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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/04/17 in tutte le aree

  1. Vorreì iniziare questa discussione per appunto divulgare la storia di questa fantastica moneta dell epoca moderna. Incominciamo dando le prime informazioni su questa tipologia di monetazione. Monetazione che veniva battuta nell officina di Firenze e incominciò sotto Ferdinando II nel 1665, nessuna moneta risulta firmata, nè si conoscono i nomi degli artisti che hanno lavorato, in tale periodo, nella zecca fiorentina. La Questione avvenne e si trascinò sino al 1665 quando si decise di ovviare agli inconvenienti dei commercianti e negozianti di Livorno (questione dovuta alla presenza dei reali calanti nel peso) con la creazione di una moneta nazionale in grado di competere con l argento forestiero, la quale si sperava, avrebbe risolto la questione. Ad essa venne dato il nome di pezza delle rose (in seguito modificato in pezza della rosa) dal tipo del rovescio, sove comparivano appunto due rigogliose piante di rosa. la moneta doveva essere emessa al taglio di 13 pezzi e 1/11 per libra di metallo della bontà di once 11 di argento fino,pesava 22 denari conforme era stato permesso per legge di S.A.S.del 1 Marzo 1661 e rescritto dell 8 Maggio del 1665. L iconografia: L arme medicea sul diritto e sul rivescio, una pianta di rose con la legenda: GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA-LIBURNI : Con questa impresa-scrive il Galeotti-per la quale il motto fu composto da Francesco Rondinelli,bibliotecario del Granduca,volle Ferdinando II far comprendere ai suoi nemici che pur essendo di animo generoso e buono aveva occorrendo mezzi adeguati e pronti a rintuzzare le offese così come la rosa che di fronte alla sua grazia e bellezza-GRATIA OBVIA-ha le spine per difendere e punire quando si osi toccarla-VLTIO QVAESITA. E le spine, nelle varie figurazioni delle piante di rose, sono poste sempre in eloquente evidenza. Allego foto della prima pezza della rosa.
    8 punti
  2. Capisco che per lei le cose sembrano molto chiare ma la invito a una certa prudenza. Stiamo sempre parlando di una foto quando invece da Lanz hanno la moneta in mano. Le cose a volte cambiano molto dal vivo rispetto a una fotografia, e piu' di una volta ho dovuto ricredermi. Attenzione quindi con queste sentenze assolutistiche. La moneta, da foto, non piace neanche a me ma ad esempio quelle che sembrano bollicine potrebbero benissimo essere effetti ed eccedenze della patina (artificiale) applicata alla moneta. Per cui non escludo che dal vivo la moneta possa essere piu' convincente che da questa foto.
    4 punti
  3. Ciao a tutti, il passaggio dalla numismatica classica a quella napoletana, passa attraverso l'acquisto di un cavallo di Ferdinando I° e del libro di Mario Rasile " I cavalli delle zecche napoletane nel periodo aragonese", caldamente consigliato dagli utenti dell'epoca. Sambon, nell'articolo del 1891, intitolato i Cavalli di Ferdinando I°, Re DI Napoli": riporta: "Regnando Ferdinando I d’Aragona, essendo nei denarelli aragonesi assai scarsa proporzione d’argento,3 e quindi considerevole il guadagno che la Regia Curia traeva da quella sleale monetazione, n’ era venuto di conseguenza che, nel Reame e negli stati circonvicini, continuamente si falsassero. Per la quel cosa i pubblici uffiziali, destinati a riscuotere le imposte del reame, ricorsero al re, dicendo che sui mercati era maggior copia di moneta adulterata, di quella coniata dalla Regia Zecca. Ferdinando allora, per consiglio di Orso Orsini duca d’Ascoli, con sua lettera del 16 febbraio 1472 4, diretta agli ufficiali della Regia Camera della Sommaria bandì che fossero vietati i denari di biglione, battuti per lo innanzi, e che si coniassero, invece, monete di puro rame, grosse quanto le antiche medaglie, ossia mezzi carlini degli Angioini; sulle quali monete essendo scarso il guadagno, non troverebbero utilità alcuna i falsarli. Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall’altra si ponesse una qualche digna cosa proposta dal Conte di Maddaloni, Diomede Carafa, che ne addimostrano le monete, essere stato un cavallo, con attorno l’epigrafe ÆQVITAS REGNIche, complicata col tipo mercè la somiglianza delle voci equus ed æquitasveniva a glorificare la savia disposizione data da Ferdinando, essendo evidente prova codesta, come Ferdinando avesse a cuore il benessere del popolo, preferendo rinunziare al guadagno che traeva dalla monetazione erosa pur d’impedire il danno che arrecava ai minuti commerci del reame. Una curiosa circostanza ci permette di rintracciare i fatti che suggerirono il tipo di questa moneta. È noto a tutti qual copia di preziosi avanzi [p. 328 modifica]dell’antichità avesse radunato il Conte di Maddaloni. Di lui, dice l’Aldimari: «fu il Conte di Maddaloni, Diomede, historico et antiquario celeberrimo, fondando tutti i suoi consigli sopra gli esempi degli antiqui e nei libri di conto delle sue cose familiari, si trovò scritto havere speso 17.000 scudi, somma grandissima in questi tempi, in medaglie et statue et altre antichità delle quali ne lasciò adornato il suo palagio, magnificamente da lui eretto nel quartiere di Nido.» Diomede Carafa era stato aio di Ferdinando, di cui fu sempre fido e sagace consigliere; e sempre Ferdinando ebbe per lui grande ammirazione e rispetto. A lui si rivolse adunque, perchè gli consigliasse un tipo pel rovescio di questo nuovo denaro di schietto rame. Non si servi però il Conte di esempî antichi; ma come diremo in seguito, fu assai probabilmente indotto a tale scelta da un’opera di un suo contemporaneo, rinomatissimo artista, il fiorentino Donatello. Il Vergara e poi il Lazari, dando credito alla favolosa leggenda riferita dal compilatore della cronaca di Partenope, dal Collenuccio e da altri scrittori, dissero che il cavallo posto su questi denari era ricordo di un’opera greca di gran pregio e rinomanza che per lungo tempo era stata in sulla piazza del Duomo, sinché un arcivescovo, per togliere certa superstizione, di cui era cagione, non avesse ordinato venisse distrutta, nel 1322, per convertirla in campane pel Duomo. Il Tarcagnota, a questa leggenda aveva poi aggiunto di suo che «quella gran testa che si vede ora in casa del signor Duca di Maddaloni potrebbe essere reliquia di quel cavallo;» ed il Summonte riportò poi questa notizia, non più come una ipotesi, ma come un fatto accertato. Per la qual cosa il Lazari, accettando [p. 329 modifica]questo intreccio di fantastiche notizie, asserì che il Duca di Maddaloni propose a Ferdinando I di porre sui denari il ricordo di «quel cavallo colossale di bronzo, la cui stupenda testa tuttavia s’ammira nel Museo Borbonico, eh’ è fama stesse eretto dinnanzi l’antica Cattedrale di Napoli, ecc.» Ma il Capecelatro, e dopo di lui il Capasse, addimostrarono l’assurdità di tale favola ed il Filangieri in un suo scritto: «sulla testa di Cavallo di bronzo già di casa Maddaloni»5 dimostrò che questa opera non era, come da parecchi sinora si era creduto, di tempi antichi, ma sibbene del XV secolo e, siccome già aveva osservato il Vasari, dello scultore Donatello. Il Filangieri fece trascrivere dall’Archivio di Stato di Firenze la lettera del conte di Maddaloni, in data 12 luglio 1471, inviata da Napoli a Lorenzo il Magnifico, per ringraziarlo del dono di una testa di cavallo in bronzo foggiata dal Donatello. Ricevendo poco dopo, da Ferdinando, l’ incarico di ideare un tipo per la nuova moneta di rame, pare a me che il pensiero di quello stupendo lavoro del Donatello, che doveva riuscire tanto più grato al Conte, per essere il cavallo, ad un tempo, insegna del Seggio di Nido e della città di Napoli, determinasse la scelta di lui per il tipo della nuova moneta."
