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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/01/18 in tutte le aree
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Cari amici segnalo che nel numero 46 de "i quaderni ticinesi" NAC è presente un articolo scritto a quattro mani con l'amico @numa numa nel quale si presentano 1 - Follis non ancora edito di Astolfo - Ravenna ANNO I 1 - Tremisse di Astolfo di una tipologia mai presentata prima (privo della normale H riferita di norma all'indizione) è qualcosa su cui abbiamo lavorato per parecchio tempo, e in particolare il tremisse è stata una mia fortunata "scoperta" ... ovviamente era una moneta mal classificata da molto tempo.... qua per ovvi motivi ...solo un assaggio https://www.academia.edu/35782986/GENNARI_A._ROSSINI_F._2018_La_monetazione_di_Astolfo_per_Ravenna_un_tremisse_e_un_follis_inediti_in_NAC_Quaderni_Ticinesi_n._46_2017_pp._155-172 saluti Alain4 punti
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Questa disorganicità credo sia dovuta ad un fatto tecnico. L'immagine del dritto del grosso a quanto si vede sembra fatta con sei punzoni, a parte le perlinature e le lettere: uno ciascuno per i corpi dei due personaggi, uno ciascuno per le due teste, uno per l'asta col vessillo e la mano di S. Marco (che è sempre perfettamente e organicamente attaccata all'asta), l'ultimo per il braccio e la mano dx del doge. Non è facile stabilire la successione delle punzonature, ma direi che l'asta venisse impressa per prima ed il punzone isolato del braccio per ultimo. Questo infatti serviva di raccordo a tutta l'immagine (pensate a d esempio se una delle due figure veniva impressa storta, com'era possibile far combaciare la mano del'altra sull'asta evitando che fosse storta anche la seconda figura?) Per questo veniva spostato e ruotato in modo da avere sempre la mano sopra l'asta. Ecco perché è spesso attacato in modo poco organico al suo corpo. Tutto questo è frutto di osservazione, non ci sono fonti in proposito, che io sappia. Per cui potrei anche sbagliarmi. Un caro saluto, Andreas4 punti
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Buona serata Il 1° febbraio 1499 Venezia visse l'inaugurazione della torre dell'orologio che, ancora oggi, fa da "controcanto" al campanile di San Marco (chiamato dai veneziani: el paron de casa - il padrone di casa). Progettato dall'architetto Mauro Codussi e costruito tra il 1496 ed il 1499, fu inaugurato in gran pompa dal doge Agostino Barbarigo; l'orologio ha due caratteristiche peculiari, la presenza in sommità di due statue di bronzo che per il loro colore brunito sono soprannominati dai veneziani i Mori di Venezia e rappresentano due pastori, uno più giovane e l'altro più vecchio, che con una mazza tenuta tra le mani picchiano la campana, anch'essa di bronzo, situata tra i due; tanti rintocchi quante sono le ore da scandire. Il più vecchio batte le ore 2 minuti prima dell'ora esatta, così da segnalare il tempo passato, il più giovane batte le ore 2 minuti dopo l'ora esatta, così da segnalare il tempo nuovo. La seconda caratteristica è visibile solo all'Epifania e all'Ascensione; allo scoccare di ogni ora, dalla loggia posta sopra il quadrante, si aprono i due pannelli laterali dove sono rappresentate rispettivamente le ore ed i minuti e tra l'uno e l'altro transita un carosello di statue lignee che rappresenta la Natività ed i Re Magi. Allora c'era anche un'altra caratteristica. Come si può vedere ancora oggi, il leone stante sulla facciata non è posto nella mezzeria della stessa, ma leggermente spostato sulla sinistra di chi guarda; alla destra c'era la statua del doge Barbarigo, una delle sole tre statue esistenti a Venezia che rappresentavano le esatte sembianze di un doge. Quella statua venne distrutta, scalpellinata dai municipalisti giacobini alla caduta della Serenissima, insieme