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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/11/17 in tutte le aree
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Ciao a tutti, recentemente ho aggiunto alla mia collezione il testone che vi presento. Gregorio XIII (1572-1585), AVIGNONE, Testone (Munt 339). D/: Busto a sinistra, piviale a meandri + GREGORIVS : XIII : PONTI : MAX : 1575 : R/: Stemma cardinalizio semiovale (Card. Carlo de Bourbon-Conti, legato) + CARO : CAR : D : BOURBON : LEGA : AVENIO T/: liscio Peso 9,41 gr. Ex NAC 30, lotto 528 e ex NAC 81, lotto 402 (Collezione De Falco di testoni italiani). In merito alla rarità, ritengo personalmente questa moneta rarissima. Gli unici altri due esemplari di cui ho notizia sono quello della Montenapoleone 4 e quello della Ranieri 8 (in conservazione peggiore e con tondello irregolare). Da notare come i compilatori della celeberrima asta Sambon del 1880 dove venne esitata la collezione del Cav. Rossi, ritenessero questa moneta addirittura R5! La particolarità della zecca in cui questa moneta è stata coniata mi ha portato a fare alcune ricerche su Avignone e sulla storia del papato ad Avignone; per cui recuperando informazioni sia dalla rete che da vari testi, ho provato a fare un piccolo "Bignami" sull'argomento. In effetti, ritengo che questo particolare aspetto della storia pontificia non sia poi così ben conosciuto e anche sul nostro forum è stato trattato solo in maniera tangenziale. Per cui eccovi questo "ripasso" che ho suddiviso per comodità di lettura in più parti. Spero lo gradiate e possa essere utile a qualcuno. Michele5 punti
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Quindi Verona, dopo Parma e altri appuntamenti dove e' stato consegnato il cartaceo, abbiamo l'importante tappa di Verona dove chi e' interessato potrà riceverlo o il venerdì pomeriggio o sabato mattina anche al meeting point delle ore 12 o al pranzo di Lamoneta. Ritengo che qualche copia sarà data anche per l'esposizione di monete di Borgomanero frequentata da diverse scolaresche dal 6 al 10 giugno e poi il 13 giugno, se possibile, potrebbe esserci per i lamonetiani e chi interessato una consegna alla presentazione del libro della Travaini a Milano. E poi digitale in giugno per tutti qui e su Academia edu, il tutto mentre il secondo numero e' quasi finito e penso che a settembre vedrà la luce ...più ricco ancora e completo con ben 12 autori lamonetiani e alcune chicche numismatiche ... Ringrazio già da ora i nuovi protagonisti del secondo numero, chi ha collaborato e reso possibile tutto ciò , chi ha creduto e chi ci sta credendo e in particolare @anto R col suo preziosissimo e importante lavoro ! Un ringraziamento particolare e dovuto anche a @eracle62e @Parpajola4 punti
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Grazie! Quello che dici é esattamente ciò che mi ha condotto all'acquisto. Ho pensato: se si é "accontentato" De Falco, allora posso "accontentarmi" anche io! Michele4 punti
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L' eta' del Ferro inizia tra il 1300 - 1200 a.C. ; sembra che il primo popolo ad usare il Ferro in campo militare fosse stato quello Ittita e questo nuovo metallo permise loro di diventare un popolo dominante in area orientale ed anche in Egitto . I Filistei affinarono in seguito la tecnica di lavorazione del metallo producendo armi piu' sofisticate e resistenti . Dove e come , gli antichi impararono a ricavare e produrre il Ferro dai suoi minerali terrestri rimane un mistero , tanto che molti studiosi ritengono che i primi arnesi ed armi in Ferro vennero prodotti da meteoriti metalliche che gli antichi trovarono a terra o videro cadere dal cielo , attribuendo loro un carattere sacro e magico , un dono degli dei . Tra questi arnesi e armi , spicca un reperto trovato nel 1925 nella tomba di Tutankhamon , esattamente un' arma di difesa offesa , un pugnale con fodero , che dalle analisi metallografiche eseguite risulterebbe essere stato ricavato da una meteorite metallica , questo per il motivo della alta presenza in percentuale del Nichel e del Cobalto , minerali tipici che accompagnano sempre il Ferro meteoritico di provenienza celeste . Questo l' estratto dell' articolo e in fondo il pugnale di Tutankhamon " Gli studiosi hanno da tempo discusso l'introduzione e la diffusione della metallurgia