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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/27/17 in tutte le aree

  1. Oggi inserisco qui il mio primo intervento in questo fantastico forum! per l'occasione voglio condividere con voi uno dei pezzi forti della mia ancora magra collezione!chi di voi sa che potere d'acquisto aveva?
    5 punti
  2. Buongiorno a voi. Prendo spunto dall’intervento dell’amico @fabry61 che ringrazio per un'ulteriore riflessione che spero vi risulti piacevole e interessante. La discussione, partita dalla necessità di @anto R di identificare la sua moneta, ha preso una piega differente e moooooooooolto interessante. E’ nata la voglia di cercare di individuare nel migliore modo possibile le caratteristiche delle monete di Ludovico il Pio emesse nelle tante zecche sparse nel suo grande Regno. Per fare ciò bisogna ovviamente appoggiarsi agli studi di Simon Coupland. Alcuni anni fa gli chiesi di aiutarmi per un lavoro che allora era in corso di preparazione e lui da quel grande signore qual’è mi diede un grandissimo aiuto, sia bibliografico che “più pratico”, postando su un forum pubblico francese sul quale è molto attivo (però ricordo che qualche anno fa era intervenuto alcune volte anche qui su LaMoneta, ma non ricordo più il nickname...sob!) alcune tavole, una delle quali è quella che ho inserito al post # 67. Quelle che allego qui di seguito sono invece le tavole relative alle monete della zecca di Melle (sempre nel periodo di Ludovico il Pio). Si nota innanzitutto una certa evoluzione stilistica, la quale ha portato Coupland a suddividere le emissioni in alcuni sottogruppi (M1, M2 e M3). Ovviamente, come per altre zecche, l’individuazione è stata resa possibile, oltre che dalle specifiche affinità stilistiche, anche dalla indispensabile mappatura dei rinvenimenti. A proposito di rinvenimenti, sul numero 171-2011 del NC Coupland ha pubblicato A checklist of Carolingian coin hoards 751–987. Si tratta di una lista aggiornata dei rinvenimenti di monete carolinge e contiene alcune indicazioni interessanti ma da approfondire su alcuni gruzzoli italiani. Se qualcuno non lo conoscesse e fosse interessato mi mandi un MP. Tornando alle tavole, come potete vedere ci sono alcuni particolari che si riscontrano anche in monete di “area italica” (quali siano lo lascio come “esercizio” a chi fosse interessato ad approfondire la questione). In tutte le varie emissioni compaiono però almeno un paio di lettere veramente particolari e che sono un po’ il “marchio di fabbrica” di questa zecca. Come sempre, bisogna prendere il tutto cum grano salis... Un caro saluto, Teofrasto
    5 punti
  3. E poi qualcuno dice che non ci sono appassionati entusiasti, emozionati, propositivi e volontari che non vogliono rendere migliore la nostra numismatica, che vogliono divulgare, aiutare i giovani ? Credo che questi post, questa discussione, questo evento che non è localistico ma nazionale e che dovrebbe essere un esempio da imitare, d'altronde come poter dire localistico di Milano e dell'Ambrosiana conosciuta in tutto il mondo, io penso che si debba partire da qui, da questi fermenti motivati, organizzati e operosi , un gruppo fai da te non strutturato, flessibile con tanta voglia di fare che si è 'creato tanto consenso intorno e che ora può spiccare il volo verso altri traguardi, obiettivi con il motto pensare, parlare, decidere democraticamente e poi fare ...fare...
    4 punti
  4. Sarà una di quelle giornate importanti, una "prima" come fu l'anno scorso il convegno a Parma. Parma ha avuto successo, quest'anno avremo una seconda edizione richiesta a viva voce dagli appassionati. Quindi il precedente c'è, Milano Numismatica nasce sotto i migliori auspici. E' uno di quegli eventi che in tanti volevano, noi con i nostri mezzi abbiamo provato ad esaudire un sogno non solo nostro ma comune, un sogno che era tale per molti da troppo tempo. Domani sarà tutto reale, e questo non accadrà solo grazie a Quelli del Cordusio, al CCNM, all'Ambrosiana...tutto questo si realizzerà grazie alla presenza dei tanti amici, appassionati, sognatori che hanno voluto smettere di sognare. Non per pessimismo, ma per far diventare il loro sogno realtà. A domani carissimi
    4 punti
  5. Borsa preparata, guanti di cotone bianchi, un catalogo asta da regalare, Tablet per foto e filmati, occhiali ( oramai da vicino non vedo un cavolo, figuriamoci monete), e tanta, ma tanta voglia di stare in mezzo a tanti amici per condividere questa bellissima Milano, e L' È UNA GRAN MILAN...... Roberto
    4 punti
  6. DE GREGE EPICURI La filosofia del CCNM è questa: è necessario che i collezionisti leggano, studino i testi di numismatica e vedano il più possibile i musei che espongono monete. Ma occorre anche che gli studiosi, i ricercatori e gli accademici si interessino al collezionismo e non assumano atteggiamenti di distacco o di sufficienza, ma siano generosi nel mettere le loro competenze a disposizione di tutti; e lo stesso ci si attende da parte dei funzionari pubblici che si occupano di archeologia, numismatica e tutela dei beni storici e artistici. Ovviamente i commercianti sono quanto mai interessati ad un clima di collaborazione e di comuni iniziative. Credo che la giornata di domani sia pensata proprio in questo spirito, e anzi sia un bellissimo esempio di quello che andrebbe costruito insieme ogni giorno.
