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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/15/18 in tutte le aree
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Buonasera, Era il 10 dicembre 2012 e Lanz metteva in vendita a Monaco la collezione di un importante diplomatico austriaco del secolo scorso, Robert Friedinger-Pranter (1894-7/12/1967) che con un lascito aveva donato la propria collezione alla Caritas 45 anni prima. Molte monete, e con molta storia, ma Lanz a quanto pare non pubblicò a catalogo i pedigree noti (ammesso li conoscesse o li avesse cercati naturalmente..). Al lotto 23 dell'asta Lanz 155 il nostro brutto anatroccolo aveva assunto le sembianze di uno statere o nomos o didramma (è stato definito in tutti e tre i modi) coniato a Thurii nella seconda metà del IV secolo a.C. ; i difetti purtroppo erano parecchi, la decenteatura del rovescio e l'usura generale dei conii ben visibile avevano decretato che nonostante l'offerta partisse da 240€ contro una stima di 400, restasse tristemente invenduto. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=553&category=12426&lot=573209 Ma l'esemplare percorse la strada che lo portò a rivelare la sua vera "anima storica" quando cinque anni dopo Classical Numismatic Group raccontò sotto forma di pedigree quelle vicende del suo passato. Il risultato fu che al lotto 25 dell'asta online 409, da una base di 180$/150€ contro la stima di 300$/250€ (che corrispondevano alla base da cui partiva da Lanz) il brutto anatroccolo volava fino a 1100$/920€, un bel più 500% sulla partenza, forse abbastanza per diventare un cigno numismatico. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=2272&lot=25 In sostanza questo è quanto venne alla luce: la moneta probabilmente fu acquistata da Friedinger-Pranter in un'asta di Ludwig Grabow tenutasi a Rostock il 27 luglio 1939, lotto 76. Mancavano 37 giorni allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Questo nomos proveniva inoltre da una importante vendita di Felix Schlessinger del 4 febbraio 1935, lotto 138, tenutasi in una Berlino che vedeva il ritorno della leva militare obbligatoria, l'avvento della Wehrmacht e della Luftwaffe. E l'ironia della Storia era quantomai singolare in quelle circostanze, poiché il conferente era nientemeno che l'URSS di Stalin, che aveva posto in vendita i doppi del museo dell'Hermitage di San Pietroburgo (le vendite furono diverse e si tennero nella prima metà degli anni '30 sostanzialmente). E qui si fermano le certezze, poiché la moneta potrebbe sia provenire dalle requisizioni operate dalle istituzioni sovietiche negli anni '20, sia essere già appartenuta alla raccolta del museo al tempo degli Zar quindi in un periodo di tempo che va dalla seconda metà del XVIII secolo alla Prima Guerra Mondiale. Che dire.. Non male per un invenduto brutto anatroccolo! Ma questa moneta potrebbe avere anche altro da tramandare. E qui chiedo un aiuto agli utenti del forum. Lanz nell'asta 155 aveva probabilmente notato che questo accoppiamento di conii non era molto comune e definiva la moneta rara, mentre Classical Numismatic Group si è astenuta dal fare menzione del possibile livello di rarità. Personalmente ho cercato di verificare tramite confronti con altre immagini la rarità di questi conii, e mentre il dritto sembra più comune il rovescio non mi è stato facile confrontarlo con altri esemplari, se non con due provenienti dal SNG Volume V Ashmolean (995-996), gli unici che ho potuto individuare con le sigle ΣΩ e ΦΙ al rovescio. Tuttavia mentre negli esemplari dell'Ashmolean sotto la linea di esergo al rovescio si vede un ippocampo (con coda da cetaceo) nell'esemplare ex museo dell'Hermitage sembrerebbe più un pesce (cernia per Lanz, tonno per Classical Numismatic Group). Potrebbe essere un difetto di coniazione invece? Ashmolean 995: Ashmolean 996: Non conosco, purtroppo, in maniera approfondita le serie di Thurii, mi piacerebbe però comprendere se oltre ad una grande Storia questo brutto anatroccolo non celasse anche una variante per nulla comune del rovescio. Sarebbe assai interessante se qualcuno potesse aggiungere altri elementi chiarificatori sia in merito alla storia della moneta che alle sue caratteristiche tecniche ed alla sua rarità. Io per il momento mi fermo, riflettendo su quanto sia fondamentale lo studio personale, fatto di montagne di dubbi da porsi e mari di risposte da darsi.4 punti
