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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/23/18 in tutte le aree

  1. E siccome come da regolamento: valgono pure i colpi bassi Ho portato qualche utente a votare: ___________________________________________________________________________________________ Voto questa banconota, la ragazza somiglia a mia cugina _________________________________________ ________________________________________________________________________________________ La voto anch'io, largo alle donne! ______________________________________ __________________________________________________________________________________________ Un voto ad una bella donna non si nega mai! ______________________ _____________ _______________________________________________________________________________----______ In attesa di altri pareri più autorevoli... voto questa: ________________________________ _____________________________________________________________________________________ Io voto invece per questa: ________________________________ ___________________________________________________________________________________________ Ma non è tra le banconote che si dovevano votare! _____________________________________________________________________________________________ Ok, ok.. ma 50 euro all'occasione fanno sempre comodo.. ________________________________________________________________________________________ Mi raccomando un voto *valido*! ci siamo parlati in MP... ______________________________________________________________________________________________ Va bene, va bene... voto per questa: _____________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________
    5 punti
  2. Qualche giorno fa ha fatto l'ingresso nella mia collezione (per il momento non ancora fisicamente) un pezzo di Massimiano proveniente da un ripostiglio tedesco del 1964 di cui ahimé non sono riuscito a ottenere grandi informazioni... tuttavia si tratta di un pedigree interessante (e di una moneta non comunissima) oltre che di una provenienza "certa". MAXIMIANUS D\ IMP C MAXIMIANVS PF AVG R\ PAX AVGG, /S - La pace stante a sinistra con in mano Vittoria e scettro Zecca: Lugdunum; Biglione; 22 mm; 3,61 gr. RIC - ; Bastien 276 (5 esemplari noti) Ex Comm. Francese; Ex Gert Boersema, Ex coll. Eberhard Link, Ex. tresor d'Horath (Germania, 1964) Il pezzo da quanto mi riferiscono "colleghi forumisti" francesi dovrebbe avere lo stesso conio dell'esemplare 276 d nella pl. XIX del testo di Bastien usato come riferimento di catalogazione. Per quanto riguarda il ripostiglio in questione invece, ho trovato unicamente come riferimento una nota a margine di un testo francese che rimanda a uno scritto tedesco: "H. Cuppers, « Trésor d’Horath, 1964 (canton de Bernkastel) », Archäologische Funde im Landkreis Bernkastel, Zeltigen, Bernkastel-Kues, Lankreis Bernkastel, 1966, p. 99 et pl. 51"... ovvio che ho sguinzagliato a destra e a manca i miei spulciatori di archivi esteri per vedere se recupero qualche info in più ma... al momento, questa è la somma delle informazioni a mia disposizione ...e tutto sommato sono abbastanza soddisfatto!!!
    4 punti
  3. Eccoci qua! Con largo anticipo rispetto ai risultati del Molise dichiaro ufficialmente vincitore la 10 pound scozzesi. Grazie a tutti per la partecipazione. Menzione particolare a Nikita, occhiolungoxxl e Santamirtilla. Aspettiamo la lista dei ministri e la realizzazione delle riforme strutturali promesse, per primo il reddito di cittadinanza in banconote fds consecutive.
    3 punti
  4. IL REALE VALORE DELLE LIRE REPUBBLICA Sebbene su certa stampa e siti internet non di settore si favoleggi la possibilità di ritrovare in casa autentici tesori fra gli spiccioli dimenticati in borsellini e salvadanai vari la realtà dei fatti è completamente diversa. Ecco quindi una lista INDICATIVA (ad uso neofiti e non addetti ai lavori) delle monete in Lire più rare e/o di valore emesse per la COMUNE CIRCOLAZIONE. Monete RARE che quindi hanno un buon VALORE IN QUALSIASI CONSERVAZIONE: 1, 2, 5 e 10 Lire del 1946 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 1, 2, 5 e 10 Lire del 1947 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 2 lire del 1958 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 5 lire del 1956 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 50 lire 1958 (E' quella di minore valore, circa 10/15 euro per un esemplare circolato) Monete COMUNI che quindi hanno buon VALORE SOLO IN ALTISSIMA CONSERVAZIONE: Indicativamente QUASI TUTTE le monete da 1 lira, 2 lira, 5 lire, 10 lire, 20 lire, 50 lire e 100 lire emesse negli ANNI 1948, 1949 e negli ANNI '50/60 (esclusi gli anni 1968 e 1969) ATTENZIONE! Per ALTISSIMA CONSERVAZIONE si intende il cosiddetto FDC (Fior di Conio) che corrisponde alla condizione di una moneta praticamente perfetta, come fosse appena uscita dalla Zecca, e subito presa e conservata da parte con particolare cura. Di conseguenza il suo reperimento in un borsellino o in un salvadanaio nel 99% dei casi esclude la possibilità che si trovi in questa condizione (praticamente annullando anche il valore di queste annate) Infine TUTTE LE ALTRE ANNATE E TIPOLOGIE, praticamente il 99% del totale delle monete che è possibile trovare fortuitamente in casa, NON HANNO PRATICAMENTE VALORE NEMMENO IN ALTISSIMA CONSERVAZIONE. Infatti queste monete, prodotte in milioni e milioni di esemplari, solitamente vengono trattate (in grosse quantità) ad un tot di Euro al Kg (al momento si oscilla dai 5€ a massimo 10€ al kg) per poi essere rivendute al dettaglio per pochi spiccioli nelle ciotole dei mercatini. Da questo discorso ESULANO: Monete IN ARGENTO da 500 Lire "CARAVELLE", "DANTE ALIGHIERI", "UNITA'D'ITALIA" e 1000 Lire "CONCORDIA" che mediamente valgono più o meno almeno il peso dell'argento contenuto secondo le quotazioni del momento. Monete IN ARGENTO prodotte appositamente per COLLEZIONISTI Particolari VARIANTI che hanno un mercato tutto loro e che presuppongono precise e pregresse conoscenze collezionistiche e numismatiche. Importante ricordare che la famosa (e quotatissima) 500 Lire "CARAVELLE" CON BANDIERE CONTROVENTO era una versione di PROVA (datata 1957) donata a suo tempo a Parlamentari della Repubblica Italiana e (come anche tutte le altre monete PROVA esistenti) non era assolutamente pensata per la normale circolazione di tutti i giorni. Di conseguenza se trovate in casa qualche 500 Lire "Caravelle" nel 99,999999% dei casi troverete la versione "normale" e comunissima con date che vanno dal 1958 al 1967.
