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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/08/18 in tutte le aree
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Cari amici Sono 3 anni che mi lamento ogni anno di bologna. Prima per il tendone scareggioso, poi peril servizio di sicurezza pessimo (e ripetuti furti). Finalmente posso dire di essere personalmente contento! Alla fine un convegno dove si paga qualcosa per parcheggiare o entrare. Entri dentro e trovi tutto in ordine, gente sorridente, nessuno che dice di aver subito furti. Parlo con amici commercianti e mi dicono che il servizio di sicurezza è aumentato e che si sono sentiti per la prima volta sicuri a bologna! giro tra i banchi, domando a 8 differenti commercianti amici, tutti sorridenti e con la solita risposta ! Porca miseria, alla fine hanno fatto una mossa giusta, anzi, giustissima ! bravi ! anche se mettete 5 euro a parcheggio o per l'ingresso alla mostra và benissimo ! sono arci contento di come è andata ! bravi ! Fregatevene se qualcuno dice che per 2 euro se ne è andato, pensate a cosa era venuto a fare se non voleva spendere 2 euro ! bravi, anzi, bravissimi, cotinuate su questa linea. Vigilanza, tranquillità e un pelo di qualità sempre più alta ! pagare 2 o 5 euro per un parcheggio o per l'ingresso ad un evento ben organizzato non sono nulla ! bravi.5 punti
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La Guyana Francese, oggi dipartimento d'oltremare francese e regione ultraperiferica dell'UE nel continente sudamericano, vide diversi e inizialmente infruttuosi tentativi di colonizzazione da parte di vari paesi europei a partire dal XVII secolo, ostacolati sia dall'ostilità della natura nella zona che da diverse lotte fra le potenze coloniali per accaparrarsi il territorio. Nel 1608 la sua costa venne visitata addirittura da una spedizione del granduca Ferdinando I di Toscana, nell'ambito di un progetto di fondazione di una colonia commerciale del Granducato di Toscana nella zona dell'attuale capoluogo, Cayenne, che poi non avvenne a causa della morte prematura del granduca e il disinteresse dei suoi discendenti all'espansione coloniale. A partire dal XVIII secolo sorsero tra Francia e Brasile diverse dispute sui confini della Guyana, fino al punto che un vasto e poco esplorato territorio a sud di questa (segnato sulla mappa con contorno rosso) divenne oggetto di contestazione: Come a volte succede nei territori a sovranità discussa o non ben definita, qualcuno s'inserì nella disputa pretendendo di fondare nel territorio contestato un nuovo paese, la République indépendante de la Guyane, inizialmente concepita come protettorato francese. (Tratto da Wikipedia) "La nascita di uno Stato vero e proprio in Sudamerica nord-orientale ha origine con la nomina del giornalista francese Jules Gros a sottosegretario per lo sviluppo economico della Guyana francese nel 1883: giunto nel dipartimento, Gros fa la conoscenza dell'esploratore borgognone Jean Ferréol Guignes, il quale gli comunica dell'esistenza di estesi giacimenti d'oro nell'estrema porzione meridionale del territorio. Gros acconsente dunque ad entrare come segretario in una compagnia con Guignes e con lo svizzero Paul Quartier: questi ultimi due si stabiliscono quindi a Counani, villaggio posto fra gli estuari dell'Oyapock e dell'Araguari, del quale il luogotenente era a quei tempi Nunato de Marced, la cui figlia era sposata proprio con Quartier. Il villaggio era popolato perlopiù da neri brasiliani che però, come successo anche nei vicini insediamenti di Calçoene e Amapá, avevano optato di passare de facto sotto amministrazione francese, che aveva già abolito la schiavitù a differenza di quella brasiliana. Proprio Quartier ventila a de Marced di ribellarsi apertamente al giogo brasiliano, proclamando un nuovo Stato indipendente sotto protettorato francese: contemporaneamente, lo svizzero e Guignes cominciano a vendere in Francia azioni riguardanti le inesistenti miniere d'oro del distretto. La Repubblica della Guyana Indipendente viene perciò proclamata il 23 luglio 1886, con Jules Gros (che nel frattempo è a Parigi) che ne viene nominato Presidente a vita col nome di Gros I, Jean Ferréol Guignes come Presidente del Consiglio e Paul Quartier ministro delle infrastrutture. La neonata repubblica, tuttavia, non viene riconosciuta né dalle autorità brasiliane (che anzi accusano la Francia d'intrusione in un territorio neutro), né da quelle francesi, che anzi per evitare incidenti diplomatici ingiungono a Guignes (frattanto giunto nella madrepatria per ottenere sostegno) di porre fine a questa istituzione nel 1887." Visto che nessuno voleva sapene di appoggiare l'iniziativa, Gros decise di rendere indipendente il suo particolare Stato col nome di "République de Counani": "All'arrivo dell'ingiunzione francese di terminare ogni azione nel territorio, Jules Gros decide di secedere definitivamente, bandendone Paul Quartier e cambiando anche la bandiera nazionale per renderla meno somigliante a quella francese, tentando