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Appunto.. e minore è la tiratura e ancora minore è il significato della commemorazione. Una moneta battuta in 10000 esemplari su una popolazione di 60 milioni di persone...che commemora? un bel nulla. Diventa una medaglietta ricordo. Vuoi fare una moneta per il 150 esimo unità d'Italia? beh, conia una moneta in almeno 20 milioni di esemplari..se no...chi ne verrà a conoscenza???3 punti
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Spulciando su internet ho trovato questo interessante lavoro: Early Byzantine copper coins. è il catalogo di una collezione di monete in bronzo bizantine emesse nel periodo tra la riforma monetaria di Anastasio I (491-518) e quella di Alessio I Comneno (1081-1118). La collezione descritta è stata costituita tra il 1982 e il 2015. Nella prefazione l'autore descrive le circostanze della formazione della collezione e il fascino di questa serie. C'è una lunga introduzione al catalogo stesso che include alcune osservazioni sulla raccolta e lo studio delle monete in bronzo bizantine, una guida alla comprensione delle voci del catalogo e una breve bibliografia. Ci sono 38 capitoli che classificano le monete per regno (ci sono due capitoli ciascuno sulla moneta di Giustiniano I e quella di Maurizio, e tre su quella di Eraclio) e per autorità di emissione. Due brevi capitoli descrivono le monete nella collezione battute dai regni germanici e dai sovrani omayyadi di Bilad al-Sham e del Nord Africa. Sul sito www.byzantine-ae.info è scaricabile in pdf. Personalmente mi sono fatto mandare una copia stampata, costo 50 € comprese ssp. È praticamente la stampa a colori del catalogo ma fa la sua figura.3 punti
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Grazie Italo, non mancheranno altre occasioni anche diverse, si inizia con un feriale passeremo poi a un sabato passando da aperitivi numismatici di conoscenza a conferenze divulgative per tutti , numismatiche ma anche storiche, della identità, delle tradizioni, insomma ce ne sarà per tutti, arriverà l'occasione giusta per tutti. Mercoledi dalle ore 19 alle 20, 30 al Bar Spadari al Cordusio incontro per tutti, progetti e spiegazione Associazione, vostre proposte, possibilità di iscriversi, e poi di tutto e di più io farò la mia parte con qualche libro importante e difficile da vedere e spiegare, vedremo altro insieme in un percorso per incuriosire e divulgare, arriverà poi una grande sorpresa per tutti i soci che non potranno esserci, ma tutto a suo tempo ...3 punti
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Buonasera a tutti i cari membri del gruppo. Voglio porgere alla vostra attenzione questa moneta. 60 grana 1733 Carlo VI in conservazione non usuale Non essendo la mia monetazione mi trovo molto in difficoltà. Qualche mese fa l'ho fatta già vedere a qualcuno del forum in privato ma ancora non ero sicuro se acquistarla. Diciamo che adesso che sono ad un passo dal prenderla, vorrei chiedervi quale secondo voi è il prezzo giusto di questa moneta, quale la sua effettiva rarità e la conservazione. Grazie a chi risponderà. P.S. So che non è mai bello parlare del vil denaro ma apprezzerei molto se vi esprimeste su quale possa essere il suo effettivo costo.2 punti
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Per non annoiarvi troppo con questa storia vi posso dire che quando mi ha detto che voleva 22 euro a pezzo ho pensato di non aver capito bene ma ho subito accettato senza ulteriori contrattazioni Quindi con meno di 200 euro ho preso i 9 pezzi troppo belli e ho lasciato ad altri quelli bruttini (anche perché il costo era uguale)2 punti
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Dipende dal contesto economico in cui e' stato tesaurizzato ,se il proprietario solo quello aveva da nascondere quello ha nascosto.esistono " tesori" di soli oggetti in ferro,evidentemente il proprietario non possedeva altro e comunque si trattava di oggetti appetibili. Piuttosto di niente e' meglio piuttosto...2 punti