    3 punti
  5. Nuovo esemplare entrato in collezione 30 soldi Repubblica Cisalpina AN IX D/ PACE / CELEBRATA • / FORO BONAPARTE FONDATO • / ANNO IX • su cinque righe. R/ Allegoria muliebre della Repubblica Cisalpina, con busto paludato volto a destra con elmo ornato da una fascia con spighe e fiori. Intorno REPVBBLICA CISALPINA • e, in basso, l'indicazione del valore (SOLDI • 30 •). Contorno: foglie in rilievo Nominale: 30 Soldi Materiale: Ag 685 Diametro: 29-30 mm Peso: 7,33 g Assi: alla tedesca
    2 punti
  6. Una giovane artista spagnola, Mari Roldán ha riprodotto delle note opere d'arte su alcune eurobanconote. Una volta pubblicate su Instagram, sono ben presto diventate virali. E' una forma d'arte semplice, ma, a mio parere piacevole, anche perchè rende meno orribili e dozzinali le eurobanconote. https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwij5duKx9DaAhXhA8AKHQRmBtEQFggnMAA&url=https%3A%2F%2Fwww.vanillamagazine.it%2Fla-grande-arte-riprodotta-sulle-banconote-diventa-virale-su-instagram%2F&usg=AOvVaw0Mrd3L2Emyct7dS_6LDuS6 Cosa ne pensate?
    2 punti
  7. Altro Cavallo da poco arrivato.
    2 punti
  8. Grosso 1590 Vincenzo I Gonzaga , Zecca di Casale Millesimo Inedito al Mir Piemonte
    2 punti
  9. Eh sì, le monete girano, questo è un pezzo che era passato su ebay un paio di anni fa. L'esistenza di due esemplari nel museo civico di Casale mi era stata segnalata dallo stesso Luca Gianazza; peraltro in quel museo se ho ben capito sono conservate le collezioni di Giuseppe Giorcelli e Flavio Valerani, due valenti numismatici i cui studi sono stati colpevolmente dimenticati da gran parte della letteratura contemporanea e solo di recente sono stati riscoperti.
    2 punti
  10. E' un caso di clashed dies, se ne sono viste già altre sul forum con questa caratteristica (scaletta sotto il mento). un esempio in questadiscussione:
    2 punti
  11. Da sabato a Parma partiranno le consegne ai soci del nuovo Gazzettino, continueranno a Verona e nelle domeniche cordusiane ... Una Associazione che crede ancora nel prodotto cartaceo divulgativo e per tutti, come crede anche nella digitalizzazione per tutti del prodotto Gazzettino. Solo lo Speciale sulla zecca di Milano rimarrà solo un unicum cartaceo a stampa limitata numericamente, credo che questi pochi numeri diventeranno nel tempo per i bibliofili pezzi ricercati e rari. Ma la Associazione oltre a crederci conferma la continuità del prodotto nel tempo, che e' la cosa forse più importante, già tre Gazzettini fatti più uno Speciale del Gazzettino, quattro prodotti fatti in poco tempo...arriverà anche il quinto ....
    2 punti
  12. Ciao. Ho reperito un dato che dovrebbe dimostrare come lo scudo del '14 non circolò. Nel "Manuale del raccoglitore di monete del Regno d'Italia", pubblicato da Memmo Cagiati nel 1918, il Numismatico riporta la foto della moneta con la sua descrizione e, per quanto riguarda il prezzo, la seguente didascalia: "Sopra- prezzo Lire 20 a 25". Dunque, appena 4 anni dopo la sua emissione, lo scudo del 1914 veniva già trattato commercialmente ad un prezzo compreso fra le 25 e le 30 Lire. Dovrebbe bastare quanto sopra per dimostrare come la nostra moneta non fosse destinata alla normale circolazione. In allegato trovate in pdf la scansione del frontespizio del "Manuale" e la scansione della moneta con la didascalia. Saluti. Michele cagiati2.pdf cagiati3.pdf
    2 punti
  13. purtroppo è fatta con il telefonino.
