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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/26/17 in tutte le aree
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Qualche sera fa, mentre girovagavo fra le pagine del forum, il mio primogenito "quattrenne" si è affacciato allo schermo del tablet che stavo maneggiando. Proprio in quel momento faceva bella mostra di se l'immagine del 5 pounds del 1839. Bontà sua: "Papà chi è questa signora con il leone?". Ho pensato subito: "Bello di papà, emmo' come te lo spiego?". Ho preso tempo per cercare in rete qualcosa che potesse aiutarmi nell'impresa di raccontare ad un bimbo il poema di Edmund Spenser, "The Faerie Queene". Dopo poco mi sono imbattuto in un sito britannico di fiabe che presentava proprio l'estratto che ci interessava. http://www.heritage-history.com/?c=read&author=langjean&book=queen&story=una Ho richiamato mio figlio e, con fare smargiasso innanzi alle perplessità di mia moglie, mi proponevo di tradurlo e al contempo raccontarlo al piccolo. Purtroppo non ho fatto una bella figura; il mio inglese è un po' arrugginito. L'andamento claudicante delle parole uscite dalla mia bocca ha indotto entrambi a canzonarmi e il sottoscritto a prepararsi meglio. Ebbene ho tradotto la pagina, rendendola comprensibile ad un bambino. Ho deciso di rendere il forum partecipe nella speranza che questa fiaba possa aiutare nella comprensione della moneta e, perché no, essere usata al momento della nanna da altri papà del nostro forum. UNA E IL LEONE Una and the Lion by Briton Rivière In un epoca lontana nel tempo, in un paese non lontano da Fairyland, viveva un re e una regina con la loro figlia, il cui nome era Una. Una era una delle più belle principesse di tutti i tempi, ed era tanto buona quanto bella. Lei, suo padre e sua madre si amavano molto ed erano molto felici insieme, fino a quando una cosa terribile accadde nel loro regno e portò via tutta la loro felicità. Un drago spaventoso venne da un altro paese e uccise uomini, donne e bambini. Con il suo alito di fuoco sradicava gli alberi, riduceva l'erba e i fiori in cenere nera, e uccise tutti coloro che attraversarono la sua strada. Avrebbe ucciso anche il padre e la madre di Una, ma essi, ed alcuni dei loro servi, si rinchiusero in una torre di ottone. Il drago cercò per molto tempo di entrare e di ottenerli in pasto, ma la torre era così solida che non poteva rompersi. Per sette anni il re e la regina si nascosero nelle loro torre, mentre il drago pazientava di fuori. Molti coraggiosi cavalieri vennero e combatterono contro l'orribile mostro cercando di salvare il re e la regina. Ma il drago era più forte di tutti i guerrieri ed uccise ognuno di loro. Alla fine Una decise di cavalcare fino a Fairyland e chiedere alla Regina delle Fate di inviare uno dei suoi cavalieri per ammazzare il drago. Una non prese al seguito nessun soldato né servi. Un nano trasportò per lei il cibo ed i vestiti di cui aveva bisogno e la condusse sulla groppa di un piccolo asino bianco. Il suo vestito era bianco, ma lei coprì la sua bella e lucente chioma d'oro con un mantello nero per mostrare che si sentiva triste. Il suo bel viso era molto addolorato, perché era tanto infelice per le cose crudeli che il drago aveva fatto e per il pericolo che i suoi cari genitori stavano correndo. Una arrivò senza intoppi alla corte della regina Faerie. Un giovane cavaliere, senza paura, fedele e vigoroso, si offrì di tornare con lei ad uccidere il drago. Il suo nome era Giorgio, ma, sul petto della sua armatura d'argento e sul suo scudo d'argento, aveva dipinto una croce rossa. Così la gente lo chiamava “il cavaliere dalla croce rossa”. Il sole splendeva luminoso, e gli uccelli cantavano dolcemente, mentre Una e il suo cavaliere cavalcavano attraverso i boschi che si trovavano tra il regno di suo padre e le terre della regina di Faerie. Il grande cavallo da battaglia del cavaliere saltellava e mordeva il freno per permettere all'asinello di Una ,che, al contrario, poggiava delicatamente le zampe sull'erba, di restargli fianco a fianco lungo la strada. Non si erano ancora allontanati di molto che una tempesta li colse. Il cielo si oscurò e la pioggia cadde pesantemente, e si sarebbero inzuppati tutti se non avessero trovato rifugio in un fitto bosco. C'erano ampi sentieri in questa foresta. Gli alberi ad alto fusto avevano fronde rigogliose e cresciute così vicine che la pioggia non riusciva ad attraversarle. Erano in un così bel bosco, ed erano così felici di parlare assieme ascoltando il dolce canto degli uccelli, che cavalcarono a lungo senza accorgersi di dove stavano andando. Così, quando la pioggia cessò e desiderarono tornare sulla strada aperta, non riuscirono a trovare la via. Vagarono in lungo e in largo finché giunsero all'imbocco di un grande caverna buia. Il cavaliere balzò da cavallo, diede da tenere in mano la sua lancia al nano, e andò avanti per controllare se qualcosa fosse nascosto nel buio. "Non essere così avventato!" gridò Una; "So che questo è un luogo terribilmente pericoloso, e che un mostro terribile abita in quel covo nero!" Anche il nano, spaventato, lo pregò di venire via, ma il cavaliere disse, "Mi vergognerei se tornassi indietro. Se un uomo è buono non ha bisogno di avere paura del buio." Così entrò nelle tenebre, e nella penombra generata dalla sua armatura splendente vide un mostro orribile. Aveva una gran brutta testa e una coda lunga e maculata come quella di un serpente. La bestia si precipitò sul cavaliere, ruggendo furiosamente. Giorgio la colpì con la sua spada, ma, nonostante la ferita, il mostro avvolse la sua orribile coda intorno a lui, fino a quando questi fu quasi schiacciato a morte. Una lo incitò a non avere timore e a combattere il mostro con coraggio e lui, colpendo con tutte le sue forze, gli tagliò la testa. Passato il pericolo Una e Giorgio cavalcarono allegri, e, mentre calava la sera, trovarono una via d'uscita dal bosco. Sulla strada incontrarono un vecchio che sembrava gentile e buono. Offrì loro ospitalità per la notte nella sua casa, in una piccola valle poco distante, e