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  1. chievolan

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/01/17 in tutte le aree

  1. Lotario non centra niente, i suoi follari sono di misure ridotte. Questo invece è sicuramente di modulo grande, tipico dei follis bizantini. Come da te giustamente notato, sicuramente il conio del diritto e del rovescio ribattuto, appartiene a Ruggero Borsa. Non vedo tracce del follaro di Roberto il Guiscardo. Il follaro bizantino che ha ricevuto l'impronta, è del tipo anonimo, battuto probabilmente tra il periodo di Romano III e Michele IV, tra gli anni 1028 e 1041. Ruggero ha battuto a Salerno tra il 1085 e il 1111. La cosa strana di questa moneta ribattuta è che l'impronta bizantina risalta meglio della normanna, cosa che dovrebbe essere esattamente il contrario per il periodo storico. Un'ipotesi di questa stranezza, potrebbe essere nel conio di Ruggero debole o consumato, nei punti dove si nota di più la parte bizantina.
    4 punti
  2. Buongiorno @anto R, perché inconcludente? A meno che non si tratti di un esemplare di porcellana dipinta credo che gli elementi per poter definire autentica la moneta in questo caso si potessero rilevare già dalla prima immagine postata da ciosky68. L’ingrandimento inserito da fabry61 mi sembra lo abbia poi confermato. Certo, come ricordi giustamente anche tu, bisognerebbe sempre vedere il pezzo dal vero, ma se così fosse allora staremmo freschi... non fosse altro perché spesso, per tutta una serie di motivi che sarebbe lungo elencare, un esame autoptico è impossibile. E allora sospendiamo costantemente il giudizio come facevano gli Scettici? Forse, in effetti, si dovrebbe fare proprio così, ma se il giudizio è sufficientemente motivato da elementi che, nonostante si basino sulla sola foto, si possono ritenere oggettivi - o quanto meno dall’immagine sembrano esserlo -, perché non esprimerlo? Certo, onestà intellettuale vorrebbe che se ad un esame ulteriore e più approfondito si giungesse ad un risultato differente anziché fare finta di niente, come a volte accade, bisognerebbe avere il coraggio di dire “ho sbagliato”. Interessante quanto ricordi a proposito del rinvenimento in contesti funerari ungheresi. Basta vedere - cito il primo testo che mi viene in mente - le tavole del lavoro di Laszlo Kovacs per rendersi conto di come “foratura" non sia immediatamente sinonimo di “falsità". Per una disanima delle monete forate c’è un bel saggio di Claudia Perassi, Monete romane forate: qualche riflessione su “Un grand théme européen” (J.P. Callu), in Aevum 85 (2011), fasc. 2. Come dice il titolo riguarda le monete antiche, ma per farsi una prima idea sul perché e sul come di questa pratica, almeno nell’antichità, è senz’altro da leggere. Riguardo ad una presunta “zappettata” non mi sbilancio, ma può essere... Buona giornata, Teofrasto
    3 punti
  3. Però ... Non sono un venetofilo per cui eventuali studi e osservazioni a riguardo mi sono ignoti. Noto il Vangelo di San Marco, le pieghe delle sue vesti sull'addome e quelle verticali del petto ... Il tutto richiama l'immagine di una caravella, col suo cassero di poppa (il Vangelo) e le sue vele, diretta verso sinistra. Avremmo quindi il santo che sorge da una nave, un po' come i mezzanini col Cristo che sorge dal sepolcro. Che mi dite? E' così? Ciao a tutti. Chievolan.