al contempo di accattivarsi i favori dell'Inghilterra invitando delegazioni di mercanti britannici fra cui Alexander McDonald, col quale viene firmato un trattato che consente la gestione e lo sfruttamento delle risorse territoriali per un periodo di 99 anni: tuttavia, incontra la resistenza della popolazione locale, guidata dal vecchio capovillaggio Trajano Benitez, riluttante a un distacco aperto sia dalla Francia che dal Brasile. Nel l'8 luglio 1888 Gros e la sua famiglia lasciano la Francia per stabilirsi a Counani, rimanendo però assai delusi dall'aspetto fatiscente dell'insediamento e dalla mancanza delle risorse minerarie paventate da Guignes e Quartier: nel 1891 il "presidente a vita" della Guyana Indipendente riparte alla volta dell'Inghilterra, dove morirà lo stesso anno, senza che peraltro tale Stato venga riconosciuto dalla Francia, dal Brasile o dai suoi stessi abitanti. Le dispute territoriali franco-brasiliane non si sederanno fino al 1895, quando nei dintorni di Calçoene vengono scoperti ricchi filoni auriferi e quindi il triumviro brasiliano Francisco Xavier da Veiga Cabral (detto Cabralzinho) rivendica il territorio di Counani, che verrà effettivamente assegnato al Brasile il 10 aprile 1895, con arbitrato della Svizzera." Il governo di questa effimera entità politica coniò delle monete denominate in franchi di cui non è nota la tiratura e nemmeno se e quanto abbiano circolato. Il catalogo World Unusual Coins riporta quattro emissioni, tutte a nome di Repubblica della Guyana Indipendente: 10 cent di bronzo del 1887, 20 cent in cupronickel e 5 franchi d'argento del 1887 definite prove, e un 10 cent di bronzo datato 1889.3 punti
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Inoltre va considerato che sui sentieri si trova di tutto. Ecco un piccolo campionario: A sinistra, un utensile di utilizzo ignoto (probabilmente agricolo moderno), a destra in alto un chiodo da ferratura di animale e in basso parte di bossolo (moschetto?). Gli altri sono tutti chiodi da scarpone militare degli eserciti che si sono succeduti nel tempo dalla I Guerra mondiale ad oggi. Come si riconoscono? Dalla forma, dalla presenza di bava di fusione, dalla lega componente. Vi invito a leggere l’articolo (in lingua inglese, essendo stato edito su una rivista internazionale) all’indirizzo http://journals.plos.org/plosone/article/comments?id=10.1371/journal.pone.0194939 Troverete l’abstract, l’articolo completo e le “supporting information” dove troverete varie immagini. Chiaramente, si tratta di un free-text per cui la visione è assolutamente libera e non implica alcuna iscrizione o pagamento. Spero di avervi interessato anche se il tema non ha trattato il tema numismatico… fate conto che sia un’estensione delle discussioni “l’importanza dei dettagli…”. Ciao Illyricum PS: ringrazio anche l'aiuto prestato nelle fasi iniziali della ricerca dall'amico Exergus .3 punti
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Come tutti sappiamo l'oro non patina. Le altre componenti della lega però si. Facendo qualche ricerca sulle origini di questo fenomeno mi sono imbattuto in questo interessante articolo; ho scoperto che il rame non è l'unico responsabile: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1001052107600308 eccone la traduzione (google): In ambiente naturale, è stata osservata l'ossidazione sulla superficie delle monete d'oro storiche e contemporanee in diversi paesi. Pochi anni dopo l'emergere delle monete d'oro del panda, sono apparsi diversi punti rossi sulla superficie. Per identificare le macchie e per esaminare i punti, sono stati utilizzati microscopio ottico (OM), microscopio elettronico a scansione (SEM), analisi a microscopia elettronica (EMPA), spettroscopia fotoelettronica a raggi X (XPS) e diffrazione a raggi X (XRD). È stato rilevato dall'osservazione al microscopio che la macchia ha un'area centrale blu scuro circondata da un'ampia area con una sfumatura di colori dal marrone al rosso. I punti rossi di solito contengono fori al centro, che sono distribuiti lungo le zone di sollecitazione forgiate formate nel processo colpito. Dalle analisi di superficie usando EMPA, lo zolfo e l'argento vengono rilevati oltre all'oro, e il contenuto di Ag e S nella parte appannante è superiore a quello nell'altra parte. Inoltre, le distribuzioni di Ag e S sono correlate con la morfologia delle macchie. L'XPS mostra che i componenti delle macchie sono Ag2S e Ag2SO4 e il primo è molto predominante. Questi risultati sono confermati utilizzando l'analisi XRD. Il test accelerato di ossidazione dell'oro in un'atmosfera contenente composti di zolfo dimostra che il fenomeno simile appare quando una piccola quantità di argento è presente sulla superficie dell'oro. Si può concludere che il verificarsi di macchie di tarnish è causato dalla presenza di Ag e S. Su youtube ho trovato filmati in cui "piccoli chimici" si industriano con vari metodi nel rimuovere i redspots: uno ancora più sbrigativo: Personalmente, almeno sulle mie monete, il fenomeno non mi infastidisce e, anzi, nei casi in cui si creano patinature iridescenti penso possano essere considerate un valore aggiunto perché caratterizzano il tondello rendendolo unico. La domanda che vorrei porre ai più esperti in metallurgia è: utilizzando questi metodi, alla luce dell'articolo riportato, c'è il rischio che rimuovendo la patina possa crearsi una mancanza di metallo (nell'articolo si parla di "fori" al centro delle macchie)? Si può verificare che, assieme alla patina, reagisca chimicamente anche il rame/argento che si trovi in superficie? Spero di aver scritto nella giusta sezione, così non fosse spostate pure questa mia. Buona domenica.2 punti
