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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/20/17 in tutte le aree
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...mio Cugino e Cognato Carissimo. Entro in punta di piedi in questa sezione per mostrarvi non una moneta, e nemmeno una medaglia, ma una lettera, che mi hanno a mia volta mostrato, e della quale ho potuto avere una fotocopia. Sebbene non si tratti di un documento monetario, spero possa comunque suscitare un po' di interesse, ma se così non dovesse essere me ne scuso, e prometto di non farlo più La lettera è indirizzata, come da titolo, Al Re delle Due Sicilie mio Cugino e Cognato Carissimo al quale il mittente formula gli auguri per il Natale dell'Anno di Grazia 1773. Quella macchia nera che vedete nell'immagine, sarebbe il sigillo con lo stemma nobiliare del mittente, di già difficile decifrazione nell'originale e che purtroppo si è perso del tutto nella copia. Carissimo Cugino. Mentre soddisfo ai vivi sentimenti del mio Cuore, ed alla tenerezza, che i vincoli del Sangue avvalorano nell'animo mio verso la Maestà Vostra, augurandole ogni vera, e compiuta felicità nell'imminente Sto. Natale, vengo incontro al gentile gradimento, con cui so per tante prove, che sarà da V.M. accolto questo mio rispettoso uffizio, che La prego di partecipare a S.M. la Regina Sua Sposa, e mia Dilettissima Cugina, e Cognata, alla quale sono egualmente dirette le ardenti mie brame per ogni maggior Suo bene: ed intanto col più sincero impegno, ed attaccamento, ho il pregio di ripetermi, Di Vostra Maestà, mio Dilettissimo Cugino, Affezionatissimo Cugino. Ferdinando. Colorno 19. Dicembre 1773. A questo punto non mi resta che precisare chi siano mittente e destinatario di questa lettera, anche se non credo ce ne sia bisogno, poiché avrete senz'altro già capito che a scrivere è Ferdinando I di Borbone-Parma (cliccando sul nome, nel link che si apre troverete la sua firma, che potrete confrontare con quella della lettera ), mentre il Carissimo Cugino destinatario non è altri che il suo omonimo Ferdinando di Borbone, all'epoca IV di Napoli e III di Sicilia. Infine, se questa lettera, spedita da Colorno (Parma) il 19 dicembre, fosse arrivata a Napoli in tempo per il Natale (cosa, secondo me, assai probabile), non potremmo che concluderne che le Poste, allora, funzionavano assai meglio di oggi petronius7 punti
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Ciao. In questa fase, così come nelle altre fasi parlamentari, occorrerebbe poter contare su referenti politici "di peso", in grado di esercitare pressioni politiche volte a introdurre emendamenti e correttivi al testo in discussione. Ma dovrebbe ormai essere risaputo che nelle sedi istituzionali, il nostro ambiente ha la stessa autorevolezza del due di picche, quando si gioca a briscola (e la briscola è a quadri...). Per ipotizzare una qualche modifica dell'attuale "rotta" (di collisione), dovrebbero scendere in campo quegli stessi Gruppi di pressione (vedi "Progetto Apollo") che sono riusciti ad ottenere recentemente e dopo anni di insistente lavoro, alcune modifiche alle norme del Codice Urbani sull'esportazione di beni culturali. Gruppi che sono riconducibili ad importanti Mercanti dell'Arte. La Numismatica in Italia è un mercato di nicchia, se paragonato a quello dell'arte in generale; non esprime Parlamentari davvero motivati ed interessati a tutelarla; elettoralmente non conta nulla, perché il nostro bacino di voti è insignificante; fra l'altro, noi non siamo "pilotabili", né votiamo "compatti" e ciò è visto, da un potenziale referente politico interessato a perorare la nostra causa, come un elemento di inaffidabilità del consenso. Scontiamo, fra l'altro, il "pregiudizio sociale" (che peraltro ci accomuna ai collezionisti d'arte in generale) di essere visti come degli stravaganti dissipatori di risparmi, che anziché destinarli a finanziare le Banche o lo Stato con l'acquisto di Azioni o BOT, li dilapidiamo inopinatamente nell'acquisizione di monete da collezione, con l'aggravante - per chi raccoglie monete antiche - dell'ulteriore pregiudizio che tali monete vengano sottratte nottetempo dal sottosuolo patrio, con picconi, vanghe e metaldetector, in danno della Collettività. Paradossalmente, se per hobby