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  1. Circa 25 km a S/E di Roma, sul punto più elevato del cratere esterno del Vulcano Laziale, a 682 m di altezza sul livello del mare, sorge l’antico abitato di Tusculum. Protetto da pendii inaccessibili che lo cingono su tre lati, il sito è raggiungibile dal solo versante occidentale, percorrendo - tra felci e ceppaie di castagni - una via lastricata, detta dei Sepolcri. Dal pianoro roccioso che, per una superficie di circa 5 ha, accoglieva il municipium romano, era possibile tenere sotto controllo buona parte della Valle Latina e del litorale laziale: l’importanza strategica e difensiva di tale sito fu chiara fin dall’antichità, quando la tradizione annalistica lo dipinse come un baluardo inespugnabile, protetto da possenti mura urbiche. Con l’ascesa politica dei conti di Tuscolo, a partire dai primi anni dell’XI secolo, l’impianto urbanistico antico venne obliterato dalla civitas medievale, che tuttavia mantenne pressoché inalterato l’originario sistema difensivo. Divenuta roccaforte del casato comitale, la città rivestì un ruolo di notevole importanza economica e politica, non soltanto per il Lazio, ma per l’intera Italia centrale: un prestigio che alimentò la rivalità con la vicina capitale e portò a un insanabile conflitto. Nell’estate del 1143 Roma si ribellò contro l’autorità papale e, con la Renovatio Senatus del 21 ottobre 1144, si costituì Libero Comune: tra le direttive del nuovo corso politico c’era la ferma volontà di ricondurre nell’orbita senatoriale le comunità limitrofe, per lo più rimaste fedeli al Pontefice. Nel 1149 il papa Eugenio III (1145-1153), cacciato da Roma, si rifugiò a Tusculum per oltre sette mesi; due anni più tardi, i principi Colonna gli cedettero le loro quote di proprietà sulla città e sulla rocca. Adriano IV (1154-1159) concesse la propria metà della città a Gionata dei conti di Tuscolo, quale feudo vitalizio, in cambio di un giuramento di fedeltà. La concessione avvenne il 9 luglio 1155, alla presenza dell’imperatore Federico Barbarossa (1155-1190), giunto a Tusculum insieme al pontefice, nei giorni immediatamente successivi alla propria incoronazione imperiale, svoltasi a Roma il precedente 29 giugno. Le ostilità fra Romani e Tuscolani si acuirono nel maggio del 1167, forse a causa del mancato pagamento di un tributo imposto dal Senato; i Romani, nonostante il veto posto dal papa Alessandro III, devastarono i raccolti intorno alla città e ne assaltarono le mura. Il conte Rainone, succeduto al fratello Gionata nella guida di Tusculum, chiese aiuto al Barbarossa, il quale inviò in soccorso un esercito guidato dal cancelliere Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia (1159-1167). L’azione militare si rivelò rovinosa e le truppe imperiali furono costrette a rifugiarsi nella rocca: soltanto l’intervento di un secondo contingente, guidato dall’arcivescovo Cristiano di Magonza (1167-1183), riuscì a capovolgere la situazione. I Romani vennero affrontati e sconfitti il 29 maggio 1167, nella piana di Prataporci, ai piedi dell’attuale Monte Porzio Catone. Nel 1170 i Tuscolani, nuovamente minacciati dal Senato, fecero atto di volontaria sottomissione al pontefice, trasferendogli la piena autorità sulla civitas. Alessandro III, dall’ottobre del 1170 al gennaio del 1173, a causa degli insanabili contrasti con il Senato, trasferì la Curia nella rocca tuscolana. Durante i ventisei mesi della sua permanenza in città, cercò di appianare le ostilità con i Romani, arrivando ad accettare nel 1172 il parziale ridimensionamento – ad extimatam mensuram – dell’impianto murario, fatte salve le fortificazioni della rocca: il patto, giurato da ottocento cittadini romani, venne puntualmente disatteso nel novembre dello stesso anno, con la distruzione a fundamentis di tutte le difese cittadine. Il pontefice, nell’impossibilità di risiedere stabilmente a Roma, tornò nuovamente a Tusculum nel marzo del 1178 e dall’agosto dello stesso anno al febbraio del 1179, poi ancora dal giugno del 1180 a quello dell’anno successivo. Alessandro III morì il 30 agosto 1181 presso Civita Castellana; gli succedette l’anziano cistercense Lucio III (1181-1185) che, pur animato dalla ferma volontà di ripristinare l’autorità petrina su Roma, non riuscì a insediarsi in città. Il Senato, approfittando dei dissidi tra il nuovo papa e l’imperatore, tornò ad accampare pretese su Tusculum: non si trattava di conquistare o saccheggiare l’odiata civitas confinante, ma di annientarla. Gli abitanti della città, all’inizio dell’estate del 1183, iniziarono a scavare fossati e a ricostruire le mura, fornendo involontariamente il pretesto ai Romani per intervenire: il 28 giugno iniziò un serrato assedio che costrinse i Tuscolani a rifugiarsi nella rocca, dove tenacemente resistettero, sebbene stremati dalla mancanza d’acqua e dal propagarsi delle epidemie. Lucio III, asserragliato a Segni, sollecitò l’intervento imperiale, che si concretizzò con l’invio di un esercito guidato dall’arcivescovo Cristiano di Magonza (1167-1183). La calata del vicario imperiale, sebbene tempestiva, non servì a molto, giacché l’esercito romano, memore della sconfitta subita a Prataporci, aveva sbrigativamente tolto l’assedio alla città. L’arcivescovo guerriero, stanziatosi a Tusculum con il proprio contingente, iniziò a minacciare Roma con una serie di veloci incursioni, ma il 23 agosto 1183, fiaccato dalle febbri malariche, morì e trovò sepoltura nella città che stava difendendo. Venuto meno il sostegno di quello che il pontefice, in una lettera indirizzata al clero tedesco, ebbe a definire vir valde providus et magnificus, i Romani si sentirono incoraggiati a riprendere le ostilità e, nell’aprile del 1184, sferrarono una nuova offensiva. A nulla valse l’intervento del legato imperiale Bertoldo di Kunigsberg, inviato nell’autunno dello stesso anno pro defensione Tuscolanae et ad recolligendam roccam de Papa, dal momento che questi venne costretto ad abbandonare la campagna romana dopo pochi e infruttuosi mesi d’assedio. Il 31 maggio 1188, papa Clemente III (1187-1191), asceso al soglio pontificio il 19 dicembre dell’anno precedente, ratificò un concordato con il Senato: tra le clausole che i Romani avevano imposto nel corso delle trattative perché si giungesse a un compromesso c’era l’abbattimento di tutte le fortificazioni tuscolane e il divieto perpetuo di ricostruirle. Il pontefice aveva acconsentito, garantendol proprio sostegno e minacciando la scomunica di quanti si fossero opposti. Tusculum resistette per tre anni alle ingerenze del Comune e della Curia, fino a quando Enrico VI di Svevia (1191-1197), su istigazione del Senato che gli assicurava di far pressione sul nuovo pontefice Celestino III (1191-1198), affinché lo incoronasse imperatore, nell’aprile del 1191 ritirò il presidio di stanza in città, lasciandola nelle mani dei Romani. Il 17 aprile 1191 Tusculum, saccheggiata, ridotta un cumolo di macerie e abbandonata dai pochi cittadini superstiti, cessò per sempre di esistere. La devastazione fu tale che si perse memoria dell’originaria ubicazione dell’abitato: neppure gli eruditi del Cinquecento, mossi dal rinato interesse per le antichità classiche, riuscirono a rintracciarne il luogo esatto. La corretta localizzazione venne raggiunta soltanto all’inizio del XIX secolo, quando gli scavatori al servizio del principe Luciano Bonaparte scoprirono casualmente i resti del teatro romano. Nel corso del secolo scorso l’interesse degli archeologi per il sito diminuì drasticamente, fino quasi a scomparire. Le ricerche ripresero soltanto tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, grazie ai rilievi topografici di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, che riportarono Tusculum all’attenzione della comunità scientifica nazionale. A partire dal 1994 l’Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma-CSIC, in accordo con la locale Soprintendenza e l’XI Comunità Montana del Lazio, ha intrapreso lo studio sistematico dell’area, articolato finora in venti campagne di scavo. Le indagini, inizialmente incentrate sull’abitato di epoca romana, nel 2012 vennero estese alle fasi di vita post-classiche, con particolare attenzione per l’età medievale; pertanto vennero aperti una serie di sondaggi lungo il circuito murario, individuando e indagando le sezioni di maggiore interesse.