    3 punti
  4. Buongiorno a tutti! Vorrei in un certo senso ricollegarmi alla mia precedente discussione, grazie ad un'immagine inseritavi da @volituripsetibiphoebus che ringrazio nuovamente per il contributo, spero non gli dispiaccia se ne prendo spunto! Ho pensato di parlare brevemente di entrambi questi Archi dato che, in qualche modo, essi mi sono sembrati collegati l'uno all'altro... Eccomi quindi di nuovo con Augusto, e l'anno è sempre il 29 a.C.: in occasione del trionfo di Ottaviano dopo la battaglia di Azio, infatti, venne eretto nel Foro un Arco in suo onore. Questo sarebbe l'Arco Aziaco, e l'unica testimonianza del suo aspetto ci è fornita da un denario, che mostra un Arco singolo sormontato da una quadriga e recante l'iscrizione IMP CAESAR sull'architrave. L'Arco Partico fu invece eretto nel 19 a.C. per commemorare il ritorno di Ottaviano, ormai Augusto, dall'Oriente e il recupero delle insegne romane perdute nella battaglia di Carre del 53 a.C. contro i Parti. Probabilmente fu innalzato vicino al Tempio del Divo Giulio, come confermerebbero alcuni resti trovati in questo punto. Il denario mostra un Arco a tre fornici della stessa altezza; quello centrale è sormontato anch'esso da una quadriga guidata da Augusto, mentre in corrispondenza di quelli laterali troviamo per ognuno una statua dei Parti: alla sinistra di Augusto un Parto è raffigurato con un'aquila in una mano e un arco nell'altra, mentre quello alla sua destra tiene in mano un'insegna militare. La legenda sul rovescio potrebbe essere parte dell'iscrizione dedicatoria presente sulla trabeazione: CIVIB(us) ET SIGN(is) MILIT(aris) A PART(hicis) RECVPER(atis). A proposito delle insegne perdute, vorrei segnalare questa discussione dell'estate scorsa Vorrei inoltre precisare che, sulla posizione e l'identificazione dei due Archi, non ho trovato ipotesi unanimi: si pensa ad esempio che nel punto dove sono stati trovati i resti dell'Arco Partico vi fosse stato precedentemente costruito quello Aziaco, in seguito demolito per fargli posto. Secondo altre ipotesi, l'Arco Aziaco sarebbe crollato e fu quindi sostituito da quello Partico (entrambe queste ipotesi si basano su successivi ritrovamenti di resti di un Arco singolo, in corrispondenza di dove si pensa potesse sorgere l'Arco Partico). Oppure ancora, i resti oggi visibili potrebbero appartenere all'Arco Aziaco, mentre quello Partico sarebbe stato costruito dal lato opposto rispetto al Tempio del Divo Giulio. Tuttavia, anche se l'Arco Aziaco rappresentava in qualche modo una testimonianza della guerra civile, risulta strano che Augusto abbia fatto demolire un monumento a lui dedicato, e ancor più strano che un Arco romano in marmo sia crollato dopo solo una decina d'anni. Si è arrivati quindi ad ipotizzare che nel Foro esistessero due Archi distinti dedicati ad Augusto, seppur collocati a breve distanza l'uno dall'altro. ...E per ora è tutto: purtroppo, per mancanza di conoscenze più approfondite, le informazioni che riesco a fornire sono solo queste e mi farebbe quindi molto piacere se voleste aggiungere qualche vostro commento o considerazione Buona giornata!
    2 punti
  5. buonasera, mi sono regalato questa moneta...niente di speciale, ma mi mancava una cenomane. la condivido con voi...
    2 punti
  6. Può essere qualsiasi cosa, tranne una moneta Forse un qualche tipo di gettone, ma le due facce sono uguali, o hai sbagliato a mettere le foto? petronius
    2 punti
  7. 2 punti
  8. Concordo in pieno con dareios, non vedo tracce dell'amabilis, ma solo del follaro di Borsa ribattuto sul follis di classe B (sequenza di ribattitura molto frequente, vista la larga circolazione di questi folles nel Meridione). Anche l'effetto di ribattitura al contrario mi è capitato di osservarlo altre volte, e credo che sia frutto non solo dell'usura dei conii ma anche di una battitura normanna molto approssimativa.
    2 punti
  9. Buon giorno a tutti, chi ha avuto modo di raddrizzare una moneta piegata oltre un certo angolo sa che la frattura totale è inevitabile, credo che questa casomai lo fosse in modo lieve, ma ho avuto anche monete in argento o Buona mistura non piegate con fratture simili provocate solo dalla cristallizzazione dell' argento la Dove l'eccessiva pressione del conio le aveva assottiglia troppo in alcuni punti (potrebbe essere questo il caso), si nota abbastanza bene che la frattura non corre da un lato all'altro del tondello ma è presente anche in altre zone lontane da un'eventuale piegatura. Esperienza personale.