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La medaglia andrebbe controllata direttamente. Il conio usato è quello originale e non vi sono segni di fratture. Io, di norma, mi affido a questo criterio oggettivo (coni non modificati e non logorati) per l'originalità. E con questo criterio si può fare una collezione bella e abbastanza sicura. In questo caso, però, la foto (ripeto la foto) non mi convince. Può darsi che la storia del conio sia particolare. E' un conio del Paladino. Si sa (indirettamente) che ad un certo momento conflusice tra i coni degli Hamerani, perchè è ricompreso nella vendita al Cardinal Mazio. Può darsi che dagli Hamerani sia stato poco usato e che per tale motivo fosse ancora integro in epoca tarda (e poi si sia rotto rapidamente). Ti dico un'ultima cosa. Se le medaglie papali antiche ti piacciono (sono oggetti d'arte) , comincia a collezionarle. Per la medaglistica antica il CORPUS del Modesti è una guida che facilita lo studio sulla epoca di emissione, segnalando la successione dei coni. Per una medaglia settecentesca, se il conio è originale e la conservazione è valida, non vi saranno certezze assolute, ma il mercato non fa grandi differenze e, fortunatamente per chi acquista, sta orientato verso il basso.2 punti
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Continuo a pensare che si debbano fare cose possibili, i cambiamenti ci sono, tutto e' in movimento, poi si potrà dire se nel bene o nel male, ma bisogna poi percorrere o tentare anche altre strade diverse, innovative, e dare fiducia ed essere vicini a nuovi soggetti che nascono e vogliono provarci e crescere in modo forse diverso ma sempre per la divulgazione e anche per gli autori numismatici. Oggi io vedo fermenti, tentativi, novità, Lamoneta può essere un grande attore della numismatica anche col cartaceo, ma vedo anche circoli attivi, un coordinamento tra loro che ha già dato dei frutti, vedo commercianti o case d'aste investire in cultura, vedo noi del Cordusio produrre contributi cartacei e poi digitali, per me il mix perfetto ; per una realtà appena partita siamo già a 2 Gazzettini e uno Speciale a colori cartacei fatti con Conferenze comprese, quindi diamo fiducia anche alle novità che nascono e vogliono crescere, io ci scommetto però poi ci vuole anche un cammino condiviso, di vicinanza, se no rimaniamo pure nell'immobilismo, nel veder cadere pezzi importanti e pensare che in fondo stare fermi su tutto possa anche giovare, mi auguro e spero che così non sia per chi vuole giocarsi la partita a 360 gradi ....per la numismatica, solo per quella ...2 punti
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Sempre superdettagliato e preciso! Spero che la dubbia affidabilità storica della legenda non tolga a @sghimbescion il piacere di avere una moneta (a questo punto più o meno) contemporanea all’arco di trionfo... Vale sempre il suggerimento a studiare il manuale di lettura delle legende e, ne approfitto per rilanciare, a seguire @Legio II Italica nei suoi post storici ( e non solo) che ti trasmetteranno tantissime informazioni ed un genuino amore per l’arte e la storia.2 punti
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nooo mario aperitivo bibliofilo, numismatico dimmi cosa porti?2 punti
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Questo l'ho fatto, non ho invece ben capito a cosa si riferisce @ilnumismatico quando dice di inglobare il post #38 nel #37, ad ogni modo i post #38 e #39 li ho solo nascosti, non cancellati, posso ripristinarli o modificarli in qualsiasi momento petronius2 punti
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Aggiungiamoci pure Lo Speciale interamente dedicato alla zecca di Milano, ma altro importante cartaceo arriverà ...siamo disponibili ad ascoltare su questi temi chiunque, certamente però bisogna anche chiedere e dialogare ...2 punti
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Beh nel frattempo la numismatica produce egualmente, vive e propone incontri, conferenze, e scrive tanto e come se scrive vedi il Gazxettino di Quelli del Cordusio.. Eros2 punti
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MR4 - EGYPT, Alexandria, Philip I (244-249 A.D.), Potin Tetradrachm, 13.43g., 23mm, Year 6 (=248/249 A.D.)2 punti
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I coni sono ancora quelli originali prima del rifacimento; tuttavia, dalla foto, il diritto (e anche il rovescio) della medaglia non sembrerebbero piatti, ma ricurvi. I vecchi coni erano poco compatibili con la pressione dei nuovi macchinari acquistati (tanto mi è stato riferito) e da ciò derivava questa "anomalia" dei riconi ottocenteschi. Anche la patina non ha il color cuoio del tardo seicento e delle coniazioni Hamerani del primo settecento.2 punti
