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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/07/17 in tutte le aree
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Complimenti a tutta la sezione, che con i suoi contributi nella discussione mi ha aiutato.8 punti
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Buona giornata Nella stessa rivista mi piace far notare questo ulteriore articolo http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=12034 Un plauso al Circolo Patavino @PadovaNumismatica che si propone, per quest'anno, di iniziare un ciclo divulgativo "ricco di sorprese" .... ed al Dr. Banzato del Museo Bottacin che ha concesso la sala del Medagliere per lo svolgimento della conferenza. Va sottolineato come il 2017 si iniziato sotto i migliori auspici; l'incontro divulgativo di sabato scorso organizzato dalla SNI a Finale Ligure (che segue quello avvenuto a Pisa l'ottobre scorso), l'incontro avvenuto lo scorso 28 gennaio presso l'Ambrosiana di Milano, organizzato dal "Centro Culturale Numismatico Milanese" unitamente a "Quelli del Cordusio" e con la collaborazione di questo Forum, il prossimo evento del 1 Aprile p.v. a Parma che vede, nell'ambito del Convegno, la giornata di studio "La Numismatica e i giovani". Tutti eventi che lasciano ben sperare per un "rilancio" culturale e divulgativo della numismatica; tutte occasione per arricchire le nostre conoscenze e per crescere. Riguardo alle iniziative del Circolo Patavino, la Sezione "Monete della Serenissima Repubblica di Venezia", è ovviamente molto interessata e auspichiamo che, tramite questo forum, ci vengano segnalate. Saluti luciano7 punti
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A nome di tutta la associazione del Circolo Numismatico Patavino, ringrazio 417sonia per aver segnalato l'articolo che ci riguarda oltre che condividere pienamente l'augurio di buon auspicio sulle iniziative di divulgazione 2017 fatte da più parti. In particolare, venendo da pregressa esperienza di molti anni del territorio Milanese (e che tento di conservare con tanto affetto sia per il territorio che per le persone) ed avendo partecipato all'evento di Milano dello scorso 28 gennaio presso l'ambrosiana organizzato dal "Centro Culturale Numismatico Milanese" - "Quelli del Cordusio" - "Forum la moneta" , posso testimoniare i progressi fatti sul territorio milanese e la grande emozione nel vedere un gruppo interessato ed affiatato che coprivano quasi 3 generazioni. Perché oltre a ritrovare molti vecchi amici e a fare nuove conoscenze, ho trovato diversi giovani. Riguardo alle iniziative del Circolo Patavino, dove la Sezione "Monete della Serenissima Repubblica di Venezia", posso assicurare che sul forum abbiamo un eccellente testimone che può rappresentarci , solo un po' restio a mostrarsi talvolta. Se cosi non fosse, quando sono a Milano lo facciamo di persona e tu farai eco. un cordiale saluto a tutti Gianpietro- segreteria Circolo Numismatico Patavino4 punti
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Ho verificato i cataloghi dell'Ermitage e della collezione di Palazzo Te e non ho trovato esemplari corrispondenti al tuo. Nel catalogo della collezione BAM vol. IV il verso dell'esemplare n°705 corrisponde al tuo (l'immagine, non la descrizione che è poco dettagliata), quindi C accostate con rosetta e senza bisante all'interno delle C. Io in collezione ho tre esemplari con i due punti ( : ) come interpunzone del verso anche se, a cusa della loro conservazione, le legende sono leggebili solo fra le parole MONTIS:FERRATI o fra FERRATI:II: 1) C accostate con astro a sei punte sopra e sotto e un punto all'interno delle C. 2) C accostate con 4 punti sopra e sotto, nessun punto all'interno delle C. 3) C accostate con rosetta a 5 petali sopra e sotto, un punto all'interno delle C (???, poco leggibile per la scarsa conservazione). In definitiva penso si possa affermare che si tratta di una variante meno comune ma reperibile rispetto a quelle senza punti di separazione o con un punto semplice. Il fatto che spesso queste varianti non vengano descritte (vedi catalogo BAM) è probabilmente dovuto alla scarsa attenzione di cui queste monete godono negli ambienti del collezionismo "d'alto bordo". La cosa non è sicuramente apprezzabile dal punto di vista dello studio sistematico dei piccoli nominali ma lascia ampio spazio di divertimento per gli amanti delle monetucole destinate al popolino e ai piccoli scambi locali. Un saluto Mario4 punti
