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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/27/18 in tutte le aree
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Iniziamo con la premessa che questa tipologia è stata emessa da Massimiano antecedentemente la riforma monetaria e che si è dibattuto anche nei secoli scorsi sul motivo della coniazione ( per esempio “Osservazioni istoriche su alcuni medaglioni antichi”). Una tesi riportata dal Bastien è che fosse riferito alla Vittoria di Massimiano in Mauretania come donativo per le truppe che parteciparono alla campagna con il cavallo come riferimento a Cartagine dove si celebrò il trionfo. altra ipotesi invece proposta per via della presenza sempre del cavallo è che si trattasse di un donativo in occasione di giochi circensi in cui Massimiano aveva fornito i cavalli agli aurighi. In realtà la raffigurazione del busto corazzato, con scudo e cavalcatura non era nuova, già questo diritto era stato coniato da Claudio II e da Probo probabilmente per accostarsi alla figura di un conquistatore come Alessandro Magno con il cavallo come chiaro riferimento a Bucefalo. Detto questo, esistono diversi altri esemplari di questo medaglione, differenti per conio e per stile da questa in vendita. L’esemplare più bello e sicuramente autentico è quello di Berlino, di cui loro sono entrati in possesso nel 1873 (Biedermann). Appare coniato e di stile coevo. Le immagini purtroppo non aiutano molto con le altre passate in vendita in quanto di bassa qualità. Darei buono per lo stile quello Leu venduto nel 2004, le immagini sono quello che sono ma lo stile è buono e il tondello appare credibile. Gli altri due: il Rauch esitato poi da Lanz, mi fa una pessima impressione, sembra una fusione, perdita di dettagli evidente in più punti. Artemide e NAC, anche qui penso male, ma io non ci capisco niente, mentre NAC lo ha avuto tra le mani. Il bagno d’oro posticcio non aiuta, o forse sì, aiuta a pensare male. Dico posticcio perché dove è saltata la doratura appare evidente che fosse proprio leggera, eppure sulla tempia dove la consunzione vi è stata con un abbassamento di qualche micron la doratura è intatta. Doratura applicata in tempi antichi ma sulla moneta già consunta? Stessi conii de l’esemplare di Berlino, evidente soprattutto al rovescio (notare le bilance per esempio) un po’ pasticciata per via della doratura Questo esemplare Nomos, lo stile a mio avviso pessimo, il profilo di Massimiano mi ricorda Big Jim, nel senso che è plasticoso, che non sembra assolutamente uscito dalla medesima zecca del l’esemplare di Berlino. Il cavallo, anche qui è stilisticamente differente, testa più piccola mi ricorda un cavallo Marino e la criniera è abbozzata e pasticciata. Segni di pulizia e di lisciatura dei campi, come detto profilo stravolto. qualche craterino sui rilievi che andrebbe visto meglio ma anche quelle che appaiono come bollicine in positivo, ce ne sono alcune. Da queste foto difficile dire altro, per alcuni aspetti il rovescio mi ricorda l’esemplare Rauch/Lanz con l’aggiunta che questa è più sgraziata. La moneta non mi piace e non parlo di autenticità, parlo di resa stilistica “interpretata” da chi ci ha messo le mani sopra o da chi ha rilavorato il falso. Purtroppo non ho modo di consultare i miei testi per vedere l’esemplare Gnecchi ma sarei stato curioso di vedere quel conio. Certo, che mentre quelle che a mio avviso sembrano autentiche hanno tutte un peso molto similare, le altre due per me dubbie (rauch e Nomos) hanno un peso decisamente diverso. Spunto di riflessione. Berlino 39mm - 30,15gr - 1873 Leu 41mm - 28,13gr - 2004 Rauch/Lanz 39mm - 47,06gr - 2006/2008 Artemide/NAC 38mm - 26.01gr - 2009 Nomos 38mm - 35,10gr - 20187 punti
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Beh, se ci mettiamo tutti d'accordo possiamo trovarci a qualche manifestazione, e creare un gruppo... Il mitico gruppo della monetazione del Sud..3 punti
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@centurioneamico l'esemplare Rauch va accomunato per la tipologia presa in esame nonostante abbia un rovescio differente. A memoria poi non ricordo la rappresentazione affacciata ma sempre rivolta, come nelle altre coniazioni di Diocleziano del periodo per esempio. l'esemplare Nomos a mio avviso proviene dagli stessi conii degli altri ma è stato così stravolto e falsato che di antico ne è rimasto solo il tondello con quella crepa frattura cieca molto simile per posizione a quella del NAC. Mi sorprende anche leggere di chi si lamenta sull'apertura di una discussione simile, penserei a una tornaconto personale se così fosse, soprattutto perché si sono sempre aperte di questo tipo e non sono decisamente queste quelle che intasano il forum. Se noti in alto a destra c’è proprio un bannerino che dice apri "NUOVA DISCUSSIONE”, se un utente vuole saperne di più è giusto che apra una discussione indipendentemente dal grado di conoscenza e anzi magari ce ne fossero così si imparerebbe a capire ciò che gli altri notano. E' vero, nessuno ci obbliga all'acquisto, ma nessuno può precluderci di discuterne.3 punti
