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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/13/17 in tutte le aree
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Grazie @adelchi, non mi aspettavo proprio un commento di tale tenore , grazie di nuovo ; non sono e tanto meno non mi reputo un Prof , soltanto uno che in alcuni decenni , nel poco tempo libero , ha tanto letto di storia romana . Ora leggere o studiare solo per se stessi certamente gratifica l' individuo , ma a cosa serve se poi non metti a disposizione quel poco che hai appreso e ricordi ? forse a poco o nulla . E' questo lo spirito che mi porta a scrivere qualche spaccato di storia antica . Un saluto a te Claudio4 punti
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Buongiorno a voi, si tratta di un “cortonese di Bevagna”. Anni fa fui presente alla sua coniazione. Se ne parla in questa discussione della quale però purtroppo non sono in grado di inserire il link... Buona giornata, Teo4 punti
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Salve a tutti L'Isola di Man ( Isle of Man ) è un piccolo stato che si trova nel Mar d'Irlanda, la cui capitale è Douglas I numismatici la conoscono per le sue emissioni monetali moderne che spesso passano nelle vendite all'asta o presso i venditori specializzati... In particolare queste emissioni incominciano nel 1709 sotto il Decimo Arle di Berby James Stanley per poi continuare in maniera intermittente sotto il Secondo Duca di Atholl James Murray e sotto i monarchi britannici Giorgio III , regina Vittoria e l'attuale Elisabetta II : la cui sovrana è probabilmente la prima moneta di questo stato a venire in mente In pochi sanno però che presso questa piccolissima isola venne coniata una moneta già in epoca medievale , in particolare intorno al 1025. La moneta in questione, su cui aleggiano ancora molte domande in questione, è un'imitazione di un penny Long Cross di Atelredo II, coniato sotto Sigtrygg II Silkbeard Olafsson, re di Dublino e overlord dell'Isola(1014 - 1035) ( anche Sihtric, Sitric and Sitrick nei testi irlandesi o Sigtryg and Sigtryggr in quelli scandinavi ) numismaticamente famoso per aver fatto coniare a suo nome i Hiberno-Norse pennies di Fase I e II. Le legende, caratterizzate da evidenti errori grossolani sembrano copiare quelle delle emissioni di Dublino dello zecchiere Feremin. Mark Blackburn per tale motivo ha ipotizzato ( pur in manza di prove ) che la coniazione di questi penny sia iniziata con il trasferimento di una coppia di conii di penny Hiberno-Norse di fase II da Dublino all'isola di Man verso la metà degli anni 20 del XI sec. la cui serie si poi inizia con delle copie grossolane di questi conii "ufficiali" Il peso di questi rarissimi esemplari è circa 1.10g Allego l'immagine di un'esemplare trovato su internet e di uno Dublinese dello stesso Sihtric III Olafsson ( fase II ) coniato fra il 1018 e 1035 circa. Spero sia di vostro interesse3 punti
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Salve a tutti, vorrei condividere con tutti voi l'ultimo tondello entrato nella mia collezione di tre Filippi (II, III e IV) del Ducato di Milano, quindi sotto il dominio spagnolo. Si tratta di un ducatone di Filippo III del 1608 coniato nella zecca di Milano (peso: 31,9 g; diametro: 4,3 cm). Il ducatone in questione (MIR 340/8) si presenta con un'affascinante e leggera patina con qualche sporadica incrostazione. Il tonello è molto largo ed il conio perfettamente centrato. Notevole è soprattutto il ritratto del sovrano con tutti i rilievi ancora perfettamente conservati. D/ PHILIPPVS III REX HISPA .; Busto corazzato a destra con spallaccio ornato da maschera leonina e collare del Toson d'Oro, colletto alla spagnola e testa radiata; Sotto il busto: . 1608 . R/ MEDIOLANI DVX ET . C .; Stemma inquartato con aquile e bisce, sormontato da corona aperta Tale acquisto è il risultato di una molto lunga attesa e di paziente ricerca quasi quotidiana, ossia l'attesa di trovare, a prezzo accettabile, l'esemplare con un grado di conservazione ottimale. Attendo anche i vostri commenti... Saluti!3 punti
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Salve @Gasp. E' sempre bello e quasi una fortuna poter ammirare questi pezzi napoletani contromarcati in Polonia perché sono davvero molto rari e non sono sicuramente monete che si trovano tutti i giorni. Detto questo, mi piacerebbe dare qualche "input" per iniziare una discussione che, oltre a valutare l'autenticità della contromarca, possa anche servire da approfondimento storico-numismatico per questa interessante apposizione. Come ben sai, la contromarca appartiene a Sigismondo II Augusto Re di Polonia dal 1548 al 1572. Ultimo sovrano della dinastia Jagellone, era figlio di Sigismondo I e di Bona Sforza, una duchessa italiana che avrà un ruolo centrale nelle vicende di cui trattiamo. Le monete in oggetto (ducati a legenda HILARITAS VNIVERSA e mezzi ducati con stemma, entrambi del periodo di Filippo II come principe di Spagna, 1554 - 1556, ma sono noti anche altri esemplari del 2° periodo come Re di Spagna) furono contromarcate nella zecca polacca di Vilna, che già all'epoca produceva piccoli nominali locali (denari e grossi). Le monete napoletane affluirono in Polonia nel 1564 (l'anno è testimoniato anche dalla contromarca apposta da Sigismondo II): in gran parte, come già detto, erano nominali di Filippo II, ma non mancarono una piccola quantità di mezzi ducati di Carlo V. Inizialmente, le monete napoletane dovevano essere fuse per recuperare il metallo, il quale poi sarebbe stato usato per coniare monete polacche a nome del Re Sigismondo Augusto. Le spese e le difficoltà tecniche incontrate dalle autorità polacche per tale procedimento spinsero il Re e la sua zecca a rinviare la fusione nelle monete napoletane e di contromarcarle con il monogramma del sovrano e l'anno. La contromarca si trova sempre sullo stemma di Filippo II (nel caso dei mezzi ducati) per annullarne appunto l'emblema araldico, simbolo del potere, e sostituirlo con quello del Re polacco. In generale, possiamo osservare come le contromarche polacche furono apposte sempre al rovescio delle monete, anche dei ducati. Il busto di Filippo II, al D/, quindi, non subì manomissioni, ma solamente i danni per la