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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/14/17 in tutte le aree
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Non é una moneta priva di difetti e sappiamo che sulle patine i giudizi sono sempre soggettivi, ma a me questo tipo di patina piace davvero.... Mi piacerebbe se anche altri amici del forum volessero condividere le loro foto...4 punti
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Anche grazie a vostre immagini postate nella discussione madre, vi segnalo un piccolo contributo riguardo ai falsi d'epoca del provisino. https://www.academia.edu/30895855/La_falsificazione_del_denaro_provisino_romano Saluti a tutti4 punti
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Buon giorno, per cortesia, mi confermate la classificazione? D/ OTTO INPERATOR Croce patente entro cerchio R/ VE RO NA Croce patente entro cerchio BiBlioGrafia: CNI VI, p. 253 n. 2 Pigozzo @mfalier Vr 8l grazie.3 punti
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@valerio82 catalogazioni corrette!! mi fa piacere vuol dire che quanto scritto è chiaro. Nel dettaglio la prima parpagliola di Filippo III al D/ in esergo è senza data e quindi vedendo il R/ è classificabile 3/D4-3/R3; Caronni 308. La seconda parpagliola sempre di Filippo III al D/ in esergo la data 1608 (pare in cifre grandi) e vedendo il R/ associato è classificabile 3/D1-3/R3; Caronni 303. La terza interessante falsificazione, in rame, della parpagliola di Filippo IIII. Si la M al D/ è capovolta.3 punti
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visto che è "concesso", arriva l'ora del secondo sogno! più che un sogno, visto che io ne conosco solo 3 o 4 e mi pare siano tutte in musei pubblici... Suevi (Galizia). Il RIC X 3786 riporta una rara siliqua coniata dagli Suevi in nome di Onorio. La moneta riporta al dritto il volto di Onorio e la legenda DN HONORI VS PF AVG, mentre al rovescio si legge IVSSV RICHIARI REGES, peso 1,8 g. La moneta fu coniata in una imprecisata zecca iberica durante il regno di Rechiaro, come segnalato dalla legenda al rovescio. Il periodo di coniazione non può che corrispondere alla durata del suo regno, dal 448 al 455. NB ... il "buon" Onorio era già morto nel 423 ....3 punti
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Alla faccia ! inscatolano pure i falsi questi amercani ? Poi ce la pigliamo con i periti "nostrani" per divergenze tuttosommato fisiologiche...3 punti
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____ ____ Probabilmente in tanti ne conoscono le vicissitudini, ma io non ne sapevo nulla sino a ieri. Attualmente sono esposte in un museo di storia americana a Chicago, sono servite per tenere immobili le palpebre ad Abramo Lincoln la mattina del 15 aprile del 1865. Il Generale medico Joseph Barnes rimase al suo capezzale dall'attentato della sera prima sino all'ultimo respiro (era ancora vivo anche se in coma), gli auscultò il petto per l'ultima volta, poi prese le due monete d’argento e le appoggiò sugli occhi chiusi del Presidente degli Stati Uniti d'America. Purtroppo non ho trovato un'immagine migliore2 punti
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Buonasera, con questo post desidero condividere con tutti voi la gioia per il nuovo ingresso in famiglia: Tito (come cesare) ? Sesterzio coniato a Roma nel 72 D.c. - 24,61 g. x 32 mm. - RIC 427, D: Testa laureata di Tito a destra - R: Marte elmato con lancia e trofeo.2 punti
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Esattamente, dal 2013 ad oggi, da perfetto profano che ero nel ramo classico, posso dire di aver macinato passi da gigante ? sono arrivato a 60-70 esemplari, tra bronzi ed argenti della dinastia Flavia, tutti in condizioni più che dignitose. Costa fatica, lavoro, studio...e soldini, ma alla fine sono grandi soddisfazioni!! Grazie, utilizzo una Nikon D3200 con obiettivo 18:55 (più adatto per i paesaggi che per questo genere di scatti, ma comunque non se la cava affatto male, con zoom al massimo, sempre modalità manuale - no macro) e cavalletto con telecomando. Ti mostro qualche altro scatto analogo. La mia IVLIA TITI ? Vespasiano con Vesta.2 punti
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troppo buono la pagina 216 del RIC X ci illumina in merito... i tremissi di Roma a nome di Zenone hanno la divisione P-ERP, e quelli di Milano, come nel caso del nostro amico, hanno le lettere AV finali in legatura e una ghirlanda a foglia lunga (il RIC specifica 10 foglie per parte...e qua si conferma) questa ghirlanda, simile ma diversa, si trova su alcuni nummi di Costantinopoli, ma è talmente caratteristica di Milano da aver probabilmente generato quello che io ritengo essere il fraintendiento del nummo di Nepote, che non a caso viene attribuito però a Milano anche per questa caratteristica ghirlanda nel nostro caso specifico l'amico @frkmagic ha postato una moneta che ha identità di conio con la RIC 3612 ... di retro sono certo, mi pare anche di dritto...bellissimo esemplare saluti2 punti
