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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/25/18 in tutte le aree

  1. Mi inserisco solo per segnalare che nel forum esiste una sezione dedicato alla pulizia, al restauro e alla conservazione delle monete. Con una semplice ricerca per parole chiave potete trovare tutte i suggerimenti del caso. Al fine di evitare irrimediabili errori vorrei solo anticipare alcuni principi fondamentali della pulizia e del restauro: 1) le monete hanno attraversato i secoli per arrivare fino a noi... che ne saremo custodi temporanei... il nostro intervento dovrebbe essere volto alla migliore leggibilità, senza stravolgerne lo stato, e alla migliore conservazione. 2) difficilmente potrete trovare in garage o in cucina i materiali necessari per un adeguato restauro; l'olio d'oliva e l'aceto è meglio usarli per l'insalata; esistono prodotti specifici per la pulizia e il restauro, acquistabili anche on-line, per pochi euro. 3) su monete in rame, bronzo o oricalco i prodotti complessanti possono essere utilizzati ma con molta prudenza...ed è qui che compare il bisturi, da utilizzare con microscopio binoculare o monocolo a 20x (i bisturi sono reperibili sia monouso, con manico in plastica, che con portalama metallico e lame intercambiabili; ne esistono di diverse forme e misure...io normalmente uso la 23). per quanto rimane da approfondire... appuntamento dell'apposita sezione ciao Mario
    3 punti
  2. Appena tornato da Verona, dove ho trovato con piacere il caro ed instancabile Mario (dabbene). Oggi ho fatto il pieno, non nel senso di carburante ma di cultura: copia n° 400 del manuale delle Monete di Napoli con dedica dell'autore, che stimo, e al quale vanno i miei più sinceri ringraziamenti. La copia del Gazzettino del Cordusio, la copia di Res Nummariae Mediolanenses e la chicca del catalogo delle monete conservate all'Ambrosiana. Avevo la macchina che piegava leggermente a dx dato il peso culturale che avevo messo sul sedile del passeggero. Mi spiace immensamente non esserci domani soprattutto per il pranzo, ma come ho già detto a Mario ho un impegno e una ricorrenza importante. Auguro a tutti un buon sabato lamonetiano. Dimenticavo: tessera n° 120 del Cordusio.
    2 punti
  3. Buonasera a tutti, Vi mostro un particolare di una piastra nella quale, a mio avviso, si ha la V di Ferdinandus con la A rovescia. Sono molto accetti i vostri pareri. Filippo
    2 punti
  4. Sarò presente tutta la giornata di sabato. Dovrei riuscire a venire al pranzo.
    2 punti
  5. Ho trovato una moneta… … Quanto vale? Iniziamo col dire che le monete del Regno d'Italia sono fuori corso da oramai più di 70 anni e quindi se le hai trovate in casa sarà fondamentalmente per due motivi: Qualcuno le ha collezionate (e quindi probabilmente saranno ben catalogate e conservate in album, vassoi o simili e forse ci saranno in giro per casa anche libri di argomento numismatico, cataloghi d'asta, eventuali fatture di acquisto, etc etc.) Qualcuno le ha accumulate senza particolare criterio e le ha poi abbandonate in soffitta, in cantina, in cassetti, in armadi etc etc... Due consigli preliminari: 1. NON PROVARE MAI A PULIRE, IN NESSUNA MANIERA E PER NESSUN MOTIVO UNA MONETA! Invece di migliorarla l'unico sicuro risultato che otterrai sarà quello di rovinarla irrimediabilmente azzerando anche quel minimo valore eventualmente posseduto. 2. CONSULTA UNO DEI SEGUENTI CATALOGHI SULLA MONETAZIONE ITALIANA: - GIGANTE F. - Catalogo Nazionale delle Monete Italiane dal '700 all'Euro - Gigante Editore - MONTENEGRO E. - Manuale del Collezionista di Monete Italiane - Montenegro Editore Sono facilmente reperibili online o in qualsiasi libreria ad un prezzo di circa 20€ e consultandoli potrai almeno farti un'idea generale di quello che hai in mano. ATTENZIONE! Questi cataloghi oltre a varie informazioni, tra cui la RARITA' delle varie MONETE, riportano anche la loro quotazione in base allo "STATO DI CONSERVAZIONE". Sappi però che questo concetto in numismatica si basa su precisi criteri la cui padronanza si acquisisce solo con molta pratica ed esperienza pertanto quella che ad un occhio non allenato potrebbe sembrare una moneta in ottime condizioni e "che vale tanto perché così ho letto nel catalogo" nella realtà dei fatti si rivela (quasi sempre) una moneta in condizioni scarse e di valore pari a zero. A questo punto: Se ti trovi di fronte ad una collezione strutturata ti consigliamo di non improvvisarti esperto e di rivolgerti direttamente ad un