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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/08/18 in tutte le aree
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Una nuova scheggia di Storia . Nella Storia Augusta , nella parte riguardante la Vita di Probo scritta da Flavio Vopisco , si legge al punto XX la seguente frase sibillina pronunciata dall' Imperatore Probo e dalla quale deriva la conseguente perplessita' , con domande , espressa da Flavio Vopisco stesso ; frase che rimase quindi non ben comprensibile anche all' epoca dei fatti . Tomo XX della Vita di Probo : “Presto non ci sara' piu' bisogno di soldati” , ma che cosa avra' voluto dire Probo con quelle parole ? Forse che ormai aveva sottomesso tutte le popolazioni barbare e aveva romanizzato tutto quanto il mondo ? “Presto non ci sara' piu' bisogno di soldati” , diceva , ma che cosa voleva dire ? Che non ci sarebbero piu' stati soldati romani e che lo Stato divenuto ormai padrone di ogni cosa avrebbe regnato universalmente in assoluta quiete , che non ci sarebbe stato piu' bisogno di armi e di rifornimenti militari , che i buoi sarebbero stati allevati solo per arare , che i cavalli sarebbero nati per le opere di pace , che non ci sarebbero state piu' guerre e prigionie , ma dappertutto la pace , la garanzia delle leggi romane , i magistrati romani ? “ Queste domande e perplessita' espresse da Flavio Vopisco derivano dalla reale conoscenza dei fatti dell' epoca , che lasciavano poche speranze ad una utopica pace universale sperata da Probo ; praticamente sarebbero le stesse domande che potremmo porci anche noi oggi . Per tentare di capire il significato di quella sibillina frase espressa da Probo verso la fine del suo regno : “Presto non ci sara' piu' bisogno di soldati” , occorre fare un passo indietro nella Vita di Probo e capirne un po' il carattere . Probo fu un Imperatore militare della serie degli “Illirici” , uscito dalla dura scuola di Aureliano che esigeva dai suoi soldati il massimo impegno in tutte le attivita' militari e non , che ad essi competevano , infatti quando non erano impegnati in operazioni belliche li impegnava di continuo in lavori civili di pubblica utilita' , quali prosciugamento di paludi , creazione di canali per convogliare le acque , come nel caso del fiume Sava , un affluente del Danubio , per rendere coltivabile dei terreni , in pratica non lasciava riposare i soldati tra una attivita' e l' altra ; tutto questo pretendeva dai suoi soldati , pero' non a costo della piu' severa disciplina come esigeva un tempo Aureliano , ma partecipando Probo stesso a queste fatiche ; nonostante cio' questi lavori giudicati non confacenti ad un soldato non piacevano ai militari abituati oltre che a vincere anche a razziare e a trarre guadagni dai bottini , si sentivano ormai avviati piu' ad una vita civile anche in virtu' di quella frase che Probo prospettava loro ; tra poco non ci sarebbe stato piu' bisogno di soldati ; questi fatti , uniti a quella frase citata che spesso ripeteva loro come per ingraziarseli e per consolarli di tutte queste fatiche che sopportavano e che presto sarebbero finite , ebbe invece un effetto completamente opposto , timorosi cioe' della mancanza di nuove guerre e di nuovi bottini , cosi' un giorno mentre Probo con l' esercito si trovava presso Sirmio e sottoponeva i soldati a dei lavori di pubblica utilita' , stufi di questi lavori , uccisero lui e le sue idee utopiche di pace universale , correva l' anno 282 . In foto due Antoniniani di Probo , il primo una Allocuzione rivolta ai soldati probabilmente per incitarli prima di una battaglia , ma possibile anche rivolta a fini di Pace ; il secondo una allegoria alla Pace , universale ?4 punti
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@Gallienus Che ne dici se intanto posto qualcosa? Le seguenti monete non son di eccezionale rarità, tuttavia la conservazione è sicuramente sopra la norma!4 punti
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Buonasera a tutti un acquisto del convegno di Modena....piano piano si avanza con le date e la ricerca si fa sempre più ardita e affascinante.....e dispendiosa eccolo il primo anno di Ferdinando II. un saluto a tutto il forum e grazie a chi vorrà esprimere un parere. marco4 punti
