Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/29/17 in tutte le aree
-
Se l'obiettivo era di fare divulgazione numismatica che vada oltre il forum e raggiunga tutti direi che l'obiettivo è stato sicuramente raggiunto. Credo che anche la più ottimistica previsione o stima sia stata superata. In fondo è il credo di Lamoneta che viene proseguito in questo prodotto sia cartaceo che in digitale, il parlare di numismatica per avvicinare, incuriosire ma anche per dare contributi importanti, news, eventi, bibliografia, parlare del mondo della numismatica. Il permettere a tanti di accedere, senza pagare quote, iscrizioni, costi, con facilità e comodità e poter leggere... Io rimango dell'avviso che siano importanti sia la ricerca scientifica che la divulgazione, senza poi divulgazione difficilmente la numismatica potrà essere per tanti e conoscere le monete, le identità, la storia non può che far crescere l'individuo, quindi conoscenze ma anche maggiore consapevolezza in tutti. E' il mio pensiero , credo anche di altri, il che non esclude pagine più alte, step ulteriori di approfondimento che troverete già nel prossimo numero 2. Nella serata di tempo fa al CCNM il Gazzettino fu consegnato ad Arslan e alla Travaini, la Travaini ci disse ottimo, qualcuno poi deve anche divulgare, Arslan sottolineò l'importanza del contributo anche in digitale per rimanere a disposizione di tutti. In fondo abbiamo fatto poi questo e se due luminari così ci incoraggiano oltre a tutti voi, possiamo dire avanti la strada è aperta, continuiamola, e se ci crediamo e ci piace, come è, sarà un piacere per tutti noi continuare in questa forma di volontariato culturale per tutti.5 punti
-
Salve a tutti. Oggi vorrei proporre, in questo mio nuovo intervento di approfondimento, una moneta, per certi versi ancora argomento di dibattito, della più grande rarità, battuta sotto il regno di Filippo III d’Asburgo come re di Spagna (1598 – 1621). Una moneta che, per certi versi, è ancora “evanescente” e sfuggente. Il mio obiettivo sarà, dunque, quello di riproporre nuovamente le nostre conoscenze su questo nominale, anche attraverso lo spoglio delle passate ricerche, per permettere infine una sua maggiore comprensione. Passiamo quindi subito ad illustrare l’oggetto della nostra discussione: D/ PHILIPP • III • D • G • REX • V Busto giovanile con corona radiata e corazza volto a destra. R/ SICILIAE – HIERVSA Stemma a cuore, coronato, in cornice di cartocci. Peso: 3 grammi. Diametro: 28 mm (secondo CNI XX) o 24 mm (secondo Bovi). Metallo: Oro 22 carati (secondo Prota). Bibliografia essenziale: · AA. VV., Corpus Nummorum Italicorum vol. XX (abbreviato in CNI XX), Roma 1943, p. 222, n° 393 (il busto è erroneamente riportato come rivolto a sinistra anziché a destra); · Giovanni Bovi, Le monete napoletane di Filippo III (1598 – 1621), in Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, anno LII, gennaio – dicembre, Napoli 1967, pp. 3 – 55, in particolare la moneta è descritta a p. 37, n° 53; · Alberto D’Andrea – Christian Andreani – Simonluca Perfetto, Le monete napoletane da Filippo II a Carlo VI, Castellalto (TE) 2011, p. 167, n° 1 (tra i riferimenti, viene erroneamente riportata come assente in CNI XX); · Michele Pannuti – Vincenzo Riccio, Le monete di Napoli dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca, Lugano 1984, p. 138, n° 1 (le legende riportate nella descrizione sono errate rispetto a quelle che possono leggersi sulla moneta illustrata nell’immagine); · Carlo Prota, Lo scudo di oro di Filippo III di Spagna coniato a Napoli, in Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano. Studi e Ricerche, Napoli 1926, pp. 26 – 30, in particolare la moneta è descritta ed illustrata a p. 29. Fig. 1: Lo scudo d'oro di Filippo III così come appare in Pannuti - Riccio, op. cit., p. 138. Singolarmente, per il periodo storico di cui trattiamo, non si conosceva alcuna moneta d’oro di Filippo III per Napoli prima che, nel 1926, Carlo Prota presentasse per la prima volta questo scudo. Fino ad allora, si conosceva solo un pezzo, presunto aureo, per questo