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  1. Martin_Zilli

    Martin_Zilli

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/09/17 in tutte le aree

  1. Buona serata Mi riallaccio alla discussione circa l'emissione, da parte della Serenissima, di monete in metalli diversi dallo standard. E' il caso del bagattino per la città di Padova, coniato sotto il dogato di Leonardo Loredan (02/10/1501 – 21/06/1521) e che riprende le impronte di quello emesso sotto il dogato del suo predecessore, Agostino Barbarigo (30/08/1486 – 20/09/1501). Bagattino per Padova – Agostino Barbarigo Metallo: Rame – diam. mm. 18/19 – peso gr. 1,20/2,07 D: + AVG ° BARBADICO ° DVX ; croce patente accantonata da 4 bisanti ed altrettanti alle estremità della croce, il tutto in un cerchio. R: ° SANCTVS ° MARCVS ° VENETI °; leone alato e nimbato a destra tiene con le zampe anteriori il vessillo; fra le zampe le iniziali dei massari. Le sigle dei massari sono più d'una e variamente intervallate da bisanti; esistono altresì esemplari privi di iniziali. Ebbene quello a mie mani, regalatomi di un Amico, è difforme dal precedente perché coniato in ottone ed ha le seguenti caratteristiche Bagattino per Padova – Leonardo Loredan Metallo: Ottone – diam. mm. 18,7 – peso gr. 1,24 D: ° LE ° LAVREDAN ° DVX ; croce patente accantonata da 4 bisanti ed altrettanti alle estremità della croce, il tutto in un cerchio. R: ° SANCTV S ° MARCV S VENETI °; leone alato e nimbato a destra tiene con le zampe anteriori il vessillo; fra le zampe le iniziali del massaro ° c K °. Questa tipologia di bagattino non viene citata nel volume del Montenegro, né in quello del Paolucci e nemmeno nel Papadopoli; è citato come variante 63 alla pag. 210 del CNI (e c'è pure nella tavola VIII il disegno con sotto specificato OTT) . C'è un ma …. non è censito quello con le iniziali del massaro ° c K °, ma solamente con le iniziali ° A ° M ° Alvise Miani, che assunse la carica in data 24/11/1503. Il CK dovrebbe corrispondere a Cristoforo da Canal, che assunse la carica il 12/11/1487 e che siglò i bagattini per Padova sotto il dogato di Agostino Barbarigo. Lo stesso massaro, sempre con le iniziali C K , assunse nuovamente la carica il 6/6/1498, sempre sotto il dogato del Barbarigo, dopo di che "sparisce" dall'elenco dei massari compilati dal Montenegro. Il Loredan diventa doge il 2/10/1501 ed è chiaro che il Cristoforo da Canal, sebbene non più citato, lavorava ancora come massaro in zecca sotto il doge Loredan. Probabile che manchi nell'elenco perché non è stata trovata la terminazione con la quale è stato nominato anche sotto il doge Loredan, o forse ha lavorato a cavallo di entrambi i dogati e per un periodo considerevole, ma la sua presenza è dimostrata dalla presente moneta. Uno dei tanti "scherzi" veneziani ..... saluti luciano Le due monete citate che - stranamente - non mi ha riportato
    4 punti
  2. Carissimi Lamonetiani, ormai anche i sassi sanno che il 500 Lire "prova" del 1957 è conosciuto per la polemica nata attorno alla disposizione delle bandierine "controvento" e che a nulla valse la conoscenza di Guido Veroi (l'autore delle tre caravelle che era laureato in ingegneria con una tesi sviluppata proprio in costruzioni marittime) ad affermare che la disposizione era corretta poiché le tre navicelle stavano navigando "di bolina". Alla fine lo stesso fu costretto, in fretta e furia (la polemica era sorta nel dicembre del '57 ed ormai si era nel 1958 e bisognava preparare la nuova coniazione per la circolazione), a rifare il conio in modo che le caravelle, girate a destra le bandierine, potessero navigare di "gran lasco". Per fortuna nessuno sollevò una polemica sulle vele che, a questo punto, avrebbero dovuto essere viste di profilo in linea con la nuova disposizione delle bandierine (o meglio: in linea con la navigazione di "gran lasco"). Ma forse non tutti sanno che anche il D/, cioè il lato dove vi è la dama rinascimentale col profilo della moglie del capo incisore della zecca Pietro Giampaoli (Letizia Savonitto) fu rifatto. Tutta l'attenzione cade sempre sul R/ ed è assai raro che si spenda qualche riga per il D/, offuscato dalla ben più famosa "querelle" sulla direzione delle bandierine. Se osservate una foto del 500 Lire 1957 con un qualsiasi D/ dei 500 Lire degli anni seguenti, vedrete che vi sono differenze. La più vistosa è lo spostamento di uno degli stemmi che circondano il profilo femminile. Come potete evincere dalla figura quivi inserita, lo stemma di Napoli è stato riposizionato tra L'Aquila e Bari. Perché? Ebbene, per rispettare una sorta di criterio geografico. Infatti, dal basso a sinistra procedendo in senso orario, si descrive un "cammino che, partendo da Genova (la città natale di Cristoforo Colombo che comandò le tre caravelle alla scoperta dell'America: ecco il collegamento con l'altra faccia della moneta...), descrive un arco nell'Italia settentrionale per poi discendere lungo l'Appennino e concludere con le due isole maggiori. E' ben evidente che, Napoli nell'esemplare del 1957, per dov'era posto, alterasse questo percorso "quasi circolare" (non vanno considerati i due stemmi seminascosti che vengono ipotizzati secondo logica).
