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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/17 in tutte le aree

  1. Non condivido minimamente questo tipo di restauri monetali, perchè un conto è rimuovere l'ossidazione che ci può stare, altro è andare a compiere veri e propri restauri (come in questo caso), che ( a mio modo di vedere) snaturano completamente la moneta.
    4 punti
  2. Nn sarà la più bella ... però [emoji41]
    3 punti
  3. ciao a tutti, ecco un 8 denari in alta conservazione della repubblica di genova, terza fase del periodo dei dogi biennali (1637-1797). catalogata tra le monete raffiguranti la Madonna.
    3 punti
  4. Fondi lucenti, gigli nella palla alta dello stemma ben visibili, intreccio delle due rose ben definito...non manca nulla Il Gazzettino ti chiama a gran voce! Complimenti Antonio
    2 punti
  5. Allora, come organizzatore sono soddisfatto dell'afflusso di pubblico di questa prima mezza giornata. Domani sera tireremo le conclusioni. Comunque sono ottimista.
    2 punti
  6. Parliamone, ci posso provare, male che vada mi dai due dritte e mi spieghi meglio come fare. Scrivimi in privato e ne parliamo.. Mi fa piacere che qualcosa stia arrivando, alla fine se lo faccio, lo faccio per far vedere qualcosa di bello e per spiegare e confrontare con voi e le vostre osservazioni queste particolari monete dell epoca moderna.
    2 punti
  7. Sempre meglio, che moneta fantastica, perché Rodolfo ma non sto scherzando assolutamente non ci fai qualche paginetta per il nostro Gazzettino di Quelli col Cordusio magari proprio raccontando la pezza della rosa e la visione di qualche straordinario esemplare ? Pensaci, ne varrebbe la pena...
    2 punti
  8. Già. Però potresTi essere Tu ad introdurre le prime slabs italiane........che ne so....anzichè rettangolari le fai quadrate e aromatizzate alla grappa...Per il numismatico che non deve chiedere mai.... M.
    2 punti
  9. Perché se lei ha un quadro del '600 con dei danni alla tela e alla parte pittorica, lascia che si degradi ulteriormente? Non credo proprio! E la moneta è un'opera d'arte come le altre e quindi può avere la necessità di questi interventi, l'importante è farlo seguendo i principi che ho citato. e le monete antiche, quando vengono attaccate dal cancro del bronzo perché vengono trattate? Per evitare che si rovinino definitivamente. Non c'è alcun snaturamento della moneta. Cosa importante è che è stato il proprietario a richiedere questo preciso intervento, proprio perché temeva un possibile futuro peggioramento delle corrosioni.
    2 punti
  10. Per fare una cosa ben fatta, bisognerebbe però superare il "limite" rappresentato dagli attuali supporti e sigilli casarecci, tipicamente italici. E finire quindi per accettare i tanto discussi "slabs". Le bustine e quei rivetti da carpentiere non consentiranno mai il "salto di qualità", perché non danno innanzitutto garanzie sulla perfetta conservazione nel tempo della moneta sigillata. La stessa modalità di sigillatura può causare danni alla moneta da sigillare. E' a mia conoscenza (ma se non ricordo male anche alla conoscenza di Pino...) uno sfortunata circostanza nella quale un bravissimo e stimatissimo Perito, intento a sigillare una moneta d'oro del Regno di grande modulo, ne urtò inavvertitamente il contorno con un rivetto mentre, con l'apposita "pinza", lo schiacciava. L'importante moneta era in altissima conservazione e dopo l'incidente.....è facile intuire che la conservazione dovette essere abbassata. Per non parlare della possibilità di manomettere i rivetti, sostituire i cartellini e le monete. E se una moneta chiusa nella bustina ci cade accidentalmente per terra? Manterrà, secondo Voi, la conservazione che il Perito le aveva attribuito prima della caduta? Ne dubito. Non per niente siamo solo noi italiani, in tutto il mondo, a sigillare le monete in questo modo. Non sarebbe male chiedersi il perché. M.
