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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/01/18 in tutte le aree
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Segnalo: https://www.cronacanumismatica.com/il-grosso-aquilino-della-zecca-di-vicenza-storia-e-varianti/ sono molto soddisfatto per la pubblicazione, tuttavia ho riscontrato qualche errore grammaticale (probabilmente per la fretta di pubblicarlo da parte della redazione) e qualche errore nella figura che spiega la disposizione (e la mancanza dei protagonisti: i tondelli) Sono, comunque, super felice per Roberto e gli auguro ogni bene. (in questi casi si dice bene? m...a? in c. alla balena?) allego la mia immagine5 punti
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34 anni, 6 mesi e 8 giorni, il suo dogado fu il più lungo della storia della Repubblica di Venezia. Una storia tramandata sia da fonti scritte che da un piccolo tondello di metallo, dal diametro anche di pochi millimetri .... Come ci insegna il buon Luciano: dopo il Tron,... Le stampe erano fate, manchava le letere e la testa a far, e le monede batude...! @417sonia2 punti
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E che non ci si conosce abbastanza caro @odjob ma dietro a molti nik batte un cuore speciale.. Eros2 punti
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Secondo me é importante sottolineare ancora la multidisciplinaritá di questo evento che ha come filo conduttore il precedente, sempre in Ambrosiana, per allargarsi però su più temi : prepredominante quello storico, che si avvolgerá su più epoche e protagonisti. Senza bisogno di presentazione il relatore , tra i massimi esperti del nostro patrono e dei Borromeo, ci condurrá sicuramente per mano in un percorso con orizzonti ben oltre la numismatica. La cripta di san san sepolcro é poi una gemma preziosa se si pensa che è l esatta copia di quella di Gerusalemme in epoca medioevale. Ma mentre quella originale nel tempo ha subìto modifiche quella milanese é rimasta una fotografia dell'originale di quel periodo. Un dovuto riconoscimento a Mario.2 punti
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Salve a tutti voi. Per alimentare questa discussione,,vi mostro le fotos di due altri "II tipo". Si leggono bene le lettere CON sul dritto del secondo mezzo soldo.2 punti
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Qualcuno che conosce bene l’inglese lo traduca a beneficio di paoaroupa , cosi evita di dire bischerate. Senza la visione diretta bisogna andarci cauti con le asserzioni troppo definitive. Un avvertimento mai ripetuto a sufficienza, a quanto vedo.2 punti
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Buongiorno e buona domenica a tutti posto l'ultima entrata in collezione... Da quello che ho visto in questi ultimi anni mi sembra più reperibile in alta conservazione il 1826 rispetto al 1841 Soldo 18262 punti
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Il prossimo evento organizzato dall'Associazione Culturale Quelli del Cordusio si terrà il giorno 29 settembre 2018 sabato alle ore 10 in Ambrosiana dal titolo " Momenti storici ". Cosa sarà " Momenti storici " ? Sicuramente storia, ma anche simboli, identità di Milano. Relatore sarà Monsignor Marco Navoni, Viceprefetto Ambrosiana e verterà, come da Locandina allegata, su Sant'Ambrogio visto nella sua iconografia che muta tra religione, politica e società e che avrà per forza di cose riflessi anche sulle nostre monete, ma si parlerà anche di un altro simbolo quale la Palma voluta dal Cardinale Federico Borromeo, appena restaurata e ritornata in Ambrosiana che poi al termine si potrà vedere. Un mix incredibile che passerà da Sant'Ambrogio, al Cardinale Federico Borromeo, a Leonardo da Vinci che definì la Cripta di San Sepolcro " il vero mezzo di Milano ", a San Carlo Borromeo che lì pregava, a un monetiere del 1030 da cui tutto in fondo partì... Storia, monete, simboli per chi vorrà il 29 settembre con noi con incontro all'ingresso di Via Cardinal Federico 2, Milano alle ore 10,00 per poi procedere insieme nella Sacrestia Monumentale di San Sepolcro. Necessaria la prenotazione per soci e anche non soci, ingresso gratuito in via eccezionale per la Conferenza, si raccomanda la puntualità perché alle 10,15 le porte della Sacrestia verranno chiuse. Seguirà per chi vorrà un aperitivo nell'attiguo Bar Spadari. Ambrosiana 29 settembre 2018.pdf1 punto
