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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/20/17 in tutte le aree
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Questo invece è l'unico esemplare originale in argento finora conosciuto. @fabio22 Puoi aggiungere la foto nel catalogo se vuoi.3 punti
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Carissimo @Babelone in merito al medaglione credo di poter confermare che non è di epoca romana, ma ragionevolmente prodotto a partire dalla fine del XVII secolo. Per confronto ti allego un esemplare di Vespasiano ( foto 1, gr. 101,46) di alcuni altri medaglioni ( foto 2, 3, 4) che potrebbero essere attribuiti al Lauffer ( incisore e medaglista tedesco, una specie di Johnson dei tempi nostri, attivo dal 1660 circa, è argomento da medaglisti e quindi scusami per eventuali inesattezze). Come vedi ha caratteristiche simili di tondello nelle fratture e nel bordo, presenta anche una particolarità interessante ossia nella fusione del tondello era inserito un cosiddetto "Kupfer stift" ossia un perno in rame, da bordo a bordo passando per il centro, invenzione e tecnica usata proprio dal Lauffer. La motivazione di questo inserimento non è chiarissima, probabilmente per aumentare le proprietà meccaniche per la pressa o, per meglio dire, torchio. Non è facile avvedersi di tale perno, perché è confuso/confondibile con il resto del metallo ( foto 6, poco chiara, ma...). Se provi a cercarlo nel tuo esemplare poi mi dirai se lo trovi... Anche il Vespasiano ha una spessa patina verde cupo, a volte saltata, tracce pesanti di cuprite e sedimenti vari, anche dentro le ampie crepe ( foto 5 ). Pesa ben 100,46 grammi, il pezzo di Nerone foto 2 108 grammi, il Caligola 106 grammi, questi ultimi provenienti dal listino 61 della Kunst und Muenzen. Sono tutti quindi in linea con il tuo pezzo da 110 grammi e con caratteristiche di pressatura o torchiatura. In realtà potresti dirmi che come stile di incisione non sono congrui al tuo pezzo, a parte forse il Nerone.... ti posto quindi un Settimio Severo , anche lui pressato e con caratteristiche crepe radiali sul bordo. ( foto 7). Esistono 2/3 pezzi di questa limitata produzione in ognuno dei principali musei, tipo Parigi, Londra, Berlino e Milano da cui sono presi il Severo e il Caligola mancante di un pezzo, quest'ultimo mostra bene, ma solo dal vivo, il famoso perno di rame al suo interno... Sono pertanto a confermare quanto ti ho scritto nel mio primo post con la prima impressione...? Cordialmente, Enrico P.S. @FalarideDi medaglioni di Adriano pressati ne parliamo in un prossimo post, che ci sarà da ridere...3 punti
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Tornesello in Mb, bruttino ma R3 anche se veramente difficile da trovare. Michele Morosini.3 punti
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Buonasera a tutti,mi rendo conto che avrei dovuto pubblicare questo post nell'apposita sezione ma è cosi grande il mio piacere per questa notizia che ho voluto rendervi partecipi ,contando sul fatto che sicuramente anche voi siete animati dalla mia stessa passione per l'alto medioevo,quindi vi comunico che questa primavera ,finalmente,a Pavia si terrà un'importante mostra sui longobardi.2 punti
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Buona sera a tutti, vorrei sottoporvi 2 aquilini minuti di Pisa, monete sicuramente poco trattate sul forum che si portano dietro un alone di mistero alimentato dall' ipotesi di M.Baldassarri che si tratti di un nominale battuto in Sardegna, sia per le sue caratteristiche metrologiche, che lo fanno ritenere essere stato creato sul piede della libbra di minuti Genovese e quindi nato per concorrere con i denari liguri, i veri padroni del mercato sardo, che per per la evidente questione della non convenienza del trasportare un nominale così piccolo nelle maggiori isole tirreniche, alle quali queste monete erano destinate, fattori che fanno supporre ad una coniazone in terra sarda, e nun ultima la concentrazione dei ritrovamenti sull