andassimo allo Stadio e spaccassimo le teste dei tifosi antagonisti, avremmo più possibilità di reperire "padrini" devoti alla nostra causa e solidarietà sociale (le giustificazioni sarebbero quelle che lo facciamo perché abbiamo avuto un'infanzia difficile, perché siamo degli emarginati, perché comunque la colpa è della società, ecc.) mentre invece il nostro tentativo incompreso di studiare la storia e di conservarne (per i posteri, non solo per noi) le testimonianze, viene da molti giudicata una "deviazione" imperdonabile, non meritevole di alcuna compassione. Se a questo aggiungiamo l'attuale contesto sociale obbiettivamente molto problematico e sempre"politicizzato", nel quale non è facile prendere posizione a favore di categorie di cittadini tutto sommato fortunate, che possono ancora permettersi di discettare di arte e di collezionismo, mentre nello stesso momento il Paese deve fare i conti con milioni di persone sotto la soglia di povertà, si comprende agevolmente come la nostra sia purtroppo una "causa persa" in partenza. Credo che per il collezionismo numismatico, ma non solo numismatico, il momento sia davvero molto buio; e non mi riferisco solo al ventilato prelievo fiscale sulle vendite di monete da parte di privati, ma anche alla imminente approvazione della legge, in discussione al Senato e già approvata alla Camera, che inasprirà le pene anche per la semplice detenzione di "Beni Culturali" di ingiustificata provenienza. Nella perdurante mancanza di una chiara nozione (almeno sul piano pratico/poliziesco) di "bene culturale", mi sentirei di dire che qualunque cittadino italiano possa correre il concreto rischio di incappare in una denuncia penale, per avere in casa un pezzo di coccio, una pietra vagamente incisa, una moneta arrugginita trovata dal nonno sulla spiaggia. E questo secondo timore, più del timore "fiscale", potrebbe indurre molti collezionisti già consci di un clima che da anni non è loro favorevole, ad abbandonare definitivamente la numismatica, in favore di altre attività ricreative meno "pericolose" e più socialmente condivise. Come fare a dar loro torto? Saluti rammaricati. M.5 punti
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Buon giorno a tutti, vi comunico che sul sito della Società Numismatica Italiana sono disponibili a questo link due nuove storiche riviste numismatiche, integralmente digitalizzate e fruibili nel formato PDF. Ringrazio Marco Rinaldi, titolare della "Numismatica MARCO RINALDI (già Oscar Rinaldi & Figlio)" per aver dato l'autorizzazione alla pubblicazione online delle due testate. Il Numismaticao Mantovano (1927-1928) Annuario Numismatico Rinaldi (1946-1950) Matteo4 punti
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Il fascino di Roma antica non e’ dovuto soltanto ai maestosi avanzi pubblicizzati nelle guide turistiche o illustrati nei tanti libri di argomento storico archeologico , anzi , in contrapposizione , questo fascino recondito risiede maggiormente nei ruderi all’ apparenza quasi insignificanti ma che rappresentano luoghi vissuti da tante generazioni di gente comune , ai quali la storia non ha riservato un ruolo importante tale da essere ricordato . Passeggiando dentro i confini dell’ attuale quartiere di Testaccio a Roma si trovano tratti di antichi ruderi appartenuti un tempo all’ Emporium sul Tevere e agli Horrea Galbana ; l' Emporium era l' antico porto di Roma , sul Tevere , situato approssimativamente a sud dell' Aventino dove un giorno sorgera’ il quartiere di Testaccio , gli Horrea Galbana erano i magazzini presso i quali si conservano i prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo romano , destinati all’ Annona del popolo romano . In precedenza gia’ esisteva un vecchio porto fluviale situato all’ altezza del Foro Boario , diventato per vari motivi ormai insufficiente a causa dell’ ampliamento della Citta’ , per questo nel 193 a.C. gli Edili Marco Emilio Lepido e Lucio Emilio Paolo decisero di costruire un nuovo porto in una zona ampia e libera da costruzioni che individuarono a sud del Colle Aventino , sulle sponde del Tevere e in questa occasione fu edificato anche il Porticus Emilia . Presso l’ Emporium venne costruito il punto d' approdo delle merci e delle materie prime : grano , vino , olio , derrate varie e marmi , che arrivavano via mare dal porto di Ostia risalendo il Tevere su chiatte rimorchiate da riva da animali da tiro . L’ antico porto fluviale fu scavato nella seconda meta’ del XIX secolo durante i lavori di arginatura del Tevere e nuovamente nel secolo scorso . Oggi restano alcuni tratti visibili incassati nel muraglione del Lungotevere Testaccio : una banchina lunga circa 500 metri e profonda 90 con gradinate e rampe verso il Tevere , con blocchi di travertino sporgenti , con fori dove ormeggiare le navi . Costruendo il quartiere Testaccio moderno sono riapparsi vari resti di magazzini , gli Horrea Galbana , tra i quali anche la Tomba del console Servio Sulpicio Galba , antenato del futuro Imperatore , post dinastia Giulio Claudia . Gli Horrea Galbana vennero cosi’ chiamati perche’ furono restaurati oltre un secolo dopo dall’ Imperatore Galba , ma erano gia’ noti come Horrea Sulpicia ; infatti la costruzione primitiva risale alla fine del II secolo a.C. ad opera del Console Servio Sulpicio Galba nel 108 a.C. , la cui Tomba fu trovata nelle vicinanze , infine nel I secolo d.C. vennero restaurati dall' Imperatore Galba , in onore del suo antenato e da allora presero nome di Galbana . Questi Horrea erano dei magazzini annonari di Roma situati nei pressi dell' antico porto fluviale dell' Emporium , posti dietro il Porticus Aemilia come testimonia anche la Forma Urbis Settimio Severo . Vari frammenti delle pareti riapparsero durante la costruzione del moderno quartiere Testaccio , in più punti . La costruzione era stata effettuata interamente in opera reticolata di tufo, ed era organizzata attorno a tre grandi cortili rettangolari e porticati , sui quali si aprivano le tabernae , le botteghe dei commercianti . In ordine di foto : ruderi dell’ Emporium sul Tevere , degli Horrea Galbana , della Tomba del Console Galba antenato dell’ omonimo Imperatore e una pianta della zona3 punti
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Forse è un po' presto per fare l'elenco dei nomi, in più di un mese possono arrivare impegni imprevisti. Fra un paio di settimane però ci mettiamo seriamente con la lista. Mi interessa molto l'opinione di @Betto @And08 perchè è importante che i nuovi collezionisti trovino una sorta di "comitato di accoglienza". Chi più chi meno abbiamo cominciato tutti (magari qualche anno fa) con le tranquille lagune della Repubblica e del Regno, per poi allontanarci nel grande mare delle classiche o delle medievali, per non dire degli abissi delle "magnogreche e greche arcaiche" ( senza offesa @danielealbertiha ha ha). Verona offre, oltre al mercato più grande d'Italia, anche l'occasione per conoscere altri collezionisti e sbirciare monetazioni di cui non si ha la minima conoscenza. Insomma il posto ideale per "farsi un'idea". Speriamo di incontrarci comunque e magari di conoscere qualche nuovo appassionato!3 punti
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(ANSA) ROMA, 20 OTT - Ritrovato a New York dai carabinieri dei beni culturali (Tpc) tornerà a casa nel Museo delle Navi Romane di Nemi un frammento di mosaico romano che faceva parte del ponte di comando di una delle due navi da cerimonia dell'imperatore Caligola. Lo annuncia il ministro della cultura Franceschini, sottolineando che gli Usa hanno restituito all'Italia anche altri reperti provenienti da scavi clandestini o furti avvenuti nel nostro paese. "Grazie ai carabinieri e agli Usa - dice- Tutti saranno ricollocati nei luoghi di provenienza". In seguito alle indagini fatte dal comando dei Carabinieri dei beni culturali, spiega Franceschini, le autorità americane hanno restituito all'Italia, insieme al prezioso frammento di mosaico della nave di Caligola anche "due vasi a figure rosse del V-IV secolo avanti Cristo, monete, libri antichi e manoscritti". Il frammento di mosaico con serpentino e porfido, risalente al II secolo d.C., era stato rubato nel secondo dopoguerra dal Museo delle Navi Romane.3 punti
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Capisco il piccolo collezionista che puo' forse solo dire...vediamo come andrà... Ma quando si aspetta per vedere come andrà poi le cose son fatte e cambiarle è praticamente impossibile. In questa fase dibattimentale in cui invece qualche influenza è possibile ancora averla a livello di emendamenti e modifiche varie le varie associazioni di commercianti, NIP, NIA, SNI stanno provando ad attivarsi per fare arrivare una voce e influenzare chi di dovere o si sveglieranno a cose fatte? @bizerba62 @Alberto Varesi @numa numa3 punti