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Meravigliosa... la mia aquilana ha una mancanza nell'angolo superiore sinistro poca cosa rispetto a quello che hanno vissuto, lo leggeremo di seguito. Per l'emissione delL'Aquila sembrerebbe tutto tranquillo, nessuna differenza con l'emissione romana, almeno stando a quanto scritto sulla Gazzetta ufficiale. Leggiamo che l'officina carte-valori viene trasferita da Roma a L'Aquila, i biglietti saranno modificati solo nella dicitura sul margine inferiore destro, e nell'ultima parte dell'articolo: "Nulla è innovato in ordine alle altre caratteristiche di detti biglietti che si intendono qui richiamate" I fatti furono ben diversi, le difficoltà enormi, le attrezzature danneggiate, fu il motivo di biglietti meno curati? Posso solo riportare quanto scritto sul sito della Banca d'Italia riguardo quegli eventi tragici e luttuosi: Durante la seconda guerra mondiale, l'allestimento di un nuovo stabilimento a L'Aquila consentì di mantenere comunque inalterata la produzione dei biglietti. L'attività proseguì, seppur molto più lentamente e tra notevoli difficoltà, anche dopo il bombardamento del dicembre 1943 che aveva praticamente distrutto quasi tutte le attrezzature e causato 19 vittime, di cui sedici donne. Mentre nello stabilimento de L'Aquila si stampavano i biglietti dell'ultima serie e le banconote che potevano circolare solo nell'Africa Orientale italiana e in Albania, nelle officine carte valori dell'Istituto Poligrafico dello Stato, che disponeva allora di un macchinario inadeguato, si producevano esclusivamente i biglietti della Banca d'Italia di vecchio tipo, disegnati dal Barbetti. Dall'ottobre del 1943, l'Istituto Poligrafico dello Stato sospese ogni attività, dal momento che alcune delle sue macchine litografiche Roland e altri materiali da stampa erano stati portati dall'esercito tedesco all'Istituto geografico militare di Firenze. Lo stabilimento romano del Poligrafico riprese a funzionare solo nel novembre del 1944, dopo la liberazione della città da parte delle truppe alleate e il recupero dei macchinari sottratti. A seguito delle pressioni esercitate dal Governo della Repubblica Sociale, sempre nell'ottobre del 1943, parte degli uffici dell'Amministrazione centrale della Banca si erano trasferiti a Moltrasio, sul lago di Como. La produzione monetaria venne affidata a stabilimenti privati, sotto il controllo dell'Istituto Poligrafico e di rappresentanti del Provveditorato generale dello Stato e della Banca d'Italia.2 punti
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Penso sia Filippo l'Arabo con legenda A K M IOV [ΦIΛIΠ]ΠOC EVCE Ecco un esempio: https://www.acsearch.info/search.html?id=34622432 punti
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Sull'incisore Girolamo Paladino non vi sono notizie precise. E' certa una sua attività a Roma nella seconda metà del secolo XVII. Un documento ne parla come "sigillaro" presso la Corte Pontificia. Per la medaglistica papale è noto per una serie di "medaglie di restituzione" di papi da Martino V a Pio V , composta da circa 40 medaglie, incise durante il pontificato di Alessandro VII per iniziativa o con l'incoraggiamento del Cardinale Francesco Barberini. Si tratta di una serie di restituzione, che si caratterizza per soggetti del rovescio legati a specifici eventi ed abbastanza originali. I coni del Paladino, dopo la sua morte in età ancora giovane (si parla del 1689), furono acquistati dagli Hamerani e da essi utilizzati per la loro attività di commercio di medaglie; nel 1823 furono trasferiti alla Santa Sede (acquisto del Cardinal Mazio) con relativi riconi ottocenteschi. La medaglia in foto proviene dai coni originali, ma la concavità ne colloca la realizzazione in epoca ottocentesca. Durante le riconiazioni Mazio i coni (sia per il diritto che per il rovescio ), per usura, furono rifatti con leggere ma evidenti differenze. La scena della caccia al cinghiale allude alla intensa attività del Pontefice contro le ere2 punti
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E' un semplice elenco (per quello non lo ricomprerei)... Ha solo, di interessante, il confronto tra il 500 Lire 1957 "Caravelle" (prova) e quello per la circolazione in argento e lo studio sui 10 Lire "pegaso".1 punto