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@Cinna74 Per i colpi e colpetti: nessuno codifica l'omissione. E' semplicemente un dato di fatto (verificato anche personalmente). Inoltre lo slab impedisce di visualizzare il contorno e pertanto: occhio non vede, cuore non duole. Per l'abitudine di slabbare: vi è anche del buono. In un'asta non è necessario fidarsi solo della onesta classificazione del titolare, ma esiste qualcosa di maggiormente oggettivabile. Oltretutto per gli amanti della poesia, alcune descrizioni raggiungono il "sublime". Ne prendo una a caso per una moneta napoleonica esitata in una recente asta Heritage: "An obvious cabinet piece, the acquired toning only pushes the appearance to further stratospheric heights, showcasing light grays in the centers with gorgeous golds that impart a glowing appearance to the raised design. For the collector of Italian or Napoleonic coinage, a coin of immeasurable desirability". Neanche Vanna Marchi nel periodo d'oro ... Per il fatto che "chi chiude le monete non conosca il venditore": sarà vero per il misero mortale (leggi: collezionista), ma non per le case d'asta! (e non ho alcun dubbio al riguardo). Visto quanto è avvenuto negli USA con le agenzie di rating (Standard and Poor's, Moody's) non mi meraviglierei se ciò succedesse anche con queste aziende del grading (PCGS, NGC). Oltretutto chi è lo stolto (oltre il sottoscritto) che distrugge le scatolette per vedere se "l'imperatore è nudo"? Infine: l'inscatolamento fa credere ai più sprovveduti, che esista un ente supremo, giudice insindacabile del bene e del male. Ciò non è assolutamente vero e spesso i cosiddetti "esperti" sono dei tuttologi spannometrici che confidano nella plastica che separa la scatoletta da un serio, successivo esame. Vedi i due esemplari di sotto, falso evidente il primo a distanza di un metro, pesantemente ritoccata a bulino la seconda (capelli) (e l'evidenza ci sarebbe anche con foto del tipo "lamonetiano" standard: 50 x 50pixel). Per quanto riguarda le 100 lire del 1905: non azzarderei alcunché senza vederle in mano, ma non mi sembrano malvage. Ovviamente possono esserci segni di vario tipo, ma non da "circolazione" perché queste monete NON hanno circolato.2 punti
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Esattamente... Però attenzione, l'esempio che hai postato adesso è di Pavia, non di Milano...oltre ai particolari che avevo già citato in questo esemplare si vedono bene le estremità "piane" della croce (a Milano invece sono con una spina, come se fossero trifide) e le A aperte, senza trattino in mezzo. L'attribuzione quindi è alla zecca di Pavia sia per Blackburn - Grierson sia per Crippa (che in merito appunto dichiara di concordare con gli autori del MEC).2 punti
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Cari amici , confermo quanto scritto da @anto R, la zecca di Mediolanum inizia nel periodo imperiale dalle emissioni di Valeriano/Gallieno quando ancora governavano insieme , quindi Treboniano Gallo non ha mai emesso da questa zecca . Per quanto riguarda la moneta postata in apertura , lo stile del busto di Gallieno , come giustamente afferma il precedente utente , corrisponde alla tipologia piu' comune emessa da questa zecca , purtroppo non e' possibile attribuire il numero in quanto non visibile .2 punti
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Ciao. "Il nocciolo è: "il fine giustifica i mezzi? ". Ammesso che si abbia indubitabile bisogno, è concesso ad un governo agire in che modo?. " Beh, Enzo, noi oggi parliamo della prescrizione anticipata della lira, che è un argomento "di principio" ma è nulla rispetto a ben altri "abomini" giuridici commessi non solo dai Governi ma dai Governi con il necessario appoggio delle maggioranze parlamentari (perchè altrimenti i Governi da soli non avrebbero la forza e la legittimazione per operare certe riforme). Vogliamo ad esempio parlare degli "esodati"? Gente a cui sono state cambiate da un giorno all'altro le "regole del gioco" e si sono trovati senza stipendio e senza pensione? E tutto ciò perchè dobbiamo attenerci a disposizioni di finanza pubblica che ci detta l'Europa? O vogliamo parlare del precariato nel settore pubblico, dove centinaia di migliaia di persone che lavorano per lo Stato (non per i privati, giacchè se i privati si comportassero come si comporta lo Stato, finirebbero come minimo davanti al Giudice del lavoro.....) vivono da anni nella più assoluta incertezza, con rinnovi contrattuali di anno in anno (quando non di sei mesi in sei mesi), con buona pace dei precetti costituzionali che blaterano di rispetto del lavoratore, di eguaglianza e di altre belle cose che, nei fatti, lo Stato è il primo a non rispettare? Che sono questi esempi (e molti altri che potremo fare ancora) se non un'applicazione concreta e tangibile del motto "il fine giustifica i mezzi"? Lo Stato non ha soldi per assumere Giudici di carriera che assicurino (come garantisce la Costituzione) l'amministrazione della Giustizia con terzietà, autonomia, indipendenza ecc.? Si "assoldano" senza concorso soggetti che hanno anche solo una laurea in giurisprudenza, e li si nomina giudici onorari. Costano un'inezia, perchè vengono pagati a udienza o a sentenza, non hanno contributi o altre tutele.... e dunque.... perchè non farlo? Ormai, in molti Tribunali italiani, il numero dei giudici onorari sia nel civile che nel penale eguaglia o supera quello dei "togati". Ci sono onorari anche nelle Corti d'Appello. A quando i Giudici onorari in Cassazione? Certo che "il fine giustifica i mezzi". Mi pare evidente, da come vanno le cose. Ritornando alla nostra questione della prescrizione anticipata (che rispetto a ben altre ingiustizie è "acqua fresca"), si vorrebbe far passare il Professore come l'unico responsabile. Ma perchè non andiamo a vedere chi, alla Camera e al Senato, quando quel decreto-legge venne presentato per la conversione in legge, votò a favore? Perchè non ci chiediamo il motivo per il quale anche "Re Giorgio", che doveva essere il "Garante della nostra Costituzione" in quanto Capo dello Stato, firmò la legge di conversione del decreto Salva-Italia di Monti, anzichè