sovrano, con i tipi identici al carlino con legenda EGO IN FIDE, coniato nel 1600 (per tale carlino in argento, cfr. Pannuti – Riccio, op. cit., p. 142, n° 16 e seg.). La moneta, descritta da Memmo Cagiati e poi passata in CNI XX, p. 178, n° 26, è custodita nel Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (si rimanda a Giuseppe Fiorelli, Catalogo del Museo Nazionale di Napoli. Medagliere III: monete del medio evo e moderne, Napoli 1871, n° 7463) e risultò essere un normale carlino del tipo come sopra, ma dorato. Si potrebbe credere che questo carlino, già raro di per sé, fosse stato sottoposto ad un processo di doratura per spacciarlo come un nominale aureo unico ed inedito per questo sovrano, colmando così la lacuna già evidenziata prima causata dalla mancanza di monete d’oro coniate a nome del terzo Filippo. A titolo informativo, riportiamo che il carlino EGO IN FIDE dorato del Museo napoletano ha un peso di 3,04 g. ed un diametro pari a 23 mm., stando a quanto riportato da Bovi, op. cit., p. 13, e che quindi si avvicinava molto per dimensione e peso allo scudo d’oro presentato dal Prota e qui da noi nuovamente analizzato. Quest’ultimo, che ad oggi sembra essere l’unico nominale aureo noto della zecca di Napoli coniato per Filippo III, proveniva dalla collezione numismatica di Cesare Ratti e apparve successivamente in un’asta della ditta Mario Ratto di Milano nel 1962, al lotto n° 439 (cfr. Bovi, op. cit., p. 14). Apprendiamo, poi, sempre dal Prota (op. cit., p. 26), che, quando Filippo III salì al trono nel 1598, «la zecca di Napoli ebbe ordine di coniare moneta di ottima e buona lega e di giusto peso, come erano state le monete di Filippo II e di Carlo V, in maggior parte, quelle di oro emigrate dal Regno e quelle di argento quasi del tutto rifilate». Quindi, particolare attenzione dovevano ricevere in quel periodo, almeno stando ai documenti d’archivio che lo studioso napoletano ci riporta nel suo lavoro (cfr. Prota, op. cit., p. 26, nota 1), le monete d’argento, perché erano state soggette all’azione truffaldina dei tosatori, e quelle in oro (ancorché ugualmente tosate), poiché, grazie alla loro bontà, erano state in gran parte portate al di fuori dei confini regnicoli per circolare o essere riutilizzate in altri Stati, sia italiani che stranieri, dove la moneta aurea non raggiungeva simili standard qualitativi. Possiamo notare subito che la moneta in oggetto potrebbe appartenere proprio al primo periodo di regno di Filippo III. Benché la datazione sia resa ardua a causa della mancanza sia di una data specificata sul tondello stesso, sia per l’assenza delle sigle degli ufficiali di zecca, come i Maestri di Zecca e di Prova, purtuttavia, grazie ad un raffronto stilistico, possiamo affermare con una certa sicurezza che il busto presente sullo scudo d’oro è molto vicino alla tipologia ritrattistica che troviamo su alcuni nominali in argento, non da ultimi i mezzi ducati e i tarì, datati fino al 1610 circa. Lo scudo d’oro di nostro interesse fu quindi battuto durante il primo periodo che si configura tra il 1600 ed il 1610. Le emissioni di questo lasso temporale sono accomunate e caratterizzate dal busto del re effigiato con fattezze giovanili (infatti, Filippo salì al trono spagnolo quando aveva circa diciannove anni, come troviamo riportato in Pannuti – Riccio, op. cit., p. 136) e con un busto coperto da una corazza con espliciti e chiari riferimenti classicheggianti (fig. 2). Fig. 2: Confronto stilistico tra lo scudo d'oro e un generico tarì del tipo Pannuti - Riccio, op. cit., p. 141, n° 11 (ex Varesi 61, n° 85). Già Prota, op. cit., p. 29, aveva notato che, nonostante lo stile più rozzo e l’assenza delle sigle, questo scudo d’oro aveva notevoli somiglianze stilistiche con i tarì con stemma a cuore del tipo Pannuti – Riccio, op. cit., p. 141, n° 11 e segg. Risulta quindi chiaro che questa moneta potrebbe aver costituito l’esemplare di prova per una progettata emissione di scudi d’oro nel Regno di Napoli all’inizio del regno di Filippo III. Proprio in quel periodo, infatti, il problema della “cattiva moneta” era