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Di Adolfo Modesti ho i due volumi sulle medaglie annuali pontificie. Belli e interessanti. Ma anche da questi mi sovvengono alcuni dubbi, come ad esempio quelli sulle coniazioni in rame. Non sono praticamente mai riportate e non si capisce quando, a parte i riconi di Francesco Mazio (era il direttore della Zecca di Roma tra l'ultimo decennio del XVIII secolo e il 1830 e l'operazione in questione fu di recupero conservativo ma anche prettamente commerciale), queste furono prodotte.1 punto
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Raccogliere medaglie, o anche altri cimeli, è cosa che può dare soddisfazioni notevoli anche se non si hanno a disposizione grosse cifre da spendere. La Medaglistica, come la Numismatica, è un campo sterminato per cui sarebbe consigliabile predeterminare un tema specifico in modo da non disperdere i propri sforzi raccogliendo un po' di tutto, alla rinfusa. Né bisogna lasciarsi prendere dalla smania della completezza : anche una ventina di medaglie costituiscono una raccolta degna di attenzione, che può essere lentamente incrementata col tempo. Le medaglie attinenti agli Alpine sono tante, come pure i fregi che contraddistinguono le loro varie Unità, molte delle quali oggi soppresse : basterebbe anche solo questo tema a giustificare una collezione specializzata, con dei confini precisi, ed ogni pezzo trovato in qualche mostra, in un'asta, da un commerciante andrebbero ad implementare una raccolta che aumenterebbe col tempo, anche nel suo valore ove un domani uno volesse cederla. Questo almeno è il mio parere : ad un neofita della materia in una fase iniziale è quasi scontato che le Medaglie possano piacere così, un pò tutte, in generale : ma la materia è vastissima e personalmente credo sia preferibile impostare una collezione più specifica, settoriale. Liberissimo poi ognuno di collezionare semplicemente ciò che crede, ciò che gli piace ! Ciao Bepi. @bepi1 punto
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Boo...io sarò stato fortunato e avrò imbroccato l'anno giusto, ma ho trovato utile combinare Gigante 2015 e Montenegro 2015... Il Montenegro rispetto al Gigante: 1°parte prima con il Regno di Sardegna (con Vittorio Amedeo II, Carlo Emanuele III primo e secondo periodo e Vittorio Amedeo III) 2° c'è una parte dedicata alla medaglie della C.R.I. e una sulla monetazione eseguita dalla zecca italiana per l'Albania; 3° per la Lombardia c'è una sezione su Maria Teresa Imperatrice, una sul Ducato di Mantova con Maria Teresa d'Asburgo e una sulla Repubblica Italiana (1802-1805); 4° per l'Emilia c'è il Ducato di Modena, Reggio e Mirandola, una paginetta sulla Repubblica Cispadana e c'è anche il Ducato di Parma Piacenza e Guastalla con Ferdinando di Borbone; 5° per la Toscana c'è il Ducato di Massa. 6° ha una sezione dedicata alle medaglie papali annuali (almeno quello del 2015) oltre a proporre una scala diversa per valutare la conservazione delle monete... 7° tratta molte più varianti (o presunte tali) Quindi io ci ho trovato un bel po' di informazioni di cultura generale sulle monete che il Gigante non riporta oltre ad essermi fatto la mia personale opinione su questi due testi. Io personalmente continuo a reputare migliore il Gigante e basta vedere quale dei due è più distrutto per capirlo, ma qualche spunto interessante e qualche nota in più io l'ho trovata nel Montenegro e quindi acquistandolo non ho buttato 20 euro. Proprio perché il nostro amico (se non ho capito male) non li ha mai acquistati, prendendoli entrambi non farebbe una cosa sbagliata anzi si farebbe la sua idea, ma questa è la mia opinione basata sulla mia esperienza. Questo in generale se poi ci volgiamo concentrare sulle varianti della Repubblica Italiana l'Attardi è il più indicato. Saluti.1 punto
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io vado contro corrente, il "busto " è ufficiale RIC 266k Antoninianus Obv: DIVOCLAVDIO - Radiate head right. Rev: CONSECRATIO - Eagle standing left.1 punto
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Ben trovato, io comunque pur rimanendo su monete auree di borsa opterei per dei Marenghi del Regno d'Italia anziché sulle sterline...suvvia un po' di sano nazionalismo non credo che guasti... o no??? Sinceramente, Massimo.1 punto