rinviarla alla Camere evidenziandone i profili di incostituzionalità? Ma diciamola tutta. Lo stesso intervento della Consulta è stato un intervento "levantino", in quanto, pur dichiarando incostituzionale la prescrizione anticipata della lira, si è ben guardata dall'indicare come dovesse essere "messa la pezza". Tanto che non abbiamo assistito ad una riapertura dei termini per il cambio (che avrebbe dovuto essere pari al periodo sottratto dal decreto Monti e dalla legge di conversione) e che sarebbe stato il principio di giustizia più corretto, ma si è assistito ad una sorta di "sanatoria" valida solo per coloro che avevano messo in mora la B.I. nel periodo originariamente valido per il cambio. Quindi, non mi pare affatto che si sia fatta giustizia in senso sostanziale ma, ancora una volta, "all'italiana", ovvero premiando sempre e solo i furbi. Saluti. Michele2 punti
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Questa moneta, e l'altra di San Francisco 1945 che hai postato, è conosciuta come "War Nickel". Dopo l'entrata degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale, il nickel divenne un metallo vitale per le necessità della guerra, usato per la blindatura delle navi, dei carrarmati, ecc. E sebbene il Jefferson contenesse soltanto il 25% di nickel, questo metallo fu tolto dalla composizione della moneta, e sostituito con argento (35%) e manganese, in aggiunta al rame, che vide anch'esso calare la propria percentuale. Dal 1942 al 1945 furono cosí coniati i cosiddetti "War Nickels" che, per distinguersi dagli altri, avevano un marchio di zecca fortemente ingrandito sopra la cupola di Monticello (in precedenza era piú piccolo, e sulla destra dell'edificio). Per la prima volta nella storia della monetazione statunitense, venne assegnato un marchio anche alla Zecca di Philadelphia, identificata con una P. Dal 1946 si tornò alla composizione pre-bellica, il marchio di zecca rimpicciolí e tornò a destra dell'edificio e sparí la P di Philadelphia, ma i "War Nickels" continuarono a circolare in quantità fino alla fine degli anni '60, quando il valore dell'argento contenuto superò il facciale. petronius2 punti
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Ciao @frkmagic, il tremisse di Odoacre battuto a Ravenna, ric 3640 è molto raro..fu venduto e catalogato nell'asta bertolami fine arts2 punti
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terzo esemplare (2,72 g): questo mi sembra il più interessante...penso si tratti di un falso d'epoca. Da notare la M di MEDIO capovolta come se fosse una W, lo stemma grossolano, la totale assenza di argentatura. Testa della provvidenza nella legenda, volute concave, ali spiegate....Filippo IIII2 punti
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Salve @Gasp. E' sempre bello e quasi una fortuna poter ammirare questi pezzi napoletani contromarcati in Polonia perché sono davvero molto rari e non sono sicuramente monete che si trovano tutti i giorni. Detto questo, mi piacerebbe dare qualche "input" per iniziare una discussione che, oltre a valutare l'autenticità della contromarca, possa anche servire da approfondimento storico-numismatico per questa interessante apposizione. Come ben sai, la contromarca appartiene a Sigismondo II Augusto Re di Polonia dal 1548 al 1572. Ultimo sovrano della dinastia Jagellone, era figlio di Sigismondo I e di Bona Sforza, una duchessa italiana che avrà un ruolo centrale nelle vicende di cui trattiamo. Le monete in oggetto (ducati a legenda HILARITAS VNIVERSA e mezzi ducati con stemma, entrambi del periodo di Filippo II come principe di Spagna, 1554 - 1556, ma sono noti anche altri esemplari del 2° periodo come Re di Spagna) furono contromarcate nella zecca polacca di Vilna, che già all'epoca produceva piccoli nominali locali (denari e grossi). Le monete napoletane affluirono in Polonia nel 1564 (l'anno è testimoniato anche dalla contromarca apposta da Sigismondo II): in gran parte, come già detto, erano nominali di Filippo II, ma non mancarono una piccola quantità di mezzi ducati di Carlo V. Inizialmente, le monete napoletane dovevano essere fuse per recuperare il metallo, il quale poi sarebbe stato usato per coniare monete polacche a nome del Re Sigismondo Augusto. Le spese e le difficoltà tecniche incontrate dalle autorità polacche per tale procedimento spinsero il Re e la sua zecca a rinviare la fusione nelle monete napoletane e di contromarcarle con il monogramma del sovrano e l'anno. La contromarca si trova sempre sullo stemma di Filippo II (nel caso dei mezzi ducati) per annullarne appunto l'emblema araldico, simbolo del potere, e sostituirlo con quello del Re polacco. In generale, possiamo osservare come le contromarche polacche furono apposte sempre al rovescio delle monete, anche dei ducati. Il busto di Filippo II, al D/, quindi, non subì manomissioni, ma solamente i danni per la punzonatura al rovescio. In quegli anni, poi, Sigismondo II non poteva permettersi il lusso di dedicare tanto tempo alla cura delle monete in zecca, poiché era in corso la cosiddetta prima guerra del nord, o Guerra di Livonia (1558-1583), che vide contrapposte le truppe russe e quelle della Confederazione polacco-lituana che aveva come alleati la Danimarca e la Svezia. Furono i Russi ad invadere la Livonia (una regione più o meno corrispondente all'attuale Lettonia) che volevano impadronirsi di uno snodo commerciale di essenziale rilevanza per i commerci con l'Europa dell'est. Nonostante i primi successi russi, alla fine questi ebbero la peggio e furono costretti a firmare un trattato di pace sotto Ivan IV che imponeva ai Russi di