più vivo che mai a Napoli: il viceré dell’epoca, che maggiormente si interessò della questione, don Juan Alfonso Pimentel de Herrera, conte di Benavente (in carica dal 1603 al 1610), cercò di contrastare sia la piaga della tosatura che quella della moneta «mancante di peso», per dirla con le parole riportate in Prota, op. cit., p. 27. A tal fine, furono emessi due provvedimenti: il primo, si concretizzò con una prammatica del 6 giugno 1609, mentre il secondo è costituito da un bando del 12 maggio di quello stesso anno. Ma, a fronte di queste problematiche, rimaste a lungo irrisolte, l’emissione di moneta aurea per Filippo III sembra non aver avuto seguito e che il nostro scudo sia rimasto fino ad oggi un esemplare isolato, una tacita testimonianza dell’impegno del viceré e degli ufficiali di zecca di seguire le disposizioni in abito monetale che venivano emanate da Madrid per conto del nuovo sovrano. Tra le cause della mancata produzione monetale in oro, in un siffatto frangente, sembra che avessero avuto un certo peso le azioni dei tosatori, ma, ancor di più, l’esportazione o la tesaurizzazione di moneta aurea, che costituiva un danno più o meno pesante alla politica economica e monetaria del Regno partenopeo. Inoltre, bisogna considerare il fatto che nei territori dell’Italia Meridionale circolavano ancora in abbondanza le monete d’oro definite “antiche” di Carlo V e Filippo II, di buon peso e ottima lega, come viene riportato in Prota, op. cit., p. 27: «(…) si dovevano spendere o ricevere le monete antiche purché fossero di giusto peso, mentre tutte le altre venivano ritirate dalla zecca e dai banchi, con condizioni poco vantaggiose per i possessori». Tutte queste cause, quindi, hanno concorso affinché il progetto di una regolare emissioni di scudi d’oro per Filippo III venisse prima accantonato e, gradualmente, abbandonato. Il problema ancora irrisolto è il peso di questo, finora, unico esemplare noto, che raggiunge i soli 3 g., un po’ basso se pensiamo che le monete d’oro di questo periodo rispettavano ancora gli standard ponderali degli scudi di Filippo II (in entrambi i periodi: 1554 – 1598), aggirandosi intorno ai 3,38 g. (trappesi 3 ed acini 16, secondo Bovi, op. cit., p. 7). All’incirca della stesso peso era anche lo scudo aureo di Carlo V del tipo Pannuti – Riccio, p. 95, n° 11 (3,38 – 3,4 g.). Entrambe le tipologie avevano ancora ampio corso legale nel Regno. Ad oggi, l’ipotesi più recente in merito compare nel volume di D’Andrea – Andreani – Perfetto. In quella sede, a p. 165, viene detto che «dopo centocinquant’anni di coniazioni auree ininterrotte, Filippo III fu il primo sovrano spagnolo a non coniare monete d’oro a Napoli». In una nota, alla stessa pagina, viene spiegato come sia stato ritenuto falso anche l’esemplare di cui stiamo discutendo per via del peso calante, come verrà poi meglio specificato in un’altra nota a p. 167. Nessuna particolare menzione viene dedicata, invece, all’assenza delle sigle, neanche nel vastissimo articolo che Bovi dedicò alle coniazioni napoletane di questo sovrano nel 1967. Per tale punto possiamo solo rifarci a quanto riferì il Prota nel lontano 1926, alle pp. 29 – 30: «[la ragione] della mancanza delle sigle sopradette lo fa ritenere battuto verso il 1606, epoca in cui il maestro di zecca fu assente dal suo ufficio e le sue mansioni erano affidate al Credenziero Maggiore della zecca». La nota che dovrebbe spiegare meglio questo assunto rimanda ad un altro lavoro del Prota: Maestri ed incisori della Zecca Napolitana ricavati da documenti del R. Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1914, dove a p. 18 viene riferito che «Un maestro provvisorio regente (sic!) vi fu nel 1606 per brevissimo tempo, a nome Fulvio di Costanzo (…)». Naturalmente, oggi, tra tutti questi dubbi e la scarsa attenzione dedicata a questa moneta, si è fatta strada con sempre più veemenza l’ipotesi che l’esemplare appartenuto a Cesare Ratti e venduto dalla Ratto di Milano nel 1962 sia in realtà un falso. Occorre inoltre sottolineare l’impossibilità di reperire fotografie recenti del suddetto esemplare, il che non fa altro che creare ulteriori disagi per chi vorrebbe cimentarsi in un studio più articolato sul presente nominale. L’alone di “mistero”, dunque, permane intorno a questa moneta: io ho provato in tal modo a scalfirne la superficie, ma confido nei vostri interventi per cercare di approfondire ulteriormente questo affascinante argomento. Grazie a tutti per l’attenzione.3 punti
