M TR P II COS PP,l'imperatore stante di fronte tra gli stendardi, Zecca di Roma, Rif. bibl. R.I.C., 3b; Cohen, 55; Metallo: AR, gr. 2,94, Diam.: mm. 19,58,1 punto
-
Ciao, vorrei mostrarvi questo bel ritratto, a mio avviso, di Valeriano con un rovescio un poco consumato ma apprezzabile che raffigura il dio Vulcano. Come dicevo una conservazione non eccezionale ma una raffigurazione nel rovescio "vigorosa". Personalmente mi trasmette un senso di forza, una sensazione di calore e quasi mi trasferisce il profumo stesso dell'officina. Descrizione: D / VALERIANVS. P. F. AVG R / DEO VOLKANO Antoniniano 21.5 mm 2.65 gr. Treviri 259-2601 punto
-
Buonasera, riporto a galla questa bellissima discussione, perchè finalmente dopo tanto cercare sono riuscito a trovare e ad aggiudicarmi non una Speciosa del 1718 ma la mitica Specosa, la moneta battuta da InAsta credo che sia passata inosservata (per la mia gioia) sotto gli occhi di vari collezionisti. Una piccolissimo riassunto: - PISA - Cosimo III (1670-1723) - Mezzo Giulio o Grosso D/ . ASPICE . . PIS AS . croce pisana in esergo 1718 R/ Busto a destra della Beata Vergine . SVP . OMNES . SPECOSA . Nessun catalogo riporta questa variante, anche la casa d'asta InAsta la cataloga come Mir 455/4 CNI 17, Come ci ha fatto già notare @dabbene Mario, il CNI la descrive come SPECIOSA, ma poi riporta fotografata una SPECOSA. Adesso sorgono numerose domande, è veramente così rara? (io non l'avevo mai notata in aste passate) Perchè Specosa e non Speciosa? E' Solo un errore? Oppure, che significato aveva al tempo?1 punto
-
Direi un vitalino di Parma: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RAN2/21 punto
-
Ciao a tutti. Non ho trovato niente on line su questa medaglia. Qualcuno potrebbe fornirmi qualche notizia? Grazie a chi gentilmente mi risponderà!1 punto
-
Buon pomeriggio Cari Signore @417sonia, @adamaney, @matteo95, @rorey36. Iniziamo a mostrare le monete in questo thread. Questa moneta non è presente in tutti i cataloghi italiani. Forse hai visto questa moneta. Si prega di specificare il libro. Non sono sicuro della traduzione corretta del nome della fortezza - Likostomo Fortezza genovese nel delta del Danubio. È circa il 14 ° secolo. È noto che questa zona era ricca di grano di alta qualità, che veniva esportato in Italia.1 punto
-
Concordo con @Paolino67 anche perché non è la singola moneta che conta ma piuttosto il progetto di cui essa fa parte. A piccole risorse corrispondono magari progetti più limitati e meno ambiziosi ma tutto si può dire tranne che il progetto collezionistico del Re fosse una roba semplice e di piccolo respiro... ...Tant'è che anche lui ad un certo punto della sua esperienza collezionistica decise di rinunciare alla collezione di monete romane per dedicarsi esclusivamente alle Zecche Italiane e pronunciò la fatidica frase che anche tutti noi abbiamo dovuto dire prima o poi: "Non si può collezionare tutto". Saluti Simone1 punto
-
Ciao, ce provo: Gallienus Billon Antoninianus. Asian Mint 260-268 AD. Obverse: GALLIENVS AVG Bust of Gallienus, radiate, draped, right. Reverse: IOVI STATORI Jupiter, nude, standing, holding spear in right hand and winged thunderbolt in left hand; Star in right field. References: RIC 645. Size: 22mm, 3.27g. https://www.vcoins.com/en/stores/romae_aeternae_numismatics/136/product/gallienus_billon_antoninianus_iovi_statori_jupiter_thunderbolt_asian_ric_645/643995/Default.aspx Ciao Illyricum1 punto
-
Dopo vari passaggi di sede i Martinitt finiscono con Mussolini in Via Pitteri, nel popolare quartiere dell'Ortica. Ogni orfano aveva un fidejussore, un garante che si obbligava a riceverlo a 18 anni compiuti. I ragazzi intanto si preparavano in Istituto a imparare un mestiere per la vita. Esempi importanti di Martinitt sono stati Angelo Rizzoli, Edoardo Bianchi, Leonardo Del Vecchio e tanti altri che si sono poi distinti nella vita ...1 punto
-