    2 punti
  14. No Cinna non collezioni monete subdole.. sei te “subdolo”..
    2 punti
  15. Ma non per il nostro catalogo gestito dall'attento @Paolino67 e per gli studiosi della zecca casalasca.... https://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-VI1/8 ciao Mario
    2 punti
  16. Si confermo e sottolineo l'andamento della Domenica Cordusiana, dove l'afflusso è stato interessante complice la magnifica giornata di sole con temperature estive, che hanno spinto gli appassionati a gremire il mercatino. Nuove conoscenze, come d'altronde in ogni settimana, il rito si ripete portando facce nuove e collezionisti da tutta la penisola. Questo magico Cordusio che non finisce mai di stupire, fonte inesauribile di risorse umane li a portata di mano, dove i racconti e le emozioni, si intrecciano, dando luogo a interessantissimi confronti. Stamane ho avuto modo di potermi confrontare con studiosi delle antiche, e delle periodo medioevale, chiacchierate costruttive e affascinati con particolari aneddoti storici, senza contare gli uomini e la loro enfasi nell'esporre fatti, avvenimenti, e tondelli. Questo è il mio piccolo tesoro, dove da sempre attingo saggezza, umanità, e straordinaria passione. L'associazione ha contribuito come sempre alla divulgazione dei prossimi eventi in calendario, raccontando il fine e spiegando dettagliatamente il programma. Insomma un punto di riferimento sempre più importante per questa Milano che cresce e continua a proporre insieme a Quelli del Cordusio la voglia di comunicazione e di aggregare, perchè come dicevo stamane più siamo è più ci divertiamo... Un'equazione molto semplice ma che la dice tutta. Eros
    2 punti
  17. Dopo aver discusso e presentato in questa sezione molte ripostigli inglesi del III secolo, questa volta mi trasferisco in Francia, più precisamente a Reyssouze nell’Ain dove l’11 ottobre del 2014 durante alcuni lavori privati in un terreno, è stato fortuitamente scoperto un ripostiglio di 2096 monete di cui 17 denari e 2079 antoniniani. 1147 antoniniani appartengono all’Impero Gallico e 577 risultano essere produzioni irregolari. Tra le imitazioni vengono segnalati anche almeno 11 esemplari della serie DIVO CLAVDIO (conteggiati però con il gruppo di emissioni relative all’Impero Centrale). L’intero ripostiglio, dopo uno studio preliminare, è stato messo in vendita tramite asta pubblica. Questa è la composizione del ripostiglio per imperatori (e congiunti): Impero Centrale Settimio Severo Geta Caracalla Eliogabalo Giulia Mesa Alessandro Severo Massimino Gordiano III Filippo I Otacilia Severa Filippo II Traiano Decio Errenia Etruscilla Divi Treboniano Gallo Volusiano Valeriano I Gallieno Marianina Salonina Salonino Valeriano II Gallieno (regnante da solo) Salonina Claudio II Divo Claudio Quintillo Aureliano Severina Tacito Florian Probo Caro Carino Numeriano Diocleziano Impero Gallico Postumo Aureolo Mario Vittorino Tetrico I Tetrico II Imitazioni Il report preliminare attualmente disponibile (a cura di Isabelle Bollard-Raineau), costituisce l’unico studio esistente sul ripostiglio, ma non è completo e soprattutto non è privo di errori e refusi. Il blocco di monete degli imperatori gallici, per esempio, non è stato classificato completamente e nella lista dei sovrani ufficialmente non risultano emissioni di Mario, mentre a seguito di una revisione del materiale da parte della casa d’aste che ne ha curato la vendita, è emerso un antoniniano dell’imperatore gallico del tipo FELICITAS AVG. Leliano non risulta invece presente nel ripostiglio. Il deposito è stato trovato con il suo contenitore originario: una vaso in lamina di bronzo di fattura italica, ma di produzione locale. Si tratta di un normale vaso di uso comune di fatto presente tra le normali dotazioni domestiche. Si tratta quindi di un possibile ripostiglio apparentemente “domestico”. C’è un grande lasso temporale tra le emissioni più vecchie e quelle più recenti: il termine “post quem” è il 286 a fronte di un termine “ante quem” del 195. Tale tipologia di ripostiglio rientra in una serie di depositi analoghi come Goeblingen (2769 es; TPQ 279), Cléry (2787 es; TPQ 282), Reichenstein (2555 es; TPQ 283) ma è paragonabile anche a depositi più consistenti come Evreux (73373 es; TPQ 282), Sainte-Pallaye (8864 es; TPQ 283), Bavai (6659 es; TPQ 289), Annecy (10640 es; TPQ 281) o l’italiano La Venera (46077 es; TPQ 287). Il tesoro di Reyssouze presenta una parte di evidente tesaurizzazione (lampante la presenza di denari d’argento del periodo severiano, ma anche di buoni antoniniani in biglione con un discreto quantitativo di argento) e una parte che doveva riflettere parte della circolazione monetaria del periodo nonostante il mantenimento dello scopo iniziale dell'accumulo (la tesaurizzazione). La presenza di antoniniani di Probo in ottimo stato di conservazione fa propendere per una data di chiusura del ripostiglio anteriore al 300, approssimativamente collocabile tra il 286/290 e potrebbe quindi essere messo in relazione con le invasioni barbariche che interessarono le Gallie attorno agli anni ‘80 del III secolo e quindi condizionato proprio dal periodo di instabilità e scarsa sicurezza del territorio che gravava sulla provincia gallica recentemente riannessa all’Impero Centrale. Sulla composizione si possono fare alcune considerazioni. Per la componente di monete relative all’Impero Centrale, gli esemplari anteriori al 253 costituiscono una porzione consistente di una sessantina di esemplari di cui fanno parte 17 denari che di sicuro uscirono dalla circolazione monetaria attorno al 251 a seguito del loro recupero sistematico durante il regno di Traiano Decio prima e Treboniano Gallo dopo. Il grado di usura di questi pezzi non è elevato, anzi, alcuni esemplari godono di una buona conservazione come ad esempio il pezzo di divinizzazione emesso da Caracalla per Settimio Severo. (DIVO SEVERO PIO / CONSECRATIO; RIC 191e; 211 d.C.) Si tratta quindi di esemplari sottratti abbastanza repentinamente dalla circolazione e quindi di una sorta di ripostiglio iniziato e continuato nel tempo. Molto presumibilmente l’accantonamento dev’essere iniziato prima della sparizione totale dalla circolazione delle monete di argento puro e quindi sicuramente prima degli anni ‘50 del III secolo: una