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Ciao a tutti, oggi ho migliorato il mio precedente tornese prendendone uno decisamente migliore che ve ne pare? considerato che le mie monete di questo periodo solitamente sono in mb. Non faccio questa operazione spesso perchè avrei sin troppe monete da migliorare, ma in questo caso la data 1858 del tornese che già possedevo non si leggeva nemmeno bene ed il pezzo che ho preso costava poco. Ogni volta resta il problema di smaltire la moneta sostituita... spero la prossima volta di cambiarla alla pari con una moneta estera da ciotola da 50 cent od un euro magari, fortunatamente quella delle monete mondiali di comune circolazione è una delle mie collezioni principali. Questa è quella che avevo in precedenza:2 punti
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Oggi, forse complice la gradevole giornata primaverile, molte persone sono venute al Cordusio. Molte discussioni, incontri , monete, un caffè insieme..é il Cordusio2 punti
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È un AE2 a nome Costanzo II (?) e probabilmente di Sirmium (almeno mi sembra di leggere SIRM all’esergo) al rovescio CONCORDIA MILITVM.2 punti
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Invece con 50 centesimi, ho preso questo gettone del tram :2 punti
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Questa mattina ho fatto questa pescata, con 1 euro: 1/2 piastra e 1 piastra 1935 della Siria....2 punti
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Buona domenica a tutti, nel mio solito giro per il controllo delle patine mi sono imbattuto in questa bella donna di 219 anni,2 punti
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Vorrei aggiungere qualche mia considerazione su questo convegno che in generale mi piace molto. Ci sono stato assieme ad altri due amici del forum nella giornata di ieri. Innanzitutto gli spazi della nuova struttura. Veramente ampi. Penso che una struttura così capiente dia sempre L impressione di essere mezzo vuota. In realtà ieri mattina mi sembrava ci fossero molte persone presenti. I due euro per il parcheggio non sono per me un problema. Anzi ben vengano se servono a fornire una maggiore sicurezza e una ordinata disposizione delle auto nel parcheggio. Unica nota stonata il fatto che avendo deciso di pranzare all esterno del convegno, Bologna si sa offre molto da un punto di vista culinario, ci sia stato richiesto di pagare di nuovo al rientro nell'area dopo un ora e mezza passata all esterno per pranzare. Alla fine è prevalso il buon senso anche da parte del personale all ingresso. Gli spazi X i banchetti erano abbondanti. Le monete si potevano osservare senza i soliti spintoni e la solita calca. Molti commercianti si erano organizzati con sedie X poter sfogliare gli album con calma e si erano dotati di illuminazione per una migliore visione. Monete offerte X tutti i gusti : da pochi euro fino a monete da parecchi migliaia di euro. Le 3 ore della mattina sono volate. E' il tipo di convegno che preferisco. Desidero sempre vedere le monete dal vivo prima di acquistare ed in questi spazi era una cosa piacevole. Abbiamo chiacchierato con numerosi commercianti. Visti gli spazi potrebbe essere organizzato un evento culturale, qualche relazione o una mostra a tema che andrebbe a complemento di una piacevole giornata. Italo2 punti
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Buonasera, lo posto solo perchè per la tipologia non avevo mai visto una simile conservazione. Magari può far piacere a qualcuno.2 punti
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Allego l'articolo citato nel link Buona domenica Tarnish on panda gold coins.pdf2 punti
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Ciao È una semplice variante nella legenda... Nel tuo quesito non indichi la data di questa moneta, ti posso dire che è una variante minima e presente su varie date. Nel primo periodo di Carlo Emanuele varie date possono avere questa differenza, sul nostro catalogo puoi vedere alcuni esempi, 1748,1750... Nel secondo periodo diventa cosa normale dopo il 1760, quasi tutte le date sono scritte così, dopo il 1770 si possono trovare in tutti e due i modi.. Calcola che il diametro dei due denari è parecchio ridotto e in quel poco spazio dovevano inserire veramente tante lettere per cui varianti se ne possono trovare diverse, sia per errore che per mancanza di spazio dovuto alla maggiore o minore distanza tenuta fra una lettera ed un'altra.2 punti
