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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/31/17 in tutte le aree

  1. Approfitto del post 13.000 per fare qualche riflessione... Onestamente mai avrei pensato di essere qui ancora dopo 8 anni a riflettere e con la voglia intatta di raggiungere nuovi sogni numismatici, nuovi progetti, nuove idee , il pensare sempre positivo e credere in quello che faccio indubbiamente mi ha aiutato e certamente aiuta. Ai tempi raccontai qui in un post del collezionista solitario, post realissimo anche se un po' triste, il collezionista solitario c'è sempre anche se gli anni passano per tutti, ma oggi siamo ancora così solitari o è cambiato qualcosa ? Giorni fa ero in uno studio di un noto commerciante milanese e riflettevamo su questi aspetti, è bello vedere monete, anche comprarle, ma anche parlare sempre... Mi diceva, almeno per Milano, tutto è cambiato in questi anni, una volta il collezionista veniva, guardava, comprava e poi tutto finiva lì, ora tutto è diverso. Ho messo una collezione on line di monete non di grande conservazione, da studio, con varianti, rarità e in tanti sono arrivati con una inclinazione più che per il possedere per lo studio. E poi cosa per me incredibile scopro che tutti si conoscono, siete tutti amici, vi parlate, fate iniziative importanti, idee, progetti, è cambiato insomma tutto. E tanti di quelli che sono venuti sono giovani, alcuni molto giovani, già molto competenti, che sanno, studiano, è tutto estremamente bello, incredibile, entusiasmante, fa piacere questa svolta milanese, ma non solo ovviamente...dice il commerciante. E' così gli dico, lo sappiamo, lo vediamo, Milano sta vivendo un momento bello, di rinascita culturale e numismatica, di grandi fermenti, di aggregazione, di iniziative, mi ricorda u po' Napoli di due o tre anni fa. La risposta ha però un nome gli dico, meglio dirlo subito, ed è Lamoneta e i gruppi che si sono formati in essa, Milano sicuramente. Lamoneta ha permesso di conoscersi realmente, scambiarsi opinioni, fare amicizie, gruppo e far nascere iniziative che voi conoscete tipo Parma coi giovani, l'Ambrosiana, il Gazzettino e altre che verranno.. Un miracolo ? Un po' forse si, ma senza l'apporto di questo mezzo tecnologico che ha unito e permesso le conoscenze oggi il collezionista sarebbe per me più o meno come il collezionista solitario. Si, stanno cambiando molte cose nella nostra numismatica, altri sogni si realizzeranno ne sono sicuro in futuro, altri si confermeranno, una nuova primavera ? Per me si, certo qualche nube rimane sempre all'orizzonte ma non si può unire tutti, tutti, certo si va verso una numismatica, come auspicato da molti, più aperta, per tutti, per i giovani, per una sana divulgazione culturale e chi rimane ancora fermo su posizioni chiuse ed arroccate dovrà capire che si deve innovare, seguire i tempi, dialogare rispettando le tradizioni, ma fermi no... E mi piacerebbe sentire quando si nominano in certi ambiti, Lamoneta, Parma, Gazzettino e altro ancora che non si dicesse Lamoneta che ? Lamoneta è anche tutto questo, una numismatica più grande, uomini più consapevoli delle loro storie e identità, è giovani, divulgazione, conoscenze, una crescita culturale di tanti, è comunicazione, iniziative, progetti, idee e anche grandi sogni che poi ogni tanto come vediamo in molti a volte si realizzano anche, basta crederci e provarci...!
    7 punti
  2. certo che sentire dire che il numero di discussioni è calato nella sezione Identificazioni, mi costringe a dire qualche cosa. Sono diretto, ma senza alcuna polemica. Prima di tutto questa osservazione fatta da un utente che è iscritto dal 2013 ed ha 107 interventi in tutto, lascia un poco perplesso, aggiungo inoltre che di questi 107 interventi, la maggior parte sono richieste di identificazioni, pertanto è chiaro che se tutti avessero questi "tempi" non ci si potrebbe aspettare che il forum cresca, perlomeno come interventi. Comunque se le richieste di @turbato non sono ancora state risolte , certamente non è per cattiva volontà, ma forse richiedono maggiori ricerche e come ben sapete, non siamo motori di ricerca, e il tempo lo si deve trovare nel tempo libero. Devo dire pero' che come diretto interessato, sentire questo, mi è dispiaciuto, in quanto mi sento chiamato in causa . Porto a conoscenza che di interventi dal .2010 ne ho circa 19500 e quasi tutti dedicati ad identificare monete, pertanto da questo punto di vista mi sento ampiamente a posto con la coscienza . Forse un periodo di stanca, è vero, esiste anche in questa sezione forse perchè purtroppo ha visto peggiorare la tipologia di utenti , molti usano il "mordi e fuggi" chiedendo molte volte in modo sgarbato e arrogante e il piu' delle volte , ottenuta la risposta non rivolgono nemmeno un cenno di ringraziamento Questo certamente non incentiva chi con buona volontà si presterebbe ad aiutarli..
    7 punti
  3. Buonasera a tutti! Non è una piastra e non è in gran conservazione ma è la più bella del tipo che ho in collezione (fatta la rima)...che cosa è? Un 2 quattrini del 1782 per i Reali Presidi...lo condivido ciao! Datemi un parere sulla conservazione e postate i vostri quattrini!