loro accettarono volentieri . Questo vecchio era però un mago malvagio e, in realtà, voleva fare loro del male. Quando giacquero per riposare, iniziò a lavorare con la sua magia su di loro. Con le sue arti fece credere al cavaliere dalla Croce Rossa che Una era falsa, molto malvagia e che fosse saggio starle lontano. Alle prime luci dell'alba il cavaliere fece sellare il suo cavallo dal nano e andarono via insieme, lasciando Una addormentata nella casa del mago malvagio. Poco tempo dopo Una si svegliò e non li trovò più; poté solo piangere amaramente per quella che le sembrò una crudeltà. Cavalcò più velocemente che poteva, ma il suo asinello era lento, e non aveva alcuna possibilità di raggiungerli. Giorno dopo giorno, per monti e per valli, nei boschi e nelle brughiere solitarie, cercò il suo cavaliere. Il suo cuore era molto triste perché colui che amava l'aveva abbandonata così all'improvviso. Un giorno, molto stanca, si sdraiò per riposare sotto gli alberi in un fitto bosco. Si tolse il mantello nero e i suoi magnifici capelli d'oro è caddero liberamente intorno al viso. Il suo volto era così bello e così pieno di bontà che sembrava fare luce nel luogo ombreggiato. Improvvisamente un leone furioso uscì fuori dal bosco e si avventò su di lei. Era a caccia di qualcosa da uccidere e mangiare e, quando vide Una, corse verso di lei avidamente, con le fauci fameliche spalancate . Quando vide il bel viso però, invece di farla a pezzi, si mise a leccarle dolcemente le piccole mani bianche ed i piedi.Il cuore triste di Una era così grato al nobile animale che le sue lacrime caddero sul felino. Il leone non l'avrebbe lasciata. Continuava a vegliarla mentre dormiva e, quando era sveglia, la seguiva come un cane fedele. Vagarono insieme, ma non incontrarono mai nessuno a cui chiedere aiuto nel cercare il cavaliere dalla croce rossa. Finalmente, una sera, videro una giovane donna camminare su un sentiero di montagna ripido, portando una pentola di acqua sulla schiena. Una la chiamò ma, quando si guardò intorno e vide una bella signora con un leone, la donna si spaventò, buttò via il recipiente e scappò via temendo per la sua vita. Ella viveva in una capanna sulla montagna insieme alla vecchia madre cieca. Quando arrivò a casa si precipitò dentro e chiuse la porta. Una e il felino la seguirono; il leone, con un colpo della forte zampa, spalancò la porta. Le due donne si erano nascoste in un angolo buio, mezze morte dalla paura. Una cercò di confortarle, e chiese loro rifugio per la notte. Quando calò il buio si sdraiò, molto stanca, a dormire. Il suo leone giaceva di guardia ai suoi piedi. In piena notte bussarono alla porta. Era un ladro cattivo, che era solito portare la refurtiva e darla da nascondere alle padrone di casa. Le donne erano così terrorizzate del leone che non osavano uscire dal loro nascondiglio. Così il ladro, in un impeto di rabbia, buttò giù la porta; il leone si precipitò su di lui e lo fece a pezzi. La mattina dopo Una si alzò presto e andò via con il felide. Appena fu partita, le donne si fecero coraggio e uscirono fuori. Quando videro il cadavere del ladro, si adirarono molto. Le corsero dietro, insultandola, ma non riuscirono a raggiungerla. Tornando verso casa incontrarono il mago malvagio. Raccontarono di Una, e lui cavalcò rapidamente per raggiungerla. Con la sua magia si fece un'armatura identica a quella del cavaliere dalla croce rossa. Quando Una lo vide pensò fosse proprio lui che tornava finalmente da lei. Ella però non fù l'unica a cadere nell'inganno del mago. Sansloy, un uomo rude e cattivo, il cui fratello era stato ucciso in uno scontro con il cavaliere dalla croce rossa, arrivò a cavallo. Quando vide la croce rossa sul petto del mago lo caricò furiosamente. Il vecchio mago, volente o nolente, dovette combattere. Sansloy attaccò così ferocemente che lo ferì e lo lasciò sanguinante a terra. Poi Sansloy gli strappò via il casco e stava per ucciderlo, quando vide, al posto del volto giovane e bello del cavaliere dalla croce rossa, la faccia avvizzita ed i capelli grigi del mago malvagio . Sansloy aveva paura del mago, così si tirò indietro e non lo colpì più. Quando si accorse di quanto fosse bella Una, decise di portarla via con lui e di prenderla in moglie. Quando il leone vide il cavaliere afferrare Una, si lanciò in una feroce corsa verso di lui, e lo avrebbe sbranato; ma Sansloy respinse il leone con il suo scudo ed infilzò la sua spada in profondità nel cuore fedele del leone. Con un grande ruggito la nobile bestia cadde morta. Sansloy gettò Una sul suo cavallo e galoppò via con lei. La principessa piangeva e singhiozzava; lo pregò di lasciarla andare, ma Sansloy non la ascoltò. Una si sentì come se non avesse alcun amico, o almeno, nessun amico che potesse aiutarla. Solo l'asinello bianco trottò dietro di lei; non aveva paura di nulla se non di essere lasciato solo, senza la sua amata. Il buio calò e le stelle che uscirono fuori sembrava piangessero per il dolore e l'impotenza di Una. Sansloy alla fine fermò il cavallo e la fece scendere. Quando lui le si avvicinò, Una ebbe tanta paura e gridò per chiedere aiuto. Le sue urla riecheggiarono fra gli alberi. In quei boschi viveva gente selvaggia. Alcuni fra loro erano più simili a bestie che uomini e donne. Ballavano allegramente alla luce delle stelle e, non appena sentirono le grida di Una, fermarono le loro danze e corsero a vedere cosa non andava. Non appena Sansloy li vide, con i loro capelli lunghi, le gambe pelose, le braccia grosse e le facce selvatiche, fu così spaventato che saltò sul suo cavallo e galoppò via. Ma le persone selvagge dei boschi erano più dolci rispetto al vile cavaliere. Quando videro Una, così bella, così spaventata e così triste, sorrisero per dimostrarle che intendevano essere gentili. Poi si inginocchiarono davanti a lei e le baciarono dolcemente i piedi per dimostrarle che le avrebbero obbedito. A quel punto Una non ebbe più paura. Quando queste persone selvatiche videro che lei si fidava di loro, furono così contente che saltarono e ballarono e cantarono per la gioia. Raccolsero fronde verdi