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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/05/17 in tutte le aree
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Splendidi questi elementi marmorei ora nel Museo del Duomo e provenienti dalla stessa Cattedrale con stemma di Milano e imprese.3 punti
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Buona giornata Credo nessun rapporto, se non di similitudine; la bandiera inglese prende spunto da quella genovese (croce rossa in campo bianco, detta anche croce di San Giorgio). Bandiera che - pare - fosse già in uso da parte delle milizie genovesi ai tempi della presa di Antiochia (1098). Gli inglesi ottennero da Genova il permesso di adottare la loro bandiera crociata circa un secolo dopo, così da aver protette le loro navi dai pirati durante la navigazione nel mar Mediterraneo e nel mar Nero; luoghi dove la marineria genovese era molto presente e temuta. Per questo privilegio il re inglese pagava al doge genovese un tributo annuo. Questo è quanto si tramanda ed io ti riferisco; ammetto di non aver fatto specifiche ricerche in merito. Un cultore della storia genovese saprà certamente essere più preciso del sottoscritto.... saluti luciano3 punti
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Ci tenevo a raccontare questo episodio della Seconda Guerra Mondiale, certamente da noi poco conosciuto anche nelle sue interessanti implicazioni numismatiche. Poi proprio ieri si può dire che ho trovato una fortunosa "ispirazione"... Forse ci metterò un pò a scrivere il tutto, ma l'importante era cominciare...2 punti
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Buonasera a tutti... mi date un parere sulla conservazione e sulla effettiva rarità di questo 12 Tarì 1795.... e magari su quale potrebbe essere un prezzo equo a cui acquistarla? Grazie in anticipo. (il Gigante la cita come NC- il Montenegro come R ma sinceramente si vede davvero poco in vendita!!??)2 punti
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Ciao Amico Asclepia....non è la mia monetazione, Ti posso solo confermare quello che hai scritto al primo post.....molto piu' rara di quanto riportata...2 punti
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Buonasera a tutti...pure a me non convince tanto... Osservando: il 7 della data sembra avere la parte orizzontale più sottile. L'8 sembra avere una forma un po' diversa...so che è vago ma sembra che i due braccetti che devono chiudere l'otto non si incontrino dietro l'otto, sembrano leggermente spostati (almeno io ho questa impressione) Il L5 (come scrive @santone) è strano,sembra più sottile che in monete certamente originali; il ciglio del 5 è evidentemente più sottile, come il ricciolo e come il piede della L. Il pizzo di Vittorio sembra avere un ricciolino in meno, anzi più corto e sfuggente (vedi allegati per confronto). E poi l'immagine per quanto piccola dell'ultima rosetta del post 8 è molto sospetta.... ma aspettiamo il peso. Mi scuso per le immagini ma non son riuscito ad ingrandire di più quelle della moneta sospetta, ma sforzando un po' gli occhi le differenze si vedono. p.s. anche il colore non è dei più convincenti2 punti
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Siamo nel comune di Santa Croce Camerina quello che si intravede nella foto precedente con il tramonto è la frazione di Punta secca, i due siti archeologici sono Kamarina e la meno conosciuta Caucana2 punti
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Al compleanno della discussione non potevo non postare un esemplare Filippo II al R/ finale di legenda tre pallini disposti in triangolo.2 punti
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Non c'era la foto nel catalogo d'asta della collezione Mantegazza: era riportata solo la descrizione "variante inedita ......... lettera A rovesciata."2 punti
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Ringrazio per l'invito più che gradito. Purtroppo per domenica 10 ho già da tempo fissato un impegno. Sarò più che volentieri dei vostri alla prossima occasione. Grazie ancora. M.2 punti
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Ciao a tutti, come già anticipato sarò solo all'aperitivo. Sarò al Cordusio in anticipo per fare un salto a salutare Gianfranco (@gpittini), sperando sia presente e operativo .2 punti
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Ho chiesto a tutti i numismatici torinesi se avevano ancora il blister con il 2 fiorini di C.E. I dell' assedio di Vercelli , mi e' stato risposto che e' andato esaurito parecchi secoli fa. Molti soldati dell'epoca hanno acquistato questi esemplari come souvenir dell'evento !2 punti