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It first it appeared in Bertolami in 2015. It is now to be auctioned in August in HA, slabbed by NGC. The provenance is conveniently forgotten and to my eyes it has been smoothed to make the die rust appear more pleasant. Any other views are welcome.1 punto
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Salve, vorrei una vostra classificazione su questa moneta. E' da qualche tempo che provo a classificarla, ma senza successo. Potrebbe essere Toscana, o Ferrarese?? Grazie infinite per l'aiuto.1 punto
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Salute è di recente pubblicazione questo libro scritto da Paolo Gabriele "Le frazioni di Follaro medievali di Bari della collezione numismatica di Paolo Gabriele" Il libro è stampato su ottima carta ha una copertina rigida il costo è di € 16 + 9 per la spedizione tracciata per contatti:[email protected] Salutoni odjob1 punto
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Ad un mercatino locale ho trovato questo Due denari 1680 di Vittorio Amedeo II1 punto
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Voleva imitare un quarto del primo tipo di Carlo II... Messerano è interessante, non so se questa moneta era già ben descritta, nel mir non è precisa la descrizione, mancano i bisanti sopra e sotto il FERT e gli anellini nei quarti della croce...1 punto
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Milano da scoprire, dai tanti segreti, dagli angoli che non ti aspetti... Che i legami tra Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci siano stati forti è cosa abbastanza risaputa, mono noto è il fatto che Ludovico volle sdebitarsi per i vari servizi prestati da Leonardo con un qualcosa che lo stesso apprezzava e che andava oltre il valore monetario delle opere fatte. Siamo nel momento in cui Leonardo sta lavorando all'Ultima Cena in Santa Maria delle Grazie, Ludovico gli dona un terreno di 16 pertiche che Leonardo utilizzò come vigna, da cui il nome " la vigna di Leonardo ". Il dono di Ludovico non fu casuale, Leonardo veniva da una famiglia di vignaioli e il vino era uno dei suoi grandi interessi e una sua passione. Si ritiene che il vigneto si trovasse in Corso Magenta nella Casa degli Atellani, oggi Museo visitabile e con nel retro in giardino una vigna ricostruita come poteva essere stata, proprio di fronte a Santa Maria delle Grazie. La ricostruzione è molto fedele, qui allego una immagine di come era la vigna prima del 1920 e il giardino della Casa degli Atellani. Altra storia, altra magia, altri grandi protagonisti di Milano...1 punto
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Gettone del 1735 Compagnia della Beata Vergine Maria del Riscatto di Novara. Era questo un sodalizio di cittadini il cui scopo era quello di raccogliere offerte per riscattare i cristiani rapiti e detenuti in schiavitù dai Turchi. Questa compagnia , nata a Novara nel 1708, nel 1736 decise di tramandare ai posteri, con un gettone, la memoria della propria esistenza. "Novaria Civitas" tributo a Novara - Mostra Filatelica Numismatica del 20061 punto
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Lo stile è quello dei gettoni di ottone (2,25 g, 20 mm) della ditta Lauer coniati dal 1873 al 1888, nel periodo della gestione di Maria Katharina Lauer, vedova di Ludwig Christian Lauer. La testa sul diritto è di Guglielmo I di Germania, nato Guglielmo Federico Ludovico (tedesco: Wilhelm Friedrich Ludwig; Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888), che fu imperatore tedesco (Deutscher Kaiser) dal 18 gennaio 1871 al 1888 e re di Prussia (König) dal 1861 al 1888. E’ un gettone da gioco (Spiel Marke) il cui valore commerciale si aggira sui 10-12 €.1 punto
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ciao @lukas1984 Turchia, 20 Kurush AH 1293=1876, Abdul Hamid II., 1876-1909 vedi anche: https://www.zipzappa.com/1293-1878-ottoman-empire-20-kurush-abdul-hamid-ii-coin.html E le giriamo giuste ... Per i numeri arabi, cerca su internet una tabella per compararli, poi diventa tutto facile! Servus Njk1 punto