e le stesero lungo il suo cammino; la coronarono con foglie per dimostrarle che era la loro regina. In questo modo la portarono a casa, dal loro capo; lui e tutte le belle ninfe del bosco la sua accolsero con gioia. Per un lungo periodo Una visse con loro e fu la loro regina. Alla fine un coraggioso cavaliere giunse da loro. Suo padre era stato un uomo selvaggio dei boschi, ma sua madre era una donna nobile. Era coraggioso e audace come suo padre era stato. Quando era un bambino, e viveva con la gente selvaggia, aveva l'abitudine di rubare cuccioli di leone alle loro madri solo per divertimento. Cavalcava pantere, antilopi,cinghiali, e tigri e lupi con cinghie e briglie, come se stesse giocando con cavalli. Era però dolce come sua madre, nonostante fosse un impavido. Quando Una gli raccontò la storia del cavaliere dalla croce rossa, del leone e di tutte le sue avventure, il suo cuore divenne colmo di pietà. Promise di aiutarla a fuggire e cercare di trovare il cavaliere dalla croce rossa. Così un giorno scapparono via, e, giunta la notte, furono fuori dalla portata degli uomini selvaggi dei boschi. Il mago malvagio seppe della fuga di Una, si vestì come un pellegrino e andò loro incontro. "Hai visto, o hai sentito nulla riguardo al mio prode cavaliere? Egli porta una croce rossa sul petto" Una chiese al vecchio quando si incontrarono. "Ah, sì", disse il mago, "L'ho visto sia vivo che morto. Oggi ho visto una lotta tremenda tra lui e un altro cavaliere, e l'altro cavaliere lo ha ucciso». Sentendo questa bugia crudele, Una cadde svenuta. Il giovane cavaliere coraggioso la sollevò delicatamente e cercò di confortarla. "Dov'è questo uomo che ha ucciso il cavaliere dalla croce rossa, e preso a tutti noi la gioia?" chiese al falso pellegrino. "Egli è qui vicino ora", disse il mago. "L'ho lasciato ad una fontana, a lavare le ferite." Il cavaliere si avviò in tutta fretta, così veloce che Una non riusciva a tenere il suo passo, e in poco tempo arrivarono ad una fontana dove trovarono un cavaliere seduto. Era il malvagio Sansloy, colui che aveva ucciso il leone di Una e l'aveva rapita. Il cavaliere coraggioso si precipitò su di lui con la spada sguainata. "Hai ucciso il cavaliere dalla croce rossa!", disse; "Dovrai a combattere e sarai punito per la tua cattiva azione." "Non ho mai ucciso il cavaliere dalla croce rossa", disse Sansloy, con grande rabbia. "I tuoi nemici ti hanno mandato da me perché ti uccidessi." Poi, come due belve, lottarono. A volte riposavano per un momento, solo per poter attaccarsi l'un l'altro nuovamente, con più forza e veemenza. Il sangue sgorgò dalle loro ferite sulla terra calpestata dai loro piedi, e il suono dei loro colpi feroci risuonò attraverso l'aria. Una era così terrorizzata alla vista del terribile spettacolo che scappò via e li lasciò a combattere furiosamente. Appena si allontanò vide una piccola figura che attraversa i boschi verso di lei. Era proprio il nano. La sua faccia dolente le disse che qualche cosa di brutto era successo al cavaliere dalla croce rossa. Giorgio aveva avuto molte avventure da quando l'aveva lasciata nella capanna del mago, e, alla fine, un gigante lo aveva preso. Lo teneva prigioniero in una triste prigione. Il nano era fuggito, per timore che il gigante lo uccidesse. Una amava il cavaliere dalla croce rossa, tanto che il suo cuore andò quasi in pezzi quando sentì le parole del nano. Prese quindi la decisione di trovare il suo cavaliere e liberarlo. Così parti', vagando su e giù per colline e valli, bagnata da piogge battenti e sferzata da venti pungenti. Alla fine, per buona fortuna, incontrò un cavaliere e il suo scudiero. Questo cavaliere era il buon principe Arturo, il più coraggioso e il migliore di tutti i cavalieri della regina Faerie. Raccontò loro le sue tristi vicende . "Siate di buon umore e consolatevi", disse il principe. "Io non abbandonerò fino a quando non avrò liberato il cavaliere dalla croce rossa." Ed il principe mantenne la sua promessa. La storia di “San Giorgio e il Drago” vi dirà come Una e il suo cavaliere si ritrovarono e si sposarono, dimenticando i dolori passati nella loro grande felicità. Infine inserisco una bella immagine della moneta che ha destato la curiosità del mio bimbo. Per fortuna che non mi ha detto ancora: "Me la compri papà?" Buona serata a tutti gli amici del forum. E.6 punti
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Circa due anni fa cominciai una discussione parlando delle intenzioni nel cominciare a collezionare monete della mia città..Modena appunto. Oggi...complice una bella occasione ho cominciato...e il caso vuole proprio con la moneta di cui parlai 2 anni fa...uno Scudo di Francesco III 1739 e proprio in uno stato come lo volevo io. Ho un pò di emozione a tenerlo in mano ...mi fa tornare indietro nel tempo. Son contentissimo e volevo condividerlo con voi saluti marco6 punti
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Oggi Vi metto un pò a lavoro: vediamo chi riesce ad attribuire un corretto grado di rarità a questa moneta.4 punti
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Essere testimone di un evento così mi fa sentire orgoglioso per l' appartenenza a Quelli del Cordusio, a Lamoneta.it a Milano, anche se da provinciale... Devo un grazie sonoro, che ripeterò di persona a molti di voi, per l' impegno e le giornate che avete dedicato, che dedicate e che dedicheremo alla divulgazione di questa passione. Roberto4 punti
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Complimenti @Gasp notevole per tondello, battitura e patina! Buongustaio! Lo stimolo di @Rocco68 è sicuramente invitante... e sulla scia di @Gasp posto il mezzo ducato di filippo II per le nozze, sicuramente tra le mie preferite4 punti
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Sono stato a Vienna al museo lo scorso anno, confermo la presenza delle monete. In questa foto, pessima scusate, la moneta in oro n. 230 è la terza da sinistra3 punti