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Confesso, sono un “collezionista seriale”! Se avete pazienza e tempo vi racconto il mio percorso collezionistico, che, vista la mia età non più giovanile, è lungo e molto articolato. Correva l’anno 1958, da studente delle medie iniziai con i francobolli, passione che mi ha accompagnato fino al 2010. Ma probabilmente per la mia curiosità e passione per il bello, il mio “animo collezionistico” si è sviluppato su molti altri campi. 1961. Sfogliando una rivista mi incuriosì un articolo sulla storia della scoperta del primo diamante in Sud Africa, colpo di fulmine! Iniziai a studiare mineralogia ed approfondire la gemmologia, interesse che mi porterà a diventare, tra il 2000 ed il 2005, Gemmologo Europeo. Nel 1969, iniziai la mia attività lavorativa presso una primaria compagnia di Assicurazioni, dove svolgevo le mansioni di Ispettore Tecnico, ruolo che mi impegnava in ispezioni presso attività industriali, artigianali, commerciali e abitazioni, avvicinandomi al mondo antiquariale e collezionistico. Nel mio breve soggiorno Milanese (1970-72) frequentavo il Cordusio per i miei interessi filatelici. Lo studio della filatelia e delle tecniche di stampa, iniziarono a stuzzicare la mia curiosità nel settore delle stampe antiche e così iniziai a studiare gli incisori italiani, fiamminghi e tedeschi tra il 1400 ed 1600, realizzando una discreta raccolta di fogli (150 pezzi) di Grandi Maestri. Come detto in precedenza il mio lavoro mi portò ad avvicinarmi al settore antiquariale e così iniziai gli studi di porcellane e tappeti, studi che contagiarono anche mia moglie che ancora adesso colleziona tazzine del 1700-1800. Nel 1972 venni trasferito ad Alessandria, dove iniziai a frequentare i laboratori orafi e di gioielleria di Valenza Po, e vista la mia passione per la gemmologia, sviluppai in maniera esponenziale le mie conoscenze nel settore, ampliando gli studi ad argenterie e oreficerie antiche, in particolare italiane ed inglesi, iniziando a cercare pezzi di particolare interesse. Nel 1979 il lavoro, mi portò a Brescia, dove, sempre per lavoro, ebbi occasione di conoscere un commerciante di tappeti iraniano, e così, con il suo aiuto iniziai ad approfondire questo settore, principalmente per i manufatti dell’800. Durante le mie visite a mercatini antiquariali, conobbi un ragazzo inglese che vendeva Mosaici Minuti Romani, conosciuti come “micro mosaici”, manufatti realizzati a Roma tra la fine del ‘700 e la fine dell’800. Questi mosaici venivano realizzati in smalti vetrosi dai “sanpietrini romani” (artigiani-artisti che curavano i mosaici della Basilica di San Pietro) come souvenir per i turisti del Gran Tour, oggetti di grande fascino! Iniziai a studiare questo settore di gioielleria popolare e naturalmente iniziò la “grande caccia”! In 28 anni metto insieme una collezione di circa 80 pezzi, che verrà pubblicata su un testo realizzato da un Maestro dello Studio del Mosaico Vaticano. Nel 1984, mi capita di acquistare una raccolta di francobolli e oggetti di altra natura, ed in una busta trovo due denari repubblicani romani, il primo contatto con la numismatica! Come mia abitudine iniziai ad approfondire la conoscenza di questa materia, ma la cosa non mi prese molto e così abbandonai……. Purtroppo! Nel 1989 rientro a Roma, nei quadri dirigenziali della Compagnia e quindi per mancanza di tempo, sono costretto a ridurre i miei interessi collezionistici, limitandomi alla gemmologia che nel 2005 si concretizza nel Diploma di Gemmologo Europeo, dopo un anno e mezzo di corsi, e due esami (da brivido!). Avendo lasciato la Compagnia nel 2004, inizio la professione di Perito Gemmologo, occupandomi di certificazione di qualità e di stime, e pare strano, ma è proprio qui che inizia la mia avventura numismatica. Occupandomi di stime, più di una volta mi è capitato di valutare beni ereditari costituiti da gioielli e monete d’oro, le così dette “monete di borsa”. Ma nel 2009 mi capitò una raccolta di monete di borsa ed un insieme di monete di poco conto, tra le quali c’erano due denari di Federico II, che il committente mi regalò. Da queste due monetine è iniziato tutto. Ho cominciato a studiare la monetazione dell’Italia Meridionale, dai Normanni agli Angioini, e navigando sul web ebbi modo di conoscere uno studioso e collezionista di Reggio Calabria che mi mise a disposizione i doppioni della sua collezione e iniziai a studiare anche la monetazione bizantina per le zecche siciliane. Nel 2011 entrai nel Forum e qui conobbi @carlino che si occupava dell’aggiornamento e dello sviluppo del Catalogo; iniziai a collaborare con lui per le Zecche dei Principi Normanni dell’Italia Meridionale, come amministratore delle categorie Amalfi, Capua e Salerno; nonché per la monetazione della Sicilia, come amministratore delle categorie Roberto il Guiscardo, Ruggero I e Ruggero II. Un’altra conoscenza sul Forum, @vox79, (Vincenzo