isola. A novembre a Verona un commerciante sardo me ne ha mostrato uno in verità particolarmente bello rispetto alla media per il tipo, ma voleva troppo (per le mie tasche) ed ho desistito, mi contento dei miei due catorci mal messi ma su cui vorrei fare qualche considerazione. Il primo non sono riuscito a catalogarlo in maniera esatta ma rispetta perfettamente la media dei dati ponderali per il tipo: gr.0,60 mm.15-16. Il secondo rispetta invece alla perfezione il tipo di monete che amo e che scelgo per la mia collezione, ha infatti la caratteristica di esser poco caratteristico. gr.0,34 mm.13,5-14,5. Da una osservazione sui dati riguardanti un campione di 40 pezzi simili provenienti dal ripostiglio sardo di Oschiri (Sassari) del tipo Baldassarri A.II.2d. (Con tre globetti a fine legenda nel rovescio), si nota che la media del peso è di gr.0,63 con una concentrazione di 24 pezzi tra 0,50 e 0,70, di 13 pezzi tra 0,70 e 0,90 e di soli 3 pezzi al di sotto di 0,50 con un peso minimo di 0,35. Per quanto riguarda il diametro, non si scende mai sotto 15mm. Un tondello di 13,5-14,5mm. Come quello che posterò qui di seguito di per se non costituirebbe un argomento su cui discutere troppo, ma mi ha colpito l'aquila sul rovescio che risulta più piccola, ci si aspetterebbe invece che questa uscisse fuori campo su un dischetto troppo piccolo per poterla contenere.L'unica cosa che mi viene in mente è che possa essere ribattuta così da farla sembrare più piccola e in effetti si vedono il petto con la testa un po disassate rispetto alle zampe, e l'ala di dx (la sua sx) più bassa.L'impressione è che il conio sia stato così composto per essere contenuto interamente in questo flan.Non ho però ben chiara la tecnica produttiva di questi conii nel senso che se l'aquila fosse il prodotto di 3-4 punzoni ad esempio uno petto e testa, uno ala dx, uno ala sx ed un altro pancia zampe, allora potrebbe anche essere, altrimenti resta Buona l'ipotesi della ribattitura che ha "scorciato"l'aquila, e le dimensioni ridotte del tondello hanno poi fatto il resto creando questo strano aquilino minuto - minuto . mi interessa particolarmente la questione dei punzoni separati per comporre un soggetto e se qualcuno volesse portare qualche esempio anche di altre zecche gli sarei grato,Ovviamente giusto per fare due chiacchiere tra amici.a seguire il denaretto in questione,di seguito quello "normale" in ultimo il raffronto.2 punti
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No, direi che era medaglista e non falsario in senso stretto, come dicevo una specie del nostro Johnson di Milano... probabilmente si tratta di una serie molto ristretta fatta su incarico di un qualche personaggio illustre dell'epoca . Da tenere presente che in linea di massima non riproduce medaglioni esistenti ma sono ispirati più ai sesterzi, almeno alcuni rovesci... Rimane comunque difficile fare attribuzioni certe a questo o a quel produttore/incisore, in questo caso sembra che il perno di rame sia un filo conduttore per una tecnica al torchio/pressa che accomuna questi esemplari e di cui Lauffer è l'inventore. Mi sembra di ricordare che proprio Lauffer abbia poi inventato una "virola" di contenzione per i tondelli alla pressa, praticamente un cerchio che impedisce al bordo di espandersi più di tanto e magari fratturarsi/ creparsi, come in questi esemplari. Niente toglie che il Settimio Severo possa esser di un altro "produttore" e magari anche acconciato di patina ed artefatto ulteriormente in epoca successiva. Quanto invece ai medaglioni truffaldini alla pressa sono altre le caratteristiche e la resa finale, ma questo è argomento di un prossimo post su Adriano e alcuni medaglioni falsi... Cordialmente, Enrico P.S. Quasi dimenticavo... i pezzi sopra riportati hanno un diametro intorno ai 50 millimetri, il peso mediamente supera i 100 grammi.2 punti