punzonatura al rovescio. In quegli anni, poi, Sigismondo II non poteva permettersi il lusso di dedicare tanto tempo alla cura delle monete in zecca, poiché era in corso la cosiddetta prima guerra del nord, o Guerra di Livonia (1558-1583), che vide contrapposte le truppe russe e quelle della Confederazione polacco-lituana che aveva come alleati la Danimarca e la Svezia. Furono i Russi ad invadere la Livonia (una regione più o meno corrispondente all'attuale Lettonia) che volevano impadronirsi di uno snodo commerciale di essenziale rilevanza per i commerci con l'Europa dell'est. Nonostante i primi successi russi, alla fine questi ebbero la peggio e furono costretti a firmare un trattato di pace sotto Ivan IV che imponeva ai Russi di lasciare la Livonia ai Polacchi del Re Stefano Bàthory (1582). Nel 1564, dunque, Sigismondo II era in piena guerra contro la Russia di Ivan IV e aveva ingaggiato truppe mercenarie per rinvigorire i ranghi del suo esercito. Per pagare le truppe, però, aveva bisogno di enormi quantitativi di moneta sonante, così decise, per risparmiare tempo e denaro, di pagare i mercenari anche con le monete napoletane contromarcate con il suo monogramma. La cura dedicata a queste monete contromarcate da parte dell'autorità regia fu resa pubblica con un decreto del 16 maggio 1564, quando Sigismondo II stabilì la validità dei mezzi ducati e dei ducati di Filippo II contromarcati in Polonia e venne fissato addirittura un tasso di cambio: ogni ducato napoletano contromarcato venne cambiato per 60 grossi polacchi. Le monete "straniere" dovevano poi essere ritirate dalla circolazione alla fine della guerra e, per promessa regia, sarebbero state comunque cambiate secondo il taso fissato in questo decreto. Tale provvedimento doveva incentivare la circolazione degli argenti napoletani durante il periodo di guerra: in questo modo, i possessori di queste monete (mercenari in primis) potevano spenderle senza il timore di vedersele rifiutate. Ma come vi erano arrivate queste monete in Polonia? Per cercare una risposta bisogna fare un passo indietro, perché, come anticipato prima, la causa è da ricercare nelle vicende storiche di Bona Sforza, madre di Sigismondo II. Nata a Milano nel 1493, Bona era nipote di Alfonso II d'Aragona Re di Napoli (in quanto era la figlia di Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona, figlia secondogenita di Alfonso II). Alla morte della madre Isabella (1524), Bona ereditò il ducato di Bari ed il principato di Rossano nel Regno di Napoli. Bona crebbe tra Napoli e Bari dopo che il dominio sforzesco a Milano era entrato in crisi ed era decaduto. Con il suo matrimonio con Sigismondo I di Polonia, i diritti di questi possedimenti napoletani passarono anche al consorte (Bona contrasse le nozze per procura nel Castel Capuano a Napoli a soli venticinque anni d'età, nel 1518, mentre Sigismondo, già vedovo senza figli, aveva circa il doppio dei suoi anni). Dopo la morte di Sigismondo I, Bona resse la corte polacca arricchendola con numerosi interventi di artisti italiani, tanto da trasformarla in ciò che c'era di più simile ad una corte rinascimentale italiana. Quando però la corona fu assunta da suo figlio Sigismondo II, questi non si fidava della politica filo-italiana della madre e per questo la escluse dalla gestione delle cariche pubbliche. Amareggiata, Bona si preparò a fare ritorno in Italia, dopo aver curato gli interessi polacchi per più di quarant'anni. Bona non era ben vista in Polonia, non solo per il favoritismo che dimostrava verso i cortigiani italiani, ma anche perché avrebbe portato nel suo Paese natale ingenti quantità di ricchezze, denaro e gioielli mediante il suo favorito G. Lorenzo Pappacoda. Intanto, Filippo II stava vivendo un triste momento di disaccordo con la Chiesa di Roma e si trovava in difficoltà economiche per cui aveva bisogno di fondi. Il Re di Spagna si rivolse quindi proprio a Bona chiedendo un prestito che puntualmente ricevette per una somma di 430.000 ducati con l'interesse annuo del 10%. Non molto tempo dopo, Filippo II tentò di rientrare in possesso del ducato di Bari e del principato di Rossano per toglierli alla corona polacca. Nuovamente delusa, Bona abbandonò l'Italia e si ritirò nuovamente in Polonia. Il sovrano spagnolo non si diede però per vinto: attraverso la fedele collaborazione del già citato Pappacoda, fece falsificare il testamento di Bona, la cui salute era gravemente minata, in modo che i suoi possedimenti italiani non andassero al figlio Sigismondo II, ma a Filippo. Nonostante gli interventi politici del Re polacco, Bari e Rossano passarono alla Spagna quando Bona morì nel 1557. Il debito contratto anni prima con la regina andava però saldato ugualmente, poiché Sigismondo ne aveva ereditato i diritti e ne richiedeva il saldo. Così Filippo II lo onorò solo nel 1564, inviando quanto doveva in moneta sonante napoletana. Volendo illustrare qualche esemplare che mi è capitato di trovare: 1: Mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Antykwariat Michal Niemczyk 1 del 23 ottobre 2010, lotto 1, già ex Glendining del 15 marzo 1989, lotto 77, 800-1000 £). 2: Altro mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2137, $ 1250). 3: Altro mezzo ducato di Filippo II (del tipo Pannuti-Riccio, p. 115, n° 15 del secondo periodo come Re di Spagna, 1556-1598) contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2138, $ 900, già ex Lanz 39, lotto 945). 4: Ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2139, $ 2000, già ex Schlessinger Auktion, Frankiewicz Collection, 15 settembre 1930, lotto 97). Venendo alla contromarca, è utile conoscere che la rarità di questi pezzi ha portato naturalmente alla falsificazione delle punzonature di Sigismondo II. Nella prima metà del XIX secolo, infatti, nella zecca di Varsavia un incisore ivi lavorante si cimentò nella riproduzione dei punzoni di queste contromarche che utilizzò su pezzi napoletani autentici per creare altre monete contromarcate. Questi falsi sembrerebbero riconoscibili dallo stile più rozzo delle lettere del monogramma e delle cifre della data. Personalmente, confrontando la contromarca del mezzo ducato postato da Gasp e quel piccolo campione di immagini che qui si va raccogliendo, ho notato che le contromarche dell'epoca hanno appiattito, cancellando, il rilievo della figura e/o delle legende di D/ in corrispondenza della punzonatura di R/, ma non hanno deformato in modo sostanziale il tondello. Nel caso dell'immagine di Gasp, invece, noto, oltre il consueto appiattimento dovuto all'applicazione della contromarca, anche una deformazione del metallo del tondello, come se la pressione infusa per l'applicazione della contromarca fosse stata molto più elevata rispetto agi altri pezzi qui mostrati, nei cui casi il punzone veniva battuto a martello. Nel caso del mezzo ducato in oggetto, invece, mi sembra che la contromarca sia stata applicata con una forza maggiore che non sembrerebbe scaturita dalla semplice battitura a martello. In conclusione, mi sembra fondato avanzare dei dubbi sull'applicazione coeva di questa rarissima contromarca.3 punti
