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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/10/17 in tutte le aree
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Ecco l'altra Piastra 1787, SICILIAR.ET HIE.REX Senza punto dopo ET, e contorno con treccia a rilievo.5 punti
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Ciao un peso di fattura milanese c'è l'ho anch'io; quando torno dalle ferie lo posto .... se non mi ricordo, tiratemi la giacca ? Saluti luciano3 punti
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numismatica povera, sigillo in rame (piombo) gr. 4,17 cosa poteva servire ?3 punti
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Ciao a tutti, continuo nel mio viaggio nel tempo del Vicereale Spagnolo.. Ecco un nuovo arrivo: Mezzo Carlino o Zanetta di FIlippo II° IL mezzo carlino, in generale, era una moneta odiata dal popolo, in quanto era fatto, sovente, oggetto di tosatura, attuata, tramite la zanetta.. La conseguenza della tosatura era che la moneta perdeva il suo valore fiduciario, che si riduceva sulla base dell'entità della tosatura e, quindi, della riduzione di peso.. La moneta, in questione, seppur comune.. ha un tondello integro ed un peso quasi nella media g. 1,30. Saluti Eliodoro3 punti
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Delle monete satiriche di questo pontefice si è recentemente trattato in alcuni post di questo topic: https://www.lamoneta.it/topic/160302-le-monete-di-pio-ix-nelle-nostre-collezioni/#comment-1817366 Ciao, RCAMIL.2 punti
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È un sigillo doganale, penso che @giancarlone ti possa dire di più... Roberto2 punti
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Di Bernardo II di Spanheim vi era un esemplare del denaro con aquila ad ali spiegate e coda gigliata (Baumgartner 1934 pag.99 n.5 var.; CNA I 1994 pag. 203 n. Cm 6 tav. 60 ) e due esemplari del denaro con santo (Baum.1934 pag. 100 n. 6a ; CNA I 1994 pag. 203 n. Cm 7 tav.60). Degno di nota il fatto che le due colonnine del trono, ai lati di San Pietro non terminano con triangoli ma con pigne sormontate da globetti.2 punti
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Ora finalmente ho avuto conferma dei miei dubbi ed ecco il 2° massaro. Anellino sotto il gomito destro (a sinistra di chi guarda). Artemide 38 22 giugno 2013. Vediamo se salta fuori un grosso senza segni segreti, il che porterebbe a 3 il numero dei massari presenti in zecca negli 11 mesi del dogado. Altra questione il massaro del triscele che fine fa? Il triscele non è presente fra i grossi del Soranzo o si? p.s. Ho dimenticato catawiki2 punti
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Probabile..... > 3 ducati 37; 10 grana 32; 36; queste monete per me hanno tutte la stessa "mano"1 punto
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Per me la testa è normale....è un pò come il 5 Tornesi del 57.1 punto
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Ciao sku. Sì, mi viene più comodo, ma posso fare anche così. Salve Rorey36 mi aveva segnalato un tetradramma di una forma particolare, coniato a Babilonia in nome e nei tipi di Alessandro Magno per Seleuco I Nicatore, che è stato oggetto di discussione ai post # 3414, 3416 e 3417 in Ho visto che nella stessa asta sarà battuto anche questo tetradramma di forma molto simile, che dalla didascalia risulta coniato ad Arado in nome e nei tipi di Alessandro Magno per Tolomeo I Sotere. Lot 314. Ptolemaic Kings of Egypt, Ptolemy I Soter (Satrap, 323-305 BC). AR Tetradrachm (26mm, 17.23g, 12h). In the name and types of Alexander III of Macedon, Arados, c. 320/19-315 BC. Head of Herakles r., wearing lion skin. R/ Zeus Aëtophoros seated l., legs crossed; monogram in l. field. Price 3426. VF. Faccio notare che il Price 3426 è di Alessandro Magno ed è attribuito dal Price alla zecca di Byblos, come pure il Price 3424 che differisce per la posizione delle gambe di Zeus.1 punto
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Tutti i due tornesi del 1838 presentano un busto di Ferdinando II differente dai tipi successivi (1839 in poi)....busto che presenta dei rilievi molto bassi.1 punto
