Vai al contenuto

Classifica

  1. 417sonia

    417sonia

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      10953


  2. dabbene

    dabbene

    Guru


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      20026


  3. eracle62

    eracle62

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      5567


  4. Doge92

    Doge92

    Utente Senior


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      370


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/09/17 in tutte le aree

  1. Mah.. L'hanno scorso fu magico, il convegno coincise, con il mio ritorno dopo momenti difficili e toccanti... Capii subito lo spessore dell'evento, infatti dovrebbe esserci ancora il post a riguardo, dove fui profetico sul futuro del progetto. Ho sempre creduto nelle avanguardie, e su tutto ciò che contribuisce allo sviluppo e alla divulgazione, la cosa bella e che in questo ambiente si è tutti giovani.. Non posso perdermi questo magnifico treno ricco di speranza, e di talentuosi amici, e poi voglio ritornare ad esser parte della storia anch'io.. Eros
    4 punti
  2. Buongiorno ancora una rarità estrema dall'Asta Varesi 70 - lotto 474, un soldo di Lira Dalmata classificato R4 dal Montenegro. Riporto quanto scritto dal Papadopoli La moneta che porta, in caratteri semigotici, la iscrizione MONETΛ DΛLMΛTIE, sfuggita, ai primi cultori della numismatica veneziana e accennata vagamente dallo Zon, fu per la prima volta illustrata dal cav. Vincenzo Lazari nella sua bellissima opera: Le monete dei possedimenti veneziani d’oltre mare e di terra ferma, che può servire di modello a tutte le pubblicazioni di questo genere. Sgraziatamente la fretta con cui fu scritto il libro, per circostanze indipendenti dalla volontà dell’Autore, e la cattiva conservazione dell’esemplare del Museo di S. Marco, che solo si conosceva allora, misero l’illustre scienziato sovra una cattiva strada, ed egli credette vedere in tale moneta un tornese1 battuto per quella provincia che aveva costato tanti sagrifici alla Repubblica. Lazari combatte argutamente la prima obbiezione che si poteva fare ad una simile denominazione, e cioè che non vi ha memoria di tornesi coniati per la Dalmazia, ma [p. 362 modifica]non riesce a persuadere; perchè i Crociati avevano reso popolare il tornese in Oriente ove era diventato una moneta nazionale, ma di esso invece non si trova traccia in Dalmazia, né nei documenti contemporanei, né nelle monete che si conservano nelle raccolte. In epoche diverse fu ordinata alla Zecca di Venezia la coniazione di tornesi, indicando quasi sempre le località dove dovevano essere spediti, e troviamo che erano destinati sempre ai possedimenti veneziani del Levante ma non alle coste dell’Adriatico. Più tardi altri esemplari di questo interessante nummolo furono rinvenuti presso i raccoglitori triestini e dalmati, e finalmente un tesoretto, abbandonato presso il Monte di Pietà di Treviso, mise alla luce quattro altri pezzi, tutti di migliore conservazione di quello esistente nella Raccolta Marciana. Ne parla Carlo Kunz nella sua: Miscellanea Numismatica2, dimostrando che l’argento in essi contenuto è di una lega più fina assai di quella dei tornesi e di poco inferiore a quella usata nei soldini, per cui lo ritiene un mezzanino di grosso del valore di due soldi veneziani. Pure esso non è né un tornese né un mezzanino, come risulta da una terminazione del Senato in data 31 maggio 14103 nella quale lamentando, che nella città di Zara e nel suo territorio corrano monete forestiere, e cioè grossi di Crevoja4 ed altri di buon argento del valore di tre soldi e meno che si spendono per quattro, — soldini ungheresi che non valgono se non otto denari e si spendono per un soldo, — e frignacchi5 che non tengono [p. 363 modifica]tre oncie d’argento per marca e si spendono pure per un soldo, — allo scopo di impedire questo danno, delibera di coniare una moneta contenente tre oncie di argento per marca, che vada a 42 pezzi per oncia, avente da un lato l’immagine di S. Marco e dall’altro uno scudo alto in quo sii nihil. È curioso il modo con cui questo decreto esprime quel concetto, che oggi è pressoché un assioma della pubblica economia, e cioè che la cattiva moneta caccia da un paese la buona, con queste pratiche parole: “Et hoc modo moneta nostra, videlicet grossi nostri qui valent quatuor soldos, et soldus noster exeunt et dantur venientibus Jadram et ad partes illas, qui ipsam monetam nostram imbursant et dimittunt monetas suas, quae sunt multo minoris valoris cum tanto damno nostro.” Nel 27 aprile 14146 un altro decreto del Senato fa conoscere che la esecuzione del precedente era stata sospesa, ed assunte informazioni da chi veniva da Zara, ordina nuovamente la coniazione della moneta per la Dalmazia col fino di tre oncie e un quarto per marca, tagliandone da ogni oncia 44 pezzi, descrivendolo nello stesso modo, col S. Marco da un lato e lo scudo vuoto dall’altro. Il tenore di questi due documenti mostra esattamente il valore della moneta emessa per i bisogni della circolazione in Dalmazia, giacché secondo il Decreto 31 maggio 1410, essa avrebbe dovuto pesare grani veneti 13,714; secondo quello