    3 punti
  4. Complimenti Mario per la costanza d'impegno che sta alla base di questa cifra di tutto rispetto. Condivido quello che dici, il buon commerciante ha fatto lo stesso discorso a me e ad altri amici. Che bello essere in un ambiente così! Grazie a Lamoneta che ci ha permesso di conoscerci e ci ha dato lo spazio per comunicare ed organizzare le nostre iniziative e quelle di tutte le altre piccole realtà che altrimenti avrebbero difficilmente avuto una "casa" virtuale. Ad maiora Antonio
    3 punti
  5. @King John che scrive Io non sono in grado di dimostrare che l'altra moneta sia autentica: so solo che il venditore l'ha garantita come tale e io penso che sia effettivamente genuina perchè il suo diritto è stato ottenuto dallo stesso conio di diritto utilizzato per coniare, ad esempio, la moneta da me allegata al post #99. Penso che il modo migliore per valutare l'autenticità di una moneta è confrontarla con altre della stessa emissione. Il mio voleva essere un contributo costruttivo. Ma se si finisce per mettere in discussione tutto, non solo la moneta oggetto di questa discussione ma anche le altre dello stesso tipo diventa un bellum omnium contra omnes che non approderà a nessun risultato... Se tu ritieni che la moneta di riferimento sia genuina perché il venditore l’ha garantita come tale, non vedo perché non debba esserlo anche la moneta sub iudice che così è stata garantita da chi l’ha venduta. Quanto al modo migliore per valutare l’autenticità di una moneta, dubito che sia il confronto ‘fotografico’ con altre della stessa emissione. Confronto indubbiamente utile, sia ben chiaro, anche per stimolare discussioni di sicuro valore didattico e divulgativo, ma non il metodo migliore. E il fatto che la costante di queste discussioni sia che non si approdi a un risultato definitivo sull’autenticità o meno non è una questione di guerra di tutti contro tutti, ma di inadeguatezza di un metodo di analisi soggettivo e basato su immagini che possono mostrare tutto o il contrario di tutto a seconda di chi le riprende ed elabora. Io non so come operi un perito numismatico e di quali mezzi analitici disponga per dare un giudizio in tutta onestà, come l’etica professionale impone, sulla moneta che deve stimare. So però che, per distinguere una moneta coniata da una fusa, tanto per rientrare nel nocciolo della questione, può essere utile la conoscenza delle proprietà termomeccaniche dei metalli. Un metallo fuso ha le stesse proprietà del mercurio, il cui menisco, a differenza di quello dell’acqua, è convesso, caratterizzato cioè da una superficie più alta al centro e incurvata ai lati. Il menisco impedisce al metallo fuso di fluire nei piccoli recessi e di riempire le sottili cavità di uno stampo, cosicchè non si possono riprodurre bordi netti e marcati alla giuntura di due superfici. Questo si traduce nell’arrotondamento dei rilievi e delle lettere che si possono vedere ai normali ingrandimenti (20x). Tralasciando altri ‘sintomi’ di fusione come porosità, bolle d’aria, crateri, noduli, ecc., la superficie dell’oggetto, a ingrandimenti molto maggiori realizzabili con adeguate tecniche strumentali, presenta una caratteristica ‘reticolazione’ che si può definire il ‘marchio di fabbrica’ del fuso. Un tondello dello stesso metallo riscaldato fino a rammollimento e battuto tra un conio d'incudine e un conio di martello produce una moneta che non presenta sicuramente questa caratteristica.
    3 punti
  6. @profausto fa un lavoro improbo. Non è un matto che per farsi notare interviene su ogni identificazione, ma un appassionato con grande cultura numismatica e ottimo intuito e grande capacità di ricerca, e grande senso di responsabilità nell'onorare il compito difficile che si è assunto. Se non ci fosse lui, quante richieste di identificazione rimarrebbero senza risposta? Ci sarebbero solo gli interventi di chi (come me) è interessato ad uno specifico settore e non interviene in ciò che non conosce bene. E quanta pazienza ci vuole poi per rispondere anche a domande fatte "non a modo", o a chi si sa che si è affacciato un attimo e poi sparisce senza nemmeno ringraziare? D'altra parte è un bene che ci siano persone che chiedono una identificazione anche se poi spariscono, perché in questo modo abbiamo la possibilità di vedere quelle monete, tra le quali ogni tanto appare qualcosa di interessante.