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Buongiorno a voi, in questi giorni ho qualche ora a disposizione (direi "ora d’aria” senonché qualcuno penserebbe subito male) e così posso chiacchierare un po’. Una caratteristica che mi pare sia costante nella monetazione milanese di questo periodo e tipologia (e intendo le emissioni con XRISTIANA RELIGIO a partire da Ludovico il Pio fino almeno a Ludovico II, oltre cui non andrei come attribuzione cronologica della moneta di @anto R, anche se la sua assegnazione al primo Ludovico credo sia fuori discussione) è la presenza delle “A” barrate da un trattino obliquo, più o meno centrato ma sempre presente. Inoltre, la dimensione della “O” di HLVDOVVICVS pur fluttuando leggermente da emissione ad emissione mi sembra si mantenga sempre di una certa grandezza (i “mi pare” e i “mi sembra” sono importanti!). Infine, in generale, le lettere sono più slanciate e sottili e anche le colonne del tempio sono più alte. Molto particolari anche le croci presenti su entrambe le facce, quasi sempre o vistosamente potenziate o/e bifide. Quest'ultima caratteristica, però, non è tipica della sola Milano ma anche di Verdun e forse di un’altra zecca non ancora identificata (italiana?), che coniò monete molto particolari come stile (cfr. BdN materiali n. 7, p. 101, n. 8). Diverso il caso di Venezia, alla quale sono attribuite monete dalle caratteristiche variabili ma che - ed è quello che oggi ci consente nella maggioranza dei casi di poterle attribuire con una certa precisione alla zecca della città lagunare - nel complesso mantengono una certa somiglianza formale. Le colonne del tempio possono essere più o meno alte, le “A” possono essere sia chiuse che aperte e i loro apici legati o meno da un triangolino (questa caratteristica è anche delle “V”). Tuttavia le lettere sono sempre basse e tozze e la croce nel campo del dritto, più o meno ampia, ha sempre i bracci che restano dritti e di larghezza uniforme fin quasi alla fine, quando si aprono improvvisamente “a trapezio”. Una caratteristica che non si riscontra in tutte le emissioni di Venezia ma che è comunque evidente in diversi esemplari è la “O” di HLVDOVVICVS di dimensioni più piccole rispetto alle altre lettere. Lettere tozze, “A” aperte, “V” senza apici, croce con bracci di larghezza uniforme che finiscono “a trapezio” e “o” più piccola ( HLVDo[VVICVS]) mi sembra, a differenza di quanto è sembrato a Eros, riconducano l’esemplare di Antonio a quello indicato con la sigla BN Cote568 nello specchietto di Coupland. Di contro vi sono le colonne del tempio, più alte nel pezzo di Parigi e più basse in quello di Antonio, simili però a quelle che si vedono nell’emissione con DN CVNSERVA ROMANO IMP e in alcune, sempre veneziane, con XRISTIANA RELIGIO (cfr. S. Coupland, Money and Coinage..., pl. III, Class III, Group G: Venice, n. 2). Con questo non voglio dire che l’esemplare di Antonio sia indubitabilmente di Venezia, ma che potrebbe esserlo perché possiede caratteristiche riconducibili a quella zecca. L’unico problema a tutto questo bel discorso è che le stesse caratteristiche si ritrovano anche in monete di altre zecche... E qui mi fermo perché non so più che dire. Cordialmente, Teofrasto3 punti
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Ciao, non è per forza che si devono rimuovere anche le concrezioni. Il cancro o "peste del bronzo"e una brutta bestia. Se non viene eliminato , c'è sempre la possibilità che ritorni , specie se la moneta sta in luoghi non asciutti. I metodi sono diversi, ognuno si fa forte dalla esperienza personale. Non tutti i problemi con cancro sono uguali . Sempre che di cancro si tratti. Si perché qualcuno potrebbe scambiare la malachite con il cancro. Questo può succedere da foto.......mai dal vivo.3 punti
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Buonasera a voi, sul pezzo di @anto R (che ringrazio per avermi citato ma gli esperti del settore sono ben altri...) ho diversi dubbi e per il momento non mi sento di esprimere un parere definitivo (che però, forse, non è nemmeno possibile). L’impressione comunque è che possa trattarsi di un denaro della zecca di Venezia. Allego uno specchietto di Simon Coupland che ritengo molto interessante al fine di determinare - o quantomeno cercare di determinare - l’atelier della “nostra” moneta. Vorrei poi dire la mia opinione sull'esemplare di @giancarlone, quantomeno sull’autorità emittente. Personalmente non l’attribuirei a Ludovico III. Di più, se diverse caratteristiche lo avvicinano ai denari milanesi (la croce “trifida”, le caratteristiche della crocetta più piccola all’interno del tempio, la forma di alcune lettere della legenda), altre come le “A” aperte (), la “R molto particolare, la “o” di RELIGIO, molto piccola rispetto alle dimensioni delle altre lettere, mi fanno pensare che possa trattarsi di un’altra zecca. Per il momento, però, non saprei dire quale. Pavia? Boh!!!??? Escludo comunque che Giancarlone possa aver trovato dei confronti calzanti tra la sua moneta e quelle illustrate nel volume di Crippa, se non unicamente nelle estremità dei bracci della croce del dritto. Un caro saluto, Teo3 punti
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Ciao Pietro, facendo una breve ricerca su Google Libri ho rintracciato questi tre documenti molto interessanti. Come puoi constatare le contromarce OLIM e BOMBA (ma non BOIA) furono apposte dagli antiborbonici siciliani nel 1848 a scherno del sovrano "bombardatore". Questi documenti provano in modo incontrovertibile la genuinità delle contromarche apposte subito dopo il bombardamento di Messina nel settembre del 1848. Estratto da alcuni numeri del quotidiano siciliano La Costanza del 1848. N. 31, pp. 121-22. N. 34, pp. 135-36. N. 36, p. 144. N. 62, p. 245. Estratto da Museo scientifico, letterario e artistico, Torino, 1848, p. 416.3 punti