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DE GREGE EPICURI Si pensa a falso d'epoca quando vari elementi si scostano da quelli abituali: peso molto più basso (N.B. questo vale anche per certi bronzi), lettere decisamente anomale rispetto all'emissione ufficiale o veri errori nella grafia, immagini malfatte o comunque differenti rispetto agli esemplari ufficiali noti. Come vedi, i confini tra falso d'epoca e monetazione "imitativa" tollerata in un certo territorio non sono molto precisi. Per quanto concerne il peso, nel confezionare i suberati l'abilità era proprio quella di avere un peso finale entro un range accettabile. Aggiungo che i "suberati di stato" erano a volte perfetti, e sicuramente prodotti con gli stessi conii usati per l'argento puro. Del tutto diverso ovviamente è il discorso sui falsi moderni.2 punti
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Le questioni aperte sulle monete longobarde sono proporzionali al numero delle loro zecche e come non conosciamo ancora tutte le secche parimenti vi sono problemi che ancora oggi non riusciamo nemmeno a riconoscere cominciamo con l'umile lavoro di dissodare il terreno - se riusciremo ad arrivare almeno a quello - poi si potranno esaminare le molteplici questioni sul tappeto. piuttosto nell'economia generale del lavoro mi domandavo se valesse la pena prevedere un vero e proprio capitolo a partd per la questione falsi dato il loro numero crescente sul mercato e per fare un po' di chiarezza in questo ambito a beneficio di studiosi e collezionisti2 punti
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Una delle tante monete postate, la numero 12 se non ho visto male, è una moneta della Serenissima; un "bezzo da 6 bagattini" , monetazione del XVII secolo il cui valore in questo grado di conservazione non è che di una manciata di euro. Si trova sui banchi dei mercatini a 5-6 euro, per capirci. E' comunque una moneta dall'alto valore storico, rientrando nel novero dello "spicciolame", una moneta circolata nelle mani del "popolo", una di quelle monete che più mi fanno fantasticare. Affascinante pensare che magari, chissà, sia servita per acquistare verdure nei mercati tra le calli, per pagare una trasporto di una derrata a bordo di una gondola. Un bel giorno magari persa in una piazza San Marco allagata dall'acqua alta, ritrovata da chissà chi e subito spesa una una bettola di infimo ordine per un' "ombra de vìn" e riposta dalle mani callose dell'oste in una cassettina di legno; e così via. Fino ad arrivare oggi nella tua collezione. Be', ciò vale molto più di cinque o sei euro, giusto?2 punti
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Correggo quanto scritto in questo mio post. ....il Tari' 1794 SICLIAR, viene riportato nel Gigante 2018 con rarita' R3 , ....con due soli esemplari censiti....è corretto secondo voi questo grado di rarita'?2 punti
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Alcuni gettoni ricordo reperibili all'interno dell'Esposizione.2 punti
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Mi ricordavo di avere qualche cosa su questa impresa.............dopo lungo cercare alla fine l'ho trovato!!! Un librettino che racconta il viaggio aereo dell'illustre Cavalier milanese Don Paolo Andreani, esposto dal canonico Carlo Castelli.2 punti
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Eccola qui. Capolavoro di medaglia e stato di conservazione. Ahimè, la foto rende solo il 10% della bellezza del pezzo in mano...2 punti
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@danielealberti post 40 Pensando a monete siceliote con spighe e probabilmente di mano di grandi incisori ( forse EUTH...) , vale uno sguardo il tetradramma di Selinunte , tra gli ultimi prodotti poco prima della distruzione della città , da alcuni collocato tra i capolavori della monetazione greca . L'esemplare in calce è quello di eccezionale conservazione da Hunt I , n. 78 .1 punto
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Complimenti @dabbene, per le splendide immagini che hai postato.1 punto
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La collezione da cui provengono queste monete fu assemblata dai Gonzaga, che in seguito la vendettero agli Este. Non è chiaro quale delle due famiglie abbia apposto le contromarche sulle monete, ecco perchè troverai fonti che parlano di aquiletta dei Gonzaga ed altre che parlano di aquiletta degli Este.1 punto