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Segnalo un interessante articolo scritto dal nostro @ak72 sui segni segreti del doge Pietro Ziani. Articolo che anticipa l'uso dei segni rispetto a quanto evidenziato fino ad oggi da vari studiosi e che da una nuova luce su alcuni aspetti della monetazione veneziana. http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=11996 Questa la discussione sviluppata sul forum,3 punti
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Buon giorno a tutti, ho scovato in rete questo denaro che credo sia con lettera "C" ad inizio legenda, la lettera non è allineata al resto della parola ma scende verso LVCA in conformità con tutti gli esemplari osservati ( @avgvstvs denari di lucca post #2804 pag 113). Che ne pensate?altre ipotesi oltre a quel poco che è stato finora detto? So che @monbalda ci stava lavorando sopra.3 punti
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Per informazione: Ritrovamenti monetali: comune di Ruda (prov di UD): CHIESETTA DI SANT'ANDREA ED ANNA Tra il 1989 e il 1990 la chiesa è stata oggetto di indagini archeologiche in occasione di una importante ristrutturazione. Essa si sovrappone ad una struttura tardo antica, in origine forse una stazione (mansio) collocata nei pressi della strada Aquileia-Cividale, successivamente distrutta da un incendio e occupata da una necropoli. Sopra i muri più antichi, uno dei quali corrispondente alla fondazione dell’arco trionfale, gli scavi hanno messo in luce le strutture sovrapposte riferibili a più fasi della chiesa: un primo edificio ecclesiale, riconducibile all’età carolingia, cui sono attribuiti alcuni oggetti di arredo liturgico, tra i quali un pluteo di recinzione; la chiesa romanica, che fu decorata con un ciclo di affreschi nell’arco trionfale (databili al XIII secolo) in cui spicca la crocifissione di Sant’Andrea. Probabilmente allo stesso periodo - è riconducibile l’occultamento del tesoretto. Durante un sondaggio, sotto il pavimento, sono state scoperte, custodite in una pentola di terracotta, 1164 monete d'argento di epoca patriarcale. Era l'8 marzo 1989. Le monete, dopo essere state restaurare e catalogate, sono state trasferite ed esposte al Museo Archeologico Nazionale di Cividale. Vi sono ben 681 denari del patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs (1218-1251), 480 dei vescovi di Trieste Leonardo (1231-1233) e Volrico (1233-1254) e soltanto 3 del duca di Carinzia Bernardo II Spanheim (1201-1256). Non si sa chi le abbia raccolte e chi le abbia nascoste dentro le fondamenta del piccolo campanile e tanto mento perché sono state nascoste. Certamente risalgono ad una data anteriore all'incendio del paese di Perteole del 1297. Si potrebbe ipotizzare che qualcuno abbia nascosto questo piccolo tesoro per salvarlo da quella razzia e che questo qualcuno sia morto senza rivelarne il luogo.3 punti
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Segnalo, per chi si trovasse ad Oxford il 3-4 aprile, che al New-college si terrà un convegno di studi su Alessandro Magno "A Linked Open World: Alexander the Great, Transnational Heritage and the Semantic Web". Per il programma c'è sotto il link... http://www.greekcoinage.org/opal-conference.html2 punti
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Io dico semplicemente che uno dei componenti fondamentali della definizione di Stato è la definizione del suo territorio e il controllo di quanto accade dentro i suoi confini, nonchè il controllo dei confini stessi. Sono banalissimi concetti di geopolitica, prime pagine di qualunque manuale. Per qualcuno queste operazioni più che legittime, tanto più in uno stato democratico, sarebbero una violazione dei diritti umani. Personalmente, visto che viviamo in una valle di lacrime dove lasciare aperta la porta di casa è lodevole quanto sciocco, è una opinione cui non ritengo saggio conformarmi. Controlli dei confini sono fondamentali e bene fa Trump a portare avanti simili iniziative tutto sommato assai blande. Noi, che ai confini abbiamo rinunciato, possiamo ben vedere in che stato siamo ridotti.2 punti