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Salve a tutti, è molto raro imbattersi in un entusiasmo così genuino, intenso e graduale che raggiungerà il suo apice fra tre giorni. Credo che tale stupore, ossia illimitato desiderio di scoperta non si senta solo a Milano, ossia nel Ducato, ma anche nelle aree più lontane: io lo sentivo anche quando ero anni luce dalla lista d'attesa. Personalmente non vedo l'ora, infatti ho già iniziato il conto alla rovescia, di entrare nel Gabinetto Numismatico della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Volevo chiedere a @dabbene se si potrà anche prendere in mano i tondelli che ci verranno proposti e, in questo caso, se è necessario portare anche i guanti in velluto. Personalmente credo che non prenderò niente in mano, poiché sono quasi certo che tremeranno per l'emozione. Le aspettative sono quindi molto alte e credo che non ci saranno delusioni. Saluti, a presto!3 punti
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Buon giorno a tutti, Vi comunico che Comunicazione 69 (quella tradizionale) è disponibile in PDF sul sito della Società Numismatica Italiana a questo LINK Matteo2 punti
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Salve a tutti! Vorrei provare a partecipare alla bella iniziativa di @Legio II Italica riguardante le monete con rovesci di interesse storico-archeologico. Le mie conoscenze in materia sono ancora molto limitate, ma l'argomento mi interessa quindi mi butto... sperando di non fare una figuraccia! Qualche giorno fa stavo sfogliando uno dei miei (pochi) testi e mi sono imbattuta in questo denario di Ottaviano con l'immagine del Tempio del Divo Giulio: incuriosita, ho provato a fare qualche ricerca... Come è noto, Giulio Cesare venne ucciso il 15 marzo del 44 a.C. durante una seduta del Senato nella Curia di Pompeo; il suo corpo venne poi esposto nel Foro vicino alla Regia (la sede in cui probabilmente il Pontefice Massimo esercitava le funzioni sacrali). All'estremità orientale della piazza del Foro venne accesa la pira funebre e si svolsero i suoi funerali; al posto della pira venne poi collocato un altare affiancato da una colonna con la dedica "Al padre della patria", in seguito rimossa. Giulio Cesare fu divinizzato nel 42 a.C.: si tratta del primo caso di divinizzazione post mortem conosciuto a Roma, secondo un uso tipico dei sovrani ellenistici. Tuttavia, la costruzione fu iniziata da Ottaviano solo nel 31 a.C., l'anno della sua vittoria nella battaglia di Azio contro Marco Antonio e Cleopatra, e il tempio venne da lui dedicato il 18 agosto del 29 a.C. al Divo Giulio. Venne situato nel Foro nel punto dove si trovava l'altare, che si vede sulla sinistra della moneta. Ottaviano vi appare con la barba in segno di lutto: è quindi possibile che la moneta sia stata coniata intorno al 36 a.C., anno della battaglia di Nauloco, dopo la quale Ottaviano rasò la sua barba. Il tempio quindi non era stato ancora costruito, per cui probabilmente quello illustrato sul denario sarebbe una raffigurazione simbolica, una rappresentazione propagandistica di come il tempio doveva essere e non come alla fine apparve nella realtà. Tra le colonne si vede la statua di Giulio Cesare e sul frontone appare la scritta DIVO IVL sormontata da una stella, il Sidus Iulium: si tratta probabilmente della cometa che apparve nel luglio del 44 a.C. Ecco qui dunque la mia prima discussione (spero di non aver detto troppe stupidaggini!) Chiedo scusa per le lacune che sicuramente contiene, e aggiungo solo che sarei naturalmente molto contenta se voleste aiutarmi a correggerla e completarla con le vostre conoscenze e considerazioni! Buona giornata!2 punti
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Devo ammettere che i due ultimi post, quelli prima di Antonio, mi hanno veramente emozionato, perché poi ci sono le parole giuste che non leggiamo di solito per un evento, entusiasmo, voglia, stupore, orgoglio, grazie, impegno, passione, divulgazione, ringrazio loro perché poi se questi sono gli attestati credo che tutti ne usciamo più motivati e gratificati. Un evento che parte da zero, senza appoggi, costruito da volontari e che si concretizza in questo modo ripeto ha del quasi miracoloso e dimostra che i sogni anche numismatici a volte si realizzano, certo poi ci vogliono i sognatori, quelli che amano le emozioni, che pensano solo alla passione, senza interessi di sorta, per fortuna l'evento dimostra che ci sono ancora e anche tanti. E se sabato sera sarà tutto finito e sarà la fine, il giorno dopo ci sarà un nuovo inizio, come nel collezionismo, come nei racconti che amo, anche negli eventi la fine e' il mio inizio, l'Ambrosiana non finirà, inizierà di nuovo con altri obiettivi, con nuove sfide, con nuove avventure, buona notte a questo punto a tutti i sognatori numismatici e buon Milano Numismatica ! Devo dirlo non sempre mi emoziono, ma questa volta lo sono veramente per la gioia di quello che stiamo facendo....insieme a tanti, grazie comunque a tutti , qui lo devo dire perché magari sabato non riuscirò a farlo, ai miei fantastici compagni di viaggio, un super gruppo che ama la numismatica per quello che può dare, passione, emozioni, gioia senza altro in cambio...2 punti
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Moneta "preferita" della serata.... ....accontentatevi solo del D/ Saluti, Rocco.2 punti
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Io "purtroppo" ho un ventiduenne ed un ventottenne, e le fiabe le hanno abbondonate da un bel pezzo per il tablet, ipad, smartfone, qr barcode, app android e altre diavolerie che mi fanno desiderare ogni giorno di più una macchina del tempo che mi riporti agli anni '80. La fiaba la leggo per me.2 punti
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La mia terra. I Gonzaga Volevo mostrarvi questo particarissimo ducatone di Ferdinando Gonzaga 1617 Dello zecchierre Carlo torre, questo esemplare è in esposizione al museo di Vienna. Presenta busto dorato al dritto e sole dorato nel rovescio2 punti
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Le foto provengono dai cataloghi della collezione BAM, per la precisione il VII volume (addenda) dedicato agli esemplari non presenti nella Magnaguti ma in altre collezioni pubbliche o private di tutto il mondo. Queste monete sono conservate presso il Kunsthinstorisches Museum di Vienna, dove sono presenti numerosi grossi moduli gonzagheschi di estrema rarità, tra i quali il 12 doppie d'oro coniato sotto la reggenza di Isabella Clara (uno dei due soli nominali di questo tipo emessi dalla zecca di Mantova). D'altronde i grandi nominali d'oro venivano in buona parte coniati come omaggio per la corte imperiale, quindi nulla di strano che siano poi rimasti a Vienna. La doratura su busto e sole del ducatone postato nel primo messaggio è cmq postuma, non è una produzione di zecca.2 punti