    3 punti
  4. Spero venga apprezzato il fatto anche della pubblicazione delle mie monetw, se capiterà come per la piastra di Cosimo II metterò monete mai viste in conservazione o date mai apparse. Saluti Fofo
    3 punti
  5. La ricerca archeologica ufficiale , in questo caso belga ma operante in territorio nazionale , nel Lazio , restitui' , esattamente 50 anni fa' , un secondo esemplare di Biga etrusca dopo quella famosissima di Monteleone di Spoleto trovata nel 1901 e ampliamente trattata in questa Sezione circa un anno e mezzo fa' . La Biga e' oggi conservata insieme ad altri importanti reperti etruschi nel Museo Nazionale di Viterbo . Questo eccezionale reperto archeologico venne trovato in una tomba etrusca nell' antichissima citta' di Castro che sorgeva al confine tra il Lazio e la Toscana vicino Farnese in provincia di Viterbo ; la città sorgeva sopra un costone tufaceo abitato sin dall'epoca preistorica . In epoca etrusca fu poi sede di una non meglio identificata città , forse Statonia , come sembra testimoniato dalle necropoli e altri importanti resti archeologici scoperti ai piedi della collina tufacea . Castro venne distrutta ed abbandonata nel 1649 ; da allora entro' a far parte del novero delle numerose citta' fantasma del Lazio , cioe' quelle antiche citta' che da secoli per motivi spesso ignoti furono abbandonate dai loro abitanti . Per maggiori informazioni sulla Biga , due link interessanti : http://www.etruschi.name/castro/tomba_biga_it.html http://www.tesoridetruria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2097:la-biga-di-castro-regina-del-museo-insieme-ai-suoi-cavalli&Itemid=57 In foto la poco conosciuta Biga di Castro e un disegno del 1663 della citta' di Castro .
    3 punti
  6. Se riesco domani collaboro col mio pezzo... Rivedendo alcune discussioni del passato di questa sezione certamente di pezze della rosa ce ne sono e ce ne sono state, quello che non capisco e trovo grave e' che qualcuno abbia postato monete tra l'altro indubbiamente belle almeno a leggere gli straordinari commenti e poi le abbia tolte, ci ritroviamo oggi con discussioni fatte sul nulla, divulgare e' altro... scusate per la digressione ma sembra quasi uno sfregio o post legati ad altre motivazioni....quindi posterò sicuramente non a quei livelli ma lascerò per tutti ...
    3 punti
  7. Riguardo i cavalli con la M in esergo, potrei essere d'accordo con te, che la zecca potrebbe essere Napoli. Vorrei aggiungere una notizia in piu'. Vivendo in una zona di confine fra Umbria, Marche, Lazio e non lontano dall'Abruzzo, quella purtroppo del recente terremoto, non distante quindi da Amatrice, so della presenza in zona di un numero non irrilevante di cavalli, che per me circolavano alla stregua dei quattrini papali. Quelli con la M, unitamente a pochi/pochissimi con la leggenda FIDELIS AMATRIX, visti in zona, sono un numero considerevole. Qui la presenza poi di cavalli aquilani è abbondante, ma quelli napoletani non sono/sarebbero tanti. Trattasi di rilevazione empirica, fatta con osservazioni personali o confrontandomi con altri appassionati della zona. Chiaramente, non basta certo tutto cio' per dare una attribuzione sicura, ma la provenienza reale da una zecca della zona spiegherebbe il numero non bassissimo di cavalli con la M. Non la escluderei affatto insomma.
    3 punti
  8. Tanto per la cronaca....gli ultimi arrivi
    3 punti
  9. Che pezzi! Anzi, che pezze!! Complimenti a @fofo per gli esemplari, la voglia di condividere e di far conoscere la monetazione che sente sua. Antonio
    2 punti
  10. Buon giorno, volevo condividere questa monetina, grazie a tutti per i pareri.
    2 punti
  11. Ciao , le monete era un lotticino Savoia di cui moltissime si legge una sola faccia, altri "soldi" consunti in cui si intravede appena la data qualche denarino in buone condizioni è in mezzo questa in buona conservazione .. è il denarino dell`altra discussione. (che gli siano cadute in mezzo??)
    2 punti
  12. Appunto, pezza del 3 Tipo: Corona aperta, ma legenda interrotta in alto. D. Stemma leggermente più grande di quello del tipo precedente . Legenda interrotta ampiamente in alto per lasciare lo spazio alla parte superiore della corona. Data in basso. R. Due piante di rosa intrecciate, con rami molto spinosi. Sotto LIBVRNI. Le legende possono variare, le date di questa tipologia sono 1684/1697/1698/1699/1700/1701/1703/1706 Le rarità sono R2 per tutte ma R3 per il 1706. @dabbene se hai qualche altro dato mettilo! A partire dal 1697 comunque al posto del millesimo del 1684 in taluni casi sul loro tondello ricomparve la data effettiva di coniazione. Allego un mio pezzo Come si può notare il rovescio del tipo 3° cambiato il conio dai precedenti tipi. I gigli dopo il 3 tipo del 1684 sono presenti su tutte le altre tipologie, sia su quelle del 1665/1670 che su il 1684 2°tipo che su tutte quelle successive che vedremo più avanti.