-
Carissimi Lamonetiani, ormai anche i sassi sanno che il 500 Lire "prova" del 1957 è conosciuto per la polemica nata attorno alla disposizione delle bandierine "controvento" e che a nulla valse la conoscenza di Guido Veroi (l'autore delle tre caravelle che era laureato in ingegneria con una tesi sviluppata proprio in costruzioni marittime) ad affermare che la disposizione era corretta poiché le tre navicelle stavano navigando "di bolina". Alla fine lo stesso fu costretto, in fretta e furia (la polemica era sorta nel dicembre del '57 ed ormai si era nel 1958 e bisognava preparare la nuova coniazione per la circolazione), a rifare il conio in modo che le caravelle, girate a destra le bandierine, potessero navigare di "gran lasco". Per fortuna nessuno sollevò una polemica sulle vele che, a questo punto, avrebbero dovuto essere viste di profilo in linea con la nuova disposizione delle bandierine (o meglio: in linea con la navigazione di "gran lasco"). Ma forse non tutti sanno che anche il D/, cioè il lato dove vi è la dama rinascimentale col profilo della moglie del capo incisore della zecca Pietro Giampaoli (Letizia Savonitto) fu rifatto. Tutta l'attenzione cade sempre sul R/ ed è assai raro che si spenda qualche riga per il D/, offuscato dalla ben più famosa "querelle" sulla direzione delle bandierine. Se osservate una foto del 500 Lire 1957 con un qualsiasi D/ dei 500 Lire degli anni seguenti, vedrete che vi sono differenze. La più vistosa è lo spostamento di uno degli stemmi che circondano il profilo femminile. Come potete evincere dalla figura quivi inserita, lo stemma di Napoli è stato riposizionato tra L'Aquila e Bari. Perché? Ebbene, per rispettare una sorta di criterio geografico. Infatti, dal basso a sinistra procedendo in senso orario, si descrive un "cammino che, partendo da Genova (la città natale di Cristoforo Colombo che comandò le tre caravelle alla scoperta dell'America: ecco il collegamento con l'altra faccia della moneta...), descrive un arco nell'Italia settentrionale per poi discendere lungo l'Appennino e concludere con le due isole maggiori. E' ben evidente che, Napoli nell'esemplare del 1957, per dov'era posto, alterasse questo percorso "quasi circolare" (non vanno considerati i due stemmi seminascosti che vengono ipotizzati secondo logica).2 punti
-
2 punti
-
@Principe di Linguaglossa, ti sono debitore di una Piastra ......per adesso ti posto una delle mie 1859.... del tutto simile alla tua, lettere sottili al dritto e lettere grosse al rovescio. Saluti2 punti
-
Ho riportato questa discussione ora tra le importanti per più motivi, intanto perché rileggendola e riguardandola l'ho ritrovata a distanza di due anni " una perla divulgativa ", un book fotografico e di immagini di monete di utenti del forum senza precedenti e di una ricchezza e completezza incredibili. Rarità, conservazioni, chicche... non credo si trovino da altre parti, se clicchi su Google qui arrivi e diciamolo senza tentennamenti qui è stato fatto un grosso spot per la numismatica in particolare per quella della dominazione spagnola a Milano. Credo che rileggerla possa portare nuove passioni, appassionati, stimoli, gli studiosi e collezionisti sono nella sola Milano aumentati e cresciuti ... chissà se riporteranno nuova linfa e contributi a questa monetazione che indubbiamente secondo me sta vivendo una nuova primavera... Io mi domando e c'eravamo domandati tante cose, alcune rimaste sospese, per esempio sui quarti perché tanti stemmi e perché cambiano, perché a capo scoperto e con corona radiata ? Credo ci siano più ipotesi ...e tante domande ancora da riflessione... Certamente, e me ne compiaccio nel rileggere la discussione, nel vedere che le monete sono ancora lì tutte e per tutti, a volte le vedo scomparse nel tempo e mi domando o la fai la divulgazione o non la fai ? Perché metterle e toglierle dopo ? Discussione con margini di approfondimento....di quelle che possono far appassionare altri ancora, divulghiamola quindi ancora....2 punti