a tante altre statue che potessero rappresentare la Serenissima. L'unica sopravvissuta è l'immagine del doge Francesco Foscari, posta alla sommità della "Porta della Carta", che da accesso al Palazzo Ducale. (il viso è una copia perché l'originale è custodito nel Museo Correr) Dalla Torre dell'orologio e dall'arco posto alla sua base, si accede alle Mercerie, la strada che allora ed anche oggi è tra i luoghi più "commerciali" della città, con tutte le botteghe che si alternano ai suoi lati. Altra particolarità che lo riguarda è che i condannati alle sentenze capitali, che venivano effettuate su un palco costruito tra le due colonne poste in prossimità del molo, venivano rivolti verso l'orologio, così che l'ultima cosa che potessero vedere era l'ora dell'esecuzione. saluti luciano3 punti
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Ed è questo che mi piace, il sapiente dosaggio alchemico di "stampo seicentesco" tra misticismo e spiritualità di alcune immagini che alcuni maestri zecchieri hanno anche in qualche caso anticipato. se tutti noi (permettimi di affermarlo) non avessimo un certo giusto spirito ( e ti ringrazio per le parole) saremmo persi come molti in lande sabbiose o gelate a seconda dei casi a rimurginare sul significato dell'esistenza mai riuscendo ad afferrarne il suo significato intrinseco. ti ringrazio per l'intervento, le bellissime immagini e mi auguro a rileggerci. buona giornata ^___^3 punti
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Però roman de la rose, la tua elargizione e il senso divulgativo mi piace molto, vedere appassionati che condividono è la cosa più bella che si possa avere, questo è il giusto spirito. Per il tuo tondello (ops, direi tondellone) altro simbolo di alta spiritualità, soliti limiti dell'importante nominale, ma una vergine dai particolari nitidi e di grande impatto. Di seguito qualche opera seicentesca di area Genovese. Eros Pierre Puget Madonna col bambino (Madonna Carrega) Bernardo Strozzi detto il Cappuccino Domenico Fiasella detto il Sarzana3 punti
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Travancore https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=81563 https://it.wikipedia.org/wiki/Travancore2 punti
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Posto la scansione dal volume del 1568 di SEBASTIANO ERIZZO, con la pagina che riguarda il PONTE DI TRAIANO.2 punti
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se lo scudo non e' costata piu' di 300 euro e' stato un affare. Se riesci mandaci anche altre foto. Lo scudo stretto con la Madonna, le 8 lire e lo scudo con il Castello sono le monete di Genova piu' famose insieme al genovino, che pero' non e' una moneta ma e' l'insieme di tutte le monete d'oro da grammi 3,5 circa coniate nel periodo della repubblica e dei dogi a vita. Riguardo alla storia e all'arte Genova ha avuto un passato glorioso. Il salotto buono era, e di in parte e' anche oggi, via garibaldi. Molti dei palazzi sono oggi musei come palazzo, bianco e palazzo rosso quindi sono anche visitabili anche se non lo sanno in molti ?. Palazzo Tursi, oggi sede del Comune, ospita una collezione di monete di Genova con grandi moduli e pezzi unici. Il palazzo più bello, ha mio parere, e' palazzo reale in via Balbi mentre le foto che posto si riferiscono a palazzo bianco e tursi. In foto: in alto al post, un 25 doppie con la Madonna, sotto un cavallotto (pezzo unico conosciuto), uno dei due violini di Paganini, una statua di Canova, vista su palazzo rosso dal giardino tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi.2 punti
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grande Luciano, grazie della bellissima testimonianza come sempre. aggiungo sommessamente che ancora oggi a Venezia c'è il popolare modo di dire "te fasso veder le ore", ossia ti faccio vedere l'orologio, così come i condannati a morte tra le colonne di San Marco e di San Todaro vedevano come ultima immagine in vita proprio l'orologio, con le spalle al mare.2 punti