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E che dire del Museo Numismatico di Atene?? Ho avuto la fortuna di visitarlo da poco ed è eccezionale! Già solo la sede mette i brividi se si pensa che era la residenza di Schliemann, lo scopritore di Troia, realizzata alla fine dell'800 dall'architetto Ziller. Guardate che pezzettini....3 punti
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Titolo Evento: Convegno Filatelico Numismatico Riccione 2018 Categoria: Eventi Misti Data Evento: 30/08/2018 09:00 a01/09/2018 14:00 Convegno Filatelico Numismatico Riccione 2018 30 agosto (Giovedì ) - 31 Agosto ( Venerdì ) e 1 Settembre (Sabato) 2018 Link al calendario: Convegno Filatelico Numismatico Riccione 20182 punti
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Data rara che entra in collezione...si avanza centimetro dopo centimetro son molto soddisfatto....il 48 è davvero ostico da trovar bellino. un saluto a tutti.... marco2 punti
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Buonasera a tutti, mi è arrivata segnalazione di un estratto relativo ad un contributo di Claudia Perassi (Università Cattolica Milano) sulle deposizioni monetali non a fine di occultamento e recupero. Molto ben scritto e coinvolgente nel trasmettere la possibile esistenza di significati diversi nella deposizione di monete in una struttura architettonica ( di cui sapevo veramente poco) Vi giro il link dell’estratto (spero che si possa fare, altrimenti i curatori o amministratori possono modificare il messaggio) ed in ogni caso il titolo: “Monete da strutture pavimentali. Un caso di studio lunese”. In :Numismatica ed Archeologia. Monete, stratigrafiee contesti. Dati a confronto. (Pardini.Parise. Marani) https://s3.amazonaws.com/academia.edu.documents/56893112/win1-estr-01-Perassi.pdf?AWSAccessKeyId=AKIAIWOWYYGZ2Y53UL3A&Expires=1530986481&Signature=AdgYzQQVX2kx0P70BomXwndjFI0%3D&response-content-disposition=attachment%3B filename%3DMonete_da_strutture_pavimentali._Un_caso.pdf Inoltre, navigando per la stessa autrice, ho trovato moltissimi studi centrati sul valore archeologico ed artistico delle monete, tra cui alcun suoi contributi in un lavoro veramente bello ed articolato a cura di Facchinetti e Pennestrì:L’eredità salvata.Istituzioni, collezioni, materiali a Milano tra Numismatica ed Archelogia. Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Se date un occhiata all’ indice, troverete sicuramente numerose letture interessantissime, numismatico-archeologiche (anche qui, se non concesso, cancellate pure) https://s3.amazonaws.com/academia.edu.documents/36006804/Notiziario_3_2013.pdf?AWSAccessKeyId=AKIAIWOWYYGZ2Y53UL3A&Expires=1530987892&Signature=u2crlJE6%2FGsVUwnvz%2FdxskZzmBU%3D&response-content-disposition=attachment%3B filename%3DIl_pendente_monetale_di_Salonino_The_coi.pdf Una piccola perla di G. Facchinetti: “Oltre alle due monete interpretabili come offerte di fondazione, si presenta un quinario aureo di Diocleziano rinvenuto nello scavo del settore del Palazzo imperiale indagato in Via Gorani in giacitura secondaria, ovvero in un contesto stratigra co sconvolto ab antiquo Ciò rende impossibile chiarire le ragioni dell’abbandono di questo pezzo che l’alto valore economico rende inconsueto fra i materiali di uno scavo archeologico La moneta, abbastanza rara, non presenta significative tracce di usura che possano far supporre una circolazione prolungata o molto intensa Presenta, però, una manomissione al R/ dove il volto e il fulmine di Giove sono stati asportati, probabilmente con uno strumento a lama. Secondo Ermanno Arslan tale atto sarebbe da interpretare come una sorte di damnatio del dio pagano compiuta da un militare o da un funzionario di palazzo convertito alla religione cristiana.” Ritrovamento così unico da diventare l’immagine di copertina del saggio! Quante cose possono raccontare le monete!2 punti
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Conio non centrato correttamente. Errore abbastanza comune e con interesse praticamente nullo. Spendili pure ?2 punti
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Si lavora ora sul Gazzettino 4, alcuni articoli già arrivati, altri arriveranno, altri possono proporsi ancora, vogliamo dare voce a tanti, anche a chi non ha mai scritto, o a chi pensa di poter raccontare numismatica, medaglie, libri, eventi, curiosità ma anche riflessioni, peccato perdere o lasciar cadere una idea, una ipotesi, una moneta particolare, uno spunto divulgativo, e' una voce per tutti e di tutti che parte dall'immancabile e imprescindibile per noi cartaceo per poi un giorno sbarcare nel digitale dove sarà disponibile per chi vorrà ...2 punti
