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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/29/16 in tutte le aree
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Buona serata a tutti....mi sono appena aggiudicato questa bella e credo curiosa moneta di Gallieno; interessante perché presenta un errore di conio, al rovescio "Anona"al posto del più corretto "Annona"....gr 3.83 per 21 mm circa...chiedo a voi più esperti,si tratta di una variante conosciuta e quindi recensita? Grazie4 punti
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mille euro, dalle foto che hai scattato, sinceramente mi sembra una cifra troppo alta... Mi par di capire che non hai molta esperienza, che ti fidi del parere scritto sul cartellino, e che vai dove ti porta il cuore... Premesso che errori di gioventù li abbiamo fatti tutti, io in primis, con tutto il rispetto però mi sento di consigliarti SPASSIONATAMENTE di cambiare tattica... Sempre con il massimo rispetto per te, per la moneta, ma soprattutto ancora, per il denaro che tanto faticosamente sudiamo...4 punti
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Attratto da un bellissimo denario in vendita da Lanz su eBay ho scoperto la grande Salonina (o Salonia) Matidia, una delle “grandi donne” dell’Impero Romano. Questo è il denario, stavo valutando se puntare ma un amico mi ha dissuaso... lo devo premiare oppure picchiare? :-) Matidia denarius. Obverse: MATIDIA AVG DIVA F MARCIANAE F, draped bust of Matidia right. Reverse: PIETAS AVGVSTA, Matidia as Pietas standing holding hands with Sabina and Matidia Minor. Ref.: RIC 759, RSC 10, BMC 660, Sear 3378. Spero di far cosa gradita per tutti coloro che non hanno avuto occasione di “conoscerla”. Il seguente articolo è tratto da “il giornale della numismatica”. SALONIA MATIDIA TRA STORIA E NUMISMATICA Nei manuali di storia è quasi una sconosciuta. Non solo: Matidia è citata nelle “Memorie di Adriano” da Marguerite Yourcenar con una certa “antipatia”. Invece, è stata una figura chiave per l’impero romano e in particolare per gli Antonini: nipote di Traiano e suocera di Adriano, è stata la nonna della moglie di Antonino Pio (il successore di Adriano), la trisavola della moglie di Marco Aurelio e la madre di sua nonna. In sintesi: tra imperatori che erano parenti tra loro solo alla lontana, Matidia ha costituito l’elemento di continuità della dinastia. E non un elemento passivo, anzi. Il suo aspetto fisico ci è noto, oltre che dalle monete, da alcune teste marmoree (musei Capitolino, delle Terme, Torlonia, ecc…) con acconciatura ad alto diadema di un solo ordine di ciocche verticali; mentre in altre, derivanti da un diverso originale (Vaticano, Mantova, Londra, Parigi e altri), ha un doppio diadema di numerose treccioline su impalcatura semilunata. Denario in argento del 119 d.C. per la “consecratio” di Matidia (source: Gemini II, 2006, 351) Salonia Matidia era nata nel 68 d.C.: era la figlia unica di Ulpia Marciana, la sorella del futuro imperatore Traiano, e del pretore Gaius Salonius Matidius Patruinus. Morì nel 119, a 57 anni, molti per una romana. Marguerite Yourcenar racconta nel suo romanzo che aveva riportato dall’Oriente una malattia mortale e che Adriano, che le era molto affezionato, faceva di tutto per distrarla. Ammette che la casa di Matidia, ormai vedova, fosse piena di libri e l’atmosfera ricordasse quella della casa della colta Plotina, moglie di Traiano. In precedenza aveva ricordato che Matidia aveva seguito lo zio Traiano sui campi di battaglia: non in armi, ma come assistente. Tutti fatti veri. Tra l’81 e l’82, Matidia sposò Lucius Vibius Sabinus, un senatore che morì tra l’83 e l’84, poco dopo la nascita di una bambina, Vibia Sabina. Matidia era, come spesso accadeva, madre e vedova a 16 anni. Si sarebbe poi sposata altre due volte e avrebbe avuto altre tre figlie, tra le quali, appunto la nonna di Marco Aurelio, Rupilia Faustina. Anche gli altri due mariti sarebbero morti presto. Aureo del 117-118 con i ritratti di Plotina e Matidia (source: Numismatica Ars Classica 54, 2010, 515) Il suo primo “capolavoro” fu il matrimonio di Vibia Sabina con Adriano, verso il 