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A me di una moneta piace quello che riesce a trasmettermi al di là del pezzo in sé, della conservazione ecc... Mi piace la storia che rappresenta, il senso di vissuto, il fatto che trasmette un messaggio, che fissa un dato momento storico e poi mi piace la storia che ha "attorno": la sua provenienza, i precedenti proprietari, i suoi passaggi di mano in mano... quando questo "contorno" è ricostruibile come in questo caso, allora il tutto prende ancor più fascino! Ecco le immagini della catalogazione redatta dal precedente proprietario (mi manca il Domiziano che non avendo preso, non ho avuto). CARACALLA Ex John Cummings 1983 (numismatic dealer from Grantham, Lincolnshire); Ex A. E. Reeves 1983-2015(?) ; Ex Galata (numismatic dealer from Llanfyllin, Galles) 2015(?)-2017 COMMODO Ex Phil Goodwin 1983 (numismatic dealer from Portsmouth, Hampshire); Ex A. E. Reeves 1983-2015(?); Ex Galata (numismatic dealer from Llanfyllin, Galles) 2015(?)-2017 GORDIANO III Ex Phil Goodwin 1983 (numismatic dealer from Portsmouth, Hampshire); Ex A. E. Reeves 1983-2015(?); Ex Galata (numismatic dealer from Llanfyllin, Galles) 2015(?)-2017 ALESSANDRO SEVERO Ex Ian Johnson 1983 (numismatic dealer from Greater, Manchester); Ex A. E. Reeves 1983-2015(?); Ex Galata (numismatic dealer from Llanfyllin, Galles) 2015(?)-2017 Ora, arrivare a ricostruire con questa accuratezza il pedigree di una moneta non sempre e semplice e generalmente lo si fa solo per dei pezzi "storici", importanti, per quelle collezioni iper-famose che poi vengono messe all'incanto in rinomate case d'asta e periodicamente riappaiono nel mercato. Le monete più umili e comuni, appannaggio di anonimi collezionisti che accumulano ciò che amano con passione e che nel loro piccolo costruiscono una collezione coccolata per anni, sono destinate a viaggiare "leggere", spesso e volentieri senza alcuna indicazione sui loro precedenti proprietari per tutta una serie di motivi: perché il venditore di turno non lo ritiene un dato importante, per ragioni di riservatezza, ecc ecc Ecco, che quando ciò non accade, e riesco a scoprire qualche informazione mi si apre il cuore e provvedo a tenerne traccia sia per "onorare" il collezionista che mi ha preceduto sia per tracciare un pedigree destinato - mi auguro - a circolare anche "un domani" (che mi auguro sia il più lontano possibile ). Nella fattispecie, vedere queste carte ingiallite mi emoziona. Negli anni '80 c'erano le macchine da scrivere, le penne biro... ma questo collezionista si è preso la briga di fare il calco di ogni pezzo, di numerarlo con la penna stilografica in ordine progressivo di acquisto e di annotare a lapis la catalogazione, la descrizione e, di tanto in tanto, un approfondimento sull'iconografia del rovescio. A margine annotazioni varie (peso, diametro ecc) e il riferimento al venditore e la data di acquisto. Ai nostri giorni si fa tutto al PC, foto digitali in hd e via! E probabilmente si perde un po' di fascino2 punti
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Riguardo a questa moneta andrebbe chiarito in modo definitivo che si tratta di una emissione della zecca di Mantova; il sistema monetale di riferimento, i territori di circolazione e, non ultimi, l'attuale frequenza nel piccolo mercato antiquario locale, attestano e confermano l'origine e la reale area di circolazione di questo piccolo nominale. La moneta è caratterizzata da un alto numero di varianti che si distinguono per punteggiatura, simboli posti sopra e sotto le due C, presenza/assenza e numero dei globetti all'interno delle C. I due punti ( : ) come segno d'interpunzone sono già censiti per alcune varianti delle legende del dritto e per le legende del verso degli esemplari con le C intrecciate. Nessuna sorpresa quindi che possa essere presente anche in altri esemplari....anche se il CNI non ne descrive....per avere un quadro più completo restano da verificare i cataloghi della BAM, della collezione di palazzo Te e dell'Hermitage. a presto Mario2 punti