Contreras) mi permetterà di approfondire la conoscenza della monetazione medioevale dell’Italia Meridionale e di essere con lui coautore di un articolo su Panorama Numismatico. Come si sa l’appetito vien mangiando, e cominciai a allargare i miei interessi alla monetazione borbonica e poi a quella del Regno d’Italia e dello Stato Pontificio ed ultimamente alla monetazione USA. Nel 2016, faccio la domanda alla CCIAA per essere inserito nei ruoli Periti ed Esperti, nella categoria Preziosi, e, quasi per scherzo, (e forse con una certa presunzione!), anche nella categoria Numismatica e a Settembre mi ritrovo Perito Numismatico. Devo dire che lo studio di questa Scienza (ho più libri di numismatica che monete!) è stato veramente appassionante, ancora più della filatelia, e ho un grande rammarico: “Perché quei due denari romani non mi hanno contagiato subito?!” sarebbe stata tutta un’altra storia!2 punti
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Anche a a me, ma ci vorrebbero entrambi I lati della moneta,il peso,il diametro,foto migliori,un buon giorno,un per favore e magari anche un grazie.2 punti
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richiedo gentilmente classificazione e valutazione della seguente moneta. Materiale: Carta e matita Diametro: 8 cm (!) Peso: n.d. che bello avere una nipotina di 9 anni che a tua insaputa inserisce un bel didramma metapontino nel suo bigliettino di auguri per Pasqua2 punti
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@Rex Neap@Rocco68 Ecco vedete ho imparato dell'altro e questo è meraviglioso, sono purtroppo finiti i like per oggi ma prenderò nota. Non lo pensare nemmeno rocco, il fatto dello sminuire o meno , mai pensato poi ad ognuno il "suo mestiere" e al sua arte. amo la storia del Sud, sono abruzzese e mi sento fieramente meridionale. colleziono per di piu monetazione medievali della nostra diciamo zona, ma istintivamente il 7/800 borbonico ci doveva stare. faccio un piccolo esempio, riguardo il nostro sud, e parliamo anche di Napoli, i mie interessi iniziali sono ad esempio questi; Qui ce Napoli, Taranto e loro antica alleanza il delfino (taranto) sulla colonna (napoli)2 punti
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2,40 g 22mm molto ben conservata doge xviiii (19esimo) rara buona giornata marco1 punto
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posto la foto di questa monetina, un quattrino di Filippo IIII 1621-1665 per Milano Crippa III n.27 il suo peso è di gr.1,30 la curiosità sta nella sua coniazione, riporta sia al diritto che al rovescio lo stemma inquartato la sua forma (sembra un cuore) chissà quante vicissitudini ha avuto questo è il bello della numismatica e le sue scoperte1 punto
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Non ne vale proprio la pena, a meno che non si colleziona solo il Sudan dalla seconda guerra mondiale in poi, o quantomeno dall'Indipendenza in poi. Non ne varrebbe nemmeno la pena collezionando solo l'Africa, non si inizierebbe con dei pezzi costosi di cui non si conosce quasi nulla. Ne vale invece la pena in una collezione organica a tema tipo: "ndo cojo cojo"1 punto
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Sapevo che era dura, se non impossibile. Ringrazio comunque tutti quelli che sono intervenuti Fabrizio1 punto
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Io non rimuoverei nulla. Cordiali Saluti Silver1 punto
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Potrebbe essere una tessera religiosa o di pietà del XV-XVI sec. ( Le lettere S.M. = SANCTA. MARIA?). CIao Borgho1 punto
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Riapro questa discussione perche ieri sera nella trasmissione segreti trasmessa in tv mi è sembrato molto interessante cio che hanno affermato gli scienziati del centro ricerche dell'Enea. Cioè in poche parole ci sarebbero voluti 10.000 laser che agissero simultaneamente per formare l'immagine che è presente sulla sindone. Riporto quello che gli scienziati hanno affermato con le loro scoperte in questi ultimi anni: Nella prima parte dello studio è stata confutata la tesi secondo cui la Sindone sarebbe un’opera artistica, in quanto «negli ultimi decenni è stato scoperto che l’immagine corporea non è un disegno o una pittura eseguita con tecniche conosciute, e alcune macchie rossastre sono state causate da sangue umano». La Sindone, altrimenti, sarebbe stata «realizzata dal più geniale falsario mai apparso sulla Terra e ancora oggi sconosciuto», il quale avrebbe dovuto conoscere «alcune tecnologie o informazioni prima della loro invenzione e divulgazione […] non poteva essere a conoscenza di scoperte moderne sia perché le tecniche a disposizione a quel tempo non permettevano di eseguire una simile opera dal punto di vista macroscopico e microscopico». Ma chi sostiene questa tesi, assume una posizione irragionevole, in quanto: 1) L’immagine corporea della Sindone è un falso negativo: tecnologia scoperta ed utilizzata nella fotografia solo nel 1850. 