del 27 aprile 1414 avrebbe dovuto pesarne 13,09, ma siccome in quest’ultimo si migliorava la lega, poca era la differenza dell’intrinseco che sarebbe stato di gr. v. 5,142 [p. 364 modifica]nel primo caso e gr. v. 5,317 nel secondo per ogni pezzo, e quindi due terzi circa del fino contenuto nel soldo veneziano, che in quel tempo pesava gr. V. 8,47 e conteneva gr. v. 8,065 d’argento puro. Da ciò si scorge il pensiero del Senato che intendeva creare una moneta la quale sostituisse i soldi ungheresi che valevano otto piccoli, ed i denari frisacensi, ossia di Aquileja, che avevano molto favore in quei paesi e si spendevano per un uguale valore. A me sembra di riconoscere in questo pezzo il soldo di una lira speciale, probabilmente adoperata nel regno di Servia e comune a tutti i vicini paesi slavi, la quale fu conservata dagli ungheresi e dai veneziani e restò per molto tempo ancora come lira di conto col nome di lira dalmata. Anche il Lazari parla di questa lira7 che si usava anche nel secolo XVIII: a proposito delle monete di Cattaro8 egli osserva che il grossetto di quella terra corrispondeva a due terzi del grosso veneziano e da varie circostanze accessorie arriva alla supposizione che questo grossetto si dividesse in quattro soldi minori, equivalenti a due terzi dei veneziani, e che erano quindi soldi di una lira particolare a quei paesi ed inferiore di altrettanto alla lira veneziana. È però degno di attenzione che il nome di soldo non è mai pronunciato tanto nei decreti surriferiti, quanto in una deliberazione conservata nel Capitolare delle Brocche sotto la data 13 agosto 14109 in cui si stabiliscono le competenze dei lavoratori ed i cali del metallo a proposito delle monete che si fanno per Zara; così pure è adoperata la parola generica di [p. 365 modifica]moneta anziché quella di soldo pel pezzo su cui troviamo scritto MONETΛ DΛLMΛTIE. Anche lo scudo raffigurato sopra uno dei lati nella moneta fu argomento di discussione. Zon lo disse ignoto, Lazari non seppe trovare una soddisfacente spiegazione e si smarrì in ipotesi credendo vedervi l’arma Contarini, ma un’opera intitolata: Storia dei Dogi di Venezia10rilevò essere questo lo stemma della famiglia Surian, cosa che fece dire al mite Kunz che non vi è libro tanto cattivo che non contenga alcun che di buono. Infatti lo scudo d’oro con una banda a tre ordini di scacchi d’argento e di negro appartiene ad una della due case patrizie Surian 11 e si vede anche oggi scolpito in un marmo del quattrocento sopra un fabbricato al Malcanton che dà accesso ad un sottoportico ed una calle Surian. Ma non bastava avere rilevato lo stemma, era anche necessario sapere chi fosse l’illustre uomo di stato o di guerra cui fosse stato accordato l’onore singolare di porre le insegne sopra una moneta coniata nella zecca di Venezia. Le storie sono mute a questo proposito e non ricordano alcun personaggio della famiglia Surian che abbia avuto in quest’epoca una parte importante in Dalmazia. Qualche anno fa, V. Padovan12 pubblicò un documento, dal quale risulta che un Jacopo Surian era capitano a Zara nel 16 luglio 1414, essendogli in tal giorno assegnata una piccola somma dal Senato per alcuni lavori da farsi nella casa di sua abitazione. Sebbene fra questa data e quella del decreto che [p. 366 modifica]ordina la coniazione della moneta per la Dalmazia corressero oltre due anni, epoca più lunga di quella che ordinariamente era la durata di simili cariche, e malgrado che sia nota a tutti la cura gelosa, colla quale il governo repubblicano vigilava perchè nessun personaggio, per quanto eminente, eccedesse nei poteri o negli onori, pure mi sembra assai probabile che a questo oscuro Capitano delle armi a Zara, sia toccato il vanto di porre il suo stemma sulla moneta in questione. Non conviene confondere questo caso eccezionale colle iniziali e cogli stemmi di alcuni Conti e Rettori veneziani a Cattaro ed a Scutari, perchè queste erano zecche secondarie, governate da propri statuti e lontane dalla sorveglianza dei principali corpi dello Stato, e meno ancora si deve confondere con le monete coniate da alcuni Provveditori generali o da altri comandanti delle armate in epoca di necessità. Per la moneta della Dalmazia si tratta di un’epoca più antica, nella quale non vi erano precedenti, e di un fatto che non può essere ad altri paragonato; lo stemma Surian è disegnato chiaramente ed in modo da non poter essere confuso con altri in quello scudo che il Senato avea decretato dovesse rimanere vuoto. Cercando pertanto quale abbia potuto essere la ragione che fece cambiare tale proposito, io credo indovinarla nel timore che la nuova moneta non fosse gradita ai paesi dov’era destinata, timore che trasparisce dalle parole dei decreti e dall'idugio frapposto all’esecuzione della prima deliberazione. Allo scopo quindi di rendere più facile a quei popoli rozzi ed ignoranti l’accettazione di una nuova moneta, bisognava farla quanto più fosse possibile simile a quella che essi adoperavano e ciò si ebbe di mira nello scegliere un tipo che ricordava in parte il denaro d’Aquileja, favorevolmente conosciuto in quelle regioni ed il cui [p. 367 modifica]intrinseco