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Carlo V (o Carlos I, secondo il numerale ispanico)? Lo stemma potrebbe essere il suo, sebbene la presenza dello scudetto di Portogallo nel secondo granquarto potrebbe far pensare a suo figlio. Intrigante la raffigurazione anepigrafe al "rovescio": una corona chiusa (quindi segno dell'autorità regale-imperiale), radiosa (a conferma del prestigio della carica), e circondata da sei occhi e sei orecchie (come a dire che il potere sovrano sente e vede tutto? ---> una sorta di Grande fratello rinascimentale!).1 punto
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Questo è Napoli giusto ? ... al rovescio con 9 petali....ma non ha foro centrale.1 punto
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Caro Giamba, tu mi insegni che prima libri e poi Monete e comunque sempre insieme, li vedrai, anzi li vedrete sul nostro canale di You tube, vedremo di rendere partecipi tutti con un breve filmato. Ci sarà qualcosa di rappresentativo e che possa orientare gli amici di questi anni, ma un anche po' di profumo di storia, di pagine vecchie che si sfogliano vorrei portarlo , magari inizierei questa volta con " La moneta " del Martinori e " Il Monetario del Commercio " di Luigi Mazzuchelli, quando le monete erano disegnate e non fotografate, d'altronde siamo nel 1846 ...cerchiamo di divulgare anche libri e non mancheranno altri altrettanti prestigiosi in futuro ....1 punto
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Non e un diffeto di coniazione. Credo che sia una cernia. Potrebbe corrispondere a "fish with a deep body" riferito in HN Italy 1820. Allego foto di una moneta dagli stessi conii (asta Munzhandlung Basel 8, 1937, lotto 79 - si riferisce a Syll. Lloyd. 491 per lo stesso simbolo). https://www.acsearch.info/search.html?id=29198681 punto
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Come vi avevo anticipato, e come oramai tutti sappiamo, il rovescio sembra completamente diverso dal napoletano, simbolo compreso e questo potrebbe avvolarore un mio pensiero. quindi, simbolo diverso, sicuramente, mano diversa. Avevo spostato l'attenzione sul dritto della moneta romana e cercare qualche raffronto tra i due ritratti dei romani (con sigle e senza sigle), per cercare di capire se tra loro vi fosse differenza nell'effige di Francesco. Bisognerebbe fare almeno tutte queste verifiche, e pensare tutte le variabili possibili, prima di arrivare più o meno ad una ipotesi valida. Ho una linea percorribile, vediamo se riusciamo a venirne a capo. Ma escludo davvero la possibilità che tutti i romani hanno le L.A. e/o che sono sparite con l'invecchiamento....impossibile. Un grazie a tutti i partecipanti...e a coloro i quali vorrano aggiungere qualche loro opinione.1 punto
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Ho spedito anche il mio in questo momento Auguro un buon pranzo a tutti1 punto
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Scusate, ma non ho capito quale post dovrei modificare e come, potete darmi il numero? petronius1 punto
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Una Domenica trascorsa all'insegna di nuovi amici che hanno assaporato il clima che si respira in quel del Cordusio, molti venuti da fuori, come i cari amici Novaresi, altri amici che non vedevano da tempo e si sono aggiunti al folto gruppo che caratterizzavano le vie di una Domenica molto fredda, ma sempre entusiasmante per contenuti e spirito di gruppo. Abbiamo potuto raccogliere anche diversi consensi per l'Aperitivo Numismatico che si terrà al bar Spadari a due passi dal Cordusio, praticamente accanto, Mercoledì alle ore 19.00 in poi, un primo momento aggregativo beneaugurante per un ricco calendario che ci vedrà protagonisti di diversi appuntamenti aperti a tutti i soci e non solo. Sono momenti itineranti che ci vedranno presenti in diverse realtà Milanesi, e dove potremo proporci insieme per iniziative che ci rispecchino di più. e per finalmente provare a fare gruppo in modo spensierato parlando non solo di numismatica... P.S. la nave continua la sua rotta, un vascello ricco di buoni propositi con a bordo la gioia di esserci... Eros1 punto