    2 punti
  11. La collezione di tremissi longobardi del museo di Cividale , di proprieta' della CRUP ( cassa risparmio pordenone e udine), data in comodato per essere resa fruibile e' molto importante ma certamente non la piu importante al mondo ( nel catalogo loro stessi si descrivono come 'terza' coll al mondo - anche reputerei ve ne siano diverse - private - piu importanti). La maggior parte delle monete viene dall ex coll Bazzan e quelle di Benevento dalla Stilemiero. Forte nelle emissioni dei secc VI - VIII e' pero' carente nelle emissioni civiche, in particolare sono totalmente assenti quelle con monogramma e soprattutto carenti nelle Flavie, i tremissi piu rari e affascinanti delka serie longobarde , dove puo' vantare un solo esemplare della zecca TARVISIOC, con una provenienza illustre, ex Garrett ed ex Ratto 1930, peraltro molto bello. E' lodevole che la coll. posta in comodato dalla banca proprietaria sia resa fruibile attraverso un agile volumetto descrittivo e la consultazione aperta ad appassionati e studiosi.
    2 punti
  12. Buonasera amici, eccone un 'altra, questa ha il punto dopo la P al rovescio.
    2 punti
  13. Solo 120 grana? Pochini... per ogni fila ci saranno almeno 50 pezzi, 100 grana equivale ad un ducato, saranno una sessantina di file quindi penso che saranno perlomeno: 30 Ducati http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FE1/14
    2 punti
  14. E’ questa la breve storia di un viaggio , un amaro , triste e struggente viaggio di ritorno in patria di un nobile Romano che , nato probabilmente a Tolosa o Narbona , in Provenza , torna nella natia Gallia pochi anni dopo che Roma e’ stata violata dai Goti di Alarico , ma non intraprende questo viaggio per fuggire dall’ URBS ormai non piu’ sicura , tanto piu’ che era stato Prefetto di Roma , bensi’ per curare i suoi beni in Provenza devastati dagli invasori Vandali ; costui era Claudio Rutilio Namaziano , nato forse a Tolosa , era stato l’ anno prima del ritorno in patria , Præfectus Urbi di Roma . Namaziano nel corso del viaggio di ritorno in Provenza si dispera e si strugge di nostalgia per un mondo in fase di inesorabile declino , narrando in poesia le rovine delle citta’ italiche un tempo potenti e fiorenti di civilta’ , ora ridotte ad oscuri e semivuoti villaggi ; anche le strade un tempo vanto della civilta’ di Roma che raggiungevano i piu’ lontani confini dell’ Impero , sono ora in dissesto e pericolosi transiti per i viandanti ; Namaziano pur nella sua comprensibile disperazione per questo sfacelo dell’ Impero , non si rende conto pero’ che parte di questa rovina e’ dovuta alla classe dirigente di Roma e alla quale lui stesso appartiene , infatti questa nobilta’ politica romana ormai vive , per la maggior parte di essa , di ricordi , di furiose dispute religiose tra l’ ambiente pagano e quello cristiano e di ozi frivoli o letterali , estraniandosi dalla vita attiva pubblica dell’ URBS , perdendo cosi’ di vista la triste realta’ dei tempi . Rutilio Namaziano , l' anno seguente alla carica di Prefetto o poco dopo , fu costretto a lasciare Roma per far ritorno nei suoi possedimenti in Gallia devastata dall' invasione dei Vandali . Questo viaggio fu condotto via mare e con numerose soste , dato che le strade consolari erano impraticabili a causa dell’ abbandono della manutenzione e insicure dopo l' invasione dei Goti ; Roma non si sarebbe piu’ ripresa da questo colpo piu’ ideologico che , in fin dei conti , materiale . Namaziano e’ l' ultimo autore del mondo letterario latino pagano . Dal punto di vista religioso Rutilio e’ un aristocratico convinto pagano che non accetta i tempi nuovi in quanto rifiuta i culti cristiani considerati estranei all’ antica tradizione di Roma . Piu’ di tante parole , trascrivo un passo di un grande accademico e latinista italiano : Italo Lana , a proposito del poemetto di Rutilio Namaziano , commento estratto da una sua opera : “Storia della civiltà letteraria di Roma e del mondo romano” : “Nel poemetto in distici elegiaci “De reditu suo” Rutilio narra il suo viaggio per mare verso la Gallia : imbarcatosi al Porto di Augusto (Ostia) e costeggiate le rive del Tirreno sino a Luni , qui la narrazione si interrompe , all’ inizio del secondo libro . Ma una fortunata scoperta ci ha restituito , nel 1973 , mutili , 39 