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@dabbene per il circolo Astengo dovrebbe esserci @principesax o almeno mi sembra di aver capito. Io purtroppo non penso di poter venire1 punto
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@eliodoro @Liutprand ho unito le discussioni che entrambi avevate aperto sull'argomento. petronius1 punto
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Ciao @Liamred00, la frase di Plinio il Vecchio , di cui pero' non ho il testo : "In Italia fra Terracina ed il Tempio di Feronia..........." potrebbe comprendere un territorio molto vasto perché i luoghi sacri dedicati all' antica dea Feronia erano molti : Scorano , oggi frazione di Capena dove sorge il Lucus Feroniae il santuario principale dedicato alla dea del Lazio antico , poi segue Trebula Mutuesca , attuale Monteleone Sabino , Terracina , Preneste , attuale Palestrina , Etruria e l' area sacra di Largo di Torre Argentina Tempio C , a Roma . Come vedi Plinio non ci dice a quale Tempio di Feronia fa riferimento , io suppongo al Tempio principale di Capena ; questo pero' lascia invariato il mistero del "fulmine" , rispetto al quale non azzardo ipotesi fantascientifiche , come anche sui fatti dell' epoca di Mario ed in generale su tutti i Prodigi raccontati dagli antichi . Rispetto a questi Prodigi e' impossibile dare spiegazioni postume , comunque i piu' , presi razionalmente , sono imputabili ad effetti metereologici , meteoriti , stelle cadenti , stelle nove , supernove , ecc. , altri eventi , come nei due casi da te esposti , lasciamoli alla fantasia di ognuno di noi , tanto , nessuna e tutte , sono possibili . Un saluto1 punto
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Non mi piace, rilievi impastati, perlinatura sfuggente al /R a ore 12. Pero' qualche giorno fa ho avuto modo di vedere una serie di falsi di monete dell'800 fatti molto bene. Roba che se non sai a priori il dettaglio sbagliato di quel fake in particolare e' quasi impossibile da riconoscere. Quindi adesso sono molto piu' umile nel giudicare.1 punto
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Allora è facile... Santa Croce Camerina? Prende il nome dalla vecchia città greca di Kamarina. Spero di non avere detto una m....ata.1 punto
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Mi piacerebbe molto esserci, ma è il giorno prima dell'inizio della scuola. Comunque bella iniziativa sarebbe interessante conoscere tutti i forumisti. Comunque prossimamente ho intenzione di passare a Milano e quindi passare a farvi un saluto. A presto, Alb1231 punto
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Ciao ragazzi, un utente Lamoneta che preferisce rimanere anonimo mi ha chiesto di condividere sul forum la risposta che Lui ha ricevuto dalla casa d'aste stessa perché potrebbe essere utile a risolvere i dubbi della discussione. Ecco la mail di risposta: " Gentile Sig. ......., grazie della segnalazione. Ma la moneta è effettivamente la stessa ex NAC, non un clone della stessa, né un clone a sé stante. Era ricoperta da croste e concrezioni sui dettagli, come anche sul bordo; che sono letteralmente saltate via al contatto con il bisturi... Le argomentazioni del forum LaMoneta, per chi ha seguito dal vivo l'operazioni, sono sterili e fini a sé stesse. Cordialmente, AP "1 punto
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@dabbene ciao, eccomi. Allora io sono ancora fuori quindi purtroppo non posso venire al pranzo. Tuttavia se rientro questo w-end e sono a Milano passo volentieri prima per un saluto. In ogni caso una delle prossime domeniche passerò a trovarvi. A presto, un saluto a tutti.1 punto
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Ai tempi mi ritrovai ad acquistare un bellissimo libro illustrato di Alfredo Taracchini "Addio, cara lira", di grande formato e veramente ben fatto, non è un catalogo ma te lo consiglierei perché ci sono moltissime belle immagini e molta storia. Ricordo di averlo pagato molto, 150.000 lire, ma se ti fai un giro su eBay ora lo trovi a poco.....1 punto
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Ottima informazione. Devo dire che quando ci sono solo sigle è sempre un bel rebus districarsi sul paese di origine e sull'uso del gettone di turno. Saluti Simone1 punto