    4 punti
  7. Aggiungiamo qualche nozione riguardo questa magnifica e costosissima moneta: Fu coniata in 400 esemplari per commemorare l'inizio del regno della sovrana, ma, ad oggi, fra NGC e PCGS sono stati certificati solo 69 esemplari in vari gradi di conservazione. Esistono esemplari con contorno semplice o con l'iscrizione "DECUS ET TUTAMEN ANNO REGNI TERTIO". In realtà ci sono diverse varianti. Wilson e Rasmussen hanno censito un totale di nove diverse varietà. Ognuna ha il proprio grado di rarità nel loro libro (vanno da R2 a R7), ma difficilmente, date le quotazioni, un collezionista potrà raccoglierle tutte. Venne disegnata da William Wyon (1795 a Birmingham - 29 Ottobre 1851), capo incisore alla Royal Mint dal 1828 fino alla sua morte. Nato in una famiglia che poteva contare almeno tre generazioni di incisori impiegati nella zecca reale, continuò la tradizione seguendo le orme del padre, così come fece suo fratello ed in seguito suo figlio. Fra le sue opere vanno ricordati senza dubbio i ritratti della regina Vittoria ancora "giovane" apparsi nelle varie monetazioni dell'impero: Londra Sydney Calcutta Tornando alla moneta in oggetto: All'epoca la raffigurazione della giovane regina come Lady Una fu, senza dubbio, vista come un disegno audace. Fu la prima occasione in cui un monarca britannico venne raffigurato su di una moneta come un personaggio di fantasia. La stessa legenda latina "DIRIGE DEUS GRESSUS MEOS" (Dio guidi i miei passi) è stata successivamente coniata sulla Corona del 2012, coniata per commemorare il Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta II. Ho provato a cercare l'origine di questo motto ma ho avuto difficoltà a reperire in rete informazioni certe; probabilmente un passo della bibbia. Ho trovato una preghiera nelle "Confessioni" di Sant'Agostino che potrebbe essere una possibilità: Tu guidi i miei passi Le tue mani, Dio mio, nel segreto della tua provvidenza non abbandonavano invero la mia anima; d'altra parte dal cuore sanguinante di mia madre ti si offriva per me notte e giorno il sacrificio delle sue lacrime. Agisti verso di me in modi mirabili. Fu azione tua, Dio mio, perché dal Signore sono diretti i passi dell'uomo, e gli imporrà la via. Come ottenere la salvezza, se la tua mano non ricrea la tua creazione? (5,7,13). Forse qualcuno può aiutarci a risolvere questo dubbio. Buona serata.
    3 punti
  8. Aggiungo all'ottimo intervento di @teofrasto un altro paio di contributi, sempre di Coupland, che implementano la checklist del 2011: S. Coupland, Four Christiana Religio hoards of Louis the Pious, in NC 173, 2013 S. Copland, A suplement to the Checklist of Carolingian Coin Hoards, in NC 174, 2014 In particolare il primo contributo si apre con la presentazione di un piccolo rinvenimento effettuato nella stessa area (Saint Seine L'Abbaye) di uno già registrato nell'elenco del 2011. Per la gioia dell'appassionato italico ci sono 5 denari milanesi ed uno veneziano...
    3 punti
  9. Qualche sera fa, mentre girovagavo fra le pagine del forum, il mio primogenito "quattrenne" si è affacciato allo schermo del tablet che stavo maneggiando. Proprio in quel momento faceva bella mostra di se l'immagine del 5 pounds del 1839. Bontà sua: "Papà chi è questa signora con il leone?". Ho pensato subito: "Bello di papà, emmo' come te lo spiego?". Ho preso tempo per cercare in rete qualcosa che potesse aiutarmi nell'impresa di raccontare ad un bimbo il poema di Edmund Spenser, "The Faerie Queene". Dopo poco mi sono imbattuto in un sito britannico di fiabe che presentava proprio l'estratto che ci interessava. http://www.heritage-history.com/?c=read&author=langjean&book=queen&story=una Ho richiamato mio figlio e, con fare smargiasso innanzi alle perplessità di mia moglie, mi proponevo di tradurlo e al contempo raccontarlo al piccolo. Purtroppo non ho fatto una bella figura; il mio inglese è un po' arrugginito. L'andamento claudicante delle parole uscite dalla mia bocca ha indotto entrambi a canzonarmi e il sottoscritto a prepararsi meglio. Ebbene ho tradotto la pagina, rendendola comprensibile ad un bambino. Ho deciso di rendere il forum partecipe nella speranza che questa fiaba possa aiutare nella comprensione della moneta e, perché no, essere usata al momento della nanna da altri papà del nostro forum. UNA E IL LEONE Una and the Lion by Briton Rivière In un epoca lontana nel tempo, in un paese non lontano da Fairyland, viveva un re e una regina con la loro figlia, il cui nome era Una. Una era una delle più belle principesse di tutti i tempi, ed era tanto buona quanto bella. Lei, suo padre e sua madre si amavano molto ed erano molto felici insieme, fino a quando una cosa terribile accadde nel loro regno e portò via tutta la loro felicità. Un drago spaventoso venne da un altro paese e uccise uomini, donne e bambini. Con il suo alito di fuoco sradicava gli alberi, riduceva l'erba e i fiori in cenere nera, e uccise tutti coloro che attraversarono la sua strada. Avrebbe ucciso anche il padre e la madre di Una, ma essi, ed alcuni dei loro servi, si rinchiusero in una torre di ottone. Il drago cercò per molto tempo di entrare e di ottenerli in pasto, ma la torre era così solida che non poteva rompersi. Per sette anni il re e la regina si nascosero nelle loro torre, mentre il drago pazientava di fuori. Molti coraggiosi cavalieri vennero e combatterono contro l'orribile mostro cercando di salvare il re e la regina. Ma il drago era più forte di tutti i guerrieri ed uccise ognuno di loro. Alla fine Una decise di cavalcare fino a Fairyland e chiedere alla Regina delle Fate di inviare uno dei suoi cavalieri per ammazzare il drago. Una non prese al seguito nessun soldato né servi. Un nano trasportò per lei il cibo ed i vestiti di cui aveva bisogno e la condusse sulla groppa di un piccolo asino bianco. Il suo vestito era bianco, ma lei coprì la sua bella e lucente chioma d'oro con un mantello nero per mostrare che si sentiva triste. Il suo bel viso era molto addolorato, perché era tanto infelice per le cose crudeli che il drago aveva fatto e per il pericolo che i suoi cari genitori stavano correndo. Una arrivò senza intoppi alla corte della regina Faerie. Un giovane cavaliere, senza paura, fedele e vigoroso, si offrì di tornare con lei ad uccidere il drago. Il suo nome era Giorgio, ma, sul petto della sua armatura d'argento e sul suo scudo d'argento, aveva dipinto una croce rossa. Così la gente lo chiamava “il cavaliere dalla