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Ti ringrazio per la considerazione che apprezzo, tuttavia non dimentichiamo che tutti possiamo sbagliare, anche il sottoscritto e soprattutto se si ha a disposizione solo una foto. L'idea che mi sono fatto è che la moneta in questione sia stata pesantemente restaurata meccanicamente (i segni degli utensili utilizzati sono ben visibili), doveva in origine essere ricoperta da uno strato molto invasivo di cuprite. Il restauratore ha quindi dovuto quasi "scolpire" la moneta per far emergere il modellato. Questa è una prassi normale per un restauratore che però, nella preparazione del lavoro, deve premunirsi di una o più fotografie di monete dello stesso tipo (al fine di comprendere con più facilità come si presenterà il modellato sottostante e in quali zone del campo), dovrebbe poi avvalersi anche di metodi chimici per una pulizia preliminare, utile ad "alleggerire" e "facilitare" il successivo lavoro meccanico. Detto questo, è ovvio che la resa sarà anche strettamente legata alle capacità del restauratore che dovrà sapersi attenere il più possibile allo stile originale per non rischiare di alterare la moneta durante il restauro. I forellini che vedi sono i testimoni negativi delle incrostazioni che dovevano ricoprire la moneta in origine. Una moneta con questo tipo di incrostazioni è sicuramente molto mineralizzata e l'utilizzo ad esempio di un decapante chimico porterebbe via tutti i rilievi che, ricordiamolo, si sono trasformati in minerale. Il restauratore allora opta per il metodo meccanico che tende a "spianare" le incrostazioni. Durante questa fase, restano visibili le cavità già presenti nella spessa patina. C'è poi l'ipotesi del falso ottenuto coniando un tondello antico ma anche qui l'aspetto che assume sia il tondello sia la patina (per via della compressione essa assume un aspetto caratteristico che richiede di essere camuffato con incrostazioni aggiuntive), non sono in linea con la moneta oggetto di questa discussione. L'esemplare si direbbe infine coniato se analizziamo la frattura passante che si vede al dritto a ore 4 ed al rovescio a ore 8.3 punti
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Una nota di classe non guasta mai... Una Signor della musica di quegli anni.. Personalmente non ho visto più nulla al suo livello..3 punti
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Sono finalmente riuscito a chiudere il buco nella mia collezione tipologica dei due denari con questo esemplare, non certamente in perfette condizioni, del 1676 del periodo della reggenza di Vittorio Amedeo II. La rarità di questo millesimo, a parer mio, è parecchio alta, visto la difficoltà di rintracciare degli esemplari con la data chiara e leggibile, sicuramente la tiratura non deve essere stata altissima, visto che nello stesso anno sono stati coniati due tipi di due denari, anche se il primo tipo è una "chimera" per i collezionisti di queste monete. Si può affermare che questo millesimo sia il primo della lunga serie di due denari con l'impronta tipica, diritto croce piana e rovescio con corona/nodo/data. Sperando in un futuro colpo di fortuna nel rintracciare un esemplare in migliore conservazione, per ora sono ben contento di "riempire il buco" con questo piccolo tondello in cui la data almeno è certa... dal vivo comunque si presenta meglio che con le mie pessime foto....2 punti
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Davvero una bella moneta, e poi Floriano è abbastanza sconosciuto. Qualche volta pure io ho il desiderio di comprare qualche moneta del III secolo ma sarebbe la fine anche per me.2 punti
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Ho completato il trittico con l’esemplare d’oro dell’asta Varesi 72, definito in didascalia “Medaglia 1915 in oro della Croce Rossa Italiana, avente il modulo del 50 Lire”. Accetto la denominazione di medaglia per il gettone inserito nella montatura originale predisposta dalla Croce Rossa per renderlo portativo, cioè adattarlo a medaglia. Ciò non toglie che per me rimane un gettone nel DNA e un ‘gettone geneticamente modificato’ nella montatura. Mi è capitata tra le mani una medaglia commemorativa del terremoto calabro-siculo del 1908, che fu istituita con deliberazione del consiglio direttivo della Croce Rossa Italiana il 21 aprile 1909 e concessa a coloro che avevano partecipato alle opere di soccorso. Non c’è da meravigliarsi se la Croce Rossa ha chiamato gettoni le emissioni commemorative del 1915 destinate non alla riconoscenza di chi ha già prestato aiuto come la medaglia del 1909, ma a richiedere aiuto sotto forma di denaro a tutta la popolazione italiana, a seconda delle proprie disponibilità. E si chiamano gettoni nei manifesti della CRI che illustrano altre vie per dare un contributo, nei giornali dell’epoca che pubblicizzano questa iniziativa umanitaria, nelle schede tecniche che ne riportano le caratteristiche fisiche, ecc. Secondo me, non considerarli gettoni è arbitrario e in contrasto con lo spirito dell’autorità emittente, che è poi il loro ‘genitore’. Se la Croce Rossa non avesse progettato quella montatura, chi mai li avrebbe chiamati con un nome diverso da “gettoni”? Invece la montatura è stata creata, ma come una moneta rimane moneta anche in una montatura che la rende portativa, non vedo per quale motivo la stessa cosa non debba valere per un gettone. Invece, che un gettone possa essere considerato una moneta della zecca Johnson di Milano, di valore commisurato al metallo di cui è composto, è una vera… montatura!2 punti
