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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/01/17 in tutte le aree

  1. Lotario non centra niente, i suoi follari sono di misure ridotte. Questo invece è sicuramente di modulo grande, tipico dei follis bizantini. Come da te giustamente notato, sicuramente il conio del diritto e del rovescio ribattuto, appartiene a Ruggero Borsa. Non vedo tracce del follaro di Roberto il Guiscardo. Il follaro bizantino che ha ricevuto l'impronta, è del tipo anonimo, battuto probabilmente tra il periodo di Romano III e Michele IV, tra gli anni 1028 e 1041. Ruggero ha battuto a Salerno tra il 1085 e il 1111. La cosa strana di questa moneta ribattuta è che l'impronta bizantina risalta meglio della normanna, cosa che dovrebbe essere esattamente il contrario per il periodo storico. Un'ipotesi di questa stranezza, potrebbe essere nel conio di Ruggero debole o consumato, nei punti dove si nota di più la parte bizantina.
    4 punti
  2. Buongiorno @anto R, perché inconcludente? A meno che non si tratti di un esemplare di porcellana dipinta credo che gli elementi per poter definire autentica la moneta in questo caso si potessero rilevare già dalla prima immagine postata da ciosky68. L’ingrandimento inserito da fabry61 mi sembra lo abbia poi confermato. Certo, come ricordi giustamente anche tu, bisognerebbe sempre vedere il pezzo dal vero, ma se così fosse allora staremmo freschi... non fosse altro perché spesso, per tutta una serie di motivi che sarebbe lungo elencare, un esame autoptico è impossibile. E allora sospendiamo costantemente il giudizio come facevano gli Scettici? Forse, in effetti, si dovrebbe fare proprio così, ma se il giudizio è sufficientemente motivato da elementi che, nonostante si basino sulla sola foto, si possono ritenere oggettivi - o quanto meno dall’immagine sembrano esserlo -, perché non esprimerlo? Certo, onestà intellettuale vorrebbe che se ad un esame ulteriore e più approfondito si giungesse ad un risultato differente anziché fare finta di niente, come a volte accade, bisognerebbe avere il coraggio di dire “ho sbagliato”. Interessante quanto ricordi a proposito del rinvenimento in contesti funerari ungheresi. Basta vedere - cito il primo testo che mi viene in mente - le tavole del lavoro di Laszlo Kovacs per rendersi conto di come “foratura" non sia immediatamente sinonimo di “falsità". Per una disanima delle monete forate c’è un bel saggio di Claudia Perassi, Monete romane forate: qualche riflessione su “Un grand théme européen” (J.P. Callu), in Aevum 85 (2011), fasc. 2. Come dice il titolo riguarda le monete antiche, ma per farsi una prima idea sul perché e sul come di questa pratica, almeno nell’antichità, è senz’altro da leggere. Riguardo ad una presunta “zappettata” non mi sbilancio, ma può essere... Buona giornata, Teofrasto
    3 punti
  3. Però ... Non sono un venetofilo per cui eventuali studi e osservazioni a riguardo mi sono ignoti. Noto il Vangelo di San Marco, le pieghe delle sue vesti sull'addome e quelle verticali del petto ... Il tutto richiama l'immagine di una caravella, col suo cassero di poppa (il Vangelo) e le sue vele, diretta verso sinistra. Avremmo quindi il santo che sorge da una nave, un po' come i mezzanini col Cristo che sorge dal sepolcro. Che mi dite? E' così? Ciao a tutti. Chievolan.
