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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/09/17 in tutte le aree

  1. Ciao a tutti, continuo nel mio viaggio nel tempo del Vicereale Spagnolo.. Ecco un nuovo arrivo: Mezzo Carlino o Zanetta di FIlippo II° IL mezzo carlino, in generale, era una moneta odiata dal popolo, in quanto era fatto, sovente, oggetto di tosatura, attuata, tramite la zanetta.. La conseguenza della tosatura era che la moneta perdeva il suo valore fiduciario, che si riduceva sulla base dell'entità della tosatura e, quindi, della riduzione di peso.. La moneta, in questione, seppur comune.. ha un tondello integro ed un peso quasi nella media g. 1,30. Saluti Eliodoro
    3 punti
  2. Buongiorno a tutti i Lamonetiani. Restando in tema di Piastre 1787.....ecco il mio ultimo acquisto. Cosa ne pensate?
    3 punti
  3. Ecco la moneta liberata:
    2 punti
  4. @savoiardo @Paolino67 @simonesrt Il tallero in questione fu una delle ultime produzioni di Gian Agostino Rivarola, contemporaneamente gestore delle zecche di Mirandola, Correggio e Tresana. A Tresana il tallero prodotto sulla falsariga di quello mirandolese aveva un titolo di 250 millesimi (specifiche tecniche nel decreto di autorizzazione pubblicate da U.Rossi in La zecca di Tresana. R.I.N. 1889). La gestione del Rivarola costò il feudo di Correggio a Siro d'Austria. A Mirandola è certo che lo zecchiere produsse moneta falsa (ongari indorati) e moneta calante, Alessandro I allontanò il Rivarola e sospese per anni l'attività della zecca cittadina. Da precisare che tutte queste produzioni erano destinate alle terre riformate (principati tedeschi e svizzera) e la speculazione coinvolgeva gli zecchieri, i banchieri che commissionavano il lavoro e si occupavano della distribuzione nelle terre protestanti e, quasi sempre, i principi... Per tutto questo ritengo plausibile l'esistenza di esemplari con forti variabilità nell'intrinseco e quindi corretta la descizione di L.Bellesia. Tornando alla moneta in questione, mi sono permesso di ritagliare il particolare dubbio... La legenda corretta dovrebbe riportare DOM.ALEX.... La D la O sono sottili, incerte e con un taglio "particolare" la M è sostituita da una I; fra la O e la I c'è evidente profondità e quindi la porzione mancante della M non può essere stata obliterata dalla contromarca. Se poi ci soffermiano sui fondi, sia attorno alle lettere della legenda che nei campi davanti e dietro il ritratto, li vediamo evidentemente ondulati e butterati...cartteristica non presente in nessuno degli esemplari qui presentati e in quelli descritti dal Bellesia. Sui caratteri delle legende non ripeto quanto già scritto da Paolino. Ultima nota di colore.....scaricando l'immagine dell'esemplare proposto vedo che la denominazione del file è: bulino4.jpg.ebede9c9408a628e5a405d568349efbe.jpg Bhe! con quel nome..... Scherzi a parte io ho seri dubbi sulla genuinità della moneta; se non falsa è sicuramente pesantemente rimaneggiata. Un caro e caldo saluto a tutti Mario
    2 punti
  5. Questi talleri mirandolesi sono stati coniati in argento molto scadente, non so che dati abbia avuto il Bellesia per supporre addirittura un titolo inferiore ai 500 millesimi, certamente avevano un titolo decisamente inferiore a quelli di coevi talleri di altre zecche. Quello su cui voglio porre l'accento è che il rischio non è di certo quello che sia un falso coevo come supposto dal nostro amico @rastan (cosa da escludere al 100%), ma piuttosto un falso moderno per collezionisti. Devo infatti segnalare che questa tipologia è purtroppo stata fatta oggetto di falsificazione in tempo recenti, io stesso qualche anno fa ho avuto in mano un tallero falso che solo con una buona dose di fortuna sono riuscito a farmi rimborsare. Fortunatamente il tallero falso che ho avuto io non ha evidenze di essere clone di quello di questa discussione, che presenta molte differenze con quello da me posseduto. Ciononostante ritengo che la moneta vada fatta vedere a un esperto perchè dalle foto qualche perplessità me le pone; ad esempio mentre le fratturine nel metallo che si vedono quà e là depongono decisamente a favore di una genuinità, mi desta invece preoccupazione una certa evanescenza in alcuni rilievi che non sembrano creare lo stacco deciso rispetto ai campi che sarebbe lecito attendersi da una moneta coniata. Sarebbe buona cosa se si riuscisse ad avere una foto del taglio della moneta, ottenuta in modo da poter capire se la moneta è piana o abbia un concavità/convessità (questi grossi moduli ben difficilmente uscivano dal conio piani, a causa della potenza della battuta del martello avevano sempre un certo grado di convessità; viceversa, in una moneta ottenuta per pressofusione questa caratteristica risulta assente).