Prova a dare un occhio a questo link e a cosa scrisse l'Abate http://www.sguardosulmedioevo.org/2012/03/i-criptosistemi-dellabate-triremi.html1 punto
-
Ciao! Questo è pane per @grigioviola, io azzardo però... Zecca di Antiochia Cunetio hoard 1889 Rarità: S Ciao. TWF1 punto
-
Mi piace moltissimo questa @Rocco68 Ha anche una leggera patina e il lustro di conio diffuso!1 punto
-
Hai visto se dentro é di cioccolato?? Scusami ma non resistevo... Direi che non ci siano dubbi sulla non autenticità. ES1 punto
-
Alcune informazioni sullo staffile di Sant'Ambrogio tratte da internet La prima iconografia di S. Ambrogio con in mano lo staffile compare su un bassorilievo del secolo XI, che si trova nell’atrio della basilica di S. Ambrogio. Un secolo dopo troviamo la stessa iconografia nei rilievi che ornano la Porta Romana dopo la ricostruzione di Milano seguente la rovina del Barbarossa. Lo scultore si deve essere ispirato al Discorso contro Aussenzio: Ambrogio si riallaccia alla cacciata dai mercanti dal tempio e contrappone Gesù che li cacciò con il flagello a Mercurino che vuole allontanare dalla Chiesa i fedeli “con la scure”; perché “il Signore, indotto dal rispetto della casa di Dio, allontana i sacrileghi con il flagello, il malvagio invece perseguita le persone devote”. Gli episodi leggendari che riguardano lo staffile di Ambrogio sono numerosi. Appena giunto a Milano come magistrato, Ambrogio volle conoscere il boia Ursone che, armato di una speciale frusta con molte strisce di pelle, estorceva le confessioni agli imputati. Ambrogio licenziò subito Ursone e si fece consegnare lo staffile; quando poi fu nominato vescovo per volontà popolare, per dimostrare la sua indegnità volle ripristinare l’uso delle inique frustate, ma al primo condannato che sottopose successe che lo staffile si rifiutasse di funzionare (Comoletti, Milano misteriosa). Il canonico Torre ci racconta un altro episodio: l’imperatore Corrado ebbe l’ardire di spodestare l’arcivescovo Ariberto d’Intimiano e di sostituirlo con un canonico della cattedrale. Un giorno l’usurpatore stava sedendosi sulla cattedra di S. Ambrogio ad Nemus quando “si scorse in un baleno vestirsi il cielo a bruno, livrea di cordoglio, cingersi di tumide nubi, quasi preparando lacrime, muggire i tuoni, scintillare fulmini, ed in mezzo a così funesti apparati comparire Ambrogio con acciaio feritore in pugno, alla cui tragica scena aspettando tutti un fine di morte, riempitisi i cuori di freddo timore con una fuga generale, resesi imperfetta ogni temeraria azione di Corrado forzato a confessare per vero arcivescovo il maltrattato Intimiano”. La stessa frusta funzionò egregiamente ancora qualche secolo dopo, il 21 febbraio 1339, quando Luchino Visconti vinse a Parabiago il cugino Lodrisio, a capo di truppe tedesche. I Milanesi scorsero in Luchino il difensore delle libertà cittadine e in Lodrisio un bandito venduto agli stranieri. Dalla parte di Luchino stava schierato nientemeno che S. Ambrogio che, secondo il racconto di Galvano Fiamma, apparve “in bianche vesti e con in mano il flagello, colpendo i nemici che si erano impadroniti della vittoria”. Grazie al suo intervento “essi persero le forze e furono sconfitti. In città si fece allora una processione del clero e dei religiosi che si snodò sino a S. Ambrogio”. A partire da questo momento cambia l’iconografia di S. Ambrogio: si muove a cavallo come gli altri cavalieri; al posto della spada usa il flagello e diventa il protettore dei Visconti. In una nicchia della scomparsa chiesa di S. Maria alla Rosa (via Spadari) si trovava una statua lignea del santo patrono. Un giorno, durante la Repubblica Cisalpina, si sparse la voce che S. Ambrogio incalzava con lo staffile i giacobini come un tempo aveva scacciato gli ariani. La statua venne allora imprigionata nelle soffitte del Castello e fu liberata solo dopo la restaurazione dagli austriaci.1 punto
-