2) I chiodi sono infissi nei polsi dell’uomo della Sindone: ma in tutte le rappresentazioni antiche della crocifissione i chiodi sono piantati nelle mani, anche se in questo modo il corpo non poteva rimanere appeso in croce. L’ipotetico falsario medioevale non poteva saperlo o comunque non avrebbe avuto motivi per contraddire le rappresentazioni della tradizione, rischiando così di dare adito a sospetti. 3) L’immagine della gamba sinistra è più corta della destra: una conseguenza del metodo di inchiodatura dei piedi e della rigidità cadaverica repentina, due aspetti sconosciuti nel Medioevo, essendo stati scoperti solo in tempi recenti. 4) Sul lato destro della cassa toracica c’è una grande macchia di sangue e siero: nessun ipotetico falsario medievale poteva sapere che ciò è una conseguenza della morte istantanea per rottura della parete del cuore, una scoperta recente della medicina. 5) Le macchie di sangue sono nette e sotto di esse non c’è immagine corporea: queste caratteristiche sono incompatibili con un’opera artistica. 6) Ci sono numerose macchie di sangue sulla fronte e sulla calotta cranica: la rappresentazione tradizionale di Gesù è sempre stata con una corona di spine mentre le ferite sulla Sindone presuppongono un casco di spine, un fatto sconosciuto fino a tempi recenti. Nessun falsario, ancora una volta,avrebbe avuto motivi per contraddire di punto in bianco la rappresentazione tradizionale. 7) L’immagine corporea è assente in alcuni punti quali la parte destra della faccia e della fronte e altre parti del corpo: solo recentemente se ne è spiegata la ragione che è collegata alle formalità rituali della sepoltura. L’immagine corporea contiene informazioni tridimensionali: i dipinti e le foto sono generalmente piatti e, a parte le difficoltà tecniche di riproduzione, non si spiegano i motivi che possono aver indotto l’ipotetico falsario a creare un simile effetto, inutile e sconosciuto nella storia dell’arte. 9) L’immagine corporea è estremamente superficiale e consiste di fibrille colorate giallo-seppia che risultano ossidate e disidratate: per le tecniche chimiche e fisiche antiche conosciute non sarebbe stato possibile, mentre esiste una tecnica optoelettronica moderna compatibile. Si deduce, dunque, che «la Sindone non è un falso e tanto meno medievale, ed ha contenuto realmente il corpo morto di un uomo crocifisso in tempi antichi». L’altra ipotesi è che la Sindone abbia contenuto un corpo di uno sconosciuto, non quello di Gesù, anch’esso crocifisso nello stesso modo più o meno alla stessa epoca. Una tesi ancora una volta irragionevole, perché: 1) Il lenzuolo funebre utilizzato per avvolgere il cadavere era pregiato e costoso: simili lini venivano utilizzati in Israele solo per persone di rango reale e/o posizione sociale elevata, ed in questo caso la storia ne avrebbe parlato. 2) L’uomo della Sindone è stato fustigato metodicamente su tutta la superficie del corpo: ci sono segni evidenti di flagello romano in numero così elevato che, a parte i Vangeli, nessun documento storico li ha mai riportati per qualsiasi altro condannato. 3) L’uomo della Sindone è stato incoronato con una corona/casco di spine: ci sono segni evidenti delle ferite delle spine e non si conoscono storicamente altre crocifissioni avvenute con questa aggiunta singolare. 4) Il costato è stato trafitto da una lancia: c’è una vistosa macchia di sangue e siero nel fianco destro dell’uomo causata da una ferita da lancia, un fatto piuttosto irrituale. 5) Le gambe dell’uomo della Sindone sono integre, mentre quelle dei condannati alla crocifissione venivano generalmente rotte per affrettarne la morte, che sarebbe avvenuta solo molto più tardi per soffocamento. 6) La Sindone non contiene tracce di liquidi e gas putrescenti: questi segni sono prodotti dopo circa 40 ore dalla morte, e quindi il corpo non c’era già più prima di allora ma non troppo prima, per via delle macchie di sangue che hanno richiesto del tempo per formarsi per la liquefazione del sangue già coagulato, processo di emolisi. 7) Il corpo non è stato rimosso manualmente: non ci sono tracce di trascinamento in corrispondenza delle macchie di sangue1 punto
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monete indubbiamente in bassa conservazione e autentiche, al prezzo che le hai pagate le avrei prese anche io, gli scudi hanno sempre il loro fascino. Una cosa che mi piacerebbe sapere è scoprire le motivazioni di chi, da una semplice foto fatta male, ha dato per assoluta la non autenticità, nonostante il peso rientrasse nella tolleranza data da due monete vissute. Che poi il materiale alpacca è risaputo essere leggerissimo, quindi non potevano pesare quasi 50 grammi entrambe1 punto