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In arrivo: Austria Eberhard II 1200-1246 Friesach // Arcivescovado di Salisburgo Pfennig (CNA Ca18) FALSO D'EPOCA (al momento non posso fornire diametro/peso)1 punto
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Buona sera, chiedo un vostro dotto parere in merito alla moneta che documento in foto (25,1 gr - 41 mm - lieve patina). Ringrazio quanti vorranno esprimersi a riguardo.1 punto
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Oggi vi presento il mio ultimissimo acquisto, all'apparenza nulla di così strano e straordinario... in realtà il pezzo contiene alcuni interrogativi. D\ DIVO CLAVDIO R\ GENIVS POPVLI Si tratta di un pezzo appartenente alla serie ibrida "DIVO CLAVDIO/life-time reverses" ovvero rovesci generalmente in uso da Claudio II prima di... finire divinizzato Tali emissioni rientrano nel medesimo gruppo delle imitazioni italiane della serie regolare DIVO CLAVDIO a cui si devono unire anche quelle monete di Gallieno che pur presentando stile coerente sono caratterizzate dall'avere moduli e pesi estremamente ridotti. Il tutto, con buona probabilità, veniva coniato all'interno della stessa zecca di Roma, a scopo chiaramente fraudolento, da una serie di maestranze che dovevano essere coordinate da Felicissimo (vedi la rivolta di Felicissimo e la vera e propria battaglia interna alla zecca di Roma condotta da Aureliano e terminata prima nel sangue e poi con una radicale riforma). Tuttavia, dicevo, la moneta in esame presenta una singolarità che, al momento, non riesco a inquadrare completamente: se non vado errato non è noto alcun rovescio attribuito a Claudio II con il genio e la legenda "GENIVS POPVLI"... correggetemi se sbaglio! Quindi tecnicamente non sarebbe nemmeno un ibrido, ma un soggetto creato appositamente. Ah, per la cronaca, il RIC riporta la moneta in questione al numero 275 del volume 5a, ma si tratta sicuramente di un pezzo analogo a questo e quindi non considerabile come vera e propria emissione ufficiale!1 punto
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Nasone, il mio preferito. “Il Regno delle Due Sicilie aveva due volte più monete di tutti gli altri Stati della Penisola messi insieme" –FRANCESCO SAVERIO NITTI -1 punto
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Un saluto a tutti i frequentatori della sezione , alla mia discreta raccolta di notgeld tedeschi ho recente aggiunto questo pezzo in ceramica, che mi ha particolarmente colpito, sia per le dimensioni "generose" (50 mm. di diametro), sia per la crudezza delle rappresentazioni (specie al diritto), che ben esemplificano le difficoltà del periodo post-bellico. In generale i notgeld presentano una natura piuttosto "ambigua", ed a maggiore ragione questo, che per caratteristiche generali (dal materiale a, per l'appunto, le dimensioni) sono poco propenso a pensare potesse essere utilizzato nelle transazioni di tutti i giorni; e per ciò ero indeciso se fosse più appropriato presentarlo qui o nella sezione "Exonumia". Solitamente sono solito classificare i miei notgeld partendo dall'autorità emittente (province, municipalità, ecc.), ed avvalendomi del sempre utile sito (vd. rif. 32): http://www.notgeld.sewera.pl/index.php?co=berlin&l=de ho circoscritto la provenienza a Berlino, ma non sono riuscito a capire chi effettivamente l'abbia emesso, e (considerato anche quanto detto sopra) quali fossero le sue finalità. Qualcuno ne sa di più?1 punto