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Pierreale del primo tipo di Federico il semplice, propendo anch'io per le sigle n-L. Moneta con ottima patina e ottima fattura per il tipo. Il salto di conio a mio parere non inficia più di tanto la qualità della moneta. Molto piacevole. Come ha avuto modo di scrivere Spahr, è difficile trovare 2 pierreli dello stesso conio, parte di queste monete probabilmente sono state coniate nel periodo dell'anarchia feudale siciliana che ha seguito la morte di Federico il semplice2 punti
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Che ne pensate di questo articolo relativo a una recente ricerca? Potrebbe cambiare molte intuizioni storiche... L’argento dei Conquistadores non aumentò l’inflazione della Spagna Tra il 1520 e il 1650, l’economia spagnola subì un’inflazione paralizzante e inesorabile nella cosiddetta rivoluzione dei prezzi. La maggior parte degli storici ha in parte attribuito tale inflazione all’importazione, a partire dal 1550, dell’argento dalle Americhe, che avrebbe messo molta più moneta in circolazione in Spagna. Ma in un uno studio uscito su Proceedings of the National Academy of Sciences, un team di ricercatori sostiene che per più di un secolo gli spagnoli non utilizzarono questo argento importato per coniare monete, suggerendo che la quantità di denaro circolante in Spagna non sarebbe aumentata e non potrebbe aver innescato l’inflazione. Tra il 16′ e il 17′ secolo, gli spagnoli estrassero fino a 300 tonnellate di argento all’anno dalle miniere in Perù e Messico. Se le pesanti barre riuscivano a sopravvivere ai pericoli dell’Atlantico, sia naturali che pirateschi, potevano essere coniati in real da 8 o essere oggetto di scambi con altri paesi per compensare gli alti costi sostenuti dalla Spagna, che in questo periodo comprendevano le guerre nei Paesi Bassi e l’importazione di porcellana e seta dalla Cina. Ma gli spagnoli poi utilizzavano l’argento importato per coniare le loro monete? Per scoprirlo, l’archeologa Anne-Marie DeSaulty e i suoi colleghi dell’Università di Lione, in Francia, hanno utilizzato la spettrometria di massa per misurare i rapporti di alcuni isotopi dei metalli in 91 monete antiche: 24 provenienti da Grecia e Roma, 23 di epoca medievale provenienti da tutta Europa, 25 coniate in Spagna tra il 16′ e il 18′ secolo, e 19 monete coniate con argento latino-americano. Le monete dell’America Latina generalmente avevano una gamma più vasta di diversi isotopi di argento, piombo e rame rispetto alle monete europee, probabilmente a causa della complessità geologica delle grotte vulcaniche che ospitavano le miniere d’argento più prolifiche del Nuovo Mondo. Più importante per il dibattito sulla rivoluzione dei prezzi, i ricercatori hanno scoperto che le monete con date e teste che indicano una coniazione in Spagna prima del regno di Filippo V (1700-1746) avevano una composizione isotopica simile alle monete medievali europee. Al contrario, le monete coniate in seguito erano più simili a quelli delle Ande. Ciò suggerisce che anche se l’argento americano arrivò in Spagna nel 1550, gli spagnoli aspettarono oltre 100 anni prima di usarlo per la propria valuta. Invece di fare monete, DeSaulty sostiene che gli spagnoli probabilmente scambiavano rapidamente l’argento americano. Tuttavia, Akira Motomura, economista allo Stonehill College di Easton, Massachusetts, che studia l’economia del flusso d’argento di quell’epoca, si domanda se il campione di monete che DeSaulty ha studiato sia grande abbastanza per sostenere le sue conclusioni. I ricercatori hanno analizzato solo 2-5 monete coniate sotto ciascuno dei re spagnoli tra il 16′ e 18′ secolo. L’ipotesi di DeSaulty deriva però dal fatto che composizione isotopica delle monete contemporanee è molto costante, e quindi il campione è probabilmente rappresentativo delle monete che erano in circolazione. Ma anche se si accettasse che gli spagnoli non utilizzarono l’argento del Nuovo Mondo nelle loro monete per decenni, questo è sufficiente per dire che l’importazione di argento dalle Americhe non fu la causa dell’inflazione galoppante? Certamente non era la sola causa, sostiene DeSaulty. Motomura afferma che la situazione era molto più complicata: “In termini di effetti sui prezzi, c’è molto di più” che il semplice ammontare di denaro in Spagna. La Cina passò dai soldi di carta alla moneta d’argento all’incirca in quel periodo, dice, il che fece aumentare il valore dell’argento nonostante ne venisse estratto di più.2 punti