    2 punti
  6. Telefonata 'imbarazzata' ?!? all'epoca di mio nonno i ciucci conclamati venivano portati fuori dall'aula per un orecchio ( nuovo cinema paradiso docet. ) se un chirurgo sbaglia un operazione paga, o gliela fanno pagare, altro che telefonata 'imbarazzata' qui di imbarazzato ci dovrebbe essere solo chi ha fatto passare un esame da perito ad un ciuccio ...
    2 punti
  7. @ dabbene Ciao Mario, vi saluterò con grande piacere, per il resto penso a qualcosa.
    2 punti
  8. Ciao @clairdelune, anche circa i rapporti con i Cristiani Traiano fu molto preciso e tollerante , basta leggere le epistole scambiate con Plinio il Giovane , Legato di Bitinia e Ponto , a proposito del comportamento che Plinio avrebbe dovuto tenere verso i seguaci del Cristianesimo , al che Traiano rispose che non esisteva alcuna normativa di legge contro costoro e che si attenesse quindi al Senatus Consultum in materia .religiosa . Queste le epistole che illustrano bene il pensiero di Traiano verso i Cristiani Lettera di Plinio a Traiano : « E’ per me un dovere, o signore, deferire a te tutte le questioni in merito alle quali sono incerto. Chi infatti può meglio dirigere la mia titubanza o istruire la mia incompetenza? Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei Cristiani; pertanto, non so che cosa e fino a qual punto si sia soliti punire o inquisire. Ho anche assai dubitato se si debba tener conto di qualche differenza di anni; se anche i fanciulli della più tenera età vadano trattati diversamente dagli uomini nel pieno del vigore; se si conceda grazia in seguito al pentimento, o se a colui che sia stato comunque cristiano non giovi affatto l’aver cessato di esserlo; se vada punito il nome di per se stesso, pur se esente da colpe, oppure le colpe connesse al nome. Nel frattempo, con coloro che mi venivano deferiti quali Cristiani, ho seguito questa procedura: chiedevo loro se fossero Cristiani. Se confessavano, li interrogavo una seconda e una terza volta, minacciandoli di pena capitale; quelli che perseveravano, li ho mandati a morte. Infatti non dubitavo che, qualunque cosa confessassero, dovesse essere punita la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione. Ve ne furono altri affetti dalla medesima follia, i quali, poiché erano cittadini romani, ordinai che fossero rimandati a Roma. Ben presto, poiché si accrebbero le imputazioni, come avviene di solito per il fatto stesso di trattare tali questioni, mi capitarono innanzi diversi casi. Venne messo in circolazione un libello anonimo che conteneva molti nomi. Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati, ritenni di doverli rimettere in libertà, quando, dopo aver ripetuto quanto io formulavo, invocavano gli dei e veneravano la tua immagine, che a questo scopo avevo fatto portare assieme ai simulacri dei numi, e quando imprecavano contro Cristo, cosa che si dice sia impossibile ad ottenersi da coloro che siano veramente Cristiani. Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani, ma subito dopo lo negarono; lo erano stati, ma avevano cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da molti anni prima, alcuni persino da vent’anni. Anche tutti costoro venerarono la tua immagine e i simulacri degli dei, e imprecarono contro Cristo. Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi nuovamente per prendere un cibo, ad ogni modo comune e innocente, cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue disposizioni, avevo proibito l’esistenza di sodalizi. Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse, ricorrendo pure alla tortura. Non ho trovato null’altro al di fuori di una superstizione balorda e smodata. Perciò, differita l’istruttoria, mi sono affrettato a richiedere il tuo parere. Mi parve infatti cosa degna di consultazione, soprattutto per il numero di coloro che sono coinvolti in questo pericolo; molte persone di ogni età, ceto sociale e di entrambi i sessi, vengono trascinati, e ancora lo saranno, in questo pericolo. Né soltanto la città, ma anche i borghi e le campagne sono pervase dal contagio di questa superstizione; credo però che possa esser ancora fermata e riportata nella norma. » Risposta di Traiano a Plinio : « Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi di coloro che ti sono stati denunciati come Cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non può essere stabilita infatti una regola generale che abbia, per così dire, un carattere rigido. Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li si deve punire, ma in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei, quantunque abbia suscitato sospetti in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo esempio, indegna dei nostri tempi. »
    2 punti
  9. Salve! Sempre riguardo al senso della giustizia di Traiano, ho letto di altri episodi: si dice che egli usasse ricevere di persona chiunque volesse ottenere da lui giustizia, e che alle preoccupazioni del suo segretario sul fatto che si fidasse troppo di tutti, lui rispose: "Tratto tutti come vorrei che l'Imperatore trattasse me, se fossi un privato cittadino". Secondo un altro aneddoto, una matrona si lamentò presso di lui del marito assente, accusandolo di maltrattamenti e di averla ridotta in povertà, al che Traiano rispose: "E che importa a me di questo?". Allora la donna continuò affermando che il marito parlava sempre male di Traiano e del suo governo, e l'Imperatore rispose: "E che importa a te di questo?". (tratto da Wikipedia) Un saluto e buona giornata!