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questo credo sia un nodo cruciale,onde evitare problemi con la stessa e con le altre che gli stanno vicino(sia ora che un domani),credo si debba operare in modo "efficace",purtroppo,e sono sincero,a discapito di qualcos'altro,quel qualcosa puo' essere doloroso per alcuni,ma necessario per altri.e' chiaro,poi uno agisce come meglio crede,fino a che le monete saranno fruibili pubblicamente.2 punti
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Il tutto mi ricorda il V secolo... Anche allora c'era una forte immigrazione incontrollata, ci fu la Brexit (l'ultimo documento riguardante la Britannia fu stilato da Onorio), sorsero stati indipendenti al grido '' da soli è meglio ! ''. Poi arrivarono ''i secoli bui''... Arka P.S. Ovviamente si fa per ridere... o no?2 punti
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Ringrazio @teofrasto per il suo ennesimo intervento; certamente attribuire queste monete non è in molti casi facile, tanto più se mancano parti di tondello... Io fondamentalmente puntavo all'inizio su Venezia, poi però (ri)leggendo gli studi di Coupland ho dato maggiore importanza al tratto orizzontale che unisce esternamente le due stanghette convergenti nelle A e nelle V, particolare tipico dello stile veneziano. Concordo con Mario, a volte l'impresa del fornire una corretta attribuzione è talmente ardua che è meglio anteporre a tutto un bel "probabile". Per fortuna qui siamo tra amici e quindi due chiacchiere in più si possono anche fare, come vedete stanno uscendo tante considerazioni anche importanti. Ciao Eros @eracle62 , quindi segnamo con te un bel +1 alla lista degli interessati all'argomento! Tornando alla mia domanda del post #62 (in riferimento al denaro del post #57) vi allego un aiutino Grazie per la vostra partecipazione e per le vostre considerazioni che leggo con molta attenzione e piacere (stiamo davvero "facendo Forum"), buona giornata, Antonio2 punti
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Mi sembra di capire, e sottilineo mi sembra, che la forma della croce o una lettera non siano condizioni sufficienti da soli a dare una attribuzione ragionevolmente certa, almeno lo è se ci sono più fattori congiunti a determinarla. Sia nella prima moneta che in particolare in quella di giancarlone ci sono elementi che ti portano da una parte ed altri dall'altra, se ben ricordo dalla lettura del Crippa anche la A barrata o meno può dare una indicazione di massima della zecca ma non è una condizione decisiva perché ci sono anche casi, non molti, però discordanti sulla A anche per Milano stessa...e quindi ritengo che in alcuni casi sia anche giusto dire probabile attribuzione a....2 punti
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Gran bella moneta, sono anch'io di Modena e come te ho iniziato da poco la collezione di questa bellissima zecca. Penso che collezionare monete appartenenti al proprio territorio dia una soddisfazione davvero enorme, o almeno questo è quello che ho provato io dopo aver acquistato le mie prime 2 monete di Modena poche settimane fa... anche se questo tuo scudo le batte nettamente entrambe! Ancora complimenti, Cioso.2 punti
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@Philippus IXi guanti di cotone sono sempre opportuni perché se ti danno la possibilità di prenderle in mano è una garanzia di non creare danni. Sicuramente si riepilogando per foto, film, cell, per gli ambiti conferenziali, in ambito interno Medagliere chiederemo al momento al Prof. Alteri, d'altronde anche per loro è un po' una novità. Può essere che una immagine d'insieme sia una cosa, una immagine ravvicinata un'altra.... Per il resto riepilogo il programma : ORE 10,30 inizio coi saluti nella Sala XXIII dell'Ambrosiana, io consiglio di arrivare almeno un 15 minuti prima e sedersi già, se chiedono all'ingresso, dare il vostro cognome e dire per Milano Numismatica, quindi entriamo, inutile star fuori ad aspettare tutti.... ore 13, 00 - Pranzo al Ristorante / Pizzeria Farinella in Piazza Castello ore 14, 45 - inizio Conferenze con Paolo Crippa al CCNM , Via Terraggio 1 ( Cadorna MM1 e 2 ) a seguire Toffanin, Limido, presentazione Gazzettino di Quelli del Cordusio, Momento Giovani, consegna Premio Divulgazione, visione delle monete false milanesi. Quindi non andate via presto perché in fondo ci sono dei bei botti, botti nostri poi.... Da parte mia consegnerò una copia ai giovani presenti che non ce l'hanno la monografia " Milano raccontata dalle sue monete e medaglie " e questo momento sarà però alla fine a meno che non si voglia anticipare, ma non dipende da me però questo ....2 punti
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Grazie siete stati gentilissimi. Sono comunque contenta di aver scoperto questo sito che trovo molto interessante.2 punti
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Stupendo ritratto, stupenda tipologia, stupendo regnante, stupenda patina, stupendo tondello.. Ha dimenticavo stupenda zecca.. Eros2 punti
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Vi do la buonanotte con il R/ di questa Piastra di Ferdinando IV del 1786.... Fotografata in diagonale, per farvi meglio apprezzare I fondi e I rilievi. Saluti, Rocco.2 punti
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* * Description Valerian I (253-260). Bithynia, Nicomedia. Æ (25mm, 6.56g, 12h). Laureate, draped and cuirassed bust of Valerian I r., facing laureate, draped, and cuirassed bust of Gallienus l.; between, smaller bareheaded, draped and cuirassed bust of Valerian II r. R/ Three agonistic urns set on ground line, the outer two each containing a single palm frond, the central containing two. Cf. BMC 72 (for type). Near VF2 punti