-
2 punti
-
..scusate...mi sembra che la "discussione" stia decisamente trascendendo...io ho semplicemente postato una moneta sulla quale avevo piacere di avere i vostri pareri, quindi ben vengano TUTTI gli interventi, anche e soprattutto quelli che sollevano dubbi sulla bontà della moneta, però mi sembra che si sia perso di vista lo scopo stesso di questo forum, che dovrebbe essere il posto per discussioni costruttive e utili per tutti, non un posto dove insultarsi gratuitamente Direi quindi che possiamo voltar pagina, che ne dite? Farò vedere la moneta e cercherò di capire di più sulle fusioni. Grazie a tutti Isabella2 punti
-
L'uomo è sempre alla ricerca di capire cio' che è accaduto migliaia di anni fa,basandosi su le poche testimonianze scritte e dagli scavi archeologici che portano alla luce nuovi reperti. I misteri del passato sono molti e altrettanto i nostri dubbi,si cerca di dare delle risposte basandosi su varie supposizioni. Quanti di noi sono S.Tommaso,io il primo,mi sono sempre chiesto perchè tanti documenti sono rimasti nascosti (altri distrutti) alla conoscenza di tutti e divulgare solo quelli che qualche persona ha deciso? Ma l'uomo è l'essere inteliggente per natura quindi non si accontenta mai di poco ed è sempre alla ricerca di nuove risposte. Dopo questa premessa vorrei riprendere alcune considerazioni trattate dal programma televisivo Jesus Code. S.Tommaso è l'apostolo (parola che significa "inviato") che alla prima apparizzione di Gesu risorto non è presente, quindi non crede, affermando agli altri che se non mette le mani dove Egli è stato crocifisso non è convinto della resurrezione.Quando Gesu' riappare di nuovo,Tommaso credette,e Gesu' invita gli apostoli di andare per il mondo a convertire nel nome di Dio e battezzare le genti. Questa è l'ultima volta si parla di S.Tommaso,che negli Atti degli Apostoli non viene piu menzionato. Ma riappare negli Atti di Tommaso,pergamena conservata a Londra al Brithis Museum. Da questa si apprende che gli Apostoli all'invito di Gesu'di convertire i popoli,tirano a sorte i luoghi dove diffondere la parola di Dio a S.Tommaso tocca l'India,ma lui si rifiuta.Durante la notte sogna Gesu' che insiste ma lui rifiuta ancora,ma poi dopo una notte di preghiera egli accetta. Dopo un lungo viaggio S.Tommaso arriva a Muziri, dove trova commercianti ebrei che egli converte al cristianesimo.In questo posto nel 2007 vengono ritrovati manufatti romani,quindi gia allora l'India era toccata dai romani. S.Tommaso dopo passa ad istruire le genti indigene del posto,tra cui il re Gandofares e la sua famiglia che vengono battezzati.La leggenda continua che S.Tommaso viene fatto uccidere dai Bramini e i suoi resti dispersi. Nel diciannovesimo secolo in Pakistan viene trovata una moneta d'argento che oltre alle iscrizioni indiane riporta scritto in greco il nome del re Gandofares,forse un modo per onorare l'apostolo,e cio sarebbe una prova che Tommaso sia stato in India.La moneta è conservata a Londra al Brithis Museum.2 punti
-
@Isabella67 Nessun vespaio: è solo un piacevole confronto fra amici in cui ognuno porta argomenti a favore dell'una o dell'altra tesi. La cosa brutta è che, almeno per il momento, non prevale con nettezza l'orientamento per la genuinità o la falsità tenendoti in continua tensione. Ci sono passato anche io e so che non è affatto piacevole. Ma qualsiasi cosa verrà fuori non scoraggiarti e non abbandonare la passione per le monete antiche: se pure dovesse risultare falsa è stato comunque un momento di crescita.2 punti
-
Il Gazzettino è entrato nel top 1% dei documenti più letti negli ultimi 30 giorni su academia.edu. Un piccolo dato che fa molto piacere, pensiamo a cosa vuol dire da un punto di vista divulgativo...2 punti
-