    3 punti
  3. Ciao @apollonia questa è per te. tanto per parlare di capolavori guardate questa tetra di Alessandro e in particolare il profilo di Alessandro di quanto è stato cesellato, sembra un tuttotondo Silvio
    3 punti
  4. Autentica. Sia la tua che l'altra postata. Guardate ad esempio in quest'ultima anche la doppia battitura della "I" di PIETAS e della "T" di "AVGVSTAE".
    3 punti
  5. Quell'anziano collezionista mi aveva avvisato di non pulire mai le monete e in particolare le 10 lire perchè l'italma è pericolosissimo e può dare delle reazioni anomale, ma io non gli ho creduto ed ecco il risultato! Saluti Simone
    2 punti
  6. Ma ancora con 'sta storia dell'investimento? Che fastidio...
    2 punti
  7. @mfalier aggiungi a pranzo anche gpittini grazie
    2 punti
  8. In realtà l’attribuzione del santo a sinistra nella Pala di Castelfranco di Giorgione presente nella cappella Costanzo del duomo di Santa Maria Assunta e San Liberale a Castelfranco nel corso dei secoli ha avuto non pochi problemi. Il Ridolfi, nel 1648, scriveva “Dipinse poi a’ Tutio Costanzo, condottiere d’huomini d’armi, la tavola di nostra Donna con nostro Signore Bambinetto per la Parrocchiale di Castelfranco, nel destro lato (rispetto alla Madonna) fece San Giorgio …”, forse per l’aspetto molto simile al modo in cui si rappresentava San Giorgio in armatura. Tuzio Costanzo, messinese, era un guerriero celeberrimo, giunto in Veneto verso il 1488, fu al servizio di Caterina Corner a Cipro e fu come i più famosi Gattamelata e Colleoni un mercenario per la Repubblica veneziana. Suo figlio Matteo, morto a soli 23 anni nel 1499 in battaglia, era la causa per cui Tuzio volle acquistare e far decorare la cappella del duomo di Castelfranco per potergli dare sepoltura. La pala fu commissionata a Giorgione da Tuzio stesso, coinvolgendo (evidentemente aveva molte possibilità economiche per il suo mestiere di cavaliere) anche altri artisti tra cui il famosissimo scultore e architetto di origine levantina Pirgoteles. Il quadro rappresenta sulla sinistra un santo in armatura che è stato oggetto di svariate interpretazioni: San Giorgio, appunto, San Liberale (titolare del duomo della città), san Floriano e solo in ultimo, negli anni ’70 del 900, grazie al lavoro della Anderson, San Nicasio. Sulla base di molte ricerche archivistiche pare che sia proprio quest’ultimo il soggetto rappresentato, in quanto di origine messinese come Tuzio, e perché fu come quest’ultimo cavaliere di San Giovanni di cui regge il vessillo che non ha alcun collegamento invece con gli altri santi ipotizzati. Quindi non San Giorgio (di cui peraltro non riporta nessun collegamento se non l’armatura che però è comune nell’agiografia di molti altri santi), e nemmeno, forse San Liberale (in questo caso l’abbaglio potrebbe essere stato dovuto dall’intitolazione della chiesa). La storia di questa cappella, che ha un fascino davvero fuori dal tempo e che suggerisco a tutti di visitare almeno una volta nella vita, rappresenta in modo esemplare il rapporto che Venezia aveva con i suoi “benefattori” – tra cui ovviamente anche i guerrieri più o meno mercenari – ai quali concedeva spazi per le sepolture loro e dei loro parenti (previo pagamento si intende, come capitava ai Frari o a San Zanipolo nella città lagunare). Con il coinvolgimento spesso impagabile di autori di primissimo piano. a meraviglia della cappella Costanzo, miracolosamente rimasta identica oggi dopo 5 secoli, sta lì a testimoniarlo.