sorta di ripostiglio famigliare presumibilmente gestito da più generazioni. La presenza di antoniniani di buona lega della prima metà del III secolo è altrettanto rilevante: 22 esemplari di Gordiano III (20 della zecca di Roma e 2 della zecca di Antiochia) 13 esemplari di Filippo I e congiunti (di cui anche un denario a nome di Otacilia Severa, tutti della zecca di Roma), 9 esemplari di Traiano Decio e congiunti, 3 esemplari di Treboniano Gallo e 1 solo esemplare di Volusiano. La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata: 52 sono gli esemplari della serie DIVO CLAVDIO di cui 11 ufficiali, 31 indetermnati e 10 imitativi. Complessivamente sono raggruppati in 40 di tipo Altare e 12 di tipo Aquila. Circa la componente “gallica” invece la ripartizione fatta nello studio preliminare è la seguente: Che va tuttavia rettificata dato che nel computo è “scappato” un esemplare di Mario confuso per un altro sovrano gallico. Mi soffermo ad approfondire alcuni aspetti di questo gruppo dato che, come ben sapete, il cuore dei miei interessi numismatici riguarda proprio la monetazione dell’Impero Gallico. la presenza delle monete galliche è piuttosto notevole (più della metà dell’intero ripostiglio se consideriamo le imitative) le imitative galliche sono quasi tutte di buon modulo e di buon peso. Si possono considerare pressoché assenti i cosiddetti minimi (diametro inferiore ai 10 mm). Le imitative presenti inoltre hanno uno stile molto aderente ai prototipi ufficiali o comunque abbastanza buono tale da confondersi con i tipi imitati o comunque da essere utilizzati con pari valore delle emissioni ufficiali. La presenza di moneta gallica così strutturata rispecchia l’evoluzione della produzione (e circolazione monetaria) senza tradire l’intento originario del deposito ovvero la costituzione di un gruzzolo di tesaurizzazione che riflette il progressivo impoverimento del materiale monetale pur tuttavia continuando a rispettare il principio della legge di Gresham: accantonamento della moneta con maggior contenuto di fino e mantenimento nel flusso circolatorio della moneta più povera. La qualità delle imitative presenti infatti rappresenta proprio un lavoro di selezione del circolante: tesaurizzazione della sola moneta rispondente a determinati standard (buon peso, buon modulo e stile vicino alle emissioni regolari) e conseguente scarto di imitative di bassa qualità, peso e moduli ridotti che erano comunque in circolazione (se non addirittura in produzione) al momento della formazione/occultamento del tesoro. Utilizzando le classi di catalogazione delle imitative proposte da Jean Marc Doyen nel suo studio sulla monetazione imitativa, nel ripostiglio di Reyssouze la produzione locale è da ricondurre sostanzialmente alle classi 1 e 2 con sporadici esemplari rientranti nelle classi 3 e 4 (quantitativi comunque non rilevanti): Quindi le classi 3 e 4, di fatto assenti nel deposito, erano in circolazione e in produzione proprio nell’ultimo periodo di accantonamento del deposito e della sua chiusura. L’ultimo blocco di Antoniniani a essere analizzato è quello riferibile agli anni 270/288 e riconducibile all’Impero Centrale con la riannessione dei territori gallici (dopo il 273 grazie ad Aureliano). La composizione è così strutturata: Aureliano: 199 esemplari (48,7% Milano; 21,1% Roma; 16,7% zecca incerta; 4,5% Serdica; 4% Siscia; 2,5% Lione; 2,5% Pavia; 0,5% Cizico) Tacito: 61 esemplari (70,5 % Lione; 23% Pavia; 4% Roma) Floriano: 7 esemplari (Lione) Probo: 177 esemplari (79,7% Lione; 14,7% Pavia; 2,3% Roma; 1% Siscia; 2,3% zecca incerta) Caro: 6 esemplari (5 Lione, 1 Roma) Carino: 19 esemplari (18 Lione, 2 Roma) Numeriano: 16 esemplari (Lione) Diocleziano: 4 esemplari (Lione) Gli esemplari appartenenti al periodo di chiusura del ripostiglio sono mal rappresentati e costituiscono un gruppo assai poco numeroso rispetto l’insieme del tesoro. Ampliando lo spettro d’analisi si può notare come con Aureliano il grosso dell’apporto al flusso monetario era garantito dalla zecca di Milano per poi passare il primato alla zecca di Lione che di fatto garantiva, assieme all’atelier di Pavia (aperto in concomitanza alla chiusura di Milano) la quasi totalità del circolante dell’area gallica. Verosimilmente la tesaurizzazione di esemplari nuovi e riformati di Aureliano prima e Probo poi, doveva essere bilanciata dal permanere in circolazione di un considerevole quantitativo di numerario imitativo abbondantemente svilito e sottopeso segnale di come vi fosse necessità di moneta spicciola per i traffici quotidiani e di come nei territori gallici abbia faticato a imporsi la moneta riformata che doveva sostituire le emissioni galliche. Chiudo ora la discussione allegandovi la mia rappresentanza del ripostiglio qui analizzato, ovviamente la scelta degli esemplari è ricaduta sostanzialmente nei sovrani gallici, imitative comprese, con l’inclusione degli imperatori centrali coevi Claudio, Quintillo e Aureliano (di quest’ultimo ho optato per l’ultima emissione uscita dalla zecca di Milano prima della sua chiusura). Purtroppo mancano all’appello Gallieno e Mario per la rappresentanza completa dell’arco temporale di mio interesse, ma mi ritengo comunque soddisfatto della composizione del mio “petit tresor monétaire”. 1) Postumo e Aureolo 2) Vittorino 3) Tetrico I e II 4) Claudio e Quintillo 5) Imitative 1/2 6) Imitative 2/2 7) Aureliano Portate pazienza per le foto... fatte al volo ieri sera con il telefono, poca luce e nessun accorgimento particolare. Nel gruppo, apparentemente alquanto "ordinario", ci sono alcune chicche per appassionati gallici e un pezzo interessante e anche, direi, abbastanza raro che è sfuggito sia in fase di catalogazione preliminare che in fase di verifica prima della vendita all'incanto e della successiva rivendita da parte del venditore professionale (purtroppo i miei sono acquisti di "seconda" tornata e quindi risentono di un leggero rincaro). Vediamo se notate gli elementi di maggior interesse... io non vi dico nulla
    1 punto
  18. Voglio condividere con voi questo bellissimo Grosso da 12 di Pisa. Mi ha fatto molto piacere riceverlo da un utente del forum. Questa è un'altra cosa che dimostra come la tecnologia quando usata in modo positivo aiuta a conoscersi ed a stringere nuove amicizie.