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Altra offerta fatta senza convinzione ma che poi si è rivelata vincente. Bel grosso tornese di Filippo III l'Ardito (1270-1285). Grosso tornese (ca. 1280), argento, 4,15 gr. Rif. biblio: Laf. 204, Dupl. 202 A, Slg. de Wit I, 273. Posto la foto della casa d'aste. Come si vede hanno messo come lato del diritto quello col nome del re. Ma i più illustri studiosi di queste monete la pensano diversamente. Van Hengel ha individuato la faccia principale dei grossi tornesi nel lato con il castello piuttosto che in quello con il nome del re (Van Hengel 1997, p. 12, nota 2). Tale indicazione è accettata da Phillips (Phillips 1997, passim; id. 2013, pp. 502 e 510), mentre Merson ritiene la questione non ancora del tutto risolta (Merson 1998, pp. 134-135). Come in altri casi qui ci troviamo di fronte al fatto che il lato con indicata l'autorità emittente sembra non coincidere col conio di incudine ma bensì di martello. Se si fa caso nei vari cataloghi si trova il lato del castello tornese a volte come diritto a volte come rovescio. Ma se la scelta di mettere il nome del regnante sul conio più soggetto ad usura invece del lato con l'iconografia-tipo immobilizzata avesse più un aspetto "tecnico"?1 punto
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Io sono più basso, direi MB+ Alcuni dettagli sono belli ma in altri punti c'è molta usura...resta un parere da foto tagliuzzata che non permette di valutare bene il bordo, che è come la cornice per un quadro, anzi di più. Se il bordo è bello, alto e fresco la moneta ci guadagna. Ciau.1 punto
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Sembra forzando con un cacciavite una delle teche allarmate. Almeno così sembra da fonte del TG3 regione. Se è bastato solo questo, no comment...1 punto
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Ciao. In Italia i Periti numismatici e/o filatelici sono iscritti negli Elenchi dei Periti ed Esperti tenuti dalle CCIAA e/o negli apposti Albi dei Consulenti tecnici d'Ufficio (per la giustizia civile) e dei Periti (per la giustizia penale) tenuti presso ogni Tribunale. In alcuni Tribunali l'Albo è unico (civile e penale). Saluti. M.1 punto
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molto probabilmente sarò presente alla premiazione (sabato 24 mattina). marco1 punto
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Alcuni anni fa ho vissuto una situazione analoga con una moneta acquistata da CNG, sempre perché la dogana non si accontentava di fattura e ricevuta del pagamento e pretendeva una sorta di perizia trattandosi di oggetto antico. Da allora ho sempre chiesto a CNG la spedizione via UK e evitato altri acquisti extra UE.1 punto
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buondì, la mia idea è che si tratti di una moneta commemorativa. Re Giorgio ha emesso anche altri Talleri commemorativi e in quantità inferiori. Ad esempio sempre nello stesso anno il KM 242, prodotto in soli 2.000 pezzi per commemorare l'unione della Frisia con Hannover. Oppure il KM 243, prodotto in 2.000 pezzi per commemorare il giuramento dei Frisoni. Il pezzo in esame risulta prodotto in 15.000 pezzi e si affianca alla normale emissione KM 230 della quale non si ha notizia sulla quantità emessa, ma dalla valutazione si ipotizza nell'ordine delle altre annate, ossia intorno ai 100.000 pezzi. Secondo il Krause questo tallero fu dato ai veterani, in pagamento della pensione, ma sorgono due domande: 1 Quanti erano i veterani ancora vivi nel 1865? Se all'epoca della battaglia erano ventenni, i superstiti potevano essere settantenni. O forse intendeva elargire questi Talleri agli eredi? 2 Ai superstiti veniva dato un singolo Tallero per pagare la pensione, o un certo numero? La mia opinione è che a re Giorgio, come ad altri monarchi tedeschi, piaceva celebrare se stesso. La vittoria di Waterloo era una opportunità. Non gli ha portato bene, l'anno dopo è stato detronizzato dal re di Prussia. Da quanto esposto direi che i reduci difficilmente hanno visto il Tallero in oggetto. Dedicato a loro, ma quei pochi rimasti ormai dovevano essere ultrasettantenni. Ammesso e non concesso che qualcuno sia riuscito a riceverlo, era libero di spenderlo o di conservarlo come ricordo. Un pezzo del genere anche se non autorizzato all'uso monetale, trovava facilmente degli estimatori. Dipende. Chi aveva problemi economici lo spendeva, oppure lo vendeva a un collezionista, o a un banco di pegni. Chi non aveva problemi lo conservava o lo regalava.1 punto