Interessante episodio che non conoscevo. Però non capisco dove starebbe la connessione fra il ritrovamento della moneta e l'effettivo viaggio di s. Tommaso in India. La moneta attesta solo l'esistenza del regnante, non di altri, e l'utilizzo del greco è spiegabile in mille altri modi, posto che la conoscenza di questa lingua arriva in India fin dai tempi di Alessandro Magno (se non prima).2 punti
-
Prima di entrare in questo forum non leggevo di numismatica pur comprando monete e limitandomi a qualche catalogo. Da circa un anno ho capito che il collezionista legge studia conosce la storia di ogni moneta che compra o ha in previsione di comprare. In un annetto ho comprato tre volumi del Mir, Il linguaggio delle monete che mi hanno consigliato qua sopra ed è utilissimo e il tesoro di montella. La monetazione di Luni ecc ecc. Prima ero solo un accumulatore e non mi rendevo conto che proprio come per il viaggio verso Itaca,dove è il viaggio a contare non solo la meta, il bello della numismatica è conoscere risparmiare documentarsi e leggere prima di ogni acquisto, altrimenti è come comprarsi un paio di ciabatte.....solo più costose2 punti
-
In considerazione del peso, del diametro e dell'apparente composizione forse è più praticabile l'ipotesi della produzione di un grossetto (peso, diametro e mistura indicano un tondello "ridotto") con conii del grosso (??!!) ciao Mario2 punti
-
2 punti
-
Peccato per la mancanza sul bordo; si tratta di una moneta da 3 bolognini di Mirandola emessa a nome di Alessandro I Pico, descritta come "conosciuta in pochi esemplari" nella monografia di L.Bellesia e classificata R3 dal MIR (2° edizione). moneta rara....complimenti ciao Mario2 punti
-
Nel caso in cui si scocciano di cercare... Itaca / Constantino KavafisQuando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d'ogni sorta;più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dottiSempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti?E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.2 punti
-
Convegno bellissimo anche questo; per chi cercava monetazione contemporanea, però, poche novità rilevanti alle varie fonti ufficiali di acquisto! Sempre un piacere incontrarsi di nuovo con gli amici del Forum... il tempo sembra sempre volare, quando si parla della propria passione. Mi dispiace solamente non essere riuscito a parlare più di tanto con chi conosco da più tempo, ma è stata anche l'occasione di conoscere altri amici di questo amato spazio virtuale che sabato era... reale! Un grazie per le due copie del Gazzettino, per me e per la mia ragazza; l'ho letto e trasmette passione dalla prima all'ultima pagina. Come promesso, Mario ne ha portati tantissimi e per tutti! Come sa, ho notato prima il trolley di lui! Davvero onorato di partecipare come Autore al prossimo numero! Piacevole anche il fatto che l'incontro diventi occasione per conoscere le ultime iniziative e novità, sempre targate "lamoneta"! Ecco alcune fotografie del pranzo, che diventa sempre di più "un'istituzione"! Il passaggio del microfono tra due grandi amici e divulgatori Si osservano le monete con l'ausilio di lenti con illuminazione e tanta passione! Il "Gazzettino", che un po' si legge anche a tavola! Con la mia ragazza!2 punti
-
Con grande piacere ho l'onore di annunciarvi l'ultima fatica editoriale del caro amico Mauro Zanchi, nostro prezioso forumista esperto in monetazione siciliana. Ho seguito passo passo il suo lunghissimo lavoro, durato più di 5 anni, ed ad ogni tappa ne divenivo sempre più orgoglioso ed in parte complice. In attesa di averlo tra le mani per leggerlo e commentarlo insieme a voi vi posto alcuni dettagli tecnici e le foto già pubblicate dalla casa editrice HATRIA NUMISMATICA in altra sede Ad majora Mauro! A collection of sicilian kharrubahs libro bilingue: inglese/italiano con descrizione, foto a colori, ingrandimenti e rarità. € 20,oo spedizione inclusa per l'Italia http://www.ebay.it/…/HN-Novita-Zanchi-M-A-COL…/263006993408…1 punto
-