versi del secondo libro , da cui apprendiamo che nel seguito del viaggio Rutilio toccava poi Genova e Albingaunum (Albenga) ; per cui è ora lecito supporre che il poemetto narrasse per intero il viaggio di ritorno da Roma alla Gallia . La descrizione delle varie tappe di questa singolare navigazione di piccolo cabotaggio offre occasione al Poeta di rievocare e celebrare amici suoi , tutti appartenenti all’ aristocrazia senatoria (vivissima è nel poemetto la coscienza di gruppo - se così la si po’ chiamare - : Rutilio e i suoi amici sono convinti di appartenere ad una categoria di persone superiori) : in mezzo ad un mondo fumante di rovine , essi, superbamente appartati , trascorrono il loro tempo in cerimoniosi incontri e colloqui , in vacanze prolungate , passando dall’ una all’ altra villa . Quale stridente contrasto con le miserande condizioni delle città ! Rutilio si sofferma a descrivere le rovine di Castro Nuovo ; le poche misere case di campagna di Alsio e Pirgi (tutto quel che resta di due già fiorenti cittadine) ; Gravisce spopolata , Cosa ridotta a rovine , Populonia distrutta dal tempo . Rutilio nota tutte queste rovine , con malinconia ; ma il suo spirito non s’ arrende : nonostante tutto egli ha fede in Roma , alla quale innalza un inno fervoroso che è una vera professione di fede , e nello stesso tempo può considerarsi come il manifesto dell’ intellettualità pagana , che non accetta l’ Impero cristiano e , non sapendo proporre un concreto programma politico da contrapporre ed eventualmente sostituire a quello dell’ Impero cristiano , si rifugia nel culto della grandezza passata di Roma , di cui esalta le autentiche glorie : e in primo luogo la diffusione , da lei operata , della civiltà nel mondo . A Roma , dea genitrice degli dèi e degli uomini , si rivolge con infiammate parole : “fecisti patriam diversis gentibus unam […] urbem fecisti quod prious orbis erat”. (Facesti di tanti genti un' unica patria.....facesti una Citta' quello che prima era il momdo) Alle rovine e ai disastri contrappone la fede nell’ immortalità della dea Roma . Rifiuta il colloquio con le forze nuove che ormai si impongono : il Cristianesimo ed i barbari . Egli continua a parlare il suo linguaggio , che è quello delle passate età , ma il distacco dalla realtà è ormai irrimediabilmente segnato . Il medesimo distacco era già in Simmaco , in Macrobio , e negli altri letterati della rinascita pagana , ma lo si avvertiva meno , perché quelli non affrontavano , nelle loro opere , temi attuali . Rutilio , invece , si scaglia contro i monaci , che nelle isole dell’ arcipelago toscano vivevano vita ascetica ; li condanna per la loro fuga dal mondo e mostra di aver capito , la pacifica sostanza della rivoluzione che il cristianesimo stava attuando , quando dei monaci , ch’ egli vedeva trasformati in esuli volontari , i quali nulla più avevano di umano , quasi per effetto di un livello beveraggio di Circe , scrive : “tunc mutabantur corpora, nunc animi” (“allora venivano trasformati i corpi , ora le anime”) Circe trasformava i corpi , il Cristianesimo trasforma le anime . Poiché questa trasformazione si compie , il mondo antico finisce . E con Rutilio finisce nell’ esaltazione dei benefizi da Roma distribuiti a tutta l’umanità : lo sguardo rivolto al passato , in reverente contemplazione . Ma intanto il mondo cammina : e Rutili e gli attardantisti pagani poiché si arrestano immobili in questa contemplazione , sono inesorabilmente travolti dal moto della storia”
    1 punto
  15. Scoperto nel 1995, il ripostiglio monetale di Saint-Jean-d'Ardières (Rhône) è un tipico deposito della metà del III secolo d.C. composto pressoché unicamente da antoniniani (4107 antoniniani di cui 11 imitazioni e 3 denari). La composizione comincia con la prima serie di radiati coniati durante il regno di Caracalla e termina nel 252 durante il regno congiunto di Treboniano Gallo e Volusiano. L'accumulo del deposito dovette iniziare probabilmente attorno al 238 d.C. Le emissioni di Gordiano III (238-44) e Filippo I (244-49) costituiscono più dell'80% dell'intero ripostiglio. Il ritmo di accumulazione andò a calare verso il 251 in connessione con l'aumentare dello svilimento del contenuto di fino e del peso dei radiati. Questo ripostiglio è stato studiato e analizzato attentamente in