Comunque sia, zecca o meno, un risultato c'è ed e' questa esposizione di monete comunque del territorio e questo vuol dire divulgazione, interesse, curiosità, se riesci quando vai a fare qualche foto e a postarle ci rendiamo un po' conto anche di che tipo di esposizione e' stata fatta.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Buona sera, alla fine mi riduco a commentare solo la recente riapertura della zecca museo che ora ospita una collezione di monete che avrebbero costituito il circolante Elbano in epoca medievale ed il progetto è di ampliare ulteriormente la sezione numismatica del museo, nell'articolo il tiro viene corretto (era ora) e al momento si parla di altri ambienti del palazzo Appiani adibiti a zecca e dell'utilizzo dell'ipogeo come deposito caveau. Non vi nascondo che avrei collaborato volentieri al progetto ma non sono stato contattato, pazienza, conprendo che il dott. Giannoni si sia allontanato dal Forum a causa delle liti mediatiche con l'archeologo Zecchini. È stata una guerra di posizione tra due teste di legno, da una parte un archeologo testardo ed irremovibile che niente sa di numismatica (per le monete da lui esaminate in contesti archeologici di sua conpetenza si è sempre avvalso di consulenti esterni ) e che da subito ha sempre rifiutato qualsiasi compromesso a metà strada, e dall'altra un numismatico un po ingenuo (anche solo per aver pensato che l'ipogeo potesse essere un ambiente di zecca scavato ex novo dagli Appiani ) che, presumo, non troppo sappia di tombe etrusche. A breve mi voglio ritagliare una mattinata per andare a vedere l'esposizione e sono curioso di confrontare i loro risultati sull'argomento "circolante Elbano medievale" con i miei. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://san-vincenzo.virgilio.it/notizielocali/riapre_al_pubblico_il_museo_della_zecca_di_marciana-55886090.html/amp&ved=2ahUKEwiv1sPFl5jcAhWOzaQKHUYtAYoQFjATegQIBRAB&usg=AOvVaw239lptZ6vhzcj_8xdB_sgd&cf=11 punto
-
Aeneas grande guerriero grande tondello... Carissimo, concordo con Mario, un bell'articolo sul Gazzettino mi pare d'uopo..1 punto
-
Hai ragione. Ho sbagliato a trascrivere i diametri, che ho ridotto di 10 mm. . Sarà il caldo, o.... la vecchiaia... La medaglia originale base (corpus 478) ha diametro di mm. 74,5. La medaglia corpus 473, che ne recupera il diritto, che a parere di Modesti (che condivido) è copia fusa postuma ricostruita con diritto/rovescio di due differenti medaglie, ha diametro di mm. 71,5. La tua medaglia sembra provenire da questa medaglia 473 (diametro mm. 71,5) o da una copia postuma della corpus 478 (avendo diametro di mm. 71,5 ed essendo noto che per le fusioni in piombo non si determina riduzione di diametro rispetto al prototipo. Escluderei che si tratti di una prova, poichè il diametro è inferiore a quello della medaglia originale (mm. 74,5).1 punto
-
Complimenti al nuovo utente del mese @roman de la rose che ho potuto apprezzare in tante discussioni per il suo spirito propositivo, comunicativo e anche riflessivo. I premi, le gratifiche non sono tutto ma certamente danno un segno di ringraziamento per chi si e' speso fattivamente su questo forum per renderlo più vivo e partecipato, senza attori il forum non ci sarebbe e quindi grazie per quanto fatto finora.1 punto
-
MACEDON, Aineia. Circa 424-350 BC. Æ 17mm (3.95 g, 5h). Head of Aeneas (as oikist) left, wearing Phrygian cap / AI-NEHTWN, bull standing left. AMNG III 9 var. (legend orientation); SNG ANS 75; SNG Copenhagen -; cf. BMC 5; Traité IV 929. Good VF, mahogany red patina. Extremely rare. ($1000)Aineia (modern Nea Michaniona) was located on the north-east coast of the Chalkidike. It was a comparatively obscure place in ancient times, occupied from the Archaic through the Hellenistic periods. Some fine burial mounds from the city have produced gold treasures, and the city is attested in Athenian fiscal documents. According to legend it was founded by Trojans, who named it after the famous Trojan hero, Aineias (Aeneas).Estimate: $10001 punto
-