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Niente di particolare,sono difetti che si riscontrano in varie monete di diverse zecche.Ciao1 punto
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al momento mi fermo,riprenderò la prossima settimana...1 punto
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http://www.ebay.it/itm/uno-tornese-regno-2-sicilie-/302408821347?hash=item4668f86a63:g:jRUAAOSwJhdZicxn1 punto
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@ambidestro, ti confermo che è un sigillo doganale austriaco in piombo, ne ho un paio però non riesco a postarli.1 punto
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Si tratta di un cornado del regno di Castilla e Leon a nome di Re Juan I. In base alla lettera sotto al castello (S) dovrebbe essere per la zecca di Siviglia. di seguito il collegamento alle pagine del sito www.maravedis.net http://www.maravedis.net/juan1cornadopag.html ciao Mario1 punto
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Salve @Legio II Italica , sempre a favore di Traiano vorrei solo citare l'augurio (che, credo, illustra bene la buona opinione che si aveva di lui) che secondo Eutropio, se non ricordo male, i senatori del Tardo Impero rivolgevano al nuovo Imperatore: "Possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano". Un saluto!1 punto
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Se la vuoi fare periziare meglio che contatti un perito per fargliela visionare con calma. Ad un convegno, specialmente Verona, c'è molta confusione e poca luce1 punto
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tessere italiane il testo di riferimento e' il Banti, Tessere mercantili italiane in uso fra i secoli XIII-XV, Franca Maria Vanni, Il segno dei mercanti. Tessere mercantili medievali nel Museo statale d’arte medievale e moderna di Arezzo. Nuova Grafica Fiorentina, Firenze 1995. Franca Maria Vanni, Le tessere mercantili medioevali italiane nelle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano, Milano 1999. Tessere Mercantili nel Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto.1 punto
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Non si capisce bene se sia una P, oppure la parte sinistra della stessa D ribattuta. La piastra non presenta altri segni di ribattitura o salto di conio......potrebbe trattarsi della sola iniziale P?1 punto
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Ciao, la moneta sembrerebbe autentica, anche se magari in questo caso sarebbe opportuno deteminare il peso e le dimensioni (tenendo conto l'enorme falsificazione delle 10 lire dei primi anni) anche se, ripeto, la tua sembrebbe originale, magari il segno di zecca era già evanescente in principio e l'usura ha fatto il testo.Buona giornata1 punto
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Quoto. @Marco_S, è la seconda volta in pochi giorni che ci mostri i tuoi acquisti (gli altri erano i titoli azionari) e ti viene detto che avresti potuto spendere meno. Per carità, niente di male, come ti dicevo nell'altra discussione, ci siamo passati tutti, ma se posso permettermi un consiglio, la prossima volta, chiedi il parere del forum PRIMA di comprare Ciao. petronius1 punto
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Grazie @Martin_Zilli veramente ottimo e preciso?! Peccato per la moneta me lo immaginavo e me ne faccio una ragione?, però sarebbe bello aprore una discussione interessante sulle monete "caricaturate" magari non solo di Pio IX ma anche di altri papi, personaggi o epoche, ma dove so potrebbe aggiungere una discussione del genere?? A presto, Alb1231 punto
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E' la variante meno comune: quella che presenta la firma dell'incisore più lontana dal bordo. Qui sotto puoi apprezzare la differenza fra i due conii.1 punto