quanto offre dettagli molto importanti per riconsiderare e riorganizzare le emissioni di Filippo I e, vista la sua data di chiusura, permette anche una serie di considerazioni circa la problematica classificazione delle serie emesse durante il regno congiunto di Treboniano Gallo e Volusiano. Sinteticamente, la composizione del ripostiglio è la seguente: Il ripostiglio è venuto alla luce durante una serie di lavori su di un terreno per la realizzazione di un hangar e al momento della scoperta l'intero tesoro si presentava suddiviso in piccoli blocchi coesi come questo (che è stato conservato a mo' di esempio documentale dello stato di fatto): Per chi fosse interessato qui c'è - open edition - lo studio dettagliato e puntuale (in francese) del deposito: http://books.openedition.org/editionsbnf/640?lang=fr#tocfrom1n1 Di mio vi presento un piccolo pezzettino di questo trèsor: FILIPPO II Zecca di Roma - Antoniniano - Biglione - 22 mm - 2,90 gr D\ "M IVL PHILIPPVS CAES", busto radiato e drappeggiato a destra. R\ "PRINCIPI IVVENT", Filippo II in abiti militari stante a sinistra con un globo nella mano destra e una lancia verso il basso nella mano sinistra. Come al solito, ben vengano pareri, impressioni, osservazioni ecc ecc
    1 punto
  16. Recentemente mi è stata commissionata la pulizia di una moneta da 3 baiocchi 1849 II Repubblica Romana, per la rimozione dell’ossidazione presente sul D/. Dopo un opportuno lavaggio, si è proceduto alla totale rimozione dell’ossidazione, con un meticoloso lavoro al microscopio. Durante tale attività, la rimozione dello sporco e dell’ossidazione ha portato alla luce, posizionate sul taglio, tre corrosioni del metallo che hanno creato dei piccoli crateri di cui uno di una certa importanza. taglio 3 baiocchi.bmp Il committente ha richiesto la sistemazione di tali mancanze per evitare che in futuro si potessero allargare e provocare danni più gravi al tondello. Per fare questo, ho seguito i principi e i dettami, che, Cesare Brandi (1906-1988), fondatore e Direttore dell’Istituto Centrale del Restauro fino al 1960, ha esplicitato nel suo volume “Teoria del restauro”, testo guida fondamentale per il restauro delle opere d’arte. Relativamente alle “lacune di materiale” che si possono verificare nel tempo su un’opera d’arte, il Brandi recita testualmente: “…..occorre ridurre il valore emergente di figura che la lacuna assume rispetto alla effettiva figura che è l’opera d’arte. Così posto, è chiaro che le soluzioni caso per caso, che la lacuna esigerà, non divergeranno dal principio, che è quello di ridurre l’emergenza alla percezione della lacuna come figura.” Seguendo questo principio, si è provveduto al riempimento delle lacune con adeguato pigmento metallico, unitamente ad un opportuno collante, in maniera che a lavoro finito fosse rispettato un altro fondamentale principio ripreso dal Brandi, “……..assoluta e facile riconoscibilità delle integrazioni che realizzano l’unità potenziale dell’immagine, diminuzione dell’emergenza della lacuna come figura…” Come si può notare l’intervento di micro ricostruzione integrativa ha ridotto l’emergenza delle lacune e nel contempo è perfettamente distinguibile, anche a grandezza naturale come da foto che seguono e quindi rispettoso dei principi sopra esposti. Nelle immagini che seguono ci si può rendere conto della completa rimozione delle tracce dell’ossidazione e del restauro integrativo eseguito. E - Copia.bmp F - Copia.bmp G - Copia.bmp
    1 punto
  17. aspetta a saltare di gioia. come ha detto @profausto , sono monete molto falsificate e non si trovano per caso. servono intanto foto migliori, anche del bordo.
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  18. Io,purtroppo,pur studiando "selvaggiamente"Roma dal 1975,pur possedendo una ricchissima biblioteca "romana",sono un povero chirurgo.E nessuno mi vuole...
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  19. Per me occorrerebbero foto più nitide e togliendo tutto quel fondale
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  20. ciao,che il punzone della A si sia ,in un modo o in un altro,deformato solo nel punto dell'asticella la vedo dura,potrebbe essere che sia stato usato il punzone capovolto della V e poi si sia tentano di mettere l'asticella ,ma probabilmente qualcosa è andato storto...