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L’esemplare Rauch/Lanz ha un rovescio differente, l’allegoria centrale è affacciata mentre su tutte le altre guarda a sinistra quindi non le accomunerei. L’esemplare oggetto della discussione non puó essere stato prodotto per fusione a giudicare dai prodotti di corrosione visibili sulle sue superfici. Esse appaiono piuttosto compatte, con un certo spessore e una buona consistenza. Per me l’ipotesi della fusione va esclusa...2 punti
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Amici, come da titolo di questo Topic, sono trascorsi 10 anni dall’iscrizione a questo Forum! La mia passione, o comunque il mio interesse in materia – anche se più lieve – risale però a molti anni prima; ho infatti raccontato, qualche anno fa, l’aneddoto in cui, all’età di circa cinque anni, mentre con i parenti guardavo alcune monete, pensai che “Fior Di Conio” fosse una pianta raffigurata su ad una moneta Risale invece all’estate del 1998 un filmato de me girato nel quale provo – con le mie pochissime conoscenze e commettendo vari errori! – a descrivere sempre le monete dei miei nonni materni. Era però il 2008, quando iniziai davvero ad appassionarmi di Numismatica; mi recai in una tipografia della mia città, per stampare copertine di un disco del mio gruppo musicale, che era proprio vicina ad un negozio di monete e francobolli. Immediatamente, scorgendo la vetrina del suddetto, mi chiesi quello che probabilmente molti, giunti su questo Forum, si sono chiesti e si chiedono: che valore ed interesse avranno quelle monete conservate dai miei parenti? Penso fossero gli ultimi giorni di marzo di quell’anno. Comprai quindi un catalogo-prezziario ed iniziai a documentarmi; rimasi davvero affascinato soprattutto dalle monete preunitarie, della Repubblica in Lire e del Regno d’Italia, soprattutto le prime di Vittorio Emanuele III, dei primi del ‘900. Iniziai anche a frequentare il negozio, mostrando al commerciante alcune monete appunto dei miei parenti, precisamente quelle che sembravano più rare. Erano però semplici riproduzioni, senza alcun valore né storico, né economico. Il venditore non voleva però motivarmi perché tali monete non fossero originali… forse temeva lo volessi ingannare ed io non gli dissi certo di essere un principiante in materia. Forse, non era pure lui un esperto, in quanto scoprii in seguito che la sua specializzazione era prevalentemente filatelica. Mostrai tali riproduzioni anche ad alcuni mercatini, ma ricevetti risposte non complete o comunque poco edificanti. Iniziai allora a documentarmi usando Internet in maniera più seria e dettagliata; arrivai su Lamoneta.it senza però registrarmi e devo ammettere che, almeno nei primissimi momenti, non lo vidi di buon occhio, perché rappresentava quello che non sapevo. Temevo una Numismatica elitaria e poco aperta ai neofiti. La causa però era imputabile unicamente alla mia poca esperienza e ad alcune discussioni lette e non intepretate da me correttamente. Penso che, in tutte le passioni prese con serietà, ci sia quel momento iniziale in cui si è duramente messi alla prova, nel quale ci si “scontra” con la realtà e con chi davvero ha competenza. Ci si sente quindi in quel momento fortemente scoraggiati e si pensa di non farcela mai. Sentivo però che la Numismatica doveva rientrare tra le mie conoscenze e passioni, quindi consultai sempre di più questo Forum, registrandomi il 10 aprile del 2008. Ancora non scrivevo e mi limitavo a “sbirciare”, ma notai una passione e una disponibilità da parte degli utenti fuori dal comune. Anche la competenza ai massimi livelli mi colpì. Le mie conoscenze stavano migliorando; migliorarono anche i rapporti con altri commercianti, alcuni dei quali davvero disponibili. Qualche settimana dopo, la “scintilla” numismatica definitiva: la monetazione in Euro! Sì, il mio percorso, penso molti lo sappiano, è diverso dalla media: prima le monete del passato, poi le contemporanee. Ancora leggermente scoraggiato, ma questa volta dai gradi di conservazione molto dettagliati delle monete del passato, ricevetti la richiesta da parte di mia nonna materna di raccogliere le monete in Euro particolari che avrei ottenuto, anche perché in quei mesi (estate 2008) stavo lavorando in un’edicola di una località balneare in provincia di Rimini, per pagarmi gli studi all’Università. Conservavo quindi le monete particolari ottenute durante il lavoro, cambiandole ovviamente con le mie! Mi si aprì un mondo nuovo! Monete in circolazione con il dritto diverso, mai visto! Comprai anche per esse un catalogo-prezziario, che consultavo nei pomeriggi estivi in cui non lavoravo, aiutandomi con Internet e il nostro Forum. Rimasi particolarmente colpito dalle emissioni dei mini-Stati (allora Monaco, San Marino e Vaticano). Al mattino, mentre mi