lasciare la Livonia ai Polacchi del Re Stefano Bàthory (1582). Nel 1564, dunque, Sigismondo II era in piena guerra contro la Russia di Ivan IV e aveva ingaggiato truppe mercenarie per rinvigorire i ranghi del suo esercito. Per pagare le truppe, però, aveva bisogno di enormi quantitativi di moneta sonante, così decise, per risparmiare tempo e denaro, di pagare i mercenari anche con le monete napoletane contromarcate con il suo monogramma. La cura dedicata a queste monete contromarcate da parte dell'autorità regia fu resa pubblica con un decreto del 16 maggio 1564, quando Sigismondo II stabilì la validità dei mezzi ducati e dei ducati di Filippo II contromarcati in Polonia e venne fissato addirittura un tasso di cambio: ogni ducato napoletano contromarcato venne cambiato per 60 grossi polacchi. Le monete "straniere" dovevano poi essere ritirate dalla circolazione alla fine della guerra e, per promessa regia, sarebbero state comunque cambiate secondo il taso fissato in questo decreto. Tale provvedimento doveva incentivare la circolazione degli argenti napoletani durante il periodo di guerra: in questo modo, i possessori di queste monete (mercenari in primis) potevano spenderle senza il timore di vedersele rifiutate. Ma come vi erano arrivate queste monete in Polonia? Per cercare una risposta bisogna fare un passo indietro, perché, come anticipato prima, la causa è da ricercare nelle vicende storiche di Bona Sforza, madre di Sigismondo II. Nata a Milano nel 1493, Bona era nipote di Alfonso II d'Aragona Re di Napoli (in quanto era la figlia di Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona, figlia secondogenita di Alfonso II). Alla morte della madre Isabella (1524), Bona ereditò il ducato di Bari ed il principato di Rossano nel Regno di Napoli. Bona crebbe tra Napoli e Bari dopo che il dominio sforzesco a Milano era entrato in crisi ed era decaduto. Con il suo matrimonio con Sigismondo I di Polonia, i diritti di questi possedimenti napoletani passarono anche al consorte (Bona contrasse le nozze per procura nel Castel Capuano a Napoli a soli venticinque anni d'età, nel 1518, mentre Sigismondo, già vedovo senza figli, aveva circa il doppio dei suoi anni). Dopo la morte di Sigismondo I, Bona resse la corte polacca arricchendola con numerosi interventi di artisti italiani, tanto da trasformarla in ciò che c'era di più simile ad una corte rinascimentale italiana. Quando però la corona fu assunta da suo figlio Sigismondo II, questi non si fidava della politica filo-italiana della madre e per questo la escluse dalla gestione delle cariche pubbliche. Amareggiata, Bona si preparò a fare ritorno in Italia, dopo aver curato gli interessi polacchi per più di quarant'anni. Bona non era ben vista in Polonia, non solo per il favoritismo che dimostrava verso i cortigiani italiani, ma anche perché avrebbe portato nel suo Paese natale ingenti quantità di ricchezze, denaro e gioielli mediante il suo favorito G. Lorenzo Pappacoda. Intanto, Filippo II stava vivendo un triste momento di disaccordo con la Chiesa di Roma e si trovava in difficoltà economiche per cui aveva bisogno di fondi. Il Re di Spagna si rivolse quindi proprio a Bona chiedendo un prestito che puntualmente ricevette per una somma di 430.000 ducati con l'interesse annuo del 10%. Non molto tempo dopo, Filippo II tentò di rientrare in possesso del ducato di Bari e del principato di Rossano per toglierli alla corona polacca. Nuovamente delusa, Bona abbandonò l'Italia e si ritirò nuovamente in Polonia. Il sovrano spagnolo non si diede però per vinto: attraverso la fedele collaborazione del già citato Pappacoda, fece falsificare il testamento di Bona, la cui salute era gravemente minata, in modo che i suoi possedimenti italiani non andassero al figlio Sigismondo II, ma a Filippo. Nonostante gli interventi politici del Re polacco, Bari e Rossano passarono alla Spagna quando Bona morì nel 1557. Il debito contratto anni prima con la regina andava però saldato ugualmente, poiché Sigismondo ne aveva ereditato i diritti e ne richiedeva il saldo. Così Filippo II lo onorò solo nel 1564, inviando quanto doveva in moneta sonante napoletana. Volendo illustrare qualche esemplare che mi è capitato di trovare: 1: Mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Antykwariat Michal Niemczyk 1 del 23 ottobre 2010, lotto 1, già ex Glendining del 15 marzo 1989, lotto 77, 800-1000 £). 2: Altro mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2137, $ 1250). 3: Altro mezzo ducato di Filippo II (del tipo Pannuti-Riccio, p. 115, n° 15 del secondo periodo come Re di Spagna, 1556-1598) contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2138, $ 900, già ex Lanz 39, lotto 945). 4: Ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2139, $ 2000, già ex Schlessinger Auktion, Frankiewicz Collection, 15 settembre 1930, lotto 97). Venendo alla contromarca, è utile conoscere che la rarità di questi pezzi ha portato naturalmente alla falsificazione delle punzonature di Sigismondo II. Nella prima metà del XIX secolo, infatti, nella zecca di Varsavia un incisore ivi lavorante si cimentò nella riproduzione dei punzoni di queste contromarche che utilizzò su pezzi napoletani autentici per creare altre monete contromarcate. Questi falsi sembrerebbero riconoscibili dallo stile più rozzo delle lettere del monogramma e delle cifre della data. Personalmente, confrontando la contromarca del mezzo ducato postato da Gasp e quel piccolo campione di immagini che qui si va raccogliendo, ho notato che le contromarche dell'epoca hanno appiattito, cancellando, il rilievo della figura e/o delle legende di D/ in corrispondenza della punzonatura di R/, ma non hanno deformato in modo sostanziale il tondello. Nel caso dell'immagine di Gasp, invece, noto, oltre il consueto appiattimento dovuto all'applicazione della contromarca, anche una deformazione del metallo del tondello, come se la pressione infusa per l'applicazione della contromarca fosse stata molto più elevata rispetto agi altri pezzi qui mostrati, nei cui casi il punzone veniva battuto a martello. Nel caso del mezzo ducato in oggetto, invece, mi sembra che la contromarca sia stata applicata con una forza maggiore che non sembrerebbe scaturita dalla semplice battitura a martello. In conclusione, mi sembra fondato avanzare dei dubbi sull'applicazione coeva di questa rarissima contromarca.2 punti