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Gent.mo @Roky68, proprio come ti è stato detto nei precedenti post tutto dipende dalla conservazione, da catalogo la moneta è classificata NC (Non Comune) e si passa dai pochi euro per una MB (Molto Bella) per superare i 1.000 euro in FDC (Fior Di Conio). Le foto sono quindi indispensabili per risponderti e visto il potenziale di questa moneta...meriterebbe farle!!!? Un cordiale saluto, Massimo.2 punti
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Grazie del pensiero facile facile Matteo Ho imparato una variante che non conoscevo. Credo di averla beccata. Millesimo 1880 variante "inverted A".2 punti
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Sul mio taccuino di moneta ho questa voce: x: Nel 1890, l'anno che è stato coniato questo cento indiano, lituano Viktoras Barnauskas fuggito dal carcere ed emigrò negli Stati Uniti. Nel giro di due decenni—e dopo un cambio di nome—gli americani sarebbero diventato certa familiari con le iniziali di Mr. Barnauskas, V.D.B., per Victor David Brenner, progettista del cent Lincoln. (xx) v. ----------------------------------------------------- In my coin-notebook I have this entry: x: In 1890, the year this Indian cent was coined, Lithuanian Viktoras Barnauskas escaped from prison and emigrated to the U.S. Within two decades—and after a name change—Americans would become somewhat familiar with Mr. Barnauskas’s initials, V.D.B., for Victor David Brenner, designer of the Lincoln cent. (xx) v.2 punti
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.....nessuno si fa avanti? Allora inizio io. Ammirate il mio gioiellino: FERDINANDO II, Tornese 1839. Il D/ E adesso il R/2 punti
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Salve. La pista indicata da @morellino è esatta: si tratta di un cavallo in rame per Ferdinando I d'Aragona della zecca de L'Aquila (l'aquiletta, simbolo di questa zecca, si vede ancora piuttosto bene davanti al cavallo, nel R/). Aggiungo che si tratta di una moneta post ribellione perché al D/ il nome del re è scritto FERRANDVS, quindi databile tra il 1488 ed il 1494. Inoltre, la sigla in esergo al R/ è l'iniziale del Maestro di Zecca Gian Carlo Tramontano. Qui la scheda di questa moneta sui nostri Cataloghi dove potrai trovare maggiori informazioni per la classificazione: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIAQ/1Come tipologia si avvicina a D'Andrea-Andreani, n° 104-117 (con aquiletta che interrompe la legenda, come è spiegato in nota 5 del link soprastante), con la sigla all'esergo accantonata da due rosette e l'aquiletta davanti al cavallo che interrompe la legenda in REGN-I, quindi moneta comune.2 punti
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Buongiorno, posto questo medaglione in bronzo, MM. 60,00, grammi 80,00 di cui non trovo riferimenti, la conoscete? Grazie1 punto
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Buon giorno a tutti, Con grande piacere vi posso comunicare che "Rassegna Numismatica" di Furio Lenzi è disponibile integralmente sul sito della SNI a questa pagina LINK Buona lettura Matteo1 punto
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Salve a tutti che grado di conservazione si possono dare a questa moneta? Quanto può essere il valore in questo stato1 punto
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Buongiorno ultimo arrivo.... SELEUCIS and PIERIA. Antioch. Augustus (27 BC-14 AD). Semis. Archieratic issue. Dated Actian Era 27 (5/4 BC).Obv: KIAΣAPI ΣEBAΣTI APXIEPEI. Laureate head right.Rev: APXIE / PATIKON / ANTIO / XEIΣ / ZK. Legend in five lines within archieratic crown.McAlee 202; RPC I 4251; Butcher 50. ho dovuto farle fare un bagnetto....aime' Roberto1 punto
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Ciao e complimenti a Verona scorsa, Costantino, ne aveva una decina in ottime condizioni; non ricordo i dogi e so che qualcuno di noi ne ha approfittato. i costi erano anche buoni.1 punto
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Ciao, vi sottopongo questa moneta di Valentiniano III, dal peso insolito per un nummo, in pratica è un due nummi scusate la foto, ma faceva parte di un piccolo saggio di tanto tempo fa, e poichè avevo già scritto tutta la descrizione ho tenuto quella1 punto