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Buongiorno Amici, @lukas1984, molto belle e molto rari i tuoi "orgogli".....ora ti mostro il mio ultimo acquisto... Uno spicciolo del popolo, uno dei primi anni di produzione....una conservazione molto rara a reperirsi....quasi quanto la tua Piastra dello stesso anno. @Rex Neap, Pietro che rarita' le devo assegnare? Saluti a tutti e alla prossima "bella".3 punti
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Premetto che sul testo del disegno di legge ci ho capito poco o niente. Tanto basta tuttavia per parlare di follia, di pressapochismo di una classe dirigente. Mi sembra anche che il collezionismo sia abbastanza rassegnato; effettivamente è una brutta passione verso la ricerca, verso lo studio , un po' irrazionale; può ben cessare, non facendo parte dei bisogni primari. Il collezionista non è un operatore professionale (almeno su questo non dovrebbero esservi dubbi); non ha neanche lo scopo di un reddito occasionale. Quando acquisto azioni, obbligazioni, BOT dico agli amici che ho fatto un investimento (e gli utili da investimento sono facilmente tassabili, come le perdite sono detraibili) . Anche se compro lingotti d'oro "nel gergo" dico che ho fatto un investimento in oro. Chi acquista una moneta o una medaglia per collezione può mostrarla, per illustrarla con le sue conoscenze; ma non fa un investimento, non dirà mai di avere fatto un investimento; coltiva una passione. Se fa collezione, avrà un pezzo importante, ma a fianco di esso tanti esemplari di basso e minimo costo. Allora non vi sono problemi per la tassazione de gli utili degli investimenti (che sono ragionevolmente oggetto di amministrazione); è assurdo spingersi al di fuori di questa area. Per acquisti e rivendite di immobili (si tratta di cifre importanti e formalizzate nei contratti), vale la norma che la plusvalenza è tassabile solo per operazioni "speculative" e si presumono tali per i privati se il tempo trascorso tra acquisto e vendita è inferiore ai cinque anni. Ma la ratio della norma sulla tassazione dei redditi o delle plusvalenze sulle collezioni mi sembra tanto più assurda perchè nell'ultimo decennio certamente i collezionisti non hanno guadagnato e, vendendo, non recuperano oggi i costi sostenuti. O meglio, come tante volte gli amici hanno scritto, c'è una numismatica con i pezzi di grande rarità e valore che possono essere aumentati e quella più comune , per diletto, che ha ovviamente risentito della crisi economica. Per la filatelia, meglio non parlare.......... Si vuole così tassare retroattivamente non un guadagno, ma una mancanza di documentazione per acquisti datati. Ora per pezzi di valore a 4 zeri, può anche essere logico tenere una amministrazione, ma se uno acquista qualche moneta da 100/300 euro ciascuna al mese, se fa qualche scambio quando trova conservazioni migliori, mi sembra follia che debba pensare più che alla soddisfazione per l'acquisto o per la ermuta, ai fogli che dovrà portare al commercialista. Ma, come ho detto, le monete non sono pane; se ne può ben fare a meno.2 punti
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Sono tutt'altro che fanatico delle alte conservazioni, ma una moneta in questo stato non la prenderei in considerazione per la mia collezione, non mi darebbe alcuna soddisfazione anche se molto rara.2 punti
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Fantastico! Retroattivo! E poi si domandano xchè anche i privati che vendono lo vogliono fare in nero!!! Pagate pagate con la carta di credito, così magari tra 20 anni metteranno una nuova tassa sui caffè, retroattiva di 20 anni...2 punti
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Ecco alcune foto con luce diversa del mio esemplare acquistato da @Monetaio2 punti
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Sono convinto che se venisse finalmente inventariato e reso disponibile alla visione di tutti i chili di bronzo coniato presenti nelle varie cantine museali, si cambierebbe la mentalità .... skuby2 punti