100 dopo Cristo: lui aveva 28 anni, ed era un lontano parente (la famiglia era di origine iberica). Fino ad allora era stato soprattutto un giovanotto dotato per le lettere ma troppo incline al gioco, ai divertimenti e ai giovanetti, “vizietto” che condivideva con Traiano. Sabina, secondo molte fonti, aveva 12 anni. E l’avrebbe odiato per tutta la vita. Gli storici antichi sostennero che Traiano fosse contrario sia al matrimonio sia alla scelta di Adriano come suo successore (non aveva avuto figli). Plotina, sua moglie, era invece a favore. Probabilmente Traiano gli avrebbe preferito il giurista Nerazio Prisco. O forse non voleva nominare alcun successore. Le due donne, moglie e nipote, si imposero. E fu il loro secondo capolavoro. Che cosa esattamente accadde al momento della morte di Traiano, nel 117, non è chiaro: l’“Historia Augusta”, una raccolta di biografie imperiali, dice che Plotina fece imitare la voce di Traiano da un presente. Lo storico Cassio Dione afferma che la notizia della morte fu tenuta segreta per giorni e che l’adozione di Adriano fu annunciata al Senato romano con una falsa lettera di Traiano, scritta dalla stessa Plotina. Sesterzio con ritratto di Matidia al dritto e a figura intera al rovescio, nelle vesti della “Pietas” (source: Busso Peus 413, 2014, 314) A creare la falsa lettera di successione, assieme a Matidia e Plotina, era stato il prefetto al pretorio Publio Acilio Attiano, ex tutore di Adriano, che fu messo presto a tacere. Non sappiamo chi abbia ordinato la sua uccisione: forse il “buon” Adriano. Certo è che l’imperatore doveva tutto alle due donne. E non si rivelò un ingrato. Matidia poté assistere alla sua opera soltanto per due anni: dal 117 alla sua morte, nel 119. Adriano tenne una commossa orazione funebre, piena di elogi per le qualità delle suocera. E le fece subito costruire un tempio a Roma. Un caso unico. Che aspetto avesse l’edificio lo sappiamo da una moneta del 120. Dove fosse, l’abbiamo dedotto da una condotta d’acqua ritrovata in via del Seminario e che porta impresso il nome del tempio. Oggi non ne rimane quasi nulla. Bronzo provinciale per la Lidia del 112-119 con ritratto di Matidia (source: Gorny & Mosch 200, 2011, 2195) Nel recitare la “laudatio funebris”, il giorno del suo funerale (il 23 dicembre 119), Adriano parlò di una suocera “amatissima”, moglie “carissima”, “castissima” sia pure di “summa pulchritudo” (di grande bellezza), madre “indulgentissima” (del presunto “caratteraccio” di Sabina si spettegola da sempre), cognata “piissima”, che non fu mai di peso e molestia a nessuno (“nulli gravis, nemini tristis”). Ricordò che aveva sopportato con pazienza la lunga vedovanza anche dall’ultimo marito. Dell’elogio è rimasto un lungo brano inciso su pietra: forse era esposto nel foro di Tivoli. A parte gli spettacolari giochi gladiatori, Adriano ordinò che dopo la morte della suocera, già nominata Augusta dallo zio Traiano nel 107, fossero distribuite al popolo, come d’uso, sostanze aromatiche. Aureo del 115-117 coniato a Roma per Matidia durante il regno di Traiano (source: Ubs Gold & Numismatics 63, 2005, 323) E dunque perché Matidia? Perché nel periodo dei cosiddetti Cinque imperatori d’oro (Nerva, Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio), le donne hanno giocato un ruolo fondamentale. Per esempio, nel nuovo modo di intendere il potere dell’imperatore. E tra le donne più influenti, Salonia Matidia ha avuto un ruolo cruciale. Per eredità, per matrimoni, per le sue stesse azioni. Ma anche perché era ricchissima e seppe utilizzare i suoi soldi per numerose opere pubbliche. Quanto fosse importante lo si vide già quando, nel 117, fu attribuito a lei l’onore di deporre le ceneri di Traiano ai piedi della colonna che porta il suo nome, a Roma. Proclamata diva, ovvero divinizzata, dal genero Adriano dopo la morte, raccolse riti e tributi ovunque poiché le sue statue erano sparse in tutto l’Impero. Soprattutto tra Asia Minore e isole greche, dove aveva viaggiato e dove, oltre che un ritratto di marmo dall’aria severa, era apparsa anche come regnante in carne e ossa. Sarà un caso, ma fu proprio Adriano ad abolire la complicatissima e umiliante procedura legale che qualsiasi donna romana doveva seguire per fare testamento. Un falso d’autore: denario di Matidia e Plotina “opus” Becker (source: Gerhard Hirsch Nachfolger 272, 2011, 564)3 punti