recavo al lavoro in motorino, era molto suggestivo ammirare in lontananza la zona di San Marino ed il suo Monte Titano, luogo in cui comunque ero stato più volte anche in precedenza, pensando alle monete della piccola Repubblica. Fu un periodo davvero magico. Non dimenticherò neppure quando, una sera, un venditore ad un mercatino mi mostrò una divisionale vaticana di qualche anno prima (in quel caso del 2003), che nemmeno sapevo come fossero fatte internamente. Il vedere quelle monete, così alloggiate, tutte assieme e il dire a me stesso: ah, è così che sono! Creò in me un’emozione che appunto ancora ricordo bene. Il mio primo messaggio in questo Forum lo scrissi nel settembre del 2008; nell’Osservatorio ritrovamenti, nel quale gli utenti postavano e postano ancora le monete particolari reperite nella quotidianità. In esso feci un elenco sintetico delle monete ritrovate durante il lavoro nel periodo estivo. Poi, fu tutto un susseguirsi di ulteriore passione e ulteriori messaggi, di conoscenze di amici virtuali, che mi piace sempre chiamare “amici” , anche quelli poco conosciuti. Tra le altre attività, proposi inizialmente di migliorare il tasto che assegnava gli apprezzamenti ai post (i “mi piace” attuali) e cercai in ogni modo di contribuire, con le mie neonate conoscenze e le mie iniziali esperienze, allo sviluppo di questo spazio virtuale. La passione per la Numismatica mi aiutò anche in alcune situazioni familiari spiacevoli, dandomi distrazione e comunque un motivo per essere soddisfatto di me ed avere un “piccolo scopo”. Grazie ai suggerimenti degli amici qui presenti, riuscii, dopo un’attesa durata ben due anni, ad entrare nelle allora da me ambite e sognate liste clienti numismatiche vaticane Ideai anche l’Oscar delle monete in Euro, contesto nel quale sul Forum si votavano le monete emesse nell’anno precedente per categoria, con la previsione di premi per gli utenti meritevoli. Nel 2012, ricevetti il terzo Premio in occasione dell’Oscar delle monete in Euro 2011, “assegnato alla Giuria ad un utente che si è particolarmente contraddistinto nel corso del 2011 relativamente alla partecipazione e ai contributi postati sul forum”. Nel frattempo, la mia ragazza si è unita al mio interesse, in quanto anche lei collezionista di monete in Euro. Nel 2014, partecipando al Concorso “Nascita di una Passione”, sono stato per la prima volta allo storico e immancabile Convegno di Verona, nell’edizione di maggio, dove, con la mia ragazza (che frequenta e frequenterà sempre gli eventi assieme a me), ho incontrato gli altri giovani partecipanti ed altri amici del Forum per la prima volta di persona. Nello stesso anno, ho iniziato a collaborare - redigendo articoli - con i Quaderni di laMoneta, pubblicazione del nostro Forum, trattando sempre la Numismatica contemporanea dell’Euro. Nel corso degli anni sono arrivato a produrre 6 articoli Nel 2015, sono stato premiato assieme ad altri giovani al Convegno N.I.P. di Milano. Esperienza fantastica, come tutte le altre connesse all’amato Forum. Seguendo una conferenza, però, sentivo che mi mancava qualcosa. Sarebbe stato bello esporre la mia passione al pubblico, così come quella di altri giovani. Contemporaneamente, l’amico Mario stava avendo la stessa idea. Lui, però, l’ha messa in pratica ed ha organizzato, per il 2016, un indimenticabile evento, non solo per me, ma penso un po’ per tutta la Numismatica: la prima Giornata di Studio "La Numismatica e i giovani" al Convegno di Parma. In quell’occasione ho avuto modo di esporre, assieme ad altri giovani studiosi della materia, una piccola relazione al pubblico presente. Esperienza come sempre formativa ed emozionante, anche dal punto di vista umano, per l’incontro con gli amici del Forum, che in ogni caso prosegue anche nelle varie edizioni del Convegno di Verona. Da semplice ragazzo affascinato dalla Numismatica che ero inizialmente, sono poi stato davvero felice ed onorato di poter vedere scritto il mio nome in alcune riviste del settore. L’anno scorso, ho collaborato redigendo un articolo con Il Gazzettino di Quelli del Cordusio, pubblicazione dell’Associazione culturale “Quelli del Cordusio”, unico Circolo di cui sono socio, rappresentando anche la mia ragazza. Cosa dire? Questo mio “chilometrico” topic si sta concludendo; mi scuso della lunghezza, ma mi auguro sia apprezzato Desidero ringraziare tutti, ma proprio tutti coloro i quali hanno avuto ed hanno un qualsiasi contatto con me, anche che solamente abbiano letto uno dei miei post (più di 5.000!) in questo Forum Il merito di tutti questi anni da me qui finora trascorsi è soprattutto di chi contribuisce a questo “spazio virtuale” in qualsiasi modo, facendo così che gli utenti restino e siano presenti in tutto questo tempo! Progetti dopo questi 10 anni? Cosa farò ancora? Un’idea penso di averla, anche se riguarda monetazioni del passato, da me comunque sempre apprezzate e considerate; a breve, contatterò l’amico Mario @dabbene, in quanto Presidente dell’Associazione culturale “Quelli del Cordusio”, per proporla e mi auguro si possa realizzare! Seguono ora fotografie significative di questi anni di Forum! Il mio primo messaggio La notizia data agli amici del Forum della mia avvenuta iscrizione alle liste vaticane! Con il premio vinto nel 2012 per l’Oscar monete in Euro Il primo incontro con l'amico Mario al Convegno di Verona del 2014 Durante la relazione tenuta al Convegno di Parma del 2016 Con l'amico Antonio al Convegno di Parma del 2016 Con la mia ragazza, emozionato e premiato al Convegno di Parma del 2016 Con la mia ragazza ad un pranzo con gli amici del Forum in occasione del Convegno di Verona1 punto