del ferro nelle diverse civiltà. L'uso sporadico di ferro è stato riportato nella zona del Mediterraneo orientale dal periodo neolitico fino all'età del bronzo. Nonostante la rara esistenza di ferro fuso, è generalmente ipotizzato che gli oggetti di ferro precoce sono stati prodotti da ferro meteorico. Tuttavia, i metodi di lavorazione del metallo, il suo utilizzo e la diffusione sono questioni controverse compromesse dalla mancanza di analisi dettagliate. Dalla sua scoperta nel 1925, l'origine meteoritica della lama di pugnale di ferro dal sarcofago dell'antico Re egiziano Tutankhamon (XIV sec. AC) è stata oggetto di dibattito e le analisi precedenti hanno dato risultati controversi. Mostriamo che la composizione della lama e' costituita di Ferro poco meno del 90% , più il 10,8% in peso di Nichel e 0,58% in peso Cobalto , accuratamente determinata mediante spettrometria a fluorescenza a raggi X portatile, cio' sostiene fortemente la sua origine meteoritica. In accordo con i recenti risultati dell'analisi metallografica di antichi manufatti in ferro di Gerzeh, il nostro studio conferma che gli antichi egizi attribuirono un grande valore al ferro meteorico per la produzione di oggetti preziosi. Inoltre, l'elevata qualità produttiva della lama pugnale di Tutankhamun, rispetto agli altri manufatti meteoritici a semplice forma, suggerisce una significativa padronanza della lavorazione del ferro nel tempo di Tutankhamon"3 punti
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Bisogna seguire le aste. Informarsi. Se chiedi:" Scusi quanto vale un 10 lire Biga di Vittorio Emanuele III del 1930?" Ti sentirai rispondere: " in che conservazione?" Il parametro che determina il prezzo di una moneta, sia rara che comune, è sempre lo stesso "domanda/offerta". Posso avere una moneta coniata in 10.000 pezzi e ci sono 100.000 persone che la cercano. Posso avere la stessa moneta ed è, invece, ricercata da 100 persone. Capisci che la quotazione sicuramente sarà diversa. Il grado di rarità "R" di una moneta è dato anche dalla sua conservazione. Se hai sfogliato qualche catalogo, avrai notato che, pur essendo davanti ad una moneta rara, i prezzi in base alla conservazione cambiano tantissimo da BB a SPL a FDC. Questo perchè nella sua rarità, è difficile trovarla nelle condizioni migliori. Il prezzo poi lo fa chi ha la moneta. Sta a noi decidere se il prezzo richiesto è congruo oppure troppo esoso. Nel corso degli anni ho rinunciato a tante monete perchè, a mio parere, la richiesta era troppo alta. Credo che non bisogna lasciarsi ammaliare dalla rarità di una moneta, ma piuttosto dalla moneta stessa. Questo è il mio pensiero.3 punti
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Mi gratifica fare parte di questo incredibile gruppo. Grazie a voi.2 punti
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Mah...anch'io a dire il vero non ci vedo tutti questi ritocchi. Qualche lettera forse, ma non eccessivamente. La foto in controluce non aiuta sulla patina ma almeno riesce a far apprezzare l'assenza di segni di pulitura sui campi. Quindi o son stati dei maghi del restauro oppure non è una moneta cosi' rifatta come si starebbe affermando. Tra l'altro, commercialmente, un lavoro di restauro di questo tipo e con questa qualità su una moneta con un valore venale così limitato non avrebbe nessun senso da un punto di vista economico.2 punti
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Ciao, come da regolamento le inserzioni di vendite non sono consentite nel forum e nemmeno l'inserimento di indirizzi email in pubblico (causa spam). Procedo quindi all'editing del messaggio. Visto poi che l'argomento della discussione esula completamente dal contesto numismatico, che si tratta di una discussione molto vecchia e che a suo tempo i dubbi e le curiosità degli scriventi erano stati esaurientemente affrontati procedo alla chiusura della stessa. Saluti Simone - Staff "Lamoneta.it"2 punti