    2 punti
  13. La mole di reperti custoditi al museo del castello di Lipari si devono agli scavi eseguiti a partire dagli anni '50 da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier. Non a caso gli scavi di Lipari e più in generale quelli dell'arcipelago eoliano mostrano delle sequenze stratigrafiche ininterrotte che hanno permesso di ricostruire i diversi orizzonti culturali della preistoria e protostoria del Mediterraneo occidentale. Un altro periodo di floridezza è appunto quello della colonizzazione greca, che va dalla fondazione degli cnidi fino al periodo ellenistico.
    2 punti
  14. @dabbene @foti.l mettete anche del vostro, anche delle vostre monete con note numismatiche e ulteriori informazioni mentre la discussione prende forma e anche gli altri. Continuando con le informazioni si può dire che ad esempio le pezze della rosa anteriori alla riforma del 1676 valevano 5 lire,soldi 13, denari 4. Nel 1670 esce la seconda pezza della rosa sotto il Granduca Cosimo III. Catalogata come pezza del 1° tipo D, Stemma in cartella ornata, sormontato da corona dentata aperta. Data in basso. R, Due piante di rosa intrecciate, con rami ricoperti di spine. Sotto , LIBURNI. R3 Molto importante da dire su questa tipologia è che il rovescio dei coni di questo anno 1670 sono gli stessi utilizzati per battere le pezze della rosa di Ferdinando II. Infatti molti difetti di conio riscontrabili sul rovescio dei 1665 sono ancor@ presenti nei 1670. Altra cosa importante da dire su questa monetazione anteriore al 1684, è che venne vietata la circolazione da appunto il 1684 e gravi sansioni vennero previste a carico dei trasgressori. Per questo tali pezze sono più rare, appaiono meno delle altre, devono essere state demonetate in massima parte. Nel 1665/1670 le emissioni di queste monete avevano valore di 5 lire, 13 soldi, 4 denari, mentre dal 1684 il 6 Giugno uscito il bando la valuta era di 5 lire, soldi 9, denari 4 .
    2 punti
  15. Ahhh.. di questa tipologia di moneta sono particolarmente affascinato, per me è la più bella... poi quando vedi dei pezzi come quello da 2000 euro.... beh prima o poi un pezzo almeno SPL lo porto a casa... Tanti anni fa come già detto, mia nonna sapendo che raccoglievo monete(non si può dire che le collezionassi, avrò avuto 8/10 anni), mi chiamò in camera sua e da un cassetto del comò prese fuori questo scudo ed un altra moneta da 5 franchi francese e di disse di sceglierne una (l'altra era per mio cugino) ed io senza saperne nulla scelsi la 5 lire..... ad oggi è una moneta da 20 euro è un mb lucidata (per mia colpa).... e sempre in collezione....
    2 punti
  16. Sempre nel 1665 i sottomultipli 1/2 pezza della rosa e 1/4 della pezza della rosa. Indicate come R4.
    2 punti
  17. Petronius queste monete erano di mio papa' che si e' girato per tutta la vita mercatini su mercatini..Tu non hai idea del macello che ho in casa ora..centinaia di monete di tutti i tipi..pure robe che sembrano uscite da sotto terra talmente sono vecchie e corrose. Mi rendo conto che tutti noi che ci troviamo queste "eredita" speriamo nel tesoretto... Grazie a voi che siete esperti e ci potete aiutare..Piano piano inseriro' qualche altra cosa Grazie della disponibilita'.
    2 punti
  18. Ho visto centinaia e centinaia di cavalli in molte collezioni della zona di Salerno e Napoli. Non ho mai osservato uno di Amatrice. Pensandoci adesso, posso dire che i cavalli aquilani probabilmente circolavano in queste zone nello stesso numero di quelli napoletani. Pochissimi visti (le dita di una mano) i cavalli brindisini o forse meglio dire di Tagliacozzo.
    2 punti
  19. Buongiorno sovranofili. Oggi voglio fare un giochino. Vi propongo l'immagine di una stemmata. Vediamo un po' chi la comprerebbe e a quanto. A chi infastidisce la conservazione o eventuali pulizie. A chi la moneta non piace perché la ritiene sospetta. Insomma qualsiasi riflessione è beneaccetta. Buona giornata e buone vacanze.
    2 punti
  20. Buona sera. Chiedo un'opinione su come catalogare la moneta in collezione indicata nel titolo, emessa a nome del re del Portogallo Carlo I in forza del decreto del 7 maggio 1891. La moneta, in argento 916,6, venne emessa per la circolazione solo con il millesimo 1899 in 1 milione e mezzo di esemplari. Il suo peso è di grammi 25 e il diametro è di 37 mm. Gli assi sono alla francese ed il contorno è godronato I testi riportano che con lo stesso millesimo e con quello 1900, vennero battuti un certo numero di esemplari in proof, di cui però non è noto il quantitativo. Ora, esaminando il mio esemplare, mi chiedevo se potesse rientrare fra il contingente battuto in proof piuttosto che fra quello destinato alla circolazione. Vi sottopongo la scansione della moneta: Saluti. m.
    2 punti
  21. Generalmente non rispondo a questo tipo di discussioni perché è difficile mettersi nei panni altrui e dare un consiglio corretto. Stavolta, ispirato dalle foto, ci provo e mi scuso in anticipo per le eventuali castronerie. La tipologia è sicuramente rara, ma va rimarcata anche la bassa qualità, fattore che concorre a fare il giusto prezzo. La prima sembra avere, tra l'altro, pure problemi di cancro, mentre la seconda presenta vari graffi e fondi spianati (stando a ciò che colgo dalle foto). Starei al consiglio di Skupy, cioè mi orienterei su una terza moneta, che prima o poi capiterà. Monete di bassa conservazione oggi vanno comprate solo per un prezzo adeguato, poche decine o al massimo intorno al centinaio di euro. Non perché si deve intendere la numismatica un investimento, ma solo per non buttare risorse. Un conto è, un giorno che si decida di cedere (capita di migliorare la qualità), riprendere quanto speso o rimettere una cifra accettabile (una sorta di biglietto di ingresso nella numismatica, diceva giustamente qualcuno tempo addietro), un altro rimettere la metà o piu'. Perdonatemi se ho dato l'impressione di pensare solo al vil denaro. So bene quante siano le soddisfazioni, le sensazioni positive, che derivano da una moneta, il piacere della ricerca e della scoperta ad essa legate, il confronto con altri collezionisti, eccetera. E queste, per fortuna, ci ripagano ampiamente, in ogni situazione. Però bisogna guardare anche alla spesa, reale o potenziale, anche questo fattore di crescita, che siate o meno d'accordo con la mia affermazione.