    2 punti
  10. Vorrei segnalare che un altro esemplare è stato recentemente ritirato nella EAuction 390 di Classical Numismatic Group che chiude oggi, lotto 18: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1834&lot=18 http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=328882
    2 punti
  11. E' da dire che hanno pasticciato parecchio col conio di questo soldino. Oltre alla N gotica era probabilmente rovesciata, e poi corretta, anche la prima E di VENETI. E forse lo è anche la M di MARCVS. Da notarsi anche le aste (bella quella del doge) realizzate in segmenti e ugualmente realizzato in segmenti quasi rettilinei il cerchio lineare attorno al leone.
    2 punti
  12. Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 456.000 Conservazione: BB+ Località: Milano
    2 punti
  13. In collezione: FRANCESCO DANDOLO 1329-1339 Mezzanino, o mezzo grosso. Il doge in piedi a sinistra, col berretto ducale e manto ornato di pelliccia, tiene con ambe le mani l'asta di uno stendardo colla croce, che svolazza a destra ·FRA·DAN· ·DVLO·DVX·. Busto di S. Marco di fronte, cinto di aureola, che benedice colla destra avendo nella sinistra il vangelo ·S·MARC· ·VENETI·.
    1 punto
  14. E' la prima volta che scrivo in "Monete Estere" ; oggi mi sono arrivate la mezza sterlina ed il quarto ( a fine dicembre, presso la RM c'erano oramai solo questi due nominali). Un plauso per il "contenitore" molto ben curato ed elegante ( cofanetto in legno) però la spedizione è molto spartana, le due scatolette sono state inserite in una "semplice" busta a bolli, senza alcuna chiusura di garanzia, comunque è filato tutto liscio. Il mio post verte su un'altra questione, all'interno delle scatolette vi è un piccolo libriccino che molto succintamente spiega chi era Pistrucci, e da alcune spiegazioni sulle iscrizioni riportate sulla moneta, che vengono riprese dalla prima sterlina del 1817 di Giorgio III, ad un certo punto ( allego la foto) si afferma che il motto in inglese "Evil unto him that thinks evil of it" è la traduzione del famosissimo motto "Honni soit qui mal y pense" dalla lingua LATINA?!?!? Mi sa che questa volta la Royal Mint ha toppato alla grande. saluti TIBERIVS
    1 punto
  15. Indirizzo mail: [email protected] VII Memorial Correale - 1/2 Aprile 2017 Castellammare di Stabia (Napoli) Scambi,acquisti,vendita e perizie di materiale da collezionismo. Hai una moneta o materiale da collezionismo, ma non ne conosci il valore? Saranno presenti esperti del settore, che forniranno stima, valutazione, perizia e consulenza. VII Memorial Correale Manifestazione di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartofilia, telecarte e oggettistica varia. Punto d’incontro due volte l’anno dell’Italia meridionale, con la presenza di periti specializzati ed esperti operatori del settore, che per l’occasione metteranno in esposizione all’interno della sala e all'esterno dell’Hotel Le Palme autentiche rarità: monete, francobolli, banconote, decorazioni militari, cartoline, storia postale, stampe, orologi, album da collezione, immagini sacre, carte telefoniche, quotidiani, locandine, libri, fumetti, figurine, calendari militari, penne da scrittura, pins, spille, oggettistica varia, accessori e raccoglitori per collezioni. Ampio parcheggio custodito, sala ristorante, durante la pausa pomeridiana, pranzo completo a prezzo fisso e irrisorio, per deliziare il vostro palato con ottime specialità locali. Hotel Le Palme - via Pioppiano N°113 - Castellammare di Stabia - (Napoli) Gli orari di apertura e chiusura: Sabato 1 Aprile 2017, dalle ore 9:00/14:00 - 15:00/18:00 Domenica 2 Aprile 2017, dalle ore 9:00 alle 12:00 Ingresso Libero In memoria del Presidente Salvatore Correale Fondatore nel 1994, dell'Associazione Circolo "Tempo Libero", deceduto prematuramente il 28 Marzo 2013, lasciando un vuoto incolmabile. Sarà ricordato da tutti per la sua spontaneità, semplicità, solarità, disponibile verso gli altri, di