    3 punti
  7. Sarà inaugurata Sabato 3 giugno la mostra Come si fanno i soldi. Fabbricare banconote, francobolli, assegni... Un’esposizione che cerca di dare risposte alle innumerevoli curiosità riguardanti banconote e carte valori, sulla storia, sui materiali, la tecnologia e il lavoro necessari alla loro realizzazione, pur non fornendo (ovviamente) un manuale tecnico per la produzione "in proprio" Lo scopo è infatti quello di offrire le informazioni che consentiranno ai visitatori di conoscere le origini e la produzione di banconote, carte valori o carte da avvalorare, assegni bancari, francobolli, valori bollati, titoli azionari e obbligazioni. E per quanti hanno amato il famoso film del 1956, “La banda degli onesti” , con gli indimenticabili Totò e Peppino De Filippo, la mostra riserva un’ampia finestra sul mondo parallelo dei falsari e della falsificazione. La mostra sarà allestita presso il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, e rimarrà aperta tutta l'estate, fino al 16 settembre http://www.museodellacarta.com/news/notizia.asp?id={1A643C0D-CBDC-499E-A0C7-C0A35E066990} In occasione dell’inaugurazione, prevista alle ore 17.30 di sabato 3 giugno 2017, Stefano Poddi, esperto numismatico, consigliere dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici e socio dell’International Bank Note Society, l’associazione che riunisce collezionisti e studiosi di cartamoneta di tutto il mondo, presenterà il suo libro “Soldi di Carta”. Subito dopo, sarà Luigi Lanfossi, curatore della mostra, ad inaugurarla e ad illustrare ai presenti l’intero percorso espositivo e le tante storie legate ai numerosi reperti esposti. La mostra dovrebbe essere visitabile con gli stessi orari del Museo, dal martedì alla domenica (chiuso lunedì), dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30. In passato, anche recente, in occasione di altre mostre temporanee nei locali del Museo, l'accesso alle stesse era gratuito, altrimenti il prezzo del biglietto del Museo della Carta è di 7 euro (sono previste riduzioni). Appena possibile vi darò conferma sugli orari e sulle modalità di accesso. Della mostra si occupa anche il GdN online http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=13705 petronius
    2 punti
  8. 2 punti
  9. Arrivata per la mia collezione una variante del tipo principale : 5 Grossi o Cornuto Debole I Tipo Carlo II Mir Savoia 369b
    2 punti
  10. prima di tutto,un grand salute a voi tutti,ero da molto senza postare,le cose de la vita passano piu in furia ,si be che il tempo manca.....ma quando belle cose penso a voi. ecco allora per gli amanti di ditagli fini,per i amanti di quelle monete vecchie che non avarano mai l'impresa del tempo passato.....e per finire,per quelli,come me ,che si piaceno a sognare con ipotesi e con perche del come di quelli che caminavano in piedi,molto prima di noi!! ecco allora per piaccere,un bel sesterzio....con bel ritratto.
    2 punti
  11. @nikita_ monete contromarcate sono testimonianze molto apprezzate da collezionisti di "nicchia" (e non )
    2 punti
  12. Ecco un mio ritrovamento da ciotola di circa tre anni fa. 2 euro ben spesi… https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOVIBO/32
    2 punti
  13. io la lascerei a riposare in monetiere. E' gia stata spatinata abbastanza
    2 punti
  14. Concordo pienamente. Giusto per completezza, lo Spink distingue fra Uncirculated (A coin in as new condition as issued by the Mint, retaining full lustre or brilliance but, owing to modern mass-production methods of manufacture and storage, not necessarily perfect) e FDC (Absolutely flawless, untouched, without wear, scratches, marks or hairlines).
    2 punti
  15. Un sestierzietto carino con la sua bella patina hai fatto bene a prenderlo,a me Filippo piace un sacco e quindi mi allego al questo thread per mostrarvi l'ultimo sesterzio arrivato http:// http:// http://
    2 punti
  16. Buona giornata Non mi sembra di aver letto questo, mai; tutt'altro. A me pare invece che ci sia - e giustamente - riprovazione nei confronti di chi chiede identificazioni usando modi e termini poco educati. Tutto qua. Non è il tuo caso, ma basta scorrere le richieste nella sezione "Identificazioni", per rendersene conto. Sui tempi .... beh, molto dipende dal tipo di moneta e dalle immagini che vengono postate (spesso così malfatte che ci vorrebbe proprio la sfera di cristallo); senza dimenticarsi che qualche discussione aperta può sfuggire, perché subissata da altre. saluti luciano
    2 punti
  17. Figurati @margheludo, ne sarei molto felice se con la "mia" discussione avessi contribuito a chiarire qualcosa sulla tecnica di produzione delle monete medioevali
    2 punti
  18. Ecco il particolare della 1832 Reimpressa.
    2 punti
  19. Buona sera a tutti, tanta passione 2 orette di tempo et voilà. I segni sui grossi genovesi da 4 e da 6 denari sono al 2012, epoca della discussione che ho ritrovato, ancora praticamente sconosciuti tant'è che qualcuno azzarda ipotesi di difetti di conio ed altri che si possa trattare di segni di zecchiere, interviene anche @monbalda che dribla l'ostacolo passando la palla ad altri ma ahimè nessuno va in gol, finisce pari e patta. Chiederei cortesemente a @dizzeta uno dei pochi che azzardo' un tiro in porta se per Genova si è arrivati a formulare qualche ipotesi, chiedo scusa a @Fufluns se approfitto della sua discussione ma credo che possa in qualche modo interessare anche il suo interessante pezzo.buona notte a tutti. P.S. a dx della croce in legenda.
    2 punti
  20. @profausto ogni tanto penso al tuo immenso lavoro e mi viene di paragonarti ad una sorta di missionario... La tua dedizione e preparazione sono totali. Non credo che si possa fare umanamente più di quello che fai e non credo che esista una persona in grado di sostituirti. Ti ringrazio a nome di tutti per quello che fai. Condivido la tua analisi: molti utenti si iscrivono solo perchè devono identificare due patacche trovate in qualche cassetto; avuta la risposta (e soprattutto la valutazione) spariscono. Aggiungici il fatto che a volte alcuni utenti storici si relazionano con prosopopea con i neoiscritti che hanno voglia di imparare ed ecco ottenuto lo stato attuale del forum...