    2 punti
  22. Ci potrebbe anche stare. Bisognerebbe capire l'esistenza di documenti che parlino di una zecca realmente presente ad Amatrice (cosa che ignoro). Immagino che coniare rame fosse vantaggioso per piccole comunita', quindi una zecca poteva portare prestigio e soldi. Visti i cavalli amatriciani e soprattutto quelli con la sola M qui in zona e il modesto ragionamento sulla convenienza ad aprire una zecca locale (che magari smentirete), sono propenso a pensare ad una zecca realmente attiva, che abbia coniato gli esemplari con la M e gli altri con la scritta. Tanto per dare dei numeri, precisando meglio il concetto espresso nel precedente post, quando collezionavo i cavalli, moneta che apprezzo tuttora molto, avro' posseduto non meno di 10/15 esemplari con la M di entrambi i regnanti e di stili a volte differenti e almeno 3/4 con la scritta, con e senza armetta (gli uni e gli altri non contemporaneamente, ma cambiando la qualita' di volta in volta). E conosco altre persone con piu' di un pezzo in raccolta. Siete naturalmente liberi di credermi o meno. Qualcuno addirittura afferma che Amatrice potrebbe aver prodotto altre monete, senza la M, ma mi fermo qui per non bruciare uno studio attualmente in corso d'opera.
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  23. varrà anche 20 euro ma il gesto che fece tua nonna non ha prezzo...
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  24. Grande @fofo veramente grande, lo dico ormai da molto tempo non tutti hanno questo spirito !
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  25. Nel 70° anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima, vorrei riproporre qui un articolo scritto e pubblicato per un altro sito, esattamente dieci anni fa. "Non posso fare a meno di sentirmi triste se penso alle persone che mi hanno servito tanto lealmente, ai soldati e ai marinai che sono stati uccisi o feriti sui campi di battaglia di là dei mari, alle famiglie che hanno perso la casa e tanto spesso anche la vita nelle incursioni aeree; non è necessario che vi dica come mi riesca intollerabile l'idea di veder disarmare i valorosi e fedeli combattenti giapponesi; altrettanto intollerabile è per me l'idea che altri, dopo avermi servito con devozione, siano passibili di castigo come ispiratori della guerra. Nondimeno, è arrivato il momento di sopportare l'insopportabile" Con queste parole l'imperatore Hirohito, alle tre del mattino del 10 agosto 1945 annuncia al Consiglio della Corona la sua volontà di resa incondizionata agli Alleati; la decisione sarà ufficializzata cinque giorni dopo in un messaggio radio letto dallo stesso Hirohito: è la prima volta nella storia che un imperatore giapponese si rivolge direttamente al suo popolo. Ovunque, nelle case, nei luoghi pubblici, nelle caserme, nelle guarnigioni più lontane, i giapponesi ascoltano quella voce quasi irreale; l'avvenimento che essa annuncia, il tono dimesso, di disfatta, col quale è impartito l'ordine di cessare le ostilità, provocano un irrefrenabile pianto collettivo. Scrive Fosco Maraini, che in quei giorni si trovava a Tokyo: "Molti furono i suicidi, una cinquantina dinanzi allo stesso palazzo imperiale" Il 2 settembre 1945 a bordo della corazzata americana Missouri, ancorata a Yokohama, i plenipotenziari giapponesi, vestiti in frac e cilindro, appongono la loro firma sul documento di resa, davanti al generale Douglas MacArthur, comandante delle forze Alleate, che li riceve in maniche di camicia. E' la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per la circolazione monetaria nei territori giapponesi occupati, gli Alleati avevano predisposto della cartamoneta, i cosiddetti am-yen (allied military yen) di tipologia simile a quella emessa per l'Europa (Italia, Francia, Germania) Questi biglietti non indicano, come per la cartamoneta europea, l'anno di emissione, ma l'indicazione generica series 100 poiché la data dell'invasione non era certa. Furono prodotte due serie, contraddistinte dalle lettere A e B nei tagli da 10 e 50 sen, 1-5-10-20-100 e 1000 yen (quest'ultimo solo nella serie B) La serie A, inizialmente prevista per l'occupazione della Corea, dove effettivamente circolò dal 7 settembre 1945 al 10 luglio 1946, fu poi utilizzata anche in Giappone, dal 19 luglio al 30 settembre 1946. La serie B fu utilizzata nelle isole Ryu-Kyu dal 15 luglio 1945 al 15 settembre 1958 e nell'intero Giappone dal 6 settembre 1945 al 15 luglio 1958: il che fa di questa serie l'emissione di occupazione rimasta più a lungo in circolazione. Il colonnello Paul W. Tibbets, il pilota di Hiroshima, decolla alle 2.45 del mattino del 6 agosto 1945 dalla base americana di Tinian, nel Pacifico, al comando del bombardiere B-29 ribattezzato Enola Gay in onore di sua madre: il compito che attende Tibbets e gli uomini del suo equipaggio è quello di sganciare su una città giapponese la prima bomba atomica della storia. La destinazione non è certa, sarà decisa all'ultimo momento in base alle condizioni atmosferiche: alle 7.25, su una rosa già predeterminata di quattro città , la scelta cade su Hiroshima. Tutti gli orologi della città segnano le 8.15 del mattino quando l'atomica scoppia all'altezza di 660 metri da terra, in una palla di fuoco di oltre 100 metri di diametro: il calore emanato dalla deflagrazione dura meno di un decimo di secondo, ma è così alto da fondere il granito della terra entro il raggio di un chilometro: sette secondi dopo il silenzio è spezzato da un rimbombo assordante, mentre con l'esplosione vengono demoliti in un attimo tutti gli edifici nel raggio di tre chilometri. Il pika-don (lampo-tuono) annienta, al primo istante, almeno 30.000 vite. Intervistato a più riprese negli anni seguenti, Tibbets ha sempre dichiarato: "Personalmente non ho rimorsi: mi fu detto, come si ordina a un soldato, di fare una certa cosa. E non parlatemi del numero delle persone uccise. Non sono stato io a volere la morte di nessuno. Guardiamo in faccia alla realtà : quando si combatte, si combatte per vincere, usando tutti i metodi a disposizione. Non mi posi un problema morale: feci quello che mi avevano ordinato di fare. Nelle stesse condizioni lo rifarei.” Hiroshima 6 agosto 1945 - 6 agosto 2015
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  26. Sorprendente la conservazione delle parti bronzee....ed il rito di inumazione con i cavalli in una tomba etrusca e non di altre culture, di cui sarebbe interessante sapere di più: non credo (ma non so, sarebbe più corretto scrivere) che li avessero semplicemente adagiati davanti al carro e lasciati a decomporsi (cosa peraltro non avvenuta).