    2 punti
  10. Un saluto a tutti e complimenti al dinamicissimo gruppo. Se non c'è un blocco sull'autostrada da Piacenza a Milano sarò al Cordusio per l'aperitivo e una copia del bollettino. Buone ferie. Filippo
    2 punti
  11. Patina fiume?sembra più spatinato
    2 punti
  12. Se poi entriamo nel campo delle sigle potenzialmente potremmo anche non finire più.... Per esempio in questa trillina di Ludovico Maria Sforza con L V NAC 126
    2 punti
  13. Dai capita anche ai grandi allora?. Perchè non iniziare con una discussione tipicamente estiva. Parliamo un pò di politica...politica di quasi 2000 anni fa ( non so se è considerata una discussione vietata dal forum, ma fatta la legge trovato l'inganno?)! Stando alla definizione di Edward Gibbon, Traiano rientra tra i cosidetti "buoni imperatori", ma secondo voi è giusto oppure no? C'è qualcun altro che meriterebbe questo titolo? I più audaci possono magari immedesimarsi in personaggi, o anche semplici cittadini, di un determinato momento storico e protestare contro o afavore di un determinato provvedimento?. Naturalmente chi vuole nessuno è o deve sentirsi obbligato in qualche modo. A presto, Alb123
    2 punti
  14. Guardando le prossime aste ho notato un sesterzio di Galba che e' tornato all'incanto dopo aver ricevuto un nuovo restauro. Sono quindi andato a riguardarmi le foto del suo primo passaggio in asta tre anni fa prima del nuovo intervento. Vi posto qui le foto del prima e del dopo con i relativi commenti alle condizioni prese dai rispettivi cataloghi d'asta. Asta NAC 78, Maggio 2014: Sestertius Æ 24.53 g. ; A bold portrait, brown tone and good very fine. Base d'asta 2000 Chf, Realizzo 2250 Chf Prossima asta inglese, Settembre 2017: Sestertius, AE g 24,57. An incredible bold portrait struck on a very large flan; riverine patina, good extremely fine. Base d'asta 2400 GBP Commento a catalogo del restauratore: "During the analysis of this Galba Sestertius, the microscopy observation has revealed the artificial deposition of resin-pitch and wax on the surfaces of the coin. Under stereoscopic magnification, these layers was chemically and mechanically removed, showing a spectacular riverine brownish patina on both sides of the coin." Cosa ne pensate dunque di questa operazione? E' una operazione di valorizzazione della moneta secondo voi? La moneta esteticamente (e alla fine anche il relativo valore di mercato) ne ha guadagnato? Che ne pensate di queste, cosi' definite a catalogo, "riverine patina"?
    1 punto
  15. Ciao a tutti, Scusate l'insistenza ma ho trovato un pò di monete di cui non capisco molto?. Queste che vi presento sono 2 lire di Umberto I per la colonia eritrea, il colore scuro è la patina che non va tolta vero???? Che ne pensate, se fosse possibile potreste darmi una stima del valore economico? Grazie in anticipo, Alb123 P.s. Vi assicuro che apparte quella specie di patina iridescente i dettagli sono netti e vividi.
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  16. Ciao a tutti, Oggi quando ho aperto il telefono mi sono ritrovato questa notizia dell'ANSA di cui allego il link. http://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cultura/arte/2017/08/07/1900-anni-fa-moriva-limperatore-traiano_598840a2-17fb-497c-933f-d773b69411b8.html Tra l'altro a Roma si terrà una mostra proprio su di lui di cui troverete tutte le info a quest'altro link. http://libreriamo.it/arte/la-mostra-dedicata-allimperatore-traiano/ Quest'anno ricorre il 1900° anniversario della morte di Traiano, di cui personalmente adoro le monete?. Ma come molte delle nostre monete ( parlo per i collezionisti delle romane imperiali?) hanno già 1900 anni o più? Mamma mia se li portano proprio bene?. A presto, Alb123
    1 punto
  17. Non è la mia monetazione.. ma non penso che un tallero sia da considerare in mistura. La lega poteva essere più o meno buona vista la zecca, ma difficilmente si può considerare mistura Per me comunque buona e la contromarca andrebbe fotografata da vicino perché interessante!
    1 punto
  18. Nella monografia di Bellesia su Mirandola (L.Bellesia, la zecca dei Pico, centro Internazionale di Cultura, Mirandola, 1995) Il tallero con millesimo 16ZZ viene descritto "di lega molto scarsa tanto che alcuni esemplari sono corrosie con larghe zone in cu affiora il rameo si nota soltanto un'argentatura superficiale" e nella nota a piè di pagina L.Bellesia precisa "ho preferito definire il metallo mistura piuttosto che argento ritenendo, pur senza saperne il titolo effettivo, che esso sia qal di sotto dei 500 millesimi". Nella monografia in questione vengono presentate le immagini di 9 esemplari provenienti da cui si nota l'esistenza di almeno 4 conii di dritto e almeno 5 conii di verso (se non ho sbagliato i conti). Dalla verifica che ho fatto su tutte le immagini disponibili emerge un particolare un po' inquietante: nessuno degli esemplari descritti presenta l'evidente difetto presente nella legenda del dritto dell'esemplare qui proposto......