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Per aver dato al figlio un nome palindromo del cognome, suo padre o era ubriaco o aveva avuto tanti altri figli o aveva appena finito di giocare con la Settimana Enigmistica.2 punti
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Non potevano mancare due Testoni del 500 Fiorentini grazie all argento Spagnolo..2 punti
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Ciao Enrico, Personalmente ho una mia opinione personale...........FALSO Già il fatto che anche se è un bimetallico e dello stesso metallo , ritengo bronzo . Le corrosioni estese (ottenute chimicamente) non lasciano intravvedere traccie di patine antiche. Allego la foto con dei riferimenti al colore del bronzo (giallo) , tipico di monete false in bronzo. Non evidenzio tracce di coniatura e probabilmente e stato ottenuto a presso fusione. Mi dirai.........come è possibile a presso fusione ? ........... e possibile.2 punti
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Certo, pagata forse troppo ma mi mancava una gazzetta decente per Isole et Armata da inserire tra le mie levantine. Difficile da trovare in buona conservazione, ho fatto la pazzia Certo rispetto alle altre Dalmatia, Corfù, Armata et Morea è un po' più difficile da trovare. Perdonatemi1 punto
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Ciao a tutti, esistono dei circoli numismatici nella zona Langhe, Monferrato, Roero? grazie e saluti1 punto
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La statua equestre di Traiano , che sorgeva nell’ Atrio o Piazza del Foro di Traiano situata subito dopo l’ ingresso trionfale del suo Foro , fu eretta non prima del 112 come sembra dimostrare la monetazione imperiale recante al rovescio la statua equestre di Traiano e che al dritto reca scritto COS VI , carica iniziante appunto nel 112 ; Statua equestre e Foro furono eretti in seguito alle vittorie dell' Imperatore sui Daci . Il ritrovamento delle fondazioni del basamento della Statua ha permesso di individuarne la posizione precisa ; il basamento si trovava a circa 25 metri dal centro della piazza ed a 30 metri dalla facciata di ingresso al monumentale Foro che ne segnava il perimetro meridionale . La statua equestre di Traiano , nonostante la perdita , e' nota grazie ad un Denario emesso nel corso del COS VI , quindi non prima del 112 , che la riproduce . Come e’ noto da varie fonti storiche , nell’ Urbs , le statue equestri e non , erano ancora tutte perfettamente conservate nel IV secolo , come testimonia la meraviglia di Costanzo II in visita a Roma nel 357 : in particolare fu colpito dalla colossale Statua equestre di Traiano e dal suo Foro . La Statua equestre di Traiano aveva misure colossali , probabilmente di dimensioni pari a circa due volte di quella della statua equestre di Marco Aurelio . Si trattava quindi di una statua che con il suo basamento misurava in altezza molto probabilmente tra i 10 e i 12 metri . Considerando che Costanzo II rimase colpito dalle dimensioni della Statua equestre di Traiano , ma non dalle dimensioni altrettanto e forse piu’ enormi , di quella simile di Domiziano nel Foro Romano le cui misure piu’ o meno corrispondevano in entrambe le statue equestri , questo fatto puo’ forse far sospettare che la statua equestre di Traiano sia stata in precedenza quella di Domiziano , in quanto dopo l’ uccisione di Domiziano di questa statua equestre non si hanno altre menzioni scritte dopo Stazio , il poeta romano vissuto proprio tra il 40 e il 96 ; probabilmente questa enorme statua equestre venne tolta dalla sua sede per il motivo che Domiziano dopo l' uccisione fu bollato di Damnatio memoriae , ma e' anche impensabile che venisse distrutta ; quindi non e’ assurdo sospettare che dalla statua equestre di Domiziano venisse tolta la testa sostituendola poi con quella di Traiano e apportando altre lievi modifiche alla postura , mentre la posa del cavallo rimase la stessa ; di questa sospettabile sostituzione di testa sembra ne soffrissero altre statue in altre epoche ; anche dalla statua in posizione stante colossale di Nerone , in rappresentazione solare , sembra che testa di Nerone fosse poi sostituita con quella di Commodo ; Colosso di Nerone che precedette la costruzione dell’ Anfiteatro Flavio , poi