una generosità e gentilezza unica, con un cuore grande, un uomo perbene. Ha sempre creduto negli anni nel progetto culturale, nonostante le tante difficoltà di una città poco propensa e ostile ad eventi di tale importanza, omaggiando con 5 cartoline acquerellate a mano, dal maestro stabiese "Lelio Amedeo Cerchiari", con annullo filatelico, e 2 medaglie d'argento e bronzo, commemorative, incise dallo scultore fiorentino "Cesare Alidori". I 35 convegni di numismatica e di filatelia e il V Meeting dei numismatici Europei, sono stati per le città di Castellammare di Stabia e Gragnano, un lustro di rilevanza nazionale, uniche manifestazioni del genere proposte negli anni, in tutta la Campania e nel Sud. Un ricordo indelebile per tutti i soci dell'Associazione Circolo "Tempo Libero" e i numerosi visitatori d'ogni parte d'Italia. Per informazioni come partecipare e contatti: Associazione Circolo "Tempo Libero" Castellammare di Stabia (Napoli) Telefono per informazioni: (+39) 3498125912 – Attilio Maglio Mail per informazioni: [email protected] Sito internet: http://clubdeltempolibero.xoom.it/ Pagina Facebook: Associazione Circolo Tempo Libero Twitter: @libero_tempo Google+: Tempo Libero Instagram: @libero.tempo Vimeo: Libero Tempo I nostri blog: http://associazionecircolotempolibero.blogspot.it/ http://circolotempolibero.tumblr.com/ I nostri soci Hatria Numismatica Numismatica Salentina Neacoins Numismatica La Cervese Nami Collezionismo Numismatica Rennella Straziota Michele Numismatica Scuotto Chiarelli Vincenzo De Angelis Eugenio Petrino Tommaso Armonie del Bhazar Numismatica Merola  M&M Plastic Roccatani Raffaele Ciaparrone Celestino Arnone Giovanni Aiello Sergio Carbone Angelo Rizzuto Aldo La Spina Tony Turco Antonio Cotrufo Francesco Cinetematico di D'Agata Salvatore Russo Giuseppe L'arte della Lira Natale Pio Appio Vincenzo Sarcinelli Michele Romano Mauro Numismatica Raponi Numismatica Testa Mazzeo Pasquale Segnalo per tutti gli appassionati di cartamoneta:
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  16. Ho trovato questa immagine online per la quale gradirei consulenze da più esperti di me. Al dritto, mi pare un "amabilis" di Roberto il Guiscardo ribattuto sul nimbo crociato dal figlio Ruggiero (ROCE RIus dux) con il suo Bellizia 80, di cui al rovescio si vede il san Matteo capovolto accostato dalla caratteristica M sormontata da barretta. Ma sempre al rovescio, la croce sui gradini non mi pare possa essere quella dell'amabilis poiché mi pare sia sovrapposta alla testa del san Matteo invece di esserne sotto; inoltre la croce dell'amabilis non è accostata dalle leggende che qui si vedono. Si tratta, forse, di una doppia ribattitura? Ossia Ruggiero ha ribattuto un amabilis che poi è stato ribattuto ancora con quella croce e quelle leggende? E se così fosse, la croce potrebbe essere di Lotario di Supplimburgo che batté alcune monete a Salerno fra il 1137 e il 1139? Grazie.
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  17. Ultima entrata in collezione, un 1/2 tari di Carlo V, busto barbuto, zecca di Messina, anno 1541, ex collezione Spahr (a quanto pare) Al dritto: Busto barbuto volto a destra entro circolo di perline. + x CAROLVS x IMPERTO x Al rovescio: Aquila coronata ad ali aperte volta sinistra , circolo lineare. + x REX SICILIE x Spahr 392 , MIR 305 Materiale: Ag Diametro: 16 mm Peso: 1,44g
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  18. @Rocco68 e @Rex Neap non è il massimo... Tratta da Le grandi monete d'argento dei borboni di Napoli, p. 85.
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  19. complimenti a tutti,bella discussione e alcuni contorni veramente pregevoli. Contribuisco anch'io nonostante le foto diciamo non proprio ottimali... Birr Etiope 1895
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  20. Ottimo pedegree, bella variante "IMPERTO", splendida patina, la monetina si fa ammirare. Complimenti @ozacido, Saluti, Rocco.