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Vi posto il mio regalo di natale... Filippo III° mezzo ducato... datato 1609 Fasulo e Giuno maestri di zecca e di prova.. Saluti Eliodoro3 punti
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Nel libro: "E' falso il mio denario" il capitolo 19 parla di "grado di certezza sull'autenticità". Si dice: "Relativamente alla sua autenticità, una moneta presenta solo due possibili opzioni: o è autentica o è falsa. Non esistono gradi intermedi. Sebbene sembri un paradosso, non è la stessa cosa al momento dell’autenticazione. Mentre possiamo avere la certezza assoluta che una moneta sia falsa (per esempio essendo presenti durante la sua fabbricazione), non potremmo mai avere la totale sicurezza che un determinato esemplare sia autentico. In fin dei conti, per quanto attenti possiamo essere, può sempre succedere di essere ingannati da qualcuno più furbo di noi. Se vogliamo occuparci della numismatica antica mi pare giusto accettare quanto detto come una delle regole del gioco ed iniziare a parlare di probabilità al momento dell’autenticazione di una moneta." Personalmente ritengo non solo condivisibili, ma fondamentali queste parole. Inutile dire che a questo mondo c'è un'unica certezza ...3 punti
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Dovrebbe essere un trifollaro per Guglielmo II della zecca di Messina http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GUII/6 ciao Mario2 punti
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Condivido le impressioni di Adolfo... questo è il mio: sono monete difficili da trovare in conservazioni decenti... quì però direi che ci siamo più o meno...2 punti
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dovrebbe essere un quattrino per la terraferma di Venezia emesso per Francesco Foscari e P. Malipiero al d/ Croce patente ornata di perline- FRA.FOSCARI DUX R/ leone rampante a s - S. Marcus Veneti2 punti
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E' visitabile da studiosi per progetti specifici su appuntamento. Forse con qualche aggancio sarebbe possibile organizzare una visita per una associazione, è un ipotesi che varrebbe la pena approfondire. Mi pare che @acraf abbia avuto accesso al medagliere per alcuni suoi articoli ed abbia potuto studiare dal vivo alcune monete. Forse lui stesso puo' dire qualcosa di piu'.2 punti
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Che io sappia, il medagliere non è aperto al pubblico. Nel percorso di visita dei Musei Vaticani è presente una sezione numismatica, ma vi sono esposte solo monete dello Stato del Vaticano, cioè dal 1929. Potrebbe però darsi che il medagliere, quello vero, sia visitabile su appuntamento per gruppi di studiosi, che potrebbero chiedere di visionare una parte di monete e medaglie (certo, non tutte le 300.000). E' una possibilità che, secondo me, merita di essere approfondita. Presentandoci come forum o, come per le visite fatte in Banca d'Italia, a nome di qualche circolo numismatico, sarebbe forse possibile ottenere un appuntamento, a determinate condizioni (numero min/max di persone, tipologie di monete da visionare ben definite, ecc.). Chissà se c'è qualcuno nel forum che ha qualche aggancio all'interno del Vaticano, e può incominciare a sondare il terreno. petronius2 punti
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molto opinabile l'idea di abbonare tasse..comunque.. piccolo O.T..:Federico II re di Napoli, tra la fine del 1400 e l'inzio del 1500, fece lo stesso..ecco il carlino con cui fu celebrato l'evento: Al rovescio c'è il libro delle tasse in fiamme e la legenda RECEDANT VETERA, ossia sia "cancellato il passato" se non traduco male... Saluti Eliodoro2 punti