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Caro Min ver continuo a credere che la moneta sia di conservazione bassa e non piacevole ma chi più di me guardando molto spesso alla rarità ( e portafoglio ) ha messo in collezione monete davvero brutte ? È logico che una moneta con una provenienza del genere ( appunto De Falco non ha fatto meglio ) merita assolutamente di stare in collezione. Se poi obiettivamente tralasciando per un momento l'importanza del testone qui discusso volessimo soffermarci sulla sua riuscita estetica credo fermamente che sia una delle monete meno riuscite della zecca papale di quel periodo. La mia ironia non è stata colta e d'altronde non è che dietro una tastiera se non si mettono le faccine simpatiche questo diventi sempre evidente. Il buon amico e collega papista Zuolo sa certamente che un testone del genere lo prenderei anch'io al volo, infatti ne parlammo prima della chiusura dell'asta trovandoci d'accordo sul fatto che doveva cercare di prenderla assolutamente. Così è stato. Cordiali saluti.2 punti
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Già nel 1715, lo Scilla definiva questo testone di Avignone "rarissimo".2 punti
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La Rivoluzione francese e l'annessione da parte della Francia La sovranità papale sul Contado Venassino ebbe fine, dopo lunghi secoli, solo con la Rivoluzione francese. Già dal 1785 si erano registrate tensioni riformistiche e, quando nel 1789 scoppiò la rivoluzione, come in Francia venne chiesto al papa Pio VI di convocare gli Stati Generali del Contado, che si erano riuniti per l'ultima volta nel 1596. Superata l'iniziale resistenza del papa, la riunione ebbe luogo nell'aprile 1790 e sancì alcune misure di stampo repubblicano (uguaglianza fiscale, abolizione dei privilegi di classe, riforme giudiziarie). Tuttavia, quando la vicina Avignone insistette per passare insieme al Regno di Francia, venne rinnovato il giuramento di fedeltà al papa e venne accolto il vicelegato di Avignone, scacciato dalla sua città. Si giunse allo scontro armato con Avignone, che fu interrotto dall'intervento delle truppe francesi. Nel 1791, per mezzo di un plebiscito non autorizzato dal papa, gli abitanti votarono a favore dell'annessione alla Francia. Dal 1793 l'ex Contado Venassino forma, assieme ai territori di Avignone e Orange, il dipartimento della Vaucluse. La Santa Sede dal canto suo non riconobbe formalmente il risultato del plebiscito sino al 1814 e quando il Congresso di Vienna restaurò lo Stato Pontificio in seguito alla parentesi napoleonica il papa protestò vivamente per la mancata restituzione della sua enclave provenzale.2 punti
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Parte 6 Nel 1348 Clemente VI compra con 80.000 scudi d’oro dalla Regina Giovanna di Napoli l’intera città di Avignone, che rimarrà proprietà dei Papi fino al 1791, all’epoca della Rivoluzione Francese. I Papi arricchiscono la città di un meraviglioso palazzo, fiancheggiato da grosse torri, poco distante dal vecchio ponte Saint-Benezet, del XII secolo, sul fiume Rodano; un palazzo dalle mura alte, possenti, invalicabili, più simile ad una fortezza. Tutti i Cardinali e i prelati si trasferiscono nella città provenzale, e Roma sprofonda nella povertà. Per quasi settant’anni, dal 1309 al 1377, Roma resterà senza il Papa. Molti fedeli – scrittori, filosofi, poeti – invocano il Papa perché porti di nuovo la sede a Roma, ma chi sarà destinato a svolgere un ruolo essenziale in questo senso è una povera ragazza di Siena che oggi tutto il mondo cattolico venera: Santa Caterina! Infatti Nel 1375 la repubblica di Firenze, che era in conflitto con la Santa Sede per aver aderito a una politica antipapale e per questo era stata colpita da interdetto, si trovava in forti difficoltà economiche. Caterina da Siena fu incaricata di fare da mediatrice di pace. Il 18 giugno 1376 Caterina giunse ad Avignone. La religiosa fu ricevuta dal Papa con il quale intratteneva una fitta corrispondenza e che lei chiamava il “dolce Cristo in terra”. Il 13 settembre papa Gregorio XI varcò il ponte sul Rodano e lasciò Avignone alla volta di Roma. Una volta arrivato a Marsiglia il Pontefice proseguì il viaggio per nave, facendo scalo a Genova. Lì fu messo in crisi dalla notizia dei disordini scoppiati a Roma e delle disfatte delle truppe pontificie per opera dei fiorentini. La maggioranza dei cardinali insisteva per tornare indietro. In questo clima di incertezza, si narra che fu Caterina a rassicurare il Papa che la volontà divina lo chiamava a Roma e che Cristo lo avrebbe protetto, facendogli riprendere il viaggio.2 punti