    2 punti
  9. Pensieri in libertà... Buonasera a tutti,dopo aver letto l'interessantissimo lavoro di Franco Comoglio sono stato assalito da una serie di domande,poi il buon @Poemenius con il suo rimando ad una vecchia discussione mi ha fatto notare che molte di queste domande le aveva già elaborate aggiungendovi una ipotesi di percorso(la strada Regina) che corrobora la teoria del Comoglio,un paio però mi sono restate in testa,per esempio:il fatto che queste monete, coniate a nome di Liutprando,siano di peso calante rispetto alle classiche liutprandee dovrebbe essere un indice cronologico vero? Oltretutto sarebbe interessante conoscerne il titolo di fino contenuto perché mi sembrano(a parte quelle della NAC 93 ,ma delle foto dei cataloghi mi fido poco) un po' palliducce .Mi spiego meglio:se noi consideriamo questa tipologia piuttosto tarda rispetto ai tremissi "nazionali" forse è dovuto al fatto che queste zecche già monetavano al tempo di Liutprando e hanno continuato a farlo anche a cavallo dei regni di Ratchis,Astolfo e Desiderio,forti del loro isolamento e lontananza dal potere regio che probabilmente le tollerava o comunque non riusciva a rastrellare più di tanto le loro emissioni che cosi restavano protette dalle varie riforme che intanto andavano succedendosi,ma forse più che l'autorità regale poté il mercato che costrinse queste zecche ad adeguare il loro fino ed il loro peso alle monete"cattive"che intanto venivano emesse dal potete centrale,quello che vorrei proporre è che forse le si potrebbe collocare a cavallo tra la fine del regno logobardo e i primi anni del regno di Carlo rex longobardorum.Magari l'ottimo @giollo2,che sicuramente ne ha viste più di me,può confermare o smentire il presunto pallore dei tremissi in questione. Così questi"vescovati",possiamo ormai definirli tali,che si trovarono ad essere splendidamente isolati,tollerati da franchi e longobardi,continuarono ad utilizzare come modello i vecchi conii liutprandei cui apportarono solamente l'aggiunta del nome del vescovo oltre a subire una degenerazione stilistica fisiologica?. L'altra domanda è di tipo onomastico: vediamo che i nomi di questi vescovi sono sia latini che germanici,come dobbiamo considerarli? Come espressione di esponenti romanzi ai vertici delle diocesi longobarde?oppure come il risultato della massiccia politica filocattolica dei regnanti,da teodolinda in poi,che probabilmente vide molti longobardi battezzare i propri figli con nomi latini,dandoci cosi la testimonianza dell'avvenuta conversione dalla fede ariana a quella nicea? Saluti. ADELCHI.
    2 punti
  10. Certo che sì, molto volentieri, o venendo al meeting point sabato prima del pranzo o fermando venerdì pomeriggio o sabato mattina un poveretto ? che si trascina dietro un grosso trolley, da anni il trolley di Verona a seconda delle varie iniziative ...
    2 punti
  11. Bello veramente. Sono del parere che sia una prova, che come già dismostrato in più occasioni, hanno circolato (vedasi i bagattini dei 2 metalli). Sebbene l'ottone non sia mai stato usato nella coniazione continua, è stato ampiamente usato nelle prove. Nulla di strano che abbiano affidato al Da Canal di sovrintendere a tale creazione.
    2 punti
  12. se volete...come al solito...potete darvi appuntamento al nostro stand.... sara' un piacere salutarvi tutti...Inserire altri media
    2 punti
  13. Avevo puntato anche io a questo 3 grana, poi sono aumentate le offerte e ho lasciato stare......se mi dispiace? No, non ci ho lasciato " nu piezz e core" come @Asclepia. Come ben sapete avevo smesso di collezionare da parecchio, solo dopo essermi iscritto al Forum mi è ripresa la voglia di ricominciare ad aggiungere monete mancanti.....e devo dire che la mia "ciotola" dove cercare le mie amate varianti è diventata la rete....sia le aste online che la baia. Quando trovo qualche moneta interessante ho solo da chiedere immagini migliori e sconti (se possibile). E confrontando le conservazioni/ prezzi delle precedenti monete con le ultime acquistate in rete (sulla baia)...ora spendo di meno. Poi si ha la fortuna di scoprire pezzi rari da venditori occasionali che non sanno cosa propongono. Il 3 grana postato sopra (quello mio) proviene da un venditore non professionista francese che lo ha messo in asta online. Fosse stato proposto in Italia avrebbe spuntato il triplo. Saluti.
    2 punti
  14. Buona giornata, vorrei farvi partecipi della mia ultima entrata in raccolta, 0,50 lek 1939 XVII non magnetica. Con questa moneta ho quasi chiuso l'Albania Italiana, mancherebbe solo il 0,10 del 41 (e i lek e i 2 lek del 40 e 41, che sono fuori portata....)