corrispondeva a quello della nuova moneta cioè a due terzi del soldo veneziano. Anche lo scudo era stato posto sul rovescio della moneta per la Dalmazia, per ricordare quello che portava le insegne degli ultimi patriarchi, e probabilmente lo stemma Surian fu preferito ad ogni altro perchè poteva facilmente essere confuso con quello del patriarca Antonio II Panciera che pure aveva una banda scaccata con differenze che facilmente sfuggivano alla maggior parte del pubblico. Riproduco qui il disegno del diritto di tale denaro con l’arma Panciera, sembrandomi questo il modo migliore ed il più breve per dimostrare il fondamento della mia supposizione. Ecco la descrizione della moneta per la Dalmazia: D/ — SΛNTVS MΛRCVS. Il santo in piedi di prospetto, vestito di abiti vescovili, nimbato di perle, colle mani aperte. R/ — • MONETΛ DΛLMΛTIE. Entro un cerchio di perle, uno scudo con una banda scaccata attorniato da 3 gruppi ciascuno di 3 cerchietti accompagnati da 6 punti. [p. 368 modifica]Osserverò finalmente che per negligenza dell’incisore qualche esemplare rarissimo di questo pezzo ha l’arma disegnata a rovescio, per cui la banda fu convertita in una sbarra.
    3 punti
  3. Bravo Poemenius quindi emissioni bizantine dalla zecca di Spania, ipotizzata per primo da Grierson, che tallonavano da presso il fino Visigoto. Nulla a che vedere quindi con i Longobardi, mentre assai più prossime alle emissioni Visigote, per le quali - per questo periodo - si potra' validamente ricorrere agli studi Ruth Pliego Vazquez che ha approfondito molto le emissioni del periodo iniziale Visigoti. Per il resto credo che l'articolo della Morrison sia molto esaustivo anche per l'ottima analisi metallografica condotta dal bravissimo Oddy.
    3 punti
  4. L’ esercito romano fin dagli albori di Roma fu sempre ammirato e temuto per la sua perfetta organizzazione che si manifestava in modi diversi : in marcia , in fase di movimento in battaglia , per la solidita’ e la sicurezza dei campi provvisori che offrivano in territorio nemico facendo sentire protetti e come “a casa” i Legionari , per lo schieramento iniziale in battaglia , per la ferrea disciplina ed addestramento anche nei periodi di pace , per armamento e non ultimo per le qualita’ individuali dei semplici Legionari , Centurioni ed Ufficiali superiori ; moltissime battaglie furono vinte non tanto grazie alla capacita’ strategica del Generale comandante dell’ esercito , ma soprattutto grazie a queste qualita’ descritte che fecero dell’ esercito romano una poderosa macchina schiaccia sassi . Un esempio tipico dell’ esercito romano in epoca imperiale , e’ la descrizione di un esercito romano del I secolo di stanza in Giudea , quando ancora era formato esclusivamente da Italici ; descrizione fatta da un testimone oculare quale fu Flavio Giuseppe , un Ebreo catturato , poi romanizzato e vissuto al tempo dei Flavi ed affrancato dalla schiavitu’ da Vespasiano in riconoscenza per avergli predetto un giorno che sarebbe diventato Imperatore , cosa che in effetti si avvero’ . Flavio Giuseppe racconta con estrema efficacia ed analisi l’ impressione che doveva esercitare sui nemici la vista di un esercito romano in marcia e nel corso di un allenamento militare , tanto da fare temere come gia’ persa una eventuale battaglia in campo aperto contro di loro , ma non fu sempre cosi' , sconfitte l' esercito romano ne' subi' diverse . Tali impressioni Flavio Giuseppe le maturo’ tra il 63 e il 65 quando si recò a Roma dove fu ospite alla corte di Poppea Sabina , la seconda moglie di Nerone , rimanendo impressionato dalla potenza militare e dall’ alto livello di vita dei Romani . In diversi passi della sua opera : La guerra giudaica , fa riferimento al grado di preparazione e di efficienza dell’ esercito romano , nonche’ alla impressionante solennita’ di un esercito in marcia : "Si mettono in marcia tutti in silenzio e ordinatamente , restando ciascuno al proprio posto come fossero in battaglia . I fanti indossano corazze ed elmi , una spada appesa su ciascun fianco , dove quella di sinistra è più lunga di quella di destra , quest'ultima non più lunga di un palmo . I soldati "scelti", che fanno da scorta al comandante , portano una lancia e uno scudo rotondo ; il resto dei legionari un giavellotto e uno scudo oblungo , oltre ad una serie di attrezzi come , una sega , un cesto , una picozza , una scure , una cinghia , un trincetto , una catena e cibo per tre giorni ; tanto che i fanti sono carichi come bestie da soma . I cavalieri portano una grande e più lunga spada sul fianco destro , impugnano una lunga lancia , uno scudo viene quindi posto obliquamente sul fianco del cavallo , in una faretra sono messi anche tre o più dardi dalla punta larga e grande non meno di quella delle lance ; l' elmo e la corazza sono simili a quelli della fanteria . L' armamento dei cavalieri scelti , quelli che fanno da scorta al comandante , non differisce in nulla a quello delle ali di cavalleria . A sorte , infine , si stabilisce quale delle legioni debba iniziare la colonna di marcia" Giuseppe Flavio, La Guerra giudaica , III , 5.5.93-97 Ed ancora : " ..... riguardo alla loro organizzazione militare , essi hanno questo grande impero come premio del loro valore , non come dono della fortuna . Non è infatti la guerra che li inizia alle armi e neppure solo nel momento dei bisogno che essi la conducono ...... , al contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano , poiché non interrompono mai l' addestramento , né stanno ad attendere di essere attaccati . Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento , tanto che ogni giorno tutti i soldati si esercitano con il massimo dell' ardore , come se fossero in guerra costantemente . Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la massima calma ; nessun panico li fa uscire dai ranghi , nessuna paura li vince , nessuna fatica li affligge , portandoli così , sempre , ad una vittoria sicura contro i nemici ….. Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre , battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie" Flavio Giuseppe , La Guerra giudaica , III, 5.1.71-75 In foto , un Legionario con armamento tipico del I secolo come descritto da Flavio Giuseppe , Legionari in marcia e Legionari in attesa dell’ ordine di attacco .
    3 punti
  5. Ciao! Certo Graziano, quello di Parma è l'incontro delle 3C maiuscole ...... (Convegno, Cultura e Culatello)
    3 punti
  6. Ma voi credete che chi viene a Parma, venga per la numismatica? AH...AH...AH... si viene pe ril culatello, lo gnocco fritto ma soprattutto per la COMPAGNIA di tante bellissime persone, sconosciute fino a qualche tempo fa, ma che ora fanno parte di questa grandissima e carinissima famiglia. Spero proprio di non avere impedimenti.
    3 punti
  7. Buongiorno a tutti. Oggi voglio provare a fare una piccola ricostruzione, attraverso foto inedite dell'epoca in mio possesso, dei movimenti del 258° Reggimento Fanteria durante l'XI Battaglia dell'Isonzo. Spero possa piacerVi. 10 giugno 1917: La Brigata Tortona è riunita presso Kambresco. Ricomposta negli effettivi dall’arrivo dei complementi da Manzinello, la Tortona si porta in linea per prendere parte all'XI Battaglia dell’Isonzo (17-31 agosto), nel tratto di fronte tra lo Jelenik e la quota 711 (Uhr Kuk) con obiettivo, una volta vinta la resistenza nemica, di puntare sul monte Oscedrik e la Bainsizza, penetrando più in profondità possibile. Il piano di azione italiano prevede la conquista dei due altipiani da parte della 2a armata del Generale Capello, mentre la 3a armata del Duca d'Aosta deve superare le difese del monte Hermada, aprendosi la strada verso Trieste. Manzinello, frazione di Manzano (UD), giugno 1917: partenza della IV Compagnia del 258° Fanteria per formare il Battaglione di marcia. Il 258° Reggimento in marcia sfila davanti alla Bandiera per la "benedizione". 19 luglio 1917: In seguito ad una riduzione del settore, il 258° cede il tratto di fronte dallo sbocco dell'impluvio di Nekovo a quello del torrente Gorenje Vas al 12° bersaglieri, limitando la sua occupazione dallo sbocco di quest'ultimo torrente all'impluvio subito a nord di Krestenica. Luglio 1917: il Maggiore Sergio Martucci, comandante del I Battaglione del 258° Reggimento con i suoi comandanti di Compagnia osserva le linee nemiche dal monte Crior. 17 agosto 1917: Il 258° Reggimento si trasferisce a Liga. Alle 6 del mattino, tutti i cannoni delle due armate aprono contemporaneamente il fuoco, dal Mrzli al mare. Sull'Isonzo, nei pressi di Caporetto, gli Italiani hanno costruito uno sbarramento artificiale per diminuire la portata del fiume e permettere il gittamento di passerelle, sulle quali la notte del 19 agosto passeranno le truppe del XXIV e XXVII Corpo d'Armata. Agosto 1917: Ufficiali del I Battaglione del 258° Reggimento dinnanzi al Comando di Battaglione a Liga di Canale. Foto ricordo prima dell'avanzata. Agosto 1917: La III Compagnia del I Battaglione (258° Reggimento, Brigata Tortona) posa anch'essa in attesa dell'ordine d'attacco. 18 agosto 1917: All'inizio della battaglia della Bainsizza, la Brigata Tortona ha il compito di varcare l'Isonzo fra Gorenje Vas e Gorenje Polje, di impadronirsi dell'Uhr Kuk (o l'Orologio a Cucù) e dello Jelenik, di procedere all'occupazione di quota 855 estendendola fino al margine orientale del bosco che la copre e spingendo la sua ala sinistra fino alla selletta compresa fra la quota 800 ed il cocuzzolo di quota 856. Costituisce due colonne: quella Sud, composta dai Battaglioni I e III del 257°, passato l'Isonzo e vinte le resistenze dello Jelenik attaccherà la quota 850 passando per Oscedrik quella Nord, Battaglioni I e II del 258°, attaccherà il Kuk dal quale muoverà contro la quota 856 in concorso del 257. Il III del 258° in riserva divisionale, il II del 257° in riserva di Brigata. Gran Wass, 18 agosto 1917: l'artiglieria austriaca risponde ai tiri di preparazione italiani per l'azione sulla Bainsizza.
    2 punti