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This rectangular wooden stamp was for theriac labels and depicts the ostrich and lions of St Marks. It is shown here with a sample label. The stamp comes from Venice, Italy, and was used between 1601 and 1800. Fonte https://www.gettyimages.co.uk/detail/news-photo/this-rectangular-wooden-stamp-was-for-theriac-labels-and-news-photo/90729251#this-rectangular-wooden-stamp-was-for-theriac-labels-and-depicts-the-picture-id907292511 punto
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Arte , in fondo siamo collezionisti d'arte anche se molti non lo vogliono comprendere, cosa bellissima per non dire divina @eracle62 @principesax abbinare alle discussioni sulla numismatica anche foto e/o immagini di luoghi , statue, dipinti e via dicendo , danno all'oggetto della discussione più particolare di quella che è ^_____^ la proiettano su di un piano quasi soprannaturale (spero di farmi comprendere). per il resto che dire .. per altre foto ti riferisci allo scudo in esame ? , purtroppo non le ho, poi e penso e mi permetto di dire che questo valga un pò per tutti, si cerca, quando si acquista una moneta di pagarla il giusto tenendo anche ben presente chi sia il "cessionario", non voglio apparire come colui che fa solamente affari (e voi carissimi amici di certo non lo siete), non lo sono, alcune monete le ho pagate più del dovuto, alcune a prezzo giusto e altre mi è andata bene anche non contrattando con il prezzo. questa è costata 150 e visto quel che mi dici che dire mi è andata + che bene ............ a 300 non la avrei acquistata, non perchè non apprezzi certe monete, ma il budget è quello che è, a quei prezzi quando posso acquisto monete inerenti la mia collezione di riferimento, Bellissime foto ripeto anche a te. grazi per gli interventi e mi auguro a risentisci quanto prima. N1 punto
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Buona giornata Grazie della spiegazione che condivido; credo proprio che sia impossibile trovare una fonte nella quale venga spiegato con quale successione si dovevano imprimere i coni; chissà poi se effettivamente c'era un manuale per spiegarlo. Non penso, perché queste informazioni potevano variare da moneta a moneta, erano frutto di esperienza e maestria del preparatore dei conii; credo che queste operazioni venissero tramandate verbalmente dall'operaio più esperto a quello più giovane. saluti luciano1 punto
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Bè, sono abbastanza consapevole di non sbagliare quando parlo con Nikita, come ho già detto, mi sono letto un bel numero di post, e devo dire che la sua preparazione, anche in campo storico/architettonico è notevole. Chiaramente, non posso sottrarmi da citare anche Petronius Comunque grazie a tutti. PB1 punto
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Ho approfondito la ricerca e ho visto che anche la chimica ha avuto un ruolo nello scoprire i veleni infusi in un calice di elettro. La sostanza tossica non solo produceva delle curve colorate a guisa dell’arcobaleno, ma al tempo stesso si udiva uno stridore simile a quello del fuoco. E’ presumibile che l’effervescenza causata da un acido forte si manifestasse con qualche piccolo strepito o brulichio, da cui la credenza dell’igneo stridore per il quale Plinio attribuì all’elettro la proprietà di scoprire la fatale presenza dei veleni.1 punto