    1 punto
  21. Buongiorno, Riguardo la presenza del delfino al rovescio vorrei menzionare che se da un lato la rappresentazione di una locusta al dritto potrebbe essere un riferimento ad un culto di Apollo Parnopios, il delfino dall'altro potrebbe essere la riprova di un forte e condiviso legame religioso con questa divinità, conosciuta anche con l'epiteto di Delfinio, protettore dei naviganti. L'origine dell'epiteto sarebbe da attribuirsi alla trasformazione del dio in quel cetaceo o ad una forma alternativa a Delfico, ma sempre nel solco ben definito dell'indicazione di una divinità che solleva l'uomo dalle avversità (infatti in forma di delfino guidò Castalio, e le colonie di cui era a capo, da Creta a Delfi).
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  22. Pensa con tutto che è invernale ha solo un mantello addosso Le vesti del busto in oggetto invece le vedo pesanti, secondo me stonano con Apollo...
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  23. se è del 1858 vale un mucchio di soldi ma è più probabile che sia del 1958 vale circa 4 euro
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  24. Dal volume di Lorenzo Bellesia ‘Lucca, storia e monete’ del 2007: Certo le fotografie non aiutano….
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  25. sicuramente autentica....non ho mai visto falsi. la doratura è molto consumata ...per me non vale oltre 20/30€
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  26. Interessantissime spiegazioni. Grazie ?
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  27. Ciao @santhia, per l "monete" che trovi nei vari siti in vendita cn scritto prova o probe non possono neanche avere la definizione di moneta, ma al massimo di gadget o souvenir o dischetti dì metallo con un immagine sopra, con nessun valore ne legale per essere spese ne numismatico per essere inserite in una collezione di euro monte da circolazione. Per quanto riguarda le monete prova una serie che potrebbe essere definita di prova in realtà è stata coniata dalla Zecca ed è stata consegnata nel 2002 al Ministro del tesoro che era Carlo Azeglio Ciampi, per la presentazione ufficiale alla stampa. Non sono prove ufficiali perché mai fu emesso un decreto in merito, ma comunque questa serie di differenzia per piccole caratteristiche dalle monete che poi entrarono in circolazione è che tutt'ora oggi noi usiamo, tutto viene spiegato bene nei dettagli nel libro scritto da Domenico Luppino sulle indagini effettuate alla Zecca di Roma.
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  28. È un buon ferragosto comunque, perché hai fatto ciò che volevi, hai speso la moneta ti sei bevuto la birra e non hai letto per fare altro. ?
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  29. Un baiocco e due mezzi baiocchi!
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  30. 1 punto
  31. Attendiamo comunque commenti e magari qualche immagine....
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  32. Non mi sembrerebbe Adriano; piuttosto Marco Aurelio o Lucio Vero. Potrebbe essere Marco Aurelio, Dattari 3492.
    1 punto
  33. Tra i miei pochi libri , non ho trovato il tipo né su BMC Italy , né su SNG Oxford Italy . Vale una lettura il capitolo " Le monete di scambio ( o monetine ) " , dal libro di A. Montesanti " La monetazione d'impero e di alleanza di Crotone " ( 2008 ) , che considera , tra gli altri , questo particolare triobolo .
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  34. Bene, Stefano complimenti e in bocca al lupo, un convegno che non può mancare per il territorio. Un grosso saluto a te e signora. Roberto
    1 punto
  35. E' un buon prezzo, ma ti sei tolto in un sol botto il piacere della ricerca.
    1 punto
  36. Inventrix oleae colitur vinique repertor / et qui primus humo pressit aratra puer... Come @clairdelune aggiungo anche io una sensazione personale. Nell'estate del 2010 stavo scavando sul Palatino e, durante una pausa, mi misi a riposare sotto un grande albero di alloro, lungo il vialetto che conduce al tempio di Eliogabalo, in una zona interdetta ai turisti. Quando mi destai dal sonnacchioso dormiveglia, rimasi a fissare la chioma dell'albero e i resti del vicino tempio di Venere e Roma che, dall'alto del Palatino, si vedono meravigliosamente. Mi resi conto allora che quel cielo azzurro che si intravedeva tra le fronde era lo stesso che da duemila anni sovrastava la Città Eterna: lo stesso cielo che avevano guardato gli antichi, chiedendo auspici e pronunciando giuramenti. Fu allora che compresi pienamente le considerazioni di Ranuccio Bianchi Bandinelli, che poi erano le stesse del Mommsen: Roma non è una città, non possiede coordinate spaziali o temporali, essa è un'idea. Eterna.