professionista del settore che potrà darti un parere generale sul materiale in tuo possesso ed eventualmente, su tua richiesta e al costo delle tariffe di categoria, procedere a valutazioni e operazioni più approfondite. Se ti trovi di fronte ad un accumulo di monete varie dimenticate in scatole e sacchetti puoi anche divertirti nel fai da te e questo per il semplice motivo che le monete del Regno d'Italia ritrovate fortuitamente in casa nel 99% dei casi non valgono nulla in quanto: o di annate comunissime prodotte in milioni di esemplari, o in pessime condizioni (a causa di lunga circolazione, colpi, graffi, ruggine, tentativi di pulizia, incrostazioni, pesanti patine formatesi in luoghi umidi o inadatti,etc etc) o, ancora peggio, sia in pessime condizioni che di annate comunissime Tuttavia questi accumuli di monete conservano comunque un minimo valore e solitamente vengono trattati all'ingrosso per 10/20 euro al kg per poi essere rivenduti per pochi spiccioli nelle ciotole dei mercatini. Chiaramente discorso a parte per le monete d'argento per cui, anche se in pessime condizioni, il valore è almeno quello del metallo prezioso contenuto. (E comunque nettamente superiore al valore del monetame vario in metallo non prezioso.) Tieni comunque presente che nella monetazione del Regno di Italia esistono MOLTISSIME MONETE OGGETTO DI INTENSIVA FALSIFICAZIONE (e quasi sempre quelle di maggiore valore) quindi anche quelle collezioni che all'occhio di un profano potrebbero sembrare composte da grandi e belle monete di sicuro valore (sempre perché "così ho letto nel catalogo") potrebbero poi rivelarsi all'analisi di un esperto come una semplice raccolta di "falsi da bancarella" e non cambia nulla che "queste monete girano in casa da 30/40 anni" perchè i falsi non sono sicuramente un fenomeno solo di questi giorni. Ma come si riconosce una moneta falsa? Premesso che, come per "lo stato di conservazione", anche per distinguere la falsità o meno di una moneta occorre un occhio allenato e preparato, sappi che gli esemplari autentici delle monete riportate nell’elenco sottostante (che riporta i più comuni e diffusi "falsi da bancarella") sono tutti in metallo prezioso (ARGENTO o ORO), quindi almeno all’apparenza dovrebbero avere un colore assimilabile a questi metalli. La prima e semplice prova che puoi fare da solo è poi misurarne il diametro e il peso. Quest’ultimo in particolare deve essere il più accurato possibile e se non hai un bilancino al decimo o, meglio, al centesimo di grammo, puoi rivolgerti a qualcuno per fartela pesare (un orafo ad esempio) e, poiché quasi sempre vengono utilizzati metalli poveri, QUASI SEMPRE il PESO DEI FALSI è MINORE rispetto agli originali. Esistono poi tutta una serie di altri indicatori di falsità che possono essere valutati di volta in volta quali ad esempio il bordo, il contorno, i rilievi ma preferiamo non dilungarci perché ad un occhio non esperto anche una moneta palesemente falsa potrebbe sembrare identica all'originale. Infine puoi anche chiedere un parere qui sul forum accompagnando la tua richiesta di aiuto con: - Fotografie chiare e a fuoco, preferibilmente in alta risoluzione, sia delle due facce della moneta che del contorno. - Indicazione della misura del diametro e del peso. Ribadiamo che, come scritto poco sopra, quest’ultimo deve essere il più accurato possibile, almeno al decimo di grammo. Elenco delle principali monete falsificate (ATTENZIONE! L'elenco non è esaustivo) Clicca sul link per visionare la relativa pagina del catalogo online 5 L. (Lire) 1859 - Vittorio Emanuele II Re Eletto 5 Lire Italiane FIRENZE Marzo 1861 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) - Vittorio Emanuele II, principalmente con le seguenti date: - 1861 con Marchio di zecca Torino [T] - 1862 con Marchio di zecca Torino [T] e Napoli [N] - 1864 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1865 con Marchio di zecca Napoli [N] e Torino [T] - 1866 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1872 e 1873 con Marchio di zecca Roma [R] 100 L. (Lire) 1874 e 1878 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) 1878 - Umberto I 20 L. (Lire) 1882 - Umberto 5 L. (Lire) Tallero 1891 e 1896 - Colonia Eritrea - Umberto I 5 L. (Lire) 1901 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1861 1911 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1914 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1927 e 1928 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1928 "Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora" - Vittorio Emanuele III Di questa moneta esistono diverse varianti "di fantasia"; per maggiori informazioni vedi questa discussione 20 L. (Lire) 1936 - Vittorio Emanuele III REGNUM ITALICUM 1918 N.B. Di ogni moneta è presente un collegamento al nostro CATALOGO ONLINE DI NUMISMATICA ITALIANA e cliccandoci sopra verrai portato automaticamente alla scheda analitica della moneta in questione dove potrai trovare varie informazioni che la riguardano. Leggi anche la discussione relativa alle monete di fantasia del 20 Lire 1928 Articolo ideato e realizzato in collaborazione con @ilnumismatico