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  19. Giornata importante per noi quella del 28 aprile 2018, a Parma nell'ambito del Convegno commerciale e culturale denominato " APPUNTI NUMISMATICI " tra le varie conferenze ci sarà anche un apposito spazio per la Redazione del Gazzettino per presentare ufficialmente il terzo, quello nuovo, in quel momento. Verranno poi distribuite già quel giorno le prime copie ai soci presenti. All'inizio verrà fatto anche un resoconto su come sta andando l'area circoli e associazioni formatasi qui su Lamoneta. E vedremo di parlare anche di prospettive e scopi della stessa in ottica futura. Allego il link della discussione sull'evento dal forum generalista dove potrete trovare ulteriori informazioni.
    1 punto
  20. Buona domenica amico del forum, nell'ultima settimana ho fatto un paio di acquisti monete romane intendo, che non rientrano per niente nel mio periodo che va dai Severi a Gallieno/Postumo, ma ogni tanto mi piace sforare e vi voglio mostrare il primo dei due, (che tra l'altro è il primo sesterzio in collezione del I secolo) e si tratta di un sesterzio di Galba il primo fra l'altro non della dinastia Giulio Claudia. Non è in gran conservazione ed è spatinato forse anche un po' aiutato col lifting ma non sono un esperto e non entro nel discorso. Pesa 23.5g e il ric è il 309. A voi i commenti
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  21. a guardare questo link, la tua in esergo sembra avere una B qui c'è una R , magari se cerchi la trovi http://www.ric.mom.fr/en/coin/1839?q=imp+aurelianus+avg&page=89&mod=result&x=0&y=0&hpp=5&from=quick
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  22. Ciao @Rex Neap ...dico che ha 700 euro l'avevo puntato pure io, quando il prezzo è giustamente lievitato ho capito che potevo solo gustarmi la bella immagine...bella così almeno io non l'avevo mai vista!!! Inoltre rispetto ad altri esemplari ha la legenda più corta, caratteri più sottili e anche la testa sembra di poco più piccola. Moneta finissima. Saluti.
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  23. Sembrerebbe una Tetradramma " kugelreiter " del norico. Magari con il peso...
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  24. ... che mi dite, invece, di questo Quattro Tornesi....appena passato alla Negrini 45 .... a parte la bellezza. La moneta ha fatto 3.100,00 + diritti. Appena uscì l'asta......feci in tempo ad inserirlo nel mio Manuale.
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  25. Questa sembra sua sorella.
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  26. Molto molto bella e interessante, grazie mille per avermela mostrata
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  27. grazie...non so perchè mi piacciano queste monete ma volevo farmi la serie completa. sapevo che donna librata del 19 la conservazione è bassa come le poppe schiacciate
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  28. Ben ritrovati a tutti voi! Proprio stamattina, mi hanno consegnato questo follis dell'imperatrice Fausta, presa per pochi euro da un privato. Per quanto mi è possibile (soldi permettendo, perché purtroppo l'ostacolo è quasi sempre quello...), cerco sempre di prendere monete in stato di conservazione medio/buono e a questo proposito, vorrei sia un vostro parere sulla moneta, sia qualche informazione generale in più su di essa... L'ho presa per il forte simbolismo del rovescio che mi ha colpito molto, pagata appena 10 euro.....vale questa cifra oppure ho fatto un piccolo affare? Grazie per i vostri commenti, e....alla prossima moneta!
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  29. le Bighe si apprezzano meglio con conservazioni superiori a quella postata e senza spendere cifre esorbitanti. Parere mio personale, lascerei stare. poi vedi tu.
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  30. Beh qui c'è pathos... Non male questo antoniniano, con il ritratto di Zenobia, poi ci sarebbe da scrivere sulle rappresentazioni femminili e le stupende e variegate acconciature, mandavano messaggi anche loro..
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  31. Ma come si fa a non tenere in considerazione il 4 novembre 1918.
