Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/17/18 in tutte le aree
-
Più volte, nel corso di varie discussioni in questo forum, avevo accennato a una prossima pubblicazione dell'atteso Corpus di Ulla Westermark sulla monetazione di Akragas, dal 520 al 406 a.C. (manca quindi ancora un Corpus per il IV e III secolo a.C.). Adesso è finalmente disponibile da quest'anno. C'è la possibilità di visionare anche online questa grandiosa opera, in due volumi in inglese (il primo di testo e foto, il secondo di catalogo) sui seguenti links: http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-345876 http://uu.diva-portal.org/smash/record.jsf?pid=diva2%3A1189867&dswid=3347 http://uu.diva-portal.org/smash/record.jsf?pid=diva2%3A1190038&dswid=1039 Mi ha piacevolmente sorpreso questa disponibilità a consultare l'opera online. Evidentemente la scuola svedese è sufficientemente evoluta per permettere tale consultazione, anche se le copie cartacee sono sicuramente più gradevoli....5 punti
-
Ecco una moneta di quell infamone di licinio...al quale piaceva farsi ritrarre quasi sempre con queste vesti sontuose..argentatura devo dire notevole, anche se la foto non rende..4 punti
-
Certo Verona e' Verona, io credo che sia sempre stata il pranzo lamonetiano la migliore opportunita' per uno che inizia sul forum, che inizia ad appassionarsi, qui avrete la possibilità di confrontarsi con alcuni di noi, il virtuale che diventa reale, ritengo poi, essendo un pranzo conviviale ma comunque di Lamoneta, che dovrebbe essere un must doveroso per ogni curatore del forum, un atto di presenza, di partecipazione, di esempio per tutti, questo anche per lo staff e chi ha incarichi, condividere si, ma qualcuno anche per la sola appartenenza e credo in questo gruppo un po' di più degli altri ...quindi neofiti, meno neofiti, venetici e non venetici, staff, curatori e non curatori forza e coraggio, se ci sarete, come penso in molti !4 punti
-
Buonasera cari piastristi, questa piastra mi è appena arrivata, ne avevo un'altra dello stesso anno ma questa è in conservazione superiore ed era ad un prezzo a mio avviso interessante. Mi piacerebbe avere un vostro parere, in particolare sul grado di conservazione. Cordiali saluti a grazie a chiunque voglia intervenire Silver2 punti
-
Forse a qualcuno di noi sara' passato per la testa almeno una volta di immaginare una storia italica antica diversa da quella che effettivamente e' stata ; vi siete mai posti la domanda di come si sarebbe evoluta l' Italia se Enea non fosse mai arrivato nel Lazio e di conseguenza , secondo la leggenda – storia , se Roma non fosse stata mai fondata e quindi non fosse diventata quello che tutti sappiamo ? Comprendo anche che la storia vera non e' fatta di SE ma di fatti reali , quindi ecco spiegato il titolo del post , una fantastoria ; vorrei quindi tentare di scrivere una storia dell' Italia limitata nel tempo , partendo pero' su fatti storici reali ma che escludano la presenza storica di Roma nel senso di potenza militare emergente italica destinata al dominio dell' Italia . Cominciamo a fantasticare la storia italica senza Roma . Supponendo che Enea non sia mai arrivato nel Lazio e quindi , dopo tutta la serie nota posteriore di fatti leggendari – storici , Romolo al pari del fratello Remo non fosse mai nato e di conseguenza non avesse fondato Roma secondo la legenda , ma che in realta' Roma fosse solo un villaggio – citta' fondata dagli Etruschi al pari di altri luoghi etruschi sparsi nel territorio italico e che tale rimanesse nei secoli futuri , come si sarebbe evoluta la storia dell' Italia antica ? E' noto che l' Italia antica era un crogiolo di popoli diversi , sebbene quasi tutti facenti parte del ceppo indoeuropeo , questi antichi popoli italici rappresentavano quelle popolazioni stanziate nella penisola italiana durante l'Età del ferro e prima dell'ascesa di Roma . La conformazione geografica dell'Italia, da un lato favori i rapporti con le regioni circostanti, ma al contrario la