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Eeeeh.... Ce ne sarebbero di cose da dire... Di getto, il primo consiglio che ti do, è di non avere fretta. Fai con calma. Non fiondarti subito a comprare monete, anche se la tentazione è forte. Anzitutto, ti stai per addentrare in un mondo meraviglioso ma tremendamente vasto. Un periodo che abbraccia secoli di storia, quasi un millennio!, e che vede attive centinaia di Zecche. Capisci già solo da questo quante cose ci siano da studiare e conoscere. Perché, quindi, ti dico di fare con calma? Perché a meno che tu non voglia collezionare di tutto un po', avrai bisogno di tempo per trovare la tua strada numismatica. Se ti lasci prendere dalla foga, potresti ritrovarti un giorno con tanto materiale, magari scadente, che non ti interessa più, e per il quale avrai speso soldi a vuoto. Per di più, per la monetazione antica (greca, in particolare) quello dei falsi è un problema sempre più grande con cui fare i conti.. Quindi è meglio farsi le ossa il più possibile. Ovviamente non ti dico di evitare gli acquisti, che in fondo sono imprescindibili (sono un po' come la legna che tiene acceso un fuoco), però ti sconsiglio di lasciarti trasportare dall'iniziale desiderio di accumulare monete su monete. Ci siamo passati tutti Detto questo, da dove iniziare? Oggi abbiamo internet, che se ben usato è una fonte incredibile (francamente non riesco ad immaginare come andassero le cose 20 anni fa!). Qui su lamoneta, nelle sezioni dedicate alle monetazioni antiche, troverai centinaia di discussioni e decine di utenti preparatissimi. Approfittane, leggi leggi leggi e chiedi! Assorbi il più possibile. Mano a mano che leggerai e vedrai monete, inizierai anche a capire cosa ti piace di più (greche continentali? Magno greche? Romane repubblicane? Imperiali? Provinciali? Tardo antiche? Chissà!). Oltre a questo, cerca di leggere anche libri, partendo da testi generali fino ad approfondire piano piano. Leggi anche alcune riviste (ad es: il Giornale della Numismatica, che trovi online, o Monete Antiche, che però necessita di un abbonamento). Tieni poi presente che, in Italia, la legge che regolamenta il collezionismo di oggetti antichi è piuttosto severa, quindi quando inizierai a comprare evita di farlo presso i "bagarini", anche se magari ti faranno prezzi allettanti. Devi assicurarti di comprare SEMPRE pezzi che siano provvisti di un CERTIFICATO DI LECITA PROVENIENZA, ma queste sono questioni lunghe per cui esiste una sezione specifica del forum, quella legale. Ti invito a leggerla. Volendo riassumere, in attesa degli interventi degli utenti più esperti: leggi, scopri, STUDIA, compra (consapevolmente e con giudizio!) e divertiti stai per entrare in un mondo meraviglioso benvenuto, Afranio2 punti
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Una delle differenze che permettono di distinguere, spesso, un tremisse "imperiale" da uno imitativo ostrogoto è il globo crucigero nella mano sinistra della Vittoria. Nelle emissioni ostrogote il globo è di dimensioni puntiformi, a volte addirittura omesso del tutto. Di seguito qualche esempio: Teodorico, Milano, a nome di Anastasio Teodorico, Roma, a nome di Anastasio Notiamo quindi come con l'inizio del regno ostrogoto si scelga una raffigurazione "diversa" per il particolare. Metlich ritiene che scelta fu probabilmente dovuta al fatto di non voler ostentare un potere "globale"... proprio invece dell'Imperatore. Ne consegue che vi dovevano essere precise direttive da parte dell'autorità costituita col fine di controllare l'operato in zecca specie in riferimento ad alcuni particolari di grandissima importanza. Il "punto crucigero" lo vedremo in tutta la monetazione aurea ostrogota...? No. Ci sono casi, come quello che riporto sotto, dove il globo è ben definito. Atalarico - Vitige, Roma o Ravenna, a nome di Giustiniano Incisore distratto o disubbidiente? Oppure dobbiamo riconsiderare l'ipotesi di Metlich? Siete a conoscenza di altre scuole di pensiero circa il perchè della riduzione di dimensioni del globo? Spero si sviluppi un'interessante discussione. Buona serata, Antonio1 punto
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Concordo con @dux-sab, moneta davvero migliorabile...anche perchè la tipologia è comune (almeno se ci accontentiamo di un BB scarso non tosato). Il problema è il mercato odierno. Come saprai oggi le monete in cattiva conservazione fanno fatica ad accasarsi, anche se rare. Il mio consiglio è quello di portartela dietro a convegni ecc, dove magari la tua moneta tosata potrà trasformarsi in "sconto" su altro acquisto... Se il peso è ancora intorno a 8,80 - 8,90 gr non si tratta comunque di una tosatura eccessivamente pesante e che rende la moneta virtualmente invendibile (parere mio). Buona serata, Antonio PS dimenticavo...la situazione è capitata anche a me e ho venduto i pezzi problematici senza rimpianti. Ovviamente però devi esserne convinto.1 punto