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  37. Sempre momenti da ricordare, per dire un domani c'ero anch'io... Un clima d'altri tempi...la Numismatica si riprende la sua rivincita... Si osservano collezioni importanti... Fotografie e scorci suggestivi d'insieme.. Generazioni a braccetto... Che dire, se fosse sempre cosi, sarebbe tutto più semplice, più facile, e più bello... Grazie per la straordinaria giornata, ricca finalmente di emozioni... Eros
    1 punto
  38. Segnalo il libro di Nuccio D'Anna, pubblicato da Edizioni Solfanelli, dal titolo Le radici sacre della monetazione Per informazioni: http://www.edizionisolfanelli.it/leradicisacredellamonetazione.htm
    1 punto
  39. Tutte quelle che trovi sono solo monete di fantasia . Nessuna zecca ha emesso degli Euro di prova ne prima dell'uscita ne dopo.
    1 punto
  40. Aumento dei costi, servizio scadente, disegni banali... Se non cambiavano il tema delle monete da circolazione non avrebbero venduto nemmeno le divisionali
    1 punto
  41. Sicuramente dibattito molto interessante , tuttavia ritengo che questioni di questo genere siano piuttosto personali e il rischio è che ognuno alla fine rimanga del proprio avviso. Ogni collezionista ha la propria opinione in materia di slab e difficilmente la cambierà. Personalmente penso che gli slab possano essere utili per certi tipi di monetazioni come per esempio le versioni fondo specchio ottocentesche mentre siano totalmente inutili per altre , specie le monete antiche che necessitano di essere tenute in mano per essere valutate attentamente. C'è poi il problema di chi sigilla le monete negli slab che ,essendo umani ,non possono conoscere alla perfezione tutte le monetazioni esistenti sulla faccia della Terra , con il rischio di assistere a cose del genere
    1 punto
  42. Buon ferragosto a tutti, il mio è un po' diverso dal solito ma non sono mai stato così felice di lavorare in questa giornata Un saluto da Orvieto, Campo della Fiera Gaetano
    1 punto
  43. Riprendo .... Sempre il Papadopoli, scrive che la stessa monetina viene anche emessa sotto i dogati successivi di Francesco Foscari, Pasquale Malipiero, Cristoforo Moro e qualche altro ..... in ogni caso anche a nome di questi dogi, se ne conosce uno o due esemplari. A lato di ciascuna, prudentemente, il Papadopoli scrive: Piccolo o bagattino per il Friuli (?) Sorgono spontanee le domande: 1) monete circolate o prove? 2) se sono monete circolate, perché ce ne sono così poche note? 3) se sono delle prove, perché le hanno reiterate sotto tanti dogi? Personalmente non so dare una risposta. Forse l'ipotesi del Papadopoli è fuorviante. Riguardo alla mancanza di una moneta specifica per il Friuli, ho una idea tutta mia. Il Friuli era una zona depressa; altamente conflittuale (c'erano continue faide tra nobili "imperiali" e "marcheschi" ed il popolo era in balia di queste fazioni; era una zona ad alto rischio invasione da parte dei turchi e degli Asburgo. Nonostante questi problemi, Venezia la considerò sempre, fin dalll'origine, una entità autonoma, una "regione a statuto speciale" ante litteram; tant'è che confermò, pur limitandolo, l'ancestrale parlamento di cui il Friuli si era dotato fina dal XII secolo. Pensate che lo abolì Napoleone! Ebbene, con queste premesse, credo che Venezia non ravvisò alcuna necessità di "accontentare" il Friuli con una moneta "piaciona", magari con l'immagine di qualche Santo patrono, come fece per altre comunità. In Friuli correva la medesima moneta che correva nel Dominio. saluti luciano
    1 punto
  44. Ciao! Già, bella domanda ..... @gigetto13 ha ragione; sotto il dogato di Tomaso Mocenigo, sembrerebbe che una monetina sia stata emessa ..... Il condizionale è d'obbligo, poiché è il Papadopoli che avanza l'ipotesi che una monetina di mistura, per la precisione un piccolo, creato con la stessa lega di quelli emessi per Verona e Vicenza, ma di peso leggermente superiore e conosciuto in soli due esemplari, sia stato emesso per qualche provincia o per una comunità. Considerato che la Patria del Friuli venne annessa alla Serenissima proprio sotto il dogato del Mocenigo e che tra i provvedimenti relativi alla zecca in questo periodo, ci fu l'inserimento di Savi preposti ad investigare sopra i fatti del Friuli, Papadopoli avanza l'ipotesi che questo piccolo fosse stato creato proprio per circolare in quell'area. Certezze però non ce ne sono; ci sono i due esemplari noti al tempo della stampa del libro del Papadolpoli (uno lo assegna al Museo Bottacin) ed anche l'immagine (Tav. XIV al nr. 12). Non credo ne siano stati trovati altri. Tornando alla domanda originaria .... questa sera.