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No, credo che ormai sia assodato il fatto che a partire da quest'anno la produzione dei "ramini" italiani (parlo solo delle monetine da 1 cent e da 2 cent, naturalmente, non di quelle da 5 cent) è sospesa. Teoricamente, però, di pari passo si sarebbe dovuto procedere all'arrotondamento dei prezzi (almeno per quanto riguarda i pagamenti in contanti), proprio come avviene da anni in altri Paesi europei (Finlandia, Paesi Bassi, Irlanda, Belgio), invece da quel punto di vista qui non è successo nulla. Anzi, con la storia dei sacchetti a pagamento adesso devono usare le monetine anche tutti quei commercianti che fino all'anno scorso non le usavano. Quindi lo stop alla produzione di monetine non ha molto senso (anche se il numero esorbitante di "ramini" che è stato coniato nel 2017 dovrebbe far sì che almeno per qualche anno non si verifichi nessuna carenza di monetine)...1 punto
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Oggi in asta Naumann 67 al lotto 21, una piccola litra di argento arcaica da Imera, con al diritto una bella testa barbuta, forse il guerriero che indosserà ( dal rovescio ) l' elmo corinzio con apparente decorazione floreale sulla calotta .1 punto
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... e teniamo in conto che l'amico @gennydbmoney.. non è bravo con le foto...come me, peraltro. Ma questo è forte......1 punto
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La prossima volta chiedigli la dichiarazione di lecita provenienza con l'alternativa di chiamare i carabinieri, vedrai come cambia tono!1 punto
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Buongiorno a tutti! Alla fine c'era ancora qualche bancarella e ho preso 2 euro commemorativi, più precisamente uno dell'Irlanda e uno della Grecia, da un venditore gentile e spiritoso. L'unico inconveniente è un po' di nervoso dovuto a uno che vendeva monete antiche, comprese romane. Per curiosità ho visto un paio di monete e, in una ciotola di rottami, c'era un follis di Diocleziano in buone condizioni e con argentatura. Il prezzo? Sulle 40 euro. Io gli ho detto che su internet, come il sito Ebay, queste monete si possono trovare a un prezzo più basso ma lui mi ha subito attaccato dicendo che non capisco nulla, non crede alle vendite Ebay e che non sono un vero collezionista. Devo dire che ci sono rimasto male dopo avermi detto questo ma poi ho pensato...Lui invece è un "vero collezionista"? Si come no! Uno che non sa riconoscere un sesterzio di Giordano III, un antoniniano di Floriano, monete di bronzo mischiate a quelle con il cancro e perdi più raccontando baggianate sulla storia di Diocleziano si sente un esperto. La prossima volta ci andrò solo per farlo svegliare un po'. Comunque grazie anche a te Afranio per il suggerimento. ? Buona giornata a tutti!1 punto
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Un mio titolo provvisorio ed un mio vaglia cambiario a confronto, seppur quasi uguali, gli incisori hanno avuto il tempo di stravolgere quasi tutto, filigrana compresa, si trattava in fondo di una piccola dicitura, la fretta è forse solo una scusa. Altre ipotesi? anche fantasiose1 punto
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Ciao Luca Buongiorno, Grande Acchiappo complimenti . conservazione tra il BB+ e il q.SPL.1 punto
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Prego.Sono commosso per la tua educazione e sensibilità verso la lettura numismatica. Salutoni odjob1 punto
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Ti conviene cercare per le vie un po' più traverse, nel corpo centrale ormai trovi solo vestiti e schifezze1 punto
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Essendo monete di borsa, la rarità incide marginalmente sulla quotazione. Nel link le emissioni del 20.000 reis secondo gli anni. Andiamo da 396 pezzi a 14.000 (Il 1908 è sbagliato, sono 6.001). https://www.ngccoin.com/price-guide/world/portugal-10000-reis-km-520-1878-1889-cuid-1111716-duid-15125271 punto
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Grande Collezione e grande conservazione, quasi da articolo sul Gazzettino tra poco, tieni presente ?,1 punto
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Non vorrei aver creato confusione... Ribattuto su un mezzo soldo della reggenza del I tipo, quelli con data 1647 in cui la reggenza inizia con CH F C EM...1 punto