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Hadipuska significa fucile. Sulla pagina segnalata c’è la possibilità di traduzione automatica con questo risultato: 1931 'ROYAL ARMY UNGHERESE DI SZOMBATHELY 3. BRIGATA MISTA - È STATA FONDATA DA TENENTE GENERALE STEPHEN KNIGHT SHVOY' BR MEDAGLIA D'ARGENTO. SEGNO: KÁROLY SZABÓ (40MM) T: 2- NOME: 1931 'Royal Army ungherese di Szombathely 3. Brigata Mista - è stata fondata da tenente generale Stephen Knight Shvoy' Br medaglia d'argento. Segno: Károly Szabó (40mm) T: 2- DESCRIZIONE DEL LAVORO: Descrizione delle opere - 1931. "Royal Miracle Brigade del Royal Szombathely ungherese - fondato dalla contessa István Shvoy, tenente generale," medaglia d'argento Br memorial. Segno: Károly Szabó (40mm) T: 2- Codice articolo - DAR227-311821 punto
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Hai perfettamente centrato la moneta. Si tratta di un 10 soldi del doge Alvise Pisani 1735/1741. La particolarità sta nella data. Il doge precedente Carlo Ruzzini moriva il 5 gennaio 1735. Ed allora perchè 1734. Forse data more veneto? La tua moneta mi permette di far notare che la Serenissima aveva un proprio calendario. Il termine more veneto (abbreviato in m.v.) indica la presentazione di una data secondo il calendario vigente nell'antica Repubblica di Venezia, che in precedenza era vigente anche nell'Impero Romano ed era da sempre usato dai Veneti. Il ciclo dell'anno (il capodanno) ha inizio il 1º marzo, di cui ci resta testimonianza nei nomi dei mesi di settembre (settimo mese a partire da marzo ), ottobre (ottavo mese a partire da marzo), novembre (nono mese dell'anno) e dicembre (decimo mese), seguiti dai mesi di rinnovamento e morte. L'introduzione del calendario gregoriano nel Veneto, quindi, non stravolse l'uso ufficiale della Repubblica Veneta, per cui per secoli indicando "more veneto" nei mesi di gennaio e febbraio si indicavano in pratica i mesi dell'anno successivo gregoriano (esempio: gennaio 1571 "more veneto" era il gennaio 1572 gregoriano).1 punto
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Un piacere per gli occhi.. il bordo si sa che è di seconda classe con frequenti mancanze di metallo1 punto
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peccato era un'occasione per passare una serata insieme. noi non siamo chiusi possiamo organizzare lo stesso.1 punto
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Io non ne sarei capace, ma con tanti programmi per computer oggi esistenti, non c'è nè uno che sia in grado di sovrapporre le immagini e segnalare immediatamente le differenze? L'occhio umano è fenomenale ma fino ad un certo punto.....1 punto
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Beh, però quando se ne va un Direttore (e non penso proprio che Roberto sia andato via "dalla sera alla mattina"), una Testata intenzionata a continuare le pubblicazioni si organizza per tempo per l'avvicendamento del Direttore. Mi pare abbastanza anomalo che si lasci andar via il Direttore senza avere pronto immediatamente il sostituto. Sempre, ovviamente, che l'intenzione dell'Editore sia quella di proseguire il lavoro. Le valutazioni sull'opportunità di continuarlo suppongo le abbiano già fatte. O aspettavano che Roberto se ne andasse per valutare la situazione? Mi sembra, "aziendalmente" poco verosimile che l'Editore si metta solo adesso a fare le valutare di convenienza. Fra l'altro, lasciare in stand-by il Portale, senza dare alcuna comunicazione ai Lettori, è abbastanza anomalo. Tutto ciò non mi fa ben sperare. M.1 punto
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Ciao. Non mi pare che si debba arrivare alla sparizione della rete per perdere un contenuto esistente su di essa. Spesso è' sufficiente che non sia più raggiungibile un sito dove quel contenuto era stato caricato, per non poterlo più recuperare. Faccio un esempio attinente all'oggetto della presente discussione. Il GdN, a quanto pare, sembra destinato alla chiusura. Cosa rimarrà di tutti i contributi che sono stati caricati sul quel Portale? Sei sicuro che, fra tre, cinque, dieci anni, sarà possibile continuare a visualizzarli, accedendo ad un sito che potrebbe anche non essere più attivo? Non Ti è mai capitato di ricercare un contenuto che avevi visto su internet ed ottenere come risultato che la pagina ricercata non era più disponibile o raggiungibile o qualcosa del genere? A me è capitato spesso. "Quanto riguarda la citazione, scritta o virtuale che sia, dovrebbe essere sempre fatta, e non c'è u.r.l. che tenga." Forse non mi sono spiegato. Non è che intendevo