La medaglia deriva dal diritto della medaglia di Paolo IV (1556) - CORPUS MODESTI 478, che si ritiene commemorativa dell'intento di liberare l'Italia dal potere spagnolo. Il rovescio della medaglia raffigura una figura la Chiesa dinanzi ad un toro (simbolo della Spagna) con scritta ANTIDOTUM VITAE. Questa medaglia ha diametro mm. 64,5. La medaglia Modesti CORPUS 473 , da te citata, con lo stesso diritto, è ritenuta dal Modesti una copia anomala fusa successiva, ricavata con accoppiamento di due diverse medaglie (la Corpus 476 per il diritto e Giulio III - corpus 378 per il rovescio), che avevano diametri decisamente diversi (questa medaglia è nota infatti con un diametro di mm. 61,5, ma il rovescio è corniciato con una larga fascia). E' probabile che la tua medaglia uniface sia copia del diritto di quest'ultima medaglia, tenendo conto che le copie in piombo non hanno riduzione di diametro. La medaglia CORPUS1 punto
-
Non ti abbattere, la mia domanda era solo un test, le "indagini" dovevano ancora iniziare ! ? Avevo notato i rami senza olive (secondo i sacri testi sono rami d'ulivo sotto lo stemma), e volevo conferma che fosse questa la variante in esame. A dire il vero non mi spiego come mai, questo sia il 4° esemplare che mi capiti di vedere in pochi mesi, mentre ho analizzato le decine di foto che ho in archivio e nessuna presentava questa particolarità. Tra l'altro ho censito da aprile ad oggi 3 rovesci differenti : 1- Caratteri grandi con armetta Vai piccola 2- Con AVXILIVM * in legenda (recente asta Numismatica Picena) 3- Caratteri piccoli con armetta Vai grande (il tuo è il secondo esemplare di questo tipo) tutti accoppiati al medesimo conio di diritto, che con buona (attuale) probabilità è l'unico che presenti questa particolarità dei rami con le sole foglie. Venendo alle "indagini", sia il Muntoni, che il CNI ignorano questa variante; ci viene in aiuto il "vecchio" Serafini che tra i 32 esemplari censiti nel Medagliere Vaticano elenca anche i tipi "solo foglie", in particolare con tutti e tre i rovesci che ho elencato sopra: - Ser. 97 (caratteri grandi al R.) - Ser. 98 (con AVXILIVM *) - Ser. 99 (caratteri piccoli al R.) Tra l'altro per il diritto è citata la tiara con raggi "appena accennati", ma si nota dai tondelli che sono solamente l'effetto dei conii di diritto e rovescio che sono venuti a contatto, imprimendosi a vicenda. Concludendo, è a tutti gli effetti una variante interessante e rara, che merita di essere considerata al pari delle altre citate da Giov60 (che ringrazio per i complimenti e con cui concordo sull'ipotesi di coniazione prolungata con millesimo 1780, troppe monete e troppi conii per un solo anno di battiture). Appena ho tempo aggiornerò anche il catalogo Lamonetiano con le righe dedicate al "NO OLIVE" ? Ciao, RCAMIL.1 punto
-
@Legio II Italica i tuoi post sono sempre interessantissimi e questo non fa eccezione. L'origine tracia e la bassa estrazione sociale di Massimino non ci ricorda un altro famosissimo personaggio della storia romana ? Sì, proprio Spartaco (poi se anche lui fosse effettivamente della Tracia, anche qui ci sono più scuole di pensiero .....) Quindi l'accostamento delle origini Massimino con quelle di Spartaco, potrebbe essere un artefatto creato per dare una qualche aspettativa ai sudditi: un uomo di origini umili che è potuto salire fino all'apice della società, di stirpe trace quindi sinonimo di forza e capacità militare. Consideriamo poi Erodiano (170-240 d.C.) contemporaneo di Massimino (173-238 d.C.) ........ Vorrei sottolineare un altro aspetto molto importante: il potere e l'influenza dell'esercito in ambito politico, mentre il Senato si appiattisce sempre più fungendo alla fine solo da organo confermativo nelle elezioni imperiali. Questo elemento ha permesso il vero rinnovamento della classe dirigente romana, in quanto nell'esercito erano presenti tutte le varie etnie-popolazioni.1 punto
-