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  19. Credo che la moneta non abbia subito nessuna bulinatura , quello che a voi sembra tale e' solo l' effetto finale di una drastica e profonda rimozione del cancro del bronzo , oppure di eccessive incrostazioni calcaree . Osservare i profondi buchi di orecchio , occhio e testa in generale . Che senso avrebbe bulinare una moneta cosi' mal ridotta ?
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  20. Anche se mi ripeto......ma un "Buongiorno " oppure un "Per favore " sarebbe cosa gradita. Comunque servirebbe il peso preciso. Poi ha una qualche provenienza tipo asta o listino?
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  21. .....e come dice il mio Amico @lukas1984...."quando vedi un pezzo che per qualche particolare ci attira" .....lo prendi e basta, qualunque sia la sua conservazione
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  22. Qua appunto si stava parlando di "riverine patina" non delle vere patine fiume...attenzione. E anche di qualcos'altro...come ben intuito gia' da Dupondio nel commento che riprendo qui sotto...
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  23. Il bello della numismatica e' anche il riportare simbologie, motti, messaggi, e qui ci siamo dentro in pieno, oltre alla straordinaria iconografia . La discussione che abbiamo qui nelle importanti su Motti e legende lo dimostra...
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  24. Grazie Angelo, l'ho aggiunta in collezione come variante per punteggiatura al dritto
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  25. Ciao Filippo @Naevius ti aspettiamo per un saluto , aperitivo almeno e Gazzettino, e poi perché no un articolo o una riflessione in futuro sul Gazzettino ? Ci contiamo, e' un po' che non ti vediamo al Cordusio, per il momento un caro saluto, Mario
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  26. Medaglia sotto Ferdinando II in bronzo di Antonio Selvi, 87 mm di diametro. Riporta la stessa legenda al rovescio: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA
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  27. Il denaro scodellato d'argento coniato nella zecca di Lubiana che raffigura San Pietro (Pogacn¡k NV: 346, CNA: Cm 7)
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  28. Riporto l’abstract di un articolo in atti di convegno dal titolo ‘Torino 1884: chioschi e ristoranti per mangiare e bere all'Esposizione’, Padova, settembre 2015. "È certo che i chioschi ed i padiglioni, le piccole costruzioni in genere, contribuiscono d'assai a rendere bella un'Esposizione con le loro differenti fogge; anzi […] sono indispensabili come coefficienti di attrazione e di gaiezza e fanno il grazioso, gratissimo effetto che sulla severa, imponente toletta di una bella matrona, tutta coperta di stoffe preziose e di diamanti, farebbero alcuni piccoli fiorellini freschi e profumati, dai vivaci colori, disseminati con studiata, artistica negligenza sulle spalle, sul seno, fra i capelli, stretti da lucente diadema" . L'autore del testo Esposizione generale italiana Torino 1884 descrive i chioschi per mangiare e bere presenti all'interno del recinto fieristico piemontese: questi, al pari degli espositori principali, contribuiscono alla formulazione di una variegata immagine dell'avvenimento. Dello stesso parere è l'autore dell'articolo dedicato ai chioschi comparso, a puntate, sulla rivista ufficiale dell'evento (Torino e l'Esposizione italiana 1884. Cronaca illustrata della Esposizione Nazionale-Industriale ed Artistica del 1884): "I chioschi stanno ad una Esposizione come gli ornamenti ad una donna. Levate d'attorno alle grandi gallerie d'una Esposizione i chioschi e vi parrà una donna elegante senza orecchini, senza braccialetti e senza ornamenti di sorta. Essi sono la nota allegra che si accoppia, si armonizza e dà risalto alla maestà del grande edificio" . Tali costruzioni, inghiottite nello spazio della manifestazione, oltre a fungere da sistema pubblicitario, forniscono l'occasione per la vendita gastronomica e la ristorazione dei visitatori, del personale e di tutti coloro che si trovano a trascorrere la giornata al suo interno. "D'altra parte, se un'Esposizione è una raccolta di tutti i prodotti che servono ai disparati bisogni dell'uomo - se vi figurano il bestiame, la carne conservata, i formaggi, le conserve, i vini e le birre […] - se vi si espongono il carbone e le pentole, perché non vi si esporrebbe la cucina: questo metodo così comune e pur così importante, così necessario [...] che ha tanta influenza sulla vita [...] ?" . Non solo, sebbene i padiglioni espositivi facciano velo ai piccoli chioschi enogastronomici, questi rappresentano uno strumento essenziale per la restituzione della realtà dell'evento. Sull'Esposizione torinese del 1884 si desumono molte informazioni dai resoconti, dagli studi o dalle pubblicazioni succedutesi nel tempo, ma ad oggi poco spazio è stato riservato alle architetture secondarie collocate a corollario dei fabbricati principali. Ogni padiglione non è un elemento isolato a sé stante, ma parte integrante del sistema espositivo; l'analisi delle fabbriche marginali che fanno parte della memoria condivisa di tali avvenimenti consente di mostrare come, accanto alla celebrazione ed esaltazione dell'industria e del progresso, grande interesse sia riservato anche all'elaborazione di servizi propri dell'epoca. L'esplorazione dei modelli adibiti alla ristorazione palesa la presenza di allestimenti di tipologia diversificata che, collocati a ridosso dei titanici padiglioni o nelle aree verdi, sono contraddistinti tanto da stilemi semplificati quanto da una eterogeneità di forme, profili e concezioni avveniristiche volte ad esprimere la ricchezza dell'epoca e a promuovere una serie di prodotti locali e non Fonte http://porto.polito.it/2627050/
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  29. Per il deposito credo che sia meglio fargli una telefonata e chiedere, a me è capitato di andarci di persona e nell'ufficio non hanno potuto fare nulla, sono dovuto andare al governatorato. Per mail comunque mi aveva detto che avrei potuto usufruire del credito all'emissione successiva, dovresti scriverglielo per farlo presente quando invierai i moduli alla prossima emissione. Per la carta non si hanno grossi problemi, è un pagamento online come tanti altri, comunque ti fai una postepay e vai tranquillo, Vaticano e San Marino l'accettano entrambe.