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@savoiardo @Paolino67 @simonesrt Il tallero in questione fu una delle ultime produzioni di Gian Agostino Rivarola, contemporaneamente gestore delle zecche di Mirandola, Correggio e Tresana. A Tresana il tallero prodotto sulla falsariga di quello mirandolese aveva un titolo di 250 millesimi (specifiche tecniche nel decreto di autorizzazione pubblicate da U.Rossi in La zecca di Tresana. R.I.N. 1889). La gestione del Rivarola costò il feudo di Correggio a Siro d'Austria. A Mirandola è certo che lo zecchiere produsse moneta falsa (ongari indorati) e moneta calante, Alessandro I allontanò il Rivarola e sospese per anni l'attività della zecca cittadina. Da precisare che tutte queste produzioni erano destinate alle terre riformate (principati tedeschi e svizzera) e la speculazione coinvolgeva gli zecchieri, i banchieri che commissionavano il lavoro e si occupavano della distribuzione nelle terre protestanti e, quasi sempre, i principi... Per tutto questo ritengo plausibile l'esistenza di esemplari con forti variabilità nell'intrinseco e quindi corretta la descizione di L.Bellesia. Tornando alla moneta in questione, mi sono permesso di ritagliare il particolare dubbio... La legenda corretta dovrebbe riportare DOM.ALEX.... La D la O sono sottili, incerte e con un taglio "particolare" la M è sostituita da una I; fra la O e la I c'è evidente profondità e quindi la porzione mancante della M non può essere stata obliterata dalla contromarca. Se poi ci soffermiano sui fondi, sia attorno alle lettere della legenda che nei campi davanti e dietro il ritratto, li vediamo evidentemente ondulati e butterati...cartteristica non presente in nessuno degli esemplari qui presentati e in quelli descritti dal Bellesia. Sui caratteri delle legende non ripeto quanto già scritto da Paolino. Ultima nota di colore.....scaricando l'immagine dell'esemplare proposto vedo che la denominazione del file è: bulino4.jpg.ebede9c9408a628e5a405d568349efbe.jpg Bhe! con quel nome..... Scherzi a parte io ho seri dubbi sulla genuinità della moneta; se non falsa è sicuramente pesantemente rimaneggiata. Un caro e caldo saluto a tutti Mario1 punto
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Esemplare il comportamento di Traiano,esemplare il post di @Legio II Italica ,interessante la discussione aperta da @alb123.1 punto
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Pero' (c'e' sempre un pero' ) perche' limitarsi ad una mera ricostruzione anastatica ? Perche' non metterci del nostro? Sottinteso che questa opera fara' da controcanto al San Michele,abbiamo voluto vedere la cosa dal punto di vista degli "altri" I "Romaioi", i Romani intesi come Italici, come abitanti autoctoni dell'Italia,I "Romagnoli" per intenderci. Infatti abbiamo anche deciso il titolo dell'opera: silissa ton Romaion, la Regina dei "Romani". Diciamocela tutta :in quel periodo Roma non era piu' la Caput Mundi ,era ancora splendida ma oramai viveva sugli allori,il primato le era stato tolto da Ravenna ,in primis per via della sua maggiore difendibilita' e raggiungibilita' da parte di Bisanzio,poi perche' la citta' romagnola era ormai diventato palcoscenico per tutte le innovazioni artistiche e architettoniche. Infatti il livello delle pitture di Santa Maria antiqua non e' eccelso,pur trattandosi di committenze papali o comunque del suo entourage,cio' denota una certa stagnazione se non decadenza nella qualita pittorica espressa nell'Urbe. La misura della differenza ci e data dai mosaici ravennati punta di diamante di un' arte iconografica al top in quel momento in Italia. Quindi nella nostra rappresentazione cercheremo di alzare un po' il livello qualitativo,senza raggiungere la cifra stilistica del maestro di Castelseprio,ma restando comunque agganciati alla qualita' elevata espressa nella"Felix Ravenna" di VI sec. Cosi ecco quella che e' la prima bozza,la sinopia di un'opera d'arte (perdonatemi l'immodestia,ma d'altronde l'autore materiale e' un vero artista) colta sul nascere. Grazie a tutti coloro che vorranno seguirci in questo percorso. Saluti. Adelchi.1 punto