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Parte 3 L'ostacolo più duro, Bonifacio VIII lo trovò in Francia, dove il re Filippo IV il Bello, nella sua azione di unificazione dello Stato e l'affermazione della propria autorità sottomise a tassazione anche il clero, sottomettendolo in materia di giustizia ai tribunali regi anzichè a quelli ecclesiastici. Questi provvedimenti erano in contrasto con i privilegi di immunità dei quali il clero godeva in tutti i paesi cattolici. Il papa dimostrò nei confronti del re una grande pazienza, limitandosi a riprenderlo verbalmente, ma Filippo IV riunì gli Stati Generali, inducendoli ad una dichiarazione nella quale essi sostenevano che l'autorità regia veniva direttamente da Dio e quindi il papa non aveva il potere per scomunicare un re. Bonifacio VIII rispose a Filippo IV con la bolla Unam Sanctam, nella quale egli affermava nuovamente la supremazia del papa sui sovrani della terra. A questo punto il re francese inviò in Italia il suo cancelliere Guillame de Nogaret con una scorta armata della quale faceva parte anche Sciarra Colonna. Entrato con l'inganno nella rocca papale di Anagni, il Nogaret catturò Bonifacio VIII. In quell'occasione, Sciarra Colonna colpì con uno schiaffo al viso l'anziano pontefice. Circa un mese dopo questi eventi, il papa morì. Il suo scontro con il re di Francia, mostrò l'indebolimento del Papato nei confronti della nuova realtà rappresentata da uno Stato nazionale che stava sorgendo in Europa.2 punti
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Parte 2 La sconfitta degli Hohenstaufen in Italia, rappresentò una grande vittoria per il Papato, ma ben presto l'espansionismo di Carlo d'Angiò e l'anarchia imperversante nella penisola, finirono con l'indebolire nuovamente le posizioni pontificie. Per risolvere i gravi problemi che travagliavano la Chiesa e dirimere le contese che vedevano coinvolti i nobili laziali, i cardinali riuniti in conclave, elessero come nuovo papa Pietro da Morrone, che assunse il nome di Celestino V. Questi, privo della necessaria esperienza politica, non si sentì pronto ad assumersi una tale responsabilità, rinunciò alla carica e tornò al suo romitaggio. Gli successe Bonifacio VIII, discendente dalla nobile famiglia di baroni laziali dei Caetani. Uomo di grande energia, volle ristabilire la supremazia del Papato sui regnanti europei e l'autorità della Chiesa sulle diverse popolazioni. Fece perseguitare le eresie e condannò i francescani spirituali, tra i quali spiccava il nome del poeta Jacopone da Todi. Per porre fine all'anarchia baronale nel Lazio, non esitò a combattere contro la potente famiglia dei Colonna, assediandone la rocca di Palestrina. Le truppe pontificie abilmente comandate da Guido da Montefeltro vi entrarono vittoriose costringendo alla fuga il comandante avversario Sciarra Colonna. Questi, riuscì a sfuggire alla cattura calandosi dalle mura della fortezza e fuggendo poi verso il mare, dove venne catturato dai pirati saraceni, che per quattro anni lo misero a remare sulle proprie navi. Riuscito ad evadere, Sciarra Colonna trovò asilo in Francia.2 punti
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Quell'anziano collezionista mi aveva avvisato di non pulire mai le monete e in particolare le 10 lire perchè l'italma è pericolosissimo e può dare delle reazioni anomale, ma io non gli ho creduto ed ecco il risultato! Saluti Simone1 punto
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In una recente asta ho notato questo mezzo Baiocco di Sede Vacante classificato erroneamente Munt. 29; analizzando questo conio ho scoperto che non solo è un abbinamento inedito Dritto/Rovescio (ghirlanda destrorsa), ma addirittura è un Dritto non censito dal Muntoni neppure per la combinazione Dritto/Rovescio (in cartella). Durante la mia ricerca delle Sedi Vacanti "credevo" di aver individuato tutti i tipi di coni del Dritto, molto simile al Munt. 27 per la sagoma dello stemma, la legenda "alta" e sopratutto per i cordoni che scendono dal galero all'impugnatura delle chiavi, però questo conio ha 4 fiocchi anzichè 5 !!! Non entro in merito alle possibili combinazioni con le varianti del Rovescio perchè diventerebbe una discussione troppo dispersiva, di certo il 1740 per la monetazione di Sede Vacante è stato un anno dove si sono "sfogati" nel creare varianti di conio, dagli Zecchini ai nominali più piccoli......... A corredo di quanto detto allego tutti gli altri conii di Dritto; come sempre sono graditi commenti/osservazioni/integrazioni in merito DARECTASAPERE1 punto