    2 punti
  21. Romolo avendo visto dal Palatino passare in cielo piu’ uccelli di Remo , che invece osservava il cielo dall’ Aventino , ricevette dal nonno Numitore , quale vincitore della sfida , l’ incarico di fondare una nuova Citta’ colonia di Albalonga , in quanto questa era ormai sovrappopolata di Albani e Latini . Quello che successe prima e dopo , vero o leggenda che sia e’ ben risaputo , come ci tramanda Tito Livio : “Siccome erano gemelli e il rispetto per la primogenitura non poteva funzionare come criterio elettivo , toccava agli dei che proteggevano quei luoghi indicare , attraverso gli aruspici, chi avessero scelto per dare il nome alla nuova città e chi vi dovesse regnare dopo la fondazione . Così , per interpretare i segni augurali , Romolo scelse il Palatino , Remo l’ Aventino . Il primo presagio, sei avvoltoi , si dice toccò a Remo . Dal momento che a Romolo ne erano apparsi il doppio quando ormai il presagio era stato annunciato , i rispettivi gruppi avevano proclamato re l’uno e l’altro contemporaneamente . Gli uni sostenevano di aver diritto al potere in base alla priorità nel tempo , gli altri in base al numero degli uccelli visti . Ne nacque una discussione e dal rabbioso scontro a parole si passò al sangue : Remo , colpito nella mischia , cadde a terra . È più nota la versione secondo la quale Remo , per prendere in giro il fratello , avrebbe scavalcato le mura appena erette [più probabilmente il Pomerium , il solco sacro] e quindi Romolo , al colmo dell’ira , l’avrebbe ammazzato aggiungendo queste parole di sfida : «Così , d’ ora in poi , possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura» . In questo modo Romolo s’ impossessò da solo del potere e la città appena fondata prese il nome del suo fondatore” In tempi abbastanza recenti , nel 1987 , nelle pendici settentrionali del Palatino , primo colle abitato di Roma da parte di Latini e forse di Albani , vennero scoperte delle mura ricavate in blocchi di Tufo giallo , che furono datate al 720/730 a.C. , quindi di una eta’ che corrisponde quasi a quella canonica della fondazione di Roma . Questa recente scoperta dimostra che gli storici antichi , nel nostro caso Tito Livio , ci hanno tramandato fatti reali , al piu’ conditi da qualche leggenda di contorno , che riportarono nei loro scritti ritenendoli degni di memoria in quanto quei lontani fatti , forse leggendari , erano stati tramandati da scritti o da tradizioni orali . In foto il tratto di muro arcaico sul lato settentrionale del Palatino rinvenuto nel 1987 .
    1 punto
  22. Buongiorno al forum. Apro la discussione per condividere le immagini della mia prima medaglia. Si tratta di un acquisto estemporaneo, raccolgo principalmente sovrane britanniche, e motivato esclusivamente da ragioni estetiche. Devo dire che vederla accanto agli altri ritratti della regina nel fiore degli anni mi lascia molto soddisfatto, nonostante la natura estremamente diverse delle emissioni. Nel 1867 il "British North America Act" unì Nuova Scozia e Nuovo Brunswick a Québec e Ontario, facendone un unico dominio sotto il nome del Canada (preferendo questo nome agli altri che furono proposti: Victorialand, Borealia, Cabotia, Tuponia – The United Provinces of North America, Superior, Norland e Hochelaga) Ho trovato in rete la locandina pubblicitaria di quando venne emessa che riporta anche i dati ponderali: ed anche le immagini della versione in argento Non penso che questa emissione fu commissionata dallo Stato ma ho trovato su ACsearch l'esemplare a cui fa il verso. Ha dati ponderali diversi e compare nella ricerca in un unico esemplare. https://www.acsearch.info/search.html?id=2405241 Si distingue per il conio ed immediatamente per la presenza nella riproduzione di una crocetta nel campo dietro il collo della sovrana. In un sito d'aste canadese ho trovato anche due passaggi relativi alla "mia" medaglietta. http://auctions.gbellauctions.com/Canadian-Medal_i26106364 http://auctions.gbellauctions.com/Canadian-Medals-Private-Issue-Gold-Medal-in-Case-of-Issue_i23266807 Nelle descrizioni è effettivamente dichiarata come emissione privata con tanto di produttore e coniatore. E' una cosa usuale, fra le medaglie, che le emissioni private copino le emissioni ufficiali? In effetti ho visto in passato, in questa stessa sezione, medaglie che riproducevano fedelmente "San Giorgio e il Drago" di Pistrucci. Non esiste nessun tipo di copyright sulle medaglie? Ancora Buona giornata e ringrazio anticipatamente se qualcuno ha ulteriori informazioni riguardo la medaglia che ho presentato. E.