croce rossa”. Il sole splendeva luminoso, e gli uccelli cantavano dolcemente, mentre Una e il suo cavaliere cavalcavano attraverso i boschi che si trovavano tra il regno di suo padre e le terre della regina di Faerie. Il grande cavallo da battaglia del cavaliere saltellava e mordeva il freno per permettere all'asinello di Una ,che, al contrario, poggiava delicatamente le zampe sull'erba, di restargli fianco a fianco lungo la strada. Non si erano ancora allontanati di molto che una tempesta li colse. Il cielo si oscurò e la pioggia cadde pesantemente, e si sarebbero inzuppati tutti se non avessero trovato rifugio in un fitto bosco. C'erano ampi sentieri in questa foresta. Gli alberi ad alto fusto avevano fronde rigogliose e cresciute così vicine che la pioggia non riusciva ad attraversarle. Erano in un così bel bosco, ed erano così felici di parlare assieme ascoltando il dolce canto degli uccelli, che cavalcarono a lungo senza accorgersi di dove stavano andando. Così, quando la pioggia cessò e desiderarono tornare sulla strada aperta, non riuscirono a trovare la via. Vagarono in lungo e in largo finché giunsero all'imbocco di un grande caverna buia. Il cavaliere balzò da cavallo, diede da tenere in mano la sua lancia al nano, e andò avanti per controllare se qualcosa fosse nascosto nel buio. "Non essere così avventato!" gridò Una; "So che questo è un luogo terribilmente pericoloso, e che un mostro terribile abita in quel covo nero!" Anche il nano, spaventato, lo pregò di venire via, ma il cavaliere disse, "Mi vergognerei se tornassi indietro. Se un uomo è buono non ha bisogno di avere paura del buio." Così entrò nelle tenebre, e nella penombra generata dalla sua armatura splendente vide un mostro orribile. Aveva una gran brutta testa e una coda lunga e maculata come quella di un serpente. La bestia si precipitò sul cavaliere, ruggendo furiosamente. Giorgio la colpì con la sua spada, ma, nonostante la ferita, il mostro avvolse la sua orribile coda intorno a lui, fino a quando questi fu quasi schiacciato a morte. Una lo incitò a non avere timore e a combattere il mostro con coraggio e lui, colpendo con tutte le sue forze, gli tagliò la testa. Passato il pericolo Una e Giorgio cavalcarono allegri, e, mentre calava la sera, trovarono una via d'uscita dal bosco. Sulla strada incontrarono un vecchio che sembrava gentile e buono. Offrì loro ospitalità per la notte nella sua casa, in una piccola valle poco distante, e loro accettarono volentieri . Questo vecchio era però un mago malvagio e, in realtà, voleva fare loro del male. Quando giacquero per riposare, iniziò a lavorare con la sua magia su di loro. Con le sue arti fece credere al cavaliere dalla Croce Rossa che Una era falsa, molto malvagia e che fosse saggio starle lontano. Alle prime luci dell'alba il cavaliere fece sellare il suo cavallo dal nano e andarono via insieme, lasciando Una addormentata nella casa del mago malvagio. Poco tempo dopo Una si svegliò e non li trovò più; poté solo piangere amaramente per quella che le sembrò una crudeltà. Cavalcò più velocemente che poteva, ma il suo asinello era lento, e non aveva alcuna possibilità di raggiungerli. Giorno dopo giorno, per monti e per valli, nei boschi e nelle brughiere solitarie, cercò il suo cavaliere. Il suo cuore era molto triste perché colui che amava l'aveva abbandonata così all'improvviso. Un giorno, molto stanca, si sdraiò per riposare sotto gli alberi in un fitto bosco. Si tolse il mantello nero e i suoi magnifici capelli d'oro è caddero liberamente intorno al viso. Il suo volto era così bello e così pieno di bontà che sembrava fare luce nel luogo ombreggiato. Improvvisamente un leone furioso uscì fuori dal bosco e si avventò su di lei. Era a caccia di qualcosa da uccidere e mangiare e, quando vide Una, corse verso di lei avidamente, con le fauci fameliche spalancate . Quando vide il bel viso però, invece di farla a pezzi, si mise a leccarle dolcemente le piccole mani bianche ed i piedi.Il cuore triste di Una era così grato al nobile animale che le sue lacrime caddero sul felino. Il leone non l'avrebbe lasciata. Continuava a vegliarla mentre dormiva e, quando era sveglia, la seguiva come un cane fedele. Vagarono insieme, ma non incontrarono mai nessuno a cui chiedere aiuto nel cercare il cavaliere dalla croce rossa. Finalmente, una sera, videro una giovane donna camminare su un sentiero di montagna ripido, portando una pentola di acqua sulla schiena. Una la chiamò ma, quando si guardò intorno e vide una bella signora con un leone, la donna si spaventò, buttò via il recipiente e scappò via temendo per la sua vita. Ella viveva in una capanna sulla montagna insieme alla vecchia madre cieca. Quando arrivò a casa si precipitò dentro e chiuse la porta. Una e il felino la seguirono; il leone, con un colpo della forte zampa, spalancò la porta. Le due donne si erano nascoste in un angolo buio, mezze morte dalla paura. Una cercò di confortarle, e chiese loro rifugio per la notte. Quando calò il buio si sdraiò, molto stanca, a dormire. Il suo leone giaceva di guardia ai suoi piedi. In piena notte bussarono alla porta. Era un ladro cattivo, che era solito portare la refurtiva e darla da nascondere alle padrone di casa. Le donne erano così terrorizzate del leone che non osavano uscire dal loro nascondiglio. Così il ladro, in un impeto di rabbia, buttò giù la porta; il leone si precipitò su di lui e lo fece a pezzi. La mattina dopo Una si alzò presto e andò via con il felide. Appena fu partita, le donne si fecero coraggio e uscirono fuori. Quando videro il cadavere del ladro, si adirarono molto. Le corsero dietro, insultandola, ma non riuscirono a raggiungerla. Tornando verso casa incontrarono il mago malvagio. Raccontarono di Una, e lui cavalcò rapidamente per raggiungerla. Con la sua magia si fece un'armatura identica a quella del cavaliere dalla croce rossa. Quando Una lo vide pensò fosse proprio lui che tornava finalmente da lei. Ella però non fù l'unica a cadere nell'inganno del mago. Sansloy, un uomo rude e cattivo, il cui fratello era stato ucciso in uno scontro con il cavaliere dalla croce rossa, arrivò a cavallo. Quando vide la croce rossa sul petto del mago lo caricò furiosamente. Il vecchio mago, volente o nolente, dovette combattere. Sansloy attaccò così ferocemente che lo ferì e lo lasciò sanguinante a terra. Poi Sansloy gli strappò via il casco e stava per ucciderlo, quando vide, al posto del volto giovane e bello del