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Oggi mi sono fatto un regalino (hem, anche qualcuno in più :-D). Signore e signori ecco a voi il mio nuovo Massenzio! Il venditore diceva: Date: C, 308-310 AD Rev: CONSERV VRB SVAE, Roma seated facing on throne, head left, holding globe and scepter; all within hexastyle temple decorated with knobs as acroteria and empty pediment; TT in ex Size: 25 mm Weight: 6.31g Ref: RIC VI 100 Condition: Dark patina with clear detail Ma credo abbiano scazzato, perché dovrebbe essere una RIC 101. Che ne dite? Ciao! TWF1 punto
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E' lo stesso esemplare presentato pochi giorni prima da @Brios nella discussione in collegamento https://www.lamoneta.it/topic/159287-francesco-i-deste-scudo/ Di seguito la scheda presente nel catalogo on-line https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFRI/32 Queste emissioni non vennero curate direttamente dai gestori della zecca di Modena ma vennero prodotte su specifica concessione del duca Francesco I a operatori privati con il vincolo di esportare queste monete nei territori del levante e nelle terre riformate (produrre moneta calante destinata ai territori riformati non era infatti considerato reato). In particolare gli scudo da 28 bolognini vennero prodotti su cconcessione del 25 aprile 1649 rilasciata a Carlo Maria Frescobaldi e fra il 1653 e il 1656 su concessione rilasciata a David Tentori e Israele Serpilli. un saluto Mario1 punto
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@Asclepia,Nonostante spesso possa risultare inutile e qualche volta ha addirittura incominciato discussioni tra te e altri utenti, trovo che sia molto gentile da parte tua insistere per poter valutare al meglio monete altrui.1 punto
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conservazione con·ser·va·zió·ne/ sostantivo femminile 1. Mantenimento in stato di efficienza, in condizione di essere utilizzato. "la c. degli alimenti" Lo stato di conservazione di una moneta o di una banconota è indice delle condizioni di una moneta e influisce fortemente sul suo valore e collezionabilità. @sixtus78 scusa se sono stato un po' pignolo , concordo pienamente con il resto delle cose che hai scritto.1 punto
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Ciao @Asclepia, è la mezza piastra 1792 "orecchio coperto" e stemma al rovescio piu' stretto.....ritenuta piu' rara rispetto all'altra 1792 con l' orecchio scoperto. Bella moneta. SalutI, Rocco.1 punto
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Krishna Raja Woodeyar (1799-1868) 20 Cash https://it.wikipedia.org/wiki/Krishnaraja_Wodeyar_III1 punto
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Prezioso ed importante il mio lavoro? Senza "materie prime" non si fa nulla! Grazie a tutti gli Autori e a tutti coloro che ci danno fiducia, senza ovviamente dimenticare il nocciolo duro cordusiano E ovviamente grazie a Mario @dabbene che è sempre gentilissimo Antonio1 punto
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premetto che non sono un esperto di bulino ritocchi & Co. conosco (di fama e per aver acquistato) il venditore (se ho indovinato lo stile della foto). Ho preso diverse monete da lui. Perlopiù imitative dallo scarso valore economico. La patina nera è un po' una costante di molti pezzi che vende. A mio avviso queste monete sono principalmente oggetto di pulzia e, in taluni casi, di parziale o totale ripatinatura. È un po' uno stile di preparare la moneta che riscontro principalmente in UK (da dove proviene il venditore). Ma non mi sembra di vedere ritocchi particolari. Se presenti, sarebbe istruttivo indicarli magari evidenziando la foto.1 punto
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Moneta interessante, di cui segnalo anche io la mia non conoscenza. Ho in archivio solo immagini di altre tipologie di giuli romani di questo pontefice, con S. Paolo in piedi o seduto ma rivolto a sx. Ciao, RCAMIL.1 punto
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Ciao Rocco, se non lo avete già fatto, credo che tu e @Asclepia troverete interessante leggere tutta questa discussione che scrisse tempo fa un Signor Collezionista del nostro forum. Vi linko solo un messaggio, ma si legge che è un piacere in men che non si dica1 punto