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Per gli 'aficionados' di Alessandro Magno, visto che si va sempre più in alto... Poros ‘Medallion’ from the Hunt Collection KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR ‘Medallion’ of 5 Shekels or Dekadrachm (33mm, 38.75 g, 5h). Local (Satrapal) mint in Babylon. Struck circa 325-323 BC. Alexander, wearing military attire and holding couched xyston in right hand, on Boukephalos rearing right, attacking toward an elephant retreating right, upon which sits a helmeted mahout, holding goad and spear in left hand, turning around to throw another spear held aloft in his right hand, and, behind him, another helmeted figure, who also is turning around, his right hand holding the tip of Alexander’s xyston; Ξ above / Alexander, wearing military attire and sword, standing facing, head left, holding thunderbolt in extended right hand, left hand holding spear set on ground to right; [above, Nike flying right, crowning him with wreath held in both her hands]; monogram to left. Price pp. 452–3 and pl. CLIX, G–H; F. Holt, Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions (Berkeley, 2003), Appendix A, E/A 10 (dies 2/F) = M.J. Price, “Circulation at Babylon in 323 B.C.” in Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner (New York, 1991), 13 = M.J. Price, “The ‘Porus’ Coinage of Alexander the Great: a Symbol of Concord and Community” in SPNO, Obv. B/Rev. d = MIG type 21, c (this coin). VF for type, toned, some minor cleaning marks, usual areas of weak strike, a few minor flan flaws. Extremely rare, one of ten examples known, five of which are in museums (ANS, BM [2], BN, and Copenhagen), and the only example from these dies. Ex Gemini II (11 January 2006), lot 144; Nelson Bunker Hunt Collection (Sotheby's New York, 19 June 1991), lot 229; Numismatic Fine Arts V (23 February 1978), lot 81; Leu 13 (29 April 1975), lot 130; Near Babylon, 1973 Hoard (CH I 38). Triton XVI, Lot: 284. Estimate $75000. Sold for $75000. Undoubtedly one of the most fascinating and intriguing issues associated with Alexander the Great, the ‘Poros’ Coinage has sparked debate about all aspects of its production and meaning. One point that is not contentious for a consensus of scholars is the interpretation of the designs; clearly they commemorate the great victory of Alexander against Poros at the Hydaspes. What is still debated is where, when, and under what circumstances were they produced. Both W. Hollstein (“Taxiles’ Prägung für Alexander den Grossen,” SNR 68 [1989], pp. 5-17) and F.L. Holt (Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions [Berkeley, 2003]) advocate for an emission struck while Alexander was in India, though they differ on the circumstances. Curtius (8.12.15) mentions that, while Alexander was in Taxila prior to the battle at the Hydaspes, Taxiles (Omphis) gave Alexander 80 talents of silver (signati argenti), and Hollstein suggests that the Poros coinage was the form in which this silver was given to the Macedonian king. M.J. Price disagreed, noting that the medium of coinage at Taxila was silver punch-marked bars, and the use of Greek types and monograms by Taxiles would be unlikely (cf. Price p. 452, n. 9). Moreover, M.J. Olbrycht’s analysis of the regalia of Alexander on these coins concluded that they are Iranian, rather than Indian (“On Coin Portraits of Alexander the Great and His Iranian Regalia,” Notae Numismaticae VI [2011]: 13–27). Similarly, with the exception of the elephant and its riders, the types on the coins are of specifically Iranian, and not Indian, iconography (cf. M.J. Olbrycht, “Macedonia and Persia,” in J. Roisman and I. Worthington, A Companion to Ancient Macedonia [Chichester: Wiley-Blackwell, 2007]: 361). None of these aspects of the coins seem consistent with an issue that Taxiles would strike for Alexander, and the depiction of such a battle scene is unlikely prior to the famous encounter at the Hydaspes, let alone an amicable exchange of