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E' un'altra ipotesi Li posseggo pure i vaglia cambiari* e sono "quasi uguali", non è di certo un fattore determinante, si sono comunque dovuti approntare dei nuovi cliché e ad aggiungere quella dicitura non ci voleva nulla. E con l'ultima emissione con il contrassegno medusa (1947-1950) la fretta nell'emetterli era già un ricordo. (tre miei esemplari*)1 punto
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A che "titolo" ve lo chiedo? provvisoriamente ti rispondo che magari ne potete sapete di più sulla questione. Comunque l'ovvietà di cui parlavo, si riferiva alla "provvisorietà" dei titoli, ma che comunque non ne scuserebbe l'omissione, senza quella famosa dicitura significa che si potevano falsificare? O magari nella fretta di emettere biglietti di taglio superiore alle mille lire, data la necessità nel 1945 di adeguare la scala dei tagli al mutato potere di acquisto della nostra lira, se ne sono dimenticati? ma è solo una ipotesi.... volevo anche qualche vostra ipotesi in merito. (sulla G.U. che ne autorizza l'emissione non ho trovato nulla) Basta la legge contro la falsificazione in effetti, è chiara e cristallina, allora forse non c'era bisogno di stampare su ogni banconota in 100 e passa anni di emissioni su miliardi e miliardi di esemplari quella dicitura? (un mio esemplare contraffatto)1 punto
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grazie molte di questi contributi utili e costruttivi. Francamente mi aspettavo di trovare altri che partivano dal collezionare raccogliere monete per la loro bellezza e il loro fascino anche legato al metallo alla patina ecc.. Magari sono timidi. Come azioni anche a seguito di tutti gli sforzi che avete profuso leggero' tutta la parte del libro di collezione Carige curata dalla prof. Lucia Travaini (circa 70 pagine). Mi impegno anche a curare il prossimo post di una moneta anche dal punto di vista storico e non solo per la bellezza del pezzo. Marco1 punto
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Ciao a tutti, ciao a @nikita_ e @ART e grazie per i contributi. Volendo continuare a dare un tono scientifico a questa discussione, vorrei cominciare a classificare queste valute in due categorie: quelle Fantastiche Fittizie (in seguito FF) e quelle Fantastiche Reali (FR). Quelle postate da me sarebbero secondo i miei canoni delle FR in quanto sono state utilizzate veramente come requisiti in alcune scene reali (vedi per es. le banconote che sono state preparate per farle sembrare invecchiate) ed altre che sono state create forse a posteriori, ispirate da libri o film come quelle sopra di Harry Potter, la cui etichetta le definisce come "inspired by" (ispirate da) o forse anche i credits di Star Wars, ma mai veramente usate. Per continuare le galleria: Wupiupi (anche di Star Wars). Moneta di Tatooine e degli Hutt's (un saluto @Jabba , utente purtroppo non molto attivo!?) Non so se queste sono FF o FR, quelle cho ho trovato in rete hanno comunque l'impressione di essere "arabeggianti" (il commento con l'anno sulla moneta l'ho aggiunto io), ma visto che Tatooine si trova in Tunisia... (PS: davvero!) penso che sia loro permesso! Servus, Njk1 punto
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E’ un evento sicuramente anche dell’identità e dei simboli, a volte dimenticati, a volte poco conosciuti, a volte poco stigmatizzati, sono occasioni che non arrivano tutti i giorni, in ambiti che da soli fanno l’evento, certamente per l’orgoglio e il piacere di questa città ma non solo ..gli ingredienti che usciranno saranno molti ma molti ...1 punto
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@savoiardo @vwgolf IL mezzo soldo di Car.Em.II duca con al r/ in te domine confido esiste vedi MIR 783 Grella quando le ho fatto vedere il mio sosteneva che si trattava di falso d'epoca e così scrive Cudazzo adesso si devono ricredere in quanto Grella ne ha reperito un esemplare spl. e che sarà pubblicato sul nuovo m.i.r. Blaise1 punto
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Personalmente sono contento del fatto che molti collezionisti snobbano queste tipologie monetali,in questo modo lasciano la porta aperta a chi realmente sa apprezzarle...1 punto