appellato Colosseo per la vicina presenza della enorme statua . Una descrizione , in diretta dal passato , del Foro di Traiano e quindi anche della Statua equestre di Traiano venne fatta oltre due secoli dopo la costruzione , come testimone oculare dei fatti , da Ammiano Marcellino , il quale accompagno’ l’ Imperatore Costanzo II in visita a Roma nell’ anno 357 ; con l’ occasione amplio un po’ la descrizione di Ammiano Marcellino dedicata al solo Foro di Traiano , riportando le impressioni di Costanzo II avute in generale sulla visita dell’ Urbs . Da : “Le Storie” di Ammiano Marcellino , Libro XVI , tomo X , paragrafi da XIII a XVII compresi : “Entrato quindi a Roma , centro dell’ Impero e di tutte le Virtu’ , rimase meravigliato alla vista dei Rostri , il famosissimo Foro dell’ antica potenza , e dovunque volgesse lo sguardo , era colpito dalla bellezza delle numerose opere d’ arte . Parlo’ ai nobili in Senato , al popolo dal Tribunale del Pretore ed accolto nel Palatino con varie manifestazioni di simpatia , godeva di una gioia desiderata . Spesso in occasione dei giochi equestri da lui organizzati , provava piacere dai motteggi della plebe , che ne' era superba , ne’ abbandonava l’ innata liberta’ ed egli stesso si attenne dignitosamente ad una giusta misura . Infatti non permetteva , come nelle altre Citta’ , che le gare terminassero a suo arbitrio , ma come e’ abitudine , con vario esito . Di poi visitando le varie parti della Citta’ poste sulle cime , sui pendii dei sette Colli o in pianura o nei quartieri suburbani , tutto cio’ che vedeva per la prima volta , riteneva insuperabile per magnificenza . Cosi’ il Tempio di Giove Tarpeio (Optimo Maximo) gli sembrava piu’ bello degli altri monumenti , quanto le opere divine dalle umane ; le Terme gli apparivano grandi come le Province , ammirava la mole dell’ Anfiteatro (Colosseo) salda nella struttura di travertino , alla cui sommita’ a fatica sale lo sguardo umano , il Pantheon simile ad una rotonda zona di una Citta’ sollevata per mezzo di volte ad una splendida altezza , le alte colonne che si elevano da una piattaforma su cui si puo’ salire ed alla cui sommita’ sorgono le statue di antichi Imperatori , il Tempio dell’ Urbe , il Foro della Pace , il Teatro di Pompeo , l’ Odeum (di Domiziano) , lo Stadio (di Domiziano) ed altri insigni monumenti della Citta’ Eterna . Ma quando giunse al Foro di Traiano , costruzione a nostro avviso unica nel suo genere ed ammirabile anche a giudizio degli Dei , (Costanzo II) rimase attonito e volse gli sguardi a quel gigantesco complesso di edifici , che non puo’ essere descritto con parole umane ne’ imitato da un mortale . Pertanto poiche’ (Costanzo II) disperava di poter tentare qualcosa di simile diceva di voler e di poter imitare solo il cavallo di Traiano (statua equestre) , che posto al centro dell’ Atrio , porta sul dorso l’ Imperatore stesso . A lui rispose con l’ innata arguzia il Principe Ormisda (fratello maggiore del Re di Persia che viveva esule a Roma) che gli stava accanto : “Imperatore , fai erigere prima una stalla simile a questa se sei capace , il cavallo poi che ti proponi di costruire , vi entri con maesta’ pari a questo che vediamo” Ormisda stesso , richiestogli un suo parere su Roma , rispose di aver provato piacere solo per il fatto che aveva imparato che anche in questa Citta’ gli uomini muoiono ( perche’ Roma gli sembrava abitata dagli Dei , tanto era meravigliosamente costruita ) Durante il proseguio della visita di molti monumenti che produssero su di lui (Costanzo II) profonda impressione , l’ Imperatore accusava la caducita’ e la malignita’ della fama , perche’ pur esagerando sempre ogni cosa , e’ inetta nel descrivere le bellezze di Roma . Dopo aver a lungo meditato su cio’ che dovesse (Costanzo II) fare , stabili’ , per aggiungere un suo ornamento alla Citta’ , di erigere nel Circo Massimo un Obelisco" (questo Obelisco fatto erigere da Costanzo II nel Circo Massimo e’ quello che oggi orna la Piazza di San Giovanni in Laterano ed e’ il piu’ alto con i suoi 32,18 metri) In foto il Denario con al rovescio la Statua equestre di Traiano e il suo Foro , poi un rarissimo Sesterzio di Domiziano , al centro , con la sua Statua equestre , forse distrutta o piu' probabilmente riutilizzata per quella di Traiano dopo la morte e Damnatio memoriae di Domiziano .1 punto