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Una storia divertente sull'importanza delle neo. In Russia ci furono rivolte. C'erano pettegolezzi: Lo zar Pietro fu ucciso e sostituito in Olanda. neo in gioventù è presente nella vita e nei ritratti. neo nella vecchiaia è assente. PS L'anno 1723 è una moneta in brillantezza. Spelling molto interessante della figura 3. Complimenti.1 punto
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verissimo! questa l'avevo presa per ventimila lire molti anni fa poi, per carità, magari ne verranno altre, ma lei rimarrà sempre con me.1 punto
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Medaglia devozionale e di protezione contro il maligno, della seconda metà del XIX sec.- Napoli.- D/ IL capo di S. Anastasio Magundat, raggiato, monaco persiano del VII sec..- Croce con estremità trilobate entro ornato a fogliette, attorno scritta, la medaglia e firmata dalla nota ditta De Gregorio di Napoli, molto diffusa nel XVIII- e XIX sec.- Ciao Borgho1 punto
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Ciao, foglie simili le trovi sui grossi tirolini di Merano di fine Duecento ad esempio, ma anche sui trecenteschi quattrini trentini di Nicolò da Brno... Direi che hanno unicamente una funzione di contrassegno delle maestranze di zecca1 punto
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Esatto! Chi non ha in collezione dei "rusteghi", scagli la prima pietra. In ogni caso la nostra opera è meritoria, diamo dignità anche alle monete così, così ... ed anche a quelle bucate, che trovano uguale spazio tra le belle.1 punto
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Dai Luigi non prendertela. Anche io ho un pò di rusteghi. Hai sempre la possibilità di prenderne un altro.1 punto
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Grazie per avermi chiarito di che si tratta. Ho un Agnus Dei e mi fa piacere mandarvene una foto fronte-retro!1 punto
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Ciao! E' vero, ma non è un caso. Quasi sempre (anche nei ducati d'oro) le braccia del doge o di S. Marco sono posizionate in modo incongruo rispetto al busto; sembra proprio che siano state messe a casaccio ... un insulto all'anatomia; come se il gomito arrivasse alla coscia. saluti luciano1 punto
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Vorrei ringraziare come vice presidente dell'associazione lo spazio dedicatoci, ed elogiare il contributo che Morello e la rivista stanno apportando alla numismatica. Il dialogo, fonte primaria di espressione in ogni branca della scienza. Il dialogo, linguaggio essenziale per la comunicazione attraverso ogni sua forma. Il dialogo, l'eco indiscutibile della vera anima dell'uomo. Mi accinsi a percorrere i primi passi della numismatica, quando a quattro anni inizia ad aver ricordo dei tondelli mostratimi, era tutto molto evanescente, come il ricordo che ancor oggi mi pervade. Ma ero al Cordusio, e questo mi riempiva di gioia, non pareva vero l'esser accanto a simil bellezza, tavoli che appena intravedevo colmi di ogni monete che ai miei occhi parevan luccicanti e sfavillanti. La fortuna mi arrise, potei provar emozione solo per l'aver al mio fianco un padre con l'amor per la numismatica. Tutto trascorse nei decenni avvenir con la passione e la virtù come amiche, e con l'intento di divulgare questa scienza assieme a tutti color che come me seguiron l'idea... Eros1 punto
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Ma di nulla figurati. Consiglio sempre di "divorarsi" i cataloghi prima di qualche acquisto, possibilmente anche i tre volumi del world paper money, sono solo 3.500 pagine in totale Questo perché può capitare per qualche spicciolo una banconota che magari non collezioniamo, ma di grande valore, può sempre servirci in futuro. Succede se una banconota non è capita dal venditore di turno, una volta mi capitava spesso, ora invece c'è internet e succede di rado. Entrare in questo mondo solo tramite monitor? molto utile ma non è la soluzione ideale. Hai poi preso il catalogo che ti consigliai un paio di mesi fa? p.s. noti qualcosa di particolare nel ritaglio che ho postato nel post n. 8 ?1 punto