cavaliere dalla croce rossa, la faccia avvizzita ed i capelli grigi del mago malvagio . Sansloy aveva paura del mago, così si tirò indietro e non lo colpì più. Quando si accorse di quanto fosse bella Una, decise di portarla via con lui e di prenderla in moglie. Quando il leone vide il cavaliere afferrare Una, si lanciò in una feroce corsa verso di lui, e lo avrebbe sbranato; ma Sansloy respinse il leone con il suo scudo ed infilzò la sua spada in profondità nel cuore fedele del leone. Con un grande ruggito la nobile bestia cadde morta. Sansloy gettò Una sul suo cavallo e galoppò via con lei. La principessa piangeva e singhiozzava; lo pregò di lasciarla andare, ma Sansloy non la ascoltò. Una si sentì come se non avesse alcun amico, o almeno, nessun amico che potesse aiutarla. Solo l'asinello bianco trottò dietro di lei; non aveva paura di nulla se non di essere lasciato solo, senza la sua amata. Il buio calò e le stelle che uscirono fuori sembrava piangessero per il dolore e l'impotenza di Una. Sansloy alla fine fermò il cavallo e la fece scendere. Quando lui le si avvicinò, Una ebbe tanta paura e gridò per chiedere aiuto. Le sue urla riecheggiarono fra gli alberi. In quei boschi viveva gente selvaggia. Alcuni fra loro erano più simili a bestie che uomini e donne. Ballavano allegramente alla luce delle stelle e, non appena sentirono le grida di Una, fermarono le loro danze e corsero a vedere cosa non andava. Non appena Sansloy li vide, con i loro capelli lunghi, le gambe pelose, le braccia grosse e le facce selvatiche, fu così spaventato che saltò sul suo cavallo e galoppò via. Ma le persone selvagge dei boschi erano più dolci rispetto al vile cavaliere. Quando videro Una, così bella, così spaventata e così triste, sorrisero per dimostrarle che intendevano essere gentili. Poi si inginocchiarono davanti a lei e le baciarono dolcemente i piedi per dimostrarle che le avrebbero obbedito. A quel punto Una non ebbe più paura. Quando queste persone selvatiche videro che lei si fidava di loro, furono così contente che saltarono e ballarono e cantarono per la gioia. Raccolsero fronde verdi e le stesero lungo il suo cammino; la coronarono con foglie per dimostrarle che era la loro regina. In questo modo la portarono a casa, dal loro capo; lui e tutte le belle ninfe del bosco la sua accolsero con gioia. Per un lungo periodo Una visse con loro e fu la loro regina. Alla fine un coraggioso cavaliere giunse da loro. Suo padre era stato un uomo selvaggio dei boschi, ma sua madre era una donna nobile. Era coraggioso e audace come suo padre era stato. Quando era un bambino, e viveva con la gente selvaggia, aveva l'abitudine di rubare cuccioli di leone alle loro madri solo per divertimento. Cavalcava pantere, antilopi,cinghiali, e tigri e lupi con cinghie e briglie, come se stesse giocando con cavalli. Era però dolce come sua madre, nonostante fosse un impavido. Quando Una gli raccontò la storia del cavaliere dalla croce rossa, del leone e di tutte le sue avventure, il suo cuore divenne colmo di pietà. Promise di aiutarla a fuggire e cercare di trovare il cavaliere dalla croce rossa. Così un giorno scapparono via, e, giunta la notte, furono fuori dalla portata degli uomini selvaggi dei boschi. Il mago malvagio seppe della fuga di Una, si vestì come un pellegrino e andò loro incontro. "Hai visto, o hai sentito nulla riguardo al mio prode cavaliere? Egli porta una croce rossa sul petto" Una chiese al vecchio quando si incontrarono. "Ah, sì", disse il mago, "L'ho visto sia vivo che morto. Oggi ho visto una lotta tremenda tra lui e un altro cavaliere, e l'altro cavaliere lo ha ucciso». Sentendo questa bugia crudele, Una cadde svenuta. Il giovane cavaliere coraggioso la sollevò delicatamente e cercò di confortarla. "Dov'è questo uomo che ha ucciso il cavaliere dalla croce rossa, e preso a tutti noi la gioia?" chiese al falso pellegrino. "Egli è qui vicino ora", disse il mago. "L'ho lasciato ad una fontana, a lavare le ferite." Il cavaliere si avviò in tutta fretta, così veloce che Una non riusciva a tenere il suo passo, e in poco tempo arrivarono ad una fontana dove trovarono un cavaliere seduto. Era il malvagio Sansloy, colui che aveva ucciso il leone di Una e l'aveva rapita. Il cavaliere coraggioso si precipitò su di lui con la spada sguainata. "Hai ucciso il cavaliere dalla croce rossa!", disse; "Dovrai a combattere e sarai punito per la tua cattiva azione." "Non ho mai ucciso il cavaliere dalla croce rossa", disse Sansloy, con grande rabbia. "I tuoi nemici ti hanno mandato da me perché ti uccidessi." Poi, come due belve, lottarono. A volte riposavano per un momento, solo per poter attaccarsi l'un l'altro nuovamente, con più forza e veemenza. Il sangue sgorgò dalle loro ferite sulla terra calpestata dai loro piedi, e il suono dei loro colpi feroci risuonò attraverso l'aria. Una era così terrorizzata alla vista del terribile spettacolo che scappò via e li lasciò a combattere furiosamente. Appena si allontanò vide una piccola figura che attraversa i boschi verso di lei. Era proprio il nano. La sua faccia dolente le disse che qualche cosa di brutto era successo al cavaliere dalla croce rossa. Giorgio aveva avuto molte avventure da quando l'aveva lasciata nella capanna del mago, e, alla fine, un gigante lo aveva preso. Lo teneva prigioniero in una triste prigione. Il nano era fuggito, per timore che il gigante lo uccidesse. Una amava il cavaliere dalla croce rossa, tanto che il suo cuore andò quasi in pezzi quando sentì le parole del nano. Prese quindi la decisione di trovare il suo cavaliere e liberarlo. Così parti', vagando su e giù per colline e valli, bagnata da piogge battenti e sferzata da venti pungenti. Alla fine, per buona fortuna, incontrò un cavaliere e il suo scudiero. Questo cavaliere era il buon principe Arturo, il più coraggioso e il migliore di tutti i cavalieri della regina Faerie. Raccontò loro le sue tristi vicende . "Siate di buon umore e consolatevi", disse il principe. "Io non abbandonerò fino a quando non avrò liberato il cavaliere dalla croce rossa." Ed il principe mantenne la sua promessa. La storia di “San Giorgio e il Drago” vi dirà come Una e il suo cavaliere si ritrovarono e si sposarono, dimenticando i dolori passati nella loro grande felicità. Infine inserisco una bella immagine della moneta che ha destato la curiosità del mio bimbo. Per fortuna che non mi ha detto ancora: "Me la compri papà?" Buona serata a tutti gli amici del forum. E.