sua natura prevalentemente montuosa separo' e isolo' le popolazioni entro aree geografiche ben circoscritte. Tra i popoli che abitavano l' Italia antica , tranne quindi le due isole maggiori , quattro emergevano su tutti come forza militare : Etruschi , Celti , Greci della Magna Grecia e Sanniti ; questi quattro popoli in assenza di Roma , prima o poi si sarebbero contesi il predominio dell' Italia con un quinto incomodo quale sarebbero stati i Cartaginesi , i quali gia' avevano contatti commerciali in Italia con Etruschi e Celti , mentre con i Greci di Sicilia i contatti erano militari per il possesso dell' isola . Indubbiamente il popolo italico che piu' si espanse nella penisola fu l' Etrusco i cui confini massimi andavano grosso modo e non in modo continuativo dalla Pianura Padana a parte della Campania . I Celti da parte loro scesero diverse volte dal Nord a razziare nel centro Italia ma essendo piu' che altro razzie e non invasioni vere e proprie , provocarono essenzialmente danni momentanei e presto riparibili . I Greci d' Italia da parte loro non intesero invadere e conquistare tutta l' Italia perche' il loro arrivo in Italia meridionale mirava essenzialmente alla fondazione di colonie da parte della madre patria ; vi fu solo un tentativo fallito di creare uno stato greco in Italia ad opera di Alessandro il Molosso , zio di Alassandro Magno che venne in Italia nel 335 a.C. per soccorrere la città magno-greca di Taranto, entrò in conflitto con i Lucani, i Bruzi, gli Iapigi e i Sanniti, nel tentativo di creare uno stato unitario greco nel Meridione d'Italia. Pur riuscendo a conquistare con i Tarentini le città di Brentesion, Siponto, Heraclea, Cosentia e Paestum, tuttavia il suo progetto non si realizzò, venendo sconfitto in battaglia e ucciso a tradimento da un lucano a Pandosia (Lucania)[1] o a Pandosia Bruzia nel 330 a.C . Anche i Greci di Siracusa sotto il Tiranno Dionigi si spinsero fino in Italia adriatica , fondarono Ancona e rifondarono Adria , forse anche Padova , per il resto le spedizioni navali militari di Dionigi in Corsica e sul litorale etrusco laziale a Caere furono solo razzie per racimolare denari per finanziare le perenni guerre in Sicilia contro i Cartaginesi . I Sanniti dal canto loro apparivano come un forte popolo montanaro i cui interessi territoriali si rivolgevano tra i monti dell' Abruzzo , del Molise e parte della Campania fino ai confini con i Lucani loro consanguinei , erano pero' divisi per ceppi , mancavano quindi di una coscienza nazionale ma all' occorrenza sapevano unirsi . Questa era all' incirca la situazione dei principali popoli italici senza Roma ; cosa poteva succedere ? Chi avrebbe potuto avere il dominio d' Italia al posto di Roma ? Probabilmente i soli Etruschi sarebbero stati in grado di dominare in Italia se questi non avessero subito prima la disastrosa sconfitta di Aricia che fu uno scontro campale presso l'antica città latina di Aricia , attuale Ariccia, vicino Roma , nel 507-506 a.C. circa , tra un esercito etrusco e le forze congiunte dei Latini e dei Greci di Cuma , battaglia che impedi' agli Etruschi l' invasione del basso Lazio e in prospettiva della Campania ; oltre alla successiva sconfitta navale di Cuma del 474 a.C. ad opera della flotta siracusana, guidata da Ierone I di Siracusa i quali con questa vittoria i siracusani posero fine all'espansione etrusca nell'Italia ellenica , assestando un duro colpo all' influenza politica che gli Etruschi esercitavano anche nell' Italia continentale , questi avrebbero assoggettato anche tutta l'Italia meridionale ; da queste due sconfitte campale e navale degli Etruschi , gli storici fanno iniziare il declino della civilta' etrusca . Oltre agli Etruschi , popolo organizzato e civile , forse nessun altro avrebbe potuto aspirare a diventare padrone dell' Italia , se non qualche opportunita' di conquista avrebbero potuto averla i Greci o i Cartaginesi ; i primi fondando sempre piu' colonie in Italia fino a farne una succursale della