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Ho 3 perplessita': 1) immaginiamo non sia stato segnalato da nac e artemide che fosse mistura... Che senso avrebbe avuto un falso coevo se sempre di mistura di argento si tratta? quanto margine mai ci poteva essere nell'abbassare di cosi' poco il titolo del metallo? 2) Nel caso invece fosse argento, e anche dalle foto quella appare essere la sensazione, dando per scontato sia comunque non una produzione odierna, a che pro battere una contraffazione in argento, quando all'epoca il valore era dato non dal nominale ma dal peso? o mi sbaglio? 3) inserisco le foto di tutti gli esemplari che son riuscito a trovare i due del CNI quello di NAC e quello di Artemide...ovvio che non avete la moneta in mano e non potete dare un giudizio preciso, ma a voi pare autentica? a me si...e inoltre a me pare ma magari e' il colore della foto o i lavaggi fatti che traggono in inganno, ma a me pare che quelle del CNI siano effettivamente mistura, ma le altre siano argento... infine il dubbio della contromarca ---essa mi pare una contromarca nord europea, come sui talleri olandesi, cosa ne dite in merito?1 punto
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Buonasera a tutti,nell'attesa della mostra di Pavia abbiamo deciso di non restare con le mani in mano e vista la soddisfazione dataci dal nostro San Michele abbiamo deciso di proseguire nel percorso dell'iconografia altomedioevale. L'idea iniziale sarebbe stata quella di creare una Madonna "barbarica",quindi con tutti gli annessi e I connessi,abbigliamento,gioielli,corredo,tipici di una dama longobarda o gota,prendendo come spunto una Madonna dipinta su tavola del centro Italia,ne e' ricco l'Abruzzo tanto per citare una regione,infatti queste "Regine"in trono hanno un che di barbarico che ben si presta all'uopo. Ragionandoci sopra pero' il risultato ci sarebbe parso un po' tirato,stucchevole,forse il discorso e lo slancio dell'immagine filologicamente corretta dal punto dell'abbigliamento longobardo,si e' esaurito con la creazione del "nostro" Arcangelo. Allora cosa fare? In questi giorni mi e' arrivato il catalogo della mostra romana :Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio,una esposizione che tratta dei restauri dei palinsesti pittorici,di epoca e fattura bizantina, rinvenuti in Santa Maria Antiqua nel Foro romano, per lo piu' affreschi che coprono un arco temporale che va dal VI all' VIII sec. d.C. tra questi vi e' la raffigurazione,frammentaria,di una Maria Regina in trono con il Salvatore in grembo. Va da se' che subito si e' in manifestato in noi il desiderio di vedere quest' affresco nella sua integrita' e cosi ecco il soggetto...1 punto
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La moneta è classificata dal MIr al n. 186/4, come detto è comune... ed è stato coniata dal 1591 -1594, anni in cui su fu mastro di zecca Marco Antonio de Leo o De Leto sigla MAL, mentre mastro di prova era Gaspare GIuno, Sigla CI1 punto
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vero,ma è anche vero che ciò non portò ai risultati sperati,infatti è abbastanza difficile trovare queste monetine ancora integre con entrambi i cerchi ben evidenti...1 punto
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Un saluto a tutti e complimenti al dinamicissimo gruppo. Se non c'è un blocco sull'autostrada da Piacenza a Milano sarò al Cordusio per l'aperitivo e una copia del bollettino. Buone ferie. Filippo1 punto
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Il rovescio, Sul rovescio il punto focale nostro ricadrà sull incrocio delle due piante di rose, se in quel punto la spina è presente, se è consunta oppure è fresca... Una moneta sopra lo SPL di questo tipo deve avere l incrocio delle due piante fresco e dettagliato con le spine in evidenza, se fosse mancante questo dettaglio possiamo rimanere sullo SPL al massimo, ma se ad esempio è del tipo del 1707 le spine all incrocio non sono mai presenti se non lateralmente, molto probabilmente proprio da conio. Quindi altri punti da osservare sono la terra delle due piante se è consunta o intonsa, le foglie. Chiaro un FDC puro deve avere tutte le foglie dettagliate, l incrocio delle piante di rose intonso e anche la terra di esse non toccata. Sempre da notare la patina e i fondi se sono brillanti o spenti. Io in complesso giudico questa moneta con i gigli al diritto intonsi sulla palla e al rovescio per l incrocio delle piante intonso e la terra e fondi brillanti un SPL+ per la tipologia. Se avesse avuto al rovescio tutte le foglie completamente intonse e dettagliate con fondi ancora più accesi o lucenti saremmo stati in presenza di un fdc o qfdc.1 punto