    2 punti
  15. Mi spiace aver infranto i tuoi sogni ma credimi nonostante tutto il tuo denaro tornese è un testimone della storia. Storia che parla di crociate, di guerre, di pellegrinaggi in Terra Santa. Traffici commerciali tra la Grecia ed il nostro Meridione che hanno fatto sì che questo nominale fosse apprezzato anche nel nostro Sud, in contrapposizione con gli sviliti denari che facevano parte della circolazione monetaria locale. Hanno circolato per molto tempo, anche dopo che in Grecia si smise di batterli. Il fatto che circolasse viene confermato dal fatto che fu questo nominale ad essere scelto per essere battuto (contraffatto e svilito) da alcuni baroni ribelli alla corona aragonese. Quello di San Severo rientra tra quest'ultimi. Rarissimo. Allego, preso dal web, un esemplare in buona conservazione di un denaro tornese della Grecia Franca a nome di Isabella di Villehardouin:
    2 punti
  16. A parte che l'"investimento" in numismatica è una chimera che tutti inseguono ma solo pochi (spesso abbienti) finalizzano, perché mai investire in oggetti che non si conoscono in maniera approfondita? Ad ogni modo se proprio desideri investire in monete, e non scommettere senza avere il necessario bagaglio d'esperienza, comincia dall'acquistare monete in oro o argento pagandole il valore del fino più il giusto aggio dovuto al commerciante. Anche così sarà un investimento a lungo, se non lunghissimo, termine ma almeno sarà difficile rimetterci. Se nel frattempo ti scatta l'"amore" per i nummi e deciderai di metterti a studiarli potrai capire da solo se e quando varrà la pena di esporti a scopo speculativo. Buona giornata.
    2 punti
  17. La scelta migliore in assenza di auto propria con cui andare a mio parere è quella di prendere un volo per Barcellona e dall'aeroporto perndere il bus che fa la tratta diretta fino ad Andorra (3 ore di viaggio un paio di volte al giorno). C'è di sicuro una situazione equivalente anche per chi vuole andare passando dal versante francese (ma non avendolo fatto non ho i dettagli) . Detto questo Andorra LaVella non ha molto da dare dal punto di vista monumentale (in una giornata la si visita tranquillamente a piedi), se si ha la possibilità di muoversi magari c'è qualcosa di più interessante fuori dalla città (dal punto di vista paesaggistico deve avere delle chicche interessanti). Di solito attira "molti" turisti perchè è portofranco (un po' come possono essere Livigno o San Marino). Dei cosiddetti mini stati personalemente mi manca solo il Liechtenstein, non mi sentirei di consigliarne uno più di un altro; come dicevi, ognuno ha qualcosa di interessante ma sicuramente Andorra è quello più faticoso da raggiungere ( Liechtenstein a parte che , ad oggi, non ho ancora capito come raggiungere senza dover per forza usare una macchina) e se non parli catalano fai fatica a comunicare con i locali (Nemmeno la tipa dell'hotel dove ho soggiornato che dovrebbe essere propensa a comunicare con i turisti in Inglese o francese parlava altre lingue al di fuori della loro).
    2 punti
  18. @dabbene grazie, Mario Mi rendo conto che l'argomento, che si sta ampliando (come sempre accade generalmente nelle discussioni) da quello che era inizialmente il filo, è complesso anche se sono sicuro che ci sono utenti nel forum che potrebbero fare "chiarezza". Secondo me, i punti fermi sui quali ragionare sono l'innovativo monogramma TT, la cui "paternità" si deve certamente alla genialità dello staff tecnico di Corrado II , e una datazione di conio successiva al 1027 e prima del 1039 considerando appunto la conferma del monogramma imperiale sul denaro ducale. Proporre una collocazione cronologica precisa, senza prove sostanziali, è difficile e forse azzardato. Una produzione monetaria "magari" insieme al denaro imperiale per un breve periodo potrebbe non essere così fantasiosa. Sarebbe interessante controllare se nel campo del rovescio della moneta si riscontrano punti, caratteristica degli esemplari ducali . Per le motivazioni dell'utilizzo del monogramma imperiale invece di quello ducale, a mio modesto avviso, dovremmo guardare alla ribellione del duca Ranieri contro il nuovo re Corrado II avvenuta poco prima del 1027. Una sorta di clausola da parte dell'Imperatore verso Bonifacio che imponeva, a percezione della popolazione, una limitazione di forza che apparteneva di diritto al potere imperiale. Se così fosse, sarebbe una ulteriore dimostrazione di come gli eventi storici abbiano "telecomandato" il corso delle monete e di come queste diventino documento storico e fonte "scritta". Per qualche giorno sarò fuori e non vi potrò seguire. Ringrazio comunque chi è intervenuto e chi ci ha seguito e spero di leggere nuove riflessioni e considerazioni al mio ritorno. P.S. In attesa di un riesame critico e di uno studio risolutivo, la classificazione attuale delle monete lucchesi fino al XIII secolo non può avere che carattere temporaneo. Sempre secondo me . Cari saluti a tutti