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Che le monete coniate per Livorno ritornino spesso in questa sezione direi che è abbastanza normale, come sappiamo sono tra le più belle in assoluto della nostra monetazione, per iconografia, per fascino, per simbologie. Giusto per ricordare parliamo dei tolleri col porto, con la fortezza, dei mezzi tolleri con la galera che naviga, della mitica pezza della rosa.....il desiderio di molti collezionisti e studiosi che va oltre ogni identità, sono monete che tutti vorrebbero avere. Abbiamo anche accennato di libri che riguardano Livorno in questo periodo, quello della Balbi de Caro, quello del Cipolla a cui mi riferirò ora " Il burocrate e il marinaio ". Una doverosa premessa, credo che molti possano parlare e scrivere di Livorno, chi la studia, chi la conosce, chi ci vive o è nato, molti potrebbero dare un apporto personale di conoscenze....io qui dirò qualcosa, ma molto si potrà dire ancora. Storia e monete dice il titolo, è poi sempre così, un legame indissolubile tra le due, la storia spiega le monete, le monete aiutano a comprendere meglio la storia, quindi cercando di ripercorrere la storia di una città avremo sicuramente più chiaro il perchè una certa moneta fu fatta così.... Cipolla dedica un capitolo sul quale mi soffermo ora dal titolo " Un nuovo porto e una nuova città ", cercherò di riportare qualche aspetto che può essere interessante per capire meglio la Livorno di quegli anni. Livorno era un misero villaggio dal 1407 al 1421, era sotto il dominio di Genova, contava all'epoca meno di un migliaio di abitanti. Ma è Firenze che aspirava a quell'ambito, voleva aprirsi lo sbocco sul mare, ma la conquista di Pisa nel 1406 non bastò, Porto Pisano si insabbiava e divenne presto inagibile. Livorno diventava quindi l'obiettivo, anche se non fu semplice raggiungerlo, Carlo V Imperatore impose a Cosimo dè Medici la consegna delle fortezze di Pisa come pegno. Ma Cosimo non si diede per vinto e nel 1543 ottenne la restituzione delle fortezze dopo un pagamento di 150.000 scudi. Rientrati nel possesso di Livorno i Medici si diedero subito da fare, potenziarono lo scalo, venne fatta una nuova dogana, costruito l'arsenale, un canale che collegava Livorno a Pisa, e tramite l'Arno, a Firenze. Seguirono due nuovi moli, la costruzione del nuovo porto più grande e capace, poi venne dato l'incarico all'Architetto Granducale Bernardo Buontalenti per la nuova fortificazione. Nel 1590 in soli cinque mesi fu edificata la nuova fortezza e preparata una darsena di alto fondo per i grandi velieri. Il decreto del 1565 fu l'inizio di una serie di provvedimenti che portavano Livorno a diventare una specie di porto franco. Oltre al porto fu costruita una nuova città con una grande piazza d'armi rettangolare e con strade ad angolo retto. Nascevano quelle che poi vennero raffigurate anche sulle monete come simbolo ed emblema della città, il nuovo porto, la fortezza, la galera, ma Livorno non fu solo quello, fu la città ovviamente di navi e mercanti e la sua posizione ovviamente attirava, attirava, ma magari di questo ne parlerò in un successivo post.... Certamente il contesto, la storia fa capire la relazione che ci fu giustamente poi con le monete coniate per questa città, storia e monete, monete e storia.... P.S. Mi auguro qualche ulteriore intervento sul tema, io cercherò più avanti di fare la mia parte, perchè altro ovviamente ci potrà stare e magari anche un riporto qui di qualche moneta, anche se già vista, non potrà che rendere più gradevole e interessante la discussione....1 punto
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D/ Falce / martello / globo e sol dell’avvenire R/ PROLETARI [DI TUTTI] I PAESI UNITEVI – W LA / R.S.F.S.I. / 1920 Rame: 4,457 g, 23 mm. Il gettone è modellato sulla medaglia di bronzo realizzata per conto della R.S.F.S.I. (Repubblica Socialista Federativa Soviet Italiani), in occasione dello sciopero nazionale dei lavoratori metallurgici dell'agosto/settembre 1920.1 punto
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Buongiorno, Oggi vi mostro l'ultima piastra che mi mancava di Ferdinando i, 1817. Cosa ne pensate? Filippo1 punto
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Hai già donato tantissimo, grazie per averci fatto sognare anche a noi..1 punto
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Un popolo incredibile, mi rammarica vedere quello che sono oggi. Andiamo Federico..1 punto