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E' il frammento di un denaro (con aquila e scettri) di Ludovico I Patriarca d'Aquileia (1359-1365). Vediamo la coda gigliata dell'aquila ed una sua zampa e le lettere .... RChA + AQ ..., ciò che resta della leggenda PATRIARChA + AQVILEGENS. Nell'altro verso del frammento vediamo due archetti della cornice e le due estremità gigliate dei bastoni decussati. Leggiamo le lettere ...ONE ... ; la leggenda completa era + MONETA + LVDOVICI3 punti
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Prologo : Come promesso illustro con questo post come si potrebbe dedicare una parte della Sezione : Storia ed Archeologia , alle sole monete che rivestono un particolare motivo , iconografia o allegoria storica o archeologica , come spiegato in precedenza nel post “Proposta per la Sezione” ; spero che abbia successo con articoli scritti dai frequentatori della Sezione . Ho anche chiesto a @Reficul se sia possibile creare un “evidenziatore” colorato nella nostra Sezione , come avviene per le Regioni , dentro il quale scrivere Monete : Storia e Archeologia , affinche’ ognuno possa scrivere un articolo dedicato a questo genere di argomento . Articolo di prova : Gli “Alimenta Italiae” Le guerre costano , e come per altre cose , a pagarne il conto e’ principalmente il popolo . Gia al tempo di Domiziano , quando inizio’ la guerra contro i Daci , con le conseguenti sconfitte iniziali seguite da parziali rivincite contro Decebalo , fino alla stipula di un iniquo trattato di pace , nel quale Domiziano nominava Decebalo : Re cliente e alleato dei Romani , ma di contro pagava ai Daci un contributo in denaro per mantenere la pace fornendo loro manovalanza romana , tutto cio’ aveva messo in grave difficolta’ l’ economia italica . A questa gravosa situazione interna dell’ Italia , Domiziano aveva gia’ tentato di porvi rimedio nell’ anno 92 con il divieto alle Provincie di coltivare la vite e l’ ulivo ; l’ Italia , nazione dominante fino ad allora , a causa delle costose guerre esterne , della massiccia presenza dei provinciali nell’ esercito e nel Senato iniziava a perdere questa prerogativa , tanto che il successore Traiano fu il primo Imperatore romano non nato in Italia , seppur oriundo di una antica famiglia italica , forse di Todi in Umbria , trapiantata ad Italica , antica colonia romana fondata da Publio Cornelio Scipione in Spagna , vicino Siviglia , al tempo della seconda guerra punica . Traiano arrivato al potere per scelta oculata di Nerva , per prima cosa sospese ai Daci il pagamento in denaro per il mantenimento della pace , riservandolo in parte per il popolo romano e per arruolare una nuova Legione , la XXX Ulpia Traiana , appellata poi Victrix , che si aggiunse alle altre per la prossima campagne in Dacia ; questo atto di sospensione del tributo insieme ad altri iniziati dai Daci in risposta al gesto di Traiano , scateno’ la seconda guerra dacica che si concluse con l’ annessione della nuova Provincia . Rientrando nel tema del post , Traiano cerco’ di trovare una soluzione al gravoso problema economico interno dell’ Italia con la creazione di una struttura assistenziale che chiamo’ : "Alimenta Italiae" , cioe’ lo Stato anticipava capitali ai piccoli proprietari , utilizzando poi i bassi interessi ricevuti dal prestito , pagati da questi piccoli proprietari , per allevare , a spese dello Stato , i figli della ormai decaduta classe media e del proletariato italico ; questo con la prospettiva di rialzare il tenore di vita delle classi piu’ basse dei municipi italici . In pratica Traiano rinforzo’ e rese migliore la monovra gia’ iniziata al tempo di Augusto e ripresa poi da Nerva . Questi figli di povera gente italica , erano fanciulli e fanciulle , che venivano completamente allevati ed istruiti dallo Stato , fino al raggiungimento del XVIII anno di eta’ ; gli “Alimenta Italiae” vennero mantenuti fino al tempo di Alessandro Severo , dopo di che declinarono , fino a scomparire definitivamente al tempo di Costantino . Oltre che nelle emissioni monetali come quella nel Sesterzio in foto , dove si vede una raffigurazione femminile con cornucopia , forse rappresentante l’ Abbondanza o anche la ricca Italia che tiene per mano un fanciullio/a , con in esergo AlimItal, l’ allegoria degli “Alimenta” fu rappresentata anche su monumenti , come ad esempio nell’ Arco di Traiano a Benevento e in varie iscrizioni rinvenute a Ferentino , Terracina , Osimo , in Gallia Cisalpina e nel Beneventano .2 punti
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Ciao a tutti, per la visione delle monete in Ambrosiana, io vorrei vedere ORO, visto che nei vari convegni ne vedo poco... Oro dicevo, si, quello Greco, Romano imperiale (Augusto sopratutti), poi quello barbaro, Ostrogoto e Longobardo, e poi quello Carolingio e Merovingio fino a quello Visconteo e Sforzesco ....comunque ORO. Grazie ancora a quanti si stanno sbattendo per crearci un evento memorabile. GRAZIE DI CUORE. Roberto2 punti
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Per quello che ho visto nel tuo, mi è parso di vedere le stelline, come quello che segue, per me indiscutibilmente di Alvise Mocenigo II. Se poi mi dici che non sono certamente stelline, ma forse punti, allora è del III°2 punti