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per la mia esperienza non è una moneta eccessivamente rara, ne ricordo un buon numero, con un po' di pazienza, da un rivenditore serio, la troverai certamente1 punto
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Sesino anonimo di Mantova attribuito a Federico II Gonzaga http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FAN/8 ciao Mario1 punto
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Da appassionato di piccoli moduli (credo di essere l'unico papalista a non avere in collezione "pezzature" superiori al mezzo scudo d'argento, che peraltro è uno solo) non posso che apprezzare queste "monetine". I grossi del '700 sono particolarmente ostici da trovare in buona conservazione, due fattori principalmente giocano contro il collezionista: il fatto che fossero monete di uso corrente e l'altezza minima dei rilievi. Idem per i giulii ed i quinti di scudo... Premesso ciò credo che l'esemplare di @Chuck sia ancora collezionabile, anche se la conservazione non è delle migliori siamo pur sempre davanti ad un anno raro. Se poi la collezione è "tematica" tanto meglio! Personalmente ho in collezione solo un grosso del Lambertini, il XVIII secolo non è nelle mie "mire" collezionistiche. Ho quindi privilegiato la conservazione alla rarità (per una volta ): Buon pomeriggio e grazie per aver condiviso con noi il tuo acquisto Antonio PS per la cronaca, l'A . XVI l'avevo anch'io...ma molto più brutto del tuo! Ancora complimenti.1 punto
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Bravo @Dino89, hai comprato bene. Ti mando l'immagine del D/ di una piastra del 1842 con il 2 piu' piccolo. P.s. dove lo trovo quel signore?1 punto
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Non ci avevo pensato, quindi più simile a questo esempio.... Milano (?). Grazie delle dritte.1 punto
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Per le spedizioni quello natalizio è un periodo nero, se ne era già parlato qui sul forum : Come esperienza io ho ricevuto il 5 Gennaio una raccomandata spedita da Londra il 6 Dicembre, e sono ancora in attesa di un'altra raccomandata spedita dall'Albania il 1° Dicembre...1 punto
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Ciao, ho provveduto a correggere il tag. Non possiedo il MIR quindi non so a che moneta tu ti riferisca, ad ogni modo non dovrebbe coincidere con la seconda che hai postato perchè nel frammento della tua vedo chiaramente il tempietto e non la scritta PA PIA CI. Ad ogni modo, lo stile mi sembra congruo con quello delle emissioni pavesi (S scritta quasi come una I, R in forma di D con piccolissimo cuneo in basso...). Però vado a memoria, quando ho tempo di controllare sul MEC 1 e sul Crippa vol. I (l'argomento sono le monete di Milano, ma per acune monete "difficili" ci sono degli interessanti schemi che evidenziano le differenze con le emissioni pavesi). Buon WE, Antonio1 punto
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Ciao Matteo e grazie per averci presentato questa emissione. Personalmente non l'avevo mai vista e non ero a conoscenza di emissioni precedenti al settecento. Immagino questa che ci presenti sia l'unica conosciuta. Diciamo che non incontra in pieno i miei gusti?. Pesa poco quindi immagino che il diametro sia ridotto; forse è questo il motivo di un ritratto così stilizzato. In alternativa erano così avanti artisticamente da anticipare il cubismo. Posso contribuire solo segnalando un mio precedente post: Buona giornata1 punto
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Per chi volesse comprendere meglio cosa intende il buon Anto questo è il punzone III. Moneta proveniente dal Ripostiglio di Gibilterra dei primi del 900.1 punto
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Risotto alla Milanese buongustaio.. Visto il contesto sarebbe pure in tema.. Ci sarà tutto ciò che un appassionato sogna.. Un evento senza precedenti, già segnalato dagli addetti ai lavori dove l'eco si è gia fatto sentire e leggere.. Eros1 punto
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certo non sono punti...... brutte stelle? Forse venute male, ma non ho evidenze che mi dicano che ci possa essere dell'altro .. .1 punto
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Secondo gli studi specifici sulla zecca di Mediolanum, le emissioni iniziano con Gallieno. La moneta di quest'ultimo postata da @alfred è della zecca di Milano, come si può dedurre dallo stile del ritratto e dal punzone unico impiegato per la N (nelle altre zecche si usava III). Riferimento bibliografico: A. Toffanin (Mediolanum) 190/1. Buona serata Antonio1 punto
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Trebonianus Gallus AR Antoninianus.Trebonianus Gallus AR Antoninianus. Mediolanum, AD 251-253. IMP C C VIB TREB GALLVS AVG, radiate, draped and cuirassed bust right / PIETAS AVG, Pietas veiled standing left, raising both hands; to left, altar. RIC 721 punto
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Ciao a tutti, per la visione delle monete in Ambrosiana, io vorrei vedere ORO, visto che nei vari convegni ne vedo poco... Oro dicevo, si, quello Greco, Romano imperiale (Augusto sopratutti), poi quello barbaro, Ostrogoto e Longobardo, e poi quello Carolingio e Merovingio fino a quello Visconteo e Sforzesco ....comunque ORO. Grazie ancora a quanti si stanno sbattendo per crearci un evento memorabile. GRAZIE DI CUORE. Roberto1 punto