    3 punti
  4. Buongiorno a tutti! Vorrei in un certo senso ricollegarmi alla mia precedente discussione, grazie ad un'immagine inseritavi da @volituripsetibiphoebus che ringrazio nuovamente per il contributo, spero non gli dispiaccia se ne prendo spunto! Ho pensato di parlare brevemente di entrambi questi Archi dato che, in qualche modo, essi mi sono sembrati collegati l'uno all'altro... Eccomi quindi di nuovo con Augusto, e l'anno è sempre il 29 a.C.: in occasione del trionfo di Ottaviano dopo la battaglia di Azio, infatti, venne eretto nel Foro un Arco in suo onore. Questo sarebbe l'Arco Aziaco, e l'unica testimonianza del suo aspetto ci è fornita da un denario, che mostra un Arco singolo sormontato da una quadriga e recante l'iscrizione IMP CAESAR sull'architrave. L'Arco Partico fu invece eretto nel 19 a.C. per commemorare il ritorno di Ottaviano, ormai Augusto, dall'Oriente e il recupero delle insegne romane perdute nella battaglia di Carre del 53 a.C. contro i Parti. Probabilmente fu innalzato vicino al Tempio del Divo Giulio, come confermerebbero alcuni resti trovati in questo punto. Il denario mostra un Arco a tre fornici della stessa altezza; quello centrale è sormontato anch'esso da una quadriga guidata da Augusto, mentre in corrispondenza di quelli laterali troviamo per ognuno una statua dei Parti: alla sinistra di Augusto un Parto è raffigurato con un'aquila in una mano e un arco nell'altra, mentre quello alla sua destra tiene in mano un'insegna militare. La legenda sul rovescio potrebbe essere parte dell'iscrizione dedicatoria presente sulla trabeazione: CIVIB(us) ET SIGN(is) MILIT(aris) A PART(hicis) RECVPER(atis). A proposito delle insegne perdute, vorrei segnalare questa discussione dell'estate scorsa Vorrei inoltre precisare che, sulla posizione e l'identificazione dei due Archi, non ho trovato ipotesi unanimi: si pensa ad esempio che nel punto dove sono stati trovati i resti dell'Arco Partico vi fosse stato precedentemente costruito quello Aziaco, in seguito demolito per fargli posto. Secondo altre ipotesi, l'Arco Aziaco sarebbe crollato e fu quindi sostituito da quello Partico (entrambe queste ipotesi si basano su successivi ritrovamenti di resti di un Arco singolo, in corrispondenza di dove si pensa potesse sorgere l'Arco Partico). Oppure ancora, i resti oggi visibili potrebbero appartenere all'Arco Aziaco, mentre quello Partico sarebbe stato costruito dal lato opposto rispetto al Tempio del Divo Giulio. Tuttavia, anche se l'Arco Aziaco rappresentava in qualche modo una testimonianza della guerra civile, risulta strano che Augusto abbia fatto demolire un monumento a lui dedicato, e ancor più strano che un Arco romano in marmo sia crollato dopo solo una decina d'anni. Si è arrivati quindi ad ipotizzare che nel Foro esistessero due Archi distinti dedicati ad Augusto, seppur collocati a breve distanza l'uno dall'altro. ...E per ora è tutto: purtroppo, per mancanza di conoscenze più approfondite, le informazioni che riesco a fornire sono solo queste e mi farebbe quindi molto piacere se voleste aggiungere qualche vostro commento o considerazione Buona giornata!
    2 punti
  5. buonasera, mi sono regalato questa moneta...niente di speciale, ma mi mancava una cenomane. la condivido con voi...
    2 punti
  6. Può essere qualsiasi cosa, tranne una moneta Forse un qualche tipo di gettone, ma le due facce sono uguali, o hai sbagliato a mettere le foto? petronius
    2 punti
  7. 2 punti
  8. Concordo in pieno con dareios, non vedo tracce dell'amabilis, ma solo del follaro di Borsa ribattuto sul follis di classe B (sequenza di ribattitura molto frequente, vista la larga circolazione di questi folles nel Meridione). Anche l'effetto di ribattitura al contrario mi è capitato di osservarlo altre volte, e credo che sia frutto non solo dell'usura dei conii ma anche di una battitura normanna molto approssimativa.