Buongiorno e ben trovati a tutti. Come oramai sapete sono concentrato sui Marenghi del Regno d'Italia e sto cercando documentazione che mi possa aiutare a far chiarezza sulle ribattiture e sulle varianti. A tal proposito se qualcuno ha del materiale a disposizione o mi dice dove trovarlo gliene sarei estremamente grato. in una delle mie "ricerche" mi sono imbattuto in un'interessante tabellina dove viene indicata la composizione delle varie leghe ed in particolare: Oro per monete decimali: Sotto la voce "lavori diversi" ecco comparire l'oro rosso: Premesso che sono al corrente della possibilità di virare artificiosamente il colore dei Marenghi per farli apparire rossi credo comunque che alcuni veramente rossi esistano (se non altro perché catalogati da illustri esperti...); ciò premesso avete notizie se su quest'ultimi sia mai stata eseguita un'analisi metallografica per stabilirne la composizione della lega? Sempre in letteratura ho comunque trovato numerose informazioni sul ciclo produttivo delle monete del XIX secolo. Da quanto si evince molti dei trattamenti termici eseguiti tanto sui lingotti, sui tondelli e sui conii erano eseguiti in base "all'occhio e all'esperienza dell'operatore" più che su regole scritte e ben definite. Da quanto mi è dato capire questi trattamenti termici potevano determinare, in parte, anche la lucentezza ed il colore della lega oltre che il lustro particolarmente marcato dei fondi (fondi specchio???). Mi piacerebbe se mi aiutaste in questo mio percorso con i vostri contributi. Grazie mille, Massimo.1 punto
-
In fondo che ci sia discordia di giudizi e' cosa normale, mi pare che Tinia abbia anche aggiunto che la moneta abbia bisogno di una visione dal vivo con ingrandimenti , quindi pronto a cambiare idea... Sinceramente io sono per il conio "usurato" ma resta un'opinione da "foto" , che vale come il due di bastoni quando si gioca a denari, attenzione non perche' sia la mia , ma perche' da foto.......a meno che non sia clamorosa.....1 punto
-
Accidenti ! .... Terranova la chiami semplice? banconota del 1889 !! 20 dollari della Banca di Newfoundland senza internet non avrei potuto farcela1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
é arrivata ! devo dire che in mano è meglio che in foto...ovviamente nessun paragone con la Leu ma è comunque una soddisfazione avere (con pochi euro!) una moneta così rara ! E c'è anche un curioso talloncino di collezione...1 punto
-
questi punti in cui si uniscono i capelli con l'elmo mi fanno pensare più ad una fusione.1 punto
-
Ma è possibile che sono le 14 passate, e non si degnano nemmeno di comunicare l'ora d'inizio vendita?1 punto
-
Ciao @Liamred00! Allora ricapitolando per la serie Europa 10€: Entrambe le banconote serie Europa da 10€ N006 - N015 sono valutate 17€ con questo plus valore solo in condizioni FDS. Per informazione la più quotata delle 10€ serie Europa è la greca Y004 valutata 32€ in FDS1 punto
-
Le piastre sono una più bella dell'altra, poi è il formato che preferisco.1 punto
-
1 punto
-
Se si osserva l'angolazione della testa della gorgone sull'esemplare di Isabella si nota che gli elementi decorativi (serpenti?) intorno alla testa si "fronteggiano" al di sopra di essa, come negli altri esemplari, o almeno così mi sembrerebbe. Per la piccola dimensione della testa, direi che paragonandola a quella del primo esemplare del post 33 potrebbero esserci corrispondenze, magari la pulizia aggressiva ha fatto scomparire ogni traccia delle decorazioni che ricoprivano la testa della gorgone all'interno del cerchio in cui è racchiusa?1 punto
-
1 punto
-
Forse il segno di zecca potrebbe essere la chiave? Io purtroppo non conosco bene questa monetazione, ma i simboletti di zecca sono tutti censiti? Per assurdo non potrebbe essere che in quella particolare zecca il grossetto avesse queste caratteristiche? Forse l`ipotesi di @margheludo é la più plausibile ( conio di grosso su flan di grossetto)?1 punto
-
1 punto
-
Un'altra cosa molto strana è il bordo dell'elmo: propongo qui un confronto tra il rovescio della moneta da me classificata come D2-R5 (prima moneta) e il rovescio della moneta di Isabella (seconda moneta). Notate anche la collana di perle della prima moneta che diventa una linea generica nella seconda moneta.... Infine, fate caso agli elementi decorativi posti nella parte superiore del cerchio che racchiude la testa della Gorgone: sono disposti l'uno di fronte all'altra nella prima moneta e nello stesso senso nella seconda moneta.1 punto