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  27. @dabbene il Manzoni e il di Giulio riportano R2 per il 1684 e R3 per il 1665 e 1670.
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  28. Caio Servilio 57 A.C. , D/ testa dietro litus , FLORA PRIMUS R/ due guerrieri si presentano con le spade, in esergo C SERVIL, nel campo CF Cr. 423/1
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  29. Hai mai sentito dirlo da una donna ?
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  30. Non so come leggi tu la tabella. Ma io ci leggo, e non da oggi, che AU58 corrisponde al nostrano SPL+ .
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  31. Lo ha Piergi e' un estratto del bollettino del comune di Udine del 1974
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  32. Perdonami ma, fossero sigillate in slab o da un grande nome della numismatica potrei anche capire ma, chiuse cosí in maniera anonima ti assicuro che di surplus nella vendita non ne avrai, anzi ....
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  33. Si le hai prese ad un prezzo equo, ma un sesterzio di traiano, con quel rovescio, al prezzo dei tuoi 2, e con quella conservazione, non lo compri neanche se piangi in cinese... skuby
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  34. Caro Silvio, grazie per il tuo "apprezzamento.." ( non è che sono tutte cosi in collezione) ne ho alcune inguardabili; ma le conservo comunque, chissà se qualche volta ci incontriamo di nuovo... ho accumulato tante date doppie , anche se è difficile che tu non le hai ... buona giornata Gianni.
    1 punto
  35. ciao @Milli73.....devi ritagliare la foto e controllare che non superi i 100kb e vedrai che si caricano.
    1 punto
  36. Ciao Bella conservazione per questo millesimo che non è uno dei più comuni! Posso dirti che a parer mio non è più da sostituire in collezione... Ottima acquisizione! ...adoro queste monetine...
    1 punto
  37. Per vari motivi,intanto non corrisponde ad alcuna iconografia antica,poi lo stile e' decisamente moderno,difficilmente un artefice di opere che si richiamano all'antico riesce a esimersi dal proprio contesto culturale e storico e cio' emerge nell'opera,denunciando la sua vera collocazione cronologica. Non ultimo il fatto che il sistema di fissaggio sia ottenuto tramite fori atti ad ospitare chiodini,tecnica poco comune nell'antichita'. Ciau.
    1 punto
  38. Questa discussione mi porta a dire, senza voler offendere nessuno, quanta gente non conosca l'euro. Sono 15 anni che abbiamo l'euro e le monete di tutti gli stati ci sono passate, più o meno, per le mani. Moltissima gente ancora non conosce l'euro e non mi stupisco perchè girino tante monete false. I falsari mirano proprio a questo: la NON conoscenza delle monete.
    1 punto
  39. Ma non penserete che le meteore siano finite qui. Può sembrare strano perchè se ne vedono tante.....ma è stata emessa da un solo doge. Parliamo quindi ???????......delle 4 carzie per Cipro a nome di Sua eccellenza Pietro Loredan. Purtroppo a causa della perdita di Cipro non fu dato seguito a questa coniazione che rispondeva alli bisogni de la zente dell'isola nostra. A questa moneta fa seguito un altra meteora, pure qui molto conosciuta. L'unico bisante mai emesso da Venezia....e quindi parliamo di che??? Eheheheheh
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  40. Sei tu che devi caricare la foto, la moneta mica ce l'ho io...
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  41. Concordo con te, una moneta senz'altro affascinante e particolare, per il taglio fuori standard e per l'incisore "in prestito". Non è rara come viene dipinta, senza dubbio ci sono tagli meno nobili (come per la carne) e meno pubblicizzati che è più difficile reperire, però come già detto sono altri fattori la rendono così desiderata ! Per curiosità, se vuoi dirlo, quanto è costato questo tuo esemplare ? Ciao, RCAMIL.
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  42. Francesco Palazzani, fabbricante di Parma, primo quarto del XIX secolo. Insieme con quelli del suo collega Colombin sono pesi piuttosto rari. Saluti Gzav
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  43. DE GREGE EPICURI La moneta esiste, ed è molto rara. Compare nel sito web di Michaux Briac, che contiene una collezione tutta e solo su Gordiano III; quella moneta è molto usurata, non posso riprodurla perchè il sito non me lo consente. Purtroppo manca ogni riferimento storico al significato dell'immagine; personalmente, trovo improbabile che su una moneta ufficiale si rinfacciasse ad una legione un comportamento vile o disdicevole: non mi pare ci sia alcun esempio di questo tipo. La moneta in vendita su Ebay sembra verosimilmente falsa.