    2 punti
  10. Nuovo esemplare piemontese entrato in collezione : Grosso Guglielmo II Paleologo (1494-1518) , battuto dalla zecca di Casale D/ GVLIELMVS MAR MONT FERATI ; Stemma sormontato da aquila R/ PRINC VICARIVS PP SACRI RO IMP ; Croce patente in cornice Mir Piemonte 194 , CNI 85/99 gr. 1,85 , Mistura
    2 punti
  11. Certamente si Gianfranco l ' intento e' questo , bisogna che però tutte le componenti e gli ambiti della nostra numismatica collaborino in questa direzione, molto si è fatto ultimamente su questo, ma non basta, spero che chi non e' ancora in questo circolo virtuoso ci entri quanto prima, gli converrebbe, l'alternativa e' rimanere isolati, i numeri dei divulgatori, degli appassionati, studiosi e collezionisti aumentano anche come funzione sociale, se ne dovrà tenere conto anche i numeri contano oltre alle idee, le proposte, le iniziative. Milano Numismatica e' anche un buon test in fondo...anche per questo..,
    2 punti
  12. Salute ragazzi, eccovi la piu' bella della serata. Ex Civitas Neapolis. Saluti, Rocco.
    2 punti
  13. Anche io! Moneta preferita della serata.... sono 4 in realtà...
    2 punti
  14. Effettivamente in molti casi pare di escludere alla semplice osservazione alcune monete come di stile non italiano. Esecuzione delle lettere (la sottigliezza in primis), lo stile nel complesso, i fondi, l'aspetto stesso del metallo.
    2 punti
  15. alla fine il nostro Marco @gallo83 ha ceduto al lato oscuro della forza ?....a quando l'acquisto di un bell'argento battuto a martello? Lo scudo in questione venne battuto sulla base del chirografo del 7 gennaio 1739 con bontà di 10 once e 10 denari per libbra e peso di 23 denari. In pratica un titolo pari a 868 millesimi d'argento e peso unitario di riferimento di 28,89 grammi. L'emissione venne annunciata con notifica del 14 gennaio 1739 con cui "i Signori del Magistrato delle monete.....fanno sapere, intimano e comandano a tutti i sudditi.....il dover accettare e prendere in corso detta moneta per Lire quindici correnti di Modena...." La moneta venne poi tariffata il 24 aprile 1739 con riemissione della tariffa del 18 marzo in cui lo scudo in questione viene definito "scudo nuovo d'argento" l'ltimo della lista. Un altro bellissimo esemplare di questa tipologia è visibile sul nostro catalogo (ex NAC) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFIII/12 un saluto Mario
    2 punti
  16. Ciao ragazzi! Da molto tempo sono "sparito", ma le vicissitudini della vita mi hanno portato lontano dalle mie tondeggianti amanti Sono veramente sorpreso dalla nuova grafica del sito, molto chiara, elegante ed accattivante. Grazie a chi si è speso per questo lavoro! Vi faccio solo un saluto, con l'augurio di tornare presto in campo, anche se il tempo libero da dedicare alle monete sarà ben poco... Impegni di papà, che a giorni raddoppieranno ??? Un abbraccio a tutti! Arciduca
    2 punti
  17. Un saluto agli amici medievalisti, dato che ultimamente abbiamo visto alcuni frammenti di monete ne posto uno anch'io. Si tratta - come da titolo - di un denaro di Ludovico il Pio del tipo classico croce/tempio e legenda HLVDOVVICVS IMP / XPISTIANA RELIGIO, una serie che fu prodotta in tutto l'Impero ed in grandi quantità; per questo la classificazione non è semplice, specie se poi il tondello è tutt'altro che completo. Ad ogni modo, qualche particolare stilistico ce l'abbiamo ancora ben osservabile: croce nel campo del diritto con braccia spesse, leggermente allargate ed arcuate alle estremità ; V formata da due I inclinate, non unite alla base da altri elementi; D formata da I ) e con elemento (triangolo?) all'interno della stessa; stile generale conforme a quello delle emissioni italiane (lettere spesse, ben definite, globetti nei quarti della croce ad alto rilievo). Che ne dite? E, se concordate sull'emissione italica... a che zecca l'attribuireste? Non ho messo apposta il tag regionale perchè la questione non è semplicissima, anche i vari studi a volte sono discordanti. Buon divertimento Antonio
    1 punto
  18. @Cinna74 Forse questa è ancora più appropriata: Proverbi 16:9. "Il cuore dell'uomo medita la sua via, ma Dio dirige i suoi passi"
    1 punto
  19. Se uno pensa di fare la collezione della repubblica con le ciotole, poi è normale che non vale nulla,ma è meglio troncare qui,tanto vedo che tutti si rimane delle proprie opinioni,saluti Aldo.
    1 punto
  20. Quest'altra, invece, in una settimana, ha ottenuto quasi quattro volte il numero di firme necessario https://petitions.whitehouse.gov/petition/immediately-release-donald-trumps-full-tax-returns-all-information-needed-verify-emoluments-clause-compliance petronius
    1 punto
  21. Buonasera @ozacido, belle monetine. Complimenti ! Collezioni solo Siciliane? Saluti, Rocco.
    1 punto
  22. Contiamo tutti poi sul grande e solito aiuto di @giancarlonea vari livelli, credo che a occhio sarai impegnato molto domani ? !