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In effetti, i pesi accertati si discostano notevolmente da quelli teorici. Ti allego una tabella con tutti gli assi censiti da Crawford. Tieni presente che esiste anche chi ritiene che ci sia stata un'ultima riduzione "quartonciale", per spiegare gli assi leggerissimi (anche meno di 6 g) coniati negli ultimi tempi della Repubblica Assi.docx1 punto
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Nel 1920, due anni dopo la fine della PRIMA GUERRA MONDIALE, otto imprenditori di Milano sentono la inderogabile necessità di crescere, lavorare, esportare, importare materie prime, trovare nuovi sbocchi e nuovi affari. Così il 12 aprile del 1920 sui Bastioni di PORTA VENEZIA viene aperta la prima FIERA CAMPIONARIA INTERNAZIONALE con 1200 espositori di cui 256 esteri. Per l'occasione dell'ESPOSIZIONE il servizio tramviario viene incrementato e il Sindaco Caldara, per comodità propone di coniare due gettoni per corse tramviarie a tariffa normale e ridotta. I milanesi in omaggio al Sindaco chiamavano questi gettoni CALDARINI.1 punto
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Esatto @dabbene, come tu ben saprai è il famoso cavallo di Leonardo da Vinci. Il Cavallo di Leonardo è parte di un monumento equestre a Francesco Sforza, progettato da Leonardo da Vinci dal 1482 al 1493, per essere fuso in bronzo, del quale riuscì a portare a termine solo un modello in creta, andato perduto. Leonardo, con questo monumento, voleva realizzare un'opera che oscurasse tutte le precedenti statue equestri, in particolare quelle del suo maestro Verrocchio e di Donatello, dedicate rispettivamente al Colleoni e al Gattamelata. A Leonardo interessava, in realtà, più il cavallo che il cavaliere; il suo cavallo doveva essere il più grande di tutti, superare i 7 metri di altezza, una sfida mai tentata prima. Proprio per questo Leonardo riempì fogli e fogli di schizzi di anatomia, studiando muscolatura e proporzioni del cavallo e passando moltissimo tempo a progettare e calcolare quest'opera gigantesca che, per la sua fusione, avrebbe richiesto ben 100 tonnellate di bronzo. Ma al momento della costruzione dell'opera, le 100 tonnellate di bronzo non erano più disponibili e così Leonardo dovette abbandonare il progetto. I disegni dei cavalli di Leonardo sono ora conservati nel castello di Windsor. Nel 1977 Charles Dent, un pilota statunitense collezionista d'arte e amante della scultura, si entusiasmò all'idea di realizzare dopo cinque secoli il sogno di Leonardo. Mise in piedi l'organizzazione e riuscì, dopo più di quindici anni di impegno, a trovare i fondi: il costo del cavallo, alla fine, arrivò a quasi 2,5 milioni di dollari. L'uomo comunque non riuscì a vedere realizzato il proprio sogno, morendo nel 1994, prima che l'impresa fosse completata. Alla morte di Dent il progetto stava per essere abbandonato, quando Frederik Meijer, proprietario di una catena di supermercati nel Michigan, si offrì di finanziare il progetto, purché si fondessero due cavalli: uno per Milano e uno per i Meijer Gardens, un parco naturale e artistico a Grand Rapids (Michigan), proprietà di Meijer, dove sono raccolte all'aperto copie delle statue moderne più celebri. Il progetto è andato avanti fra numerose difficoltà e alla fine la direzione dei lavori è stata data alla scultrice Nina Akamu che ha finalmente condotto in porto l'impresa. Il primo passo è stato quello di realizzare un cavallo di dimensioni ridotte, circa 3 metri di altezza. Questo fu il primo modello per arrivare alla gigantesca scultura in argilla di quasi 8 metri. È dal cavallo di argilla che sono stati ricavati i calchi dove è stato colato il bronzo fuso. Le sette parti in cui il cavallo era stato fuso arrivarono nel luglio del 1999 a Milano dove vennero saldate insieme. Dopo qualche discussione il cavallo fu posto nel settembre 1999 all'ingresso dell'ippodromo di San Siro. La versione americana del Cavallo di Leonardo venne sistemata nei Meijer Gardens nell'ottobre del 1999 ed è oggi il pezzo più importante dell'esposizione. Una replica in scala ridotta (2,5 m) fu donata nel 2001 alla città di Vinci e collocata in piazza della Libertà. Dal 2001 il Cavallo di Leonardo è anche il simbolo dei MIFF Awards, festival del cinema internazionale di Milano.1 punto