    2 punti
  19. mi permetto un piccolo intervento... 1 - se la moneta è quella della foto qua sotto, è assai arduo dire se vi siano stati interventi sulla patina e ritocchi, perché la foto anche ingrandita ha una bassa qualità. 2 - non si vedono tuttavia a mio avviso segnali ineluttabili di "falsificazione moderna", e quindi mi sento di ritenere la moneta "autentica" pur non volendomi pronunciare su eventuali ritocchi o restauri 3 - che una o più monete provengano dal medesimo conio o dalla medesima coppia non è sintomo indiscusso di falsificazione, tant'è che esistono fior fiore di studi sui conii, sugli incroci degli stessi etc 4 - poiché nessuno ha la verità in mano, e soprattutto questa non è una discussione da bar che si può risolvere a cazzotti, tutte le affermazioni vanno motivate postando delle prove (o supposte tali) che aiutino chi legge a "seguire" il ragionamento di chi scrive... le prove possono essere foto della stessa moneta con evidenziate le parti "dubbie", oppure foto di altre monete certamente false e riconducibili all'esemplare in questione, oppure foto di monete certamente "vere" (magari da scavo, per fare un esempio etc etc.... detto questo.... il mio parere personale è che il bordo, per quello che si vede, e i fondi, anche se fossero ritoccati, non mi danno segnali di fusione... ma ci sono persone molto più esperte di me.... con foto di bassa qualità, con fondo sbiancato (quindi potremmo avere perso pezzi di bordo) etc, per lo stile generale....etc la moneta a mio avviso "non grida la propria falsificazione moderna" e sono quindi , ribadisco, moderatamente ottimista nel ritenerla una moneta autentica
    2 punti
  20. Zecca di Venezia, doppio bagattino, battuto sotto il Doge Gerolamo Priuli (1559-1567) , Paolucci, 16. - Ciao Borgho.
    2 punti
  21. Cominciamo allora. Considerate che poi ci sono alcune varianti per ciascuna tipologia: testa nuda, con diadema, filo di perle singolo e filo di perle doppio. Tipo1 Tipo 2
    2 punti
  22. Ecco come anticipato il mio 10 grani, come vedi i dritto e il rovescio sono meno consumati del contorno! Purtroppo in queste monete il Contorno non è profondamente impresso e se una moneta consumata come la mia ha il contorno in certi punti debole, in una cosi lisa il contorno sparisce! Tutto lì! Poi se qualcuno è a conoscenza di contorni lisci per il tipo di moneta sono pronto a cambiare idea ma resta il problema che serve almeno una moneta in buone condizioni per rendere credibile tale opzione. Un'altra possibilità remota, è che la moneta sia stata molata recentemente sul contorno per togliere colpi e segni, ma su un 10 grani così usurato non avrebbe molto senso, anche se tutto è possibile. Cordialmente.
    2 punti
  23. Credo si tratti di un denaro tornese della Grecia Franca a nome di Isabella di Villehardouin. Al D/ YSABELLA P ACh, croce. Al R/ DE CLARENCIA, castello. Allego la mia lettura:
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  24. buonasera a tutti,mi sono appena iscritta perché ho una moneta antica in argento e vorrei la vostra valutazione.Non sono esperta ma qualcuno che l'ha vista mi ha detto che sicuramente e' di pregio e di valore,che è un decadramma di Siracusa. Grazie a chi mi aiuterà.
    1 punto
  25. Per chi ha un minimo di occhio per la numismatica c'è più o meno la stessa differenza che c'è tra un cane vero e uno di peluches.
    1 punto
  26. Come già detto da @min_ver si trattano di piccoli difetti molto comuni sopra nelle monete dell'impero, spesso causati da "conii stanchi" per via delle altissime tirature.
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  27. Se pensi che 12000 sia un numero basso restituiscila se puoi o passala al tuo acquirente, non hai comprato una rarità.
    1 punto
  28. Buonasera @Rex Neap, ho rivisto l'asta in cui era proposto questo terzo Tari'......come gia' scritto era in un lotto insieme ad una Piastra ed un'alto Tari'.....e la differenza che salta subito agli occhi è il diverso colore del metallo. Che siano stati coniati con una bassa lega d'argento?
    1 punto
  29. Buonasera @borbonik, secondo me il tuo 10 Grani anche se molto consumato avrebbe dovuto avere traccia della rigatura originaria, sia sul taglio che sul contorno di entrambe le facce. Cordiali saluti, Rocco.