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Le emissioni a nome di Borso d'Este vengono oggi suddivise in tre periodi: periodo marchionale; 1° periodo ducale (duca di Modena e Reggio e conte di Rovigo); 2° periodo ducale (duca di Ferrara). Omettendo i quattrini del periodo marchionale, chiaramente distinguibili. I quattrini attribuibili ai due periodi ducali vengono distinti in base ad alcune caratteristiche. 1° periodo ducale: 1) Quattrino anonimo con legenda al dritto: FERARIE D CORNIGER /unicorno, e al verso: CLAR CONITAT INSIGNE/ aquila bicipite coronata ad ali spiegate. Identificato come quattrino che attesta l'inizio dell'utilizzo dell'aquila imperiale come simbolo araldico famigliare (tipo CNI 31, Bellesia 7 e 7b,). 2) Quattrino con legenda al dritto: BORSIVS DVX/ aquila bicipite. al verso: DE FERRARIA/ stemma di Ferrara (tipo CNI25, Bellesia 8 ) 3) quattrino anonimo con legenda al dritto: NC SICI MH (EST) / abbeveratoio per colombi. Al verso legenda FERARIENSES / stemma di Ferrara (CNI 17, Bellesia 9) 2° periodo ducale 4) quattrino con al dritto: BORSIVS DVX / aquila bicipite coronata. Al verso: DE FERRARIA / stemma di Ferrara sormontato da rosetta. La rosetta è anche presente nel ducato d'oro con la titolatura DVX FERRARIE e quindi è collegabile alla stessa produzione. Forse allude alla rosa d'oro massiccio donata da papa Paolo II a Borso d'Este in occasione della sua visita a Roma (tipo CNI 27, Bellesia 11). Il tutto per dire che in bibliografia non mi pare vi sia accenno ad un quattrino per Borso d'Este duca con aquila monocipite. Da notare inoltre che le aquile estensi attestate per Borso, Leonello, Nicolò III e Obizzo, hanno sempre la testa rivolta a sinistra....e anche nei periodi successivi dobbiamo arrivare al bagattino emesso a nome di Alfonso I per trovare un'aquila con testa rivolta a destra e, stranamente, in postura molto simile a quella del quattrino oggetto di questa discussione... Quindi il quattrino in questione, alla luce dei documenti che ho potuto verificare, appare effettivamente inedito e con una rappresentazione iconografica decisamente singolare. ciao Mario1 punto
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Acsearch e Coinarchives. Entrambi sono a pagamento.1 punto
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E qui siamo nell'85 gli amori, i ricordi, le emozioni.. Un pezzo di un grande che ha scritto parte della storia della musica Italiana..1 punto
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Attingo ogni attimo dalla vita, magico è il suo mostrarsi, come preziosi sono i tondelli che volgi a noi.. Vedi caro tonycamp, hai mutato la fonte luminosa, e ci hai donato delle nuove opere..facendoci scorgere altri confini.. Eros1 punto
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Una cosa curiosa è che alcuni chiodini antichi, seppure di 2000 anni fa ed esposti all'azione più o meno diretta degli agenti atmosferici, si sono conservati in proporzione meglio di quelli moderni che hanno circa 100 anni. D'altra parte una volta si creava perchè il manufatto durasse a lungo, vedi la differenza tra certe costruzioni antiche e quelle moderne (es. i ponti romani rispetto ai cavalcavia che crollano?)... Illyricum1 punto
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Il suo decorso è pressochè parallelo all’attuale strada moderna per Fiume/Rieka (Tarsatica) e al fine di individuare una eventuale rete viaria collegata al forte romano si iniziarono delle prospezioni di superficie, atte ad identificare la presenza di “solchi carrai” di epoca romana. Questa risultò negativa in tal senso ma portò al rinvenimento, tra il ghiaino del fondo, di un minuscolo, misconosciuto e spesso trascurato manufatto: un chiodino di caliga. La caliga era la tipica calzatura del soldato: assomigliava ad un sandalo ed in realtà era una sorta di stivale da marcia con suola rinforzata che si indossava di solito senza calze (salvo il periodo invernale). Tratte da un unico pezzo di cuoio, la suola presentava dei veri e propri chiodi con lo stelo piegato che la rafforzavano, miglioravano la trazione sulle superfici, ne consentivano anche l’uso quasi come arma offensiva e durante la marcia producevano un rumore che poteva intimorire l’avversario, conferendo marzialità nell’avanzamento. In casi eccezionali le caligae si sono conservate (es. terreni umidi britannici o viceversa terreni asciutti egiziani); la disposizione dei chiodi (hobnails) variava nella disposizione. Li usavano tutta la truppa fino al grado di centurione; Gaio, il figlio di Germanico, acquisì il soprannome di Caligola proprio perché da bambino nei campi militari al seguito del padre indossava delle piccole caligae. http://objects.prm.ox.ac.uk/pages/PRMUID130480.html1 punto
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Ed ecco qui rispuntarela faccia della virtù perduta È stata una bella macchia da levare/lavare ma ora sono soddisfatto, quella crosta era un pugno in un occhio...1 punto
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Anche io ci sono stato ieri pomeriggio, e a dir il veri ho pagato i due euro, senza nessun tipo di problema... E personaggi strani mel parcheggio non ce n'era nemmeno uno. Il convegno, per quelle che sono le mie aspettative, è stato buono, e di gente ce n'era, come acquisti, beh insomma.. Per me ai convegni, come ho sempre detto... I prezzi sono Carucci...1 punto