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L'intero Hoard è andato venduto da CNG. Il rivenditore presente su vCoins che ha esemplari di questo Hoard, ha comperato da CNG. Qui ne parlai a suo tempo:1 punto
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Tristemente vero. Ricordo in particolare un caso che, una ventina d'anni fa, fece scalpore, poiché è stato, a mia memoria, l'arresto più "eccellente" in campo numismatico. Mi riferisco a Gianfranco Casolari, arrestato nel 1998 insieme ad altre persone con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di reperti archeologici. Un reato gravissimo, che va ben oltre la semplice detenzione o escavazione di qualche moneta. La notizia fu data con grande enfasi da tutti i TG e dalle testate nazionali, che la ripetettero per giorni. Dopo quattro anni, nel 2002, Casolari fu prosciolto da ogni accusa, ma nessuno se ne accorse. Io lessi la notizia solo su Cronaca Numismatica, qualche mese dopo i fatti, visti i tempi di preparazione di una rivista mensile. Se anche la stampa nazionale e i TG ne hanno parlato, lo avranno fatto di volata, in un trafiletto, o in una notiziola di quelle che i TG danno in due parole, dopo i fatti di cronaca più rilevanti e prima di passare allo sport. petronius1 punto
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Ciao @Cinna74 Quelli che sembrano profondi graffi presenti sui rilievi dello scudo, fanno parte del numero 20 del conio precedente (20 C. Umberto I)1 punto
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Grazie mille a tutti. @Rex Neap hai ragione, ma ho anche una reimpressa del 18 con questo particolare della corona che tocca la legenda. Nota per esempio quella di @Rocco68,ha la stessa identica corona in mezzo alla legenda. Rocco... Legenda providentia **optimi *principis **, rovesciata.1 punto
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Probabilmente si tratta di una borchia altomedioevale,recante il "sole delle alpi",nome datogli recentemente. E' un simbolo ben conosciuto nell'ambito dell'arte longobarda in quanto attribuito alla casa regnante infatti e' presente sui tremissi tardolongobardi Gli studiosi lo considerano un'evoluzione stilizzata del Chi-Rho. Per approfondimenti consiglio: Monete flavie longobarde ,Roberta Pardi.1 punto
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Luna seems to hold the normal goad(pungolo), but your other irregularities are correct. Because of the good quality of the rest of the dies, I think your example is an official denarius. Engravers were human, so occasionally varied from standard designs. 2 scans are attached. The first(Wayne Phillips pricelist June1997,125) matches your dies. The second shows 2 more denarii. The Vico 137 example with horizontal crossbar A has so many mistakes that I think it is an imitation. The whole obverse style is wrong for RRC140. The Hekte denarius looks official despite the archaic A. Let us know if you disagree. Richard1 punto
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Data che si vede veramente poco in alta conservazione, vista dal vivo è veramente una gran moneta.. sempre ottime monete gallo Complimenti1 punto
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Strepitoso dutor.. Fdc uno dei migliori visti per questo millesimo complimenti come sempre monete top..1 punto
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Agora Auctions > Numismatic Auction 34 Auction date: 9 June 2015 Lot number: 26 Price realized: 90 USD (Approx. 80 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Macedonian Kingdom. Time of Philip V and Perseus. Ca. 221-168 B.C. AR tetrobol (16.10 mm, 2.18 g, 12 h). Uncertain Macedonian mint, Struck 187-179 B.C. Macedonian shield / MAKE ΔONΩN, prow of ship, star above. BMC 20; SNG Cop 1289. VF. Estimate: 150 USD ILLUSTRAZIONE: FRAMMENTO DI BASSORILIEVO CONSERVATO AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI ATENE1 punto
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Quì forse qualcosa di più è la contromarca. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=16449#1 punto