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  32. Ciao, sembrerebbe avere dei rilievi ancora gradevoli, ma secondo me la luce usata per la foto non permette di essere più precisi... potrebbe (condizionale d’obbligo) essere stata pulita (il colore del metallo qualche sospetto me lo lascerebbe). Diciamo una forbice di conservazione tra il qbb ed il buon BB/spl-qspl (se non fosse pulita). Chiederei foto migliori, altrimenti se questa ti piace, personalmente non offrirei più di 25€, per stare il più possibile lontano dalla cifra di 30€ totali tienici aggiornati
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  33. iNumis - lotto 1284 - Pio VI - Anno VIII in Ag aggiudicata a € 330 + Diritti
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  34. Ciao, personalmente non ho idea del valore di questa banconota e me ne scuso, ma colgo l’occasione per invitarti a votare il sondaggio “ le piu’ belle banconote del mondo 2018” in particolare consiglio la banconota da 10 pound inglese, quella con la doppia immagine della Regina... Presto che e’ Tardi il sondaggio scade a mezzanotte
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  35. Sei un insensibile!
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  36. 1859-1864 Abbiamo visto nella prima parte di questo intervento che la Legge di riordino monetario del Regno è del 1862, e che il neonato Regno d'Italia non ebbe la forza economica di coniare subito la moneta che serviva all'economia degli Stati annessi, ma ne veniva introdotta mano a mano che si poneva fuori corso e rifondeva quella ritrovata sulle varie piazze. Si continuò così col corso abusivo e con la carestia di circolante, fra lo strepito della «borghesia» che ora era al potere, articoli di economisti che ne auspicavano la cessazione, la realtà dei fatti che lo impediva e il sostanziale disinteresse delle classi più povere che di monete nelle tasche ne avevano ben poche. Le tariffe di cambio (che menzionavano le monete in circolazione) elencavano ancora Mute e mezze mute (fra le ultime a scomparire), Lire e doppie lire di Modena (coniate da Francesco III quasi un secolo prima!), Lire e mezze lire di Parma, Cavallotti di Piacenza che risalivano a 70-80 anni prima: facile immaginare le condizioni di quei poveri dischetti di metallo! Occorrerà attendere l'1.3.1864 perché con due distinte deliberazioni le Camere di Commercio di Reggio (il 16 febbraio) e di Modena (il 29 febbraio) determinassero l'abolizione ufficiale del corso abusivo, stabilendo un ragguaglio di 89 centesimi di Lira Italiana per ogni Lira abusiva. Tra i vari interventi sul corso abusivo delle monete, per chi volesse approfondire l'argomento, segnalo, per tutti: Gerolamo Boccardo, Memoria sul corso abusivo delle monete, richiesta e pubblicata per cura della Camera di Commercio ed Arti di Reggio nell'Emilia; Reggio, Tipografia di Stefano Calderini e Compagno, 1864.
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  37. https://www.lamoneta.it/topic/169367-leggimi-il-reale-valore-delle-lire-repubblica/ Vediamo se si riesce a chiarire un po' le idee sull'argomento... Saluti Simone
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  38. Zenobia. Usurper, AD 268-272. Antoninianus (20mm, 3.17 g, 6h). Antioch mint, 8th officina. 2nd emission, March-May AD 272. S ZЄNOBIA AVG, draped bust right, wearing stephane, set on crescent / IVNO REGINA, Juno standing left, holding patera and scepter; at feet, peacock standing left, head right; star in left field. RIC V 2 corr. (star not noted); Bland, Coinage 29, e–k, dies 45/Jun ii; Carson, Zenobia 3 (same dies); MIR 47, 360b/0; BN 1267a. Choice EF, black-brown surfaces. Rare and exceptional for issue. While a nominal ally of Rome, Odenathus, ruler of the wealthy eastern trade center of Palmyra and husband of Septimia Zenobia, took advantage of Rome’s internal and external conflicts to expand his territories. The circumstances surrounding the assassination of Odenathus around 267 are uncertain, but we do know that Zenobia soon after took the title of Augusta and bestowed on her infant son Vaballathus the title of Augustus. Zenobia continued to expand the Palmyrene kingdom, seizing control of Egypt in 269 and, with it, the Roman grain supply. To further bolster her position, Zenobia claimed to be the descendent of such illustrious figures as Cleopatra VII of Egypt and legendary Queen Dido of Carthage. When Aurelian rose to the purple in 270, he pragmatically acquiesced to Zenobia and Vaballathus’ rule in the east while he concerned himself with stabilizing the situation in the west. By 272, he was prepared to campaign against the usurpers. Palmyra was sacked, and both Zenobia and Vabalathus were captured as they tried to make their way to Persia. Zenobia was brought to Rome and paraded in Aurelian’s triumph in 274. According to a later tradition, Aurelian, impressed by her beauty and dignity, later freed her and granted her a villa in Tibur, where she spent the rest of her life. ILLUSTRAZIONE: LA CATTURA DI ZENOBIA, USURPATRICE D'ORIENTE, SIGNORA DEL REGNO DI PALMIRA
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  39. Buonasera,volevo sapere se qualcuno sa darmi notizie storiche riguardo a quello che penso sia una daga per caccia,forse al cinghiale? Allego la foto e ringrazio per eventuali risposte in merito. legiofelix