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non confondiamo gli errori o Varianti con le manipolazioni di qualche buon tempone che non hanno altro di meglio da fare. I venditori autorizzati (penso che intendi Periti e NIP) certificano se una moneta, a loro parere è autentica o meno,con errori o Varianti, e non ho mai visto periziata una moneta artefatta. Le monete artefatte non sono dei falsi, non confondiamoci.2 punti
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nessun nominativo raro tra queste crocette, tutti Teodosio II, Onorio e Arcadio, tutte zecche orientali2 punti
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Ciao @gionnysicily, grazie della pronta risposta. Provo ad esprimerti una mia perplessità, ma non sono cintura nera in questa disciplina, per cui potrei sbagliare. Mi chiedevo: come si spiega tecnicamente la modifica del conio nel dettaglio della coda del toro con il suo spostamento verso l'alto? Ovvero, immagino facilmente la possibilità di rendere più ampio o lungo un dettaglio dell'impronta di un conio, lavorando in negativo nel conio, perché immagino di potere solo togliere metallo dal conio, e non aggiungere. Ma come fa l'antico incisore a spostare un dettaglio? Mi verrebbe da dire che dovrebbe riempire la vecchia impronta della coda e scavarne una nuova, cosa che credo poco realistica. Ciao e grazie ES2 punti
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Ciao @frisax, 10 nummi... al Diritto Felix Ravenna,con busto turrito della città; al rovescio monogramma di Ravenna in corona, chiusa sotto con una X ( = 10 nummi), periodo 526-534 d.c. Complimenti, bella moneta... Saluti Eliodoro2 punti
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Ciao @Emilio Siculo, Che si tratti dello stesso conio, non ci sono dubbi. Il perché della coda , personalmente io me la spiego solo in un intervento sul conio in officina della zecca di Selinunte, successivo alla coniatura del tetra SNG ANS 700. Nel confronto tra i due tetra che hai postato ,sono evidenti i segni del cerchi (A) e del cerchio (B) che confermano che il tetra Triton e successivo al primo e pertanto sono stati ritoccati la foglia(più fresca) , la patera, la coda e qualche altro dettaglio sull'etnico. Saluti Govannii2 punti
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Salve a tutti, allego foto dell'ultimo pezzo aggiunto in collezione, chiedendo pareri ed esternazioni E' il primo scudo pontificio che prendo dopo tanto tempo... Ed è un piacere!!! Grazie a tutti!!1 punto
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Buonasera Marco, anche il tuo 10 Tornesi nella foto del profilo....non è da meno, è un 1839? Ti comprendo quando dici che ti piacciono I grossi pezzi in rame Napoletani..... Anche se alcuni anni sono comuni, trovarli in conservazioni SPL è molto difficile! Ciao e grazie.1 punto
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... mi era sfuggita: @Rocco68..possiedi questa moneta.... e non hai ancora fatto ricerche sui simboli dei coniatori ? ... uhmmmmm, qui puoi analizzare se la tua è censita o meno..... http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/261 punto
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Personalmente propendo anch'io per il 480, con la morte di Giulio Nepote, che era l'Augusto "legittimo", rispetto a Romolo Augustolo. Il dominio di Soissons è stato una realtà suggestiva e transitoria, ma il cui signore non rivendicò mai il titolo imperiale, che quindi possiamo considerare ormai archiviato per sempre con la fine di Giulio Nepote.1 punto
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Per completezza, posto l' intera immagine della moneta in discussione, inoltre posto il diritto di una moneta dello stesso conio, come si può notare dalla coda e dalla patera il conio esiste, nella moneta da me postata si nota bene la stessa curvatura della coda anche se c'è un angolo di esposizione diversa come fatto rilevare da skuby che ne può alterare minimamente la visione,inoltre c'è anche uno scivolamento di conio, che nell'altra non c'è, nella parte superiore del toro che coinvolge anche la coda facendola apparire più grossa della reale incisione. Ho postato anche un immagine in negativo della moneta della discussione per far notare i chiaroscuri,nelle gambe e nel toro le parti chiare sono metallo quindi la grandezza reale dell' incisione inizia dal bianco,l'angolatura di esposizione purtroppo ha sfalsato la visione facendole apparire rachitiche ma in effetti non lo sono e sono identiche a quelle della moneta da me postata.1 punto