    2 punti
  9. Buon giorno a tutti, chi ha avuto modo di raddrizzare una moneta piegata oltre un certo angolo sa che la frattura totale è inevitabile, credo che questa casomai lo fosse in modo lieve, ma ho avuto anche monete in argento o Buona mistura non piegate con fratture simili provocate solo dalla cristallizzazione dell' argento la Dove l'eccessiva pressione del conio le aveva assottiglia troppo in alcuni punti (potrebbe essere questo il caso), si nota abbastanza bene che la frattura non corre da un lato all'altro del tondello ma è presente anche in altre zone lontane da un'eventuale piegatura. Esperienza personale.
    2 punti
  10. Vorrei segnalare che un altro esemplare è stato recentemente ritirato nella EAuction 390 di Classical Numismatic Group che chiude oggi, lotto 18: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1834&lot=18 http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=328882
    2 punti
  11. E' da dire che hanno pasticciato parecchio col conio di questo soldino. Oltre alla N gotica era probabilmente rovesciata, e poi corretta, anche la prima E di VENETI. E forse lo è anche la M di MARCVS. Da notarsi anche le aste (bella quella del doge) realizzate in segmenti e ugualmente realizzato in segmenti quasi rettilinei il cerchio lineare attorno al leone.
    2 punti
  12. Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 456.000 Conservazione: BB+ Località: Milano
    2 punti
  13. In collezione: FRANCESCO DANDOLO 1329-1339 Mezzanino, o mezzo grosso. Il doge in piedi a sinistra, col berretto ducale e manto ornato di pelliccia, tiene con ambe le mani l'asta di uno stendardo colla croce, che svolazza a destra ·FRA·DAN· ·DVLO·DVX·. Busto di S. Marco di fronte, cinto di aureola, che benedice colla destra avendo nella sinistra il vangelo ·S·MARC· ·VENETI·.
    1 punto
  14. E' la prima volta che scrivo in "Monete Estere" ; oggi mi sono arrivate la mezza sterlina ed il quarto ( a fine dicembre, presso la RM c'erano oramai solo questi due nominali). Un plauso per il "contenitore" molto ben curato ed elegante ( cofanetto in legno) però la spedizione è molto spartana, le due scatolette sono state inserite in una "semplice" busta a bolli, senza alcuna chiusura di garanzia, comunque è filato tutto liscio. Il mio post verte su un'altra questione, all'interno delle scatolette vi è un piccolo libriccino che molto succintamente spiega chi era Pistrucci, e da alcune spiegazioni sulle iscrizioni riportate sulla moneta, che vengono riprese dalla prima sterlina del 1817 di Giorgio III, ad un certo punto ( allego la foto) si afferma che il motto in inglese "Evil unto him that thinks evil of it" è la traduzione del famosissimo motto "Honni soit qui mal y pense" dalla lingua LATINA?!?!? Mi sa che questa volta la Royal Mint ha toppato alla grande. saluti TIBERIVS
    1 punto
  15. Ho trovato questa immagine online per la quale gradirei consulenze da più esperti di me. Al dritto, mi pare un "amabilis" di Roberto il Guiscardo ribattuto sul nimbo crociato dal figlio Ruggiero (ROCE RIus dux) con il suo Bellizia 80, di cui al rovescio si vede il san Matteo capovolto accostato dalla caratteristica M sormontata da barretta. Ma sempre al rovescio, la croce sui gradini non mi pare possa essere quella dell'amabilis poiché mi pare sia sovrapposta alla testa del san Matteo invece di esserne sotto; inoltre la croce dell'amabilis non è accostata dalle leggende che qui si vedono. Si tratta, forse, di una doppia ribattitura? Ossia Ruggiero ha ribattuto un amabilis che poi è stato ribattuto ancora con quella croce e quelle leggende? E se così fosse, la croce potrebbe essere di Lotario di Supplimburgo che batté alcune monete a Salerno fra il 1137 e il 1139? Grazie.