  8. Per prima cosa, benvenuto. Si tratta di un esemplare della serie VRBS ROMA, precisamente la RIC VII Constantinople 62; Sear 16519. Il diritto presenta busto elmato con piume, indossante il mantello imperiale e mi pare collare ornamentale.A rovescio lupa con i gemelli sormontata da due stelle. In essergo CONSIA . Emessa atttorno al 330-333 d.C. , è segnalata sul RIC come R 1 (per quanto gli indici di rarità siano spesso non corrispondenti alla situazione attuale). Mi pare presenti patina desertica. Per altre richieste inerenti identificazioni/autenticità puoi postare tranquillamente nella Sezione Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità tenuta dall'amico @profausto Cordiali saluti Illyricum
    2 punti
  9. Vorrei precisare che nella mia risposta non c'è nulla di personale, nè ce ne sarebbe motivo; una risposta scherzosa, penso io... sarcastica la legge Sangria... e ci sta.. . Come giustamente precisato da Luciano @417sonia in diverse sezioni vi è, da parte di alcuni utenti, un atteggiamento "da Fast Food" con quel "mordi e fuggi", ovvero "chiedi, leggi ed esci senza ringraziare" che lascia basito il volentoroso di turno. Ho definito scherzosa la mia risposta perchè c'è del vero nel fatto che chi risponde spesso ha l'occasione di ripassare periodi o monetazioni riposte da anni nei cassetti della memoria o si trova ad approfondire argomenti inaspettati e stimolanti.....e la cosa può essere piacevole proprio per questo motivo ..... Resta il fatto che se al "fast food" preferiamo il clima dell'osteria "della zecca" (io sono fra quelli) dove, fra un bicchiere di vino, una fetta di buon salame, "e le bocche allargate a masticar canditi" (I.Graziani), si può discutere di storia, di numismatica, di fantastici affari e di fregature, ognuno con le proprie competenze...tutti con la propria passione, tirando tardi.... ma alla fine della serata ognuno poi salda il proprio conto, ringrazia per la compagnia, saluta..ed esce. Un "grazie, è proprio lei!" non ruba troppo tempo e vale come "un arrivederci alla prossima!" ...all'osteria "della zecca". Un caro saluto e un sentito ringraziamento a Luciano, @dabbene e @profausto e a @tuttiquelliche... sono più la cose che ci accomunano....e per questo stiamo assieme Mario
    2 punti
  10. Certo Parma e' qualcosa in più di un convegno commerciale, e' un evento organizzato da questo network con finalità specifiche di coinvolgere più utenti possibili a partecipare e condividere realmente la passione in questa occasione speciale, ma e' anche lo stimolo e lo strumento per dare Voce a altri cinque bravi giovani del forum. E' uno sforzo organizzativo notevole che si sta facendo da mesi per questa giornata, spero in una condivisione reale o anche solo di vicinanza verso questi giovani che rappresentano anche Lamoneta e la nostra numismatica. E i giovani vanno poi anche sostenuti ma come ? Scegliete voi, rappresentano cinque aree geografiche diverse, o venendo a tifare per loro, o mandando messaggi qui in discussione di appoggio o venendo al pranzo di Lamoneta. A volte bastano anche due parole ma possono dire molto, inviterei in tal senso a intervenire chi ha responsabilità sul forum ,essendo tra l'altro un evento Lamoneta, chi e' un utente storico o nuovo, chi ha cuore e ripone speranze nel futuro della nostra numismatica, chi e' autore e quindi sa, chi fa parte di Circoli, Associazioni, chi e' nel mondo commerciale numismatico a vario titolo a dare un assenso, un ci sono, ci siamo anche noi, se non lo diamo un questi casi quando dovremmo mai darlo e poi magari dire mancano i giovani, i giovani non si avvicinano, non leggono, non comprano, forza !
    2 punti
  11. Ciao! Assolutamente nulla di calcolato .... sai quante volte succede? Soprattutto nella sezione identificazioni, capita spessissimo. Talvolta non c'è alcun riscontro alla identificazione che viene fatta e si fa "spallucce" e la cosa muore li, altre volte ci si lamenta e lo si scrive. A volte si è tolleranti, a volte meno. Credo che la tua ipotesi di ...... "per caso" causa la frustrazione di una sfilza di "aiuti a vuoto", vada a pennello. Ti dirò di più .....succede anche - ma non è questo il caso - che chi domanda un aiuto lo faccia anche in maniera imperativa, come fosse dovuto; non un saluto, un per favore, un grazie ... e quando glielo si fa notare, magari, quel qualcuno si lamenta pure ..... saluti luciano
    2 punti
  12. Tetricus II è da escludere ... in questo busto si vede la barba.... potresti mettere la moneta in acqua demineralizzata e lasciarla un po'..... sperando di leggere qualche lettera in piu'
    2 punti
  13. Buona giornata Credo che Mario abbia solamente palesato ciò che spesso accade; a fronte di una richiesta, si danno le relative indicazioni e poi .... il nulla. Chi aveva fatto la richiesta non si sente più, né per ringraziare, né per dare conferma che le indicazioni sono state utili. Tutto qua, anche se per chi si è dato da fare è abbastanza frustrante. saluti luciano
    2 punti
  14. Pensi che se Memoli, o chi per lui, la perizi buona, diventi poi tale ?
    2 punti