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Mi devo correggere : quando parlo di moneta brutta intendo lo stile del ritratto del povero Gregorio che forse bello non era ma qui certamente viene rappresentato al peggio. Per moneta in bassa conservazione non intendo usurata da circolazione ma nata così. Non è MB ma un buon BB pienamente godibile a cui se poi aggiungiamo rarità e provenienza arriviamo ad un testone che rappresenta un ottimo acquisto per il nuovo proprietario.1 punto
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No, niente corrosione. Il bordo è nato così: si tratta di un tondello di 2° classe (secondo Gigante). Secondo alcune correnti di pensiero il bordo influisce poco sul giudizio di conservazione a patto che eventuali danni (graffi, tagli, colpi, ecc.) si limitino ad esso e non invadano il campo...1 punto
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Buondì, Credo sia un vittoriato della Roma repubblicana coniato tra la fine del III e la prima metà del II secolo a.C., un po' sottopeso, ma non mi intendo molto di quella monetazione per un'identificazione certa e specifica. Sotto la vittoria che incorona il trofeo d'armi dovrebbe leggersi Roma.1 punto
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Vedo solo ora questa discussione Anch'io ho un 10 lire particolare... una volta era in fior di mouse attualmente è piuttosto usurata e ne porta i segni, quasi 10 anni a strofinarci sopra! Però se notate ha sviluppato una patina bluastra invidiabile! (tappetino gommoso per pc del 2008 da 5 mm di spessore e 28 cm di diametro)1 punto
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So, the complete lettering on the smaller cap should be (which can be translated in PRODUCED BY THE SPETIARIA S. MARCO). This lettering is similar as that on the cap shown by Ulrich at post # 179 ‘EX.OFFICINNA.SANTO.MARCO’.1 punto
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lo credo anch'io, infatti fino all'ultimo ero deciso ad offrire visto il prezzo scontato rispetto alla NAC. avrebbe fatto una bella coppia con la mezza piastra di Avignone del 1642 ex Gnecchi. poi ho visto una moneta piemontese per la quale occorre raccogliere le forze.1 punto
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Ti rinnovo i complimenti per il tuo gusto numismatico, e la sapiente scelta dei pezzi della tua collezione di testoni. È sempre un autentico piacere leggerti! fabrizio1 punto
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Oltre che rarissima io sono in totale disaccordo con chi ha definito questa moneta di "brutta conservazione". Presenta colpi è vero ma i rilievi sono di tutto rispetto, leggibili, e l'esemplare e' scevro di fratture di conio del tondello ed è di bel modulo largo. Sfido chiunque a tirarne fuori una migliore. Congratulazioni Zuolo, davvero una acquisizione di cui essere orgogliosi!1 punto
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Il periodo papale All'epoca di papa Clemente V il territorio venassino venne elevato a contea (Comtat), mentre nel 1348 papa Clemente VI acquistò dalla contessa Giovanna di Provenza la città di Avignone, che fino ad allora era circondata da possedimenti papali. Avignone e il Contado Venassino formarono da quel momento l'enclave papale in Francia e furono amministrati la prima da un vicelegato papale e il secondo da un rettore. Nel 1593 Achille Ginnasi (1553-1594), di Castel Bolognese fu nominato governatore del Contado Venassino da papa Clemente VIII. In entrambi i territori dell'enclave gli abitanti erano esentati dalle tasse e dal servizio militare, e quindi godevano di grandi privilegi in confronto ai vicini sudditi del Regno di Francia. Nei secoli successivi i re di Francia tentarono più volte di annettere la regione in occasione di divergenze con la Santa Sede, e il Comtat fu invaso dalle truppe francesi nel 1663, 1668, 1768 e 1774. Durante il regno di Luigi XIV e Luigi XV fu anche soggetto a limitazioni commerciali e doganali: nel 1734 il re di Francia proibì agli abitanti del Contado Venassino di coltivare il tabacco e di produrre stoffe di seta stampata.1 punto