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Cari amici della Sezione , in qualita' di recente Curatore , incarico non cercato ma richiestomi , forse con coraggio dallo Staff del Forum , a causa delle dimissioni del precedente Curatore , Flavio , mi sento in dovere , oltre che scrivere qualche post , di sottoporvi una proposta nei confronti della quale attendo i vostri importanti pareri , affinche' ne tragga maggior interesse la Sezione , oppure rimanga inalterata con l' attuale trend . La proposta e' la seguente : essendo la Sezione strettamente collegata anche alle monete antiche , intese come reperto storico archeologico , vorrei che tutti noi che la frequentiamo o almeno quelli piu' interessati , creassimo un post dedicato nel quale trattare le monete antiche : principalmente romane ( di ogni epoca ) , italiche , Magna Grecia , Bizantine ( di sole zecche Italiane ) , medievali e papali antiche ( da stabilire la data limite ) , ognuno secondo le proprie conoscenze competenze , esclusivamente dal punto di vista storico e archeologico . In pratica ricavare , dietro documentazione della singola moneta presentata con foto ma senza l' obbligo di dichiararne il possesso o la provenienza dalla rete ( in questo caso con l' eventuale autorizzazione ) notizie storiche archeologiche ( quando sono ad esempio rappresentati templi o monumenti vari ) ad essa collegate . Naturalmente per non far collassare l' eventuale post con troppe informazioni su monete definite impropriamente "comuni" , preferirei selezionare la ricerca storica archeologica su quelle monete che rivestono interesse verso fatti , eventi , monumenti o allegorie , particolari . Con questa proposta non voglio "invadere" le Sezioni di competenza , in quanto si tratterebbe soltanto di un approfondimento della moneta dal semplice punto di vista storico archeologico come rientra nei canoni della Sezione ; anzi , per eccesso , si potrebbero presentare anche monete ritenute o sospette non autentiche , purche' ricavate da esemplari esistenti , in quanto non rientra nello spirito della Sezione stabilire se la moneta sia autentica o falsa , purche' , ripeto , sia una moneta comunque esistente . Spero di essermi spiegato al meglio , comunque per chiarimenti , sono a disposizione . Attendo , se vorrete , i vostri commenti e pareri , dopo di che in relazione ai pareri pro e contro , trarro' le conclusioni se iniziare il nuovo percorso oppure lasciare le cose come sono . Grazie a tutti2 punti
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Ciao come qualcuno sa non colleziono cartamoneta, ma visto che ho un debole per l'Egitto mi sono messo da un po' di tempo a collezionare la sua cartamoneta dagli albori ( proibitive per me ) agli anni 80 e con queste due ho completato la serie di Farouk per l' esettezza mi mancano alcune firme ma i tagli con la sue effige ci sono tutti. vi posto i miei ultimi acquisti. Silvio2 punti
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Arriva anche l'articolo sul Giornale della Numismatica di Ganganelli, veramente inaspettato perché non l'abbiamo pubblicizzata oltre il forum l'iniziativa perché solo 35 persone possono accedere e 35 ci sono stati subito tra gli amici, certo pubblicizzandola veramente non so quante adesioni ci sarebbero state...e questo è il rammarico...ma nel contempo fa capire le enormi potenzialità di quello che stiamo facendo... Quindi ringraziamo Roberto Ganganelli specificando però che la parte del mattino, a meno di rinunce sempre possibili, è completa numericamente, per il pomeriggio invece è totalmente aperta a tutti e sarete i benvenuti perché molto si dirà quel pomeriggio... Roberto parla di prima Edizione, onestamente non so il futuro, me lo auguro che questo sia un primo step importante e storico e che altri ancora più rilevanti possano arrivare, è un augurio che ci facciamo, ma se devo guardare il mio sentiment attuale dico che sono fiducioso. Troviamo una Milano che si unisce numismaticamente e che avrà un parterre veramente d'eccezione come rappresentatività e componenti, mi piace citare oltre al Centro Culturale Numismatico Milanese dove si svolgerà la seconda parte @gpittini,anche noi di " Quelli del Cordusio " che poi siamo Lamoneta che viene giustamente finalmente citata anche quando ci sono eventi che la rappresentano @Reficul, @incuso,in fondo noi sappiamo benissimo come nasce e nasce sul nostro forum qui in modo estremamente innovativo e lo potete leggere tutti, una idea, un sogno, una esigenza, un evento che nasce in diretta insieme , che non è semplice per nulla, ha le sue ovvie grandi difficoltà, ma nasce e sarà realtà... Nasce perché l'esigenza di vedere monete delle nostre istituzioni in Milano in gruppo era un sogno nel cassetto mio e di tanti altri, lo abbiamo realizzato, ma Milano merita di più e quindi vedremo di far partire un vero Progetto " Milano per la Numismatica ", sarà questo il sogno del futuro... E qui non c'entrano le sigle, le appartenenze, d'altronde io stesso sono tutto e di più, andiamo oltre qui ....è un progetto per la città e per la numismatica italiana...che vorrei vedere completato... E i grandi testimonial milanesi, alcuni in programma, alcuni presenti fanno capire quanto lo spirito di fare e collaborare per il bene comune sia veramente alto...e quanta caparbietà e determinazione ci sia stata... Arriverà altro ....Il Gazzettino....finalmente si ritorna a sentire emozioni, passioni, voglia di fare e condividere insieme, in fondo Milano Numismatica va oltre l'ambito locale, è un progetto nazionale, d'altronde non potrebbe essere altro parlando di una città e di una Istituzione come l'Ambrosiana che è famosa e conosciuta in tutto il mondo...il 28 gennaio sarà una giornata importante di cui ne saremo fieri in tanti.... http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=117892 punti
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Beh... i rilievi ci son tutti anzi..... Sono i segni che lasciano molto a desiderare.2 punti
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Come sicuramente voi ben sapete, non tutte le riforme monetarie hanno avuto successo specialmente in questo caso quando lo scopo era quello di contrastare il potere economico acquisito dal fiorino d'oro nei mercati. Non è un caso, inoltre, che di fiorini senatoriali (altro tentativo di riforma) se ne conoscano solamente due esemplari. Saluti2 punti