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Salve ragazzi,finalmente dopo quasi un mese di viaggio(arrivava solo dalla Svizzera)la moneta è arrivata a destinazione.Un piccolo Alessandro Severo con profilo "rubato" dal cugino Eliogabalo.2 punti
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Daccordissimo con entrambi....ed io sono giunto ad una conclusione, mia opinione personale: la rarità la classifica il collezionista..chi fa da solo fa per se. Prendo ad esempio i due cataloghi che si aggiornano frequentemente(Montenegro-Gigante); chi ci sta dietro ad ogni singola monetazione ? (per poi comporre il consueto catalogo annuale)..... sono persone che operano conteggi ?....passaggi alle aste ? quante volte è passata o meno ogni singola moneta sotto gli occhi ? ecc.ecc. si adoperano successivamente in base a questi dati...ed altri ancora, non meno importanti, corretti aggiornamenti di innalzamento e/o abbassamento di una Rarità di un determinato nominale ? ... vengono inseriti gli inediti ? ...è questo il punto essenziale.1 punto
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@morellino ci siamo sovrapposti indicando la stessa discussione. Mi fa piacere vedere che la seguono in molti, anche perché è un argomento che interessa da vicino non solo i collezionisti, ma anche gli studiosi.1 punto
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Questo ragionamento parte da due presupposti sbagliati: uno è che l'UE sia una semplice questione di commercio, l'altro che i nostri problemi derivino fondamentalmente dalla sua esistenza, cioè dall'esistenza di una qualche forma di unità politica ed economica europea, pur parziale e a funzionamento tutt'altro che ottimale come quella di oggi. Non è così, perchè "l'Europa" non è un semplice accordo per il libero commercio o un optional che potrebbe non esistere senza conseguenze apprezzabili, nè in campo economico nè in campo politico, ma è la base fondamentale della prosperità e la stabilità in Europa. Il problema non è la sua esistenza ma il modo in cui è organizzata e la sua maggiore o minore capacità di funzionare. E' su quello che bisogna agire, non perdersi nell'illusione che facendo ognuno di testa, sua senza neanche la minima forma di coordinamento, porterbbe a un miglioramento della situazione. Altra premessa sbagliata, più tecnica: se la buttiamo ancora sulla questione commerciale teniamo presente che non c'è accordo nè con la Russia nè con l'Asia nè col Sud America (se e finchè le loro economie sono in crescita, il che non avverrà certo in eterno) che possa compensare la mancanza del mercato unico europeo (il quale è molto più di un semplice accordo di libero scambio), con annessa unione doganale, per il semplice dato di fatto che fra il 45% e il 70% circa dell'import ed export totali degli stati dell'UE avviene con gli altri stati dell'UE, Gran Bretagna compresa. Non c'è niente da fare, è inutile fantasticare di smontare il sistema da cui tutti dipendiamo reciprocamente... pensando addirittura anche di guadagnarci qualcosa. La storia (europea) insegna che se vogliamo trovare un punto di rottura dev'essere un punto di rottura con quello che abbiamo sempre fatto in passato, cioè il rifugiarci ad ogni crisi nell'illusione che l'isolazionismo e/o il nazionalismo siano la soluzione ai nostri problemi. E' una pericolosissima illusione che in passato ci è costata più di una volta M... e sangue. Come mai gli Stati Uniti sono ripartiti? Appunto perchè sono uniti, cioè hanno un governo centrale che reagisce in fretta con regole e mezzi chiari ai problemi invece di un sistema con 28 governi sovrani che ad ogni problema serio pretendono di fare ognuno di testa sua, perdendosi in infinite discussioni e intralciandosi con veti e divieti. E' questo il problema. Hai citato un punto fondamentale. All'UE possiamo assegnare tutti gli obiettivi che vogliamo ma a comandare sono i suoi stati: loro decidono la politica economica locale (con tutto quello che comporta anche in eventuali errori o idiozie che si ripercuotono a livello europeo) e loro concordano all'unanimità i trattati con le eventuali regole e azioni comuni a livello europeo. Sufficienti o meno, corrette o meno, sono loro a decidere. Se vogliamo davvero che la situazione cambi, e in meglio, dobbiamo farlo presente ai nostri egreggi governanti, non lamentarci sputando a caso contro il non meglio definito "Bruxelles". Men che meno poi suicidarci sfasciando quello che siamo riusciti a mettere in piedi in fatto di unità dopo due guerre mondiali, per quanto insufficiente ancora possa essere.1 punto
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Campi smerigliati, il mirroring dei dispositivi... all'hobby di moneta americana, "reverse proofs," proprio come si dire. Anch io penso le monete di Britannia sono particolarmente belle voci nel mondo di pezzi di metallo prezioso, ma poi ehi, come può un moneta-designer andare storto con un allegorico Britannia—specialmente un levantesi in piedi Britannia? v. -------------------------------------------------- Frosted fields, mirror devices…in the American coin hobby, “reverse proofs,” just as you say. I too think the Britannia coins are especially beautiful entries into the world of bullion pieces, but then hey, how can a coin-designer go wrong with an allegorical Britannia—particularly a standing Britannia? v.1 punto
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Ciao , infatti moltissime monete romane , di queste due tipologie , sono in alcuni casi l' unica testimonianza storica archeologica di cui disponiamo ; testimonianze , tramite monete , sopravvissute alla catastrofe di monumenti , epigrafi e testi letterari , causata dal tempo e dagli uomini . Per questi motivi personalmente affido molta importanza alle monete con iconografie storiche e archeologiche , in particolare a quelle con tema archeologico in quanto quelle con fatti o eventi storici , potrebbero essere state un po' "gonfiate" per propaganda politica , anche se la realta' di fondo del fatto storico , rimane immutata . Per quanto riguarda il Tempio di Cesare , quello raffigurato nella moneta di Augusto forse potrebbe essere riferito ad una prima fase del monumento , probabilmente piu' un Aedes , un Sacrario o Tempietto con quattro colonne , come sembra di vedere nella moneta , poi per qualche motivo rifatto ed ampliato ; e' una ipotesi . RETTIFICA : Ho fatto delle ricerche su questo Tempio del Divo Giulio e secondo Andrea Carandini , Professore emerito di Archeologia e Storia dell' Arte greca e romana , quello che hai postato in foto e' la ricostruzione ideale proprio di quello dedicato a Cesare , infatti quello stilizzato sul suo libro corrisponde a quello che hai postato . Non capisco pero' il perche' della differenza tra questo e quello coniato sulla moneta .1 punto