gifts between these two kings (see also R.J. Lane Fox, “Text and Image: Alexander the Great, Coins and Elephants,” BICS 41 [1996]: 103–4). In contrast to Hollstein, Holt placed the issue after the battle of the Hydaspes and considered the coins as aristeia, awards for meritorious service that would be handed out after the conflict. Holt’s theory has two flaws. The first is that Alexander and Poros were allies following the conflict, so such an issue would be highly unlikely while Alexander was still in India. The second problem is that it seems unlikely that Alexander would decide at this point in his long campaign to use a medallion or coinage as aristeia, when other objects, such as spoils of the battle, would suffice (and probably had sufficed before). The most significant problem for both Hollstein and Holt, however, is the record of where the ‘Poros’ coins have been found. Nearly all of the extant examples, of all the denominations in the series, are from the Iraq 1973 Hoard; only one coin, a dekadrachm, has an eastern provenance (Bukhara – but this provenance is only anecdotal). If this coinage was produced and distributed in the east, it seems incredible that nearly all that are known today would be from a single hoard found in the region of Babylonia. Moreover, the Poros coins in the hoard exhibit almost no wear, which suggests they did not circulate much, if at all, prior to the deposit of the hoard. It is more logical that the coins were produced in relatively close proximity to the hoard – in Babylonia. Although Price originally thought the issue belonged in India, he finally decided they probably had “a Mesopotamian origin” (Price, p. 452). R.J. Lane Fox, “Text and Image,” advanced a plausible argument for Susa, based on the coins’ epigraphy, AB monogram and Ξ, noting that these may equate to Aboulites, Alexander’s satrap of Susa, and Xenophilos, the garrison commander, who also was the keeper of the treasury in Susa. While this theory is intriguing, Lane Fox noted the difficulty of assigning the coins to Susa, which produced high quality Alexanders, and substantiating the circumstances for such a coinage by these two officers. This theory also ignores the Iranian character of the imagery noted by Olbryct, which would make little sense for an offical issue by the Macedonian administration as Lane Fox suggests. Price, who originally advanced the theory (“The Porus Coinage of Alexander the Great,” 83–4), rejected it as “highly speculative,” as did Hollstein and others. In Babylonia at that time, there were at least two mints operating: an imperial mint in Babylon that produced the Alexander-type coinage, and at least one mint striking issues that were of a local character. This ‘local’ (or ‘satrapal’) mint was responsible for the Baal/Lion staters of Mazaios and his successors that were struck on the Babylonian shekel standard, and is thought to have produced coinage for the local Babylonian economy. If the ‘Poros Coinage’ was struck in Babylonia, it must have been at the ‘local’ mint, for the local coinage has the same characteristics – very thick flan, uneven striking, somewhat porous metal, less refined style – while the coins of the imperial mint were of a totally different character – relatively thinner flans, even striking, good metal, and a refined style. It is logical to assume that if this coinage was a commemorative coinage struck by Alexander for his Macedonian commanders, they would have been struck at the imperial mint, using its refined dies and higher quality metal. In fact, the imperial mint did produce a series of Alexander-type dekadrachms (Price 3598 and 3600), which were of the same high quality as the ubiquitous tetradrachms. The mint workers there had the experience to produce high quality dekadrachms, and it would only make sense for them to produce the ‘Poros Coinage’ if Alexander wanted to have them struck within the context of his imperial coinage. The fact that the coins were not produced there strongly suggests that they were not meant