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Pompei , miniera senza fine di preziosi reperti di antichita' romane , ma anche testimonianza di tragedie umane vittime della furia incontrollabile della natura : https://www.leggo.it/italia/cronache/pompei_ritrovato_scheletro_di_un_bambino_nel_scavi_stava_cercando_di_sfuggire_all_eruzione_del_vesuvio_25_aprile_2018-3692167.html1 punto
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Salve, pensavo che il peggio che si potesse trovare sul web fossero i ciarlatani che cercano di affibiarti il pataccone dello scudo del 1901 a cifre esorbitanti, oppure quelli convinti dopo aver trovato 200 lire in un cassetto di aver trovato un tesoro, ma pensandoci bene credo che questi individui siano tutto sommato innocqui. In questi giorni invece mi sono imbattuto in un individuo molto più pericoloso per i collezioniti alle prime armi, un "restauratore orafo con esperienza pluridecennale" come ama definirsi, che dispensa consigli su come "restaurare" le monete: Alle mie perplessità su delle monete lucidate e spatinate, risponde: Ecco un suo video dove fa "brillare" una moneta romana del terzo secolo da lui precedentemente incastonata :1 punto
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Ti ringrazio, ci fu a suo tempo l'occasione e non ho esitato più di tanto, dicendo a me stesso o ora o mai più1 punto
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Può essere sia un insulto che il nome di un popolo arabo che dominava l'egitto1 punto
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Anzi, se mi fai avere il link del filmato mi faccio carico io di segnalarlo a chi di dovere1 punto
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Ciao, se ti riferisci al modulo delle assegnazioni ci vuole pazienza qualche settimana a volte, se invece hai inviato un modulo con le richieste supplementari, sempre che vi siano le disponibilità, leggo dal forum che le esamineranno da metà maggio...1 punto
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Pure per me potrebbe essere un fals mammalucco, ma non ho la giusta conoscenza della monetazione araba per classificarla meglio.1 punto
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Ciao raga: Posto queste 2 nuove foto magari si capisce un po di +. Grazie a tutti.1 punto
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Ciao And! Mi sa che dalle nostre parti recentemente hanno aperto qualche rotolino di questa commemorativa, ne ho già trovate 4 in circolazione perfettamente conservate (nell'ultimo mese).1 punto
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Sarebbe l'equivalente di XXI in greco, marchio introdotto da Aureliano e su cui ancora si dibatte. L'altra lettera A è riferita all'officina, la prima.1 punto
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Taglio: 2€ Boccaccio Nazione: Italia Anno: 2013 Tiratura: 10.000.000 Conservazione: qSpl Località: Padova1 punto
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Petronius è certamente corretta per il tuo tipo di moneta (bronzo, 1864-1909), ma forse si sta chiedendo circa i due varietà del Indian Head cent di 1886? Se è così, la vostra moneta è la varietà 2 (1886-1909), con la piuma che punta tra CA d'AMERICA. (Sull'altra varietà--varietà 1 (1864-1886)--i punti della piuma fra IC dell'AMERICA. v. -------------------------------------------------------- Petronius is certainly correct as to your coin’s type (bronze, 1864-1909), but maybe you are asking about the two varieties of the 1886 Indian Head cent? If so, your coin is the variety 2 (1886-1909), with the feather pointing between CA of AMERICA. (On the other variety—variety 1 (1864-1886)—the feather points between IC of AMERICA. v.1 punto
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Non è un caso che la notte mi designi.. Non è un caso che le frasi mi accompagnin.. Non è un caso che sia scopo, brio, e letizia.. Non è un caso che mi ponga la quaestio.. Non è un caso che debba conferir.. Non è un caso che qualcuno mi oda.. Non è un caso che ancor sia qui.. Non è un caso che cerchi il diman.. Non è un caso che ascolti il silenzio della parola, mentre la mente colloqui con la passione...1 punto
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I risultati si ottengono solo con la fatica. Nella vita non ho mai ottenuto nulla senza sudore, i mi più grandi risultati li ho ottenuti con la tenacia e l'impegno. Poi l'estro ha fatto la sua parte, ma quello a volte è innato. Però la creatività è presente in ognuno di noi, bisogna solo saperla tirar fuori, siamo un popolo degno di questa qualità, l'abbiamo nel genoma, ci accompagna da sempre. Taluni riescono a produrla, ottenendo dei risultati sbalorditivi in ogni campo, la numismatica si presta, lo studio, la ricerca, i tondelli complici e ispiratori, e poi il gruppo fa il resto.. A volte le cose succedono senza volerlo, a volte l'enfasi da carica, a volte lo scopo incoraggia, a volte la sfida protegge.. Ma i veri compagni d'avventura, nella più grandi battaglie sono insostituibili... Le sfide si vincono solo con loro.. Eros1 punto