Grecia , oppure i Cartaginesi i quali da grandi naviganti e commercianti quali erano avrebbero soppiantato gli Etruschi in Italia e prima o poi sarebbero entrati in conflitto con i Greci per interessi commerciali e territoriali come gia' era avvenuto in Sicilia ; insomma concludendo questa fantastoria italica , la storia europea quale oggi conosciamo , senza Roma , avrebbe avuto uno sviluppo completamente diverso ed imprevedibile . In foto : pianta dei popoli antichi italici , piana sotto Ariccia dove si svolse lo scontro tra Etruschi , Latini e Greci di Cuma , Elmo Etrusco preda di guerra dei Siracusani ed offerto con dedica a ricordo della vittoria navale contro gli Etruschi .2 punti
-
2 punti
-
Un consiglio che sento di darti, che anche in questo campo nessuno regala nulla... non farti attrarre da prezzi bassi, compra una moneta in meno ma comprala bellA ed acquista solo da professionisti e prima di farlo, magari acquista qualche bel libro...per questi i soldi non sono mai buttati e sono immuni da falsificazioni.. skuby2 punti
-
Carissimi, sto maturando alla velocità della luce grazie a tutti voi, ho iniziato solo 4 anni fa e far parte di questa comunità di piastristi preparati e generosi nel proferire preziosi consigli è impagabile. Grazie di cuore a tutti. Silver2 punti
-
Beh, io opterei per una visione più comunitaria dell'andamento sociale. Come diceva @Legio II Italica, gli Etruschi furono sconfitti nel VI secolo a.C. ad Ariccia da una lega di popolazioni latine. Io penso che le varie popolazioni avrebbero formato diverse leghe in base alle affinità religiose e di stirpe. Quindi avrei detto: -Etruschi -Lega Adriatica (Umbri e Piceni) collegata con il mondo magno-greco -Lega Latina (che già c'era) in Lazio e circondario -Lega Sannitica (con scopi non anti-romani ma più anti-greci e anti-cartaginesi) Secondo me l'unità sarebbe stata molto difficile. Sulla sponda adriatica e ionica si sarebbero affermate alleanze e stati puramente ellenici. Sulla sponda tirrenica avremmo avuto l'ingerenza cartaginese in Lazio e anche in Campania (Capua etrusca sarebbe stata contesa tra sanniti e cartaginesi essendo per me la città ideale x creare una sorta di Cartagine 2 in Italia). Per il nord non mi sbilancio, gli Etruschi potevano conquistare tranquillamente una tribù gallica, però quando si univano, per quanto frammentate e divise, erano toste da abbattere, quindi non saprei (forse qualche tribù si sarebbe imposta sulle altre formando un regno gallico...)2 punti
-
2 punti
-
2 punti
-
Mi pare una frase un tantinello "qualunquista" e da non dire ad un neofita. Non trovi?2 punti
-
Sempre dal medesimo ripostiglio (e identico pedigree), due nuovi esemplari di Diocleziano: D\ IMP C C VAL DIOCLETIANVS P F AVG R\ IOVI CONSER AVGG, B?|_, SML Bastien n. 137 (10 ex.) D\ IMP C DIOCLETIANVS P AVG R\ IOVI TVTATORI AVGG, _|_/P Bastien n. 145 (23 ex.) E con questi due conto di finire con la provenienza da questo ripostiglio... direi che posso ritenermi fortunato e soddisfatto!2 punti
-
2 punti
-
2 punti
-
Mi piace leggere e se possibile commentare, sopratutto gli articoli come quelli del gazzettino e di Panorama numismatico, insomma un'altra passione oltre alle monete è leggere delle monete stesse, non si finisce mai di imparare o di sapere qualche novità sulle monete, ogni articolo di tutte le pubblicazioni offre spunti e notizie che possono far accrescere la conoscenza. Solo questo, mi spinge a commentare.2 punti
-