Torno su questo discorso perché mi sembra che si sia un po' perso di vista il concetto da cui si era partiti: è chiaro che, dal punto di vista del COSTO puro e semplice, quei 4 o 5 o 10 o 15 centesimi in più che paghiamo per ogni sacchetto non ci manderanno in rovina (e comunque, spesso io mi porto il sacchetto da casa e lo riutilizzo più volte, così non spendo neppure quei pochi centesimi); la novità maggiormente spiacevole è costituita non tanto dal COSTO dei sacchetti (che è abbastanza irrisorio, come già detto, soprattutto per chi ha l'accortezza di riutilizzare i sacchetti, per quanto possibile, e non sempre è possibile perché i sacchetti biodegradabili che ci hanno imposto da alcuni anni vanno in pezzi con una facilità estrema), quanto piuttosto dal FASTIDIO del dover PER FORZA tirare fuori quei 4 o 5 maledetti centesimi (ed è un fastidio sia per l'acquirente sia per il venditore, ci tengo a sottolinearlo), dalla PERDITA DI TEMPO talvolta veramente deleteria in situazioni in cui magari ci sono dieci persone in fila e tutti hanno fretta e sia chi paga sia chi incassa deve perdere il proprio tempo con queste idiozie... Non so se mi spiego... Ma penso che in questi ultimi mesi abbiamo tutti avuto modo di sperimentare sulla nostra pelle la stupidità di quest'ennesima trovata... P.S.: se penso a com'è tutto più semplice laddove vengono fatti gli arrotondamenti...1 punto
-
Splendida medaglia, capolavoro d'incisione Stab. JOHNSON Milano1 punto
-
E' proprio questo che ci distingue dai semplici raccoglitori: il numismatico è una testa pensante che parte dallo studio delle monete per studiare un intero periodo. Potremmo dire che il numismatico si serve delle monete che colleziona per pagare il transito ad un Caronte immaginario verso epoche lontane...1 punto
-
Complimenti è un ottimo esemplare, davvero molto affascinante.1 punto
-
Salve, segnalo : https://etruriaoggi.it/a-vulci-ritrovato-intatto-un-tesoretto-monetale-del-iii-secolo-a-c/1 punto
-
Ammazza ritratto strepitoso.. Marco questo nominale te lo scordi in queste condizioni, rovescio con i soliti spostamenti, ma che Tondello...super1 punto
-
Direi che chiavi decussate strepitose come sempre, ma in questa tipologia una marcia in più, come l'argentatura la cosa sempre più difficile, piccolo nominale ma con tanto fascino. Mi piace molto.1 punto
-
e soprattutto non esiste buon motivo per strapazzare una persona, e la sua inconsapevole fidanzata, che ha soltanto chiesto un parere, e visti i nobilissimi e antichi esempi di monete incastonate non mi sembra che si sia inventato nulla di scandaloso.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
A parte le cavillose questioni burocratiche italiche di cui mi rifiuto categoricamente di parlare (ci sono dozzine di discussioni sul forum in merito), sono due bei denari anche se con un certo grado di usura, autentici e pagati il giusto. Il denario con COS II ed Honos al rovescio è piuttosto comune, se ne vedono parecchi. Ma un Marco Aurelio da Cesare non può assolutamente mancare in collezione!1 punto
-
_____________________________________ MILLIONS FOR DEFENCE NOT ONE CENT FOR TRIBUTE Per finire una curiosità: Gli ultimi tipi di token con questa dicitura per intero furono coniati nel 1863/64, in piena guerra civile. Ce ne era un tipo di soli 3,00 gr. che ricalcava l'Indian Head Cent in uso a quell'epoca e riportava solamente NOT ONE CENT, ma come già accennato in precedenza, anche se i token erano molto somiglianti ai cent in corso, quella scritta al retro scongiurava chi li produceva da un'eventuale accusa di contraffazione. Non si conoscono esemplari coniati oltre il 1864 in ricordo dei fatti del 1797.1 punto
-