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  30. Se paghi con carta di credito, sono loro che prelevano un importo inferiore; se invece paghi con assegno o vaglia puoi tranquillamente effettuare un versamento di importo inferiore in quanto sarà versato sul tuo conto e di lì verrà poi prelevato l'importo necessario al pagamento del tuo ordine.
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  31. Utile anche leggere questa vecchia discussione nella Sezione "Storia ed Archeologia" sul Ponte di Drobeta , sul Danubio :
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  32. Buona sera, allego la pagina del MIR. Toscana zecche minori in cui è evidente l'errore nel grado di rarità, dovrebbe essere semplicemente R. Accanto al grado di rarità è riiportato un valore indicativo da MB a SPL Il tuo esemplare non è per niente malaccio ma se tu dovessi venderlo dovresti stare un po più verso la parte bassa del "range" proposto dal catalogo. (con la miseria che c'è in giro poi)
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  33. Cosa si intende esattamente per tessera, cioè a cosa servivano ? Salve Da un articolo di Paolo Pitotto.
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  34. che sia Valentiniano II mi pare assai probabile se non certo complimenti
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  35. peccato, mi sarebbe piaciuto vederlo prima degli interventi (oppure dopo fatti da un professionista competente). A mio gusto, il R/ sembra rifatto con il normografo.. skuby
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  36. 8 esemplari sono fin troppi ()... purtroppo tutti falsi....
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  37. 1 punto
  38. si é un sesterzio e potrebbe anche essere Una copia ... Giuro l'ho fotografato per lamoneta... Io mi sono concentrato sulle merovinge e su quelle del V secolo scusate...
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  39. Poi come per tutti i generi di monete, da controllare il bordo, se ha colpi o colpetti che la fanno scendere sotto lo spl, o difetti di conio, quali schiantature, forti decentrature e dettagli poco impressi. Insomma i punti da osservare in grande linea son quelli citati sopra, poi va vista nel complesso. Se volete possiamo portare altri esempi e fare confronti con monete sul web..
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  40. Capisco cosa vuoi dire e condivido anche il tuo pensiero, il fatto è che nelle varie aste, soprattutto le piu prestigiose, quasi tutti i bronzi hanno subito interventi migliorativi non dichiarati allo scopo di rendere piu attraente e appetibile la moneta ai fini commerciali.... secondo me la cosa piu grave del fatto stesso che la moneta venga migliorata, è che molti collezionisti in assenza di possibile confronto di come era la moneta prima del restauro, non capiscono gli interventi fatti, soprattutto quando gli stessi sono ad opera di professionisti con la P maiuscola...... sai quanti sono convinti di avere in collezione monete "untouched", e invece non lo sono?
    1 punto
  41. Ciao , il tuo discorso sarebbe ben condivisibile se la moneta in questione , o altre in generale , fosse stata acquistata da un Museo e restaurata in modo perfetto , come un qualsiasi altro reperto antico metallico , al solo scopo di esporla al pubblico affinche' ammiri al meglio le antiche tecniche di coniatura ; nel caso specifico invece siamo di fronte ad una semplice operazione commerciale che ha il solo scopo di rendere piu' attraente e appetibile la moneta con relativo innalzamento del prezzo . Per mia sensibilita' preferisco mille volte una moneta "difettosa" , come la storia ce l' ha consegnata , ad una ritoccata , ma capisco che e' solo questione di gusti , quindi ogni parere e' legittimo .
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  42. Questo è il tipico esempio di come è possibile rendere meccanicamente piu vivi e taglienti i rilievi, in questo caso lo si nota bene dalle lettere..... la moneta è autentica, ma la stessa tecnica viene utilizzata nelle monete false, per eliminare tracce di fusione e rendere spigolosi i dettagli, come se fosse una moneta coniata....... C'è da aver paura......