    1 punto
  23. Salve a tutti. Oggi vorrei proporre, in questo mio nuovo intervento di approfondimento, una moneta, per certi versi ancora argomento di dibattito, della più grande rarità, battuta sotto il regno di Filippo III d’Asburgo come re di Spagna (1598 – 1621). Una moneta che, per certi versi, è ancora “evanescente” e sfuggente. Il mio obiettivo sarà, dunque, quello di riproporre nuovamente le nostre conoscenze su questo nominale, anche attraverso lo spoglio delle passate ricerche, per permettere infine una sua maggiore comprensione. Passiamo quindi subito ad illustrare l’oggetto della nostra discussione: D/ PHILIPP • III • D • G • REX • V Busto giovanile con corona radiata e corazza volto a destra. R/ SICILIAE – HIERVSA Stemma a cuore, coronato, in cornice di cartocci. Peso: 3 grammi. Diametro: 28 mm (secondo CNI XX) o 24 mm (secondo Bovi). Metallo: Oro 22 carati (secondo Prota). Bibliografia essenziale: · AA. VV., Corpus Nummorum Italicorum vol. XX (abbreviato in CNI XX), Roma 1943, p. 222, n° 393 (il busto è erroneamente riportato come rivolto a sinistra anziché a destra); · Giovanni Bovi, Le monete napoletane di Filippo III (1598 – 1621), in Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, anno LII, gennaio – dicembre, Napoli 1967, pp. 3 – 55, in particolare la moneta è descritta a p. 37, n° 53; · Alberto D’Andrea – Christian Andreani – Simonluca Perfetto, Le monete napoletane da Filippo II a Carlo VI, Castellalto (TE) 2011, p. 167, n° 1 (tra i riferimenti, viene erroneamente riportata come assente in CNI XX); · Michele Pannuti – Vincenzo Riccio, Le monete di Napoli dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca, Lugano 1984, p. 138, n° 1 (le legende riportate nella descrizione sono errate rispetto a quelle che possono leggersi sulla moneta illustrata nell’immagine); · Carlo Prota, Lo scudo di oro di Filippo III di Spagna coniato a Napoli, in Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano. Studi e Ricerche, Napoli 1926, pp. 26 – 30, in particolare la moneta è descritta ed illustrata a p. 29. Fig. 1: Lo scudo d'oro di Filippo III così come appare in Pannuti - Riccio, op. cit., p. 138. Singolarmente, per il periodo storico di cui trattiamo, non si conosceva alcuna moneta d’oro di Filippo III per Napoli prima che, nel 1926, Carlo Prota presentasse per la prima volta questo scudo. Fino ad allora, si conosceva solo un pezzo, presunto aureo, per questo sovrano, con i tipi identici al carlino con legenda EGO IN FIDE, coniato nel 1600 (per tale carlino in argento, cfr. Pannuti – Riccio, op. cit., p. 142, n° 16 e seg.). La moneta, descritta da Memmo Cagiati e poi passata in CNI XX, p. 178, n° 26, è custodita nel Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (si rimanda a Giuseppe Fiorelli, Catalogo del Museo Nazionale di Napoli. Medagliere III: monete del medio evo e moderne, Napoli 1871, n° 7463) e risultò essere un normale carlino del tipo come sopra, ma dorato. Si potrebbe credere che questo carlino, già raro di per sé, fosse stato sottoposto ad un processo di doratura per spacciarlo come un nominale aureo unico ed inedito per questo sovrano, colmando così la lacuna già evidenziata prima causata dalla mancanza di monete d’oro coniate a nome del terzo Filippo. A titolo informativo, riportiamo che il carlino EGO IN FIDE dorato del Museo napoletano ha un peso di 3,04 g. ed un diametro pari a 23 mm., stando a quanto riportato da Bovi, op. cit., p. 13, e che quindi si avvicinava molto per dimensione e peso allo scudo d’oro presentato dal Prota e qui da noi nuovamente analizzato. Quest’ultimo, che ad oggi sembra essere l’unico nominale aureo noto della zecca di Napoli coniato per Filippo III, proveniva dalla collezione numismatica di Cesare Ratti e apparve successivamente in un’asta della ditta Mario Ratto di Milano nel 1962, al lotto n° 439 (cfr. Bovi, op. cit., p. 14). Apprendiamo, poi, sempre dal Prota (op. cit., p. 26), che, quando Filippo III salì al trono nel 1598, «la zecca di Napoli ebbe ordine di coniare moneta di ottima e buona lega e di giusto peso, come erano state le monete di Filippo II e di Carlo V, in maggior parte, quelle di oro emigrate dal Regno e quelle di argento quasi del tutto rifilate». Quindi, particolare attenzione dovevano ricevere in quel periodo, almeno stando ai documenti d’archivio che lo studioso napoletano ci riporta nel suo lavoro (cfr. Prota, op. cit., p. 26, nota 1), le monete d’argento, perché erano state soggette all’azione truffaldina dei tosatori, e quelle in oro (ancorché ugualmente tosate), poiché, grazie alla loro bontà, erano state in gran parte portate al di fuori dei confini regnicoli per circolare o essere riutilizzate in altri Stati, sia italiani che stranieri, dove la moneta aurea non raggiungeva simili standard qualitativi. Possiamo notare subito che la moneta in oggetto potrebbe appartenere proprio al primo periodo di regno di Filippo III. Benché la datazione sia resa ardua a causa della mancanza sia di una data specificata sul tondello stesso, sia per l’assenza delle sigle degli ufficiali di zecca, come i Maestri di Zecca e di Prova, purtuttavia, grazie ad un raffronto stilistico, possiamo affermare con una certa sicurezza che il busto presente sullo scudo d’oro è molto vicino alla tipologia ritrattistica che troviamo su alcuni nominali in argento, non da ultimi i mezzi ducati e i tarì, datati fino al 1610 circa. Lo scudo d’oro di nostro interesse fu quindi battuto durante il primo periodo che si configura tra il 1600 ed il 1610. Le