Francesco V (1846-1859) Francesco V dal padre ereditò la fede, la morigeratezza e l'onestà, ma si rese anche conto di reggere uno Stato che andava modernizzato, e nel quale commercio e manifatture dovevano prendere slancio, e per fare questo occorreva che ci fosse una moneta che circolasse senza intoppi. Il Consultore alle finanze (oggi diremmo «ministro») si rese conto che uno dei mali era dato da quelle monete settecentesche, ormai illeggibili, che circolavano in mancanza di meglio e fece un progetto apparentemente bizzarro, ma non privo di senso: riprendere la coniazione di moneta estense, sul piede della «Lira italiana», ma solo nel taglio da 1 centesimo, in puro rame, ritenendo sufficiente la circolazione delle monete «buone», ed invece inquinata e preda di speculatori quella della moneta plateale per i piccoli commerci. A mio avviso l'idea era valida, coniando però almeno anche monete da 5, ma gli eventi del 1848 fecero accantonare l'idea. Si verificava sempre più nel Ducato un corso abusivo delle monete (abusivo perché non rispettava il corso ufficiale dato dalle tariffe di cambio), fenomeno del resto noto da secoli e che si risolveva in tre fasi: a) su una piazza la moneta circolante buona e ricercata, veniva tesaurizzata ed esportata; b) la scarsezza di circolante portava all'invasione di moneta straniera e calante che veniva accettata, in mancanza di meglio, ad onta di tariffe e gride; c) il sovrano emetteva grandi quantità di nuova moneta, di qualità inferiore alla precedente, che riportava la pace sociale con un'illusoria ritrovata ricchezza. Questo fenomeno, nel Ducato, si arrestò alla fase b) e lo sbocco inevitabile alla fase c) lo si ebbe non con il conio di moneta effettiva, ma con la creazione, intorno al 1850, di una moneta virtuale, la «Lira abusiva», in sostanza lira «scadente», ma che era quella che circolava nella realtà, recepita anche nei documenti ufficiali e nelle tariffe, al corso di 89 centesimi della Lira Italiana che divenne «Lira tariffale». Dopo il 1848 la confusione crebbe per la concomitanza di diversi fattori. 1) arrivo, nel 1849, dei pezzi in mistura della caduta Repubblica Romana, posti immediatamente fuori corso a Bologna, ma incettati e posti in commercio a Reggio e Modena: erano monete a corso forzoso dal nominale di 10 baiocchi per grammo di argento fino (contro i 2,42 grammi della moneta pontificia) che crearono non poca confusione nel fissarne il tasso di cambio; 2) svilimento del titolo dei 5/10/20 baiocchi d'argento pontifici, ma aumento del loro peso: la cosa non venne compresa immediatamente da tutti: fu una svalutazione di circa il 6%, ma che per un periodo vide identiche quotazioni dei vecchi e nuovi baiocchi; 3) tensione dei prezzi dell'argento sui mercati internazionali. A nulla valse l'arrivo di truppe austriache di stanza nel Ducato dopo il 1848 e pagate con (buone) monete milanesi: anzi, queste venivano incettate e la Lira austriaca, quotata ufficialmente 86 centesimi, veniva cambiata quasi alla pari con la Lira Italiana. Come è intuitivo, i maggiori problemi li riscontravano i commercianti al minuto che incassavano moneta abusiva (perché logora e calante) e dovevano rifornirsi all'ingrosso pagando con moneta buona, e pagare le imposte con moneta buona, perché queste erano sempre calcolate con lire «tariffali» (così come multe e sanzioni amministrative). Non poco lavoro ebbero gli avvocati in questo periodo: come si dovevano interpretare i contratti di mutuo, e altri contratti (es. affitti) di lunga durata, stipulati in non meglio identificate «lire»? I debitori pretendevano di pagare in «abusivo» quello che a suo tempo fu stipulato in «tariffale». La situazione si fece sempre più insostenibile, ed il Duca iniziò a studiare un progetto di emissione di monete, stavolta di tutti i tagli e pezzature per porre fine al caos che si riscontrava sui mercati. Pensare però di riattivare la zecca di Modena, ferma da 60 anni, avrebbe significato acquistare ex novo i macchinari (solo un torchio era ancora utlizzabile), assumere ed istruire dipendenti: tempi e costi sarebbero andati troppo avanti rispetto all'urgenza, e quindi si presero contatti con la zecca di Milano che avrebbe potuto garantire qualità e celerità nel lavoro. Quando sembrava tutto pronto, la zecca di Milano fece conoscere la propria indisponibilità, perché, a seguito della riforma monetaria austriaca, era impegnata per molto tempo nelle nuove coniazioni di Fiorini, Quarti di Fiorino e pezzi da 5 e 10 Kreuzer. Si dovette ripartire da capo, prendendo contatti con la zecca di Bologna e dando l'incarico agli incisori Bianchi e Voigt di predisporre conii ed attrezzature. Finalmente il 19 febbraio 1859 viene pubblicato un Editto che determinava le caratteristiche delle nuove monete che ci apprestava a coniare: 1) pezzi in rame da 1, 2 e 5 centesimi, del peso di 2, 4 e 10 grammi. 