    1 punto
  30. Buona sera a tutti come a ogni edizione anche a maggio saremo presenti al convegno di Verona vi aspetto numerosi allo stand 244 G RR
    1 punto
  31. Immagino sia quella di @DARECTASAPERE ?
    1 punto
  32. Il commento che accompagna la descrizione del tetradramma da ‘brivido caldo’ di King (Tony Dallara avrebbe detto ‘brivido blu’) merita attenzione. By the late 5th century BC, Syracuse had become the most significant of the Greek cities in Sicily, and her political and cultural power was reflected in her massive issues of coinage still extant today. Her status drew a plethora of highly skilled artists from around the Mediterranean, including an assortment of particularly capable die engravers whose names adorned the coins of this period. These masters developed new ways of viewing the world through art, breaking the static forms of Classic art and developing new methods of portraying motion and life in miniature. The silver tetradrachm was the preferred mode of expression, being large enough for their free-ranging talents and also being minted in vast quantities for military endeavors that would disseminate their works far and wide. Even more remarkable were the large silver dekadrachms of Syracuse, which have become universal symbols of Greek numismatic art. Among the famous artists, only two have their signature on the dekadrachms, Euainetos and Kimon. Whether chosen for their skill or by chance, their body of work clearly proves that these two were the elite among numismatic artists. This masterful facing head tetradrachm, however, sets Kimon apart from all of his contemporaries. His rendition of the nymph Arethusa displays a degree of delicacy and control that set a new precedent in die engraving. The composition's beautiful three dimensional perspective is augmented by a fluid style that effectively conveys the natural motion of the nymph's hair in her liquid environment. The nymph's underwater environment is further emphasized by the placement of the dolphins, who weave themselves within her hair in a playful manner. The serenity of Arethusa's countenance, with her full, pouting lips and other-worldly gaze from her almond-shaped eyes, convey a sense of her place aloof from the realm of man, while the entire scene firmly secures her within our natural world. One may sense the pride Kimon took in the completion of his masterpiece, as his name is prominently engraved upon Arethusa's amphyx. We know that Kimon's tetradrachm was as revered for its beauty in the ancient world as much as it is today, as it became a model for facing-head issues of other cities, both local, such as Segesta, and around the Mediterranean, such as Larissa in Thessaly and Tarsos in Cilicia.
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  33. Complimenti per la moneta Antonio, bella scoperta. @anto R
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  34. Come avevo ben specificato , simile vuol dire "non uguale"
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  35. come in un'altra discussione, mi sento di invitare @Sirlad ad un differente approccio al forum. "per me è una patacca al 100%" è una frase inutile, passami la critica" perché non aggiunge nulla e non motiva il tuo pensiero. frasi di questo tipo servono solo ad ingenerare "inutili discussioni da bar" la numismatica non è una tifoseria, a nessuno importa di quello che pensi tu, ma a tutti interessa sapere come sai motivare il tuo pensiero. quindi se un paragone con una singola moneta, tra l'altro diversa, non serve a nulla, un ragionamento su fondi, patina, tondello, etc etc etc, può aiutare tutti a comprendere il tuo pensiero... dire "per me è una patacca al 100%" ha lo stesso valore di dire "per me è brutta".... la risposta più ovvia è "chissenefrega di quello che pensi..." cioè, capisci la mia critica, che è solo positiva... tra creare discussioni positive e discussioni negative il confine è sottile.... se tutti contribuiamo alla "positività", ci sarà crescita per tutti grazie!
    1 punto
  36. Mi permetto, se ancora non ne sei a conoscenza, di consigliarti questo semplice strumento per stabilire il prezzo che vuoi offrire per una determinata moneta. Potrai trovare parte delle aggiudicazioni avvenute negli ultimi sei mesi. Cordialità http://www.coinarchives.com/w/results.php?search=40+lire+1825&s=0&upcoming=0&results=100
    1 punto
  37. Salve, chiedo il vostro aiuto circa l'identificazione di questa monetina. Credo si tratti di una moneta di Girolamo Priuli ma non riesco a ben identificarla. Ha un diametro di 15 mm e pesa 0.35 grammi. Grazie per l'aiuto
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  38. Carissimo Sirlad non ho sputato sentenze e ho espresso il mio parere giustificandolo in modo abbastanza oggettivo (seppur in modo sintetico perchè ho poco tempo a disposizione), cosa che ho chiesto di fare anche a te. Da qui potrebbe nascere una discussione costruttiva. Però se tu affermi: "Le scritte sono troppo accentuate rispetto al resto della moneta, i rilievi sono stati ritoccati e anche il bordo non mi convince" per me non hai spiegato niente e nessuno ha capito perchè secondo te la moneta è falsa. Oltre a tutte le altre affermazioni che hai fatto sul valore economico di una moneta ritoccata su cui non voglio tornare visto che altri utenti ti hanno risposto. Va bene secondo te è falsa: E' una fusione? Spiega perchè... E' una coniazione/pressatura? Su tondello moderno/antico ecc....Spiega perchè... Cosa nascondono tutti i ritocchi di cui hai parlato? Se è questo il motivo di falsità facci capire qualcosa... Come vedi da pareri discordanti può nascere un interessante discussione, ma se continui in questo modo come hai fatto anche in altre discussioni dai l'impressione che scrivi, scusa se te lo dico, a casaccio....