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E’ il minimo che si potesse fare questo per Milano, un atto dovuto eppure dall’inizio 800 non e’ mai stato fatto nulla Io credo che si possa e si debba fare altro a livello Numismatico, e non solo, per una città internazionale come Milano dove abbiamo la Sni, nasce la Nip, case d’aste, circoli, tanti appassionati e che oggi e’ attraente sotto ogni punto di vista, lavoreremo per questo perché divulgare per tutti e’ questo...mi auguro che Milano apprezzi e capisca e si muova in questa direzione di una numismatica aperta alla società civile ...conta avere tante monete certamente ma conta molto di più il poterle mostrare alla collettività anche perché le Monete ricordiamocelo sono di tutti noi ...1 punto
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e' una cosa molto bella che Milano abbia un'esposizione permanente delle monete della sua storia. Al castello sforesco era troppo di élite per com'è organizzato. Invece uno va al museo e vede, si trova davanti alle monete di Milano. Poi si tratta di un'esposizione permanente. Milano ha tante potenzialità che possono essere usate anche per la numismatica... ?1 punto
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Con quei rilievi e il conio precedente così ben visibile siamo per forza sullo SPL. Anche senza pulizia, non è che togliendo lo sporco la conservazione sale..1 punto
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Ció accade nella quasi totalità delle inchieste giudiziarie, soprattutto quelle che hanno un certo risalto mediatico. Il giornalista da la notizia, magari enfatizzandola, e ciò fa vendere copie. Pubblicare l’eventuale sentenza di assoluzione a chi serve? Solamente all’imputato, al fine di essere riabilitato anche agli occhi dell’opinione pubblica, (moralmente sarebbe da considerare un atto dovuto) ma ciò non e’ remunerativo, quindi....1 punto
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Bellissima visita, nell area archeologia potresti aggiungere altro. Roberto1 punto
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Buona sera a tutti voi del forum vorrei condividere con voi questa mezza piastra del 1838 che secondo me sono sempre ostiche da trovare specialmente con busto giovanile che conservazione gli date grazie in anticipo a tutti quelli che mi rispondono.1 punto
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Impressionati, oltre per maestosità incisoria, per là stupefaciente e imbarazzante conservazione..1 punto
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Mah. Intanto bisognerebbe disporre di dati certi per affermare che i sequestri e i conseguenti dissequestri (quando questi ultimi si verificano), siano calati notevolmente. Se così anche fosse, una motivazione potrebbe essere rinvenuta "a monte" e cioè nel fatto che a forza di battere e ribattere ormai quasi nessuno acquista più su eBay o siti simili monete antiche da venditori privati. Uno dei principali "canali" che portavano le forze dell'Ordine ad indagare e sequestrare erano proprio quel genere di transazioni. Ne abbiamo parlato molto anche su questo Forum dei rischi connessi agli acquisti online da sellers privati e alla lunga può essere che qualche risultato lo abbiamo anche ottenuto. Dal mio (modesto) osservatorio non mi pare che ci siano particolari conversioni sulla via di Damasco ne' da parte del giudici ne', tanto meno, da parte delle Procure. Ne' mi risulta che la Cassazione abbia mutato orientamento su alcuni principi quali l'inversione dell'onere della prova, la presunzione di culturalita' ecc. E' vero che qualche giudice di merito o qualche procuratore assopve o richiede l'archiviazione, ma ciò e' accaduto anche in passato, come ben sanno molti Utenti di questo Forum. Diciamo che la materia continua ad essere amministrata, sia dalla prassi degli Uffici che in ambito giudiziario, "a macchia di leopardo". M.1 punto
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"In dubio pro reo" si dice (e con ciò l'hanno fatta franca molti politici). In numismatica no: nel dubbio, astenersi. Ciò vale per lo scudo 1846 Sede Vacante, per lo Scudo 1846 di Gregorio e per questo del 1831. Non mi spiego tuttavia questo "svarione" se si trattasse di un falso, a meno che non rappresenti uno "sfottò" o una prova di forza dell'incisore.1 punto
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Per il secondo, potete andare al link: https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/notiziario/Notiziario_3_2013.pdf 267 pagine ma ne vale la pena, interessantissime sia da un munto di vita archelogico che numismatico! Buona lettura1 punto
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Complimenti Filippo! Stupenda e molto rara. Cortesemente potresti descriverci la legenda sul contorno e se dritta o rovesciata?1 punto