    1 punto
  16. Salve ragazzi. potrei gentilmente sapere un vostro parere di codesta moneta da 100 lire del 1957.Foto fresca fresca di giornata.Non mi chiedete per favore di farne di nuove che per far venire queste qua ho fatto una cinquantina di foto e ho passato una giornata a farle Grazie e alla prossima
    1 punto
  17. Ultima entrata in collezione, un 1/2 tari di Carlo V, busto barbuto, zecca di Messina, anno 1541, ex collezione Spahr (a quanto pare) Al dritto: Busto barbuto volto a destra entro circolo di perline. + x CAROLVS x IMPERTO x Al rovescio: Aquila coronata ad ali aperte volta sinistra , circolo lineare. + x REX SICILIE x Spahr 392 , MIR 305 Materiale: Ag Diametro: 16 mm Peso: 1,44g
    1 punto
  18. complimenti a tutti,bella discussione e alcuni contorni veramente pregevoli. Contribuisco anch'io nonostante le foto diciamo non proprio ottimali... Birr Etiope 1895
    1 punto
  19. Ecco il comunicato stampa delle nuove monete, le descrizioni e le immagini in HD. http://collezionieuro.altervista.org/blog/san-marino-temi-caratteristiche-delle-nuove-facce-delle-monete-ordinarie-2017/
    1 punto
  20. L'ultima è dell'Afghanistan https://en.numista.com/catalogue/pieces5200.html
    1 punto
  21. Poco circolate. L'ultima non riesco a identificarla; comunque prova a cercare nell'area dei Paesi islamici. ciao
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  22. Anche questa è una delle mie preferite.
    1 punto
  23. Non concordo per nulla.... questo gusto "arcaicizzante" lo trovo attraente. ... molto attraente! [emoji4]
    1 punto
  24. eccolo scusate ma ho problemi foto con telefono
    1 punto
  25. Ciao, credo tu ti riferisca a questa tipologia: TRAIANO DECIO Antoniniano - Mediolanum (250-251). D\ Testa radiata a destra; "DIVO AVGVSTO" R\ Aquila con li spiegate e testa a sinistra; "CONSECRATIO" RIC 77 E' corretto? I dati che hai fornito con una piccola ricerca in internet restituiscono questo risultato.
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  26. Ciao Principe, si tratta di una sorta di "anomalia", o meglio, una truffa sul peso dei tondelli perpetrata all'interno della zecca da qualche operaio per intascare il metallo sottratto già prima della coniazione, gli stessi tondelli alleggeriti venivano poi godronati sul taglio per non destare sospetti e non farli apparire come tosati. Tale particolarità è riscontrabile su alcune monete in argento coniate tra il 1734 e il 1790 (anche per alcune mezze piastre), anni fa mi sono capitate alcune di queste ma è impossibile stabilire con esattezza il numero coniato, nel Gigante feci annotare già anni fa tale incongruenza per alcune tipologie indicando che si tratta di una particolarità che le rende più rare, l'ultima in orgine cronologico ad essere stata "alleggerita" mi risulta essere la 1790 con sigle A.P. (come da foto, peso gr. 23 circa), negli anni successivi non mi risultano tali anomali sulle monete in argento.
    1 punto
  27. Nel gigante viene segnalata con una nota,la moneta non è falsa, è solo più leggera...
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  28. L'idea mi piace, è intrigante. Osservando il disegno del santo noto che quello che dovrebbe essere la parte inferiore della veste è molto allungato (infatti arriva sotto il gomito) : la prua (?), se così fosse potrebbe essere la nave da carico (di cui propongo un esempio, anche se leggermente più tardo) con cui le spoglie sono arrivate in laguna (?)
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  29. Un altro, prossima asta Gorny 244 102 , dritto diverso ?
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  30. Presso il medagliere della Biblioteca Nazionale di Francia sono presenti un altro esemplare di dracma incusa di Poseidonia ed uno statere di una serie successiva, riportante la sola testa della pistrice.