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Sono perfettamente d'accordo, a loro e alla fine ci facciano quello che vogliono. parlo per me nel mio caso, la collezione oltre ad enormi soddisfazioni porta anche certi impegni di carattere finanziario talora si fanno sacrifici non da poco, dettati dalla passione e via dicendo. Donare a terzi ad un museo ............ finiranno subito in ignoti magazzini prima che decidano cosa farci e, una volta deciso non credo sia rimasto molto. quindi o alla prole o risotterro tutto felicemente e mi metto l'anima in pace1 punto
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Ciao! Ma quanto mi fanno impazzire quelle striature che sovente si vedono nei campi delle monete veneziane .... tracce delle "raspature" che gli operai facevano sui conii per lisciare le superfici. Moneta comunque apprezzabile. Complimenti. Saluti luciano1 punto
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E' vero: sarebbe stata una bellissima moneta... Bisogna dire, però, che chi ne ha preso il posto è - a mio avviso - ancora meglio.1 punto
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Beh visto che ci siamo... Giusto per arricchire la discussione e per donare qualche spunto eventuale in più, posto il mio esemplare per gli amici della sezione. Eros1 punto
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MEDAGLIE PAPALI - ASTE DICEMBRE 2017 La collezione di medaglie papali più interessante apparsa nelle aste nell'ultimo mese del decorso anno è stata proposta a mio parere da RANIERI con circa 150 lotti, ben distribuiti tra i vari pontefici, che spaziavano dalle medaglie di restituzione per i papi del tempo antico a quelle di Giovanni Paolo I. Nelle medaglie antiche vi erano molte coniazioni in argento. L'asta è stata partecipata: le aggiudicazioni sono avvenute in misura del 70% e le quotazioni finali sono state sostenute. Mi limito a rilevarne alcune a titolo indicativo: CLEMENTE X - Argento - Straordinaria anno IV - mm. 35 - Difesa religione SPL - € 750+diritti; ALESSANDRO VIII - Bronzo dorato "Suavitate" - SPL - € 225+diritti; CLEMENTE XI - Bronzo dorato - Cristo sotto la croce - SPL+ - € 400+diritti; CLEMENTE XI - Annuale anno VII- Colonna Antonina - Argento -- q.Spl/SPL - €1.000+diritti; CLEMENTE XIII - Annuale anno VII - Argento - Centauri Villa Adriana - SPL+ - € 1.700+diritti: Pio VII - Possesso - argento - q.FDC colpetti - € 850+diritti. Per le annuali in argento di Leone XII ho annotato alcune aggiudicazioni per € 275+diritti, per quelle di Pio VIII € 300+diritti, per quelle di Gregorio XVI € 275+diritti. Per Pio IX ricordo la lavanda in argento di Caserta - anno IV - q. FDC - aggiudicata per € 300+diritti; per Leone XIII la annuale anno XXV con mozzetta è stata venduta (conservazione q.FDC) per € 525+diritti. Interessante era anche l'asta on line di PAOLETTI con circa 160 lotti, che spaziavano dai papi antichi a Pio XII. La mancanza di un catalogo cartaceo ha forse un po' penalizzato la quantità di aggiudicazione, limitata al 45%. Sono stati poco richiesti i lotti riferiti alle medaglie più comuni; quelle più rare sono state contese con quotazioni finali decisamente superiori alla base.Segnalo: GIULIO II Cardinale - Porto Ostia - bronzo - fusione orig. - € 1.700+dirittti; CLEMENTE VII - Ego sum Ioseph... (€3.800+diritti per l'argento e € 380 per il bronzo); PIO V - Battaglia Lepanto - bronzo - € 350+diritti; INNOCENZO XI - Card. Portocarrero - argento - € 950+diritti; ALESSANDRO VIII - Lorenzo Giustiniani - argento - € 550+diritti; CLEMENTE XI - annuali anno XV e XVI - argento - € 