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  43. @Horussone, @eracle62 è un numismatico molto competente ed onesto, ti troverai senz'altro bene, te lo dico per esperienza diretta. Saluti
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  44. Non credo che ci siano fonti sul potere d'acquisto dell'asse librale. Trattandosi di una monetazione a valore intrinseco, all'inizio (ma quando fu questo inizio? tieni presente che la data di entrata in circolazione di queste monete è molto, molto discussa) valeva più o meno il suo peso: diciamo quindi che con 10 assi si poteva comprare una spada bronzea di 3 chili. Le fonti ci aiutano a conoscere il potere d'acquisto delle monete della Repubblica a partire dalla metà del II secolo a.C.; occorre tuttavia una premessa, per precisare che a un certo punto della storia monetaria di Roma, il valore dell’asse fu ridotto in quanto il denario fu ritariffato da 10 a 16 assi. Plinio (XXXIII, 45) mette in relazione la ritariffazione a 16 assi alla riduzione onciale, specificando che non si applicò ai soldati (nel senso, probabilmente, che lo stipendium rimase invariato) e la data alla dittatura di Q. Fabio Massimo. La datazione è ritenuta erronea e viene attribuita (grazie a un frammento mutilo di Festo) al fatto che fu disposta con una Lex Flaminia minus solvendi, che Plinio potrebbe aver ricondotto al console caduto sul Trasimeno. I numismatici concordano sul ritenere che la ritariffazione sia avvenuta nel II secolo: Grueber tra il 150 e il 140 a.C., Campana nel 147 a.C. (quando Roma combatteva contemporaneamente su tre fronti, in Africa contro Cartagine, in Hispania contro i Celtiberi e i Lusitani e in Macedonia contro Andrisco), Thomsen nel 145 a.C., Crawford nel 141 a.C., Buttrey intorno al 130 a.C. Tanto premesso, veniamo a quel che sappiamo sul potere d’acquisto in epoca repubblicana. Alla vigilia della guerra annibalica (219 a.C.) un legionario riceveva uno stipendium 120 denarî annui. Nel 46 Cesare lo portò a 10 assi al giorno (225 denarî annui). Domiziano lo aumentò a 300 denarî l’anno, Settimio Severo (nel 195 d.C.) a 400, Caracalla (nel 215 d.C.) a 600. I braccianti di Pompeo, a metà del I secolo, ricevevano da 5 a 16 assi al giorno per il lavoro stagionale. Nel II secolo d.C. i minatori in Dacia ricevevano da 6 a 10 assi al giorno, più vitto e alloggio, con contratti di 6 o 8 mesi. Narra Polibio (II, 14, 35) che in Pianura padana (ove si recò fra il 151 e il 150 a.C.) “Non è facile descrivere adeguatamente la fertilità del territorio … un medimno siciliano di frumento costa per lo più 4 oboli, uno d’orzo 1 obolo due oboli e un metrete di vino costa quanto un medimno di orzo"; "Quanto poi al buon prezzo al minuto … basta citare questo fatto: chi … alloggia in locande … non chiede il prezzo delle singole consumazioni, concorda il prezzo complessivo … per mezzo asse al giorno, cioè per la quarta parte di un obolo”. Un medimno siciliano era pari a 51,8 litri e, quindi, a circa 40 kg di grano; un metrete era pari a 39 litri. È evidente che Polibio ritiene i prezzi padani estremamente bassi; Giuseppe Amisano ipotizza che quelli di Roma ammontassero a 5 o 6 volte tanto. Fatte tutte le equivalenze e tenuto conto dell'incertezza sulla ritariffazione del denario (la data cade esattamente nel periodo di ritariffazione da 10 a 16 assi), si ricavano i seguenti valori: 150 a.C., Gallia cisalpina: 1 denario = 50/80 kg di grano (all’ingrosso) 1 denario = 195/312 litri di vino (all’ingrosso) 1 denario = 20/36 giorni di pensione completa in locanda 1 denario = 5 od 8 oboli padani 150 a.C., Roma: 1 denario = 8,3/16 kg di grano (all’ingrosso) 1 denario = 32,5/62,4 litri di vino (all’ingrosso) 1 denario = 3/7 giorni di pensione completa in locanda Poco dopo il 124 a.C., la legge frumentaria di Gaio Gracco fissò il prezzo di vendita del grano al prezzo di costo, 6 assi per modio. Dato che un modio conteneva 8,75 litri, si ricava: 123 a.C., Roma: 1 denario = 18 kg di grano (all’ingrosso) Nel 100 a.C. Saturnino fece approvare una lex frumentaria, in base alla quale il grano doveva essere venduto a cinque sesti di asse al moggio. Alcuni autori moderni suppongono infine i seguenti valori: Inizî I secolo a.C.: 1 denario = 15 kg di farina 1 denario = 26 litri di vino 1 denario = 7 litri di olio Claudia Perassi, in Soldi, acquisti, spese a Pompei e nell'area vesuviana, riporta la seguente iscrizione pompeiana attribuita ancora all’età repubblicana (CIL IV, 64): “Un recipiente bronzeo è sparito dal locale: se qualcuno lo riporterà gli saranno dati 65 sesterzi; se poi indicherà il ladro, così che sia possibile recuperare l’oggetto, avrà 20 sesterzi”. Eva Apostolou, curatrice della sezione romana del museo numismatico di Atene, in How much does it cost our daily bread from ancient to modern times" riferisce che, a cavallo fra I secolo e I secolo d.C. un modio di carne (6,655 kg) costava 2-3 sesterzi. Quindi: Fine I secolo, Grecia: 1 denario = 10/13 kg di carne
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  45. Nel 1920, due anni dopo la fine della PRIMA GUERRA MONDIALE, otto imprenditori di Milano sentono la inderogabile necessità di crescere, lavorare, esportare, importare materie prime, trovare nuovi sbocchi e nuovi affari. Così il 12 aprile del 1920 sui Bastioni di PORTA VENEZIA viene aperta la prima FIERA CAMPIONARIA INTERNAZIONALE con 1200 espositori di cui 256 esteri. Per l'occasione dell'ESPOSIZIONE il servizio tramviario viene incrementato e il Sindaco Caldara, per comodità propone di coniare due gettoni per corse tramviarie a tariffa normale e ridotta. I milanesi in omaggio al Sindaco chiamavano questi gettoni CALDARINI.