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  31. il volto raffigurato è quello di Enrico VIII re d'Inghilterra... purtroppo visto lo stile e la contromarca al rovescio opterei per una riproduzione ... ti allego l'imagine di un esemplare certamente autentico Saluti Matteo
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  32. stesso conio del dritto ? prossima asta 51 gallery lot 6
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  33. Ciao, restiamo nel simbolismo quasi esoterico. Tormando ad una mia ipotesi iniziale, la X si ricollega alla croce come simbolo stellare ovvero... solare. Come già detto eliminando i componenti laterali a > e < otteniamo la cosiddetta Croce di Sant'Andrea (che richiama la nostra X). Ecco stralci di un articolo tratto dal web. Il nome di questa croce nei testi antichi è decussata, sia perché somiglia ad una croce greca invertita, sia forse anche dalla sua rassomiglianza con il decussis: X, segno per il numero 10 in latino; è detta “di Sant’Andrea perché fu quella del supplizio di questo discepolo di Gesù che, fissato senza chiodi, vi morì dopo due giorni. Quindi origini antiche. Ma soprattutto: Il X simbolizza la luce, la luminosità, l'illuminazione, l’irradiamento (dalla sua grafica); X, che vale 10 in latino può vedersi come la giunzione di un V (discesa celeste) e di una Λ (elevazione terrestre), da cui forse la sua presenza discreta in alcune chiese o sulle loro pareti: "La croce di sant’Andrea è il grande simbolo della luce manifestata, che si indica dalla lettera greca x (khi), iniziale di parole greche come Cono, Crusos e Cronos, il crogiolo, l'oro ed il tempo, tripla incognita della Grande Opera. Questa croce , che ha la forma del nostro X , è il geroglifico, ridotto alla sua semplice espressione, delle radiazioni luminose e divergenti emanate da un focolare unico. Appare dunque come il grafico della scintilla. Si può moltiplicare l'irradiazione, è impossibile semplificarla maggiormente. Queste linee intersecate danno lo schema dell'ondeggiamento delle stelle, della dispersione radiante di tutto ciò che splende, illumina irradia. Quindi ne fa il sigillo, il segno dell'illuminazione e, per estensione, della rivelazione spirituale." (Nelly Foulcat) In alchemia, la croce greca e la croce di Sant’Andrea hanno alcuni significati che l'artista deve conoscere. Questi simboli grafici, riprodotti su un grande numero di manoscritti, e che sono, in alcuni stampati, oggetto di una nomenclatura speciale, rappresentano, per i Greci ed i loro successori del medioevo, il crogiolo di fusione, che i vasai segnavano sempre con una piccola croce (crucibulum), indice di buona fabbricazione e di solidità provata. Ma i Greci usavano anche un segno simile per designare matras di terra. Sappiamo che si usava questo vaso alla cottura e pensiamo che, riguardo alla sua materia stessa, l'impiego ne doveva essere un pò diverso da quello del crogiolo. Quindi ipotizziamo una Croce di Sant'Andrea come simbolo dell'irradiamento solare prodotto dal Dio Sol che regge il mondo. Le > e < usate a rafforzare il messaggio dell'irradiamento solare. Inoltre Sol come visto anche crogiuolo che crea bene e in modo solido, perpetuo. L'invitto Sol che infonde forza all'esercito. Tra l'altro la simbologia prende origine dagli antichi greci e Tessalonica è indubbiamente greca: gli abitanti del luogo ben conoscevano la simbologia celata nella Corce decussa. A questo punto una domanda: perchè a Tessalonica nel 319 una delle ultime rappresentazioni di Sol sulle monete costantiniane? Da "Lì'esercito romano tardoantico: persistenze e cesure dai Severi a Teodosio I" di Marco Rocco, pg. 160-161 : Se ammettiamo che la Illyricorum proveniva da queste aree e i suoi componenti erano di origine illirica, si può desumere che al loro rientro nella terra d'origine importassero il credo orientale di Sol e che quindi in questa area il culto solare fosse ben radicato? Non dimentichiamo che si tratta di una emissione abbastanza rara... limitata all'area di Tessalonica? Ciao Illyricum