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La data canonica della fine militare ed amministrativa dell' Impero Romano d' Occidente e' quella del 476 , perché in questa data furono inviate a Zenone regnante a Costantinopoli nella parte orientale dell' Impero ed unico rappresentante ufficiale e legittimo dell' Impero Romano , le insegne imperiali dell' Impero Occidentale , fatto materiale e morale che ne decreto' ufficialmente la fine .1 punto
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Eheh Adolfo, visto che sorpresa ti aspettava qui sul forum?! Hai visto un esemplare in una collezione privata? Fortunato... io purtroppo posso solo basarmi, per quanto concerne Guelfo, sui "soliti" giudizi da foto. Amen... Mi rincuora il fatto che non sono l'unico ad ipotizzare un cambio di maestranze, l'ipotesi è ardita fin che si vuole, però se si guarda anche senza occhi esperti le varie differenze elencate balzano subito agli occhi. Sul fiorino sei d'accordo con la mia datazione (1363 o giù di lì)? Poi ci sarebbe il discorso sulla moneta in mistura... Un caro saluto, adesso dovrai riabituarti alla nostra italica sobrietà auguri!1 punto
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@margheludo Ciao. Premetto che non sono un grande esperto di Arezzo . In effetti i dati ponderali sono leggermente in eccesso per gli estremi del tipo. Tuttavia, trattandosi di mistura i margini di tolleranza sono abbastanza ampi. Escluderei (non ne vedo il senso...) l'utilizzo di un tondello precedente di molti anni. Almeno, personalmente non sono a conoscenza di tale utilizzo. Comunque a mio parere, hai fatto un buon acquisto. La moneta è rara di suo e in più ha la ribattitura e un modulo intrigante che la rendono ancora più interessante. Bella moneta saluti a tutti1 punto
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Sì è la madonnina con la "D" rovesciata in DEI, esemplare ben conservato ma all'apparenza spatinato... sarebbe un bel peccato ! Comunque, penso che in asta potrebbe fara anche 250-300 euro se incontrasse un appassionato che ricerca questa rara variante. Ciao, RCAMIL.1 punto
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A primo occhio sembra che le lettere del fronte abbiamo un diverso stile del retro,come se il davanti fosse ufficiale e retro barbarico.1 punto
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Secondo me il peso è consono all'usura della moneta. Io propendo per la bontà della moneta. Buona giornata.1 punto
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Senza entrare nel merito degli esemplari presenti nell'asta da te citata ripeto che per me se c'è usura la moneta non può esser FDC, questione diversa se l'appiattimento di alcuni rilievi è dovuto a problemi del conio ma lì lo capisci subito guardando il lustro [emoji6].1 punto
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Prima di poter dare una esaustiva risposta, servirebbero foto di altri esemplari della stessa coppia di conii. In effetti è un pò sospetto l'esemplare di Triton, anche se le luci possono dare strani effetti. Sinceramente mi danno una sgradevole impressione anche le due gambe del dio fluviale, che sembrano perdere molta della loro plasticità (specialmente la gamba a destra di chi guarda, con un polpaccio "rachitico"...)...1 punto
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altro esemplare: http://www.ebay.com/itm/APAMEIA-in-PHRYGIA-133BC-Athena-Eagle-Dioscuri-Caps-Ancient-Greek-Coin-i44932-/3512426395361 punto
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8.77g, 23.9mm L'immagine proviene da qui: https://www.cointalk.com/threads/the-kibotoi-of-apameia.267205/page-21 punto
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@rocco68 ... qui si nota la forma arrotondata sotto la testa di Ferd. IV ... ma su altri esemplari non è così; quello che non mi spiego ... è come mai il Perger non avrebbe dovuto siglare questo Grano e quello del 90. Altro particolare, non meno importante, è :....perchè mai avrebbero dovuto inserire dopo questo "punto" l'altro punto più piccolo, che lo si trova sempre dopo la lettera P degli altri esemplari.1 punto