sostenere che non si dovesse citare l'url al quale si trova la fonte citata. Intendevo dire che se quel url non è più raggiungibile, la citazione che si opera porterà ad una "pagina non disponibile". Quindi una bibliografia indicante solo indirizzi url, già dopo solo pochi anni potrebbe restituire, per assurdo (ma neanche tanto per assurdo) tutta una serie di "pagine non disponibili". "Ad ogni modo, ognuno ha la sua scuola di pensiero e va rispettata, d'altra parte ti confesso che mi spiace che si preferisca a discapito di ciò, conservare le proprie parole in un cassetto. Riportarle su di un prodotto cartaceo o virtuale, sarebbe a mio modo di vedere, utile alla condivisione ed alla propagazione di ciò che ci appassiona, per il futuro appassionato. Chissà che magari questo nostro foglio nel cassetto non possa essere un prodotto convincente per qualche altro potenziale appassionato, nel breve o nel medio-lungo termine. Davide" Personalmente concordo con il principio della condivisione, ma solo quando tale condivisione avviene sulla base di contributi paritari, nel senso che la rete ha abituato molti a trovare senza alcuno sforzo contributi che a qualcuno sono invece costati sudore, studio e fatica, mentre a qualcun'altro non sono costati nulla. Questa, per me non è sana "condivisione", ma sfruttamento del lavoro altrui. Se poi, a tutto questo, aggiungiamo la possibilità che con i contribuiti in rete alcuni furbetti possano persino appropriarsi del lavoro altrui, facendoli propri e quindi senza che neppure chi si è fatto il mazzo possa vedersi riconosciuto il proprio lavoro, mi pare che una certa idea, anche nobile, di "condivisione" dei contenuti, mascheri (almeno da parte di alcuni) un intento di pura speculazione economica (ma anche solo culturale) alle spalle di qualche "mulo da soma" in buona fede e animato da nobili intenti. La carta ha l'innegabile vantaggio della conservazione permanente e dell'attribuzione univoca dei contenuti a chi li ha realizzati. Dopodiché, assolve anche all'ulteriore importantissima funzione della "condivisione", che potrà essere indubbiamente facilitata dalla messa online di quei contenuti, che però, prima. è opportuno che siano cartacei. M.1 punto
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Ottima iniziativa. Quanti ricordi e quanti caffe' presi in quel bar la domenica mattina. Mi piacerebbe proprio esserci anche se durante la settimana purtroppo non riesco a venire a Milano. Una vera occasione per incontrare tanti appassionati di monete e i soci del Gruppo. Da non mancare .... Italo1 punto
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localizzata : Stoter di Zealand dell'anno 1595, coniato a Middelburg . Guarda questi link: Questo è da Westfriesland: https://nl.wikipedia.org/wiki/Stoter Est della Zelanda: https://www.kamerbeek-antiek.nl/Product/Stoter_zeeland_1595/1 punto
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Le monete "postume" intese come monete di Consecratio o con la legenda Divus erano emesse dal successore all' Impero l' anno stesso della morte o al massimo entro l' anno successivo alla morte dell' Imperatore precedente . Ma quanto scritto non era una regola , infatti molti Imperatori postumi emisero monete commemorative dedicate ad Imperatori vissuti anche vari decenni prima ed anche di secoli precedenti , vedi ad esempio Augusto , tanto per nominarne uno , che fu commemorato da Tiberio , da Caligola , da Tito , da Nerva ed anche da Traiano Decio quasi 250 anni dopo la morte ; Traiano Decio oltre che commemrare Augusto , emise monete chiamate di "restituzione" con legenda Divus dedicate ad altri Imperatori dei secoli precedenti , come ad esempio Tito , Antonino Pio , ecc.1 punto
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Nel catalogo viene riportata per l'anno 1750 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D2910/221 punto
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Sperando di fare cosa gradita e soprattutto utile a chi dovesse imbattersi in queste monetazioni allego le scansioni delle tavole del Villaronga relative ai caratteri degli alfabeti iberici utilizzati normalmente nelle legende monetali. Da tenere comunque presente che talvolta (ed é il caso di alcune emissioni di Castulo, ma non di quelle di Kelse) la legenda é retrograda.1 punto
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