to be an official commemorative issue by Alexander for his Macedonian commanders. This also makes sense considering that Alexander never even issued a commemorative coinage for his greatest achievement, the defeat of the Persian Empire at Gaugamela, which had been not only his own goal, but the goal of his countrymen, and at least some of the Greeks who fought with him. As the series was struck at the ‘local’ mint, it is most likely that the coins were struck for members of the local population, rather than any of the Macedonians or Greeks. At the time of the battle at the Hydaspes, there was a large contingent of troops in Alexander’s army who were raised from the local populations of the eastern satrapies (see, e.g., N.G.L. Hammond, “Alexander’s Non-European Troops and Ptolemy I’s Use of Such Troops,” BASP 33 [1996]: 99–109; and M.J. Olbryct, “First Iranian military units in the army of Alexander the Great,” Anabasis 2 [2011]: 67–84). Unlike the Macedonians and Greeks, who probably would have viewed Gaugamela as the most significant victory during their tenure under Alexander, to the troops raised from the populations of the east, the victory over Poros would have been the most important event in which they had participated. Thus, the event commemorated on the coins, the regalia of the figures on the coins, and the particular mint point to the recipients being local, probably Iranian, leaders who had served under Alexander. The identification of the exact people involved, however, cannot yet be determined with certainty, although Alexander’s Persian Companion Cavalry (Arr. 7.6.3) is an attractive possibility (the horseman on the obverse may serve a dual purpose as a reference to both Alexander and the Persian cavalrymen, both of whom would have been armed with a xyston as depicted on the coins). Alexander’s popularity among the eastern leaders was significantly high, possibly even more so more than among his war-weary countrymen and accompanying Greeks, so he certainly would have had good reason to reward them with such an issue (see also Olbrycht, “Macedonia and Persia,” 361). Using the local mint, which was controlled by Alexander’s Babylonian satrap, for such a purpose would be perfectly reasonable.1 punto
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Ciao purtroppo alla bellissima medaglia mancano i crismi per essere considerata papale, anche se, come hai ricordato proviene dall'accoppiamento di due medaglie pontificie, non riporta alcun riferimento a Pio IX1 punto
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Come promesso sono riuscito a recuperare i file ad alta risoluzione del 2 Lire che, anche se ha millesimo 1882 è sempre dello stesso tipo di conio (1° tipo) di quella qui all'inizio della discussione (1883). Peso: 9,95 g.; Ø 27 mm. Si notino nel contorno le rosette irregolari e senza punto centrale (C/; C/3), le lettere dei FERT diverse e, seppur profonde, incomplete (C/:2) ed i nodi ben incisi ma incompleti (C:/3; C/:4). In questo caso - ma non sempre è così - anche la firma appare "pasticciata", ma tieni presente che si nota facilmente grazie al notevole ingrandimento...1 punto
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Medaglia in ottone per l'Istituzione Ecclesiastica " Opera Conservazione Fede", istituita sotto il pontificato di Leone XIII (1878 - 1903). Roma.- D/ Busto di Leone XIII, volto a sx, con zucchetto, mozzetta e stola. - R/ S. Giuseppe con Gesù Bambino e giglio, una medaglia simile con scritta leggermente variata e citata nell'opera di R. Martini al n° 5476 vol.mi, 2.2 - 2.3. Ciao Borgho1 punto
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Si @francesco77, ho notato questa particolarita' sopratutto nel tornese del 1835, posto pure il mio1 punto
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Moneta che mi piace indubbiamente, Carlo V lo troviamo in diverse zecche ed e' sempre bello confrontarle, però sposterei nella sua sezione...1 punto