emissioni di questo lasso temporale sono accomunate e caratterizzate dal busto del re effigiato con fattezze giovanili (infatti, Filippo salì al trono spagnolo quando aveva circa diciannove anni, come troviamo riportato in Pannuti – Riccio, op. cit., p. 136) e con un busto coperto da una corazza con espliciti e chiari riferimenti classicheggianti (fig. 2). Fig. 2: Confronto stilistico tra lo scudo d'oro e un generico tarì del tipo Pannuti - Riccio, op. cit., p. 141, n° 11 (ex Varesi 61, n° 85). Già Prota, op. cit., p. 29, aveva notato che, nonostante lo stile più rozzo e l’assenza delle sigle, questo scudo d’oro aveva notevoli somiglianze stilistiche con i tarì con stemma a cuore del tipo Pannuti – Riccio, op. cit., p. 141, n° 11 e segg. Risulta quindi chiaro che questa moneta potrebbe aver costituito l’esemplare di prova per una progettata emissione di scudi d’oro nel Regno di Napoli all’inizio del regno di Filippo III. Proprio in quel periodo, infatti, il problema della “cattiva moneta” era più vivo che mai a Napoli: il viceré dell’epoca, che maggiormente si interessò della questione, don Juan Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benavente (in carica dal 1603 al 1610), cercò di contrastare sia la piaga della tosatura che quella della moneta «mancante di peso», per dirla con le parole riportate in Prota, op. cit., p. 27. A tal fine, furono emessi due provvedimenti: il primo, si concretizzò con una prammatica del 6 giugno 1609, mentre il secondo è costituito da un bando del 12 maggio di quello stesso anno. Ma, a fronte di queste problematiche, rimaste a lungo irrisolte, l’emissione di moneta aurea per Filippo III sembra non aver avuto seguito e che il nostro scudo sia rimasto fino ad oggi un esemplare isolato, una tacita testimonianza dell’impegno del viceré e degli ufficiali di zecca di seguire le disposizioni in abito monetale che venivano emanate da Madrid per conto del nuovo sovrano. Tra le cause della mancata produzione monetale in oro, in un siffatto frangente, sembra che avessero avuto un certo peso le azioni dei tosatori, ma, ancor di più, l’esportazione o la tesaurizzazione di moneta aurea, che costituiva un danno più o meno pesante alla politica economica e monetaria del Regno partenopeo. Inoltre, bisogna considerare il fatto che nei territori dell’Italia Meridionale circolavano ancora in abbondanza le monete d’oro definite “antiche” di Carlo V e Filippo II, di buon peso e ottima lega, come viene riportato in Prota, op. cit., p. 27: «(…) si dovevano spendere o ricevere le monete antiche purché fossero di giusto peso, mentre tutte le altre venivano ritirate dalla zecca e dai banchi, con condizioni poco vantaggiose per i possessori». Tutte queste cause, quindi, hanno concorso affinché il progetto di una regolare emissioni di scudi d’oro per Filippo III venisse prima accantonato e, gradualmente, abbandonato. Il problema ancora irrisolto è il peso di questo, finora, unico esemplare noto, che raggiunge i soli 3 g., un po’ basso se pensiamo che le monete d’oro di questo periodo rispettavano ancora gli standard ponderali degli scudi di Filippo II (in entrambi i periodi: 1554 – 1598), aggirandosi intorno ai 3,38 g. (trappesi 3 ed acini 16, secondo Bovi, op. cit., p. 7). All’incirca della stesso peso era anche lo scudo aureo di Carlo V del tipo Pannuti – Riccio, p. 95, n° 11 (3,38 – 3,4 g.). Entrambe le tipologie avevano ancora ampio corso legale nel Regno. Ad oggi, l’ipotesi più recente in merito compare nel volume di D’Andrea – Andreani – Perfetto. In quella sede, a p. 165, viene detto che «dopo centocinquant’anni di coniazioni auree ininterrotte, Filippo III fu il primo sovrano spagnolo a non coniare monete d’oro a Napoli». In una nota, alla stessa pagina, viene spiegato come sia stato ritenuto falso anche l’esemplare di cui stiamo discutendo per via del peso calante, come verrà poi meglio specificato in un’altra nota a p. 167. Nessuna particolare menzione viene dedicata, invece, all’assenza delle sigle, neanche nel vastissimo articolo che Bovi dedicò alle coniazioni napoletane di questo sovrano nel 1967. Per tale punto possiamo solo rifarci a quanto riferì il Prota nel lontano 1926, alle pp. 29 – 30: «[la ragione] della mancanza delle sigle sopradette lo fa ritenere battuto verso il 1606, epoca in cui il maestro di zecca fu assente dal suo ufficio e le sue mansioni erano affidate al Credenziero Maggiore della zecca». La nota che dovrebbe spiegare meglio questo assunto rimanda ad un altro lavoro del Prota: Maestri ed incisori della Zecca Napolitana ricavati da documenti del R. Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1914, dove a p. 18 viene riferito che «Un maestro provvisorio regente (sic!) vi fu nel 1606 per brevissimo tempo, a nome Fulvio di Costanzo (…)». Naturalmente, oggi, tra tutti questi dubbi e la scarsa attenzione dedicata a questa moneta, si è fatta strada con sempre più veemenza l’ipotesi che l’esemplare appartenuto a Cesare Ratti e venduto dalla Ratto di Milano nel 1962 sia in realtà un falso. Occorre inoltre sottolineare l’impossibilità di reperire fotografie recenti del suddetto esemplare, il che non fa altro che creare ulteriori disagi per chi vorrebbe cimentarsi in un studio più articolato sul presente nominale. L’alone di “mistero”, dunque, permane intorno a questa moneta: io ho provato in tal modo a scalfirne la superficie, ma confido nei vostri interventi per cercare di approfondire ulteriormente questo affascinante argomento. Grazie a tutti per l’attenzione.