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TUTTE e, con grande difficoltà, mi separerei - forse -, dalle doppie...1 punto
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Proseguiamo...la corazza :in evidenza abbiamo la classica armatura raffigurata nelle icone dei Santi guerrieri,molto stilizzata e poco naturalistica,al di sotto di questa abbiamo invece voluto rappresentare una lorica ,difesa usuale tra basso impero e primo medioevo,molto realisticamente eseguita. Davanti a questa c'e' in primo piano la mano destra dell'Angelo che regge la lancia,all'anulare e' presente un anello sigillare decorato a globetti sul modello degli anelli di Trezzo d'Adda. Scendendo ulteriormente ,lo sguardo cade su quello che e' il punto focale dell'intera composizione:la cintura a cinque pezzi longobarda,vero manufatto simbolo della cultura di questo popolo proveniente dal bacino dell'Elba, essa era considerata la sede della forza e dell'onore del proprietario tanto che alla sua morte, alcuni elementi della cintura venivano ereditati dai figli ,come ad acquisire le prerogative del defunto (status ,reputazione,valore ecc.) A conferma di cio' notiamo elementi della stessa cintura "spalmati"in sepolture,chiaramente imparentate,di generazioni consequenziali (ad es.Necropoli di Collegno To.). Inoltre nella mitologia nordica e' attestato il mito della cintura magica di thor grazie alla quale egli poteva impugnare Mijolnir il martello attributo peculiare del Dio del tuono. Piccola digressione,e' interessante notare che Mijolnir vuol dire "il frantumatore" e che "muller"in tedesco,"mugnaio" in italiano,"molener" in bresciano,"murne'"in pavese ecc... hanno la stessa radice. Alla cintura,naturalmente,venivano appese le principali armi da offesa,in questo caso vediamo,alla sinistra di chi guarda,uno scramasax ,il lungo pugnale ad un taglio tipico delle popolazioni germaniche.nelle schede descrittive questo genere di arma viene spesso descritto come "corta sciabola da cavaliere" mentre a mio avviso e' abbastanza pacifico che si tratti di un 'arma assimilabile al gladio romano ,cioe' una spada corta adatta alla fanteria da usare nei combattimenti ravvicinati a terra,tanto e' vero che spesso veniva indossata alla destra in associazione con la spatha ,portata invece alla sinistra. Lo scramasax qui rappresentato ha come modello quello rinvenuto nella" tomba del cavaliere" di Castel Trosino,la sepoltura era,probabilmente,quella del capo fara che condusse I suoi longobardi dalla Pannonia fin nelle Marche,infatti il suo corredo era composto da elementi di altissimo pregio e ancora influenzato dalle culture nomadiche dell'est europa. Continua...1 punto
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Sarebbe la categoria, mica tanto poi infrequente, di quelle monete che qualche vecchio esperto ha bollato come "false"( e magari le ha anche sigillate come tali, tanto per rimanere nei limiti dell'articolo 179) perché di una tipologia a lui sconosciuta, e poi rivelatesi, invece, provatamente autentiche in seguito ad evidenze inoppugnabili arrivate ben più tardi......una di queste monete, sigillata e periziata, come va intesa e trattata?.... NON è un falso d'epoca. NON è un falso effettivo E' catalogata ai sensi dell'articolo 179. NON ha una storiografia, perché, ovviamente, nessuno si è preoccupato di registrare la cessione di un falso conclamato e , del resto, neanche è richiesta tale documentazione... NON la si può " riverginificare" a carico di un professionista come erratamente ha scritto Bizerba( dato che il professionista numismatico non crea nessuna documentazione se questa NON è già preesistente ma si limita a prenderne atto e registrarla nei limiti imposti dalla legge, quindi facciamola finita di raccontare la cretinata che se un professionista la registra, la moneta diventa magicamente regolare...irregolare è = irregolare resta, regolare è= regolare resta...lo status non cambia, si sposta solo il soggetto perseguito in caso di illeciti.) Che ci facciamo?....1 punto