2) pezzi in mistura da 10, 20 e 50 centesimi (grammi 1,5 a titolo 280, grammi 3 a titolo 280, grammi 4 a titolo 550) 3) pezzi in argento 900 da 1, 2 e 5 lire (grammi 5, 10 e 25) 4) pezzi in oro 908 dal peso di grammi 4 e 8, denominati Ducato Estense e Doppio Ducato Estense, senza valore predefinito, ma da quotarsi in base al prezzo di mercato dell'oro. Si adottò quindi un monometallismo argenteo, del tutto simile a quello adottato dall'Austria. Dopo nemmeno 4 mesi dall'Editto, l'11 giugno, il Duca abbandonava il Ducato a seguito delle vicende della II Guerra d'indipendenza, e le monete estensi non videro mai la luce. Nel 1990 la Banca Popolare dell'Emilia coniò i tre pezzi in argento e li mise in un cofanetto commemorativo. Dal punto di vista artistico le monete seguivano i dettami dell'epoca, quindi ritratto (o stemma) al diritto e valore in corona d'alloro al rovescio, similmente alle monete coeve dello Stato Pontificio. Rimase quindi tutto come prima, e anche la dittatura Farini e l'annessione al Regno di Sardegna (poi d'Italia) non ebbero effetti taumaturgici: per vedere l'abolizione del corso abusivo dovremo attendere il 1864, e sarà l'oggetto del mio prossimo (breve) intervento.2 punti
-
Qualche giorno fa ha fatto l'ingresso nella mia collezione (per il momento non ancora fisicamente) un pezzo di Massimiano proveniente da un ripostiglio tedesco del 1964 di cui ahimé non sono riuscito a ottenere grandi informazioni... tuttavia si tratta di un pedigree interessante (e di una moneta non comunissima) oltre che di una provenienza "certa". MAXIMIANUS D\ IMP C MAXIMIANVS PF AVG R\ PAX AVGG, /S - La pace stante a sinistra con in mano Vittoria e scettro Zecca: Lugdunum; Biglione; 22 mm; 3,61 gr. RIC - ; Bastien 276 (5 esemplari noti) Ex Comm. Francese; Ex Gert Boersema, Ex coll. Eberhard Link, Ex. tresor d'Horath (Germania, 1964) Il pezzo da quanto mi riferiscono "colleghi forumisti" francesi dovrebbe avere lo stesso conio dell'esemplare 276 d nella pl. XIX del testo di Bastien usato come riferimento di catalogazione. Per quanto riguarda il ripostiglio in questione invece, ho trovato unicamente come riferimento una nota a margine di un testo francese che rimanda a uno scritto tedesco: "H. Cuppers, « Trésor d’Horath, 1964 (canton de Bernkastel) », Archäologische Funde im Landkreis Bernkastel, Zeltigen, Bernkastel-Kues, Lankreis Bernkastel, 1966, p. 99 et pl. 51"... ovvio che ho sguinzagliato a destra e a manca i miei spulciatori di archivi esteri per vedere se recupero qualche info in più ma... al momento, questa è la somma delle informazioni a mia disposizione ...e tutto sommato sono abbastanza soddisfatto!!!1 punto
-
Per tutti gli interessati fino al 15 luglio al museo della pilotta a PArma http://pilotta.beniculturali.it/?p=10231 punto
-
Bellissima moneta di Licinio con una bella argentatura. A questo punto concordo sull'idea di Roman! ?1 punto
-
Non lo avevo notato , effettivamente è la prima che noto con queste A . Che occhio Rocco?1 punto
-
...a parte che bisogna conviverci, si potrebbe arrivare a dire che è un aspetto stimolante... E poi di cosa parleremmo per metà del tempo?1 punto
-
Mah.... io mi scandalizzo quando in blasonate vendite saltano fuori falsi, però dire che metà delle monete che circolano siano false non è corretto perché non corrisponde alla realtà... per il resto quasi tutte le monete che circolano, sia al giorno d oggi che in antichità, venivano sottoposte a restauri e pulizie. Ora, se ne è molto discusso, quanto doveva essere il grado di “interferenza “ di un restauro, che spesso arriva a stravolgere completamente una moneta ed il suo stile. Personalmente prediligo il tipo conservativo..,, l argento in discussione è stato pulito, mi sembra una moneta più che apprezzabile. per concludere, i falsi sono sempre stati sempre insidiosi e prodotti sia nel circolato che per i collezionisti...serve attenzione e preparazione, ma è anche questo un aspetto della monetazione antica che aiuta a crescere ed approfondire argomenti ... skuby1 punto