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  40. Ciao. Non saprei, francamente, quale attinenza numismatica attribuire al termine "zecchini" utilizzato dall'autore di "Pinocchio", che peraltro è un romanzo di fantasia per bambini e dunque impiega una terminologia adeguata allo scopo. Personalmente propenderei più per considerarla un'accezione puramente letteraria e slegata dal riferimento ad una vera e propria tipologia monetale. Se posso aggiungere una considerazione più generale, la monetazione aurea del Regno d'Italia è appannaggio di una ristretta élite economica ed è pressoché inarrivabile per la "gente comune", a cui è abbastanza alieno persino lo stesso massimale argenteo da 5 lire (scudo).. Ricercare una definizione con cui la moneta aurea (o anche solo le 20 lire "marengo") veniva chiamata dal popolo nella "quotidianità", mi sembra abbastanza inutile, dal momento che il suddetto "popolo" non ne aveva proprio alcun contatto. Da un censimento del 1881 e quindi nel contesto temporale in cui Collodi scrive "Pinocchio", nel Regno d'Italia il tasso medio di analfabetismo della popolazione sfiora il 70%: http://www.bibliolab.it/scuola/analfabeti_italia.htm Tale condizione non solo impedisce a più di 2/3 della popolazione del Regno di poter leggere lo stesso "Pinocchio" ma è sintomatica di una situazione che vede versare la gran parte della popolazione italiana in una condizione economica di estrema indigenza, se non di pura sussistenza. D'altro canto, la ristretta élite di popolazione che aveva invece accesso alla monetazione aurea era anche sufficientemente "colta" ed alfabetizzata per non dover ricorrere a terminologie improprie o generiche per definire la monetazione aurea. Per quanto riguarda i termini "marengo", "mezzo marengo" o "doppio marengo", essi dovevano essere (o dovevano essere stati) piuttosto ricorrenti tra gli italiani dell'epoca che ebbero la fortuna di maneggiare monete d'oro, similmente a quanto avveniva in Francia con il termine "napoleone" ("mezzo napoleone" e doppio napoleone), con cui si indicavano rispettivamente il pezzo da 20 franchi, 10 franchi e quello da 40 franchi). Come è noto, il nominale da 40 lire era stato abbandonato già molto prima della nascita del Regno d'Italia. ".....mentre è noto che quelle da 5 centesimi venivano chiamate "soldi" (1 soldo=20 lire)." Si, il pezzo da 5 centesimi era chiamato anche "soldo"; però il rapporto che hai indicato è errato: Erano 20 soldi che formavano una lira. "Non mi è comunque chiaro, tornando alla domanda iniziale, il motivo per il quale i privati avrebbero dovuto fornire l'oro per ottenere i tagli da 50 e 100 lire. C'erano collezionisti ai quali la zecca aveva comunicato questa possibilità? " Come già detto, l'unico modo per reperire nuova moneta aurea era quello di richiederla in zecca, fornendo il metallo e pagando i relativi diritti, Questa modalità era prevista dalla legge per tutti, (privati non collezionisti, collezionisti, enti, banche e per lo stesso Governo) e non c'era quindi necessità di avvertire il pubblico. La fornitura del metallo prezioso era necessaria per ottenere qualunque nominale aureo che al momento della richiesta poteva essere coniato e non solo per richiedere i pezzi da 50 e 100 lire. Saluti. Michele
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  41. Una frase simile evidenzia purtroppo una attuale tendenza ... non propria e aborrita da veri "amanti della numismatica".
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  42. E' un grande onore ora menzionare con i nick gli 11 autori, preciso tutti lamonetiani, alcuni navigati, addirittura quattro invece al loro primo articolo, e' veramente emozionante e bello dire questo...in fondo abbiamo parlato con loro, si sono convinti, hanno avuto una occasione e tutti l'hanno ripagata splendidamente, i 4 articoli dei nuovi, diversi tra loro, per me sono semplicemente spettacolari ed essere riusciti a dare loro la voce e nel tempo comunicare i loro scritti sia in cartaceo che poi in digitale e' secondo noi semplicemente fantastico. Eccoli @fofo @Parpajola @davide1978 @eracle62 @ak72 @Testone68 @dabbene @italpen @anto R @adolfos @alfred Editoriale a cura di @Parpajola
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  43. Generalmente quel tipo di incrostazione è propriamente una patina non omogenea e la patina generalmente intacca il metallo. Si, è vero l'appiccagnolo è trasversale però dal modulo e dallo stile delle lettere, la collocherei proprio nel XIX secolo.
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  44. e soprattutto la testa , premunirsi poi per soluzioni anti - torcicollo ... a parte gli scherzi. Trovata geniale sono d'accordo con te, aggiunge un qualcosa ai "normali nostri movimenti", da uno spazio molto più ampio all'osservazione, da un certo movimento ad una scena che da piccola diventa grande .. . Non si tratta più di sfogliare il classico magico album o visionare un monetiere, qui si compiono movimenti nuovi e "circolari" alla quale non siamo molto abituati ..l'osservazione, l'investigazione diventa differente..e come disse Marco Aurelio; “Niente ha il potere di allargare tanto la mente quanto l'investigazione sistematica dei fatti osservabili. buona giornata a te e grazie per l'intervento.