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  24. io mi considero un "nicchione" allora!
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  25. Non ha valore numismatico ,il valore è dato dal contenuto di metallo prezioso con eventualmente un plus valore dovuto da collezionisti di simile tipologia ecco la scheda completa: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME66A/45
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  26. è questo? Milano -> 550° Emissione Fiorino G. Galeazzo Visconti 1946 Dritto: COMMEMORAZIONE DEL CINQUECENTOCINQUANTENARIO DELLA EMISSIONE riproduzione del Fiorino Verso: FIORINO D' ORO DI GIAN GALEAZZO VISCONTI DEL MCCCICVI riproduzione del Fiorino
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  27. Buonasera a tutti,un piccolo aggiornamento riguardo l'inaugurazione della mostra sui longobardi a Pavia,essa avverrà NON il 26 agosto ma bensì il primo settembre. Sperando di avervi comunicato la data definitiva vi saluto cordialmente. ADELCHI.
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  28. Certo sono d'accordo @dabbene,la numismatica non può ridursi solamente ad un evento puramente commerciale, è ben altro, è conoscenza, passione, voglia di imparare sempre cose nuove. Saluti
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  29. Io so che qualche anno fa hanno escluso lo IOR (banca vaticana) dai circuiti bancari internazionali (comprese carte di credito) per via del riciclaggio e di varie operazioni poco trasparenti e truffaldine . Visto che nel mondo delle banche la fiducia e' tutto, una banca che l'ha persa completamente fa molta fatica a riconquistarla. Puo' darsi che a tutt'oggi non gli sia consentito di fare operazioni con carte di credito e quindi debbano appoggiarsi mediante contante a banche esterne. E di conseguenza non possano utilizzare piattaforme e-commerce . Chiaro che non te lo diranno mai, ma potrebbe essere cosi'
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  30. Ciao @clairdelune, e' vero , sembra proprio cosi' , gli antichi non mentivano sulle origini della loro storia patria , forse le abbellivano con aneddoti mitici o leggendari , ma la base era verita' . Credo che questa scoperta avvenuta nel 1987 rappresenti la data piu' antica riconducibile alla Roma dei Re , seguita poi dalle scoperte della zona sacra di Sant' Omobono in Via Luigi Petroselli . Ottimo il tuo libro , dello stesso argomento su Roma arcaica e dei Re , altri libri di Carandini : La leggenda di Roma, volume I. Dalla nascita dei gemelli alla fondazione della città, Mondadori La leggenda di Roma, volume II. Dal ratto delle donne al regno di Romolo e Tito Tazio, Mondadori La leggenda di Roma, volume III. La costituzione, Mondadori in piu' l' opera piu' corposa e purtroppo piu' costosa : Atlante di Roma antica. Ritratti e biografia della Città dalle origini al VI secolo d.C., Electa, Ciao e grazie
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  31. Le foto non sono granché. Mi sembra buona ma ne ha passate di tutti i colori. Forse usati acidi. Io non ci spenderei un euro. Perché falsificare una monetina non rara ?
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  32. Per me e' spl. Vedo un velo di usura sull'ermellino del piviale. Proporio una cosa minima, Il colore pero' e' terribile. Spatinata col bagnetto. Niente di irreversibile pero'.
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  33. Ah! di riferimento, fondamentale, per una prima sgrossatura e catalogazione, guarda questo sito: http://www.gallic-empire.com/index.html
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  34. Grazie molte per avercela fatta vedere[emoji57]
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  35. Molto interessante. Il confronto tra il bozzetto e la medaglia fa comprendere lo sviluppo della medaglia: l'impianto iconografico è il medesimo e le variazioni consistono esclusivamente dalla posizione e dimensione delle legende. In catalogo sono presenti quattro medaglie con questo verso con moduli differenti. Hanno ulteriori varianti nelle legende, evidentemente introdotte dopo la stesura dei modelli qui presentati.
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  36. Come già discusso qualche anno fa su questo stesso forum, si é dimostrato come le definizioni siano cambiate col tempo, anche sui cataloghi! Comunque si. Il problema é sempre lo stesso: non esiste un protocollo univoco di grading, ed ognuno fa un po' come meglio reputa.