-
Stasera ti posto la mia, che non pensavo di avere in collezione.1 punto
-
Aspetto a questo punto una bella argentata con ol tuo profilo carissimo amico ?complimentoni bellissima moneta.1 punto
-
1 punto
-
Ciao a tutti, vivendo in una delle zone interessate, diciamo così ( l'area Capuana)... , esprimo una mia idea ragionata: Siamo stati Etruschi , e, poi, Sanniti che, infatti, arrivarono a dominare anche Napoli e Cuma. Se non ci fosse stata Roma, è ben possibile che sarebbe nata e si sarebbe affermata una lega osco/sannita con un territorio che andava dall' Abruzzo alla Calabria, chiamata Viteliu o Italia. Altrimenti, saremmo stati una colonia cartaginese.. basta ricordare Annibale e gli ozi di Capua che,a breve, festeggiamo.. http://www.vesuviolive.it/cultura-napoletana/250377-capua-211-a-c-roma-contro-cartagine-rievocazione-storica-nellanfiteatro/ Saluti Eliodoro1 punto
-
Verona sarà una grande opportunità per i soci presenti per ritirare il Gazzettino o anche solo per sfogliarlo, un momento reale di aggregazione con un prodotto numismatico reale e cartaceo fatto per avvicinare e far appassionare tutti ...una numismatica vicina e divulgativa.1 punto
-
1 punto
-
Penso sia la cosa migliore! Per qualche euro in più non commetterò più nemmeno io questo errore.1 punto
-
Per tentare di trovare una risposta ho risfogliato il libro del Venè "mille lire al mese". Certo, parla dell'economia familiare negli anni del fascismo, ma è comunque utile per capire come, una volta, si mangiasse. Pare che allora, nella famiglia italiana piccoloborghese dotata di servetta, la carne la si mangiasse solo una volta alla settimana, ovviamente la domenica. Il pane, alla vigilia dell'Impero, costava 1,60 lire al chilogrammo, la carne di maiale da 10 a 13 lire, carne bovina di seconda scelta 7 lire, filetto di cavallo 12 lire. Anche dopo 30 anni il bracciante andava ancora avanti a polenta; cito: "Nel 1935 un bracciante guadagnava al massimo 9 lire al giorno e nella sua memoria c'è il buio della fame nera." Se tanto mi dà tanto, credo che, riferito al 1900, il dubbio di Max68Brusca sia più che legittimo.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
I mitici ascensori... Mi ricordo quand'ero bambino andavo a caccia delle 5 lire del 56 ovunque, l'avevo scoperto ovviamente da mio padre che era un collezionista, cosi mi infilavo in tutti i negozi tipo panetterie, drogherie, latterie,circoli familiari, bar, con le 20 e 50 lire per comprare qualcosa e avere il resto e sperare nel mitico incontro.. Poi crebbi e la ricerca fu più semplice..quanto mi sono divertito.. E poi c'era il Cordusio, li ci si divertiva di brutto...1 punto
-
Quello che mi sono chiesto sempre sin da quando vidi per la prima volta i tondelli del mondo antico, del perchè non ci sia stata un'evoluzione incisoria, pur attribuendolo il tutto presumibilmnete ad un mutamento di pensiero, fede, e filosofia... Lo sviluppo non sempre porta a progressi.. Mi guardo attorno...odo e vedo solo involuzione.. Più mi soffermo sul mondo antico è più sono convito che il tempo si sia fermato ai tempi di Ebaio..1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
La nascente potenza romana,forse,poteva andare in crisi mortale solo nel 390 a.C.,con la sconfitta gallica.Ma non seppe approfittarne nessuno.Roma era destinata a vincere,fin dall'inizio.1 punto
-