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Come primo messaggio non c'è male. Ma forse sono un illuso ad aspettarmi ancora che qualcuno entri per la prima volta in una comunità senza almeno dire il suo nome e ringraziare chi avrà il buon cuore di aiutarlo.1 punto
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Come conservazione è molto piacevole... penso che 120 euro li valga tutti.1 punto
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sul costo del platino in realtà ci sarebbe da dire .. fino alla fine dell'Ottocento infatti aveva un valore nettamente più basso dell'oro tanto che sono numerosi i falsi d'epoca di monete auree prodotti in platino ... credo però che nei primi del secolo seguente questo discorso non sia più valido1 punto
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@allobroge se metti in catalogo l'immagine della moneta fai un piacere anche a me oltre che ad Alain... moneta molto interessante, e molto ben leggibile il segno di zecca! questa variante con un anellino in più speriamo che i compilatori del MIR nuovo non la considerino "nuova tipologia" altrimenti non finiamo più con i tipi !! ciao Alain, si avvicina la primavera e con essa il momento di rivederci !!1 punto
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partendo dalle immagini inserite nel foglio excel, è possibile cliccando sull'immagine avere il suo ingrandimento?1 punto
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Anche il contorno di un gettone può presentare delle scritte o dei simboli. Sul contorno di questo gettone inglese di Birmingham da mezzo penny emesso dalla Mining and copper Company nel 1792 (postato da Mnelao in Exonumia) ho notato i simboli dei sette pianeti noti agli antichi (simboli astrologici), ciascuno corrispondente a un metallo. Precisamente, da sinistra a destra: l’oro, dominato dal Sole (in effetti una stella); il mercurio (argento vivo), dominato da Mercurio; il piombo, dominato da Saturno; l’argento, dominato dalla Luna (in effetti un satellite); il rame, dominato da Venere; lo stagno, dominato da Giove; il ferro, dominato da Marte.1 punto
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Ci si vede a Bergamo! Rendez-vous irrinunciabile. saluti luciano1 punto
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Sbaglio o non è la prima volta che l'allegra famigliola di "silique" passa sul nostro Forum? Parenti "nobili" dei vari minimi enei di cui @Poemenius spesso ci fa notare le incongruenze? Si sa se si tratta di falsi di realizzazione attuale o se sono prodotti del secolo scorso? Buona giornata, Antonio1 punto
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Diciamo che in medio oriente hanno esportato la democrazia del petrolio. Assassinando donne e bambini innocenti e creando un caos che dura da anni, con la scusa dei tiranni e delle armi inesistenti di distruzione di massa. Ed ora che si riversano milioni di persone in Europa, costruiscono i muri e se ne sbattono degli sbarchi in Italia e Grecia. Una follia senza fine.1 punto
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Veramente esiste già! Aggiungo che è da questa discussione sul forum che è nato l'articolo.1 punto
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Richiedi una scansione con maggior DPI, che questa è in bassa risoluzione. Penso però che sia artefatta.1 punto
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Siete ancora convinti che da bolaffi ci comprano i ricchi? Da quello che leggo da anni ci comprano gli sprovveduti che poi si lamentano. Inoltre chi ha tanti soldi non è detto che non si faccia problemi, io se guadagnassi 7000 euro al mese non pagherei 20 euro per un litro di latte se SO che altrove costa 1 euro... Non è questione di quantità di danaro, si chiama inesperienza nel settore.1 punto