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  21. Salve ragazzi. potrei gentilmente sapere un vostro parere di codesta moneta da 100 lire del 1958.Foto fresca fresca di giornata.Non mi chiedete per favore di farne di nuove che per far venire queste qua ho fatto una cinquantina di foto e ho passato una giornata a farle Grazie e alla prossima
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  22. Ecco il comunicato stampa delle nuove monete, le descrizioni e le immagini in HD. http://collezionieuro.altervista.org/blog/san-marino-temi-caratteristiche-delle-nuove-facce-delle-monete-ordinarie-2017/
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  23. Ne ho trovate due nel web similari in ottone già forate pronte all'uso... ______________
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  24. L'ultima è dell'Afghanistan https://en.numista.com/catalogue/pieces5200.html
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  25. Nel postare questa moneta in mio possesso, vorrei aggiungere qualche nota all'eccellente lavoro postato a suo tempo da Roth37 su questa interessantissima e poco conosciuta monetazione. Le prime monete ossidionali furono emesse nei primi anni del XVI secolo nell’ambito del conflitto che oppose Francesco I a Carlo V, ne sono un esempio le emissioni ossidionali di Tournai e/o di Pavia. Come detto la qualità delle ossidionali, a causa del loro intrinseco di scadente qualità e per la (in)perizia dei zecchieri spesso improvvisati, era piuttosto scarsa, anche perché la loro speranza di vita era piuttosto breve, destinate come erano ad essere rifuse al momento della fine dell’assedio. Non è però il caso di queste emissioni dell’assedio di Anversa che si presentano con un conio relativamente raffinato e in notevole quantità poiché, come le loro consorelle dell’assedio di Strasburgo, continuarono a circolare per un certo periodo anche dopo la fine degli eventi bellici che le avevano create: i pezzi da 10 cent furono infatti demonetizzati nel 1825, ossia più di dieci anni dopo la loro ultima emissione (quelle dell’assedio di Strasburgo furono ritirate addirittura nell’ottobre del 1856). Come detto da Roth37 nel succitato lavoro, Napoleone considerava da sempre Anversa come un punto strategico chiave nel suo schieramento difensivo, nominò come governatore l’insigne uomo politico, stratega ed architetto militare, fisico nonché matematico Lazar Carnot , il quale arrivò ad Anversa i primi di febbraio del ’14 trovandovi, al comando di 6000 uomini, il generale Lebrun. Una delle prime preoccupazioni del Carnot fu di dare disposizioni al fonditore della marina imperiale Monsieur Wolschot di battere moneta utilizzando il bronzo dei cannoni (c’è chi dice dei cannoni presi agli inglesi, mah!). Inizialmente le due “zecche” di Wolschot ricevono l’indicazione di battere pezzi da 5 centesimi dal peso di 16,6 g avendo l’intenzione di emettere moneta con valore corrispondente all’intrinseco (all’epoca il rame era quotato 3 franchi/kilo pesando i 5 cent. francesi “Duprè” 10 g, Carnot voleva cosi aumentare il “gradimento” presso la popolazione delle monete dell’assedio) ma dopo appena qualche giorno Carnot ritorna sulla sua decisione e ne ordina la riduzione a 12,5 grammi: questo ci porta alla prima variante di questa monetazione, ossia gli assai ricercati soldi a “grande modulo” di cui se ne conoscono una trentina di esemplari ma se ne stima l’esistenza di 180 (questo a me risulta contrariamente a quanto riportato nel succitato articolo che ne cita 200), oltre ad alcune rarissime prove in piombo ed esemplari di presentazione in argento. I conii sono immediatamente riconoscibili dalla “s” dopo “CENT” (quotazione catalogo Gadoury 250 B – 750 MB – 2000 BB – 5000 SPL), ad onor del vero ne esiste anche qualche esemplare (4 conosciuti) a 12,5 g. ma si pensa possano essere anch’essi delle prove della prossima coniazione. Successivamente, per far fronte alle esigenze di commercio (il 5 cent. Era una moneta dal potere d’acquisto piuttosto basso, rapportabile più o meno ai nostri 65/100 di euro) si emise il multiplo da 10 centesimi dal peso esattamente doppio di quelle da 5 centesimi, ossia 25 grammi. Quasi immediatamente venne aperta un’altra “zecca” all’Arsenale e l’incisione venne affidata niente meno che ad un sergente, tal Jean-Louis Gagnepain, un dilettante dall’enorme talento innato, tanto che le incisioni delle monete uscite dalla sua officina sono di qualità superiore a quelle uscite dai conii prodotti dagli incisori che lavoravano per il Wolschot, Van de Goor (V) e Ricquier (R): le sue monete sono