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Si...grazie @giarea....era questa e collegata anche quella dell'utente " toto " .1 punto
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@papalcoins hai detto una sacrosanta verità! Conflitto di interessi ed etica!! Ma sembra che qui in Italia a nessuno interessa questa faccenda, per primi ai collezionisti, che invece dovrebbero richiedere un giudizio di un Perito indipendente . Io sono diventato Perito Numismatico (non commercio monete) presso la CCIAA di Roma a Settembre, ma non credo che avrò molto lavoro, proprio perché i collezionisti preferiscono il giudizio di un Commerciante-Perito! Per tornare al nostro amico @Max68Busca , sono contento che sia soddisfatto del suo acquisto, ma forse non ha fatto caso alla differenza di valutazione della sua moneta tra uno Spl ed un Fdc, solo 1 a 10; perché alla fine dei giochi Grading giusto vuol dire prezzo giusto! Buona serata a tutti!1 punto
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RIC 1248[pius] Marcus Aurelius. Sestertius. 26.06g; 34mm. Rome. AD 145. AVRELIVS CAESAR AVG PII F, bare head right / TR POT COS II S-C, Minerva standing right, holding spear and resting hand on shield. RIC 1248 (struck under Ant. Pius); Cohen 596; Sear5 4811. Dovrebbe essere questo ma il diametro è decisamente maggiore rispetto al tuo. Foto di qualità migliore e, magari, anche di taglio. Ciao! TWF1 punto
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@fabgeo... sei sicuro? non potrebbe essere biglione, che sai bene essere lega molto povera di argento ?1 punto
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Ciao @anto R, ti ringrazio per la citazione Ora sono fuori casa e non posso dare chissà quale contributo. Mi ritrovo però sul cellulare delle foto di un mio esemplare di Gigliato e quindi inizio a postare degli ingrandimenti delle due protomi di leoni presenti al D/. Questa sera, dopo una più attenta lettura della discussione, proverò a dare un contributo maggiore Gaetano1 punto
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Salve, Proseguo nella mia scoperta della monetazione etrusca. Purtroppo non riesco a reperire questo testo: HACKENS-MARCHETTI 1987: HACKENS Tony - MARCHETTI Patrick. Histoire économique de l'antiquité: bilans et contributions de savants belges présentés dans une réunion interuniversitaire á Anvers/Antwerpen, Universitaire Fakulteiten Sint-Ignatius. Parigi, 1987. Ho letto che all'interno di questo testo ci sono importanti spunti di datazione relativi alle emissioni anche di Volterra; sapreste spiegarmi su che parametri si basano queste datazioni? Perchè ho visto che ci sono dissonanze importanti: Crawford le ritiene databili alla prima guerra punica, mentre altri (tra cui loro) alla riduzione semilibrale romana, e dunque allo scoppio della seconda guerra punica. grazie in anticipo, Magdi1 punto
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A vedere questi esemplari ci si rende conto di quanto hanno circolato questi spiccioli in rame, e i fortunosi ritrovamenti testimoniano il loro pervasivo utilizzo. All'epoca con questa monetina ci si poteva acquistare un paio d'etti di pere o di ciliegie. Erano davvero "i soldi" del tempo, quelli che si tenevano in saccoccia per le spese di ogni giorno. Pensa che "appena nata" si presentava grossomodo così: Questa invece non ha messo piede nemmeno fuori dall'"incubatrice"! Onore pertanto ad una monetina tanto "vissuta" e che ha molto da raccontarci, indipendentemente dall'apprezzamento commerciale. :drinks:1 punto
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Dopo qualche rame della Somalia Italiana sono ritornato a dedicarmi all' argento Questo e' il nuovo esemplare di una rupia del 1912 che spero di ricevere in settimana , ecco intanto le immagini fornite dal venditore Mi e' piaciuta in particolare la sua patina e naturalmente la sua conservazione1 punto
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