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Vamos ✌️...col cartellone eventi completo per il 2018, ora toccherà al 2019 con proposte già arrivate e altre da cogliere, e' una avventura, una storia da raccontare questa, una storia diversa, bella, che vuole percorrere nuovi sentieri e cercare di aggregare mondi attigui e che ha in Lamoneta un teatro naturale e molte affinità, vediamo di lasciare qualcosa di tangibile per la comunità e per la numismatica, in fondo noi siamo solo dei tramiti tra l'oggi e chi verrà, vediamo di lasciare qualche segno reale e virtuoso in questo percorso ...1 punto
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Ciao, molto bella e anche molto rara, si trova meno che della Reimpressa...tempo fa; ultimamente sono anche sparite. Il rovescio mi piace moltissimo, a parte il problemino ad ore 8; i dettagli della corona...e degli ordini cavallereschi son al top. Complimenti. Vedo anche del metallo in più nella zona "120" ... ma ha anche un particolare che mi lascia perplesso: la punta terminale della corona di Ferdinando...è sopra la lettera I di SICILIARVM ... di conseguenza, correggetemi se sbaglio, la testa è stata predisposta dopo la legenda....1 punto
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Ero talmente emozionato che non sapevo da che parte cominciare...c'era tanta roba che andavo in confusione..una sorta di sindrome di Stendhal... e così, oltre a queste che ho postato, purtroppo non ho altre foto..1 punto
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Numismatica Ars Classica > Auction 100 Lot number: 1167 Price realized: 325 CHF (Approx. 334 USD / 298 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: An Interesting Selection of Roman Provincial Coinage Attica, Athens. Pseudo-autonomous issues. Bronze circa 120-140, Æ 9.27 g. Bust of Athena r., wearing Corinthian helmet. Rev. AΘH Themistocles standing l. on galley, holding trophy and wreath; on prow, owl and on ram, serpent. Svoronos pl. 97, 5. BMC 785, pl. XIX, 1. SNG Copenhagen 318. Kroll 181. Rare. Brown patina, minor areas of corrosion, otherwise about very fine ILLUSTRAZIONE: BUSTO DI TEMISTOCLE Temistocle fu un uomo politico e generale ateniese (nato ad Atene tra il 530 e il 520 - morto a Magnesia al Meandro verso il 460 aC). Figlio di Neocle della nobile stirpe dei Licomidi, del demo di Phrearrioi, eletto arconte nel 493, trasformò il Pireo nel porto militare di Atene. Messo in secondo piano dall'azione vittoriosa di Milziade a Maratona (490), tornò a dirigere la politica ateniese dopo il fallimento della spedizione di Paro. Espulsi gli Alcmeonidi suoi oppositori, propose e ottenne, adducendo a pretesto la ripresa della guerra contro Egina, ma pensando a una ripresa della guerra persiana, che i proventi delle miniere del Laurion venissero impiegati nella costruzione di navi; così la flotta ateniese crebbe di 100 triremi. Allo scoppio della II guerra persiana Temistocle fu posto come stratego alla testa delle forze ateniesi; partecipò, sebbene ciò non rientrasse nei suoi piani, alla difesa delle Termopili; crollata tale linea di difesa, diede ordine alla flotta di ritirarsi nel golfo Saronico e fece evacuare Atene, trasferendo la popolazione a Salamina, dove la flotta panellenica pose la sua base. Di contro al parere degli Spartani di impegnare battaglia ai limiti del Peloponneso, Temistocle indusse gli alleati, ricorrendo anche all'inganno, a combattere nelle acque di Salamina. La vittoria del 480 fu un trionfo per i Greci e per Temistocle; nonostante nel 479 fosse stato sostituito nel comando da Aristide e da Santippo, la popolarità di Temistocle rimase inalterata; nel 476 fu celebrato da Frinico con le Fenicie e applaudito ai Giochi Olimpici. Avversato nel suo programma di avvicinamento ad Argo e sospettato di atteggiamenti tirannici, fu ostracizzato tra il 476 e il 471. Prese allora dimora ad Argo da dove cercò di sollevare nel Peloponneso un moto democratico contro Sparta e di procurare ad Atene il dominio dell'Ellade. Dagli Spartani fu denunziato agli Ateniesi per aver cospirato con Pausania. Condannato a morte in contumacia, fuggì a Corcira e di lì a Efeso. Più tardi accolto da Artaserse I andò a vivere a Magnesia al Meandro, in Caria, intorno al 465-464, che gli assegnò il dominio della città beneficiando delle rendite di Magnesia, di Miunte e di Lampsaco. Della sua morte, avvenuta alcuni anni dopo, forse nel 460, non si conosce né la data né il modo; secondo la maggior parte delle fonti si sarebbe suicidato, ma secondo lo storico Tucidide, che era a conoscenza di quanto tramandato circa il suicidio, morì di malattia. Il ritrovamento di un'epigrafe contenente il famoso “decreto di Temistocle” ha riproposto, con il problema della autenticità del testo, anche quello della sua politica prima di Salamina.1 punto