riconoscibili per la presenza delle lettere JLGN sul nastro che lega i rami d’olivo, mentre quelle degli altri due incisori portano l’iniziale R o V sotto la N di Napoleone; alcune monete portano l’iniziale W, non si tratta però di un quarto incisore ma bensi dell’iniziale dello stesso Wolschot. Le monete senza nessuna iniziale vengono attribuite al Ricquier. Come già detto questa monetazione, nel panorama delle monete ossidionali, è alquanto anomala: sono diverse le singolarità che la contraddistinguono dalle altre monete d’assedio, prima fra tutte è l’esistenza, per quasi tutte le tipologie, di prove in piombo ed esemplari d’ostentazione in argento, la qual cosa è perlomeno singolare in monete di necessità emesse sotto il cannone nemico. Un’altra particolarità è data dal fatto che ad Anversa non c’era all’epoca la disponibilità di un laminatoio e le lastre da cui ricavare i tondelli per la coniazione furono ottenute versando direttamente la colata di fusione del bronzo in una vasca piana dai bordi rialzati facendola qui freddare prima di essere fustellata: questo ha prodotto sia monete battute ma che presentano a volte bolle di fusione, sia (a causa delle inevitabili micro-pendenze) alcuni esemplari a sezione leggermente trapezoidale anziché rettangolare, con la conseguente diversa impressione sui bordi contrapposti. Possiamo parlare poi della scelta inspiegabile di coniare alcune monete con assi alla francese ed altre con assi alla tedesca. Ma forse la particolarità più grande è che le monete ossidionali d’Anversa furono emesse a nome di due diverse autorità. Torniamo brevemente alle nostre note di storia: nonostante qualche parziale successo, le truppe napoleoniche, accerchiate ed in schiacciante inferiorità numerica perdono sempre più terreno nei confronti delle truppe della sesta coalizione. Il 4 aprile, dopo un’ultima disperata difesa, Parigi cade e due giorni dopo Napoleone firma a Fontainbleu la capitolazione ed accetta di ritirarsi sull’Isola d’Elba trasformata in un principato. La notizia arriva ad Anversa ormai ridotta alla fame solo l’11 di aprile ma non ci sono ordini o disposizioni precise, solo il giorno dopo Carnot è invitato ad aderire al nuovo governo provvisorio del restaurato nuovo sovrano, il fratello minore della buonanima di Luigi XVI, Luigi XVIII. Possiamo immaginare quale reazione possa aver avuto il repubblicano Carnot, a cui già andavano strette le redini di Napoleone, all’idea di prestare giuramento al fratello di colui che aveva contribuito a spedire, con il suo voto favorevole alla decapitazione, sul poco ambito palco delle Tuilleries, ma nonostante un consiglio di guerra molto indeciso sul da farsi, Carnot opta per l’armistizio con gli inglesi, che però rifiuta di firmare personalmente. Il 17 aprile la guarnigione riconosce l’autorità del nuovo sovrano e sulle monete ossidionali di Anversa il monogramma con le doppie L di Luigi XVIII sostituisce la N napoleonica: per circa due settimane vengono battute 52760 monete ossidionali con le insegne del nuovo sovrano. In totale furono coniate 217448 monete da 10 Cent. e 69296 monete da 5 cent. suddivise in 29 varianti censite, ma che probabilmente costituiscono un computo per difetto. Per concludere, vediamo ora una scheda riassuntiva delle varianti repertoriate per tipologia: Napoleone 5 CENTs grande modulo unica tipologia facilmente riconoscibile per la presenza di una piccola s dopo CENT con censiti 1 esemplare di prova in piombo (Museo Vleeshuis Anversa), 1 esemplare di ostentazione in argento (Cabinet des Médailles – Bruxelles) e 4 esemplari da 12,5 g (Museo Vleeshuis e collezione privata); Napoleone 5 CENT piccolo modulo varianti per: incisore/commissionario (V – JLGN e senza firma); V della firma sopra o sotto il nodo; bordo (limato, irregolare, rigato); nastro (punte arrotondate o no); nodo (semplice o doppio); posizione della legenda “OBSIDIONAL”; conio dei 10 centesimi per il dritto; assi (alla francese o alla tedesca); rami ( estremità che si toccano o meno); numero di foglie all’esteremità. Luigi XVIII 5 CENT Monogramma primo tipo (doppie L parallele) tutte firmate da Van de Goor. Varianti per: V della firma sopra o sotto il nodo; posizione della legenda “OBSIDIONAL”; assi (alla francese o alla tedesca); presenza o meno di un punto sotto il “5”. Luigi XVIII 5 CENT Monogramma secondo tipo (doppie L incrociate), tutte firmate da Gagnepain. Varianti per presenza o meno di un punto dopo la data; presenza o meno di un punto dopo “CENT”; assi (alla francese o alla tedesca); numero di foglie con cui terminano i rami d’olivo.