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E non ha esaltato il pezzo dicendo che è accompagnato da un cartellino accompagnatorio di Tevere. È una situazione strana perché se la moneta è questa ha fatto a fine novembre 2700 più diritti. Io ci andrei coi piedi di piombo. Mi pare strano la venda a meno dopo così poco tempo. Oltretutto se ci avesse ripensato qualche motivo potrebbe esserci. http://www.coinarchives.com/w/lotviewer.php?LotID=2578970&AucID=2506&Lot=305&Val=ea68a2395771136fdea1c3915e730000 Se vendessi una moneta appena pagata più di 3000 euro lo direi che porta con se un cartellino che può essere considerato un valore aggiunto. O la moneta non è la stessa oppure io mi farei qualche problema se dovessi inviare denaro. Occhio alla penna. Questi soldi valgono nel caso un viaggetto. Ciao1 punto
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l'originale è stata emessa nel 1824 in memoria di domenico cotugno...1 punto
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Per me il cambio della faccia nazionale del Vaticano è pura fantasia. Infatti le direttive comunitarie emanate dal Consiglio dell'Unione Europea per quanto riguarda le monete di circolazione parlano chiaro e lasciano spazio a ben pochi dubbi: "Articolo 7: 1. Le modifiche ai disegni riportati sulla faccia nazionale delle monete metalliche destinate alla circolazione possono essere apportate solo una volta ogni quindici anni, fatte salve le modifiche necessarie a impedire la contraffazione di valuta. 2. Fatto salvo il paragrafo 1, le modifiche ai disegni riportati sulla faccia nazionale delle monete metalliche destinate alla circolazione possono essere apportate qualora il capo di Stato a cui il disegno sulla moneta fa riferimento non sia nel frattempo cambiato. Tuttavia, il fatto che la carica di capo di Stato sia provvisoriamente vacante o occupata ad interim non dà diritto a tale modifica." Quindi, a meno che l'attuale pontificato non duri fino al 2029 (data in cui saranno passati quindici anni dall'ultimo cambio di faccia) od oltre, il Vaticano non può procedere con la modifica del lato nazionale. Che poi decidano di non far comparire il volto del papa sulle monete con valore superiore a due euro e non destinate alla circolazione ma di mettervi il suo stemma sono liberi di farlo, ma di cambiare le monete per la "circolazione" no. L'UFN può dire quello che vuole ma la cosa, a mio vedere e per i motivi suddetti, sarà bloccata sul nascere.1 punto
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senza contare che diversi operatori del settore lavorano anche con la filatelia e affrancano con valori magari comprati al 50/60 % del facciale,quindi per loro l'aumento è di certo meno gravoso...1 punto
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beh,magari non ne fanno affatto...ma quando compriamo online paghiamo per la spedizione e giocoforza gli aumenti si ricaricano quasi sempre sul consumatore ...1 punto
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Carissimo, anche io "me ne lavo le mani"; ne so veramente troppo poco...lascio l'onere/onore ad altri più che volentieri Per quanto riguarda le figure realizzate con più punzoni relativamente ad altre zecche invece qualche esempio lo posso fare, però magari in un momento successivo per non creare confusione in discussione... adesso son curioso anch'io Un caro saluto, Antonio1 punto
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Domanda: ma quante mai spedizioni fa un privato per subire danni così ingenti da un aumento di tariffa per le spedizioni?...Capisco la questione che il servizio non è neanche lontanamente proporzionato al prezzo, ma capisco meno l'interesse sull'argomento1 punto