    2 punti
  6. L' amico Giuseppe Rovera , autore del libro : " Sulle Tracce dei Maestri delle Antiche Monete Sabaude Le Zecche e le Monete da Oddone a Amedeo VIII Duca " , tramite il nostro forum vuole sottoporre ai collezionisti sabaudi alcuni spunti di discussione. Il primo tema e' bene sintetizzato in questa domanda : Quale pensate sia la moneta più bella del periodo dei Conti ? Come stile, attrattività, indipendentemente dalla rarità, massimale o non. Avete voglia di postare anche qualche immagine per creare una galleria fotografica di monete sabaude .
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  7. Vorrei condividere il nuovo arrivo in collezione. Si tratta di un soldo del II tipo di Carlo Emanuele I del 1585 sigle MG per Michele Grobert coniato nella zecca di Chambery. Moneta non rara, ma non facile da trovare in buona conservazione, quindi sono contento di inserirlo fra le mie monete e aggiungere la foto a catalogo in cui mancava ancora. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CE1/26 Spero che vi sia gradita, come fa piacere a me il fatto di poter ammirare le vostre monete!
    1 punto
  8. Avevo notato anch'io queste monete accompagnate da cartellini storici e ne ero stato attirato; purtroppo la qualità dei pezzi, dal mio punto di vista, era troppo bassa. In asta erano sicuramente finite in qualche lotto cumulativo. La classificazione proposta da Catawiki è corretta, in quanto riporta il numero di RIC aggiornato (edizione 2007) e non quello vecchio. Il 365 del cartellino, invece, non può assolutamente essere riferito al catalogo McAlee, sia perché il suo autore probabilmente non era ancora nato quando il cartellino medesimo è stato compilato, sia perché l'ipotesi di circolazione in Siria (peraltro recentemente messa in dubbio dal defunto prof. Buttrey) era anche quella di là da venire. Probabile che si tratti di un riferimento proprio del collezionista.
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  9. La foto che hai inserito purtroppo è priva di particolari, se è argento sembrerebbe buona, ma onestamente non so esprimermi al meglio. Confrontala con questa presa dal web ed aspetta magari qualche altro parere. https://en.numista.com/catalogue/pieces10781.html
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  10. Nessun mistero, il periodo è giusto:
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  11. Obviously, is the same coin, hehe. There is a paper, publishing this coin: https://www.academia.edu/34881419/ Kind regards
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  12. Beato Pio V - Peso 2,86 gr - Diam. 20,55 mm. D/ S.MARIA_LAVRETANA / Santa Casa con sopra Madonna e Bambino R/ B.PIVS_V.PONT.MA. / Volto a destra radiato
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  13. 1 punto
  14. ...in questi giorni sono quasi tutti felicemente impegnati al Veronafil.... Come dicevi sono due "comunissime monete" in discreta conservazione. Il buono da due lire direi qSPL. La moneta ha un bel bordo e al R/ si intravede del lustro di conio. Il D/ è in conservazione leggermente inferiore ma spero che quelle righe sul volto del Sovrano a moneta in mano non siano così evidenti. Le foto del 20 centesimi 1918 non permettono di vedere se c'è del lustro sulla moneta, ma a giudicare dai rilievi direi che si merita un BB+, se invece ci fosse ancora del lustro che ripeto da queste foto non riesco a vederlo potrebbe meritarsi anche un qSPL.
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  15. Migliore di BB senza ombra di dubbio per la tipologia, ad averne così...caro Asclepia.
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  16. Lasciatemi una copia del libro, mi raccomando non vendeteli tutti prima del mio arrivo, naturalmente con dedica dell'autore. Vedo anche il catalogo dell'Ambrosiana, una copia arriverà anche a Napoli, in quaesta foto si uniscono due grandi città numismatiche, Milano e Napoli.