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Gli antefatti storici, la “Cattività Avignonese” e la storia del papato ad Avignone. Parte 1 Manfredi di Hohenstaufen (1232-1266), principe di Taranto, figlio naturale di Federico II, alla morte del padre (1250) divenne reggente sul trono di Sicilia per il fratellastro Corrado IV, che si trovava in Germania. La sua reggenza fu osteggiata da papa Innocenzo IV, che aveva scomunicato Federico II e si era battuto per l'affermazione del potere temporale della Chiesa sull'impero. Alla morte di Corrado, nel 1254, Manfredi accettò la reggenza della Sicilia per il nipote Corradino, ma il nuovo pontefice Alessandro IV lo scomunicò e Manfredi, dalla Puglia, con l'aiuto di truppe saracene, dichiarò guerra al papa. Nel 1257 sconfisse l'esercito del papa e il 10 agosto 1258, dopo aver diffuso la falsa notizia che Corradino era morto, fu incoronato a Palermo re di Sicilia (1258-1266). Insediatosi sul trono proseguì la politica del padre e cercò di tessere alleanze prendendo posizione all'interno di ogni faida cittadina o nobiliare. Dopo essere stato scomunicato da papa Alessandro IV una seconda volta, si schierò in Toscana con i ghibellini e prese parte alla battaglia di Montaperti (1260) che si concluse con una grave sconfitta per i guelfi. Per rafforzare la propria posizione combinò il matrimonio tra la figlia Costanza e l'infante Pietro d'Aragona. La scomunica gli fu rinnovata dal nuovo papa, Urbano IV, il quale si appellò al conte Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, e forte del suo sostegno bandì una crociata contro Manfredi. Il conte scese in Italia e nella battaglia di Benevento (1266) Manfredi fu sconfitto e ucciso.1 punto
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E' della Tunisia, 1 Fals del e.H. 1196 ١١٩٦ (a.D. 1782) la trovi in questo link: https://en.numista.com/catalogue/pieces42262.html (quella raffigurata a destra per il confronto è del 1191) __ __1 punto
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@El Chupacabra SPL- serebbe un qSPL? Diciamo condivisibile, soprattutto perché il perito l'ha potuta visionare in mano e noi vediamo una foto. Ti posto il mio esemplare del quale vado molto fiero, trovato dopo una lunga ricerca. Saluti Marfir1 punto
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Ottimo pensiero, bravo!! Il miglior investimento è sapere di consegnare la collezione in buone mani.....1 punto
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Ricevuto : Medieval European Coinage Volume: 8 Britain and Ireland c. 400- 1066 – Rory Naismith, University of Cambridge 20171 punto
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Iniziative importanti queste di diffusione della Numismatica nelle scuole da continuare dove possibile e discussione significativa questa per i vari interventi che ha avuto. Direi che il libro " La Numismatica che avventura " e' un utile corollario a iniziative virtuose come queste. E fa piacere ricordare che il libro voluto fortemente dalla Nip per i giovani sia nato ispirandosi alla locandina e all'evento dei giovani fatto da Lamoneta a Parma. Non irrilevante il fatto che i due giovani testimonial e autori frequintino Lamoneta stessa e siano stati protagonisti della prima giornata di Parma. Fa piacere in fondo vedere in tutto questo molto anche di Lamoneta che cerca di smuovere il circolo virtuoso della divulgazione della Numismatica tra i giovani, ma in fondo poi per tutti.1 punto
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Carissima @monbalda, un caro saluto intanto e spero tutto bene, il tuo augurio, e' indubbiamente l'augurio di molti, di tanti per fortuna, credo da quel che vedo che ci siano tanti segnali positivi che vanno nella direzione di un interesse crescente e di nuove passioni verso la Numismatica, anche noi semplici appassionati stiamo muovendoci, tra l'altro ci piacerebbe farti avere lo sforzo umile divulgativo del nostro Gazzettino, un piccolo seme divulgativo anch'esso per tutti, io credo personalmente, tranne qualche rara eccezione che purtroppo c'e', che ci siano tanti fermenti, idee, iniziative importanti , credo in uno sviluppo e in una maggiore cognizione della nostra Numismatica da parte di tanti e quindi tutte queste iniziative non possono che essere importanti e ottimi testimonial divulgativi e di allargamento del sapere, un caro saluto, Mario1 punto