    1 punto
  39. Le prime due, che pesano poco più di mezza oncia, erano monete fatte per circolare, e lo hanno fatto fino ai primi mesi del 1933. Valevano esattamente il facciale, 10 dollari, ed era così da sempre, tranne che negli anni della Guerra Civile, quando il valore del'oro aveva superato nettamente quello nominale. Poi, nel marzo 1933, FD Roosevelt, per combattere la Grande Depressione, emanò un un ordine esecutivo che imponeva la consegna al governo di tutte le monete d'oro, che furono cambiate con cartamoneta. Questo, di fatto, mise fuori corso l'oro (ma, formalmente, tutte le monete USA, dunque anche quelle d'oro, hanno tuttora corso legale), il cui prezzo schizzò in alto, portando in pochi giorni il valore reale delle monete a quasi il doppio del facciale. La terza che citi, è invece un gold bullion, una moneta moderna da investimento, assolutamente non fatta per circolare, poiché il valore dell'oro supera abbondantemente quello facciale (un quarto di oncia dovrebbero essere all'incirca 300 dollari). Rispetto alle altre due, è in oro .999 (le altre sono oro .900) e il valore facciale ha un significato puramente simbolico, si è deciso di assegnare quello di 10 dollari al quarto di oncia, mentre la moneta da mezza oncia dovrebbe essere da 20 dollari, e quella da un'oncia da 50 dollari, valore quest'ultimo mai prodotto per la circolazione dalle zecche federali. petronius
    1 punto
  40. Ti sei perso l'ottimo articolo di Franco Comoglio apparso qualche mese fa su Panorama Numismatico? P.N. n. 323 - dicembre 2016 - Franco Comoglio, I monetieri di Liutprando. Enigma svelato? - Pag. 21
    1 punto
  41. La numismatica non è un "settore". Punto.
    1 punto
  42. Per niente, più si hanno dubbi più ci si avvicina alla conoscenza ?? E almeno per questa bellezza non c'è alcuna premura Grazie ?
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  43. La J.B.Martin di Lione è un'azienda tessile attiva, fra il 1873 e 1989, nella produzione di velluto e altri tessuti morbidi.... Cercando: j b martin lyon il secondo link indirizza ad un pdf con la storia dell'azienda. Il bottone era probabilmente destinato ad un loro prodotto. Ciao Mario
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  44. Grazie per la risposta. Purtroppo, causa scarsità di fotografie nitide, ed impossibilità di muovermi per visionare le monete in mano, non ho fatto molti progressi negli studi che avevo iniziato su questa tipologia di piastra con ritratto grande. Anche se ho delle supposizioni, il tutto cade miseramente davanti a troppe variabili che, apparentemente, non sembrerebbero avere neppure un collegamento tra di loro; Mi riferisco in particolar modo ai dettagli del ritratto, le ribattiture nelle date ed i simboli incusi nel taglio. Se vuoi sentiti libero di contattarmi in privato quando lo desideri. Nel frattempo, ti posto una scansione di un esemplare che ho in collezione. R prima della data, 8 su 7 nella data, seguito dal punto e giglio nel taglio.
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  45. Masterpiece by Kimon (Triton XI) SICILY, Syracuse. Second Democracy. 466-405 BC. AR Tetradrachm (17.44 g, 10h). Obverse die signed by Kimon. Struck circa 415-405 BC. Head of Arethusa facing slightly left, wearing ampyx inscribed K[IMO]N, single-pendant earring and necklace, sea-swept hair radiating outward; within her locks of hair, four dolphins: on the left, one swims downward while another is just emerging above, and on the right, one swims down toward another that is presenting from behind Arethusa’s neck / SURAK-OSIWN, charioteer (Arethusa) driving fast quadriga left, holding reins in both hands; above, Nike advancing right, preparing to crown charioteer with laurel wreath; below, stele lying on its side; in exergue, grain ear lying left. Tudeer 81 (dies 29/54); SNG ANS 288; Rizzo pl. XLVIII, 11; BMC 208; Gulbenkian 293; Kraay & Hirmer 123 (all from the same dies). EF, toned with underlying luster in the devices. Well centered and struck. Struck from fine dies by the Syracusan Dekadrachm master, Kimon.