    1 punto
  45. Buona Domenica Perché per l'iconografia e l'assenza di legenda è unico. Fu coniato solo sotto il dogato del Tron e del suo successore Nicolò Marcello, ma sotto quest'ultimo, causa anche il suo breve periodo di dogato (circa un anno e mezzo) fu coniato in pochi esemplari, tanto che è considerato R3. saluti luciano
    1 punto
  46. Buona serata Non si può parlare di "meteore" senza citare il gruppo di monete coniate sotto il dogato del Doge Niccolò Tron, che riportano il suo ritratto. Non vorrei però ripetermi, perché in proposito c'è già un mio pezzo. http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/i-signori-tiranni-si-mettono-in-medalia-e-non-i-cavi-de-repubblica Ma dello stesso doge c'è il soldino, moneta particolare e unica, che non presenta la legenda al rovescio. Questo è un "assist" per @gigetto13 .... saluti luciano
    1 punto
  47. Buona Domenica Certamente Fabrizio ci da un suggerimento importante. "Parlo di tutte quelle emissioni per i nuovi possedimenti Brescia, Bergamo, Verona, Vicenza, Ravenna." E' un dettaglio importante; al momento di una nuova acquisizione territoriale, Venezia, aveva un imperativo; far correre la propria moneta (con i suoi simboli collaudati) ed eliminare la monetazione precedente. Per far questo e per non creare problemi monetari dirompenti, Venezia creava monete che si inserissero nell'area monetale originaria, quindi monete che tenevano conto del loro valore e che fossero multipli o frazioni di quelle. Risolto il problema dell'autorità, Venezia, doveva anche guadagnarci e quindi a queste monete dava si un valore che poteva soppiantare la monetazione precedente, ma ad un valore fiduciario, perché il titolo dell'argento contenuto nella moneta era veramente infimo e inferiore alla precedente. Spesso per rendere più accettata la moneta, usava mettere al rovescio l'immagine del Santo protettore della città in questione. saluti luciano
    1 punto
  48. Ciao, mi permetto di aggiungere quella che considero un’addenda alla bella presentazione di @@Titta99 http://www.lamoneta.it/topic/145684-presentazione-powerpoint-monetazione-romana/ nell’ottica di completarla a scopo didattico e spero di discussione. Oltretutto, alla luce della recentissima ottima presentazione di @@Poemenius , http://www.lamoneta.it/topic/146713-pesi-e-misure-nel-tardo-antico/#entry1676909 ne rappresenta il logico prologo (salvo non trattare il travagliato III secolo se non di striscio). In effetti senza che ne parlassimo tra noi (abbiamo una “liaision” culturale per tutt’altre faccende… ;) ), abbiamo avuto entrambi un’idea simile (e infatti il titolo richiama quella sul periodo Tardo-antico). Nel seguente topic tratto parte della svalutazione della monetazione romana nel periodo 2 a.C.(Augusto) – 215 d.C. (Caracalla). Mi limito a queste riforme perché a partire dal III secolo dopo Cristo la spirale inflazionistica subisce un’accelerazione che sconvolge il quadro monetale valido per due secoli che ci permette di rendere facilmente comparabile le varie riforme. Infatti fino alla prima metà del III secolo lo schema di cambio rimane invariato (salvo la scomparsa dei nominali più piccoli probabilmente a seguito della loro svalutazione – analogamente alle odierne discussioni sui 1 e 2 €cents) ovvero: Qualcosa in realtà cambierà pur restando fissi i valori di cambio tra le varie monete. I tenori di metallo fino ed i pesi ponderali, ad esempio. La domanda sorge spontanea: perché accadde? Quale dinamiche portarono al progressivo impoverimento della monetazione circolante?
    1 punto
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