    5 punti
  2. Buonasera a tutti, condivido con voi le monete in rame che ho in collezione del 1792 per Ferdinando IV comprese le poche varianti che sono riuscito a reperire in questi anni. Inizio con la foto di tutti i pezzi e poi con la Pubblica a seguire fino al piccolo 3 Cavalli, descrivendone le particolarita' . Chiedo a chi avesse in collezione nominali in rame del 1792 di postarli per un confronto dei conii. Ringrazio quelli che vorranno dare un contributo alla discussione e Augurando a tutti un Felice e Fortunato Anno nuovo.
    3 punti
  3. Salve, stasera sottopongo alla vostra attenzione questa piastra di Ferdinando iv capelli lisci . Ha rilievi molto bassi sullo stemma e sui capelli, ma buoni sulle scritte. Gradirei i vostri pareri, grazie.
    3 punti
  4. Raccontare può essere la chiave di lettura di questo evento, raccontare Milano, la sua zecca, le sue monete, i periodi storici da ricordare, le monete simbolo, le imprese, ma anche figure di riferimento, questo sarà Res Nummariae Mediolanenses, un filo conduttore comune, un racconto in diretta per chi sarà al De La Ville, un piacere avervi tra noi quel giorno, potervi incontrare, per chi e' socio il poter ricevere subito gli Atti a colori in edizione limitata e numerata, il poter dare la possibilità in streaming di essere comunque presente anche da lontano, il poter dare a Milano un ulteriore momento culturale e numismatico. Certamente impegno totale e assoluto per la nostra Associazione che vuole rivolgersi a tutti con questo evento che sta impegnando molti, sarà un po' una prima...ma poi arriveranno la seconda, la terza...i soci avranno modo di poter partecipare a eventi in futuro esclusivi e fatti ad hoc per loro ed ad avere prodotti cartacei dedicati sempre a loro ...vediamo di essere una voce innovativa e di riuscire a portare un po' di entusiasmo in chi ancora non conosce la numismatica ...
    3 punti
  5. Da come lo descrivi, non pare essere mancanza di informazione, ma semplice scorrettezza commerciale. Una lucidatura o una spazzolatura, come un bordo ripreso, o la rimozione di un appiccagnolo, piuttosto che un foro otturato vanno sempre dichiarati in perizia, quando rilevati. Altro paio di maniche é poi il mettersi d'accordo sul protocollo di espressione del grading da utilizzare in questi casi... (...) Esempio: moneta SPL (perchè) leggermente spazzolata, o moneta leggermente spazzolata (altrimenti) FDC . Io uso il primo metodo, altri l'altro. E per il collezionista/acquirente diventa difficile se non impossibile orientarsi, soprattutto per acquisti a distanza. Una delle "forze" degli slabbers é appunto il tentativo di unificazione generale di espressione della conservazione, cosa che in Italia non é stato possibile fare nonostante le richieste esercitate negli utlimi anni, per via di interessi ed egoismi personali e, a mio avviso, molta miopia commerciale.
    3 punti
  6. Localita' stupenda , io sono diversi anni che non salgo al Tuscolo dopo varie volte , anche se non interessa la Storia e l' Archeologia , invito tutti gli utenti che vivono a Roma e nelle localita' limitrofe a Tuscolo a recarvisi , se non altro per il meraviglioso panorama che dalla rocca si ammira , immersi nel silenzio , nel verde piu' intenso e negli odori di mille varieta' di fiori e piante ; specialmente in primavera che forse e' il periodo migliore di visitare l' antichissima Citta' la cui mitica origine risale a Telegono figlio di Ulisse , ma che in realta' dal nome arcaico dovrebbe essere stato un caposaldo etrusco . Purtroppo i ruderi diepoca romana , che non sono pochi , dalla mia ultima visita erano un po' abbandonati a se stessi , protetti solo da una rete metallica che sarebbe insufficente a proteggerli dai male intenzionati . Uno dei piu' famosi tuscolani fu Ottavio Mamilio , Principe e militare latino nativo di Tusculum , del VI secolo a.C.