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Medici e di Fofo inseparabili. Buonasera. Dio non mi ha dato tali monete. Si può solo pregare in una fotografia. foto da Internet.1 punto
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Non conosco bene questa moneta quindi mi astengo dal giudicare la conservazione. Di certo ha svolto il suo lavoro comunque. Questo il più bello che ho trovato. Buona giornata.1 punto
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Esatto Cinna74; la Corte Costituzionale, con buona pace dei fan del simpatico professore venuto da marte, ha chiaramente rigettato il machiavellico comportamento governativo. I diritti pre costituiti non si possono cancellare nottetempo, nemmeno di fronte all'emergenza. Buffo che quando qualche sentenza non ci garba si cerchi di relativizzare quando dieci minuti prima ci si professava talebani del diritto. Ma anche questa è l itaglia, evidentemente. esatto. non c entra assolutamente niente.1 punto
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Ciao, credo che miglior partenza del forum Lamoneta non ci possa essere per un giovane, in questo caso giovanissimo, ricordo che Lamoneta nasce per aiutare chi inizia ad avvicinarsi alla Numismatica , quindi anche i giovani. I consigli possono essere tanti, sicuramente iscriversi al formidabile CGN che compie ora 10 anni di vita dove troverai tanti amici con la stessa passione, seguire le nostre iniziative per i giovani , Parma Convegno dei giovani numismatici in primis al 1 aprile ( ovviamente sei invitato ) e poi leggere qui e leggere libri di numismatica, anche di storia comunque, perché monete e storia vanno di pari passo, dietro a ogni moneta c'è la storia , quindi monete e libri per far si che questa passione si alimenti e si rafforzi sempre più ...complimenti comunque e buon cammino verso la conoscenza !1 punto
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Mi sento in qualche modo interessato da questa discussione. In primo luogo dal fatto che tali argomenti riguardano il commercio numismatico italiano si perché, anche se non citato mi sembra di ravvisare nella discussione in corso proprio due monete in vendita presso la Moruzzi Numismatica e riportate nel sito e-commerce della stessa azienda. Vorrei precisare che l’IVA come indicato nel post di apertura della discussione, è sempre dovuta. Nel nostro caso è assolta all’interno del regime del margine. Le indicazioni delle case d’aste europee si riferiscono a transazioni con aziende fuori della Comunità Europea dove andrà poi ricaricata in toto secondo le leggi locali. Sempre è dovuta dai privati anche extra UE. Tornando alle monete credo si tratti di queste: Un tetradramma di Atene: Attica, ATENE, TETRADRAMMA, Emissione: 449-429 a.C., D/ testa di Atena con elmo laureato a destra, R/ Civetta stante di fronte volta a destra, Zecca di Atene, Rif. bibl. SNG Dan., 36; Metallo: AR, gr. 17,24, (MG125829), Diam.: mm. 22,64, mBB Ex Lanz 163 n. 66. € 990,00 https://shop.moruzzi.it/it/attica-atene-tetradramma-449-429-a-c.html Una didramma di Tiro: Fenicia, TIRO, DIDRAMMA, Emissione: 335 a.C., D/ Melkart cavalca un ippocampo, R/ Civetta stante a destra, Zecca di Tiro, Rif. bibl. SNG Dan., 308var.; Metallo: AR, gr. 8,59, (MG125888), Diam.: mm. 19,08, SPL Ex Alde ottobre 2016 n. 132. € 2900,00 https://shop.moruzzi.it/it/fenicia-tiro-didramma-335-a-c.html Premesso che nelle vendite della Moruzzi Numismatica, per scelta della massima trasparenza, cosa non certamente dovuta, viene sempre citata la provenienza del bene quando questo proviene da asta pubblica (anche quando trattasi di una vendita recente facilmente verificabile) ed anche da collezione privata se la proprietà concede la giusta autorizzazione, volevo portare un ulteriore contributo di chiarezza circa i prezzi che vengono effettuati dall’azienda. La valutazione è avulsa dal prezzo di acquisto ma deve seriamente rispondere ai requisisti del mercato ed alle caratteristiche dell’oggetto: originalità, conservazione, bellezza in senso lato, domanda ed offerta. Credo che vada inoltre segnalato che tale risultato nasce da 37 anni di esperienza che tutte le monete proposte dalla MN sono garantite a tempo indeterminato, cosa che non sempre avviene in tutte le case d’asta dove la vendita, se non è “vista e piaciuta”, è garantita a tempo determinato. Cosa diversa e più problematica è l’operazione dell’acquisto che nasce dalla selezione degli esemplari migliori delle varie vendite all’asta che si svolgono quotidianamente nel mondo e che tutti oggi possono seguire grazie ad internet. Non ci si limita a guardare una foto ma si va in loco per poter analizzare le monete in tutti i loro aspetti e solo allora si decide di acquistarle o meno. Dopo averle selezionate si fissa un prezzo limite di massima (che a volte si può anche superare a seconda di come cade la battuta) e si partecipa. Chiaramente solo alcune entreranno nel paniere, normalmente intorno al limite fissato, ma capita anche che qualche volta si riesca a comprare meglio. Spesso nelle vendite all’asta intervengono vari aspetti, quali la notorietà della casa d’aste, la qualità media del materiale presentato, la presenza tra i partecipanti di incompetenti o poco competenti che acquistano direttamente senza l’ausilio di un esperto spesso per posta o online nelle varie piattaforme, che li tuteli, e soprattutto le situazioni contingenti. Basti pensare alla crisi economica che da qualche tempo condiziona il mercato delle monete in particolare quelle di fascia B. Intervengono anche aspetti più banali quali il costo del volo, il tempo necessario per l’intera operazione con i relativi pernottamenti, la piazza dove si