  15. "Tu dici che aumenterà di prezzo?" Ciao Domenico. Quando venne emessa (nel 2000), la mezza oncia la trovavi a 400.000 lire. Oggi, dopo "solo" 17 anni, chi la vuole deve sborsare non meno di 2.500/3.000 euro. Si tratta poi di una moneta di bassa tiratura che interessa i mercati asiatici e quelli nordamericani, che sono i mercati più ricchi e, sopratutto quello asiatico, in costante espansione. Non voglio fare "l'Oracolo di Delfi" ma se dovessi scommettere sulla rivalutazione a breve/lungo termine di una moneta, quella mezza oncia sarebbe una di quelle monete su cui punterei. "Forse solo per il mercato dei nuovi ricchi d'Oriente. Ma come fascino numismatico non mi trasmette nulla" Indubbiamente è una moneta che può suscitare interesse proprio sui mercati asiatici emergenti. Sul "fascino numismatico" non mi pronuncio perchè riconosco che ognuno di noi ha i suoi gusti; ma mi sarebbe piaciuto essere un contemporaneo di quei numismatici degli anni '20 dello scorso secolo, che videro nascere i vari "fascetti", "fascioni", "vette" ecc. Probabilmente costoro fecero allora la stessa considerazione che oggi fai Tu, al cospetto di monete a loro contemporanee, non destinate alla circolazione e persino vendute a ben oltre il loro valore facciale. Certo che se poi ci aggiungi quasi un secolo di storia, quelle monete diventano immediatamente "di fascino". In numismatica tenere in debito conto la prospettiva temporale mi sembra fondamentale, anche per apprezzare emissioni che ai loro tempi non erano poi molto diverse da certe emissioni attuali, destinate al solo collezionismo o per investimento/speculazione. Solo che quella prospettiva la si può apprezzare solo col tempo. Dopodichè, essendo, come sai, un sostenitore - anche in numismatica - del "libero arbitrio", non mi "scandalizzo" nè mi esalto per qualunque scelta collezionistica venga fatta. Le monete sono sempre monete; anche se qualcuna può avere 2500 anni e qualche altra è stata coniata ieri. ? Saluti. Michele
    2 punti
  16. Grosso aste ultimi 20 anni Enrico dándolo 19 pza 600 euro a 3000 euro Pietro Ziani 31 pza 100 euro a 350 euro Jacopo tiepolo 54 pza 60 euro a 450 euro ( 50% in lotti con altre monete ) Marinio Morosini 21 pza 90 euro a 600 euro Ranieri zeno 63 pza 45 euro a 620 euro Lorenzo tiepolo 80 pza 40 euro a 475 euro ( 30% in lotti con altre monete ) Jacopo contarini 52 pza 40 euro a 410 euro Giovanni dándolo 87 pza 40 euro a 380 euro ( 6 imitazioni ) Pietro gradenigo 148 pza 40 euro a 700 euro ( 50% invenduto ) Marino zorzi 40 pza 200 euro a 1900 euro Giovanni soranzo 144 pza 25 euro a 550 euro ( 30% invenduto 7 imitazioni ) Francesco dándolo 104 pza 75 euro a 370 euro Bartolomeo gradenigo 49 pza 40 euro a 240 euro ( 15 pza li ha venduti NN e 7 pza CNG ) Andrea dándolo 16 pza 65 euro a 475 euro Giovanni Gradenigo 2 pza 6000 euro a 8000 euro ( 1 asta varesi 1 asta Ranieri ) Andrea contarini 15 pza 100 euro a 325 euro Michele Morosini 4 pza 1500 euro a 2500 euro Antonio Venier 176 pza 35 euro a 475 euro Michele Steno 16 pza 50 euro a 320 euro Tommaso Mocenigo 6 pza 40 euro a 200 euro Francesco Foscari 11 pza 75 euro a 110 euro Pasquale Malipiero 1 pza 230 euro Cristoforo Moro 1 pza 1200 euro
    2 punti
  17. spero in un mio prossimo acquisto pesa gr.20,66 è svitabile (il dischetto che si vede scuro in foto è di alluminio e i dischetti bianchi in carta (ma senza nessuna foto)
    2 punti
  18. Fin qui la divulgazione scientifica dovuta, da leggere però..., ora la storia numismatica e che storia...in copertina dell'opuscolo il Tribolati firma l'omaggio dello stesso per il Cav. Cagiati, amici numismatici, grandi storie, grandi personaggi che si scrivono....spero apprezziate...
    2 punti
  19. Credo di amare in fondo Maria Teresa, un amore numismatico ovviamente, ma lo devo ammettere è così... Figura centrale nella monetazione milanese, Maria Teresa abbina tante componenti che la rendono diversa, insolita, intrigante nelle sue monete, sarà per la sua doppia raffigurazione, prima giovanile drappeggiata e diademata e poi dopo la vedovanza con velo, sarà perché nel suo periodo la monetazione cambia passando dalle affascinanti monete a martello a quella precise a macchina, sarà per la sua riforma monetaria che cercò di porre ordine alla monetazione, sarà per la nuova zecca, sarà perché in fondo dopo anni di dibattiti si decise di continuare comunque a coniare a Milano monete col MEDIOLANI, sarà perché donna e di monete a Milano con regnanti donne ne abbiamo poche, sarà...sarà che le monete di Maria Teresa prendono il sopravvento in me... E se c'è una moneta per la quale farei una follia questa è il filippo della vecchia monetazione, moneta a martello, col busto ancora giovanile, estremamente rare, e purtroppo anche estremamente care, ma se sono difficili, come sappiamo, l'attrazione inevitabilmente aumenta... Moneta che in fondo segue il tipo busto/stemma degli spagnoli, ma qui abbiamo lei con i suoi boccoli e suoi diademi...e dopo i vari regnanti spagnoli il cambiamento iconografico si vede e si avverte.... Mi piacerebbe vederne insieme a voi alcune di queste affascinanti e rarissime monete, non sarà impossibile trovarle dalle aste, sarà comunque assolutamente un gran bel vedere, spero che la tematica possa stimolarvi a riflettere o a vedere altre di queste monete su cui si può certamente dire altro... Inizio con un esempio del primo anno di monetazione del filippo, un Crippa 2/A, anno 1741, Asta Nac 68, la forma è decisamente sullo squadrato.
    1 punto