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Ciao @Filippo Pellizzaro, vedendola così si percepisce ottimamente anche lo stato dei fondi e il colore che sono veramente belli, veramente una ottima moneta di quelle che non si vedono spesso. I pochi esemplari visti di questo conio sono sempre con graffi al d.1 punto
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.....collezionare e studiare le varianti nelle Piastre di Ferdinando II non è noioso o ripetitivo....se dopo tanti anni vieni ripagato dalla scoperta di un pezzo sconosciuto e Inedito. Non solo punti, puntini, aquilette e gigli.....ma addirittura busti diversi!1 punto
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Buon fine settimana a tutti, MAGLIOCCA 547 Rarità R3 Ferdinando II Piastra 1840, busto ad alto rilievo con taglio del collo differente dal tipo normale, millesimo 1840 piu grande. Aggiungo : taglio inciso al dritto e scritta PROVIDENTIAOPTIMI PRINCIPIS e giglio. Busto che troviamo nei 30 Ducati del 1839 e 1844 e nei 10 Tornesi 1839 e 1840 e portata a conoscenza per la prima volta da quell'instancabile ricercatore-studioso-appassionato del nostro @Rex Neap. Pochissimi esemplari ad oggi noti. A voi la Piastra e i commenti.1 punto
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Con 1 euro ho pescato queste due belle monete. Una di San Marino e una della Città del Vaticano1 punto
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Buon fine settimana a tutti, pensate mai al giorno in cui dovrete separarvi dalle vostre amate monete.....ricercate e collezionate per tanti anni? A chi affidarle per la vendita? E un pensiero che mi ossessiona ogni giorno.......a voi succede la stessa cosa?1 punto
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Giusto un infarinatura...per saperne di piu' o per rinfrescarsi la memoria a chi gia sa .....giusto per ricordare che livorno è nata molto prima !!!! .... ma molto prima....ho scritti del 900 dopo cristo ...ovviamente...che riportano paesotti che hanno dato il nome a quartieri ora esistenti . Il Mastio di Matilde Mastio di Matilde Con l'avvento delle invasioni barbariche il villaggio di Labrone non segue più le sorti di Pisa. Nel 1100 è governato da Matilde di Canossa che ordina la costruzione di una torre di forma rotonda detta poi Mastio di Matilde, all'imboccatura della cala, per difenderla dalle incursioni dei Saraceni. Quadratura dei pisani Allorché le città italiane si ribellarono all'imperatore tedesco, Pisa divenne una florida repubblica marinara e la sua potenza fu accresciuta dal possesso del castello di Livorno donatogli da Matilde di Canossa nel 1103. I pisani, nel 1143, per aumentare il potenziale difensivo del porto, costruirono la Quadratura dei pisani, cittadella quadrata situata sul lato nord della cala, che incorporò il Mastio di Matilde. Torre del fanale Nel 1284 i pisani persero la battaglia della Meloria ad opera dei genovesi che distrussero le torri pisane. Il loro porto, inoltre, cominciava ad interrarsi a causa delle sabbie del fiume Arno. Per queste ragioni, costruirono, nel 1304, ad ovest del villaggio, su una scogliera, la Torre del Fanale, altissima, imponente, costituita da due torri sovrapposte, con un diametro di circa 12 metri e alta oltre 50 metri sul livello del mare. Fanale dei Pisani in stampa antica Una ricostruzione degli antichi arsenali della Repubblica Pisana In questa antica stampa si vedono le antiche strutture di Porto Pisano, le sue maestose Torri e le Mura che racchiudevano anche il Castello di Ligorno, probabilmente già diventato Città di Livorno sotto il volere dei granduchi di Firenze Prima cinta muraria Ultima opera monumentale della decadente repubblica pisana a favore di Livorno fu la costruzione di robustissime mura che cinsero il Castello (1392). Esse partivano dalla Quadratura dei Pisani , giungevano alla Porta a terra, da questa, a semicerchi, si congiungevano alla Rocca Vecchia, da dove partivano altri due tronconi che cingevano la