-
1 punto
-
@Isabella67 Ho molto riflettuto su questa moneta e sono giunto alla conclusione che purtroppo non convince nemmeno me per motivi diversi da quelli fin qui esposti da altri utenti. Io personalmente ho studiato a fondo l'emissione di stateri di Corinto contraddistinta dal simbolo dell'egida decorata con testa di Gorgone (l'ho trattata in una mia pubblicazione): ho raccolto tutte le immagini di monete di questa serie passate in asta o conservate in raccolte pubbliche e ne ho ricostruito l'intera emissione. La ricostruzione non ha la pretesa dell'esaustività ma mi ha permesso di rintracciare più monete ottenute dalla stessa coppia di conii di diritto e di rovescio. Ebbene, succede che il rovescio della tua moneta non è riconducibile a nessuno di quelli da me catalogati... Strano, perchè, come ti dicevo, ho trovato più immagini di monete "sorelle" ottenute dagli stessi conii: solo la tua moneta sarebbe figlia unica.... Allego le immagini della mia ricostruzione.1 punto
-
Ciao,assomiglia a un NUMMO di TEODOSIO II anche se è leggermente più piccola nel diametro1 punto
-
1 punto
-
tipo 9. Moneta postuma: Tutte le postume post 175 sono tipo 9. Bella moneta nemmeno troppo comune1 punto
-
Ah... mi sembrava strano... quindi le offerte bomba arrivano... ma senza fare Proclami1 punto
-
Da ciotola? bene, non è rara, ma di solito ci vogliono 3/5 euro anche in queste condizioni. Evidentemente le battono ancora a mano! In quella parte del mondo a suo tempo avranno avuto attrezzature fatiscenti, i coni sono troppo rozzi. Questa per esempio è una mia moneta nepalese del 1928, sembra del XVIII secolo... e non è tanto l'usura, quelle in fdc hanno i rilievi poco più marcati. questa tibetana è addirittura del 1950 figurati, le fattezze di conio sembrano veramente della seconda metà dell'ottocento.1 punto
-
"La domanda e' questa : qualcuno e' al corrente se in Europa esiste qualche direttore di importante Museo di nazionalita' italiana ?" Francesco Manacorda alla Tate di Liverpool Lorenzo Benedetti al De Appel di Amsterdam Chiara Oarisi a 'La Monnaie ' di Parigi ( tra l'altro patrimonio Unesco) ..1 punto
-
Secondo me è una moneta autentica bulinata e limata fino a ricavare la figura che vedi,hanno in pratica cambiato i connotati al re. simpatica però !!!!! E potrebbe essere coeva la lavorazione.1 punto
-
cari amici, come avevo anticipato, in questi 5 giorni sono stato a Varsavia, Polonia, invitato dal prof. Aleksander Bursche a parlare delle silique del gruppo di Sirmium. che dire, ho avuto l'occasione di parlare ad un seminario Ph.D. in una prestigiosa università, ho parlato a esperti di grande cultura, e conosciuto persone meravigliose sotto ogni punto di vista.... ho brindato a casa di Bursche che proprio due giorni fa è diventato nonno di una bella bambina!!!! wow... incredibile nei prossimi giorni vi racconterò le cose che io ho imparato da loro... stanno lavorando e studiando: le imitazioni indiane di monete romane e il loro uso, e soprattutto hanno un enorme centro di ricerca sulla monetazione "barbarica" delle zone tra polonia e ucraina nel periodo alla fine del IV secolo... ho potuto vedere e sentire raccontare da loro cose eccezionali, giuro, mi hanno colpito e emozionato.... che grande esperienza, e che persone meravigliose.... scusate l'euforia, ma sono tornato ora dopo 2 ore di volo e 2 di auto... ho l'adrenalina del ritorno il video è già su youtube... il mio inglese non èOxford, ma i siamo capiti ciao1 punto
-
1 punto
-
E' bellissima, una meraviglia. Costa meno di un FDC e ti sei comunque portato a casa un pezzo notevole e godibilissimo. Per quanto riguarda le foto ci vuole solo un po' di pratica, vedrai che sperimentando, provando e riprovando alla fine ti verranno sempre meglio. Saluti e buon We Silver1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.