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  26. Direi proprio di sì. Sul cartoncino della moneta si dice che il dritto rappresenta un denario romano raffigurante la testa dell'Italia, conservato a Palazzo Massimo, se non è lui gli somiglia di sicuro molto Al rovescio della moneta da 2000 lire, la statua dell'Ares Ludovisi, esposta a Palazzo Altemps petronius P.S.: la foto del denario viene da Deamoneta, non è l'esemplare di Palazzo Massimo.
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  27. Da un vecchio catalogo , un ragguardevole , rarissimo esemplare di statere incuso di Poseidonia con simbolo pistrice . L'esemplare , già in NAC 9 ( 1996 ) lotto 75 , poi in NAC 33 ( 2006 ) lotto 35 , è in quest'ultima descritto " of the highest rarity , the only one specimen in private hands of only three known " . Un secondo esemplare è in BMC 3 , il terzo ignoro dove . Unisco ,pressoché coeva , da BMC 16 , una dracma incusa di Poseidonia con lo stesso simbolo . Aggiungo ancora , per l'analogo simbolo in esergo , un bellissimo esemplare , di alcuni decenni più recente , di tetradramma di Siracusa
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  28. io azzarderei FDC ma andrebbe vista in mano, come tutte le monete dal resto
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  29. Anche questa è una delle mie preferite.
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  30. Non concordo per nulla.... questo gusto "arcaicizzante" lo trovo attraente. ... molto attraente! [emoji4]
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  31. manca solo una cosa,ma tra poco la metteranno...le recensioni dei clienti soddisfatti?
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  32. Nel gigante viene segnalata con una nota,la moneta non è falsa, è solo più leggera...
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  33. L'idea mi piace, è intrigante. Osservando il disegno del santo noto che quello che dovrebbe essere la parte inferiore della veste è molto allungato (infatti arriva sotto il gomito) : la prua (?), se così fosse potrebbe essere la nave da carico (di cui propongo un esempio, anche se leggermente più tardo) con cui le spoglie sono arrivate in laguna (?)
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  34. Grazie per la segnalazione, continuiamo così... ;-) Skuby
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  35. Eviterei di dare giudi<<i su dei parenti che sicuramente non servono numismaticamente ed abbassano lo stile del post,sopratutto dopo che tanti altri gli hanno confermato che è un falso era del tutto superfluo.
    1 punto
  36. il volto raffigurato è quello di Enrico VIII re d'Inghilterra... purtroppo visto lo stile e la contromarca al rovescio opterei per una riproduzione ... ti allego l'imagine di un esemplare certamente autentico Saluti Matteo
    1 punto
  37. stesso conio del dritto ? prossima asta 51 gallery lot 6
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  38. 1 punto
  39. riprendo questa interessante discussione postando questo particolare ducato proposto all'asta Canusia https://www.deamoneta.com/auctions/view/477/7040 questa è l'identificazione fornita Monete 7040 Oriente Latino - Crociati. Chios. Maona (societa') (circa 1347-1385). Ducato in oro ad imitazione dell' emissione Veneziana di Andrea Dandulo. Zecca incerta. d/ Doge inginocchiato a sinistra, in atto di essere benedetto da San Marco in piedi a destra. r/ Cristo Redentore in piedi posto di fronte all'interno di mandorla di nove stelle. Lunardi CS6; cf. CNI VII 37 (per tipo). Peso: 3,5 g. Diametro: 20 mm. BB-SPL Trattasi invece di un ducato di Domenico Cattaneo (1331-1341) coniato a Fogliavecchia o Focea http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL4/2
    1 punto
  40. Il soldino del Dolfin ha un titolo di 0,965, titolo che rimane invariato fino al doge Andrea Contarini. Sotto questo doge abbiamo l'emissione del soldino con il leone seduto ed il titolo inizia a diminuire (0,952)
    1 punto
  41. @francesco77...Rilancio con un Carlino del.....nipote. ....senza I soliti difetti.