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piastra 1789 e piastra 1788 gigli rovesci dalla non facile reperibilità...ecco il mio orgoglio2 punti
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Una mappa un po' nascosta ma ugualmente visibile, il profilo dell'Australia è posto al centro di questa moneta da 50 Cent del 1982. Commemora i XII° Giochi del Commonwealth1 punto
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Posto quindi il rovescio che chiarisce molte cose. Si tratta della enigmatica tipologia costantiniana VIRT EXERC del 319, con il campo di guardia a rovescio (?) e Sol. Ne abbiamo parlato tempo fa https://www.lamoneta.it/topic/156113-costantino-e-il-campo-militare/#comment-1775126 e sto tuttora mettendo insieme altri dati storici per cavarne una pubblicazione (come promesso tempo fa ai miei “compagni di ventura”).1 punto
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Complimenti @petronius arbiter, la cosa che mi salta però subito all'occhio....è la calligrafia, elegantissima per l'epoca, quasi moderna. Di sicuro la lettera venne dettata. Un saluto. Pietro Magliocca.1 punto
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Elenco in ordine alfabetico dei relatori, con argomenti e collegamenti alle pagine personali CRNWelencoalfabeticodegliautori.pdf1 punto
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Che impertinenza !! Fare una tomba repubblicana a cavallo di un marciapiede... Sti' repubblicani...1 punto
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@tonycamp1978 davvero un grandissimo esemplare, sei andato più che bene [emoji4]....complimenti.1 punto
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Dal mio punto di vista assolutamente no, tenuto conto dell'eccellente conservazione.1 punto
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Veramente interessante! Tra l'altro io colleziono anche autografi, e vedere queste lettere e sempre bello. A presto, Alb1231 punto
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Da quello che nella mia ignoranza in materia fiscale riesco a capire se hai lo scontrino/fattura che dimostra che quella moneta che vendi a 300 l'hai pagata 400 e quindi la vendi in perdita sei a posto ... se non hai nulla e ti beccano devi pagare il 100 % della cifra accertata cioè 300 euro1 punto
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Ripeto questi possono ,meglio, credono , di poter fare tutto. Non puoi tassare le plus e far finta di niente sulle minus, salta in cinque minuti......1 punto
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Ma che dici!!! Le leggi non sono mai retroattive! E uno dei fondamenti del diritt... ehm ah no vabbè era così una volta, come siamo antichi...1 punto
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Una voluntary disclosure per l’arte. Con un gettito atteso di 160 milioni di euro. I privati che hanno venduto quadri, sculture e oggetti da collezionismo come orologi e monete prima del 31 dicembre 2016 potranno dichiarare spontaneamente, ora per allora, le plusvalenze realizzate, versare l’Irpef dovuta e beneficiare della riduzione delle sanzioni a un ottavo del minimo. In via eccezionale, per il calcolo del capital gain viene ammesso il regime forfettario (40% del prezzo incassato) anche per il passato, ma solo in caso di autodenuncia. Se invece sarà il fisco ad accertare i maggiori redditi, le sanzioni saranno quelle ordinariamente previste in materia di imposte e la plusvalenza sarà imponibile al 100%. È quanto prevede la bozza di manovra di bilancio per il 2018, che rende tassabili i guadagni sulle cessioni di opere d’arte, oggetti di antiquariato e di collezionismo conseguiti da persone fisiche al di fuori dell’attività di impresa (si veda ItaliaOggi di ieri). Articolo completo su http://www.italiaoggi.it/solofisco/solofisco_dett.asp?id=201710192105082850&titolo=Voluntary disclosure per l’arte1 punto
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La sua me la ricordo Fabrizio. Mi ha colpito, anche perchè come scassa Giancarlo in pochi riescono . E' proprio forte. Dovresti vederla in mano. Chiaro non si può mettere al fianco della tua. Ma insomma, la tua é semplicemente di un altro pianeta.1 punto