E poi arrivano tutti ... E poi arrivano i però non pensavo ... E poi arrivano i ho sempre creduto in voi... E poi arrivano i gruppi, i gruppetti, i grupponi ... E poi arrivano i vediamoci ... E poi arrivano i certo si poteva fare meglio... E poi arrivano i vogliamo conoscervi ... E poi .. e poi ...la numismatica non cambia, non cambiano gli uomini, non cambia invece il Cordusio col suo credo, i suoi valori, non cambio di certo io che rimango lo stesso di quando volli fare il primo post qui per provare a fare e cambiare qualcosa, Lamoneta per una volta e' buon teste e monito del percorso di questo gruppo, certamente non dimenticheremo quelli che ci hanno sempre creduto da sempre e ci hanno sempre sostenuto con sincerità, grazie a voi che siete la nostra forza !1 punto
-
DE GREGE EPICURI Mi astengo da ulteriori domande, visto che Luciano e Adelchi vogliono riservare le rispose alla serata di martedì 22.5, ormai prossima. Però dico subito che ci saranno da esaminare e classificare: una montagnola di monetine di rame del Seicento e Settecento (bagattini e robetta simile); uno zecchino; diverse medaglie veneziane. Per ora non si annunciano dei grossi matapane, ma in fondo anche gli oratori potrebbero portare qualcosa...1 punto
-
,,,e poi lo chiamarono Dollaro Se nel 1776 un cittadino americano si fosse messo le mani in tasca per controllare quanto denaro avesse, vi avrebbe trovato un misto di monete inglesi, spagnole, francesi. Tutte straniere, che solo i Continental Dollars e qualche spicciolo coniato nelle colonie potevano dirsi monete pienamente Americane, ma erano una minoranza, se non si tiene conto della moneta cartacea. Sebbene lo Spanish dollar, il "pezzo da otto", fosse lo standard valutario più apprezzato, i conti e i pagamenti erano basati soprattutto sul sistema monetario inglese. Al vertice c'era la sterlina, che valeva 20 scellini. Per fare uno scellino ci volevano 12 pence. E un penny era divisibile in 4 farthings. Le transazioni più importanti richiedevano tre diverse monete, e tre diversi simboli di valore. Se un mercante avesse dovuto presentare un conto di 3 sterline, 2 scellini e 4 pence, avrebbe dovuto scriverlo in questo modo: L3, 2s, 4d I valori delle monete inglesi, come quelli di lunga data in altre nazioni, erano accettati come standard per consuetudine e per legge, il denaro era calcolato in quel modo perché quasi tutti erano d'accordo sul fatto che fosse il modo giusto per calcolarlo. "Quasi" tutti: perché c'era un uomo che, già negli anni convulsi della lotta per l'indipendenza, non era affatto d'accordo. Come per altri Padri Fondatori degli Stati Uniti, la vita di Thomas Jefferson divenne così leggendaria che la leggenda ha a lungo oscurato l'uomo. E' difficile immaginarlo mentre fa una cosa così ordinaria come contare gli scellini da pagare a un oste, o pulisce dal fango i suoi stivali. Ancora più difficile pensare colui che scrisse la Dichiarazione d'Indipendenza come proprietario di schiavi. Eppure, Jefferson fu sempre un convinto assertore della schiavitù, nonostante pare avesse intrattenuto per molti anni una relazione con una donna di colore della sua casa. Ma per lui i neri erano esseri inferiori, un po' più intelligenti delle scimmie, ma molto meno dell'uomo bianco, che aveva diritto a servirsi di loro così come degli animali. Aveva invece apprezzamento e rispetto per i Nativi, che vedeva come l'incarnazione del mito del nobile e buon selvaggio teorizzato da Rousseau. Sia come sia, l'importanza di Thomas Jefferson nella nascita degli Stati Uniti è indiscutibile. Ha scritto la Dichiarazione d'Indipendenza. Si è battutto per aggiungere alla Costituzione gli emendamenti conosciuti come Bill of Rights e, da presidente, ha dato l'essenziale imprimatur all'acquisto della Louisiana francese. Un territorio immenso (in verde nella cartina), che non aveva nulla a che vedere con l'attuale stato dallo stesso nome, che anzi non ne faceva nemmeno interamente parte. Ma Jefferson fece anche qualcosa che oggi si può trovare non solo sui libri di storia, ma nelle tasche di ogni americano. Jefferson fu il padre del Dollaro Americano, quello che conosciamo oggi, quello divisibile in 100 centesimi. E propose anche il nickel. il dime, il quarto e il mezzo dollaro, sebbene i nomi di alcune di queste monete non fossero gli stessi che usiamo oggi. E il pezzo d'oro da 10 dollari, conosciuto come eagle. Tre uomini lo aiutarono nel concepimento e nella difesa di tutte quelle monete, basate, per la prima volta al mondo, sul sistema decimale. Due avevano lo stesso cognome, sebbene non fossero parenti. Il terzo, era il principale antagonista politico di Jefferson Continua...1 punto