    1 punto
  23. Non vedo elementi di dubbio per il pezzo Bertolami.
    1 punto
  24. Buona giornata Beh ... dalla foto della foto sembrerebbe un bel BB e forse anche qualche cosa di più; andrebbero ben analizzate queste "sfumature" che vedo nel rovescio: 1) sulla croce fogliata, a sinistra e in basso, si vedono delle linee ... sono solchi nella moneta od ombreggiature? 2) al lato destro della croce fogliata vedo una parte del campo (una lenticchia) con una colorazione differente, botta od ombreggiatura anche questa? Importante poi il prezzo di partenza ..... saluti luciano
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  25. Antonio ed Ottaviano , inizialmente imparentati ed alleati contro i Cesaricidi , creando insieme l' aureola di divinita' intorno alla figura di Giulio Cesare da poco ucciso , automaticamente trasferivano su di loro l' eredita' morale e materiale del dittatore aspirando a diventare figli del Divo Giulio , il primo perché suo antico e fedele ufficiale , il secondo perché suo erede dichiarato ; e' chiaro che uno dei due doveva soccombere . Alla tua domanda non mi sovviene nulla , faro' qualche ricerca . Un saluto
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  26. ciao @miza, verissimo che il discorso vale un po' per tutto... ma c'è differenza tra vendere a 50 € una cosa che costa 100€, e vendere a ???€ una cosa che costa 50 centesimi. chiaro che nessuno ti offra nulla.... anche perché è altrettanto evidente che essendocene in giro a sacchi, tutti i commercianti ne abbiano già. ergo, per la legge della domanda e dell'offerta, il valore è nullo (a meno di trovare direttamente il collezionista)
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  27. Forse non mi sono spiegato bene. Sul fatto che un dollaro Morgan, oggi, con l'argento a 50 cent/grammo (domani potrebbero essere di più o di meno) contenga argento per un controvalore di 12 euro, non ci piove. Poi c'è il mercato, e per questo ho precisato che, nella realtà del mercato, è difficile trovare i Morgan, anche in bassa (certo, non bassissima) conservazione, a meno di 20 euro. Le Caravelle, al contrario, vengono vendute addirittura a meno del valore del fino? Lo so, ma questo dipende, appunto dal mercato. Una spiegazione può essere quella data da @cristianaprilia, è indubbio che per le monete americane ci sia una richiesta globale che non si può paragonare a nessun altra tipologia di monete, tranne, forse, le romane, lo dimostra il fatto che, non solo i dollari d'argento, ma anche le monete in oro, vengono di norma trattate a un valore superiore al fino...maggiore la richiesta, maggiori i prezzi. C'è da dire poi che i prezzi citati delle Caravelle, sono prezzi "all'ingrosso": se vuoi una certa moneta, in una certa conservazione, non credo che la paghi meno del fino petronius
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  28. E' una conservazione molto buona, oltre ad essere una bellissima banconota di per sé. Riguardo all'altra tua domanda... sì è normale che la carta del 100 lire sia "leggera" e ti appaia tale, soprattutto considerando che non sei esperto e probabilmente la stai paragonando alla consistenza del 2 lire.
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  29. Ciao a tutti i veneziani.....numismatica mente parlando ovviamente....?. Tempo fa ho postato questo mio recente acquisto ma non avevo notato un particolare.Al dritto sotto il gomito di San Marco si trova il solito punto direi consueto, quello che non avevo notato è l' altro punto in fondo alla veste del Santo. Volevo chiedere agli esperti della monetazione veneziana se è una caratteristica comune o meno. Credo mi sia sfuggito in quanto queste particolarità credevo fossero più radicate per i grossi o matapan. Altro puntino al rovescio tra i piedi del Cristo.
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  30. Eccola https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3276
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  31. INDIA, Kushan Empire. Vima Kadphises. Circa AD 113-127. Æ Drachm (18mm, 4.12 g, 12h). Main mint in Begram. Vima standing left, sacrificing over altar; ax-trident to left; to right, tamgha above club / Ithyphallic Siva standing facing, holding trident; behind, the bull Nandi standing right; Buddhist triratana (Three Jewels) to left. MK 764; ANS Kushan 309-12. VF, dark green patina.
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  32. Questa. Ptolemaic Kingdom, Cleopatra III and Ptolemy IX Soter II (Lathyros), 116 - c. 110 B.C. GP62411. Bronze AE 14, cf. Svoronos 1845; Buttrey Cyrene 378; SNG Cop 685, Noeske 392, Weiser -, F, 1.923g, 13.6mm, 0o, Kyrene mint, horned head of Zeus-Ammon right, wearing diadem; reverse ΠΤΟΛΕ ΒΑΣΙΛΕ ΣΩΤΗ (or similar), headdress of Isis
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  33. Se può esserti di aiuto, qui trovi un file con molti titoli di testi degl'utenti del forum che sono stati postati nel tempo. Magari se hai domande da fare su un testo in particolare, trovi il suo possessore e puoi chiedergliele direttamente.
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  34. Moneta "preferita" della serata.... ....accontentatevi solo del D/ Saluti, Rocco.
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  35. Questo ragionamento parte da due presupposti sbagliati: uno è che l'UE sia una semplice questione di commercio, l'altro che i nostri problemi derivino fondamentalmente dalla sua esistenza, cioè dall'esistenza di una qualche forma di unità politica ed economica europea, pur parziale e a funzionamento tutt'altro che ottimale come quella di oggi. Non è così, perchè "l'Europa" non è un semplice accordo per il libero commercio o un optional che potrebbe non esistere senza conseguenze apprezzabili, nè in campo economico nè in campo politico, ma è la base fondamentale della prosperità e la stabilità in Europa. Il problema non è la sua esistenza ma il modo in cui è organizzata e la sua maggiore o minore capacità di funzionare. E' su quello che bisogna agire, non perdersi nell'illusione che facendo ognuno di testa, sua senza neanche la minima forma di coordinamento, porterbbe a un miglioramento della situazione. Altra premessa sbagliata, più tecnica: se la buttiamo ancora sulla questione commerciale teniamo presente che non c'è accordo nè con la Russia nè con l'Asia nè col Sud America (se e finchè le loro economie sono in crescita, il che non avverrà certo in eterno) che possa compensare la mancanza del mercato unico europeo (il quale è molto più di un semplice accordo di libero scambio), con annessa unione doganale, per il semplice dato di fatto che fra il 45% e il 70% circa dell'import ed export totali degli stati dell'UE avviene con gli altri stati dell'UE, Gran Bretagna compresa. Non c'è niente da fare, è inutile fantasticare di smontare il sistema da cui tutti dipendiamo reciprocamente... pensando addirittura anche di guadagnarci qualcosa. La storia (europea) insegna che se vogliamo trovare un punto di rottura dev'essere un punto di rottura con quello che abbiamo sempre fatto in passato, cioè il rifugiarci ad ogni crisi nell'illusione che l'isolazionismo e/o il nazionalismo siano la soluzione ai nostri problemi. E' una pericolosissima illusione che in passato ci è costata più di una volta M... e sangue. Come mai gli Stati Uniti sono ripartiti? Appunto perchè sono uniti, cioè hanno un governo centrale che reagisce in fretta con regole e mezzi chiari ai problemi invece di un sistema con 28 governi sovrani che ad ogni problema serio pretendono di fare ognuno di testa sua, perdendosi in infinite discussioni e intralciandosi con veti e divieti. E' questo il problema. Hai citato un punto fondamentale. All'UE possiamo assegnare tutti gli obiettivi che vogliamo ma a comandare sono i suoi stati: loro decidono la politica economica locale (con tutto quello che comporta anche in eventuali errori o idiozie che si ripercuotono a livello europeo) e loro concordano all'unanimità i trattati con le eventuali regole e azioni comuni a livello europeo. Sufficienti o meno, corrette o meno, sono loro a decidere. Se vogliamo davvero che la situazione cambi, e in meglio, dobbiamo farlo presente ai nostri egreggi governanti, non lamentarci sputando a caso contro il non meglio definito "Bruxelles". Men che meno poi suicidarci sfasciando quello che siamo riusciti a mettere in piedi in fatto di unità dopo due guerre mondiali, per quanto insufficiente ancora possa essere.