svolge la vendita. Non secondari, nella logica aziendale che deve nonostante quanto già detto creare utile nonostante i prezzi fissati perfettamente in linea con il mercato internazionale, sono la tassazione che in Italia risulta nettamente più alta ad esempio rispetto a Monaco, Gran Bretagna, Austria, San Marino e gli aspetti del costo finanziario (anche questo più alto in Italia) dello stock (magazzino). Altro aspetto che grava sia sulla dinamicità di una azienda numismatica sia sul carico finanziario sono gli adempimenti burocratici, non ultimo la documentazione necessaria per la libera circolazione dei beni. Nello specifico, premesso che in molti casi gli utili previsti sono nettamente minori, verifichiamo le due monete oggetto della discussione. La prima proviene, come indicato dalla vendita 163 della Numismatik Lanz di Monaco di Baviera al lotto 66 ed era stimata 800 euro ed ha realizzato 480. GRIECHISCHE MÜNZEN, ATTIKA, ATHEN, Tetradrachme, 449 - 429. Kopf der Athena im attischen Helm mit Lorbeerkranz nach rechts. Rs: ΑΘΕ. Eule nach rechts, dahinter Olivenzweig mit Frucht und Halbmond, das Ganze im quadratum incusum. Svoronos Taf. 11/5 und 6; Starr Gruppe V/Taf. XXII 7; vgl. SNG Copenhagen 36. 17,18g. Sehr schön. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3153&category=64722&lot=2641414 Il prezzo pagato dalla nostra ditta è stato quindi di euro 480+diritti pari al 23% (the special margin scheme according §25a UstG in which case the surcharge will be 25% including shipping and insurance. If customers pick up the lots and pay on the spot this surcharge will be reduced to 23%) pari ad un totale di euro 590,40. La conservazione indicata era BB, ma abbiamo potuto notare dall’analisi che in realtà si trattasse di un “migliore di BB”. Il prezzo di 990 credo sia perfettamente in linea con il mercato e tra l’altro anche con la valutazione della casa d’asta, tenendo conto dello stile, del tondello, della presenza di difetti deturpanti (come spesso accade) e di un colpo satrapico. La seconda proviene da un asta Alde di Parigi, lotto 132: era stimata 1500 euro ed ha realizzato 1700 euro più i diritti d’asta del 22% (En sus du prix de l’adjudication, l’adjudicataire devra acquitter par lot et par tranche dégressive les commissions et taxes suivantes: 1) Lots en provenance de l’Union : Frais de vente : 22 % TTC.) per un totale di 2074,00 euro e non 1700 come indicato nella discussione. TYR (400-333). Didrachme, (vers 335). A/. Melkart chevauchant un hippocampe ailé à droite. Dauphin sous les lignes de vaques. R/. Chouette debout à droite, portant sceptre et fléau égyptien. - Références : SNG, Copenhague, n° 308 sq. var. - BMC, n° 40 - Pozzi, n° 3067 var. - Argent. 8,59 g. (0h). Superbe. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3008&category=61985&lot=2509674 In questo caso l’acquisto si è determinato in base al fatto che trattasi di uno degli esemplari più belli sul mercato ed anche perché è molto più bello dal vivo; esemplari simili nel passato avevano realizzato molto di più. Come ad esempio quello venduto dalla Dr. Busso Peus Nachfolger che seppur di una coniazione precedente, aveva realizzato nell’asta 403, al lotto 149 del 27 aprile 2011 euro 16'000 con una stima di 3.500 euro. Allego immagine Mi sembrava giusto dare a tutti un’informazione su come un serio professionista arrivi alla determinazione del prezzo e che i collezionisti si possano affidare (prendere in braccio” dalla Moruzzi Numismatica. Grazie dell’attenzione1 punto
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L'aureo di Marco Aurelio con al rovescio la scena del matrimonio con Faustina. Di seguito un esemplare particolarmente bello che lo scorso Novembre ha totalizzato 8500 euro.1 punto
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Caro Luigi, mi chiami sul ring! E allora vai: Murari ha studiato questa monetazione per decenni, acquisendo una sensibilità incredibile sulle varianti e sulle leggerissime evoluzioni. Ho la sensazione, che non posso provare naturalmente, che il suo occhio allenatissimo gli consentisse di classificare un enriciano veronese istintivamente, senza basarsi su tanti indizi precisi. Quando abbiamo fatto il libro su Verona abbiamo cercato di rifare il suo percorso, facendo fare anche delle elaborazioni grafiche. Alla fine però ci siamo resi conto che senza la sensibilità di Murari i problemi sono molti, troppi. L'eccessivo dettaglio rischia di portare fuori strada. Alla fine la soluzione che è sembrata più ragionevole è stata di fare un passo indietro, rinunciare ad approfondire troppo la classificazione. Il criterio che ci è sembrato migliore è quello proposto fin dal 1984 da Saccocci: invece di romperci dietro alle mille varianti di legenda ci siamo affidati a pochi caratteri guida, come la forma della croce o della lettera R. Oltretutto sono monete molte volte coniate con tondelli più piccoli del conio stesso, per cui si perde anche metà della legenda. Se si riesce a scorgere qualche elemento "sicuramente" distintivo, bene, altrimenti è meglio ammettere onestamente che non è possibile classificare la moneta con assoluta precisione. Teniamo conto che Murari ebbe probabilmente l'occasione di visionare esemplari in conservazione eccezionale, ben centrati e provenienti da coni nuovi, non consumati: su pezzi del genere si può tentare una classificazione di dettaglio. Ma su pezzi come quello qui postato (che poi sono la stragrande maggioranza di quelli disponibili) mi schiero apertamente con Iacopo Badoer: "un bel tacer mai scritto fu"1 punto
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