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  44. Grandi collezioni di Venezia (purtroppo anonime): NAC 20 Munzen & Medaillen 44 Kunst & Munzen 1989 Lanz 23 Varesi 6 Varesi 58 Ranieri 4 Santamaria 04.01.1939 (oselle) Arka
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  45. Nella odierna Citta’ di Roma sono presenti circa 8000 , forse piu' , colonne antiche di epoca romana in marmi e graniti vari , di tutte le dimensioni , colonne in pratica sempre prelevate , nel trascorrere dei secoli , dagli antichi monumenti pubblici e privati della Roma classica ed adattate per costruire altri edifici specialmente da quando la religione di Stato divenne quella cristiana ; e’ infatti abbastanza comune notare ad esempio in molte antiche Chiese romane colonne di diversa natura come marmi o graniti e stili di basi o capitelli , che ornano cappelle e navate . Queste antiche colonne andarono ad arricchire Chiese e palazzi privati di Roma ed anche di altre Citta’ italiane ; con il riconoscimento ufficiale del cristianesimo da parte dell’ autorita’ imperiale di Roma praticamente si concesse ai Cristiani di edificare i luoghi di culto non piu’ in luoghi segreti e pericolosi ma alla luce del sole sfruttando gli antichi templi pagani caduti in disuso o trascurati per mancata manutenzione . Molte Chiese del centro storico e periferia furono erette ad iniziare dal IV , V secolo e successivi secoli dentro o sopra antichi edifici e templi pagani poi dedicati ad uso della riconosciuta e legalizzata religione cristiana , successive Chiese di Roma seguirono l’ esempio delle precedenti ; un esempio eclatante di questo cambio di utilizzo di un edificio antico sostituito da culto cristiano , fu la Chiesa di Sant’ Adriano nel Foro romano che fu edificata dentro l' edificio della antica Curia Iulia nel Foro Romano da papa Onorio I nell’ anno 630 , oppure la Chiesa , prossima al Pantheon , di Santa Maria sopra Minerva , edificata come dice il nome sopra un antico tempio dedicato a Minerva . Tutte queste Chiese si arricchirono cosi’ di meravigliose colonne in marmi policromi , dai piu’ comuni ai piu’ rari e in vari tipi di graniti che gli Imperatori fecero arrivare in massima parte dall’ Egitto , mentre i marmi provenivano dai piu’ diversi luoghi dell’ Impero in particolare dalla Grecia e dall’ Asia ; tutta questa magnificenza in epoca classica splendeva per ricchezza di pietre e di colori negli antichi edifici pubblici e privati di Roma . Le antiche colonne erano talmente preziose in virtu’ del raro materiale con le quali erano lavorate , che i committenti Imperatori romani , per le loro costruzioni pubbliche e private , le contrassegnavano con bolli a loro immagine posti forse alla base della colonna tramite dischetti in piombo ad imitazione delle monete , che preventivamente lavorati per fusione o forse per coniatura , andavano a riempire il cerchio incavato in precedenza nel marmo della colonna ; questi dischetti plumbei recavano l’ immagine dell’ Imperatore che le aveva ordinate ed erette in quel determinato periodo . Purtroppo soltanto pochi di questi bolli in piombo sono sopravvissuti ai secoli e in questa rara foto di questi oggetti ne vediamo alcuni che portano al dritto le immagini degli Imperatori Traiano , Adriano ed Antonino Pio , mentre al rovescio sono presenti simboli o figure allegoriche ; questi bolli ufficiali dello Stato romano avevano un diametro simile a quello delle monete in bronzo , grosso modo uguale a quelle di un sesterzio e una volta inseriti negli appositi incavi rotondi ricavati nelle colonne , venivano poi fissati . Non e’ certo se questo intervento eseguito sulla colonna finita e pronta per la spedizione fosse eseguito direttamente nel luogo di lavorazione oppure a Roma alla Marmorata sul Tevere presso l’ odierno quartiere di Testaccio , dove approdavano le navi che risalendo il fiume depositavano qui il loro prezioso carico di marmi e graniti .
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  46. Trovo molto interessante questa discussione iniziata da @Illyricum65, cerco di dare il mio piccolo contributo postando un interessante articolo trovato in rete. Prezzi, stipendi ed inflazione nel Mondo Romano Probabilmente per il lettore medio e non particolarmente appassionato di storia o di numismatica, questo sarà il capitolo più interessante. Sapere quanto guadagnava un legionario, quanto costava un chilo di pane o un litro di vino, ci permette una più facile immedesimazione e confronto tra noi e i nostri antichi antenati. Su questo argomento siamo informati a sprazzi e in modo incompleto, Soprattutto per quanto riguarda le classi meno abbienti della popolazione che dovevano vivere in modo miserando. E’ invece più nota la condizione economica dei soldati, oggetto di leggi dello Stato, di decreti e di annotazioni di storici ed economisti, il salario del legionario va quindi considerato il riferimento tipo. La paga era modesta, ma permetteva di vivere dignitosamente ad una famiglia di quattro persone. Un soldtato romano è grossomo modo paragonabile come collocazione sociale e trattamento economico ad un impiegato moderno. Andamento delle paghe nell’esercito dal II sec aC al IV secolo dC Età Paga giornaliera Note III° sec. a.C. Legionario 120 Denarii/anno Centurione 360 Denarii/anno Cavaliere 550 Denarii/anno i soldati ricevevano anche integrazioni in beni naturali (es: sale, grano) I° sec. a.C. Cesare Legionario 225 Denarii/anno I° sec. a.C. Augusto Legionario 225 Denarii/anno Pretoriano 375 Denarii/anno Centurione 3750-15000 Denarii/anno (10 Assi/die) I° sec. d.C. Domiziano Legionario 300 Denarii/anno Pretoriano 1000 Denarii/anno Centurione 5000-20000 Denarii/anno II° sec. d.C. Settimio Severo Legionario 459 Denarii/anno Centurione 8300-33000 Denarii/anno fine II° sec. d.C. Caracalla Legionario 600 Denarii/anno corrispondenti a 1200 Antoniniani inizio III° sec. Gordiano Legionari: 1200 Antoniniani/anno fine III° sec. d.C. Legionario 1800 Nummi/anno oppure 360 Argentei/anno l'Argenteo di Diocleziano è di buona lega ed è paragonabile ad un Denario IV° sec. d.C. Valentiniano I° Fante 5 Solidi aurei Cavaliere 9 Solidi aurei Ricordiamo il rapporto tra i vari nominali romani: 1 Denario = 4 Sestertii = 16 Assi. 1 Aureo = 25 Denarii. 