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Caro Alessandro/Tinia, l'art.68 del DDL Concorrenza gira intorno al discorso dell'esportazione di beni culturali, ma coinvolge parecchie altre cose, giusto il fatto che coinvolge e modifica l'articolo cardine della legge il famoso art. 10 ... una sintesi diventa veramente difficile da fare... A questo punto anche se è fuori topic posto l'articolo in questione, che penso possa riguardarti da vicino, in particolare la tenuta del registro ( ovviamente anche tutti i collezionisti che intendano esportare o cedere monete e sotto altri profili non così immediatamente evidenti ). Le criticità non mancano ( e le critiche pesanti pure) , ma è comunque un passo non indifferente...ed interessante Ripeto: credo che un topic apposito andrebbe aperto qualora la modifica al codice Urbani dovesse essere approvata in via definitiva, dati i risvolti non certo minimi che potrebbe/dovrebbe avere... al momento è comunque prematuro, data l'incertezza politica... Ecco il testo: "Art. 68. (Semplificazione della circolazione internazionale di beni culturali) 1. Al fine di semplificare le procedure relative al controllo della circolazione internazionale delle cose antiche che interessano il mercato dell'antiquariato, al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 10: 1) al comma 3, dopo la lettera d) è inserita la seguente: «d-bis) le cose, a chiunque appartenenti, che presentano un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico eccezionale per l'integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione»; 2) il comma 5 è sostituito dal seguente: «5. Salvo quanto disposto dagli articoli 64 e 178, non sono soggette alla disciplina del presente titolo le cose indicate al comma 1 e al comma 3, lettere a) ed e), che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre settanta anni, nonché le cose indicate al comma 3, lettera d-bis), che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni»; b) all’articolo 11, comma 1, lettera d), la parola: «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta»; c) all’articolo 12, comma 1, la parola: «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta» e le parole: «, se mobili, o ad oltre settanta anni, se immobili» sono soppresse; d) all'articolo 14, comma 6, è aggiunta, in fine, il seguente periodo: «Per le cose di cui all'articolo 10, comma 3, lettera d-bis), la dichiarazione è adottata dal competente organo centrale del Ministero»; e) all'articolo 54: 1) al comma 1, lettera d-ter), la parola: «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta»; 2) al comma 2, lettera a), la parola: «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta» e le parole: «, se mobili, o ad oltre settanta anni, se immobili,» sono soppresse; f) all'articolo 63, comma 2, dopo il primo periodo, sono inseriti i seguenti: «Il registro è tenuto in formato elettronico con caratteristiche tecniche tali da consentire la consultazione in tempo reale al soprintendente ed è diviso in due elenchi: un primo elenco relativo alle cose per le quali occorre la presentazione all'ufficio di esportazione; un secondo elenco relativo alle cose per le quali l'attestato è rilasciato in modalità informatica senza necessità di presentazione della cosa all'ufficio di esportazione, salva la facoltà del soprintendente di richiedere in ogni momento che taluna delle cose indicate nel secondo elenco gli sia presentata per un esame diretto»; g) all'articolo 65: 1) al comma 2, lettera a), la parola: «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta»; 2) al comma 3, lettera a), la parola «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta» e sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, il cui valore, fatta eccezione per le cose di cui all'allegato A, lettera B, numero 1, sia superiore ad euro 13.500»; 3) il comma 4 è sostituito dai seguenti: «4. Non è soggetta ad autorizzazione l'uscita: a) delle cose di cui all'articolo 11, comma 1, lettera d); b) delle cose che presentino interesse culturale, siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre settanta anni, il cui valore sia inferiore ad euro 13.500, fatta eccezione per le cose di cui all'Allegato A, lettera B, numero 1. 