  20. Online c'è il catalogo Naville-Ars Classica XVII del 3/10/1934 che si può scaricare in pdf: http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/ars_classica1934_10_03/0001 a sinistra verso il centro c'è un pulsante (piccolino) con freccia: cliccandolo puoi decidere se fare un download "leggero" o "pesante"
    1 punto
  21. La tipologia esiste, ed è rara ma non rarissima. Il nostro catalogo sarebbe da rivedere un po' aggiungendo le novità/riferimenti usciti in questi ultimi anni... Benvenuto tra gli amanti delle monete del Senato! Antonio
    1 punto
  22. E' anche molto attuale: anticipa la moneta virtuale...
    1 punto
  23. Perché deve essere falsa? È bona bona. Se te la fa a un prezzo decente prendila. Magari stilisticamente non è tra i capi d'opera siracusani, ma appartiene ad uno dei momenti più affascinanti della storia della polis greca.
    1 punto
  24. le monete venivano rifilate prima della ribattitura...o mi sbaglio?
    1 punto
  25. DE GREGE EPICURI @Maria Pia @profausto Io leggo "..TORINUS", quindi dovrebbe essere Victorinus. Al rovescio si legge anche..QUI...Ipotizzerei AEQUITAS AUG, RIC 40.
    1 punto
  26. Caro @deadhead, ma è di DAS? Poveri noi... ES
    1 punto
  27. Ho sempre pensato che questo Gazzettino potesse avere più funzioni, sicuramente divulgativa e che potesse raggiungere tanti, sicuramente di creare le condizioni ideali perché chi non si fosse ancora espresso ,e lo avesse voluto fare, di poterlo fare con semplicità , giovane o non giovane che fosse, ma soprattutto quella di far uscire nuove condivisioni reali di questa passione. E così e' stato finora, decisamente di più delle migliori aspettative, una onda lunga in movimento, spesso si dice non partecipano, non si conoscono, non si sa se ci sono, ecco il Gazzettino ha mosso una potenziale e reale presenza di appassionati che rimaneva nell'ombra ma c'era e che sta uscendo. Sta uscendo venendo a ritirarlo di persona la domenica al Cordusio e quindi presentandosi, sta uscendo con le email in Redazione, sta uscendo dai Circoli, dalle Associazioni, dalla società civile, ecco credo che la grande funzione del Gazzettino sia quella di stare vicini alla gente, di farli parlare, partecipare, di fare gruppo, gruppo che a volte manca nella nostra numismatica ma che in questo si caso si sta formando. Gruppo chiama gruppo per una numismatica di tanti e per tutti e di condivisione .
    1 punto
  28. Salve @Legio II Italica, grazie per questo interessante post! Mi sono ricordata di aver letto su una rivista di Storia un articolo riguardante alcune grandi vittorie e sconfitte dell'esercito romano, e per quanto riguarda il I secolo l'autore citava ad esempio la battaglia del Monte Graupio nell'83, condotta da Agricola: fu una grande vittoria per i Romani e tremenda sconfitta per i Caledoni ( l'autore indica10000 morti tra i Caledoni e 360 tra i vincitori)... Un saluto e buona giornata!
    1 punto
  29. 10 senza specificazione indica i franchi, come sui nostri gettoni le lire. Invece 10 c indica 10 centesimi. Sui gettoni della serie di Montecarlo i centesimi sono indicati con la virgola decimale come su questo esemplare da 20 centesimi per le slot machine.
    1 punto
  30. Ciao Luciano...per questo ducato avevo fatto una offerta di 1200 euro prezzo di partenza 800 ma non è bastato. È stato venduto a 2200 euro più diritti. Devo dire che la moneta mi piaceva ma avevo la sensazione di avere un pochino esagerato anche se la conservazione piuttosto alta come anche da te sottolineato mi consolava.....a vedere il prezzo di realizzo sono contento così. Saluti.
    1 punto
  31. Salve a tutti qualcuno riesce a darmi una catalogazione precisa, purtroppo e' messa male ma dovrebbe essere uno spicciolo di Volterra, o sbaglio. Un saluto a tutti. 0,3 gr 14mm.
    1 punto
  32. Direttamente da Asta Varesi 70-lotto 488 Gazzetta da 2 Soldi con contromarca TINO e‚ sopra‚ VICEo....ENDn. Mont. tipo 180 Cu g 5‚79 Rarissima
    1 punto
  33. bene... bel discorso surreale ... ma non troppo, in fin dei conti
    1 punto
  34. Direi ineccepibile.
    1 punto
  35. @snam ciao Luca, dato che non so quando riuscirò a passare al circolo (come ti dicevo settimana scorsa il mercoledì mattina mi devo alzare di buon ora, quindi...) credo proprio che ti convenga fare un salto la domenica mattina in Cordusio. Su alcuni banchi vedrai le copie del Gazzettino Un caro saluto e buona giornata, Antonio
    1 punto
  36. Che bella notizia!Un salto lo faccio..Complimenti agli organizzatori!
    1 punto
  37. Sono d'accordo con Luciano, tipo 7 è lo stesso del 19. Non avrebbe avuto senso che due massari avessero deciso di utilizzare lo stesso simbolo nella stessa posizione. La distanza diversa dai piedi dipende solo dal fatto che il triangolino era prodotto da un punzone singolo che poteva essere "spostato" di frazioni di millimetro da un conio all'altro. Direi che si dovrebbe correggere il catalogo. Peraltro, vedo che la riproduzione dello schemino tratto dal papadopoli per il 19 è la stessa del 7.
    1 punto
  38. sai che forse ci sta anche la Q davvero.... io sugli stili non mi pronuncio per ignoranza... aspetto altri che ci dicano
    1 punto
  39. se per Memoli è buona approfittane e fattela sigillare.
    1 punto