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Ma nella nuova legge non si dice che si possono usare per fare foto anche cavalletti e attrezzatura professionale proprio come modifica all'articolo 108. "La liberalizzazione dello scatto fotografico nei musei italiani è ora possibile con qualsiasi dispositivo elettronico privo di flash, cavalletto o stativo e nel rispetto delle persone in sala. La foto deve però essere utilizzata per fini non di lucro e in tal caso può essere condivisa sulle reti sociali. In modifica all’art. 108 del Codice il nuovo decreto pone due aperture interessanti". Fonte:http://aibnotizie.aib.it/derobbio-artbonus/ Quindi @adelchi avrebbe potuto anche fare il servizio fotografico ai longobardi e a tutti i loro paramenti se avesse voluto? (provo a indovinare la mostra?) salvo poi fare magliette con quelle immagini al grido di "Riprendiamoci Benevento!", ovviamente si scherza?. A presto, Alb1231 punto
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Devi aspettare verso la fine dell'anno, la prima emissione è sempre verso giugno/luglio, la seconda novembre/dicembre, quando si avranno notizie stai sicuro che qualcuno lo scrive. Comunque sul loro sito quando è ora viene sempre messa la data di emissione.1 punto
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Fotografa le monete ancora un pochino più lontane dall'obiettivo e poi ritaglia. Diminuirai ulteriormente l'effetto "sfocato". Ciao.1 punto
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DE GREGE EPICURI Crawford ha sempre sostenuto (se ben ricordo) che i suberati del periodo repubblicano non fossero prodotti dallo stato, bensì da privati; cioè che fossero dei falsi. Ma la maggioranza degli studiosi pensa invece il contrario, e ritiene che la quasi totalità dei suberati fossero monete ufficiali. Certo, qui la perlinatura è molto grossolana, ma se la zecca era itinerante...1 punto
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Bisogna distinguere le "patacche" moderne da quelle d'epoca.....cioe' contemporanee alle monete stesse. Per farti una cultura a riguardo ti consiglio di leggere la discussione del Forum....quella riguardante I falsi nella monetazione napoletana. Ne sta una in particolare di "patacca" moderna che si trova in vendita in rete....una Piastra di Ferdinando II del 1854....realizzata molto bene, solo ha nel contorno la dicitura FERT! Poi trovi pure I 5 lire 1813 di Murat... Se il venditore è onesto .....riporta la descrizione "riproduzione". Per utilita' collettiva ti posto la Piastra del 1854 falso moderno.1 punto
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Ciao @galaad, in questa mia "ossessiva" ricerca di varianti.....sono molto avvantaggiato dalla enorme quantita' di materiale proposto in vendita online. Non passa settimana che scopro conii per me nuovi e varianti mai viste fino ad oggi. E devo essere sincero......molte volte neppure I venditori sanno cosa stanno .........vendendo! Per mia fortuna1 punto
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Non puoi vederlo da nessuna parte perché è presto, mancano ancora 4 mesi al 2018! Per il resto della domanda non rispondo perché noi qui cerchiamo di parlare di collezionismo, esordire con domande che hanno a che fare con il commercio, e in particolare la tua denota che non sai come funzioni il collezionismo, e di conseguenza ottenuta la risposta sparirai da questo forum. Se hai voglia di imparare qualcosa, usa il tasto cerca in alto a destra, troverai la risposta alla tua seconda domanda.1 punto
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Ti posto le due varianti della moneta (purtroppo ho solo questa scannerizzazione) in questione che - come giustamente sottolineato - si differenziano per le dimensioni della firma: la moneta postata all'inizio è sicuramente una "firma piccola".1 punto
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Non sono mai stato un fervente animalista, malgrado ciò i fatti di cronaca che stanno caratterizzando l'estate mi spingono a chiedere all'umanità intera ma che cosa ci hanno fatto gli animali per maltrattarli e ucciderli senza pietà? Dalla povera orsa del Trentino (non bastava sedarla e spostarla, bisognava ammazzarla? Ha dei piccoli...), che tra tutti gli scempi è anche quello che in minima parte giustifico di più, al cavallo di Messina morto di caldo e fatica solo per trasportare in carrozzella degli idioti, al delfino cucciolo spentosi dal terrore perché quattro imbecilli dicevano farsi dei selfie con lui, ai poveri asinelli che qui a Santorini devono trasportare altri deficienti dal porto a Thira con 30 gradi e su una salita con 25% di pendenza. Ne muore uno alla settimana. Lo so che è retorico e demagogico, ma francamente ho più rispetto per un'unghia di uno di questi poveri animali che di coloro che li maltrattano e li uccidono. E tornando all'orsa del Trentino, e senza alcun timore di apparire estremista, mi chiedo ingenuamente perché chi uccide un altro uomo (che non lo fa certo per cibarsene o proteggere i propri cuccioli) non dovrebbe fare la stessa fine.1 punto