4-bis. Nei casi di cui al comma 4, l'interessato ha l'onere di comprovare al competente ufficio di esportazione, mediante dichiarazione ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che le cose da trasferire all'estero rientrino nelle ipotesi per le quali non è prevista l'autorizzazione, secondo le procedure e con le modalità stabilite con decreto ministeriale. Il competente ufficio di esportazione, qualora reputi che le cose possano rientrare tra quelle di cui all'articolo 10, comma 3, lettera d-bis), avvia il procedimento di cui all'articolo 14, che si conclude entro sessanta giorni dalla data di presentazione della dichiarazione»; h) all'articolo 68: 1) al comma 4, le parole: «dal Ministero» sono sostituite dalle seguenti: «con decreto del Ministro»; 2) al comma 5, la parola: «triennale» è sostituita dalla seguente: «quinquennale»; i) all'articolo 74, comma 3, le parole: «sei mesi» sono sostituite dalle seguenti: «un anno» e la parola: «trenta» è sostituita dalla seguente: «quarantotto»; l) all'allegato A, lettera A, nel numero 15 e nella nota (1), la parola: «cinquanta» è sostituita dalla seguente: «settanta». 2. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con proprio decreto da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge: a) definisce o aggiorna gli indirizzi di carattere generale cui gli uffici di esportazione devono attenersi per la valutazione circa il rilascio o il rifiuto dell'attestato di libera circolazione, ai sensi dell'articolo 68, comma 4, del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché le condizioni, le modalità e le procedure per il rilascio e la proroga dei certificati di avvenuta spedizione e di avvenuta importazione, ai sensi dell'articolo 72, comma 4, del medesimo codice; b) istituisce un apposito «passaporto» per le opere, di durata quinquennale, per agevolare l'uscita e il rientro delle stesse dal e nel territorio nazionale." Cordialmente, Enrico1 punto
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Ciao. Diciamo subito che il sequestro può essere una spiacevole eventualità che non si evita anche possedendo la documentazione relativa a monete autentiche. A Torino, allo scorso Convegno numismatico, parlavo con un Funzionario della Soprintendenza - da poco in pensione - ma con una lunga "militanza" numismatica non solo quale studioso della materia ma anche quale Consulente di varie Procure italiane. Il caso che mi è stato raccontato può ricordare da vicino l'ipotesi che formulavi. Ad un collezionista era stata sequestrata un'unica moneta, un denario EID MAR per il quale il malcapitato non era in grado di esibire la documentazione d'acquisto e di provenienza. Il Consulente della Procura (in quella circostanza non era il mio Interlocutore, che venne invece contattato proprio dal Collezionista dopo il sequestro), magnificava la rarità del nummo, attribuendolo ad una rarissima emissione a nome di Bruto. Una "R", incisa sulla moneta, veniva interpretata dal Consulente della Procura come il riferimento alla zecca di emissione, cioè Roma. Il disperato (ed ignaro) raccoglitore esibì al mio interlocutore la foto fronte e retro della moneta sequestrata ed un veloce esame fu sufficiente per rilevare come la moneta non fosse autentica, ma che anzi fosse una banale riproduzione, distribuita unitamente a delle gustose merendine negli anni'70 del secolo scorso da una nota industria dolciaria umbra e che quella "R", lungi dall'essere il riferimento alla zecca di emissione, era piuttosto l'abbreviazione di "REPLICA" o di "RIPRODUZIONE". In quel caso fu sufficiente stendere un parere scritto da consegnare al Magistrato (e, suppongo io, ma di questo non ho certezza...anche una telefonata "imbarazzata" al Consulente del P.M.) per risolvere la situazione. Tutto è bene quel che finisce bene.....ma quanto rumore per nulla. M.1 punto
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