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Un preliminare cordiale benvenuto a tutti i "lamonetani" e "cordusiani" che ci onoreranno della loro presenza. Vi aspettiamo per l'ormai tradizionale caffè, sperando di festeggiare qualche vostro buon acquisto ! G. Basetti2 punti
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nikita_, ti posso fare una domanda? Cosa potrebbe essere più desiderabile e interessante di questa moneta?2 punti
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Confermo la mia prima impressione, la tua medaglia è degna delle migliori collezioni. L'anno XXV di Leone XIII è davvero intrigante. Se confronti attentamente le foto già presenti in catalogo, avrai modo di scoprire le varianti relative al posizionamento della firma di Bianchi ed alla lunghezza della veste, sia nell'edizione in argento che in bronzo del triregno. La mozzetta, invece, a quanto mi risulta, esiste solo in una versione, sia in bronzo che argento, con firma ad ore sei in campo e veste corta. Ma data la sua genesi, è abbastanza ovvio che sia così.2 punti
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Cari amici, Vi posto questa moneta di Ferdinando I per l'Aquila. Sia al Dritto che al Rovescio le V sono sostituita dalle A rovesciate. Dritto: FERDINANDVS Rovescio: EQVITAS Allego le immagini. La prima sia del dritto che del rovescio è l'originale; le altre sono state "trattate" per evidenziare i particolari. Attendo le vostre impressioni e commenti. Grazie. Amedeo1 punto
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Cosa ne pensate di questo denaro "stile primitivo" della zecca di Asti... qualcuno ci vede qualcosa "sotto"? Grazie, Luca1 punto
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@Philippus IX i miei complimenti per l' acquisto una moneta splendita, coniata in un tondello perfetto e ben centrata. Il busto del Re ben coniato e con tutti i dettagli, Toson d' oro, maschera sul petto e spallaccio leonino, ben visibili. Al rovescio uno stemma, corona e legenda molto belli. La pazienza e la ricerca nel pezzo giusto è stata premiata. Per quanto riguarda la data, a mio parere è 1608. Possiedo anche io un ducatone dove l' 8 ha le stesse caratteristiche del tuo esemplare, cioè che non sono completi i due cerchi. La cifra 5 nelle monete di Filippo III, mi riferisco ai 100 - 50 (millesimo e valore) e 5 soldi (millesimo e valore) la parte in alto finisce a punta e verso l' alto, come nelle foto dei post #14 e #15. Appena posso posto la foto della data del mio esemplare.1 punto
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Trebonianus Gallus AR Antoninianus.Trebonianus Gallus AR Antoninianus. Mediolanum, AD 251-253. IMP C C VIB TREB GALLVS AVG, radiate, draped and cuirassed bust right / PIETAS AVG, Pietas veiled standing left, raising both hands; to left, altar. RIC 721 punto
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GALLIEN (07/253-08 ou 09/268)Publius Licinius Egnatius Gallienus Auguste (06/260-08 ou 09/268)Antoninien 262-263 N° brm_123067 Date : 262-263Nom de l'atelier : MilanMétal : billon1 punto
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Sovrane BU chiuse in MS67 di Giorgio V se ne vedono varie e in MS68 qualcuna di Elisabetta II, magari con la dicitura "first strike". In effetti sono poche ma ci sono. Ho visto inoltre vari dollari "Morgan" in MS67/68 ed uno addirittura in MS 69. Questi'ultimi spesso sono in effetti "proof like" ma comunque non lavorati fondo specchio. In quel caso la dicitura riportata dovrebbe essere PF o PR.1 punto
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Hai dubbi che i segnetti sulla guancia siano mancanze del tondello/conio ? Penso che più probabilmente, chi ha giudicato la moneta in mano, ha valutato che l'entità di tali minisegnetti rispetto alla bellezza della moneta, non siano tali da giustificarne un abbassamento del grading.1 punto
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Ciao @oedema, una bella moneta quella che ci proponi quest'oggi, con una particolarità che va giustamente evidenziata, anche se si tratta di una variante già nota. Qui di seguito indico un altro cavallo aquilano con le A rovesciate nelle legende al posto delle V: http://www.artemideaste.com/auction/view/190/1023 L'Aquila. Ferdinando I d'Aragona (1458-1494). Cavallo. MIR 88 var (A rovesciata per V al D/ e al R/). AE. g. 2.13 NC. SPL. (ex Artemide 25.2E, lotto 1023). Sembrano due conii diversi, però realizzati, diciamo così, dalla stessa mano, perché hanno dei dettagli all'apparenza comuni.1 punto
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Beh con il vecchio metodo questa come la consideri? Moneta non più in vendita (perizia Tevere qFDC). Foto presa dal sito di Mazzarino Numismatica. Tutto altro genere di foto. Sono sicuro che con foto come queste anche l'altra sembrerebbe migliore.1 punto
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Banconote con il fascino da "le mille e una notte" , una volta che è completa io eviterei le firme a favore di banconote pre o post Farouk, in buona sostanza evitere di spendere soldinii per entrare in possesso di banconote quasi uguali per stornarli sulla tipologica.1 punto
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@nando12 la foto postata corrisponde ad un ingrandimento di 4X. Quini i segni si vedono benissimo e credo che si vedano anche ad occhio nudo, l'importante è stabilire se sono segni di contatto o meno.1 punto
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Per una migliore comprensione posto foto più grandi della moneta. Le immagini sono tratte dal sito di verifica dell'ente certificatore. Spero di aver fatto cosa gradita. La moneta a mio parere è di buona freschezza. Non è stata certo spesa. Certo non è stata fortunata in zecca dati i numerosi segni di contatto e forse nemmeno conservata al meglio guardando il naso e la porzione di campo immediatamente adiacente. In fin dei conti mi trovo in accordo con il parere espresso dall'NGC. Nella scala inglese diremmo semplicemente "about UNC". Nella scala italiana sarebbe probabilmente SPL-FDC. Sono certo che molti collezionisti esigenti la riterrebbero Spl +. Giudicare da foto non è mai agevole ed io non sono esperto di questa moneta quindi leggerò con piacere altri pareri. Buona giornata.1 punto