    3 punti
  7. Veramente complimenti per questa iniziativa - e non è la sola - dell'Associazione cordusiana, e in particolare al suo presidente e amico Mario Limido, motore instancabile di attività numismatiche. Leggendo la locandina mi ha sfiorato un pensiero fugace: che la Lombardia possa fungere da traino nazionale anche per la numismatica ? Questa non vuol essere una riflessione presuntuosa, ma il frutto della constatazione orgogliosa che qualcosa si sta muovendo, e che sarebbe nostro desiderio che alla locomotiva si accodassero molti vagoni, di un treno che arrivi fino a Napoli, Palermo, Cagliari ecc. ecc. Detto ciò, sarei felice di poter essere a Milano per questa mezza giornata, chissà che una volta tanto ci riesca !
    2 punti
  8. Con questo 3 Cavalli concludo la mia serie in rame del 1792 ....manca ancora il rarissimo Grano SICILAR, ma prima o poi lo porto a "casa". Spero di avervi fatto cosa gradita, un saluto a tutti.
    2 punti
  9. Il volume è segnalato anche su Panorama Numismatico: https://www.panorama-numismatico.com/i-quattrini-dei-reali-presidi-di-toscana/#more-9892
    2 punti
  10. Il secondo Grano 1792 D- FERDINAN. IV SICILIAR. REX Sotto P. R- VN / GRANO / CAVALLI A. 12 P. sotto 1792 leggermente incurvato verso il basso. Questo conio presenta (a differenza dei due sopra postati) il fiocco a legare la corona. Contorno a treccia.
    2 punti
  11. 2 punti
  12. Buonasera Descrivi con una parola la tua collezione.
    1 punto
  13. Emotiva (non emozionante)
    1 punto
  14. Intendevo proprio questo.....in forma un pò diplomatica
    1 punto
  15. Azzardo...tornese filippo Ii
    1 punto
  16. Ribattuto? Saluti Eliodoro
    1 punto
  17. Ciao , il Lazio antico o Latium Vetus era , ma lo e' tutt' ora , terra di tanti luoghi antichissimi antecedenti Roma , non per nulla era la terra di Saturno il quale vi fondo' diverse citta' . Come ti ha detto Theodor , a Frascati si mangia bene ovunque , ma ti consiglierei nelle Hosterie , dove seduti su panche e tavoli di legno , tipo epoca medioevo , puoi mangiare pietanze locali e bere l' ottimo vino bianco di Frascati .
    1 punto
  18. A Frascati se magna bene un po' dappertutto. Giusto qualche settimana fa, per ristorarmi dal freddo patito nell'area archeologica, mi sono strafogato di carbonara in una fraschetta. P.S. Per chi non fosse mai stato sui Castelli Romani, la fraschetta è un locale tipico - più o meno un'osteria alla buona - dove si può mangiare porchetta, formaggio, verdura sottolio o qualcosa di cucinato, ma sopratutto dove si beve vino locale.
    1 punto
  19. @Legio II Italica, allora dovresti venire a vedere le terme repubblicane, recentemente scoperte e databili ad annum grazie a due bolli laterizi. Sono d'accordo con te: Tusculum è un luogo assolutamente affascinante, fuori dal tempo. Camminando lungo il lastricato, che dalla fonte arcaica porta al teatro, sembra quasi di scorgere gli antichi tuscolani in toga pretesta.
    1 punto
  20. Una splendida , celebre e romantica moneta repubblicana che tramanda tramite la Gens Mamilia di Tusculum , nel caso specifico Caio Mamilio Limetano , le mitiche origini della antichissima citta' . Al dritto Mercurio , al rovescio Ulisse con il cane Argo . Mi scuso con @Theodor Mommsen perche' sto andando fuori tema , ma Tuscolo e' talmente affascinante che mi rimane impossibile tralasciare un po' di storia antica , precedente al suo saccheggio che ne determino' la fine .
    1 punto
  21. ciao ,grazie per aver postato questo bel 2 tornesi,effettivamente la stella a 6 punte per questa data non l'avevo ancora censita....
    1 punto
  22. Ottimo @Theodor Mommsen, provero' a venire , magari in uno dei giorni in cui sarai presente anche tu . Per chi volesse arrivare al Tuscolo , si arriva tranquillamente in macchina fino ad una grande piazza dove si parcheggia , diversi anno fa' era libero e gratuito , poi si sale a piedi alla zona archeologica tramite una bella e abbastanza ripida salita . ma ne vale la pena .
    1 punto
  23. @Legio II Italica grazie per l'intervento e le splendide fotografie. Faccio una piccola postilla al tuo invito a visitare l'area: salendo a Tusculum nel mese di maggio troverete il cantiere archeologico spagnolo in piena attività (e qualche volta potreste trovare anche me).