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  46. Altro capolavoro ineguagliato dell'arte greca. MACEDON, Amphipolis. 357/6 BC. AR Tetradrachm (26mm, 14.43 g, 7h). Head of Apollo facing slightly right, wearing laurel wreath, drapery around neck / AMΦ-IΠO-ΛIT-ΩN around raised linear square enclosing race torch; to inner right, small sphinx seated left; all within broad shallow incuse square. Lorber 42 (O23/R33) = Traité IV 1097 = G.E. Rizzo, Saggi Preliminari su L'Arte della Moneta nella Sicilia (Rome, 1938), p. 94, fig. 75, 4 = K. Regling, “Phigela, Klazomenai, Amphipolis,” ZfN 33 (1922), p. 75, 20. Good VF, attractively toned. A masterpiece of classical numismatic art. Extremely rare, only the second known from these dies, the other in the Staatliche Museen zu Berlin Münzkabinett (from the Löbbecke Collection).It is rare in numismatic art that the quality of engraving approaches the artistic impression of major sculpture. The present coin, along with the few other known examples of the “Parthenon Group” within the Amphipolis coinage, represents perhaps our closest approach in numismatics to the finest art of classical Athens.The Thracian city of Enna Hodoi (“Nine Roads”) on the Strymon River was conquered and re-founded by Athens in 437/6 and was re-named Amphipolis. The Athenian colonists were led by Perikles’ close friend Hagnon, son of Nikias. While Athens continued to issue coins that were the recognized standard trade currency of the eastern Mediterranean, with the traditional designs and style that had come to be widely accepted, the colony of Amphipolis was not so constrained by convention in the style of its coinage, and produced coins that come closest to representing in miniature the artistic style of Athenian sculpture of the period.The coinage of Amphipolis has long been admired by numismatists. Catherine C. Lorber published her magisterial study of the city’s coinage in 1990, building upon the work of generations of numismatists, most notably the eminent Germans Kurt Regling and Willy Schwabacher. In her corpus, Lorber was able to publish a total of 112 known tetradrachms struck during the city’s autonomous period from 370/69-354/3 BC and to organize them chronologically with great precision.The present coin falls into Lorber’s Parthenon Group (Group N), and is struck from her die combination 42, with obverse die 23 and reverse die 33. The only coin previously known from this die pairing is the Berlin specimen (Lorber 42a). One other coin is also known from the same obverse die, but a different reverse die: Lorber 43a = Leu 81 (16 May 2001), lot 158. That coin, also featured on the cover of Lorber's corpus, was described by the Leu cataloguer as “the most beautiful of all the facing-head tetradrachms of Amphipolis and one of the prettiest of all ancient Greek coins.”The present coin, despite its serene beauty, emanates from a moment of great turmoil in Amphipolis. Philip II of Macedon declared war on the city early in 357 BC. The anti-Macedonian party, in desperation, dispatched a legation to Athens to ask for help. Athens refused the offer for reasons that are not entirely clear today. Philip promptly placed Amphipolis under siege and – aided by allies within the city – breached the walls and captured the city late in 357 BC. The coins of the Parthenon Group can be precisely dated to the time of these events (Lorber p. 52-53).This series of Amphipolis’ coinage is called the Parthenon Group because the obverse head is inspired by the seated Apollo of the east frieze of the Parthenon (Lorber p. 20 and fig. 63). Lorber notes that the first two dies in the series (O20 and O21) are faithful to their sculptural prototype, but the following two dies (O22 and O23 – this obverse) are “freer and more individual” (Lorber p. 28). Lorber suggests that the reference on the coinage to a famous sculpture created by Phidias in the 430’s BC – harkening back to the city’s re-foundation by Perikles in 437/6 BC – reflects pro-Athenian feeling at a critical moment when Amphipolis desperately sought Athens’ military assistance. Philip, while he retained the Parthenon reference following his victory, introduced a subtle change to a “freer and more individual” style of Apollo head and at the same time changed the ethnic on the coinage from the Ionic form (AMΦIΠOΛITEΩN) to the Attic form (AMΦIΠOΛITΩN), reflecting the administrative language of the Macedonian kingdom and the language that Philip used on his royal coinage (Lorber p. 53).This coin, one of 13 known tetradrachms of the Parthenon Group and one of only five in private ownership, represents the magnificent tradition of classical Athenian art, and, at the same time, reflects the rising power of Macedon.We wish to thank Dr. Bernhard Weisser, of the Berlin Münzkabinett, for graciously enabling us to study the present coin in comparison with Berlin’s extraordinary collection of Amphipolis tetradrachms, including the only known die duplicate of this coin.
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  47. Grazie al Cielo ognuno è libero di fare le proprie scelte e valutazioni...accetto le critiche, ma proseguo per la mia strada, ben lieto di confrontarmi con chiunque voglia fare altrettanto. In fin dei conti il costo del libro non viene addebitato in bolletta dell'energia elettrica. Si acquista liberamente o non si acquista proprio! Le mie scelte possono essere criticabili e non condivisibili...non lo metto in dubbio...ma io..scusatemi..faccio come reputo opportuno. Il mio editore ha sposato la mia tesi...poi...de gustibus Buona giornata
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  48. Buonasera Una moneta davvero carica di storia, la cui rarità è disinteressata dai cataloghi. A mio avviso R3, vediamo il rovescio! Doge92
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