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  36. Io "purtroppo" ho un ventiduenne ed un ventottenne, e le fiabe le hanno abbondonate da un bel pezzo per il tablet, ipad, smartfone, qr barcode, app android e altre diavolerie che mi fanno desiderare ogni giorno di più una macchina del tempo che mi riporti agli anni '80. La fiaba la leggo per me.
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  37. Vi porgo alcune domande : 1- ma è veramente compito dell'UE creare posti di lavoro? 2- ma è compito dell'UE fare in modo che l'economia dei vari Stati membri sia prospera? Forse se leggiamo superficialmente i 2 Trattati sull'UE e sul suo funzionamento diremmo di si, ma bisogna ricordare che gli organi comunitari svolgono prevalentemente compiti di coordinamento fra i vari Stati i quali detengono il potere di decidere poi cosa fare. E sono sempre gli Stati ad avere la competenza in questa materia, rispettando alcune regole comuni. La storiella che Bruxelles decide sopra le nostre teste è vera a metà: quando uno Stato aderisce all'UE volontariamente decide che in certi ambiti sia sottoposto a controlli e regole, inoltre in materia economica le spese degli Stati sono monitorate e valutate quando le uscite sono maggiori delle entrate o esiste un debito grosso (come nel nostro caso). I veri delinquenti sono stati i nostri governanti che hanno scialacquato i nostri soldi malgovernando e spendendo troppo e male. Quindi se siamo in continua osservazione sui conti i responsabili abitano in Italia e non a Bruxelles. Poi se vogliamo dire che fuori l'UE si viva meglio, è molto relativo....dipende sempre se hai un'economia sana e forte e quindi vivi bene comunque......
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  38. Buongiorno Queste immagini se non sbaglio avevo già avuto la possibilità di vederle.. Si tratta visto il peso medio ed il diametro di oboli, non ancora inseriti come tipologia nei vari testi. Io li classificherei come oboli di Amedeo VI visto che i due crescenti lunari come segni di zecca o zecchiere si possono trovare su monete di Amedeo VI ( il forte nero pubblicato sul Biaggi al 78b ) Per me impossibile risalire alla zecca, ma come hai detto probabilmente locale visto che sino ad oggi queste piccole monete non erano ancora state segnalate. L'obolo che il MIR al numero 97 indica sotto Amedeo VI (però con il dubbio) sarebbe da attribuire ad Amedeo VII Non è facile da gestire l'attribuzione di queste monete fra i vari Amedeo, uno studio ben fatto e preciso non è ancora stato pubblicato.. a parer mio (ma è solo una idea personale non affiancata da nessuno studio in merito) attribuirebbe i tuoi oboli ad Amedeo VI, mentre gli oboli viennesi MIR 95 e l'obolo MIR 97 ad Amedeo VII... @piergi00 puoi sentire l'Ingegnere in merito e far sapere cosa ne pensa di questi oboli e se ha notizie per ciò che concerne i segni?
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  39. Buongiorno! Vorrei aggiungere alcune immagini trovate su Internet, rispettivamente: -una ricostruzione del tempio (a proposito: mi confermate che si tratterebbe effettivamente del tempio in questione, oppure mi sono sbagliata?) -un'iscrizione commemorativa -alcune immagini attuali Buona giornata!
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  40. @Philippus IXi guanti di cotone sono sempre opportuni perché se ti danno la possibilità di prenderle in mano è una garanzia di non creare danni. Sicuramente si riepilogando per foto, film, cell, per gli ambiti conferenziali, in ambito interno Medagliere chiederemo al momento al Prof. Alteri, d'altronde anche per loro è un po' una novità. Può essere che una immagine d'insieme sia una cosa, una immagine ravvicinata un'altra.... Per il resto riepilogo il programma : ORE 10,30 inizio coi saluti nella Sala XXIII dell'Ambrosiana, io consiglio di arrivare almeno un 15 minuti prima e sedersi già, se chiedono all'ingresso, dare il vostro cognome e dire per Milano Numismatica, quindi entriamo, inutile star fuori ad aspettare tutti.... ore 13, 00 - Pranzo al Ristorante / Pizzeria Farinella in Piazza Castello ore 14, 45 - inizio Conferenze con Paolo Crippa al CCNM , Via Terraggio 1 ( Cadorna MM1 e 2 ) a seguire Toffanin, Limido, presentazione Gazzettino di Quelli del Cordusio, Momento Giovani, consegna Premio Divulgazione, visione delle monete false milanesi. Quindi non andate via presto perché in fondo ci sono dei bei botti, botti nostri poi.... Da parte mia consegnerò una copia ai giovani presenti che non ce l'hanno la monografia " Milano raccontata dalle sue monete e medaglie " e questo momento sarà però alla fine a meno che non si voglia anticipare, ma non dipende da me però questo ....