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  37. Ciao @Gaetano95, purtroppo no , pero' puoi consultare questi link : https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiAlsGKspnUAhXELMAKHTtxAoEQFggyMAM&url=http%3A%2F%2Fwww.ilprimatonazionale.it%2Fcultura%2Fla-fondazione-di-roma-quando-il-mito-e-confermato-dallarcheologia-8769%2F&usg=AFQjCNHeseFqPFH_oirXkdxVzrfqqc9Gxg https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=6&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiAlsGKspnUAhXELMAKHTtxAoEQFghAMAU&url=https%3A%2F%2Frometheimperialfora19952010.wordpress.com%2F2014%2F11%2F20%2Froma-archeologia-e-restauro-architettura-la-sapienza-sul-palatino-gli-scavi-diretti-da-paolo-carafa-torna-alla-luce-il-tempio-di-iuppiter-stator-giove-statore-2013-14%2F&usg=AFQjCNEZRJeVlkPCTVlaiTflkdLX2ocBLg https://rometheimperialfora19952010.wordpress.com/2013/03/02/roma-archeologia-palatino-pendici-settentrionali-p-carafa-a-carandini-e-n-arvanitis-la-sapienza-roma-2010-13-tempio-di-giove-statore-santuario-di-vesta-un-dolio-tombe-infa/
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  38. Ciao @magdi io ho gli atti e quindi l'articolo, vedo cosa riesco a fare, ma domani ho la mia prima asta e sono un po' nelle curve (come diciamo a Genova). Magari già oggi mi riesce di scansionarlo altrimenti (se sopravvivo) lo faccio venerdì.
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  39. Come puoi dimostrare che l'altra moneta è 'certamente autentica'?
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  40. Io oltre alle Monete e Banconote colleziono, con la stessa identica passione e dedizione, anche Rice Coupon (Liang Piao) cinesi e Francobolli: Posto qualcosa della mia collezione Usa serie di Francobolli dedicata ai mulini (Olanda) e un Rice Coupon del 1980
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  41. Esattamente, quando identifichi i denari provisini del Senato romano però concentrati sempre anche sui simboli ai lati della S sopra al pettine che permettono di fare una prima selezione e quindi sui simboli presenti nei quarti della croce. Poi in monete come le tue, dove le epigrafie sono poco leggibili (ma per queste emissioni è la norma, non allarmarti) i simboli rappresentano veramente il cuore della moneta. Buona Numismatica, Antonio
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  42. O le piume di Pegaso, che sono ridotte a bottoncini sfumati , invece che , come dovrebbe essere, a bottoni acciaccati si, ma sempre con il contorno ben definito, dato che è la parte più protetta negli urti che causano l'usura...
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  43. Segnalo anche qui, nella sezione espressamente dedicata alla cartamoneta, la mostra Come si fanno i soldi. Fabbricare banconote, francobolli, assegni... che sarà inaugurata a Fabriano sabato 3 giugno, e resterà visitabile fino al 16 settembre. Tutti idettagli nella discussione della sezione Segnalazione eventi petronius
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  44. A sensazione, ho idea che in altre circostanze i lodatori della "flessibilità" e del "buon senso" ( in senso lato, non nel Forum) sarebbero parimenti intenti a criticare un' Italia dove leggi e regolamenti "non sono mai univoci e chiari" e "lasciano spazio all'arbitrio e all'ambiguità".
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  45. I rete dopo una breve ricerca ho trovato questa banconota in vendita ad un prezzo superiore a quello a te proposto Quindi se le banconote sono di tuo interesse direi che il prezzo mi sembra + che accettabile
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  46. Per me un falso fuso e riaggiustato...
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  47. Quello della discutibilità delle sentenze è, a mio modesto avviso, un limite incomprimibile legato alla connotazione epistemologica delle stesse e non, tranne in casi specifici, una "colpa" del giudicante. Esistono, infatti, tre tipologie di ragionamento: quelli dimostrativi, in cui le premesse sono assunte come vere e le inferenze seguono regole deduttive, per cui sono necessarie, i ragionamenti argomentativi (argomentazioni) che partono da premesse opinabili, ovvero le inferenze non hanno validità necessaria, per cui le conclusioni sono opinabili e i ragionamenti fallaci in cui le inferenze sono invalide. Il ragionamento giuridico che soggiace ad una sentenza è, ovviamente, una argomentazione, pertanto, per natura non avrà mai l'irresistibile evidenza di un ragionamento matematico, dunque, sarà sempre passibile di "scarsa convincibilità". Il che, lungi dal voler significare che le sentenze non debbano essere rispettate, vuol solamente dire che è impossibile, in ambito giuridico, ma anche filosofico, politico ed etico e in quasi tutti gli ambiti della vita quotidiana, ricercare la characteristica universalis e il calculus ratiocinator di leibnitziana memoria. Se a tutto ciò si aggiunge che il giudizio si deve basare sui fatti - e la ricostruzione degli stessi può presentare non poche difficoltà - e che le leggi, talora, sono piuttosto ondivaghe, per cui deve essere ricostruita l'intenzione del legislatore, a maggior ragione il consenso dell'uditorio non sarà unanime!
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  48. E' molto piu' "emozionante" trovare monete interessanti in bancarelle dove ancora non sono state riconoscute piuttosto che comprarle gia cartellinate dal solito negozio a prezzi spropositati... Appena potro' condividero qualche altra immagine di monete particolarmente belle che ho trovato a veramente poco come il 10 soldi che ho postato. Martin (:
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