1 Antoniniano = 2 Denarii Costo annuo di una legione per l’erario nel III secolo aC: 600.000 denari Costo annuo di una legione per l’erario al tempo di Cesare: 3.000.000 denari Andamento dell’inflazione L’inflazione, per tutto il tempo durante il quale il denario ha mantenuto una buona lega, è rimasta bassissima, meno dell’1 % l’anno. Lo si vede chiaramente dal lentissimo aumento della paga del legionario, che è congrua con una sostanziale stabilità dei prezzi. La stabilità dei prezzi protratta per lunghi periodi significa un grande beneficio per il potere d’acquisto dei cittadini delle classi più deboli. Questo periodo di stabilità monetaria ad inflazione molto ridotta perdura, con fasi alterne relative ad limitati episodi acuti, per quattro secoli ed accompagna la grandezza di Roma: dalla vittoria nella seconda guerra punica al tempo di Settimio Severo. Il denario comincia a corrompersi con la riforma di Caracalla, si alzano i prezzi ed aumentano gli stipendi dei soldati. Caracalla emette monete svalutate a basso tenore d’argento, provocando l’inizio di una spinta inflattiva in cui l’aumento dei prezzi provocava la richiesta di maggior quantità di denaro che a sua volta faceva ancora aumentare i prezzi. Il sistema ha un tracollo a metà del III secolo quando scompare la moneta d’argento. Non avverrà alcuna ripresa, le inutili riforme degli imperatori successivi, da Aureliano, Diocleziano, Costantino, non otterranno nulla. Accresceranno però la confusione, riempiendo le tasche dei romani di inutili monete-truffa, di rame e variamente ricoperte di sottilissime pellicole d’argento. Il denario non risorgerà più e nemmeno la grandezza di Roma, dimostrazione che la grandezza di uno stato necessita di strumenti finanziari adeguati. Con il IV secolo infine si arriva al monometallismo aureo, una condizione che deprime i commerci al minuto e costringe i poveri al baratto. Di fatto il solido era solo una moneta per i ricchi e i loro commerci di alto livello. Il medioevo era oramai alle porte. Il Costo della Vita Per fare questa indagine confronteremo i prezzi dei generi di prima necessità in due date. Necessità alimentari di una famiglia di 4 persone per 1 anno nel II secolo a.C. bene fabbisogno annuo costo farina 800 kg 60 Denarii olio 68 litri 10 Danarii vino 400 litri 15 Denarii Totale 85 Denarii Stipendio legionario 120 denari 1 Asse = 1 pagnotta di pane Questa estrapolazione permette di capire che, tolte le spese vive per l’alimentazione, non rimane molto da spendere ad un legionario, tenuto conto che la famiglia ha necessità di affitto e vestiario. Tuttavia i soldati venivano anche pagati in beni di consumo, godevano di frequenti elargizioni e al momento del congedo, se vi giungevano, ricevevano una cifra consistente che permetteva a taluni di mettersi in proprio nel commercio o di rilevare una piccola attività agricola. Adesso per vedere quello che oggi chiamiamo “aumento del costo della vita” prendiamo i prezzi dei medesimi generi in una altra data, due secoli dopo. Necessità alimentari di una famiglia di 4 persone per 1 anno nel I secolo d.C. bene fabbisogno annuo costo farina 800 kg 130 Denarii olio 68 litri 25 Danarii vino 400 litri 35 Denarii Totale 190 Denarii lo stipendio di un legionario era di 365 Denarii (un Denario al giorno). Ricordiamo che un Aureo è pari a 25 Denari e che all'epoca pesa circa 6 grammi. Questo significa che un legionario riceve in un anno l'equivalente di 87,6 grammi di oro. E' curioso confrontare questa paga con quella di un soldato di Ciro di Persia nel VI° sec. a.C. che riceveva un Daride (d'oro) al mese. Il Daride pesava circa 8 gr. quindi un soldato Persiano riceveva in un anno 96 grammi di oro. Sei secoli prima i soldati persiani erano meglio pagati dei legionari romani...!!!!! Quello che possiamo osservare nel confronto con i prezzi di due secoli prima è un aumento dei prezzi molto modesto (pari ad una inflazione inferiore all’1% annuo). Le paghe aumentano in modo corrispondente in modo che la situazione di un dipendente tipo è di poco migliorata due secoli dopo. Sbarcare il lunario per un legionario rimaneva quindi problematico. Lo stipendio era calcolato in modo da bastare alle necessità di sostentamento dell’individuo. In età imperiale i soldati potevano però contare sui frequenti donativi elargiti alle truppe in occasione di ogni cambio al vertice. Inoltre in questo periodo il mestiere di legionario era relativamente poco pericoloso, data la condizione di stabilità alle frontiere nel I secolo dC. Dall’altra parte chi si arricchisce guadagna cifre stratosferiche. La forbice tra ricco e povero è enorme. I patrizi, ed anche i liberti arricchiti come il Trimalcione del Satyricon di Petronio, vivono esibendo lussi sfrenati. Citiamo un Passo del Satyricon (XXXVIII) per dare un'idea della fantasia nello sperpero del romano arricchito. Lo stesso Trimalcione ha possedimenti che si estendono per quanto è lungo il volo dei nibbi: e soldi a palate. C'è più argenteria nella casupola del suo portiere di quanta ve ne possa essere nel patrimonio di qualcuno. E i servi, poi, cavolo! Per Ercole, credo che nemmeno un decimo di loro conosca il padrone. Per farla breve, tutti questi cretini spacconi al suo confronto possono andare a nascondersi. E non ti credere che compri qualcosa. Gli cresce tutto in casa: lana, cedri, pepe. E se gli chiedi latte di gallina, lui te lo trova. Per fartela breve, visto che la lana di sua produzione non era un granché, ha acquistato a Taranto dei montoni fuoriclasse e li ha messi a montare il gregge. Un'altra volta, per avere miele dell'Attica in casa, ha ordinato che gli portassero le api dall'Attica, in modo che le api nostrane migliorassero un po' stando insieme alle greche. Addirittura in questi giorni ha scritto in India che gli spediscano il seme dei funghi. Non ha una sola mula che non sia figlia di un onagro. Guarda quanti cuscini: ebbene, sono tutti imbottiti con porpora o scarlatto. Questa sì che è fortuna! Gli altri suoi compagni di schiavitù di un tempo, occhio a non prenderli sotto gamba. Si son fatti i soldi anche loro. Lo vedi quello, seduto fra i liberti? Come se l’è passata bene! Non lo rimprovero. Si è visto il suo bel milioncino di sesterzi, ma è andato in rovina. Penso che nemmeno i capelli gli rimangano senza ipoteca. Per un pranzo Lucullo poteva spendere un milione di sesterzi (circa 250.000 denari) cifre inimmaginabili per il povero legionario. Ho trovato valori completamente diversi su una pubblicazione museale inglese della WestAir Reproduction di Birmingham allegata a riproduzioni di monete romane e riferiti seconbdo la fonte all'anno a.D 1. Da questa tabella risultano prezzi alti e stipendi bassi... una situazione poco felice che mi ha stupito. Possibile che la vita ai confini dell'Impero fosse così cara? Prodotto Prezzo Paga annuale di un insegnate 180 Denari Un paio di scarpe alla moda 