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Ma non è vero......dai, lo faccio per farvi capire quanto è bello studiare e collezionare queste monete.1 punto
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Beh allora inizio io con una mia.. Vorrei avere delle ali per poter andare a trovare spessissimo tutte quelle persone che credono realmente in questa meravigliosa idea di vita.. Per poter stare insieme e provare con loro le emozioni che un semplice tondello a volte può dare, e per dire quelle cose che non sempre si riesce ad esternare.. Ovviamente nei mie voli quotidiani, porterei sempre con me qualche frammento di storia.. Eros1 punto
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Ciao Alessio, solo ora ho letto il tuo richiamo . Stiamo attenti a non farsi prendere dalla sindrome dei falsi, perché si va in paranoia. Certamente per queste monete , ti hanno già risposto. Personalmente non colleziono questa tipologia di monete, son belle anche queste.........ma le classiche , son classiche, almeno per l'arte incisoria. Se poi ci inoltriamo al periodo arcaico........si comincia a sognare. Mi piacciono le frazionali in argento, per diversi motivi.....uno fra tanti le dimensioni , in soli 8 / 10 mm. di diametro e più o meno un grammo di peso , fino a 0,18 gr., ci sono le varie espressioni delle città che le hanno emesse e poi non dissanguano il conto in banca.1 punto
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Ciao, a mio parere il rovescio è meglio del dritto. L'usura è presente e c'è qualche segno al dritto ma nel complesso la moneta è gradevole. Io toglierei il + dal BB. Buone feste!1 punto
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Il papato di Benedetto XIII và dal 29 maggio 1724 al 21 febbraio 1730. Ciao Borgho1 punto
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Buonasera a tutti. Ho iniziato da bambino, ricordo che scambiavo soldatini con decimali di Vittorio Emanuele III con alcuni miei amici. In quegli anni, erano i primi anni settanta ed avevo una decina di anni, ricevetti anche una monetina medievale, in pessime condizioni, ritrovata durante alcuni lavori edili. Quella moneta è ancora conservata nella mia collezione, riuscii a catalogarla solamente molti anni dopo, si trattava di una petachina emessa dalla Repubblica di Genova tra il 1443 ed il 1447 durante il dogato di Raffaele Adorno. Sono sempre stato un appassionato di storia ed archeologia, così nei primi anni '90 mi riavvicinai alla numismatica. Al Cordusio, dove mi recai per la prima volta nel 1993, trovai quello che mi serviva per rafforzare la mia passione, ricordo Ivo Zanolli che mi guidò nei miei primi passi verso la monetazione classica greca e romana, poi scoprii la monetazione milanese e quella di Cremona. Sono sempre stato un collezionista "emozionale", sempre in bilico tra la ricerca razionale delle monete di riferimento per la mia collezione e gli acquisti guidati dall'emozione. Questi ultimi sono quelli che danno più soddisfazione, trovati frugando in una ciotola oppure notando qualcosa tra le monete esposte su un banchetto. La scintilla scocca da un simbolo, un'iscrizione, qualcosa che fa nascere una curiosità legata alla moneta ed a quello che rappresenta e poi, dopo l'acquisto, di corsa a casa per cercare, catalogare e disegnare... Il primo atto dopo l'acquisto di una moneta è quello di predisporre un disegno in matita, poi ripassato ad inchiostro, sulla scheda che utilizzo per la catalogazione. L'atto del disegno ti consente di verificare anche i più piccoli particolare del conio, ti consente quasi di "vivere" la moneta, diventa un'esperienza sensoriale, emotiva e cognitiva e mi fermo qui. Federico1 punto
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io quando faccio una cosa non mi chiedo se gli altri credano in me:la cosa la faccio e se devo proporla agli altri studio come fare affinché gli altri ne siano interessati fattivamente.Se si aspetta che gli altri ti diano l'ok per fare le cose non si arriva a fare mai nulla. nel 1994 quando iniziai a fare il venditore(non di monete)non mi chiesi cosa pensassero gli altri a riguardo del mio lavoro.Quando iniziai a lavorare nel 1994 la gente aveva pregiudizi negativi sui"rappresentanti".Ho fatto del mio lavoro una professione ed ho speso tutti i miei guadagni in Numismatica,ho diverse collezioni completate e questo solo perché io e solamente io ho creduto in me fottendomene del giudizio degli altri.Sono partito da un portafoglio di 0 clienti ed oggi effettuo spedizioni della merce che vendo in tutta Italia. Bisogna continuare a fare ciò che si stava facendo:a scrivere ed a pubblicare i Quaderni de Lamoneta,si invia una copia alle tre istituzioni citate sopra e si va avanti.Se si vuol vendere le monete a prezzi che le rendano giustizia e rispetto c'è bisogno che si legga di Numismatica e c'è bisogno che s'invoglino i collezionisti a leggere di Numismatica e ad appassionarsi a questo hobby Salutoni odjob1 punto
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