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Grande Scipione mitico... SCIPIONE L’AFRICANO, 235 - 183 A.C. Rimase imbattuto sul campo di battaglia, ma soprattutto difese la crescente potenza di Roma e diresse le sue mire espansionistiche nel bacino del Mediterraneo. Sull’onda dell’emozione per la morte del padre (Publio Cornelio Scipione) e dello zio (Gneo Cornelio Scipione Calvo) in Spagna a opera dei Cartaginesi, a soli 26 anni Publio Cornelio Scipione ricevette un comando proconsolare straordinario per la Penisola iberica. Nell’arco di un triennio espugnò Cartagena (206) e sconfisse i Punici a Becula e Ilipa, restituendo la Spagna al controllo di Roma. Tornato nell’Urbe, sostenne con tenacia la strategia di portare la guerra direttamente in Africa, per costringere Annibale ad abbandonare la Penisola italica. Il senato lo assecondò con scarso entusiasmo, lesinandogli gli effettivi. Sbarcato sulle coste africane, mise sotto pressione i Cartaginesi e i loro alleati vincendo ai Campi Magni (203) e costringendo Annibale a venire in soccorso alla sua capitale. Sconfisse il grande condottiero punico a Zama nel 202 a.C., obbligando Cartagine alla pace. Nel 189, partecipò come legato alla campagna asiatica contro Antioco III di Siria, guidata dal fratello Scipione, poi detto l’Asiatico. Messo sotto accusa dai suoi nemici politici, si ritirò a vita privata e morì a Literno nel 183 a.C.1 punto
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Per me va bene così, il dritto è migliorato, il rovescio come l'ultima volta. Se desidera ci penserà eventualmente il prossimo collezionista che ne entrerà in possesso ad intervenire ulteriormente su quel che è rimasto, e spero tra tantissimo tempo.1 punto
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Stephen Album Rare Coins > Auction 30 Auction date: 18 January 2018 Lot number: 2 Price realized: 100 USD (Approx. 82 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. CARTHAGO NOVA: Scipio Africanus, ca. 209-208 BC, AE 13mm (1.84g), head left, said to be Scipio Africanus // horsehead right, excellent strike, VF-EF. Estimate: 110-150 USD ILLUSTRAZIONE: SCIPIONE L'AFRICANO1 punto
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Ciao Stefano, non penso ci saranno problemi abbiamo avuto ieri una defezione, sono molto contento di rivederti e mi raccomando tifa per noi sabato ! Mario1 punto
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ciao eros sono pienamente d'accordo con te su Parma come punto di riferimento per studiosi e Commercianti con la C maiuscola1 punto
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Purtroppo, speravo non accadesse, ma sto casino di feste e ponti mi obbliga , causa lavoro, saltare Parma. Mi sarebbe piaciuto rivedere volti noti e conoscerne di nuovi. Cercherò di rifarmi a Verona. Auguro a tutti una bella giornata. Per Mario: se puoi tenermi una copia del Gazzettino. Grazie Graziano1 punto
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Bello l'articolo della manifestazione sul Gazzettino di Parma........sempre di Gazzettini si tratta1 punto
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Bella iniziativa, spero proprio di riuscire a fare un salto per imparare qualcosa (Venezia, ad eccezione del periodo carolingio, per me è... un buco nero!!!) e per passare un poco di tempo con gli amici del CCNM Antonio1 punto
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In questi giorni ho trovato una bella doppietta monegasca con entrambi i sovrani! Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 899.800 Conservazione: B Località: Castelletto Cervo (BI) Note: l'unico 2 euro di Monaco circolante (escludo il 2017, ma c'è tempo) che non avessi mai trovato. Anche se la condizione è quella che è, si aggiunge alla collezione! Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2015 Tiratura: 1.306.782 Conservazione: SPL Località: Castelletto Cervo (BI)1 punto
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Oggi il Convegno sia commerciale che culturale sulla Gazzetta di Parma1 punto
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Mi permetto di dire...era ora! Questa smania di collezionare numeri di serie (vale anche per le banconote euro) non l'ho mai capita, né condivisa. petronius1 punto