800/750+diritti; CLEMENTE XIII - annuale anno IV - argento - € 800+diritti; PIO VII - Tempietto Bramante - bronzo - € 350+diritti. Nella medaglistica moderna sono risultati cedenti i prezzi finali per le medaglie in argento di Pio XI e PIO XII, con aggiudicazioni tuttavia dignitose per gli esemplari più rari (Pio XI - Museo etnologico argento SPL - € 320+diritti; Pio XI - Apertura porte basiliche da parte dei cardinali legati negli anni santi 1925 e 1933 - argento - € 450/600+diritti; Pio XII - Collegio americano argento - € 550+diritti). Rivolgendo sempre l'attenzione alle aste italiane, ricordo gli incanti on line di ARTEMIDE e NOMISMA. ARTEMIDE ha offerto una piccola selezione di medaglie piuttosto rare (circa 15 lotti), Le quotazioni base erano difensive e le aggiudicazioni sono avvenute in misura del 50%. Il massimo modulo in bronzo di Papa Pio IX per i nuovi macchinari della zecca è stato acquistato per € 1.500+diritti; la medaglia annuale di Leone XIII anno XXV in argento FDC ha recuperato la quotazione di € 1000 + diritti , come in tempi passati. Non è stata aggiudicata la medaglia in argento di Pio XII - Collegio Americano (base E 1.500). NOMISMA ha offerto on line 90 medaglie, abbastanza comuni, in argento e bronzo, con aggiudicazioni in misura del 40%. Per i prezzi rilevo: GREGORIO XVI - Fortezza Ancona - argento- SPL - € 200; LEONE XIII - Annuale anno X - argento - FDC - € 100+diritti. Medaglie annuali di PIO XII in bronzo sono state vendute parzialmente per € 30+diritti. Abbastanza ampia la vendita di annuali di Paolo VI per € 20/40+diritti per l'argento ed € 10/20 per il bronzo. La medaglia in argento di Giovanni Paolo II - Visita a Bologna - in argento - opus Grilli è stata acquistata per € 350+diritti. Nelle aste estere TEUTOBURGER ha proposto 290 lotti, con aggiudicazioni in misura del 75% (80% escludendo i lottti composti da vari esemplari, poco richiesti) Le medaglie antiche (riconiazioni ottocentesche) sono state di norma acquistate a circa € 90+diritti. Per la medaglistica ottocentesca sono risultate un po' cedenti le aggiudicazioni delle annuali in argento di Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII , mentre sono rimasti sostanzialmente invariati i prezzi dei corrispondenti esemplari in bronzo. Si sono registrati i prezzi consueti anche per le annuali in argento di Pio X e Benedetto XV e quotazioni sostenute per quelle di Pio XI. Buona è stata la richiesta per medaglie in bronzo di fine 1800 e inizio 1900 per sedi vacanti (Maresciallo del Conclave principe Chigi). ASTA GADOURY - Ha proposto circa 10 lotti di medaglie papali, tutti aggiudicati. Ricordo la medaglia moneta da £ 5 di Leone XIII in argento (aggiudicazione € 500+diritti) e la medaglia in argento di Pio IX (Pasqua) acquistata per € 440+diritti. ASTA KUNKER - Anche in questa asta era presente un limitato numero di medaglie papali, aggiudicate. Merita segnalazione una medaglia/decorazione di Pio IX (Benemerenza militare), in argento, acquistata per € 390 +diritti. In asta MDC ho notato due medaglie in oro, ambedue vendute (Pio IX - annuale anno III - Spl. € 4.800+diritti; Pio X - anno IV - FDC - € 5.800+diritti). Il giudizio di sintesi sul mercato, riferito all'intero anno, non è facile. In tanti lustri di collezionismo non ho mai visto una offerta quantitativamente comparabile con quella del 2017. La richiesta del collezionismo in qualche caso ha risposto con un po' di affanno e nella medaglistica moderna, con esemplari più ricorrenti, c'è stata e c'è un po' di incertezza. Per le medaglie più rare (e in particolare per quelle in argento ante 1800) la richiesta non è mai mancata e vi è stata sempre competizione. Vorrei anche aggiungere che, complessivamente, il mercato delle medaglie papali mi è parso molto più ampio e diffuso di quanto pensassi.1 punto
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