    1 punto
  42. Sì, ma hai visto che negozi ci sono in via Manzoni? Hai idea di quanto costi un affitto lì? Chi credi che lo paghi? Ciao. petronius
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  43. Mi sembra molto semplice e già scritto in più occasioni: stella stella = Alvise II. Stella punto = Alvise III. Alvise I ha la banderuola, Alvise IV ha uno stile completamente diverso, si vede facilmente. Non mi sembra molto complicato. Lo zecchino della discussione con le stelle simili a triangoli è sempre Alvise II
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  44. Buongiorno a tutti. Premesso che un giudizio su una fotografia non è mai preciso, come giustamente sopra osservato è importante inquadrare prima di tutto i contesti del ciclo produttivo della moneta in questione, perché sono proprio questi la "chiavetta di lettura" da cui poi nasce il giudizio di conservazione e l'eventuale valore economico. Le monete emesse sotto Napoleone infatti, nascono già con una serie di difetti congeniti, tipici dei limiti tecnici del processo di coniazione: graffi di conio per il riporto al giusto peso del tondello (come in questo caso visibili al R/) provocavano conseguentemente delle imprecisioni di battitura nei rilievi (con debolezze e/o mancanze di metallo tanto per citarne un paio). Quindi, essendo questi difetti il risultato dello stesso ciclo produttivo, non incidono sul grado di conservazione (se la moneta ad esempio, non ha assolutamente circolato, rimane fdc anche in presenza di difetti, perché e "nata così"), ma invece sul valore economico finale: chiaramente, più la moneta sarà esente da difetti, maggiore sarà il valore economico che l'eventuale collezionista sarà disposto a pagare per averla. Spero di esserti stato d'aiuto. fab
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  45. Parlavamo di giovani? Ecco il fantastico Riccardo in braccio a papà @flepre!
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  47. ancora no, mi dovrebbero arrivare verso metà febbraio
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  49. Ciao...porto anche il mio "contributo" a questa bella pagina. Quasi 11 anni fa, ho iniziato la collezione "le monete degli imperatori". Venivo seguito dall'Agente Bolaffi di zona il quale, nonostante non suggerisse la collezione a "titolo d'investimento", garantiva comunque una certa resa dopo "alcuni anni", visto che comunque al momento della riacquisto Bolaffi detrae l' IVA (all'epoca al 20%) + un ulteriore 20%. sul listino in vigore al momento in cui avessi deciso di vendergli le monete. Vabbè...vista la crescita che aveva avuto negli anni precedenti il prezzo, avevo calcolato che in 3/4 anni sarei andato, in cas di rivendita, in pari. Ho quindi cominciato ad acquistare monete, tra cui alcune d'oro (non vi dico i prezzi vergognosi) e una, pare particolarmente ricercata, di Bruto in argento, e poi altri dinari, solidi,sesterzi ecc ecc. Poi, per vicissitudini economiche, circa 5 anni fa sono stato obbligato a cessare la collezione, avendoci comunque investito circa 30.000 Euro. Questa estate mi sono trovato, sempre per la peggiorante situazione economica, a chiedere un offerta alla Bolaffi per la mia collezione. La risposta è stata questa: Disposti a ricomprare soltanto le monete d'oro ed a un prezzo (circa 7000 euro) pari al 60% di quello che IO le avevo pagate nel 2005/2006/2007/2008 e 2009 e con pagamento in 5 rate mensili. I restanti pezzi, uniti ai costosissimi raccoglitori, non interessavano. Inutile dire che,nonostante il bisogno, mi sono tenuto la roba. Credo che le monete acquistate da loro nel 2005, non costino adesso in un negozio di numismatica quello che le ho pagate. Forse mio figlio, se ha pazienza, tra una 30ina di anni riuscirà a riprendere quello che io ho speso. Purtroppo ho amarmanete contatato che la roba che si compra da Bolaffi si può rivendere soltanto ad altri Clienti Bolaffi, che allora avrebbero si un sostanzioso risparmio sul listino in vigore. Il resto è un bagno di sangue. Ciao. Giglio
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