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  45. Ciao. Il termine "scudo" è riferito ad una moneta ben precisa e cioè al pezzo argenteo da 5 lire del peso di grammi 25 e al titolo di 900/1000; tale termine non è ripreso dalla quotidianità, ma compare anche in molti documenti ufficiali del Regno d'Italia. L'estensione del termine a monete con caratteristiche di peso e titolo diverse, è frutto di generalizzazioni improprie (di queste imprecisioni numismatiche ne è piena la stessa carta stampata generalista; tanto per dirne una, all'indomani dell'emissione della moneta da 500 lire caravelle in argento 835/1000, ci fu un giornalista di un autorevole quotidiano nazionale che parlò dell'emissione del "nuovo scudo italiano"...). Francamente, confesso di non aver mai letto da nessuna parte il termine "zecchini" per indicare i marenghi del Regno d'Italia. Probabilmente, Ti riferisci ad un uso assolutamente generico, con il quale - a questo punto - potevano definirsi non i soli marenghi ma qualunque moneta d'oro. Perché, se proprio dovessimo trovare una moneta d'oro assimilabile allo "zecchino", mi verrebbe da pensare più che al marengo, al mezzo marengo. Per quanto riportano i regolamenti delle zecche del Regno d'Italia (sicuramente almeno fino alla fine del XIX secolo), l'approvvigionamento della monetazione aurea avveniva solo in zecca contro la fornitura di paste (o monete) auree; potevano anche essere richieste, previa fornitura di paste (o monete) argentee, anche monete d'argento, ma in questo caso l'unica tipologia che la zecca era autorizzata al consegnare era quella dello "scudo", mentre era vietato somministrare al richiedente monetazione divisionaria. Le operazioni di controllo delle paste (e/o delle monete) conferite per ottenere nuova moneta, potevano avvenire esclusivamente in zecca, non essendo le Banche autorizzate a trattare lo scambio materiali preziosi/nuove monete. Anche quando il servizio di monetazione, che si esercitava nelle zecche, fu svolto in appalto non dalla Banca d'Italia (che non esisteva ancora) ma dalla Banca Nazionale (già Banca Nazionale degli Stati sardi), vi era sempre un controllo "incrociato" del materiale conferito (peso e titolo) da parte di funzionari statali addetti alla zecca e dell'Appaltatore, controllo che avveniva obbligatoriamente nei laboratori della zecca. Che poi ci potessero essere degli "Agenti-Commissionari", che per conto di privati, Banche, Enti o dello stesso Governo, potessero curare le fasi della consegna dei materiali preziosi (in zecca) ed il ritiro delle nuove monete, questo non lo escludo....ma che tutte le operazioni di controllo e pesatura si dovessero svolgere in zecca, e non altrove, lo confermano i suddetti regolamenti. Non potendo, per motivi di tempo e di spazio, pubblicare tutta la documentazione di supporto, mi limito ad allegare una pagina con alcuni articoli che riguardano l'attività dell'Appaltatore del servizio di zecca, in relazione a ciò di cui stiamo parlando; articoli tratti dal Regolamento della zecca di Milano, approvato con Regio decreto n. 5601 del 27.3.1870. Si notino, in particolare, gli artt. 55, 56, 59. Saluti. M. Regolamento_zecca.pdf
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  46. Ciao. Secondo quanto riporta Renato Lefèbre, a pag. 68 del suo saggio dal titolo "La circolazione metallica nel Regno d'Italia (1862-1930)", pubblicato nel 1931 e quindi abbastanza a ridosso dell'emissione degli scudi del 1914, i dati di produzione sarebbero puramente teorici "perché gli scudi o rimasero chiusi nelle casse dello Stato o delle Banche, o scomparvero dalla circolazione esportati o fusi. Lo stesso è da dirsi dell'oro, anch'esso in parte all'estero o nella maggior parte tesaurizzato". La tesi esposta dal Lefèvre, che da studioso di numismatica contemporaneo del periodo storico in esame ha certamente una visione più diretta di quelle emissioni monetarie, mi pare ampiamente credibile. D'altro canto, non dimentichiamoci che per effetto del primo conflitto mondiale e del rincaro dell'argento, il corso legale della monetazione divisionaria argentea venne ufficialmente cessato nel 1918, anche se essa era già sparita dall'effettiva circolazione fin dall'inizio del conflitto. Sarebbe stato quindi abbastanza contraddittorio ed inspiegabile una distribuzione e circolazione degli scudi a fronte della già incombente rarefazione (e poi, nel 1918, della cessazione ufficiale del corso legale) della moneta argentea divisionaria. Perciò, da quanto scrive il Lefèvre e dalle considerazioni di cui sopra, tenderei ad escludere che i relativamente pochi esemplari dello scudo del '14 siano finiti in circolazione "come pagamento o resto di tesorerie", quanto piuttosto come esemplari che in qualche modo sono finiti nelle mani di collezionisti o commercianti dell'epoca. A questo proposito sarebbe interessante, se qualcuno possiede cataloghi d'asta degli anni immediatamente successivi all'emissione del 1914, notare se questi scudi fossero già battuti come monete numismatiche. Sarebbe la "prova del 9" per dimostrare quanto sostenuto sopra. Saluti. M.
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  47. Ciao a tutti, sono andato a prendere la monetina originale da mia figlia (lei colleziona i cavalli) e la ho confrontata con quella in discussione: non essendo una moneta molto comune può benissimo trarre chiunque in inganno come resto dal panettiere, ma un confronto con quella ufficiale non le da scampo - le stelline decentrate, le briglie del cavallo, la calotta del cavaliere, etc. Servus, NJk
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  48. Tutte le coniazioni auree battute a nome di V.E. II e Umberto I erano conseguenti alle richieste che privati, enti, banche o anche amministrazioni dello Stato rivolgevano alle Zecche del Regno autorizzate all'emissioni auree. Di norma, i richiedenti le monete auree fornivano alla zecca anche il metallo, pagando all'Officina monetaria i diritti di affinazione del metallo fornito (quando questo aveva un titolo inferiore a quello legale) e i diritti di coniazione. Le tirature di queste monete dipendono pertanto dalle richieste che le zecche hanno ricevuto, non essendoci mai stata per la monetazione aurea dell'epoca una tiratura legata a contingenti prestabiliti. Saluti. M.
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  49. Buongiorno a tutti, grazie ad un utente del forum mi ritrovo tra voi questa mattina in questo forum che è stata la mia casa per diversi anni, vedo che l'osservatorio rarità continua senza problemi anche senza di me :rofl: :rofl: :rofl: Un saluto a tutti coloro che mi hanno sopportato e supportato. Scusate l' :offtopic:
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