Quanto ritenevo di dover dire nell'ambito SLAB l'ho già scritto al #61. Poi i "fiumi di parole" sono spesso inutili perché alla fin-fine ognuno rimane della propria idea. Riassumendo: alcuni vantaggi degli slab sono innegabili. Non si può pretendere che la "garanzia" fornita sia assoluta, specie per le monete classiche (dove non esiste alcun esperto infallibile e di errori se ne sono visti tanti da parte di tutti) e negli USA (dove le controversie legali in rapporto ad un eventuale "vizio contrattuale" sono all'ordine del giorno). Non si può che lodare l'intervento di un ente terza parte tra venditore (spesso il perito) e l'acquirente, anche se la conoscenza da parte di PCGS e NGC delle nostre monete è quanto meno "incompleta" (d'altra parte l'esperimento nostrano con ISNI è stato un fallimento commerciale). Non è vero che gli Enti certificatori producano solo scatolette protettive: essi certificano la conservazione in maniera obiettiva (ma talora non è così per interessi commerciali superiori da parte dei grandi clienti e cioè le case d'asta) mentre è cosa buona pensare che queste conservazioni valgano a lungo per le monete adeguatamente protette dagli slab stessi (di necessità robusti e sicuri). I periti Italiani, spesso molto bravi, hanno tuttavia metri di giudizio soggettivi e viziati dal conflitto di interesse. A mio avviso è opportuno "farsi l'occhio" personalmente, con pazienza e perseveranza, sulle monete (autenticità e conservazione) magari frequentando di persona le sedi più opportune (convegni, aste) e discutendo i propri dubbi con gli esperti.1 punto
-
Francesco V (1846-1859) Francesco V dal padre ereditò la fede, la morigeratezza e l'onestà, ma si rese anche conto di reggere uno Stato che andava modernizzato, e nel quale commercio e manifatture dovevano prendere slancio, e per fare questo occorreva che ci fosse una moneta che circolasse senza intoppi. Il Consultore alle finanze (oggi diremmo «ministro») si rese conto che uno dei mali era dato da quelle monete settecentesche, ormai illeggibili, che circolavano in mancanza di meglio e fece un progetto apparentemente bizzarro, ma non privo di senso: riprendere la coniazione di moneta estense, sul piede della «Lira italiana», ma solo nel taglio da 1 centesimo, in puro rame, ritenendo sufficiente la circolazione delle monete «buone», ed invece inquinata e preda di speculatori quella della moneta plateale per i piccoli commerci. A mio avviso l'idea era valida, coniando però almeno anche monete da 5, ma gli eventi del 1848 fecero accantonare l'idea. Si verificava sempre più nel Ducato un corso abusivo delle monete (abusivo perché non rispettava il corso ufficiale dato dalle tariffe di cambio), fenomeno del resto noto da secoli e che si risolveva in tre fasi: a) su una piazza la moneta circolante buona e ricercata, veniva tesaurizzata ed esportata; b) la scarsezza di circolante portava all'invasione di moneta straniera e calante che veniva accettata, in mancanza di meglio, ad onta di tariffe e gride; c) il sovrano emetteva grandi quantità di nuova moneta, di qualità inferiore alla precedente, che riportava la pace sociale con un'illusoria ritrovata ricchezza. Questo fenomeno, nel Ducato, si arrestò alla fase b) e lo sbocco inevitabile alla fase c) lo si ebbe non con il conio di moneta effettiva, ma con la creazione, intorno al 1850, di una moneta virtuale, la «Lira abusiva», in sostanza lira «scadente», ma che era quella che circolava nella realtà, recepita anche nei documenti ufficiali e nelle tariffe, al corso di 89 centesimi della Lira Italiana che divenne «Lira tariffale». Dopo il 1848 la confusione crebbe per la concomitanza di diversi fattori. 