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  34. 1 punto
  35. riprendo questa interessante discussione postando questo particolare ducato proposto all'asta Canusia https://www.deamoneta.com/auctions/view/477/7040 questa è l'identificazione fornita Monete 7040 Oriente Latino - Crociati. Chios. Maona (societa') (circa 1347-1385). Ducato in oro ad imitazione dell' emissione Veneziana di Andrea Dandulo. Zecca incerta. d/ Doge inginocchiato a sinistra, in atto di essere benedetto da San Marco in piedi a destra. r/ Cristo Redentore in piedi posto di fronte all'interno di mandorla di nove stelle. Lunardi CS6; cf. CNI VII 37 (per tipo). Peso: 3,5 g. Diametro: 20 mm. BB-SPL Trattasi invece di un ducato di Domenico Cattaneo (1331-1341) coniato a Fogliavecchia o Focea http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL4/2
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  36. Rilancio con un carlino del figlio di Ferdinando IV, ha dei fondi lucenti purtroppo non ben visibili in foto.
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  37. Un paio di anni fa ho visto coi miei occhi un "povero cristo" acquistare un 40 Lire Maria Luigia, non ricordo quale dei due millesimi, a ben 3600 euro. Bellino, per carità, "di qualità molto buona" direbbero loro, io avrei detto nella scala dell'spl. Ero entrato per chiedere dove fosse l'esposizione dell'asta che si sarebbe svolta nei giorni successivi. E, aspettando il mio turno per avere risposta, ho atteso che l'avventore che mi precedeva firmasse le "comodissime cambiali a tasso zero" per il pagamento dilazionato. Non riuscivo a capacitarmi. Due giorni dopo ne sarebbero state battute un paio in conservazione simile a basi decisamente più invitanti. L'acquirente in effetti ha deciso l'aquisto in maniera distratta, guardando svogliatamente il tondello. Sono certo che fosse stato di cioccolato sarebbe uscito da li con la medesima soddisfazione. Aveva investito in qualcosa di redditizio, originale e soprattutto sconosciuto. Questo è il cliente che cerca Bolaffi. Non per forza "facoltoso", per quello ci sono le rate, o gli euro o i divisionali della Repubblica da vendere; piuttosto ignorante della materia, svogliato nell'informarsi e soprattutto che si considera il più furbo di tutti nell'investire. Questo è il target e, vedendo la struttura messa in piedi per mungerlo, penso proprio sia vasto. Buona serata.
    1 punto
  38. @francesco77...Rilancio con un Carlino del.....nipote. ....senza I soliti difetti.
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  39. Ciao @Rocco68 @nando12 , se vi piacciono i due punti vi mostro i miei. Eheheh, in pratica, da quando è stato coniato non è stato toccato da nessuno. Spero vi piaccia.
    1 punto
  40. Sì, ma hai visto che negozi ci sono in via Manzoni? Hai idea di quanto costi un affitto lì? Chi credi che lo paghi? Ciao. petronius
    1 punto
  41. Nel Mediolanvm, l' antoniniano in oggetto è catalogato come VIII emissione in nome di Gallieno, periodo di coniazione 266 - 267 d.C. numero 258/6 rarità R/2. La rarità deriva dal busto con cenno di drappeggio, senza drappeggio la moneta è comune.