  40. 26 agosto 1917: Il Comando supremo che fino al momento aveva, specie su questo fronte, circondato di mistero l’azione, nel suo bollettino di guerra del 26 agosto, riassume brevemente la battaglia e fa nomi di località e di brigate: “Le valorose truppe - dice - della 2a Armata, gettati 14 ponti sotto il fuoco nemico, varcavano l’Isonzo nella notte sul 19 e procedevano all’attacco dell’altopiano della Bainsizza, puntando decisamente sul fronte Jelenik-Vhr, aggiravano le tre linee difensive nemiche del Semmer, del Kobilek e di Madoni, poi riunitisi contemporaneamente attaccavano le stesse linee anche di fronte e le rompevano, nonostante l’ostinatissima difesa del nemico; conseguenza dell’ardita manovra la caduta del Monte Santo.“ Le truppe dell’Armata continuano ad avanzare verso il margine orientale dell’altopiano della Bainsizza, incalzando il nemico che oppone vivacissima resistenza con forti nuclei di mitragliatrici e di artiglierie leggere. Nei combattimenti dal 19 al 23 si sono fra tutti distinti per valore ed ardire: le Brigate Livorno (Reggimenti 33° e 34°), Udine (95° e 96°), Firenze (127° e 128°), Tortona (257° e 258°), Elba (261° e 262°), il 279° Fanteria (Brigata Vicenza), la 1a e la 5a Brigata Bersaglieri (Reggimenti 6° e 12°, 4° e 21°), il 9° e il 13° Raggruppamento Bombardieri, il 2° e il 4° Battaglione Pontieri del Genio. 27-28 agosto 1917: Proseguono le azioni d'assestamento delle posizioni italiane che si rivelano assai difficili da mantenere data la totale mancanza di strade che impediscono l'arrivo di rifornimenti per le truppe e l'avanzata delle artiglierie a supporto dei fanti. A peggiorare la situazione il terreno è privo d'acque superficiali e risorse rendendo molto impegnativa la vita delle nostre truppe. Slemo, 27 agosto 1917: il Comandante della III Compagnia in un momento di relax "in prima linea in periodo d'azione". 29 agosto 1917: Il Comando Supremo italiano ordina di sospendere l'offensiva e di tentare solo un ultimo sforzo contro il blocco delle difese austriache a nord ed a est di Gorizia, ritenendone la conquista utile a favorire le operazioni della III Armata. 31 agosto 1917: L'offensiva italiana s'arresta definitivamente. L'XI battaglia è costata agli italiani circa 144.000 uomini fuori combattimento tra morti, feriti e dispersi; mentre per gli austriaci sono 85.000. Sono stati sparati circa 4 milioni di proiettili da parte dell'artiglieria italiana, e circa 2 milioni da quella austriaca che rimane con oltre il 38% dei suoi cannoni fuori uso. La consapevolezza da parte austriaca di non poter sostenere un altro urto italiano, spinge i Comandi a chiedere l'aiuto dell'alleato germanico. Caporetto è alle porte.
    1 punto
  41. Questo è più realistico siamo nel 1742. Gli altri più idealistici e stilizzati. Eros
    1 punto
  42. Giustamente su quelle che circolano questo fenomeno non si vede ,comunque le monete in euro si possono pulire in caso di bisogno,dal punto di vista numismatico non anno alcun valore,quindi non andiamo a fare nessun danno,per quanto riguarda il materiale,solo i tre spiccioli anno il bagno galvanico, sono di ferro ricoperte di rame,le altre il metallo è di quel colore,non sono rivestite. Saluti Aldo.
    1 punto
  43. Macedonia - il MAKEDONIUM
    1 punto
  44. Grazie a tutti per i pareri e un ringraziamento particolare a Eros e Lorenzo
    1 punto
  45. Proprio il fatto di trovare molte monete con questa particolarità porta il pensiero al fatto che questo errore poteva capitare! Immagina la preparazione dei coni... Ora non so se stampigliavano prima le legende o prima il disegno centrale e neppure se era la stessa persona a farlo, ma sia in un caso che nell'altro poteva capitare che si sbagliasse ad abbinare legenda/disegno Sicuramente non era una cosa voluta.. Il tuo discorso, poi, potrebbe reggere al massimo per Carlo Giovanni Amedeo.. ma anche in quel caso solo il nome della tutrice non mi sembra ragionevole
    1 punto
  46. Ciao a tutti, come sempre, salvo imprevisti dell'ultima ora presente anche per il pranzo.
    1 punto
  47. Thanks a lot, @villa66. My paper will be published in Cyprus, so I think that English should be more appropriate than American English (the island was under english domination for many years) Un'altra richiesta (per tutti, si intende): come tradurreste "moneta di prova"? Io starei per qualcosa come "test coin", ma forse esiste la vera definizione in inglese. Grazie ancora a tutti, non si finisce mai di imparare! Luigi
    1 punto
  48. Secondo me è 1889...
    1 punto
  49. 10 febbraio....Posta la domanda.....letta la risposta eeeee???...via! Ovviamente grazie mille per averci dato l'opportunità di identificare le tue monete e nel contempo di ripassare un po' di bibliografia....? In attesa di altri stimoli Un saluto Mario
    1 punto
  50. Sono errori (mai voluti) che il preparatore dei conii faceva; spesso erano pressati dalle urgenze di emettere, spesso erano analfabeti ed andavano per similitudine; altre volte erano "dovuti", perché mancava il punzone di una lettera e si arrangiavano con un'altra che più gli somigliava.....
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.