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Riguardo alle monete d'oro è molto più raro che monete sconosciute escano fuori d'un tratto dal nulla, in quanto necessariamente più collezionate e studiate... però non poniamo limiti alla provvidenza...1 punto
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Come disse in un colossal da 69 oscar un famoso personaggio "biblico" ottenendo 42 minuti di applausi sia le monete che la banconota....1 punto
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A mio parere: non si tratta di una moneta (fattura troppo grossolana e disegno incerto) ma di un gettone che probabilmente venne coniato in occasione di qualche rievocazione storica1 punto
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Caro @matteo95 quel grosso poco dopo l'articolo del 2013 (scritto quindi nel 2012) lo avevamo schedato anche io e Ricci: è conosciuto solo in quell'esemplare a quanto ne so, e noi in modo preliminare lo abbiamo considerato di passaggio, appunto, tra i primi grossi da 6 (una interpunzione, peso 1,7 etc..) e quelli delle serie successive (due interpunzioni, peso 1,4 poi 1,3 etcc,). O meglio: eventuale testimonianza della possibile prima serie di grossi da 6 leggeri, per noi successiva a quella dei grossi da 6 pesanti. Ovviamente noi lo abbiamo visto solo in fotografia e non lo abbiamo neppure potuto analizzare: prima di pubblicarlo, francamente, mi sarebbe piaciuto fare entrambe le cose, anche per conferma di questa sua eventuale "posizione" nella successione dei tipi (la tipologia morfologica dell'immagine di città e della croce sono simili ai grossi da 6 più leggeri: varia appunto solo l'interpunzione e quindi diventa interessante la verifica sul fino; il peso è un poco sotto la media di periodo, però...). Anche secondo me, come per @appah , visto dalla foto postata quella seconda interpunzione sul pezzo in oggetto è un globetto e non un anelletto. Pure sui denari, se guardi bene con il lentino, gli anelletti hanno chiaramente un circoletto vuoto in proporzione più largo ed evidente al centro, anche se comprendo la sensazione data anche dalle dimensioni un poco più grandi della circonferenza esterna rispetto al secondo globetto (ma anche questi può avvenire tra globetti dello stesso conio, a seconda di come sono stati impressi sul conio dal punzone mobile). Un caro saluto MB1 punto
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Io lo classificherei come Crippa 9/D (data sotto al busto, cifre grandi) con variantina data dai punti ai lati del millesimo. Crippa considera la moneta comune. Che bel monetone, complimenti all'amico @Philippus IX!!!! Antonio1 punto
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Sono sincero, come mio solito, visto che hai richiesto specificamente un mio parere. Procedo, con la raccomandazione: prendi con le pinze quel che dico. E' molto soggettivo, anche in base alle foto che lasciano sempre un margine di dubbio. E' indubbio che la moneta sia bella. Su questo non ci piove! Il discorso però io lo vedrei, sempre secondo il mio umile parere, sotto un'altra angolazione: il prezzo, che per tua stessa ammissione, ammonta "a fior di quattrini". Ci troviamo a valutare uno scudo con il millesimo e zecca di Carlo Alberto, dove le probabilità di trovarne uno veramente PERFETTO ci sono... a saper aspettare e saper trovarlo. Dalle tue foto, francamente a me la moneta non mi entusiama. Sembrerebbe (e sottolineo il condizionale), un leggero difetto di conio, superficiale, ma sembrerebbe esserci qualcosa che infastidisce il rilievo. Sempre continuando ad essere sincero, se devo spendere una cifra alta, alla moneta gli conto pure gli atomi. Ripeto: è un MIO parere, personale e soggettivo. Io l'avrei scartata, CONSIDERANDO il fattore prezzo, e l'abbordabilità dell'impresa nel trovarne (prima o poi) uno davvero bello. Io ci vedo, sempre da queste foto s'intende, un divario troppo ampio di freschezza tra dritto e rovescio. La patina in generale non mi piace, e su quel difetto di conio (SE TALE E') sarei stato irremovibile nella trattativa, sempre considerando i due fattori chiave che fanno da ago della bilancia per questa mia personalissima disamina (cioè prezzo e fattore reperibilità di un BELL'ESEMPLARE tutto sommato abbordabile entro un arco temporale non lunghissimo). Avrei trattato (di molto) il prezzo, o l'avrei lasciata al proprietario. per qualsiasi cosa contattami pure in privato Un saluto Fab1 punto
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nella stragrande maggioranza dei casi sono proprio coeve (1848-1850 circa), molte poi vennero ritirate nel corso del 1850-1860, la loro bontà la si nota dalla patina interna alla punzonatura in linea con il resto del tondello, sono curiosità storiche anche abbastanza importanti ma non hanno interesse prettamente numismatico perchè non sono (ovviamente) punzonature della zecca.1 punto
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Grazie anche a te @clairdeluneper il tuo prezioso commento . Siamo ancora in pochi , tre o quattro utenti , ad essere interessati alla proposta , per cui avrei deciso di pubblicare a giorni un post di presentazione , per la mia competenza , che illustri come potrebbe essere sviluppata questa iniziativa ; forse un esempio pratico vale piu' di tante parole .1 punto
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Buonasera cari appassionati di Medaglie Papali, non sono a casa ma ho provato a scattare alcune foto con luce a 90 gradi e I phone. il fondo specchio riflette e nasconde dei micrograffi molto molto sottili. Che ne pensate dei rilievi e dei bordi? A mio modesto parere sembrano intonsi.. Saluti e buon lavoro Silver1 punto
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Ti sconsiglierei di tener conto della seconda lettera, perchè non ha nessun significato particolare ma è solo una parte "letterale" della numerazione di serie. Con la vecchia serie raccoglievo anch'io in base alle lettere, perchè identificavano gli stati emittenti, con la nuova solo una per taglio e firma in quanto a mio avviso la stamperia ha un'importanza relativa. Ho tenuto due 5, una stampata in Italia e una in Belgio, come esempio della variante in cui le dimensioni della scrittura del codice corto sono minori in certe stamperie.1 punto