    1 punto
  24. Grazie delle risposte. Causa Natale e festività varie la moneta non mi è ancora arrivata! :-( @Poemenius, accetto il prestito volentieri. Così inizio a studiare. Guardando in giro avrei pensato di iniziare con i bronzi del Giusti! :-) Ho visto anche dei mega-follis da 43/44 mm! :-) E dei penta nummi adatti a chi ha la vista meglio di superman! :-) Vedrò di distogliere qualche euro dalle mie beneamate romane imperiali per investire in bizantine! :-) Ciao, grazie ancora e Felice 2018! TWF
    1 punto
  25. Buongiorno, continuo la serie con il 9 Cavalli. Millesimo molto difficile da reperire con buoni rilievi al dritto (come gia' scritto in altra discussione)....infatti dopo tante ricerche ho preferito prendere questo pezzo. D- FERDINAN. IV. SICIL. REX Busto grande di Ferdinando IV, sotto P. R- Torre a lati dritte e porta squadrata. Ai lati il valore C. 9. Sotto la torre il millesimo 1792 Cifre grandi e allineate orizzontalmente. Bordo con treccia a rilievo. Peso
    1 punto
  26. @petronius arbiter @vincenzo73 uno può metterci tutta la buona volontà e la manica larga, ma sinceramente, con tutta la debolezza dell'anno, ma quel petto è da 64+? Forse è stato premiato il resto della moneta, io avendola in mano posso dirvi che i campi in entrambe le facce sono pulitissimi, a occhio nudo non si vede il men che minimo segno, poi posso assicurarvi che dalle foto non si vede per bene la freschezza del metallo. In sostanza è meglio la moneta dal vivo che in foto, e non posso che essere contento.
    1 punto
  27. @Rocco68, sono uno spettacolo....davvero va premiata la tua immensa volontà di raccogliere tutto il rame di Ferdinando IV di Borbone; di..la verità....averlo tutto in fila, emoziona. Io per esempio ho da parte solo rame di Ferdinando IV e qualche piccolo nominale d'argento.
    1 punto
  28. taglio 1 cent 6pz paese slovenia anno 2015 tiratura 10.000.000 condizioni bb città trieste
    1 punto
  29. Amico mio......eccoti le pagine del De Sopo, spero ti siano d'aiuto.
    1 punto
  30. Inizio con la Pubblica, D- FERDINAN.IV.SICIL.ET.HIER REX Sotto il busto P. R- PVBLICA /COMMODI/TAS, su tre righe (con poco spazio fra le righe). Sotto 1792 leggermente incurvato. In alto Corona reale, con parte bassa "larga". Ai lati le iniziali del maestro di zecca Antonio Planelli A. P. La lettera A è stata ricavata da una V capovolta. Ai lati corona d'alloro con otto bacche per fronda, gambi grossi legati con nodo. Contorno a treccia. Peso 8,49 grammi.
    1 punto
  31. Anni fa mi occupai proprio di questo argomento e ne ricavai un articolo che fu pubblicato, in due puntate, su Cronaca Numismatica tra settembre e ottobre 2010. Più recentemente, nell’ambito di una bella discussione su Motti e legende, ho avuto modo di riproporne il contenuto qui sul forum. Se vi fa piacere leggere quello che scrissi, lo trovate a partire da questo post:
    1 punto
  32. La banconota da lire 2000 e da lire 1000 marco polo furono molto falsificate perchè nessuno ci badava molto essendo piccolo il taglio. E fu anche per questo che si decise di emettere monete metalliche da lire 1000...che, non dimentichiamolo, costavano un botto..lire 500 più IVA..non so se mi spiego.
    1 punto
  33. Ahimè, non so se è la vecchiaia o la distrazione spero la seconda che mi ha fatto scrivere delle cose errate in riferimento a questa bella placca, in realtà è una placca romana e non napoletana dell'argentiere Domenico Camponeschi attivo in Roma tra il 1791 e il 1802....chiedo venia
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  34. Bel colpo a 4,50 euro! Con il segno di zecca olandese è stata emessa solo in divisionale (50.000 pezzi) o in versione PROOF (5.000 pezzi). http://eurocollezione.altervista.org/_MALTA_/_2_euro_2012_commemorativo_BIS.htm Conviene comprare il cofanetto contenente la serie completa in cui c'è questa moneta e che viene venduto sula baia tedesca a 15,00 euro + spese di spedizione.