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  41. A mio personale parere, si trovano entrambe con la stessa frequenza. La "rarita" sta nella conservazione. Questa di seguito (per confronto) è considerata la Testa piccola,
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  42. Purtroppo la foto del sito di CNG non è in alta risoluzione e non ci da la possibilità di analizzare il Decadramma . Nell'osservare il dritto c'è da pensare......... e il rovescio con i suoi ben 3 colpi (raramente) , la bocca ha qualcosa che non va, così i capelli, il tutto non danno una sicurezza sulla bontà del deca. Le condizioni del tondello fanno pensare alla genuinità del tondello. Non escludo un riconio . Sicuramente moneta da studiare dal vivo o con foto più definite. Personalmente....... non la comprerei.
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  43. Ciao @franco obetto, il tuo parere personale è stato rispettato, ci mancherebbe, a te piacciono i fusi cosi per come ci sono arrivati OK , ma non pensi che chi colleziona debba decidere come meglio crede. Non avendo avuto in mano la moneta , mi sembra un po presuntuoso scrivere "" per spegnere quel piccolo cancro (se di cancro si parla...)non occorreva scrostarla dei sedimenti..... "" Non so come la definisci la foto che allego . E ancora "" davanti ad un focolaio,normalmente tendo a stabilizzarlo senza rimuovere nulla o quasi...in genere il cancro su un fuso incide poco o niente. "" Stabilizzare senza rimuovere niente ? magari avrai tecniche che io non ho mai usato . Non voglio entrare in polemiche, ma mi piacerebbe capire , perché non si finisce mai di imparare. Pulire e non restaurare una moneta , non è altro che riportarla a come madre natura l'ha emessa. Che poi con i millenni si formino patine, croste , ossidi ecc. questi ultimi li definisco ESTRANEI. Certamente per fattori puramente personali, c'è a chi piace e chi no. Evidentemente a massi75rn piace così. Non entro nei dettagli di come è stato effettuata la pulitura dei corpi estranei , l'importante che non e stata invasiva e che soddisfi il cosidetto "piacere" del possessore. Nulla di personale Franco. Cordialmente Gionnysicily.
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  44. @ak72 grazie per le immagini e per le ipotesi, ho provato a fare un confronto tra i diritti dei vari denari di classe 2 (che poi sono quelli che più ci interessano per la loro vicinanza temporale all'emissione con tempio tetrastilo): Io mi concentrerei, oltre che sui vari stili della croce, sulle estremità delle lettere... Vediamo cosa esce...
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  45. Sempre secondo Coupland, che poi è il padre dell'attribuzione di alcuni denari a Venezia, una delle caratteristiche tipiche dei denari veneziani è la formula IMP con MP in nesso. Tale caratteristica infatti è tipica dei denari di Ludovico di classe 2 con nel campo + VEN ECIAS. Ovviamente, per la nota legge di Murphy, nel frammento che vi ho presentato tutto questo non è visibile L'elemento all'interno delle lettere è una caratteristica tipica milanese, di solito però abbiamo un globetto. La differenza principale nel diritto tra i tipi di classe 2 con PAPIA e MEDIO LANVM è la croce nel campo al diritto, rispettivamente con estremità potenziate (o allargate e appiattite, come preferite) o bifide (a coda di rondine). Mi resta però almeno un buco, cioè quali siano le particolarità stilistiche del diritto dei denari di Treviso sempre di classe 2...
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  46. @Liutprand con quel "e Lucca?" fa una domanda importante. Infatti di solito quando si parla di denari col tempietto tutti pensano alle zecche lombarde (Pavia, Milano) e a Venezia. Non dimentichiamo però che sotto Ludovico il Pio coniarono anche Treviso e Lucca; oltre a Roma che però non prendo in considerazione per ovvi motivi. Per ora, che io sappia, a Treviso e Lucca non sono ancora stati assegnati denari di classe 3 [nota: quando parlo di "classi" mi riferisco alla distinzione fatta da Blackburn e Grierson nel MEC 1]. Ricordo poi che le attribuzioni alle varie zecche sono effettutate basandosi su analogie stilistiche con le emissioni riportanti in chiaro il nome della zecca, quindi ci sono ancora molte possibilità aperte... Secondo Blackburn e Grierson i denari di classe 3 iniziano ad essere coniati nel 822 e l'emissione durerà fino alla morte di Ludovico nel giugno del 840. Quindi l'eventuale assenza di emissione da parte di una zecca rappresenterebbe un "buco" importante! Guardando le tavole dello studio di Coupland il mio frammento somiglia molto - per croce, stile del tempio e di alcune lettere - al denaro n. 1 per Venezia (gruppo G), che è del tipo con tempietto ma con legenda XPE SALVA VENECIA e quindi di sicura attribuzione... Mi lascia però il dubbio la A, barrata nell'esempio e non barrata nel mio frammento. Di solito come ben dice Mario questo particolare è tipico (almeno per le emisisoni successive) della zecca pavese.
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  47. @chievolan effettivamente ci sono cosine più semplici di queste attribuzioni sono contento che l'argomento piaccia. Lo stile della croce ci porta come ben dice Mario lontani da Milano... lo stile della zecca milanese è molto caratteristico, con le estremità delle braccia a coda di rondine. A questo punto, basandoci su quanto dice Coupland, dovremmo volgere lo sguardo a Venezia. Però...però io mi faccio (e vi faccio ) una domanda: possibile che Pavia non abbia coniato denari di classe 3 ma solo con ritratto o con nome della zecca nel campo?
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  48. Per quanto mi riguarda, sapere che il pezzo proposto è immortalato in una pubblicazione, mi indurrebbe a spendere qualcosa di più rispetto ad un esemplare del tutto paragonabile. Quanto di più è direttamente proporzionale all'importanza del libro. Ritengo che sia un qualcosa che conferisce pregio alla moneta e rende fiero il possessore. Resta la mia opinione. Buona serata
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  49. Medaglia premio con carte da gioco e spazio per dedica. Bronzo: 14,27 g, 32 mm.
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  50. Premetto che non conosco questa zecca. A parte questo anch'io non mi azzarderei ad un giudizio definitivo senza esame diretto. Ciò detto noto nella moneta alcune particolarità. Lo strano punzone esagonale già notato da dux-sab. Non si nota alcuna depressione dovuta all'azione dei punzoni sul conio. Alcune lettere sono "incerte", ritoccate a bulino al momento dell'incisione : la C e la D di CVNRADVS, la N di ASTENSIS, le S di entrambe le leggende. Punzoni molto diversi. Crocette "laboriose", prima si è incisa una piccola croce, poi si sono definite le braccia con punzoni triangolari. La T non mi piace proprio, tre punzoni che si incontrano lasciando un fondo pulito e liscio senza alcuna depressione.
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