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Vi segnalo alcune parti a mio avviso di maggior interesse per il tema affrontato: · Due fattori hanno contribuito a produrre una crisi monetaria in Occidente: la necessità di eliminare ogni ricordo di Magnenzio e la necessità di prevenire che Giuliano potesse avere accesso al denaro con cui “fedelizzare” l'esercito (Amm.xxii.7). Il primo di questi è stato oggetto di un decreto imperiale che ha demonetizzato sia la produzione dell’usurpatore che tutte le monete ricche d'argento costantiniane rilasciate prima del 353, compreso il FEL TEMP REPARATIO [della prima serie, n.d.r.]. In Oriente questa moneta ha perso rapidamente qualsiasi tipo di contenuto d'argento e quando l'Impero fu riunito l’unica versione era quella ridotta ... La caratteristica principale di questa moneta era il tipo di rovescio, che raffigurava un soldato romano infilzante un cavaliere nemico (persiano?) che cadeva dal cavallo abbattuto. E 'stato questa questa tipologia ' Fallen Horseman ‘ che è stata legittimata come l'unica moneta legale in Occidente dal 354 (C.Th.9.23)... Un’analisi dei depositi monetali britannici e della Gallia del Nord conferma l'assenza sostanziale di monete ufficiali imperiali durante il regno di Giuliano. Ciò che si trova nei siti e nei ripostigli è una quantità notevole di imitazioni della tipologia FEL TEMP REPARATIO 'Falling Horseman' post-353, spesso ribattute su monete svalutate costantiniane. La stragrande maggioranza di queste monete sono identificabili come riportanti, in qualche forma, talvolta confusa, il nome di Costanzo II. In questa massa sono stati identificati alcune, e sono molto poche in realtà, che portano il nome di Carausio o qualche tentativo di rendere riconoscibile il nome. · Mentre il discorso di cui sopra comprende la maggior parte delle monete 'Carausio II' il primo esemplare ad essere individuato e pubblicato non è una copia delle monete post 353 ma di un tipo precoce della FEL TEMP REPARATIO riformata nel 348-50. Questo tipo presenta il caratteristico rovescio rappresentante l’Imperatore in piedi su una galea che è guidato da una figura di Vittoria (Evans, 1887). Nel discutere la moneta, che è stata trovata a Richborough, Evans avanzò la teoria che questo Carausio era un inedito sovrano del sud della Gran Bretagna del quinto secolo. Osservando l'immissione di una versione distorta del nome di Costanzo (che egli lesse come 'Costantino') sul rovescio, al posto della normale iscrizione FEL TEMP REPARATIO che avrebbe dovuto occupare quella zona, Evans concluse che 'Carausio' stato associato con Costantino III , che si rivoltò in Gran Bretagna nel 406, attraversò la Manica verso il continente e fu sconfitto e ucciso in Spagna nel 411. Inoltre, osservò: In qualsiasi modo noi consideriamo questo Carausio come identificazione di Costantino III o se lo consideriamo un usurpatore indipendente non saremo molto lontano dal vero... nell’attribuire questa moneta all'anno 409. Sottolineando che Costantino fu elevato i ranghi imperiali anche a causa del suo nome beneaugurale, Evans commenta che: ... la memoria del coraggioso Carausio, che per primo elevò la Britannia ad una posizione di supremazia navale, può aver influenzato la scelta di questo oscuro Cesare [Costantino III, n.d.r.] in un momento in cui la popolazione romano-britannica stava per affermare come non aveva mai fatto prima la sua indipendenza dell'impero continentale. La tesi di Evans è rimasto il maggior contributo al chiarimento di questa moneta fino a quando il problema è stato riaperto da C.H.V. Sutherland, che ha analizzato un corpus allargato di materiale (Sutherland, 1945). Ha incluso non solo l’esemplare di Evans da Richborough ma anche un altro dallo stesso sito e altri due campioni di provenienza incerta. Dove si poteva riconoscerla, si è constatato che una versione alterata del nome di Costanzo ha sostituito la leggenda dell’inverso. I nuovi esemplari erano tutti del tipo 'Falling Horseman'. Una nuova dimensione è stata aggiunta in questa fase di studio dal ritrovamento, a Richborough, dalla comparsa di esemplari della stessa tipologia recanti il nome di un altro 'signore' il cui nome viene letto come Cenceris o Genceris. Sutherland ha respinto l'attribuzione Evans di questa monetazione al V secolo e portato il contesto temporale delle copie imitative FEL TEMP REPARATIO al 350 circa. Rimase convinto che gli esemplari rappresentavano l’esistenza di signori locali che, attraverso l’inclusione del nome di Costanzo sul retro - 'possono essere considerati colleghi-minori forse, ma colleghi non per questo meno legittimi di un imperatore, Costanzo II, il cui nome prudentemente appongono sui rovesci e però possono facilmente rinnegare'. Sutherland conclude che: L'emergenza temporanea di questi governanti piccoli potrebbe essere attribuito al periodo (o a quello immediatamente successivo) dell'usurpazione di Magnenzio, quando il controllo di Costanzo sulla Britannia deve essere stata indebolita. Qui è stata l'occasione per parziale autonomia, aperto a coloro che avevano abbastanza intraprendenza per poterla cogliere: e se questo Carausio era il nipote del terzo secolo l'imperatore, egli può avere tratto esempio dall’iniziativa del nonno. Prendendo atto la concentrazione di esemplari nell’ area sud-est britannica Sutherland incentrò l’attenzione su questo fatto che lo portò a suggerire che fosse esistito un dominium semi-indipendente, con Richborough suo centro amministrativo. · Nei venticinque anni successivi un certo numero di esemplari dello stesso tipo è venuto alla luce, tra cui uno a Silchester, che ha portato al considerare che Carausio II governò un ampio territorio del sud della Gran Bretagna (Boon, 1955). · Altri autori hanno sostanzialmente accettato l'interpretazione di Sutherland concernente il loro contesto politico (Hill, 1948). · Una variante alla visione di Sutherland è stata offerta da C.E. Stevens che ha propose il fatto che Carausio II fosse un personaggio appoggiato da Costanzo II e al quale era stato affidato il compito di staccare la Gran Bretagna dai possedimenti di Magnenzio (Stevens, 1956). · Un’analisi altamente tecnica del problema che è considerata come lo studio definitivo della monetazione è stata ispirata dall’articolo di Stevens (Kent, 1957). Alla luce degli studi della cronologia interna della monetazione FEL TEMP REPARATIO è possibile tarare la produzione delle copie di Carausio II e Censeris a cavallo degli anni 354-8. Questi anni sono quelli in cui Costanzo mantenne il controllo incontrastato di tutto l'impero, anzi è proprio in questo periodo che i suoi inviati in Gran Bretagna guidati da Paulus Catena sono stati molto attivi nello stanare ed eliminare i sostenitori di Magnenzio. In questo contesto storico non vi è possibilità per i piccoli signori britannici di condividere di dominio con l'imperatore legittimo, né la datazione consente di dare credito all’ipotesi di Stevens circa l’esistenza di un candidato creato da Costanzo II per provocare la perdita della Britannia da parte di Magnenzio, morto nel 353... L’autore conclude infine che è 'molto improbabile che un sovrano reale chiamato "Carausio II" sia mai esistito'. · Il magistrale riepilogo di Kent sulla monetazione della metà del IV secolo è risultato essere convincente e i commenti tra i numismatici circa le monete di Carausio II si sono limitati a ribadire le sue opinioni, aggiungendo che la distribuzione degli esemplari delle monete sono ormai conosciuti non solo a sud-est dell'Inghilterra ma anche a nord fino York e a ovest fino a settentrione del Galles (Boon, 1988). · Questo non è il caso degli storici antichi e sull’argomento si è tornati recentemente con il riaccendersi dell’ipotesi dell’esistenza di Carausio II come persona reale e ribelle in Gran Bretagna (Thompson, 1990). Thompson riporta sulla base di un testo di Ammiano Marcellino che nel 350 vi fu una rivolta dove “Carausius II” potrebbe avere avuto un peso. Lo sotrico antico non avrebbe nominato il nome dell’usurpatore perché [Ammiano]... Ha incluso solo gli eventi eccezionali della storia romana ed è escluso che potesse entrae a fondo nei dettagli ... Ora, la Gran Bretagna era una lontana provincia 'alle estremità del mondo' e così i suoi affari erano di meno interesse rispetto a quelli di altre province più vicino al Mediterraneo. Il silenzio di Ammiano non confutare la nega in assoluto la possibilità dell'esistenza di Carausio II. Come critica, va detto che Ammiano tratta un campo molto vasto ed è altrettanto vero che la Britannia è una provincia marginale ma le vicende britanniche vengono ben descritte dall’autore.1 punto
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Salve, vorrei partecipare anch'io a questa bella discussione raccontando la mia piccola esperienza... Già da qualche anno mettevo da parte gli Euro "strani" che trovavo in giro, ma suddividendoli grossolanamente per Paese senza chiedermi davvero cosa ci fosse dietro a quelle immagini. Poi, proprio un anno fa, quasi per caso comprai un piccolo catalogo con tutte le emissioni dei 2 Euro commemorativi dal 2004 al 2015, ognuna accompagnata da una breve nota storica sull'avvenimento o il personaggio rappresentato... Mi si è accesa una lampadina! Essendo appassionata di Storia in generale e di quella dell'Impero romano in particolare, mi sono detta: se delle monete così giovani possono già raccontare tanto del Passato, chissà allora quelle più "mature", che hanno vissuto la Storia in prima persona! Da lì ad interessarmi alle monete romane il passo è stato breve Mi rendo conto che sono due monetazioni agli antipodi, ma mi sono detta "se c'è l'interesse, perché no?" Attualmente sto leggendo libri e articoli sulle monete imperiali romane, che mi stanno offrendo un altro punto di vista su quegli avvenimenti storici, al quale (devo ammetterlo) non avevo pensato prima di interessarmi agli Euro! Al tempo stesso continuo la mia raccolta di 2 Euro commemorativi in modo più ordinato e consapevole; in fondo devo loro tanto, perché mi hanno aperto un mondo! Buona giornata a tutti!1 punto
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E' una discussione molto interessante. Io non colleziono euro, ma sono molto interessato a questo fenomeno che ha portato tanta nuova linfa alla numismatica. La "euromania" ha colpito davvero molte persone, tra cui anche 4 tra i miei parenti (zio, fidanzata, suocera, amico). Mentre fidanzata e suocera sono rimaste alla fase "raccolgo tutti i 2 euro strani che trovo in giro", sia lo zio che l'amico sono diventati collezionisti seri. Non solo: entrambi hanno poi fatto il salto indietro, e lo zio ha messo in piedi una bella collezione del regno, mentre l'amico sta costruendo una collezione formidabile di preunitarie, ma già guarda con interesse ancora più indietro. Il mio è un caso fortunato - e probabilmente io li ho un po' influenzati "mostrando loro la via", ma è indubbio che dei moltissimi raccoglitori e collezionisti di euro una parte risalirà indietro nel tempo. E per quanto piccola possa essere questa percentuale, resta comunque un risultato notevole. Dunque, viva il collezionismo di euro, che tanto bene ha fatto alla numismatica!1 punto
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Il 15 marzo 1925 si erano riuniti a Milano il ministro degli Esteri e delle Finanze albanese, Mufid Bey Libonova, e Mario Alberti, in rappresentanza di un gruppo di investitori italiani, con l'intento di costituire una banca centrale albanese. Venne in breve tempo stipulata una convenzione con la quale il gruppo italiano si impegnava a fondare, entro 90 giorni, la Banca Nazionale d'Albania (Banka Kombëtare e Shqipnis) e a dotarla di un capitale di 12.500.000 franchi oro. L'assemblea costituente della banca si tenne a Roma il 2 settembre 1925, e il gruppo guidato dal Credito Italiano sottoscrisse la maggioranza del capitale. In realtà sembra che tanto le partecipazioni italiane, che quelle di numerose personalità albanesi, fossero detenute dagli intestatari (in pratica, dei prestanome) per conto dell'Istituto Italiano Cambi, cioè, in sostanza, del governo italiano. La Banca Nazionale d'Albania emise nel febbraio 1926 la banconota da 20 franchi oro, nel marzo quella da 5 franchi oro che vedete in foto (da Ron Wise) e, nel giugno dello stesso anno, il taglio da 100 franchi oro. Tutti i biglietti del 1926, bilingue, sono firmati da Mario Alberti, Presidente della banca, e da Amedeo Gambino, Consigliere Segretario. petronius :)1 punto
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