    1 punto
  35. Inserisco questo due tornesi del 1842, con stella a sei punte, mi pare che manchi nella discussione. Ciao.
    1 punto
  36. 1 punto
  37. E' una giornata speciale, per tanti versi, oltre che un momento importante per la zecca di Milano, altresì per poter riuscire ad avvicinare tutti gli ambiti culturali e coloro che vorranno passare un Sabato diverso, in una Milano che racconta. Se poi si riesce a far conciliare anche la Domenica, con la visita al mercato numismatico del Cordusio, beh un fine settimana da incorniciare. Eros
    1 punto
  38. Ciao a tutti, approfittando del Natale, e per onorare il passaggio dei 5000 messaggi, vi posto un nuovo arrivo.. un gigliato di Roberto D'Angiò con allegorie di prescrizione Stella Ed N ai lati del re.. Moneta raruccia: R3.. Grazie all'amico Christian Andreani, da cui ho "rubato" anche le foto.. Ottimo pedigree De Falco - Hatria Numismatica.. Saluti Eliodoro
    1 punto
  39. Notizie fresche fresche: Pitsillides mi ha mandato da Cipro questa foto (per ora solo un lato ma il più importante) di tre bisanti trovati nei pressi di Nicosia: Tutte con I... direi che ormai la sua tesi è ben che suffragata: I = bisanti di Nicosia (prima dell'assedio di Famagosta).
    1 punto
  40. buongiorno a tutti...una bella da vedere,non comune in questo stato.....giusto per il vedere,il sorriso di San Giovanni
    1 punto
  41. Ritenuta da molti la più bella piastra papale mai coniata, la piastra di Alessandro VII (1655-1667), al secolo Fabio Chigi, unica piastra da lui coniata, oltre ad una meravigliosa rappresentazione in pieno stile barocco (all'epoca a Roma alla corte pontificia prestava servizio anche il Bernini e questa moneta con grande probabilità deriva da un cartone del Bernini e dei suoi allievi), questa piastra presenta la R/ una legenda "importante": DISPERSIT DEDIT PAUPERIBUS I.E.M.I.S.S.IS, San Tommaso di Villanova porge alcune monete ad un mendicante con gruccia. La legenda è tratta dal "Beatus Vir", titolo in latino del Salmo 111 usato fino al Concilio Vaticano II come uno dei cinque salmi dei vespri delle solennità e delle domeniche. Riporto per completezza il testo in latino e in italiano del suddetto Salmo. Beatus vir qui timet Dominum, In mandatis ejus volet nimis. Potens in terra erit semen ejus, Generatio rectorum benedicetur. Gloria et divitiae in domo ejus, Et justitia ejus manet In saeculum saeculi. Exortum est in tenebris lumen rectis, Misericors et miserator et justus. Jucundus homo, Qui miseretur et commodat, Disponet sermones suos in judicio. Quia in aeternum non commovebitur. In memoria aeterna erit justus, Ab auditione mala non timebit. Paratum cor ejus sperare in Domino. Confirmatum est cor ejus; Non commovebitur Donec despiciat inimicos suos. Dispersit, dedit pauperibus, Justitia ejus manet In saeculum saeculi. Cornu ejus exaltabitur in gloria. Peccator videbit et irascetur, Dentibus suis fremet et tabescet; Desiderium peccatorum peribit. Beato l'uomo che teme il Signore E trova grande gioia nei suoi comandamenti. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, La discendenza dei giusti sarà benedetta. Onore e ricchezza nella sua casa, La sua giustizia rimane per sempre. Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, Buono, misericordioso e giusto. Felice l'uomo pietoso che dà in prestito, Amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: Il giusto sarà sempre ricordato. Non temerà annunzio di sventura, Saldo è il suo cuore, confida nel Signore. Sicuro è il suo cuore, non teme, Finché trionferà dei suoi nemici. Egli dona largamente ai poveri, La sua giustizia rimane per sempre, La sua potenza s'innalza nella gloria. L'empio vede e si adira, Digrigna i denti e si consuma. Ma il desiderio degli empi fallisce. L'esemplare riportato, di ottima qualità, proviene dalla NAC 30. Michele
    1 punto