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In linea "generale" si, è così, poi è ovvio che possono verificarsi casi specifici, e nella vita del collezionista ne possono spuntare fuori di casi anomali. Cmq, per puntualizzare un dettaglio che ho spiegato male, il conio usurato non produce "meno lustro", che se vogliamo tradurlo altro non è che la brillantezza originale del metallo monetato appena prodotto. Potrei spiegartelo con un'esempio di due monete coniate a martello, o sulle preunitarie, dove la differenza è un po più percepibile che sulle decimali... però mi sa che andremo off topic... Magari mi tengo l'argomento per approfondirlo un una nuova discussione1 punto
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Grazie @Eliodoro e @Margheludo (scusate ma non riesco a taggarvi) la moneta presenta caratteri cufici da entrambi i lati non può essere il follaro postato da Eliodoro potrebbe. come già detto essere la frazione di direhm di Ruggero II ( Sp. 61, Tar. 82, MIR.434) o di Guglielmo II (Travaini 372) o ancora 1/4 di follaro di Ruggero II Tarascio 91 Scusate ma in atto non ho la possibilità di postare immagini spero al più presto1 punto
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Restando sul tema "palme" Qatar 10 dirhams 19731 punto
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Non venivano coniati per fusione...venivano battuti i 10 grani...di Ferdinando III per Palermo. Questo nominale si presenta sempre in condizioni pessime, l'esemplare postato da me invece è in conservazione altissima per la tipologia.. Per fusione ci è noto solo l'esemplare citato dall'Incerti riguardante un 2 grani sempre di Ferdinando III del terzo tipo. Moneta coniata in stato di necessità, con mezzi di fortuna, questo è quello che afferma Vico d'incerti. Per esempio ti posto il mio esemplare. Qui chiaramente si denota la coniazione per fusione... Eros1 punto
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Buona serata a tutti. Anch'io dovrei esserci, pranzo "Serenissimo" compreso. Paolo.1 punto
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Ciao @eracle62. Sempre belli i grandi moduli in rame...ancor di più questi così sofferti. Bel pezzone.1 punto
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Buona serata Io dovrei esserci, anche al pranzo, naturalmente. saluti luciano1 punto
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Confermo quello che hai giustamente osservato prima. Per la tua domanda, in genere un conio usurato, lascia un'impronta debole sul tondello. Altre volte, a seconda se il conio può essere sporco o rovinato, i modellati e/o i campi risulteranno compromessi nella loro nitidezza, o potrebbero essere visibili delle porosità superficiali lasciate in fase di coniazione. L'effetto "buccia d'arancia", altro non è che lo stato intatto del metallo monetato. Il conio, nuovo oppure no, lascia comunque il suo segno. Ovviamente, più enfatizzato è, maggiore sarà la qualità dell'esemplare, che non ha subito "allisciamenti" (passatemi il termine) con la circolazione.1 punto
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Grazie @Numi 62 per l'interesse, il peso mi era apparso eccessivo ma, non conoscendo queste monete, ho pensato che potesse rientrare nel "range " molto ampio caratteristico delle kharrube siciliane ma così siamo veramente oltre, secondo te si può escludere che possa trattarsi di un nominale arabo, magari smarrito accidentalmente, di un periodo successivo ( XV-XVI sec.) momento storico cruciale per le isole tirreniche depredate dai corsari Ottomani ?1 punto
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Per la serie "a volte ritornano"; già venti anni fa circa chi acquistava all'asta pagava una doppia IVA, quella sui diritti d'asta ed una calcolata sul 15% del valore complessivo (in breve il 3%) Se questa proposta prenderà piede è probabile, a mio avviso, che seguano la strada della modifica alle aliquote IVA, così saranno certi di prendere tutti i soldi, subito, in maniera semplice (niente calcoli astrusi) e senza dover correre dietro al singolo privato/conferente. Giusto un paio di sere fa sentivo in TV che promettevano niente nuove tasse il che vuol dire, quasi sempre, esattamente il contrario. E difatti.... Stanno grattando il fondo del barile e nella loro incapacità di gestire le risorse (leggasi sprechi) e di beccare i veri evasori (non il gelataio per mancato scontrino da 2 euro, ma quelli delle cifre a 6 e più zeri) cosa fanno ? Colpiscono chi, tra i comuni cittadini, ancora ha qualcosa o l'avrà (tassa anche sulle polizze pensionistiche) Che schifo.... Dimenticavo: pare vi sia una soglia minima di valore, pari ad euro 10.000, ma non si sa se per singolo oggetto o per collezione/gruppo venduto. Avessi qualche anno in meno chiuderei bottega e mi trasferirei all'estero1 punto