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Spero di non offendere nessuno dicendo che preferivo i faccioni. Con lo stemma diventa una serie davvero monotona, secondo me. Auguriamoci comunque che la resa sia non come le immagini che avete postato ma con gli elementi dello stemma (motto compreso) ben chiari. Relativamente al motivo della scelta di Papa Francesco, è apprezzabile. Mi chiedo però allora perché, d'altro canto, ogni anno l'SCV emette una serie di francobolli specifica con immagini (foto) del Pontefice. E mi rispondo che lo fanno per fare cassa...Coerenza, dove sei?1 punto
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Dimenticavo... grazie Roberto e grazie Cristian, le parole poi come queste, sono tutto....1 punto
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Complimenti gran moneta, per conservazione e perché i collezionisti di Modena non sembrano molto presenti, quindi è un piacere vederla e magari qualcuno ci può raccontare anche qualcosa, sulla sua storia, sulla monetazione del periodo....giusto per divulgazione....1 punto
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Giusto per farlo capire con delle immagini: girandola sul suo asse centrale ha l'allineamento a medaglia (alla tedesca) se si presenta così ha l'allineamento a moneta (alla francese) se si presenta così La Thailandia, per questo valore, utilizza l'allineamento a moneta, quindi tutto normale.1 punto
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ciao @sofia, è un normalissimo 10 bath Tailandese,l'asse di orientamento delle due facce a seconda delle monete e dei paesi di emissione può essere a "medaglia"o "tedesco" ossia con le facce orientate nello stesso verso,oppure alla "francese",come erano le nostre vecchie lire,ossia con le facce sfalsate di 180°1 punto
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se qualcuno magari volesse avere un contatto diretto con il prof. Andreas Pitsillides, presidente della Cyprus Numismatic Society, con il quale ho avuto modo di scambiare diverse idee recentemente per un mio lavoro, sappia che è una persona davvero squisita! me lo immagino come un vecchietto curvo sulla sua scrivania, ma con una conoscenza forse unica per la sua Isola.1 punto
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Mi sembra piuttosto evidente che si tratti di una mancanza di metallo. Cosa comune in questi 12 tarì, soprattutto negli anni precedenti al 1796. Difetto, quindi di conio e non intervento successivo.1 punto
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Pronti? Prontissimi! Mamma mia, 50 min a sentire Paolo Crippa parlare di Leone Leoni...dobbiamo portare il quaderno per gli appunti? Come possiamo definisrci se non "fortunati"? Giornata da vivere dalla mattina alla sera, tanti momenti importanti uno dopo l'altro, questo ve lo possiamo già dire e chi verrà potrà constatarlo da sé. Peccato che i NIP abbiano già usato il nome "Festa della Numismatica", altrimenti...1 punto
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Complimenti @Gasp per questo meraviglioso mezzo ducato.....da ammirare in tutti I particolari...e che dire della patina! Saluti, Rocco.1 punto
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A Giovanni Bovi ! Altro mostro sacro ! Ti pubblico una delle monete a cui tengo di più ....e ti rinnovo i complimenti...che bella dedica...1 punto
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L'identità c'entra in Milano Numismatica ? C'entra perché il fil rouge scelto , questa vuole richiamare... Con la partenza da una Istituzione come l'Ambrosiana famosa in tutto il mondo e forse sottovalutata a casa nostra, primo vero centro storico della città con l'attigua chiesa del S. Sepolcro, il suo Medagliere da scoprire e conoscere , il passaggio a piedi dal Castello per il pranzo conviviale e l' arrivo al Centro Culturale Numismatico Milanese vicino a Cadorna dove si riparlerà di Milano, tramite le monete artistiche di Leoni Leone, tramite gli esempi di falsi di questa monetazione, tramite una monografia divulgativa, tramite un nuovo nascente prodotto editoriale che nasce in città e che richiama nel titolo il Cordusio. Una Milano protagonista nella numismatica coi suoi rappresentanti e appassionati, una Milano che sembra ridestarsi e unirsi e voler fare gruppo sotto la bandiera della numismatica, Milano che per una Giornata piena sarà protagonista...1 punto
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Se fosse questo il caso, personalmente, non mi sembrerebbe lontano dal vero dire che chi ha voluto spingere la propria offerta da 50€ fino a ben 500€ la pensava in maniera decisamente diversa da chi ha scritto in questa discussione, dove si è parlato, tra l'altro, in questi termini dell'esemplare Savoca 10/37 : "600€ sono eccessivi" post 2, "modesta qualità" e "magari si potrà fermare a 250/300" post 3, "l'esemplare in questione è assai sconservato" post 4, "potrebbe essere stata l'operazione di pulizia a variare un poco i lineamenti dei rilievi?" e "il perimetro di parte dei rilievi parrebbe ripassato (troppo netto rispetto al resto delle superfici?), per meglio definirlo forse, con un qualche strumento che ha lasciato segni più o meno evidenti" post 5, "sicuramente non ha avuto una degna pulitura" e "Sul rovescio sotto la pancia del cavallo , anche qui sono evidenti i segni lasciati da "bisturi" " post 6....1 punto
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