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Non sono tanto in vena di polemiche per cui la risposta la trovi già nei post sopra in un intervento di VickyDog. C'è solo una casa d'aste per ora che si è contraddistinta per l'utilizzo della parola "riverine patina", la cosa dovrebbe far riflettere. Quindi un conto è la definizione di patina Tevere, fluviale, Tiber, water, river, riverine o che dir si voglia e un conto è l'essenza della moneta e il fatto che presenti o meno la suddetta patina che le si vorrebbe attribuire. La difficoltà a discriminare una patina fluviale da una moneta spatinata e da una spatinata e poi ossidata o trattata chimicamente, soprattutto in foto, fa sì che ci sia confusione sull'argomento tra gli appassionati ma purtroppo anche tra i compilatori dei cataloghi d'asta. Tornando alle "cose tecniche" e alla moneta origine di questa discussione qui ora abbiamo un prima e un dopo (sempre se così fosse), secondo quanto ci dice la casa d'aste. C'è qualcuno che pensa sia davvero possibile far tornare una moneta a una patina Tevere originale togliendo chimicamente o meccanicamente una patina posticcia? Si potrà arrivare tutt'al più a una moneta spatinata, a rigor di logica, almeno secondo me. O no?1 punto
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Sono diversi anni che seguo le zecche abruzzesi. Posso solo dirti che acquisti che all'epoca mi sono parsi folli, si sono rilevati degli ottimi investimenti. Certamente spendere € 5.400 (mi sembra di ricordare) per un Manoppello è una mezza follia. Ma il tempo potrebbe dar ragione al collezionista. Sono le monete più comuni che incontrano difficoltà ad apprezzarsi nel tempo. Un cavallo di Ferdinando per L'Aquila, per quanto variante rara ed in conzioni proof, non potrà mai arrivare a prezzi stratosferici... A meno che in asta non si scontrino due "folli"...1 punto
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@melatino il cavallo in asta dovrebbe partire da 3/400 euro di base, infatti e oltre un anno che rimane invenduto , sicuramente c'è molto interesse per le monete abruzzesi, ci vuole molta pazienza e anche denaro,qualcosa potrebbe capitare anche da scambi/vendite tra privati, anche io agli inizi pensavo fossero monete introvabili, poi piano piano alle zecche più comuni ho aggiunto Ortona,Tocco, Teramo,Tagliacozzo, oltre ad esemplari di estrema rarità delle altre zecche, non abbandonare la passione per le "nostre monete " che sono anche la nostra storia1 punto
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Penso che con questo post, le cose possono apparire più semplici . Nelle prime due, i bordi , il perlinato , i fondi e le striature, possono dare una impressione a pelle che siamo di fronte a due copie. Buona serata a tutti e Buon Ferragosto. Gionnysicily.1 punto
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Ciao a tutti, il passaggio dalla numismatica classica a quella napoletana, passa attraverso l'acquisto di un cavallo di Ferdinando I° e del libro di Mario Rasile " I cavalli delle zecche napoletane nel periodo aragonese", caldamente consigliato dagli utenti dell'epoca. Sambon, nell'articolo del 1891, intitolato i Cavalli di Ferdinando I°, Re DI Napoli": riporta: "Regnando Ferdinando I d’Aragona, essendo nei denarelli aragonesi assai scarsa proporzione d’argento,3 e quindi considerevole il guadagno che la Regia Curia traeva da quella sleale monetazione, n’ era venuto di conseguenza che, nel Reame e negli stati circonvicini, continuamente si falsassero. Per la quel cosa i pubblici uffiziali, destinati a riscuotere le imposte del reame, ricorsero al re, dicendo che sui mercati era maggior copia di moneta adulterata, di quella coniata dalla Regia Zecca. Ferdinando allora, per consiglio di Orso Orsini duca d’Ascoli, con sua lettera del 16 febbraio 1472 4, diretta agli ufficiali della Regia Camera della Sommaria bandì che fossero vietati i denari di biglione, battuti per lo innanzi, e che si coniassero, invece, monete di puro rame, grosse quanto le antiche medaglie, ossia mezzi carlini degli Angioini; sulle quali monete essendo scarso il guadagno, non troverebbero utilità alcuna i falsarli. Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall’altra si ponesse una qualche digna cosa proposta dal Conte di Maddaloni, Diomede Carafa, che ne addimostrano le monete, essere stato un cavallo, con attorno l’epigrafe ÆQVITAS REGNIche, complicata col tipo mercè la somiglianza delle voci equus ed æquitasveniva a glorificare la savia disposizione data da Ferdinando, essendo evidente prova codesta, come Ferdinando avesse a cuore il benessere del popolo, preferendo rinunziare al guadagno che traeva dalla monetazione erosa pur d’impedire il danno che arrecava ai minuti commerci del reame. Una curiosa circostanza ci permette di rintracciare i fatti che suggerirono il tipo di questa moneta. È noto a tutti qual copia di preziosi avanzi [p. 328 modifica]dell’antichità avesse radunato il Conte di Maddaloni. Di lui, dice l’Aldimari: «fu il Conte di Maddaloni, Diomede, historico et antiquario celeberrimo, fondando tutti i suoi consigli sopra gli esempi degli antiqui e nei libri di conto delle sue cose familiari, si trovò scritto havere speso 17.000 scudi, somma grandissima in questi tempi, in medaglie et statue et altre antichità delle quali ne lasciò adornato il suo palagio, magnificamente da lui eretto nel quartiere di Nido.» Diomede Carafa era stato aio di Ferdinando, di cui fu sempre fido e sagace consigliere; e sempre Ferdinando ebbe per lui grande ammirazione e rispetto. A lui si rivolse adunque, perchè gli consigliasse un tipo pel rovescio di questo nuovo denaro di schietto rame. Non si servi però il Conte di esempî antichi; ma come diremo in seguito, fu assai probabilmente indotto a tale scelta da un’opera di un suo contemporaneo, rinomatissimo artista, il fiorentino Donatello. Il Vergara e poi il Lazari, dando credito alla favolosa leggenda riferita dal compilatore della cronaca di Partenope, dal Collenuccio e da altri scrittori, dissero che il cavallo posto su questi denari era ricordo di un’opera greca di gran pregio e rinomanza che per lungo tempo era stata in sulla piazza del Duomo, sinché un arcivescovo, per togliere certa superstizione, di cui era cagione, non avesse ordinato venisse distrutta, nel 1322, per convertirla in campane pel Duomo. Il Tarcagnota, a questa leggenda aveva poi aggiunto di suo che «quella gran testa che si vede ora in casa del signor Duca di Maddaloni potrebbe essere reliquia di quel cavallo;» ed il Summonte riportò poi questa notizia, non più come una ipotesi, ma come un fatto accertato. Per la qual cosa il Lazari, accettando [p. 329 modifica]questo intreccio di fantastiche notizie, asserì che il Duca di Maddaloni propose a Ferdinando I di porre sui denari il ricordo di «quel cavallo colossale di bronzo, la cui stupenda testa tuttavia s’ammira nel Museo Borbonico, eh’ è fama stesse eretto dinnanzi l’antica Cattedrale di Napoli, ecc.» Ma il Capecelatro, e dopo di lui il Capasse, addimostrarono l’assurdità di tale favola ed il Filangieri in un suo scritto: «sulla testa di Cavallo di bronzo già di casa Maddaloni»5 dimostrò che questa opera non era, come da parecchi sinora si era creduto, di tempi antichi, ma sibbene del XV secolo e, siccome già aveva osservato il Vasari, dello scultore Donatello. Il Filangieri fece trascrivere dall’Archivio di Stato di Firenze la lettera del conte di Maddaloni, in data 12 luglio 1471, inviata da Napoli a Lorenzo il Magnifico, per ringraziarlo del dono di una testa di cavallo in bronzo foggiata dal Donatello. Ricevendo poco dopo, da Ferdinando, l’ incarico di ideare un tipo per la nuova moneta di rame, pare a me che il pensiero di quello stupendo lavoro del Donatello, che doveva riuscire tanto più grato al Conte, per essere il cavallo, ad un tempo, insegna del Seggio di Nido e della città di Napoli, determinasse la scelta di lui per il tipo della nuova moneta."1 punto
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Ciao. "Fantastica... Ma c'è un motivo per cui alcune monete uscivano in versione proof con fondi a specchio? Mi spiego, la lavorazione differente era volutamente ottenuta per monete di presentazione?" Non ci sono evidenze che nelle zecche del Regno si siano eseguite coniazioni monetali proof, dove per proof si intenda una coniazione che richiede una particolare preparazione e lavorazione del tondello "a specchio". Fra l'altro, mi chiederei anche che senso avrebbe avuto coniare "per presentazione" una lira del 1887, dal momento che la stessa moneta era stata coniata fin dal 1883 (mi aspetterei, al più, che la moneta possa essere coniata "per presentazione" alla sua prima uscita.....e non dopo 5 anni che la moneta è già in corso....). Comunque, concordo con chi ha scritto che l'effetto "fondi speculari" è da attribuirsi al fatto che si tratti di uno dei primi esemplari battuti con i conii ancora perfettamente puliti ed al massimo dei rilievi. Saluti. M.1 punto
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