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È normale trovarli ribattuto sui mezzi soldi precedenti, probabilmente i mezzi soldi della reggenza sono stati in buona parte ritirati appunto per permettere questa coniazione. Anche se non perfettamente conservata questa piccola moneta permette di leggerne la data ed è una cosa non facile.. I mezzi soldi della reggenza su cui è riconiata questa moneta vengono considerati di I tipo erroneamente essendo gli ultimi in fase cronologica ad essere stati prodotti, 1647 la loro data, il 1641 è probabilmente un errore di battitura o di lettura, la legenda di cui parla Blaise è comunque una impronta non cancellata della moneta precedente.1 punto
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Informo i frequentatori di questa sezione che ho dato le dimissioni da curatore della stessa. Mentre ringrazio i molti che mi hanno supportato, faccio presente che continuerò a seguire come utente questo bel forum1 punto
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Ecco L'Inno omerico ad Ermes, IV, 1-1883, che racconta il furto dei buoi da parte di Ermes Canta Ermes, Musa, di Zeus e Maia, il signore di Cillene e dell’Arcadia ricca di pecore, il supremo messaggero degli dei, il figlio di Maia, dico, – la venerabile ninfa dai bei capelli -, e di Zeus, lei che i beati fuggiva, dimorando nell’antro tutto ombra; qui, il Cronide alla ninfa era solito unirsi a notte profonda, – mentre il sonno abbracciava Era dalle bianche braccia -, di nascosto dagli dei e dagli uomini. Ma quando Zeus compì il suo piano, – e per lei il decimo mese passò nel cielo -, da solo fece luce e illustre fu l’opera: ella generò un figlio astuto, ingannatore, ladro, guida di buoi, padrone dei sogni, spia notturna, custode di porte, presto famoso fra gl’immortali. Nato all’aurora, a mezzogiorno suonava la lira, a sera rubava i buoi di Apollo arciere, il quarto del mese generato da Maia padrona. Ermes da poco alla luce non rimase a lungo nella culla, ma si alzò e andò in cerca dei buoi di Apollo, oltrepassando la soglia dell’antro. Là trovò una tartaruga, e gioia lo prese. Per primo creò una tartaruga sonora. Se la trovò sulla porta del cortile, brucava erba, e lenta muoveva. Il veloce di mente la vide, rise e disse: “Che fortuna! Salve, carissima, ti si batte quando si danza, sai? Compagna di banchetto, felice bestiolina: chi ti porta qui, bel giocattolino? Hai un guscio variopinto, tartarughina; ti prenderò, bella mia, e porterò a casa; mi servirai, e non ti disprezzerò; tu gioverai a me prima che ad altri. A casa meglio stare che fuori fra i pericoli. Mi terrai lontano dal tristo maleficio, da viva; se invece tu morissi, ah come canteresti!”. Sollevatala, subito andò verso casa, in mano l’amabile gingillo. Poi, premendo con bulino di ferro, la perforò nel molle. Come quando fulmineo un pensiero penetra il cuore di un uomo assai afflitto, o quando lampi emettono gli occhi, così il luminoso Ermes meditava parola e azione. Tagliò con garbo delle canne e le ficcò nel guscio della tartaruga entrando dal dorso. Poi, l’ingegnoso, tese intorno una pelle di bue e vi fissò due bracci, uniti da un ponte, e tirò sette corde sinfoniche di pecora. E quando finì, in mano il bel giocattolino, provò col plettro una per una le corde: risuonò acutissimo; e il dio cantava – dolcemente improvvisando, come i giovani durante la festa gareggiano chiodo a chiodo – di Zeus e di Maia dalle belle scarpe, come un tempo si accoppiavano, e così illuminava la sua nobile stirpe; in subbuglio le ancelle e la splendida dimora della ninfa, e i tripodi della casa e i perenni lebèti. E mentre cantava, già altro meditava. Depose nella culla la curva lira; e, smanioso di carne, schizzò dalla stanza profumata, per stare di vedetta, macchinando un inganno profondo, come i ladri nella notte nera. Il sole entrò sotto terra, nell’Oceano con cavalli e carri. Ed Ermes di corsa giungeva ai monti della Pieria, dove i buoi degli dei avevano la stalla e pascolavano nei prati inviolati. Ermes, dall’occhio acuto e rapido, ne rubò cinquanta. Li spingeva ubriachi attraverso il terreno sabbioso, cancellava le loro orme: memore dell’arte dell’inganno; gli zoccoli invertiti, davanti dietro, dietro davanti: lui frontale. E subito, sulla sabbia del mare, si mise ad intrecciare con i giunchi sandali che non si