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  46. Ciao, per quanto riguarda il lavaggio, è principalmente una questione di preferenza, se questo è stato fatto come si deve. Mi riferisco in particolare a quei lavaggi che "deturpano" la moneta della sua patina (ricordo la frase di un mio mentore di tanto tempo fa: "delitto di lesa maèstà verso la moneta"), non a quelle monete che presentano dello sporco vero e proprio nelle sue varie manifestazioni, e su cui un intervento capace ne migliora l'aspetto Durante il processo produttivo il tondello (che è sempre una lega tra due o più metalli) subisce vari "stress" durante la lavorazione (ad esempio le varie fasi fino ad ottenerne la forma finale, le alte temperature, la coniazione...). Può accadere benissimo che un tondello (o le due componenti che lo andranno a formare), durante questo lungo ciclo produttivo, abbia già qualche difetto "intrinseco", ad esempio nella parte spuria della sua lega, forse ha subito maggiori escursioni termiche del dovuto, o forse è stato esposto a contatto con sostanze liquide con cui venivano trattati i macchinari, per dirla molto molto approssimativamente... Chiaramente le variabili possono essere moltissime, e questo lascia sempre un effetto, nel caso in questione, con qualche macchia "che lascia il segno" non è impossibile da vedere su di una moneta. Appunto facevo riferimento alla "patina a bersaglio" per fare un'accostamento di idee... con l'intento di rendere più chiaro ciò che intendevo dire (nella sezione regno troverai sicuramente alcune discussioni che trattano questo aspetto) Avrai visto come quel tipo di "patina" viene momentaneamente via se immergi la moneta nell'apposito liquido dell'argento (ma dopo un certo tempo, la vedrai ritornare). Questo per dirti che un alone, di per se presente su di una moneta, non è garanzia assoluta che non sia mai stata lavata. Alla fine del post troverai due foto. Non sono monete di Napoli ma ben si adattano a questo contesto (anche perchè erano le mie, e quindi le conosco bene). La prima è uno scudo di Pio VIII. Moneta lavata con l'apposito liquido per l'argento. Quando la presi era lavata da poco, quell'alone era appena percettibile, ma mano mano quell'alone prendeva sempre più tono. La seconda foto è una lira di VEIII. Moneta che lavai io stesso "da giovane" con l'apposito liquido, ma dopo qualche tempo... ecco l'alone della "patina a bersaglio" che ritorna. I graffi di conio E' indubbio che fan parte del ciclo produttivo della moneta (che nasce proprio così), e quindi non influiscono sulla conservazione, ma ovviamente se non li ha è meglio La mancanza di difetti tipologici (e questo vale per ogni tipologia monetale) ne accresce il pregio, la bellezza ed anche il suo valore Io ho sempre cercato di prendere monete il più possibile esenti da questo particolare tipo di difetto che trovo molto antiestetico, insieme a decentrature e debolezze molto marcate di conio, poi è chiaro che in certi frangenti, si devono fare dei "compromessi"; Nel senso, valutare quanti pro ha una moneta e quanti contro (ad esempio, la piastra del 1836 che ho postato, ha dei piccoli difetti da conio, dei contro, ma in compenso ha una bellissima patina, è in conservazione molto alta, perfettamente leggibile senza antiestetiche debolezze da conio e quindi, per il tipo monetale, a mio gusto valeva pienamente la richiesta, non certo economica, del venditore). Per allungare ancora di più il brodo : Certamente con questi criteri, i tempi di ricerca di un pezzo di allungano di molto, anche su monete che sono facilmente reperibili. Però... quando le trovi... te le godi tutta la vita Ad esempio questa è una piastra del 1795, che giudicavo un autentico Spl come pochi se ne vedono (qSpl il dritto, mSpl il rovecio, con fondi brillanti, ritratto nitidissimo e ben impresso, come come lo stemma e tutte le armette in esso, con rilievi altissimi ed integri). Ho scritto anche troppo... perdonate lo sproloquio Sempre a disposizione, anche in privato, per eventuali delucidazioni, Fabrizio P.S. Chiamami pure per nome, anche io come te sto ancora imparando, ho solo il piacere di affiancare altri curatori molto più preparati di me Dimenticavo... Prova a fare altre foto seguendo la striminzita procedura che ho descritto qua:
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  47. salve ragazzi il tema è di grande interesse per il sottoscritto. Già un paio di anni fa avevo aperto un topic chiedendo lumi ed informazioni (se non sbaglio min.ver eri intervenuto anche tu) su una moneta che mi ha affascinato da sempre. E questo perché, le ricerche (abbastanza superficiali che avevo fatto al tempo) avevano rivelato come fosse una moneta che REALMENTE doveva la sua emissione a contingenze storiche precise e, per chi ama la storia come me, affascinanti. Si parla infatti della terza guerra d indipendenza "italiana", combattuta tra il giugno e l agosto del 1866. L utente Picchio (che però credo non scriva più da anni su questo forum) sosteneva che (quoto, da un suo intervento che all'epoca mi ero salvato) "va considerato anche che il 1866 e' l 'anno del corso forzoso per sostenere I preparativi delle spese di Guerra di indipendenza. Al fine di impedire l impoverimento delle scorte metalliche presso la BN si diede seguito all ostruzionismo del cambio dei biglietti in moneta sonante. La moneta coniata doveva servire a garanzia delle emissioni cartacee del Banco di Napoli (5 lire in argento garantivano per 15 lire cartacee, quindi 500,000 x 5 fanno 2.5 M x 3 garantivano per 7.5 milioni di lire. Solo una modesta parte dell emissione entro in cicolazione. Il resto assolto il compito fiduciario ando presumibilmente in fusione. Come gia fatto notare da altri utenti, sarebbe interessante capire se esistono documenti ufficiali coi quali si autorizzava ufficialmente la fusione, e per che quantita (anche se questo non aiuterebbe minimamente a capire quanti esemplari son sopravvissuti ad oggi). La mia idea e' che (ma soltanto con riferimento all italia) ce ne siano un 50-100. Molti di questi riposeranno sicuramente in collezioni private da decenni. Del resto se ne girano cosi pochi qualcosa vorra dire..All estero non ho idea ma nn credo che ne siano saltati fuori parecchi.... Di sicuro non e' mai apparsa una conservazione pari o superiore a SPL. Ma anche questo e' facilmente spiegabile. Tale conservazione implicherebbe una sottrazione della moneta dal BN prima della fusione. Cosa direi abbastanza illecita. Se esiste qualcuno con tale moneta, anche se son passati 150 anni, dubito che la tirera mai fuori pubblicamente... Diverso il discorso per I pochi scudi che passano di mano e che sono evidentemente parte di quel piccolo quantitativo che entro in circolazione." Personalmente ho visto in mano un esemplare SPLENDIDO, credo uno dei migliori censiti ad oggi. E devo ammettere che, avendo sognato questa moneta per anni, avendo pensato a quali tragici e pur tuttavia fondamentali eventi per la costruzione della nostra amata Italia questo tondello sia legato, beh ragazzi, mi tremavano le mani per l emozione.. Trattandosi di zecca Napoli, trattandosi del 1866, si parla di una moneta NATA con difetti e quindi una conservazione FDC come la intendiamo noi oggi è da scartare a priori. Certamente non è mai apparsa sul mercato in condizione superiore a SPL.
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  48. Ciao. Diciamo subito che il sequestro può essere una spiacevole eventualità che non si evita anche possedendo la documentazione relativa a monete autentiche. A Torino, allo scorso Convegno numismatico, parlavo con un Funzionario della Soprintendenza - da poco in pensione - ma con una lunga "militanza" numismatica non solo quale studioso della materia ma anche quale Consulente di varie Procure italiane. Il caso che mi è stato raccontato può ricordare da vicino l'ipotesi che formulavi. Ad un collezionista era stata sequestrata un'unica moneta, un denario EID MAR per il quale il malcapitato non era in grado di esibire la documentazione d'acquisto e di provenienza. Il Consulente della Procura (in quella circostanza non era il mio Interlocutore, che venne invece contattato proprio dal Collezionista dopo il sequestro), magnificava la rarità del nummo, attribuendolo ad una rarissima emissione a nome di Bruto. Una "R", incisa sulla moneta, veniva interpretata dal Consulente della Procura come il riferimento alla zecca di emissione, cioè Roma. Il disperato (ed ignaro) raccoglitore esibì al mio interlocutore la foto fronte e retro della moneta sequestrata ed un veloce esame fu sufficiente per rilevare come la moneta non fosse autentica, ma che anzi fosse una banale riproduzione, distribuita unitamente a delle gustose merendine negli anni'70 del secolo scorso da una nota industria dolciaria umbra e che quella "R", lungi dall'essere il riferimento alla zecca di emissione, era piuttosto l'abbreviazione di "REPLICA" o di "RIPRODUZIONE". In quel caso fu sufficiente stendere un parere scritto da consegnare al Magistrato (e, suppongo io, ma di questo non ho certezza...anche una telefonata "imbarazzata" al Consulente del P.M.) per risolvere la situazione. Tutto è bene quel che finisce bene.....ma quanto rumore per nulla. M.
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  49. Non ci ho capito molto, ma mi piace ancora meno. Sarebbe bene che ti spiegassi (chi sarebbero le 2 persone con "poteri" sul sito?) altrimenti possiamo anche chiuderla qui. petronius.
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