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Carissimi, volevo condividere con voi la mia recente visita la museo Nazionale delle Terme di Diocleziano, dove sono stato particolarmente attratto da diversi pezzi raffiguranti il dio Mitra che voglio qui presentarvi. Il culto mitraico Mitra è una divinità iranica: il suo nome significa “contratto, amicizia” e, nel contesto di origine, il dio era venerato come garante solare della stabilità sociale e del potere regale. Nel mondo romano il mitraismo compare nella seconda metà del I secolo d.C. Il culto assume caratteristiche differenti, divenendo riservato a iniziati di sesso maschile, prevalentemente militari. Secondo la mitologia mitraica, il dio nasce da una pietra, armato di un coltello e di una torcia, con il tipico berretto frigio. Dopo uno scontro vittorioso con il Sole, Mitra ottiene la corona radiata. L’episodio centra del mito è la tauroctonia, l’uccisione del toro, raffigurata in tutti i suoi luoghi di culto. Mitra afferra l’animale dalle narici e affonda il coltello nel suo fianco alla presenza di un corvo e di un cane che ne lambisce le ferite, accanto a un serpente; uno scorpione attanaglia i genitali del toro dalla cui coda spuntano spighe di grano. Secondo alcuni storici, il culto di Mitra potrebbe simboleggiare la forza del Sole all'uscita dell'equinozio di primavera dalla costellazione del Toro verso la costellazione dell'Ariete, avvenuta nel XIX secolo a.C. La morte del toro genera la vita e la fecondità dell'universo, il quale essendo pure il segno di Venere, mostra come l'astro con la sua energia, rigenera la natura. In effetti, in molte rappresentazioni della tauroctonia, la scena comprende anche i simboli del Sole, della Luna, dei sette pianeti, delle costellazioni zodiacali, dei venti e delle stagioni. Il culto si svolgeva nei mitrei, ambienti solitamente sotterranei a pianta rettangolare absidata, con lunghe panche ai lati dove gli iniziati sedevano durante il banchetto rituale a base di pane e vino. Nell’abside era l’altare del dio, con la scena della tauroctonia. Il culto misterico prevedeva sette gradi di iniziazione: Corax, il Corvo, Cryphius o Nymphius, l’Occulto o lo Sposo, Miles, il Soldato, Leo, il Leone, Perses, il Persiano, Heliodromus, il Messaggero solare, e il più alto, Pater, il Padre. Santo Stefano Rotondo. Il mitreo si trova sotto il pavimento della chiesa di S. Stefano Rotondo, ed è stato rinvenuto durante recenti scavi e l’’edificio era probabilmente collegato con la vicina caserma degli eserciti provinciali (Castra Peregrina). Il mitreo, databile al II secolo d.C., è costituito da un ambiente rettangolare con due banconi ai lati e un’edicola sul fondo. Probabilmente all’inizio del III secolo d.C. l’edificio fu ingrandito e fu realizzata un’edicola più ampia. Le pareti sono decorate da affreschi; tra questi spicca quello con la personificazione della Luna, appartenente alla prima fase dell’edificio. Rinvenuto nella chiesa è il grande rilievo marmoreo databile intorno alla fine del III secolo d.C. rappresenta una scena di tauroctonia sotto la volta celeste ed era originariamente nel Castra Peregrina. Il rilievo che presenta ancora tracce di colore originale e di doratura, doveva sostituire un rilievo precedente in stucco.1 punto
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Medaglia abbastanza rara e molto bella. Al di sotto della doratura non intravedo segni di usura. Anche io ho in collezione un esemplare in bronzo dorato. Ciò mi fa pensare che fin dall'origine vi sia stata una tiratura in bronzo con doratura.1 punto
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No, tutti sono stati colpiti a Manila. Le prime monete furono coniate da un abito privato, Frank e Company, ma più tardi la produzione della monetazione di Culion passò alla zecca di filiale degli Stati Uniti che ha aperto a Manila nel 1920. E solo per divertimento, ecco un altro veterano di casella di posta indesiderata, da circa un mese fa: un 1926m 5-centavo, da quando ancora erano molto vicini nelle dimensioni al pezzo 5-cent americano. v. ------------------------------------------------------------ ------------------------------------------------------------ No, all were struck in Manila. The early coins were struck by a private outfit, Frank and Company, but production of Culion’s coinage was later switched to the U.S. branch mint that opened in Manila in 1920. And just for fun, here’s another junk-box veteran, from about a month ago: a 1926m 5-centavo, from when they were still very close in size to the American 5-cent piece. v.1 punto
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