150 Denari Un paio di scarpe da donna 60 Denari Seta bianca 12.000 Denari alla libbra Uno Schiavo generico 500-1500 Denari Una bella ragazza schiava 2000-6000 Denari Una schiava musicista 4000 Denari Uno schiavo vignaiolo esperto 2000 Denari Un anfora di vino 300 Sesterzi Un Modius di grano 100 Denari Un Modius di orzo 60 Denari Un Sextarius di vino 30 Denari Un Sextarius di Olio d'oliva 40 Denari Un Sextarius di sale speziato 8 Denari Un Modius di sale 100 Denari Una Libbra di maiale 12 Denari Una Libbra di vitello 8 Denari Non è possibile che lo stipendio di un maestro (un medio borghese) corrisponda a 22 libbre di vitello! All'epoca un legionario guadagnava un denario al giorno... non era possibile che guadagnasse tre volte un insegnante! Non è possibile che un Modio di farina a Pompei nel 79 d.C, costasse un Denario e un secolo prima in Inghilterra un Modio di Grano ne costasse 100 (che razza di calo dei prezzi c'era stato???). In questa tabella sopra riportata c'è qualcosa che non va'... l'ho riportata perchè non ci sono molte tabelle del genere e questa ha una fonte autorevole, ma non quadra... almeno secondo il mio parere! Diversificazione geografica del prezzo di un modio di farina nel primo secolo dC Luogo Prezzo in Assi Roma 32 Italia del Nord 16 Africa da 9 a 16 Asia Minore da 8 a 16 Palestina da 10 a 12 Egitto da 7 a 9 Dalla tabella sopra riportata si evince che la vita a Roma era molto cara, avendo prezzi più che doppi rispetto alle altre parti d’Italia. Rispetto alle Province Africane era ben 4 volte più cara. Effetto "Capitale" e conseguanza della ricchezza che affluiva a Roma da ogni angolo dell'Impero. Ancora oggi una grande città, ed una capitale in particolare, è più cara delle citta di provincia. Ecco perché molti legionari in congedo si ritiravano non in Italia ma nelle Provincie d’Africa, dove godevano di un clima migliore e un costo della vita che li rendeva se non ricchi, almeno benestanti e concedeva loro una vecchiaia serena ed agiata. Prezzi a Pompei nel 79 dC Questi li conosciamo molto bene perché l’eruzione ha congelato anche i listini prezzi dipinti sui muri… e si sono salvati anche libri contabili, fatture e bolle di consegna in quantità e varietà. Prodotto prezzo 1 modio farina 1 Denario 1 kg di pane 1/8 di Denario 1/2 litro di vino 1/4 Denario (1 Asse) 1 piatto 1/8 di Denario Prostituta 1/2 Denario Lamapada a olio 1/8 di Denario Una tunica 3 Denarii un mulo 125 Denarii uno schiavo 625 Denarii Multa per piccolo crimine 6 Denarii Ricordiamo che un modio corrisponde a 6,5 Kg. Il consumo medio di farina a persona era di circa 4 modii al mese, molto elevato, ma il pane costituiva la parte principale della dieta. Da un modio di farina si facevano 15/20 pani dai kg (dipendeva dalla mistura che poteva essere aggiunta) e che venivano venduti a un 1/8 di denario. Quindi il mestiere del fornaio in un mondo dove il pane era l’alimento principale e ra molto remunerativo dato che a 1 denario di spesa corrispondevano almeno 2 denari di ritorno. Possiamo tentare un parallelo Denario/Euro sulla base del prezzo del pane. Prendiamo come base un prezzo di 3 Euro al chilo (alto ma reale) e ricaviamo che un Denario corrisponde a circa 24 Euro. A Pompei 4 kg di pane corrispondevano a una prestazione sessuale… interessante… con il pane a 3 Euro al chilo ancora oggi il rapporto è quasi il medesimo (se ci accontenta di cosa si trova lungo le strade). Passando alle vecchie lire si trrova che 1 Denario = 50.000 Lire. Facciamo una rapida verifica, 50.000 lire al giorno di paga fanno 18.000.000 all'anno di stipendio per un legionario, che era una buona paga solo vent'anni fa'. In Euro sono poco più di 600 Euro al mese... l'importo delle pensioni minime con cui i vecchietti campano a fatica ma campano. In Africa è una cifra di tutto rispetto ed equivale a 4 stipendi base in Tunisia o in Egitto. Con questo valore una tunica costa circa 75 Euro (non c'erano i cinesi a produrre vestiario sottocosto) ed il vino 12 Euro al litro (un po' caro ma non fuori mercato), quindi apparentemente sembra funzionare. Possiamo quindi, per quanto riguarda solo il 1 secolo d.C., azzardare di dare per buona questa equazione: 1 Denario = 25 Euro = 50.000 lire 1 Sesterzio = 1/4 di Denario = 6 Euro = 12.000 lire E quindi sbizzarrirci a fare il nostro shopping nei negozi di Pompei! Da Pompei sono anche riemersi i registri di un bancario, Iucundus, dal quale abbiamo appreso molte informazioni interessanti sull’andamento dell’economia e degli scambi nel I secolo dC. Il reddito di un’azienda agricola di medie dimensioni (100 jugeri) era di 10.000- 20.000 sesterzi l’anno. Il valore di un terreno agricolo per compravendita era di 5.000 sesterzi a jugero. Dall’archivio di Jucundus è anche emersa una rilevante attività di prestito così suddivisa per fasce di valore: il 12% prestiti per cifre inferiori a 1000 sesterzi il 48% prestiti compresi tra 1000 e 5000 sesterzi il 24% prestiti compresi tra 5.000 e 10.000 sesterzi il 16% prestiti per cifre superiori a 10.000 sesterzi Iucundus, prestava danaro o anticipava soldi a mercanti. I beni scambiati: partite di lino, legnami, schiavi. Il costo del danaro Il tasso d’interesse annuo per un prestito era del 12% (ridotto al 4% per persone illustri) mentre il semplice deposito non fruttifero non era soggetto a tassazione. Costi di alcuni generi di consumo nella metà del III secolo dC Prodotto prezzo in Antoniniani rete da pesca 14 nassa 6 barca da pesca 186 pentola di terracotta 3 lampada a olio 1 un sextarius di vino 4 un capo di abbigliamento pesante 75 stivali in pelle 20 sandali/caligae 12 una spada 60 un asino 145 un cavallo 250 Prezzi nel 6° secolo dC Prodotto Costo uno schiavo 20 Solidi 1 libbra di pesce 6 Follis verdura per minestra 5 Follis 1 pagnotta 3 Follis una coperta di lana 1/25 Solidus un mantello usato 1 Solidus un asino 3-4 Solidi una copia del Nuovo Testamento 3 Solidi. Saluti
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  47. Credo che ci troviamo di fronte ad un riconio su tondello antico, come si può notare sul bordo ad ore quattro,in altri punti ed anche dalla cristallizzazione del metallo nella frattura. Non entro nel merito dei canoni stilistici in quanto non esperto ma, il tondello è quasi sicuramente antico. Quando sia stata coniata credo che nessuno sia in grado di poterlo stabilire, gli esperti di questo periodo, studiando lo stile, sicuramente ne potranno trarre le giuste conclusioni e capire se sia un falso moderno o una moneta da approfondire......
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