1) arrivo, nel 1849, dei pezzi in mistura della caduta Repubblica Romana, posti immediatamente fuori corso a Bologna, ma incettati e posti in commercio a Reggio e Modena: erano monete a corso forzoso dal nominale di 10 baiocchi per grammo di argento fino (contro i 2,42 grammi della moneta pontificia) che crearono non poca confusione nel fissarne il tasso di cambio; 2) svilimento del titolo dei 5/10/20 baiocchi d'argento pontifici, ma aumento del loro peso: la cosa non venne compresa immediatamente da tutti: fu una svalutazione di circa il 6%, ma che per un periodo vide identiche quotazioni dei vecchi e nuovi baiocchi; 3) tensione dei prezzi dell'argento sui mercati internazionali. A nulla valse l'arrivo di truppe austriache di stanza nel Ducato dopo il 1848 e pagate con (buone) monete milanesi: anzi, queste venivano incettate e la Lira austriaca, quotata ufficialmente 86 centesimi, veniva cambiata quasi alla pari con la Lira Italiana. Come è intuitivo, i maggiori problemi li riscontravano i commercianti al minuto che incassavano moneta abusiva (perché logora e calante) e dovevano rifornirsi all'ingrosso pagando con moneta buona, e pagare le imposte con moneta buona, perché queste erano sempre calcolate con lire «tariffali» (così come multe e sanzioni amministrative). Non poco lavoro ebbero gli avvocati in questo periodo: come si dovevano interpretare i contratti di mutuo, e altri contratti (es. affitti) di lunga durata, stipulati in non meglio identificate «lire»? I debitori pretendevano di pagare in «abusivo» quello che a suo tempo fu stipulato in «tariffale». La situazione si fece sempre più insostenibile, ed il Duca iniziò a studiare un progetto di emissione di monete, stavolta di tutti i tagli e pezzature per porre fine al caos che si riscontrava sui mercati. Pensare però di riattivare la zecca di Modena, ferma da 60 anni, avrebbe significato acquistare ex novo i macchinari (solo un torchio era ancora utlizzabile), assumere ed istruire dipendenti: tempi e costi sarebbero andati troppo avanti rispetto all'urgenza, e quindi si presero contatti con la zecca di Milano che avrebbe potuto garantire qualità e celerità nel lavoro. Quando sembrava tutto pronto, la zecca di Milano fece conoscere la propria indisponibilità, perché, a seguito della riforma monetaria austriaca, era impegnata per molto tempo nelle nuove coniazioni di Fiorini, Quarti di Fiorino e pezzi da 5 e 10 Kreuzer. Si dovette ripartire da capo, prendendo contatti con la zecca di Bologna e dando l'incarico agli incisori Bianchi e Voigt di predisporre conii ed attrezzature. Finalmente il 19 febbraio 1859 viene pubblicato un Editto che determinava le caratteristiche delle nuove monete che ci apprestava a coniare: 1) pezzi in rame da 1, 2 e 5 centesimi, del peso di 2, 4 e 10 grammi. 2) pezzi in mistura da 10, 20 e 50 centesimi (grammi 1,5 a titolo 280, grammi 3 a titolo 280, grammi 4 a titolo 550) 3) pezzi in argento 900 da 1, 2 e 5 lire (grammi 5, 10 e 25) 4) pezzi in oro 908 dal peso di grammi 4 e 8, denominati Ducato Estense e Doppio Ducato Estense, senza valore predefinito, ma da quotarsi in base al prezzo di mercato dell'oro. Si adottò quindi un monometallismo argenteo, del tutto simile a quello adottato dall'Austria. Dopo nemmeno 4 mesi dall'Editto, l'11 giugno, il Duca abbandonava il Ducato a seguito delle vicende della II Guerra d'indipendenza, e le monete estensi non videro mai la luce. Nel 1990 la Banca Popolare dell'Emilia coniò i tre pezzi in argento e li mise in un cofanetto commemorativo. Dal punto di vista artistico le monete seguivano i dettami dell'epoca, quindi ritratto (o stemma) al diritto e valore in corona d'alloro al rovescio, similmente alle monete coeve dello Stato Pontificio. Rimase quindi tutto come prima, e anche la dittatura Farini e l'annessione al Regno di Sardegna (poi d'Italia) non ebbero effetti taumaturgici: per vedere l'abolizione del corso abusivo dovremo attendere il 1864, e sarà l'oggetto del mio prossimo (breve) intervento.1 punto
-
Questi obbrobri sono tutti tentativi casalinghi da "piccolo chimico", molta gente vede che ci sono dei pazzoidi che comprano qualsiasi cosa che possa anche solo lontanamente assomigliare ad un errore di conio, ed ecco i risultati. Questa non è numismatica, non è più nemmeno collezionismo, ma è follia pura. E, mi dispiace dirlo, siamo noi stessi collezionisti ad alimentare questa follia.1 punto
-
Aggiungo, per ulteriori informazioni, catolina pubblicitaria d'epoca: img upload1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.