cala naturale. Le succitate mura, lunghe circa 2200 braccia (Km 1320) furono costruite con pietre quadrate di tufo e senza terrapieno, e munite negli angoli di torri simili a quelle che accompagnavano le mura pisane. Il porticciolo dei genovesi Decaduta la potenza pisana, nel XV° secolo il Castello passò attraverso varie dominazioni, una delle quali fu quella dei genovesi. Essi costruirono il cosiddetto porticciolo dei genovesi a forma di ampio canale, a levante della Quadratura dei pisani, terminante verso la Porta a Terra. Si allargava in una darsena che, pur servendo per barche di piccolo pescaggio, contribuì ad incrementare i traffici, al punto che poco distante fu costruita una dogana. La Torre del Marzocco in un dipinto La Torre del Marzocco Il primo luglio 1421 i fiorentini acquistarono Livorno per diecimila fiorini d'oro dai genovesi e presero i primi provvedimenti, senza però tener conto della situazione sanitaria del Castello, che era precaria, in quanto esso si trovava al margine di una zona paludosa sopra un lido sul quale si ammassavano spesso strati di alghe putrefatte. È di questa epoca un importante piano di lavori portuali, solo parzialmente condotto a temine, che costituisce l'ultimo tentativo di rimettere in efficienza l'approdo del porto pisano. Di questo piano faceva parte la Torre del Marzocco, mirabile opera di architettura militare, forse su disegno di Lorenzo Ghiberti. Di marmo bianco, in forma ottagonale, con le pareti rivolte ai venti principali, si erge con un'altezza di 29 braccia dal pelo dell'acqua. Sotto i ponti erano scolpite le quattro armi di Firenze e nelle facce ottagonali i nomi degli otto venti principali. La Fortezza Vecchia Dopo la lunga guerra fra pisani e fiorentini, che terminò nel 1509, si ebbe la restaurazione della dinastia dei Medici a Firenze nel 1512 per volere degli spagnoli. Il cardinale Giulio dei Medici, uomo versatissimo nell'arte militare, comprese la necessità di trasformare Livorno in una vera e propria piazzaforte e a tal fine incaricò l'architetto Antonio da San Gallo. Il progetto prevedeva la costruzione di una Fortezza, detta poi Vecchia, capace di contenere 5000 soldati, fornita di bastioni e circondata dal mare, da erigersi nel punto militarmente più debole e più pericoloso del Castello, vale a dire all'ingresso del suo porto. La Fortezza Vecchia Questa costruzione, armoniosa di linee, potente di difesa, è una delle più belle progettata dall'architetto che fece delle sue fortezze capolavori di architettura del rinascimento e, insieme, di arte militare. Così nel 1518 iniziò la sua costruzione, per la quale fu necessario abbattere gli edifici fatti costruire da Lorenzo il Magnifico alla fine del 1400. La fortezza chiude nelle sue mura il Mastio di Matilde, la Quadratura dei Pisani, raccogliendo quindi in sé tutti i monumenti della più vecchia tradizione marinara e guerriera di Livorno. Fu completata nel 1530 dal duca Alessandro dei Medici, dopo un periodo d'interruzione dovuto all'allontanamento dei Medici da Firenze. Il canale dei Navicelli Fino a questo punto la storia del porto di Livorno è prettamente militare e il luogo è considerato una fortezza. Il duca Cosimo I°, succeduto al duca Alessandro, aveva in mente la costruzione di un nuovo porto e di un canale navigabile. Il canale dei Navicelli abbreviava notevolmente il tragitto fra Livorno e Pisa evitando il traffico via mare. La pericolosa e non facile entrata dei navicelli a Bocca d'Arno univa veramente Pisa, sede di case commerciali, col porto di Livorno. Cosimo I°, per dare incremento alla città, promulgò alcuni bandi, in funzione dei quali prometteva l'incolumità a tutti coloro che erano ricercati dalla giustizia, con la condizione di trasferirsi definitivamente a Livorno. I lavori di scavo del canale ebbero inizio nel 1541 e segnarono il principio della funzione economica di Livorno. L'opera, infatti, non era importante dal punto di vista militare ma serviva per l'unione commerciale, non solo di Livorno con Pisa, ma anche con l'entroterra toscano, cosa problematica per quel tempo, dato che non esisteva alcuna strada veramente carrozzabile. Il funzionamento regolare del canale si ebbe, come vedremo, sotto Ferdinando I°. Il progetto prevedeva d'impedire alle maree di penetrare nel canale che doveva mantenersi pieno con l'acqua presa per mezzo di una cateratta dall'Arno a Porta a Mare.1 punto
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