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Le prime monete coloniali Se si volevano coniare monete, si doveva trovare un modo per aggirare entrambi i limiti. Questo modo fu trovato, per la prima volta, a Boston, Massachusetts. Nel 1652, i coloni del Massachusetts cominciarono a produrre monete in argento, di fattura assai rozza, portanti un fantasioso NE (per New England) al dritto, e i numeri romani III, VI o XII al rovescio, per indicare il valore: 3, 6 o 12 pence (1 shilling). Dove avevano preso il materiale grezzo? E come pensavano di poter mettere e mantenere in circolazione queste monete, quando tutti sapevano che il diritto di battere moneta spettava esclusivamente al re? La risposta a queste domande, sta nel fatto che i coloni, alcuni dei quali appena sbarcati, incominciavano già a pensare se stessi come Americani, invece che come inglesi trapiantati L'argento veniva dal commercio, illegale, con le isole caraibiche, ancora in larga parte spagnole. I bravi cittadini di Boston, mandavano giù rum, legname e grano, e i bravi cittadini delle Antille, mandavano su zucchero e monete, soprattutto pezzi da otto. Che, in teoria, avrebbero dovuto essere inviati in Inghilterra, ma, in pratica, venivano spesso trattenuti nella colonia, specie se di peso calante o argento di basso titolo (cosa assai frequente, poiché in quegli anni la zecca di Potosì era nel pieno del suo peggiore scandalo, dipendenti infedeli che adulteravano le monete per trarne un profitto personale). Ma l'acquisizione dell'argento e la sua trasformazione in monete, erano difficoltà minori rispetto a quella di poter tenere queste monete nel Nuovo Mondo, una volta coniate. Si doveva trovare il modo di renderle poco attraenti per gli inglesi, pur garantendo il loro appeal presso gli americani...come fare? Ci pensò un genio sconosciuto probabilmente qualcuno collegato al braccio fiscale del governo coloniale. Se queste monete fossero state fatte, deliberatamente, di peso inferiore rispetto a quelle inglesi, ma con lo stesso valore nominale, nessun mercante a Londra le avrebbe accettate, perché poi non avrebbe potuto far altro che fonderle per recuperare l'argento, rimettendoci comunque dei bei soldi. Invece, un mercante di Boston, le avrebbe abbracciate, perché esse avrebbero fatto parte di un sistema monetario chiuso, basato su valori a lui familiari, III, VI e XII pence. Per un bostoniano sarebbero state, almeno in parte, monete fiduciarie, e finché tutti le accettavano, non ci sarebbero stati problemi. E così fecero. Sul finire di maggio 1652 venne approvata dal governo coloniale la legge che autorizzava le nuove monete, e fu impiantata una piccola zecca nell'officina di John Hull, un argentiere di Boston. Lui e il suo socio, Robert Saunderson, avvalendosi dell'opera di un ironmaster di Saugus (cittadina a nord di Boston, sede della prima industria siderurgica statunitense, fondata nel 1646) per attrezzature e conii, diedero il via alla produzione. Come compenso per il suo lavoro, John Hull ricevette inizialmente dal governo coloniale uno scellino e tre pence per ogni 20 scellini NE coniati, compenso poi modificato diverse volte durante il suo periodo di servizio come mintmaster. Le prime monete, come sopra descritte, furono coniate da giugno a ottobre 1652, e sono oggi della più estrema rarità, perché la produzione fu fermata quando si capì che lettere e numeri, incisi con piccoli punzoni piuttosto che con matrici complete, erano facile bersaglio di truffatori e falsari. E così, alla breve vita delle NE coins, fece seguito quella, assai più più lunga, di monete dal disegno più elaborato, che vedremo nei prossimi post. petronius1 punto
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La pelle dell'orso "Non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso", recita un noto proverbio. Ma nel Nordamerica, venivano vendute non solo le pelli d'orso, ma anche quelle di quasi qualsiasi altro animale. Tra gli indiani, così come in molte altre società primitive dipendenti dalla caccia, pelli e pellicce di animali divennero moneta. E gli europei, al loro arrivo, non ci misero molto ad adeguarsi. Del resto, le pelli degli animali più pregiati erano già molto ricercate in Europa, e il Nordamerica, da questo punto di vista, rappresentava una fonte quasi inesauribile. E così la pelle dell'orso acquisì valore legale nel Canada francese nel 1673, mentre in Alaska e nella Columbia Britannica si preferiva quella di lontra. Più a sud, in Kentucky e Tennessee (o meglio, nei territori che sarebbero diventati questi due stati), era il procione ad avere il discutibile (per lui ) onore di fornire la sua pelliccia affinché se ne facesse moneta. Ma l'animale che più di tutti si trovò a svolgere, suo malgrado, un ben preciso ruolo monetario, fu senza dubbio il castoro. Nel Nordamerica, le pelli di castoro erano generalmente accettate ovunque come mezzo di pagamento, e in più c'era una fortissima richiesta anche in Europa, dove venivano usate per farne cappelli. Ben presto esse divennero lo standard contro cui veniva misurato il valore delle altre pelli. In un listino del 1703, tutte le merci indiane erano prezzate in pelli di castoro, sebbene si potesse pagare anche con quelle di altri animali. In Canada, la Hudson Bay Company stabilì il "made beaver" (fatto in castoro), come standard di valore poco dopo il 1670, e tale rimase per quasi due secoli, fino agli anni 1850. Nel Massachusetts, un uomo della tribù Chickataubott, nel 1631, fu condannato a pagare una pelle di castoro per aver sparato a un maiale, e i Dutch bricks erano venduti a New Amsterdam, nel 1661, a 4,16 rijksdaalder per