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  17. Riepiloghiamo per il pranzo Ritrovo lamonetiano allo stand 254 fila G di R -R Riccardo Rossi alle 12,20 di sabato poi procediamo insieme verso la Pizzeria Grotta Azzurra in Via Scuderlando 87 Ovviamente chi vuole può trovarsi direttamente la’ con inizio pranzo comunque alle 13, e mi raccomando foto, foto !
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  18. Dovrebbero essere 3 gruppi da 9 fleurs de lys in rilievo. ______________________________ Sembrerebbe buona e salvaggiamente pulita, ma i rilievi nello stesso tempo mi sembrano un pò "rotondetti". Noto pure delle differnze nella corona, usura? altro esemplare: la tua moneta: A casa se non ricordo male ne dovrei avere una in mb/bb, magari più tardi gli faccio una scansione e la compariamo.
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  19. Eccola arrivata ! Ringrazio ancora tutti.
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  20. Ti aspettiamo molto volentieri Martin ore 12,20 circa allo stand 254 fila G di R-R Riccardo Rossi, poi insieme andremo alla Pizzeria Grotta Azzurra, a domani, Mario
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  21. A questo punto mi tiro le orecchie da solo...... e scusate se vado off topic questa mattina ricevo una mail dal IPZS e tra le varie cose c'e scritto "La informiamo, inoltre, che a breve l´Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato attiverà un nuovo portale per gli acquisti delle monete on-line, con un sistema integrato di gestione degli ordini e del loro monitoraggio." ?
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  22. A me , molto poco . Poi quella A ben visibile potrebbe essere l' iniziale del nome dell' artista , artista perché sembra essere una bella riproduzione .
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  23. Buongiorno, So di essere in ritardo, ma se possibile, vorrei aggregarmi al pranzo di sabato..
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  24. Bene si allunga la lista per il pranzo, da aggiungere un'altro amico Martin_Zilli.
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  25. Certamente carissimo, quasi la stessa emozione, come per gli euro magari del vaticano per alcuni, ma la cosa bella e che monetizzavi subito il raccolto.. Al Cordusio mi ricordo che tutto era richiestissimo, 5 lire 56, 5 lire 66, 10 lire 54 in alta conservazione, 10 lire 65, 50 lire 58 e 60, era anche il periodo dei mini assegni, mi ricordo di gente che guadagnava cifre spropositate al giorno comprando dalle banche le mazzette, e rivendendoli ad uno ad uno al Cordusio.. Gli anni 70...una magia unica...tutti collezionavano qualunque cosa, tutti ricercavano, tutti divulgavano, tutti credevano nella meravigliosa passione che ci accomunava... Centinaia di persone ogni Domenica facevano a gara per accaparrarsi qualche tondello che gli mancava, un fiume di folla, era la vita di quegli anni, floridi per la cultura e per gli uomini... Eros
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  26. E poi ti accorgi che forse ci sono anche altre strade... E poi ti fai un bel viaggetto in una ridente e ricca cittadina... E poi ti accorgi che la città ti vorrebbe... E poi ti accorgi che comunque ci sono anche gli aspetti burocratici da assolvere.. E poi ti accorgi che i consensi aumentano di giorno in giorno.. E poi ti accorgi che nonostante tutto, forse si è fatto veramente tanto.. E poi ti accorgi che l'appetito vien mangiando... E poi ti accorgi che gli amici esistono... E poi ti accorgi che i progetti ti danno la carica... E poi ti accorgi che vorresti non finisse mai... E poi ti accorgi che è stupendo esistere...
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  27. Le iconografie equestri sono quelle che mi hanno sempre più affascinato.... Di seguito un grandissimo il Bernini, e la sua magnificenza rappresentativa. Rappresentazione di Costantino con il cavallo che s’impenna, come effetto dell’abbagliante apparizione della Croce. Questo celebre episodio, a seguito del quale Costantino autorizza il culto cristiano, giustificava in Bernini l’invenzione di un’iconografia originale, che si discostava da quella tradizionale. Ecco un chiaro esempio di come possa prediligere certe iconografie... Certo ho scelto il massimo forse... Eros
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  28. Ciao a tutti, mi trovo in accordo con te in parte anche con altri poi ognuno ha il suo parere, io ne ho pulite molte con il bisturi e non ne ho mai rovinata una, certamente ci vuole molta pazienza e pratica, magari iniziare con qualche moneta di poco valore, però e molto bello pulire le monete.