  42. Tra le tantissime monete che possono essere oggetto di questa bella discussione, non poteva mancare questa, a mio modesto avviso uno dei testoni più belli mai coniato. Qui non c'è solo il motto, ma anche tutta la straordinaria iconografia del R/ carica di significati. Il testone per Ferrara a nome di Alfonso I d’Este: nato nel 1476 e morto nel 1534, fu duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1505 (Hess Divo AG) “DE FORTI DVLCEDO” si legge sul rovescio dove campeggia Sansone elmato con in mano la testa di un leone da cui fuoriescono api, davanti un ceppo con un serpente; al dritto, il busto barbuto o imberbe del signore di Ferrara. La legenda, ci ricorda Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”, è tratta dal “Libro dei giudici” (14,14) ove si legge “De comedente exivit cibus, et de forti egressa est dulcedo” (“Dal divoratore è venuto il cibo, dal forte il dolce”). Si tratta, per l’esattezza, dell’enigma proposto da Sansone ai Filistei dopo aver visto uscire dalla testa di un leone, che aveva ucciso, uno sciame di api e dopo averne mangiato il miele. “Le api e l’alveare (un tronco posato sul fuoco accostato da martelli e asce intrecciati a un serpente) sono un’impresa estense accompagnata dal motto PRO BONO MALVM, illustrata nell’edizione ferrarese dell’‘Orlando Furioso’ del 1516. Secondo Ravegnani Morosini nella figura elmata si deve raffigurare lo stesso Alfonso per cui si può pensare ad un’analogia tra Sansone e il duca di Ferrara che, trovato lo Stato afflitto da grande carestia, fece venire in gran copia del frumento dalla Puglia per alleviare la fame dei sudditi. Lorenzo Bellesia richiama l’attenzione sul serpente, che rappresenterebbe la desolazione portata dalla carestia e alleviata dallo sciame di api, simbolo di abbondanza e laboriosità. Bellesia avanza tre interpretazioni: 1) il duca come Sansone avrebbe ucciso il leone, allegoria del papa Giulio II, il cui stemma era un albero di rovere (il ceppo tagliato alla base, come appare sulla moneta, intrecciato al serpente simbolo di perfidia). Le api guidate dal duca (che indica con la mano il ceppo) riportano pace e abbondanza nell’albero della famiglia della Rovere e in tutta la Chiesa: 2) la testa del leone potrebbe rappresentare Venezia da cui esce l’abbondanza: solo dalla sconfitta di Venezia potrà esserci pace e prosperità; il ceppo invece indicherebbe l’Italia o Ferrara devastate dalla guerra mentre nel serpente si dovrebbero vedere i Francesi o papa Giulio II. Le api devono annientare il serpente e ridare prosperità al paese. In questo caso sarebbe la pace e non la dolcezza a venire dal duca; 3) Alfonso appena succeduto al padre fu prodigo di elargizioni ad amici e servitori, diminuì le gabelle e i tributi, graziò molti condannati: l’impresa esalterebbe quindi la forza e insieme la liberalità del duca. Tratto da "Il giornale della Numismatica" a firma di R. Ganganelli Michele
    1 punto
  43. Pur non essendo la mia monetazione e il mio ambito di collezionismo, questa moneta par la sua straordinaria iconografia e per il significato del suo motto al R/ mi ha sempre affascinato moltissimo: Pezza della Rosa del 1718, a nome di Cosimo III dé Medici GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA “La benevolenza [è] spontanea, la punizione [è] ricercata”. “Con questa impresa (il motto venne ideato dal bibliotecario di corte Francesco Rondinelli, 1589-1655) – scrive Traina – Ferdinando II de’ Medici (1610-1670) lanciò un messaggio ai suoi nemici: come la rosa, nonostante la sua grazia e bellezza (GRATIA OBVIA), ha le spine che la proteggono contro chi vuole rovinarla (VLTIO QVAESITA), così il granduca, pur essendo di animo buono, non avrebbe esitato a rintuzzare qualsiasi offesa. Questo, secondo il Galeotti; altri, con minor fondamento, riferiscono il motto alla città di Livorno”. Michele
    1 punto
  44. Per MB la moneta ha circolato parecchi anni ed incomincia a perdere i rilievi più alti ed anche le date dell'anno e del valore, ecco la moneta. Spero di esserti stato utile. Saluti Marfir
    1 punto
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