-
Versione in argento della medaglia dell'inaugurazione del bacino di carenaggio del 1852.1 punto
-
Il peso ragionevole di quella moneta è 0.3 grammi. Secondo me si è banalmente confuso il decigrammo col milligrammo. Ho fatto 2 calcoli giusto per convincere matematicamente che non può essere altrimenti. Densità argento: 10.5 g/cm^3 Diametro presunto: 1.4 cm -----> Superficie= pi*(diametro/2)^2=1.54 cm^2 il peso P=Superificie*spessore*densità, da che ne segue che: Spessore=P/(densità*Superficie) Se inserisco come peso 0.003 g allora ottengo uno spessore di poco più di 1.8 micron ? (la stagnola credo sia intorno ai 20-50 micron o giù di lì) Se inserisco 0.3 grammi, allora lo spessore diventa 0.18 mm che è un numero ragionevole ed in linea con gli spessori di queste monetine così piccole.1 punto
-
1 punto
-
Più caldo, più misterioso, più affascinate, più camaleontico, piu vicino al popolo, piu vicino agli umili.. Più di così.. Ogni tondello può diventare un'unicum, non accostarsi a questa monetazione, è un perdersi tanta meraviglia e curiosità, a poco e a portata di tutti..1 punto
-
Rilanciamo un po' questa discussione in fondo il cosa vorresti e' un po' il dogma di tutto, cosa ti piacerebbe vedere, ma anche che progetti venissero fatti, provati, o idee, proposte, tutto può essere lecito poi dipende dalla fattibilità , dalla operatività, dai rapporti con i terzi coinvolti, sembra a volte semplice ma ogni iniziativa se studiata e attuata nei minimi particolari e' veramente difficile, complessa, il mondo numismatico ha poi sempre difficoltà maggiori e indite perché e' un microcosmo e nei microcosmo i fattori sbattono e si avvicinano spesso contrastandosi, bisogna tenere conto anche di questo . Si accettano dai nostri soci e amici proposte e idee da autunno in avanti perché prima il calendario e' pieno, o in chiaro o in Mp in privato , ognuna sarà valutata con attenzione ....1 punto
-
Nel Museo Archeologico di Firenze e' conservata un' urna funeraria che conteneva le ceneri di una donna etrusca e forse anche di suo figlio/a , risalente ai primi anni del V secolo a.C. ; l' urna in forma di statua rappresenta appunto una donna che regge tra le braccia un bambino/a , probabilmente suo figlio/a , stante in posizione seduta su di un seggio e ornata con braccioli laterali scolpiti in forma di sfinge . La statua nella sua allegoria rappresenta simbolicamente una dea della maternita' , forse l' etrusca Uni , paragonabile alla romana Giunone . La statua , come posa , ricorda molto la famosa Pieta' di Michelangelo , naturalmente con la dovuta differenza dello stile , della simbologia e del tempo che intercorre tra le due realizzazioni di circa 2000 anni , comunque una similitudine di posa tra le due statue esiste . In epoca romana la Pieta' , Pietas , era intesa come una importante qualità civile , militare e religiosa che ogni individuo avrebbe dovuto avere insita nella propria natura , in quanto era essenziale nelle principali attivita' del vivere umano ; si trattava di un dovere e devozione verso gli dei , di amore e affetto sia per i genitori che per i figli quanto nei riguardi della patria e degli amici . La Pietas includeva anche giustizia nelle controversie , clemenza verso i nemici o verso chi sbagliava e senso del dovere in generale . In foto la statua etrusca del Museo Archeologico di Firenze , la Pieta' michelangiolesca e un Dupondio emesso da Tiberio con la madre Livia in sembianze della Pietas . P.S. Il sistema non inserisce piu' foto in verticale , preventivamente ruotate , fatte manualmente tramite macchina digitale .1 punto
-
1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.