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  29. Ciao @Myviam. Serve una foto. Saluti. p.s. se non riesci a caricarla controlla che non superi i 100kb. Nel caso fosse così, usa paint o simili per ridimensionare. Da quel poco che si vede, nel "anteprima" del tuo post,sembra una riproduzione di una moneta romana per Claudio con data in numeri arabi, sarà stato una sorta di gadget o allegato a qualche rivista o chissachè. Posta cmq le foto.
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  30. I Romani veneravano le loro tradizioni e le figure eminenti del passato,le monete di restituzione ne sono un esempio.Successivamente,gli antoniniani di Traiano Decio,terzo secolo,ne sono un tardivo esempio.
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  31. Ciao @ARES III per quel che me ne intendo ci sta che ti dicano pure che è OK ma io non la vorrei manco di regalo.
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  32. Grazie, sembra molto promettente! A presto allora, Edoardo
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  33. Thessaly, Krannon Æ Dichalkon. Circa 350-300 BC. Laureate head of Zeus or Poseidon right / KP–A, rider, wearing petasos, on horseback right. Rogers 182; BCD Thessaly II 117.7 var. (A below horse; same obv. die). 5.13g, 18mm, 7h. Good Very Fine. From the Mark Gibbons Collection; Ex BCD Collection, CNG e311, 25 September 2013, lot 74.
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  34. ho cambiato idea la soia non fa per me ?
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  35. Scusate si riprendo tardivamente la discussione ma... ...avete mai letto la "Historia Augusta"? La Historia Augusta (o Storia Augusta in italiano) è una raccolta di biografie di imperatori e usurpatori romani (scritte da sei diversi autori) che va da Adriano a Numeriano. Sia pur con qualche grave mancanza (la maggiore è quella relativa agli anni 244-253) è forse l'unica fonte letteraria continua per questo periodo temporale, il contenuto spesse volte coincide con quello di epigrafi e di altro materiale giunto fino a noi. Quindi, pur con tutti i suoi limiti (sembra quasi di leggere la sceneggiatura di una telenovela... al tempo pare si desse gran peso ai "pettegolezzi", fprse per rendere più appassionante la lettura. ? ) resta comunque una delle maggiori testimonianze dei fatti dell'epoca. Ciao! TWF
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  36. Dovrai Reggerlo per forza dopo tutta la stima ricevuta anche dal mondo accademico... Più di così...
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  37. Mbb (meglio di BB) o BB+ e non ero a gradisca e il biondo NON sono io, anche se come carattere ci siamo
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  38. Denari. Denari. Denari, per carità. Bandiamo, una volta per tutte, la parola oboli, in merito a queste monetine. Potremo mai farcela? :-)
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  39. Sì però ragazzi, già è un pò stucchevole sta cosa di chiedere i prezzi delle monete che si vogliono comprare (cosa che non ho mai concepito, basta fare una banalissima ricerca sugli scaduti per capire il valore di una moneta), adesso arriviamo addirittura a chiedere se il prezzo è ancora conveniente ad ogni minimo rilancio. Se come pare di capire è un'asta ebay, arriveranno rilanci su rilanci negli ultimi minuti, cosa fai, chiedi ogni 30 secondi se il prezzo è ancora conveniente? Se non si è ancora in grado di capire che un 50 cent stemmino, anche se di data comune e anche se bruttino, almeno 15/20 Euro li vale sempre, prima di buttarsi in acquisti consiglio di studiare un pò il mercato di queste monete. E in ogni caso, anche non volendo resistere alla smania di comprare, che differenza può fare tra lo spendere 5 piuttosto che 6 Euro??