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  42. Mi sembra molto semplice e già scritto in più occasioni: stella stella = Alvise II. Stella punto = Alvise III. Alvise I ha la banderuola, Alvise IV ha uno stile completamente diverso, si vede facilmente. Non mi sembra molto complicato. Lo zecchino della discussione con le stelle simili a triangoli è sempre Alvise II
    1 punto
  43. Buongiorno a tutti. Premesso che un giudizio su una fotografia non è mai preciso, come giustamente sopra osservato è importante inquadrare prima di tutto i contesti del ciclo produttivo della moneta in questione, perché sono proprio questi la "chiavetta di lettura" da cui poi nasce il giudizio di conservazione e l'eventuale valore economico. Le monete emesse sotto Napoleone infatti, nascono già con una serie di difetti congeniti, tipici dei limiti tecnici del processo di coniazione: graffi di conio per il riporto al giusto peso del tondello (come in questo caso visibili al R/) provocavano conseguentemente delle imprecisioni di battitura nei rilievi (con debolezze e/o mancanze di metallo tanto per citarne un paio). Quindi, essendo questi difetti il risultato dello stesso ciclo produttivo, non incidono sul grado di conservazione (se la moneta ad esempio, non ha assolutamente circolato, rimane fdc anche in presenza di difetti, perché e "nata così"), ma invece sul valore economico finale: chiaramente, più la moneta sarà esente da difetti, maggiore sarà il valore economico che l'eventuale collezionista sarà disposto a pagare per averla. Spero di esserti stato d'aiuto. fab
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  44. 1 punto
  45. ancora no, mi dovrebbero arrivare verso metà febbraio
    1 punto
  46. Un consiglio.. Cerca il migliore rapporto conservazione/ prezzo. Sembra banale ciò che ti ho scritto, ma spesso, all inizio si compra di impulso, senza valutare alcuni aspetti. Le monete antiche, dal punto di vista storico, sono tutte interessanti e belle sia in bassa che in alta conservazione. Numismaticamente invece , mi sento di dirti di prenderne meno, ma meglio conservate. Skuby
    1 punto
  47. 1 punto
  48. Ciao...porto anche il mio "contributo" a questa bella pagina. Quasi 11 anni fa, ho iniziato la collezione "le monete degli imperatori". Venivo seguito dall'Agente Bolaffi di zona il quale, nonostante non suggerisse la collezione a "titolo d'investimento", garantiva comunque una certa resa dopo "alcuni anni", visto che comunque al momento della riacquisto Bolaffi detrae l' IVA (all'epoca al 20%) + un ulteriore 20%. sul listino in vigore al momento in cui avessi deciso di vendergli le monete. Vabbè...vista la crescita che aveva avuto negli anni precedenti il prezzo, avevo calcolato che in 3/4 anni sarei andato, in cas di rivendita, in pari. Ho quindi cominciato ad acquistare monete, tra cui alcune d'oro (non vi dico i prezzi vergognosi) e una, pare particolarmente ricercata, di Bruto in argento, e poi altri dinari, solidi,sesterzi ecc ecc. Poi, per vicissitudini economiche, circa 5 anni fa sono stato obbligato a cessare la collezione, avendoci comunque investito circa 30.000 Euro. Questa estate mi sono trovato, sempre per la peggiorante situazione economica, a chiedere un offerta alla Bolaffi per la mia collezione. La risposta è stata questa: Disposti a ricomprare soltanto le monete d'oro ed a un prezzo (circa 7000 euro) pari al 60% di quello che IO le avevo pagate nel 2005/2006/2007/2008 e 2009 e con pagamento in 5 rate mensili. I restanti pezzi, uniti ai costosissimi raccoglitori, non interessavano. Inutile dire che,nonostante il bisogno, mi sono tenuto la roba. Credo che le monete acquistate da loro nel 2005, non costino adesso in un negozio di numismatica quello che le ho pagate. Forse mio figlio, se ha pazienza, tra una 30ina di anni riuscirà a riprendere quello che io ho speso. Purtroppo ho amarmanete contatato che la roba che si compra da Bolaffi si può rivendere soltanto ad altri Clienti Bolaffi, che allora avrebbero si un sostanzioso risparmio sul listino in vigore. Il resto è un bagno di sangue. Ciao. Giglio
    1 punto
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