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Una bella moneta emessa in 5875 pezzi e considerata rara. Posso solo riportarti la mia esperienza. Qualche tempo fa azzardai un acquisto senza dedicare il tempo dovuto alla visione in mano della moneta. Detti troppa importanza alla freschezza residua del metallo lungo la legenda. Il forum mi canzonò anche per la mia avventatezza. Purtroppo anche il quarto di punto a livello economico incide parecchio quindi ti sconsiglio un acquisto solo basandoti sulla visione delle immagini, nessuno può effettuare una lettura così precisa da una foto. Detto ciò a me questa moneta piace e di così belle se ne vedono poche. La farei entrare in raccolta al giusto prezzo dopo averla vista in mano avendone la possibilità economica. Mi astengo dal dare un giudizio assoluto ma vedo una minima usura sui rilievi più alti soprattutto al dritto. Personalmente mi aspetterei di andare a vedere una moneta tra il qSpl ed l'Spl+ per quanto riguarda il dritto e tra Spl+e qFdc al rovescio, con una spesa da affrontare fra i 2800 ed i 3200 euro. Aspetta comunque indicazioni migliori dagli utenti più esperti. Buona giornata1 punto
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ERRATACORRIGE Gent.mo @tonycamp1978, scusa sono io che ho sbagliato, la moneta è esattamente quella da te indicata e la perizia è quella di E. Tevere chiusa in SPL/FDC... onore al merito! ? Grazie a te ed a tutti, Massimo.1 punto
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Bella moneta, se non sbaglio queste patine sono sulle monete provenienti dalla Spagna.1 punto
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Seychelles, 5 cents 1982, km 47, ottone. Al rovescio: pianta di manioca. Le isole Seychelles sono uno Stato il cui territorio è costituito da un arcipelago di 115 isole, nell' Oceano Indiano, a circa 1500 km a est delle coste dell' Africa orientale. Con soli 92 000 abitanti, é lo Stato africano indipendente dalla popolazione più esigua.1 punto
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Beh sì, non è sbagliato secondo me parlare di variante...., anche se volendo usare un termine diciamo "improprio"...., secondo me si tratterebbe di una palese manomissione..... Ci vuole un coraggio proporre una roba del genere ... Mah!1 punto
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bellissima moneta. SELEUCIS and PIERIA. Antioch. Augustus (27 BC-14 AD). Semis. Archieratic issue. Dated Actian Era 27 (5/4 BC).Obv: KIAΣAPI ΣEBAΣTI APXIEPEI. Laureate head right.Rev: APXIE / PATIKON / ANTIO / XEIΣ / ZK. Legend in five lines within archieratic crown.McAlee 202; RPC I 4251; Butcher 50.Condition: Good very fine.Weight: 9.03 g.Diameter: 23 mm.1 punto
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Chissà che valutazione da capogiro avrà quando "e se" sarà recuperata1 punto
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nel retro leggo Vespasiano.. moneta del tipo questo ma non è lei...1 punto
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La conservazione di suddette monete è importante per stabilirne una valutazione ...ma, senza quest'ultime difficile aiutarti.1 punto
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Mi perdoni ma, oserei direi che gran parte della numismatica non solo italiana ma, pure mondiale sia "dilettantistica"... Se ci dovessimo basare solo su quello che dicono i Professoroni saremmo ancora nel buio più totale. Pensiamo a quale grande contributo hanno portato per esempio Numismatici come J.J North ( era un bancario ) e Lord Stewartby (politico ) nel campo della numismatica medievale inglese, Maurice Cammarano ( comandante di navi ) per i luigini ... Lo stesso Vittorio Emanuele III che sarà pure stato re ma, di basi scientifiche non credo ne avesse molte ... Pensate solo a come sarebbe ora la numismatica senza il Corpus ....1 punto
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a dire la verita' l'unico che ci ha preso sono stato io... perizia tevere.. se poi e' stata periziata anche da altri e' un altro discorso http://www.ebay.it/itm/NL-VEII-5-LIRE-ARGENTO-1876-ROMA-SPL-FDC-PERIZIATA-EMILIO-TEVERE-/152368678898?hash=item2379e187f2:g:RPIAAOSw-0xYXsO91 punto
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Dovrebbe essere su Toto semplicemente per commemorare i 50 anni delle sua dipartita e poi perchè è stato un personaggio immenso, unico e irripetibile... !!!1 punto
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