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  40. Gouverneur Morris, un membro del Comitato alle Finanze durante la guerra d'indipendenza, nel 1779, mentre era convalescente per l'amputazione di una gamba a seguito di un incidente con una carrozza, scrisse un rapporto nel quale suggeriva l'adozione del sistema decimale nella monetazione. Proponeva di chiamare le monete principali del sistema dollar e cent, due termini già in uso nella monetazione non decimale. Il cent, o penny, come veniva e viene usualmente chiamato, mutuando il termine dalla monetazione inglese, sarebbe stato valutato la centesima parte del dollar. Nessuno prese in considerazione il rapporto fino a quando il Congresso non nominò un Sovrintendente alle Finanze, nel 1781. Il nuovo Sovrintendente era Robert Morris, un ricco e influente mercante, che faceva volentieri prestiti al Congresso Continentale. Aveva anche fatto parte del Comitato alle Finanze del Congresso, ma la sua promozione a Sovrintendente sembrò a molti un premio eccessivo per i suoi meriti. Accadde durante la grande crisi finanziaria della Rivoluzione, quando la Continental currency, la cartamoneta emessa dai rivoluzionari per autofinanziarsi, fortemente inflazionata, aveva perso ogni valore, e una forte speculazione aveva investito i metalli preziosi, le materie prime, e le monete. Robert Morris aveva ottenuto consistenti prestiti dalla Francia e dalla Spagna, e premeva sui legislatori per l'istituzione di una Banca Nazionale. Suggeriva un complesso sistema valutario, nel quale la moneta principale avrebbe dovuto essere suddivisa in 1.000 unità, per ospitare tutte le monete circolanti all'epoca negli Stati Uniti. Un'idea che, apparentemente, non respingeva del tutto quella di Gouverneur. I due Morris erano però dei semplici esecutori della volontà del governo, e sembra che ci sia stato un movimento altrove, all'interno del Congresso, per esaminare il loro lavoro con un dispositivo che da allora è diventato una costante legislativa: un comitato di supervisione Nel 1783 fu votato dall'intero Congresso un sottocomitato alle Finanze, che ufficialmente avrebbe dovuto avere funzioni di consulenza. Robert Morris non era troppo ammirato, e le Finanze erano uno dei maggiori problemi che i delegati congressuali avevano di fronte. I sottocomitati legislativi, oggi, hanno più che altro la funzione di produrre quintali di inutili pronunciamenti, ma quello di cui stiamo parlando portò a partecipare alle discussioni finanziarie del Congresso Continentale uno dei più fini intelletti della nuova nazione...Alexander Hamilton Di lui, e del suo operato, si parlerà nel prossimo post, vi lascio intanto coi ritratti dei due Morris, Gouverneur in marmo, e Robert su tela. petronius
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  41. eppure ci sono bravi restauratori,anche qui sul forum,che usano proprio dei bisturi,quindi se si ha una buona manualità associata ad una mano ferma non credo si possano causare seri danni,ovviamente occorre tanta pazienza ed esperienza...
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  42. Ciao. Beh, non so se il paragone sia proprio adatto, però il "concetto" che esprime direi che coglie nel segno. La differenza tra la conoscenza dei grossi tagli attuali rispetto alle monete d'oro ottocentesche e, perché no, anche rispetto agli stessi scudi, credo risieda nel fatto che oggi, bene o male chiunque, attraverso la TV o le pubblicità cartacee, è informato dell'esistenza delle banconote di grosso taglio (anche se poi in tanti potrebbero non averle mai viste dal vero, ricevute nello stipendio e spese), mentre nell'800 l'informazione in genere e quella monetaria in particolare era un "lusso" che in pochi si potevano permettere, vuoi perché le notizie - solo cartacee - erano di difficile reperibilità e vuoi perché anche se reperibili, l'analfabetismo dilagante ne impediva la conoscenza. Diciamo che, nel panorama lavorativo della seconda metà dell'800, un impiego pubblico di inserviente presso la zecca poteva già considerarsi un lavoro da privilegiati, avuto riguardo al fatto che una giornata di lavoro di un bracciante agricolo era pagata 1 lira. Quindi, mentre "un inserviente" avrebbe anche potuto ricevere degli scudi nella sua busta paga (strano...ma teoricamente anche possibile), tenderei invece ad escludere che la stessa cosa potesse accadere ad un bracciante agricolo. Considerando, anche intuitivamente, quale fosse in Italia il "volume" degli addetti al comparto agricoltura nella seconda metà dell'800, possiamo facilmente ipotizzare che una grande massa della popolazione italiana non solo non avesse "contatti" con le monete d'oro e, probabilmente, anche con gli scudi, ma fosse pressoché all'oscuro anche dell'esistenza dei grandi moduli aurei. Ora, trovare oggi un soggetto che non sappia dell'esistenza dei biglietti da 500 e da 200 euro (anche se può non averli mai maneggiati), non è così facile, perché è probabile che anche un analfabeta li abbia visti in un filmato del TG, in una pubblicità televisiva o in una locandina di una Finanziaria . Sicuramente l'uguaglianza monetaria del Paesi membri dell'U.M.L. favoriva l'interscambio di moneta (inclusa quella aurea) fra i membri stessi dell'Unione. Quindi, una volta stabilito che il prezzo di una compravendita dovesse essere corrisposto in moneta aurea, utilizzare marenghi italiani o francesi o belgi o svizzeri era assolutamente equivalente. Ti chiedi, giustamente, che fine abbiano fatto tutte queste monete auree? Alcune sono attualmente tesaurizzate nelle Banche Centrali (solo la nostra Banca d'Italia detiene nei propri caveaux uno stock di monete auree di varie nazioni che ammonta a 900.000 pezzi!!!), altre sono state fuse per ottenere lingotti impiegati poi per produrre oggetti di oreficeria, altre le detengono i cittadini come "bene rifugio" o per collezionismo o sotto forma di "gioielli", altre ancora riposano nei medaglieri dei musei, ecc. Il termine "marengo", come certamente saprai, venne utilizzato in area italiana fin dai primi dell'800 per designare una moneta aurea del peso di grammi 6,45 al titolo di .900/1.000 e del valore di 20 franchi. Questa moneta era stata battuta per la prima volta nel 1801 a nome della Repubblica Subalpina per celebrare la vittoria di Napoleone sugli austriaci, nella battaglia combattuta il 14 giugno 1800 a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria. Il termine marengo divenne pertanto sinonimo di moneta aurea avente le caratteristiche sopra indicate. Non direi pertanto che, nell'800, solo i numismatici usassero questo termine per definire la moneta italiana da 20 lire, ma sarei propenso a pensare che chiunque avesse avuto familiarità con questa moneta l'avrebbe potuta chiamare in questo modo. Il problema è però sempre il solito. Chi mai poteva avere familiarità con i marenghi? Evidentemente, sono sempre e solo i soliti esponenti di quelle classi agiate che avrebbero potuto prima procurarseli e poi farne uso. Quindi, voler ricercare una diversa definizione utilizzata dal "Popolo", mi sembra di per se uno sforzo abbastanza inutile, dal momento che come abbiamo già detto, dove c'era il Popolo non c'erano i marenghi e viceversa e cercare una definizione popolare per designare una qualunque moneta d'oro è impresa improba. Comunque, sulla "inappropriatezza" dell'uso del termine "zecchino" per indicare la moneta aurea da 20 lire, ho rintracciato nella libreria di casa un opuscolo pubblicato nel 1862 contenente le "Tavole di ragguaglio" fra le monete auree aventi corso legale in Italia e la moneta italiana e quella romana: Come si può vedere nella colonna a destra del frontespizio, vi sono alcune monete aventi corso legale nel Regno che venivano indicate come "zecchino romano", "zecchino di Toscana" e "zecchino di Milano", le cui caratteristiche pondometriche erano ben diverse dal "marengo". Se quindi si fosse utilizzato, anche solo "gergalmente", il termine "zecchino" per riferirsi al "marengo", ciò avrebbe sicuramente prodotto una notevole confusione, dando adito a fraintendimenti fra gli interlocutori. Fra l'altro, quando l'Autore di Pinocchio utilizza il termine "zecchini", egli potrebbe aver voluto fare riferimento proprio allo "zecchino di Toscana" (cioè ad una moneta che, d'altro canto, nel Granducato di Toscana si coniò fino al 1853? https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-L2/22 e non al "marengo", dal momento che lo scrittore era toscano e ben poteva, nell'ultimo ventennio dell'800, aver ancora contezza e ricordi della moneta aurea toscana, tanto da citarla, seppure in "chiave letteraria" (non certo con valenza e finalità numismatiche) nella sua più famosa opera. La Tua conclusione mi pare molto condivisibile. I "Littori" e gli "Elmetti" dovrebbero avere circolato, sebbene il termine del loro corso legale (fissato al 31 dicembre 1937) faccia pensare che l' eventuale loro impiego nell'effettiva circolazione debba circoscriversi a meno di un decennio. In base alle tirature ufficiali, queste monete dovrebbero comunque essere state prodotte per la circolazione e dunque sarebbero state distribuite dalle tesorerie. Ricordo che una decina di anni fa provai a chiedere ad alcuni arzilli vecchietti ultra ottuagenari se avessero memoria di queste monetone d'argento nella circolazione; la risposta fu che non ne avevano memoria. Ma questo, ovviamente, non significa nulla ....la circolazione di un certo tipo di moneta poteva non essere diffusa in ambienti agro-pastorali (luogo dal quale provenivano i suddetti arzilli vecchietti e dove, fino agli anni '40 del secolo scorso, era ancora ben radicato "il baratto"), al contrario di quanto invece poteva accadere nelle grandi città o in contesti industrializzati. Saluti. M.