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Oggi recupero brevemente questa discussione per dirvi che, dopo essere entrato in contatto con la curatrice del museo in cui è conservato l'Heslington Hoard, qualche settimana fa, la stessa, mi ha inviato (omaggiandomi!) via posta in alta definizione tutte le immagini dei 297 pezzi imitativi appartenenti al ripostiglio. Che dire... come sempre grande disponibilità, professionalità e cortesia da parte delle istituzioni museali britanniche! Disponibilità che vorrei condividere con voi riportandovi una moneta simbolo (per me!) presente in questo deposito che rappresenta un po' la sintesi della mia passione per le monete imitative in genere e per le monete dell'Impero Gallico. Si tratta di un antoniniano di Tetrico I (dai residui di corona potrebbe trattarsi di un pezzo ufficiale) usato come tondello balnk per coniare una imitazione del tipo FEL TEMP REPARATIO (cavaliere disarcionato): (Foto proprietà dello Yorkshire Museum) E' la prima volta che vedo un esempio di riuso del genere ed essendo rimasto a bocca aperta di fronte a tanta bellezza e a tanta storia, ho pensato di condividerlo con voi!1 punto
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Recente acquisto per migliorare la conservazione in collezione ! Cavallotto Carlo II1 punto
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Non sono tanto in vena di polemiche per cui la risposta la trovi già nei post sopra in un intervento di VickyDog. C'è solo una casa d'aste per ora che si è contraddistinta per l'utilizzo della parola "riverine patina", la cosa dovrebbe far riflettere. Quindi un conto è la definizione di patina Tevere, fluviale, Tiber, water, river, riverine o che dir si voglia e un conto è l'essenza della moneta e il fatto che presenti o meno la suddetta patina che le si vorrebbe attribuire. La difficoltà a discriminare una patina fluviale da una moneta spatinata e da una spatinata e poi ossidata o trattata chimicamente, soprattutto in foto, fa sì che ci sia confusione sull'argomento tra gli appassionati ma purtroppo anche tra i compilatori dei cataloghi d'asta. Tornando alle "cose tecniche" e alla moneta origine di questa discussione qui ora abbiamo un prima e un dopo (sempre se così fosse), secondo quanto ci dice la casa d'aste. C'è qualcuno che pensa sia davvero possibile far tornare una moneta a una patina Tevere originale togliendo chimicamente o meccanicamente una patina posticcia? Si potrà arrivare tutt'al più a una moneta spatinata, a rigor di logica, almeno secondo me. O no?1 punto
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Buongiorno @Bassi22, sì, si tratta della riproduzione del grosso che Bazzini (cioè me),Ottenio 2002 hanno attribuito a Vittoria. Tengo a precisare ulteriormente che comunque l’attribuzione non è unanime. Le ragioni che nell’articolo citato hanno portato a indicare in questa zecca il centro di emissione di queste monete a mio parere restano valide. Non ci vedo nessun nuovo motivo né per attribuirle a Tortona, come qualcuno - per la verità mi sembra un po' troppo sbrigativamente - ha tentato di fare, né mi paiono più convincenti le ragioni per assegnare a Vittoria i denari scodellati con la dedica a san Vittore. Comunque resta il fatto che l’attribuzione non è certa. Come lei ha potuto vedere alcuni studiosi sono poi propensi a ritenerla battuta in una zecca dell’Italia Meridionale. Delle riproduzioni, delle quali allego l’immagine dell’esemplare da lei segnalato per fare in modo che in futuro si possa fare il confronto (allego anche la foto di una moneta originale), sono noti anche i conii (immagine qui sotto) e sono stati pubblicati da Alberto Campana alcuni anni fa, sul n. 52 (luglio/agosto 2010), pp. 41-42 della rivista Monete Antiche. Un caro saluto, Marco1 punto
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