migliaio, pagabili in pelli di castoro. Fino alla fine del 1788, ogni impiegato di contea dello State of Franklin, nell'odierno Tennessee, riceveva come salario annuo, 300 pelli di castoro. Le pelli erano popolari soprattutto nelle aree di frontiera, ma il loro uso si estese alla fine dall'Atlantico al Pacifico. Non sorprende quindi, che quando, nel 1849, l'Oregon si diede a coniare proprie monete, con l'oro che arrivava dalla California, abbia raffigurato sulle stesse l'animale la cui pelle, più di ogni altra, era stata, ed era ancora, un simbolo monetario. Otto importanti uomini d'affari fondarono la Oregon Exchange Company, con James Taylor come direttore, W.H. Wilson assayer, William H. Rector preparatore dei conii e il Reverendo Hamilton Campbell incisore-capo. Questi uomini, e gli altri componenti la Compagnia, raggiunsero l'immortalità numismatica quando Campbell incise le loro iniziali al dritto della sua moneta, il pezzo d'oro da 5 dollari. Kilborne, Magruder, Taylor, Abernethy, Wilson, Rector, Campbell e Smith, che sulla moneta formano la sequenza K.M.T.A.W.R.C.S. Immortalità che toccò anche al castoro, raffigurato al centro delle monete, e che alle stesse ha dato il nome: "beaver coins of Oregon". petronius1 punto
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La sovrapproduzione non era però l'unico ostacolo all'utilizzo del tabacco come moneta. Un altro, ben più grave problema, era la deperibilità. Un mezzo di scambio ideale, deve essere durevole, ma il tabacco può facilmente seccarsi o marcire. Per ovviare a questo, i produttori inventarono le "tobacco notes". Il tabacco veniva stoccato in grandi magazzini, e dal 1713 apparvero delle "banconote", emesse da questi magazzini e garantite dal tabacco in essi conservato. Il sistema, inaugurato al solito in Virginia, fu adottato anche dal Maryland nel 1747. E per superare il rischio di deperimento del tabacco, la validità legale di queste "banconote" era limitata a 18 mesi. Un altro problema era rappresentato dal fatto che i debiti venivano sistematicamente pagati con il tabacco di qualità più scadente. Una volta istituiti i magazzini, fu istituito anche un sistema di ispezione, e gli ispettori avevano il potere esclusivo di emettere le tobacco notes. Alcuni erano più coscienziosi di altri, di conseguenza, il prezzo del tabacco e il valore delle banconote potevano variare in base alla reputazione dell'ispettore. Il sistema, di cui vediamo un esempio in foto, una tobacco note del 1771, ebbe termine nel XIX secolo, con l'avvento generalizzato della moneta cartacea ufficiale, ma non per questo il tabacco perse la funzione "monetaria", che anzi tornò spesso in auge in particolari situazioni. Nella Seconda Guerra Mondiale, la sigaretta era un primario bene di scambio tra i prigionieri di guerra. In un famoso articolo, RA Radford, studente di economia all'Università di Cambridge, che andò a combattere e fu catturato dai tedeschi nel 1943, racconta l'emergere di un'economia di mercato basata sulle sigarette nel suo campo di prigionia in Baviera. Descrive come le sigarette progredirono dall'essere solo una merce allo status di valuta, e come i prezzi reagivano a vari shock esterni. Per esempio, se le forniture di cibo ritardavano, o arrivavano sigarette di qualità inferiore, questo faceva salire i prezzi. E poiché le sigarette venivano regolarmente distrutte quando fumate, lo stock di moneta rimaneva relativamente stabile, prevenendo l'inflazione. Anche i non fumatori accettavano questa forma di pagamento, perché erano sicuri di poter successivamente trovare qualcuno con cui scambiare le loro sigarette. Ed esse furono un apprezzato mezzo di scambio anche alla fine della guerra, soprattutto in Germania, Austria e Italia. La forte domanda da parte dei fumatori garantiva la loro accettabilità, ed erano convenienti per gli acquisti, sia piccoli che grandi: questi ultimi venivano pagati in pacchetti interi. Una sigaretta poteva essere scambiata centinaia di volte, prima di essere fumata. I principali fornitori erano i soldati americani, che ricevevano sigarette nelle loro razioni, e che chiedevano anche ai loro amici e alle loro famiglie di mandargliene. Nel 1947, oltre il 95% dei pacchi spediti dagli Stati Uniti conteneva sigarette. Vendendole o scambiandole sul mercato nero, si realizzava un profitto enorme. A Berlino, fu possibile pagare i servizi di un'orchestra, per un'intera serata, con quattro pacchetti di sigarette, comprati a meno di un dollaro E anche in anni più recenti, ci sono stati esempi di sigarette usate come mezzo di pagamento. In Romania, negli anni '80, il marchio Kent veniva utilizzato per ogni tipo di transazione. Tale marchio, chissà perché, era l'unico accettato, e un pacchetto di Kent poteva costare fino a 14 dollari al mercato nero. Questo le rendeva troppo costose da fumare per la popolazione, i pacchetti venivano quindi scambiati fino a danneggiarli gravemente, e molti non furono mai fumati. Nondimeno, il loro possesso era un segno di ricchezza, in un paese che, sotto il regime di Ceaușescu, era tra i più poveri d'Europa. petronius1 punto
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