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  43. Nella classifica delle monete che vengono ritrovate in casa e di cui spesso vengono richiesti autenticità e valore un posto di assoluto rilievo è occupato dalle monete con l'effigie e il nome del Duce Benito Mussolini. Nel 99% dei casi si tratta di "monete" da 20 Lire ma non mancano, in minor misura, anche esemplari da 100 lire e altri valori. Prima di tutto chiariamo una volta per tutte che MUSSOLINI NON POTE' MAI CONIARE MONETE A SUO NOME E CON LA SUA EFFIGIE IN NESSUN FRANGENTE DEL REGNO D' ITALIA (neanche nel periodo della RSI). Questo diritto infatti è rimasto SEMPRE una PREROGATIVA ESCLUSIVA e UNICA riservata al RE VITTORIO EMANUELE III. Pertanto TUTTE queste "PSEUDO-MONETE" o "MONETE DI FANTASIA" che dir si voglia, prodotte probabilmente a partire dagli anni '70 come gadget da destinare ai nostalgici del Regime Fascista, NON FANNO PARTE IN ALCUN MODO DELLA MONETAZIONE DEL REGNO D' ITALIA o di qualsiasi altra monetazione e sono quindi prive di qualsiasi valore storico o numismatico. Nel caso delle 20 Lire l'unica attinenza riscontrabile con la monetazione del Regno d' Italia è semplicemente quella di riprendere le dimensioni e il rovescio di una importante e famosa moneta in ARGENTO chiamata 20 LIRE "ELMETTO" (O "CAPPELLONE") realizzata nel 1928 per il decennale della vittoria nella Grande Guerra e che al dritto reca però, come già sottolineato, il ritratto di profilo del Re Vittorio Emanuele III. C'è poi da aggiungere che nel 99% dei casi si tratta di prodotti realizzati in METALLO NON PREZIOSO e quindi l'unico valore economico attribuibile è quello stabilito dai venditori che commercializzano questo tipo di oggettistica al pari di portachiavi, cartoline, magliette, etc etc. Nelle foto allegate sono visibili due diversi esempi di "monete di fantasia" da 20 lire e un vero esemplare da 20 lire "Elmetto" a cui queste "pseudo-monete" sono ispirate. Moneta autentica Alcune riproduzioni Riproduzione che presenta un ritratto diverso di Mussolini e l'assenza del valore al rovescio
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  44. Credevo (anche se con qualche riserva) che era il solo periodo vicereale ad essere sotto esame, o meglio....doveva avere prima o poi una rivisitazione; ma a questo punto credo che anche le Borboniche abbiano bisogno di una "spolveratina" .... se continuiamo così, come in questi giorni è inevitabile. Detto questo.......partiamo dalle Ferdinando 1818......se alcune volte ci sono documenti (pochi ma ci sono) è bene che qualcuno li leggesse e non far passare poi chi fa notare queste "cavolate" come colui il quale (Io Pietro Magliocca in prima persona) deve produrre ulteriore documenti per provarle.....ma provare cosa. 1 - E' scritto che le Reimpresse del 1818 dovevano tutte avere oltre la lettera R "sempre e solo" la data 1818 anche se prodotte negli anni dopo il 1818.....e Ferdinando era "severissimo"......non mi dilungo (perchè ci sarebbe altro da scrivere) più di tanto ma il documento esiste.....quindi è chi ha riportato una moneta senza la data che deve "Comprovare" l'inverso.....forse qui il discorso non è abbastanza chiaro...e questo vale anche per le aste che ogni tanto avallano ipotesi. 2 - Nel Corpus non vi è traccia di nessuna Piastra 1818 senza data (ma anche il CNI come vedremo, non è immune da errori), infatti il Pannuti e Riccio non le riportano, entrambe, sia Testa grande sia Testa piccola; ma chi le riporta per la prima volta ? il D'Incerti.....ma questo menziona solo un testa grande e non un testa piccola, quindi il PR sorvolano questa classificazione, magari essendo un attimino studiosi, avranno letto il documento che ho letto io...e quindi non classificano un testa grande senza data. 3 - Qualcuno però (anzi più di uno), non tenendo conto del CNI e del PR classificano la Piastra 1818 s.d. testa grande (come il D'Incerti) .... ma aggiunge di più......ci mette pure un testa piccola s.d. (vds anche MIR 462/2 - Gig. 9a). Ma se il D'Incerti (sicuramente commettendo una svista, errore) ha catalogato un testa grande del 1818...da dove sbucano fuori anche i testa piccola ? ....... continua........vi lascio il tempo di leggere.
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  45. Le Gig. 8a e 9a ? .... ma si, certo che non ti sbagli..... :rofl: si prendevano la briga di inserire la R e non mettevano la data ? uhmmmmm. a maggior ragione o meglio attenzione sulle Reimpresse andava la data...o sbaglio. Tu le hai mai viste ?
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