possono dire, incomprensibili, cose meravigliose: univa tamerici e rami di mirto. Poi legò insieme un fascio di quella verzura, senza fare danno strinse ai piedi i sandali leggeri con le foglie, che egli stesso, la gloria, aveva spiccato, per nascondere il ritorno dalla Pieria, come chi si affretta per un lungo viaggio, contando su se stesso, unicamente. Ma un vecchio dalla sua vigna fiorente lo vide che correva verso la pianura, attraverso Onchesto adagiata sull’erba; per primo Ermes gli si rivolse: “Vecchio incrocchiato che zappi, certo molto vino avrai a fine raccolta: ma, anche se hai visto, non hai visto, se hai udito, niente hai sentito; stai zitto, il tuo è sicuro”. Così parlò. E spinse i buoi testa grossa. Per quanti monti ombrosi, e quante vallate tonanti e campi fioriti si avanzò la testa gloriosa. Nera soccorrevole era passata la divina notte quasi tutta; presto l’alba maestra; da poco in cielo la luna, figlia di Pallante megalomane, quando Ermes al fiume Alfeo sospinse i buoi, che freschi giunsero alla stalla e agli abbeveratoi dinanzi a uno splendido prato. Là, fece pascere i buoi, poi tutti nella stalla, – mangiavano trifoglio e cipero umido -, raccolse molta legna e impastò le mani nel fuoco. Prese un bel ramo di alloro e lo fece girare in un ramo di melograno, tenendolo fra le mani: ne scaturiva un soffio caldo. Ermes per primo mandò nel sopramondo fuoco e mezzi per accenderlo. Raccolse molta legna secca e compatta e la custodì in un fosso sotterraneo. Lampeggiò la fiamma, lanciando lontano la folata del fuoco, che forte bruciava. E mentre Efesto accendeva il fuoco, egli trascinò fuori due buoi mugghianti, vicino alla fiamma – aveva grande forza -: li gettò entrambi a terra, sul dorso, ansanti; poi, piegatosi, li girò, e toccò loro il tempo. Aggiungeva un lavoro a un altro, tagliando le carni pingui di grasso, e dopo averle infilzate insieme al dorso negli spiedi di legno, le arrostiva col nero sangue spurgato dalle viscere. Queste cose rimasero lì. Invece, tese le pelli su un’aspra roccia, dove tuttora giacciono. Dopo Ermes lieto poggiò le belle carni su una pietra larga e levigata e tagliò dodici parti assegnandole a sorte: rese ciascuna un dono perfetto. Allora Ermes voleva per sé le sacre carni: l’odore lo tormentava – ed era un immortale -; tuttavia non le mangiò, e quanto le desiderava. Ma conservò nella stalla e appese alte grasso e carni, trofeo del furto recente; poi, elevato un cumulo di legna secca, gettò nel fuoco zampe e teste. E compiuta ogni cosa come conveniva, buttò i sandali nell’Alfeo, fece morire la brace, coprì di sabbia la cenere nera. Per tutta la notte, la luna in alto splendette. Subito dopo raggiunse le cime luminose di Cillene, all’alba: nessun dio, nessun uomo nel lungo cammino né cani. Ermes, curvandosi, entrò dalla serratura come brezza, come nebbia. Difilato giunse nell’intimo della grotta, a passo lieve, senza far rumore. E subito saltò nella culla, con le spalle fasciate da bimbino, con una coperta sulle ginocchia, nella sinistra la tartarughina. Ma il piccoletto era un dio – non sfuggì alla madre, la dea: “Ma cosa fai, diavolino, da dove arrivi, a quest’ora, spudorato? Credo proprio che fra non molto in catene passerai per quella porta passerai per le mani di Apollo finirai fra pochissimo di fare il furfante per le valli. Torna indietro! Tuo padre ha generato un aborto per uomini e dei”. Ermes di fino: “Mamma, perché vorresti spaventarmi, non sono un bambino, che nulla sa di monellerie, non sono timoroso, né temo i rimbrotti della mammina! Piuttosto mi impossesserò dell’arte migliore, pensando a me e a te per sempre; né noi due soli fra gli dei sopporteremo – senza offerte, senza preghiere – di restare qui, come tu comandi. Meglio essere per sempre uniti agli immortali – ricco, ricchissimo, sfamato – che poltrire a casa, – che dico – in questa grotta buia; e, quanto all’onore, avrò gli stessi diritti di Apollo. E se mio padre non me li concederà, io stesso, io proprio io proverò – e ci riesco – ad essere il capo degli ingannatori. E se Apollo mi cercherà, altro guaio e più grande lo aspetta. Infatti, andrò a Pito e penetrerò nel suo grande santuario; di là molti e bellissimi tripodi e lebèti ruberò, e oro, e molto ferro infuocato e molti abiti; vedrai…”. Così parlavano Ermes e la madre.1 punto