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@loris1980, dal tuo logo suppongo tu non ti occupi di monete ma di banconote. In numismatica la tua affermazione non è sostenibile, in quanto si può parlare di precisione SOLO quando ci troviamo di fronte a qualcosa di scientificamente misurabile. Così non è per la conservazione di una moneta, soprattutto se parliamo di monete non contemporanee, in cui lo status dipende da molteplici fattori - dall'usura ai graffi ai colpi e molto altro. Già con la nostra scala "approssimativa" è impossibile avere un'oggettività - ci sono migliaia di thread in cui si nota come ciò che per qualcuno è BB+ per qualcun altro può essere BB o qSPL, amatore o perito che sia. Aumentare il numero dei gradi non è che aumenti la precisione, aumenta solo l'aleatorierà del giudizio. Se con la nostra scala si oscilla nell'arco di un grado di valutazione, con la loro si oscillerà tra 10 o 15 livelli. La valutazione della conservazione di una moneta a mio parere può essere affidabile solo quando è descrittiva, non certo quando si esaurisce con un improbabile numeretto, che sia in scala 5, 70 o 1000, e che serve solo a darci l'illusione di un'oggettività irrealizzabile.1 punto
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Ciao. Francamente non capisco perché prendersela con Bolaffi....Loro fanno una proposta commerciale e nessuno è obbligato ad accettarla. M.1 punto
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Questa spintria è una riproduzione, c'è anche l'anforetta in esergo sotto le figure che è la "firma" di una serie di riproduzioni conosciute. Le spintrie originali si vendono mediamente dai 2000 euro ai 30.000 in base alla conservazione. Eccone un esempio: http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=2884771 punto
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@nikylmb come ti ha risposto @santone non è un "maltagliato" inteso come moneta Spagnola per l'America del Sud. Questo è un carlino "tosato" come era d'uso in quel periodo, ovvero c'era una appropriazione di metallo pregiato .1 punto
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Sul fatto che mettere il più grande potere al mondo nelle mani di un miliardario, sia un modo per combattere la disparità tra ricchi e poveri, avrei qualche dubbio petronius1 punto
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Si è parlato dei grossi moduli battuti a Napoli ma non va dimenticata la Sicilia. Chissà perchè la monetazione sicula passa sempre in secondo piano rispetto a quella partenopea... Anche a Messina si iniziarono a coniare monete di grosso modulo. Sotto Carlo V, sempre a partire dal 1552, si iniziarono a battere monete da 4 tarì: da asta Bolaffi n°21 lotto 661 (fonte acsearch.info) sotto Filippo II si iniziano a battere scudi da 10 tarì: da asta NAC n°53, lotto 86 (fonte acsearch.info) ed ovviamente 1/2 scudi: da asta Fritz Rudolf Kunker GmbH & Co. KG n°206, lotto 3105 (fonte acsearch.info) E si continua poi con i pezzi da 4 tarì a scendere. Belle le monete di così grande modulo che sicuramente affascinavano chi le riceveva. Forse anche un po' troppo visto che poi ci sarà chi, proponendo monete di grosso modulo e battute al torchio, quindi all'apparenza integre, ma nella sostanza con un contenuto di fino inferiore, speculava sul cambio. A riguardo scrive F. Argelati nel suo "De monetis Italiae..." vol. 3, p. 8: "La Francia pure, ed a sua imitazione le zecche di Toscana, e sento dire anche di Genova, ed altre, trovato facile l'esito nell'Egitto, ed in Soria, ed altri luoghi di Levante, di certe monete di argento coniate a torchio, che colà si spendevano per reali da otto alla pezza, e n'andava di peso 12 alla pezza, allettati i Turchi dalla bellezza del conio, rotondità, ed integrità della moneta, quasi che l'essere maltagliate quelle di Spagna, fosse indicio d'esser tosate, e scarse, ne ha mandate molti milioni in quelle bande, e ritiratone le pezze da 8 reali, che di subito convertite in dodicesimi colà rimandava, ed ha si può dire con questa industria privato d'un terzo delle loro facoltà quei Popoli, che ben tardi aveduti le hanno proibite doppo averne pieni i forzieri".1 punto
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Io sono di Asti......ed effettivamente si sente la mancanza di un circolo numismatico! Il più vicino è a Torino, tra le altre cose affiliato al Forum! Ne ho sentito parlare veramente bene però è troppo scomodo raggiungerlo...peccato! Ad Asti gira voce che ci sia qualcuno che stà cercando di organizzarlo....speriamo!!!!!!!!! Questo non toglie che se ci sono utenti in zona interessati ad un circolo non si possa lavorarci sopra.1 punto
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