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Buona sera a tutti, @avgvstvs peso e diametro per quanto riguarda questo esemplare oramai è tardi, a meno che chi l'ha comprato non passi da queste parti. A seguire sempre dalla rete un'esemplare non bellissimo ma con foto un po migliori, i dati metrologici non vengono forniti neanche per questo ma resta sempre un buon pezzo per le comparazioni con gli altri conosciuti, a tal proposito l'ho affiancato a quello di @magdi con il quale sembra avere molti tratti in comune e lo stesso vale per quello sopra postato, saltano all'occhio in particolar modo: la parte superiore della C (T) appiattita, colpi di martello che non li allontanano troppo dall'area toscana, forma del tondello, R con stanghetta ad arco e sembrano anche essere accomunati dall'esiguo spazio tra cerchio interno ed esterno che al dritto costringono le lettere ad appiattirsi ed allargarsi , in particolar modo la A di IMPERATOR. Che ne dite?.1 punto
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Buonasera a tutti, non ho ancora ricevuto il Magliocca, non l'ho potuto leggere e non mi posso esprimere. Ma avendo anche io nel mio piccolo, collaborato con Pietro, mettendo a disposizione le monete Napoletane della mia Collezione e quel poco di esperienza maturata in 24 anni di studio e ricerca sulle varianti delle stesse, considero quest'opera come il frutto della passione e dell'impegno di Pietro e dei tanti collezionisti che lo hanno aiutato a formarla. Grazie Pietro a nome di tutti noi.1 punto
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Premetto di conoscere molto bene il volume, avendoci lavorato su (sono il curatore della collana in cui è stato pubblicato assieme ad altre opere numismatiche) , mi domando come sia possibile che si critichi un'opera senza averla nemmeno sfogliata... Accetto, per carattere e per educazione, qualsiasi tipo di critica, persino quelle distruttive, quelle che non aiutano a crescere affatto, ma non riesco ad immaginare qualcuno che possa contestare un volume per la sua impostazione di catalogazione per millesimo o nominale, bollandolo come un volume di studio non degno di tale nome. Come se esistesse una cultura di serie A ed altre di leghe inferiori. Stupisce altresì la convinzione che un titolo accademico ufficiale sia condizione necessaria per poter divulgare conoscenza (ahi quanto è sbagliato). Perdonerete questo mio intervento, che non è uno sfogo, quanto una riflessione scritta sul perché a volte è davvero difficile pubblicare volumi in Italia e soprattutto in campo numismatico. Detto ciò, vorrei specificare che il manuale del Magliocca è un volume anzitutto di studio, comprendente molte scoperte ragionate o comprovate da documentazioni, che fanno luce su periodi e coniazioni mai analizzate così a fondo. In aggiunta alla catalogazione di studio, per venire incontro alle tante richieste ed esigenze di mercato, sono state aggiunte anche le valutazioni economiche per condizione, basate su una media delle vendite avvenute all'incanto negli ultimi 10 anni, su transazioni commerciali di cui si è recuperata traccia e su prezzi attuali di vendita. Il comparto iconografico a corredo poi è quanto di più completo la monetazione di Napoli abbia mai visto racchiuso in un unico insieme di pagine, con monete MAI (SOTTOLINEO MAI) PUBBLICATE PRIMA. Ci saranno di certo errori, refusi, incongruenze, deduzioni sbagliate, errori di correzione, grafici, dimenticanze, mancanze, ma, come diceva sempre mio nonno: "sol chi FA, sbaglia" . E ad un autore che mette nero su bianco la sua fatica dopo anni di studi, non riesco proprio a non fare i miei complimenti e a non chiamarlo Prof. Peraltro si tratta del volume che ha venduto di più alla data di uscita di tutte le altre opere della collana che mi pregio di curare; riguardo la disponibilità del volume, mi hanno comunicato essere già limitatissima, per cui di certo si provvederà in futuro ad una ristampa... Insomma il passaparola, vero volano e migliore pubblicità possibile, è una garanzia di qualità della stessa opera, a dispetto della sua catalogazione per millesimo o per nominale. Mi son dilungato troppo. Scusatemi per l'intervento, e buon proseguimento. Pierpaolo Irpino1 punto
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