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  1. Caio Ottavio

    Caio Ottavio

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/26/16 in tutte le aree

  1. Quest'oggi non festeggiamo solamente Santo Stefano ..... 10 anni fa infatti nasceva, grazie all'iniziativa di tre giovani numismatici e anche al forum stesso, il Circolo dei Giovani Numismatici la prima e ,ad oggi, unica associazione dedicata alla divulgazione della numismatica fra i giovani. Molto è stato fatto durante questi dieci anni: l'istituzione del premio LINFA GIOVANE e la pubblicazione della rivista IL TONDELLO fra tutte ma, molte altre sono state le iniziative degne di lode che hanno coinvolto il CGN. A quei 3 soci iniziali altri 59 se ne sono aggiunti .... un numero senza dubbio importante e che dimostra ancora una volta di come l'idea di quei tre giovani ragazzi sia stata vincente e di cui quest'oggi festeggiamo il decennale nella speranza che questo non sia un punto di arrivo ma di partenza .... Tanti Auguri CGN http://cgnnumismatica.weebly.com/
    3 punti
  2. da "Le Tessere veneziane dell'olio" G. Majer
    3 punti
  3. Segnalo l'uscita del n. 324 di Panorama Numismatico Indice: Curiosità numismatiche – Pag. 3 Pasquale Attianese, Un altro diadema d’oro a Capo Colonna? – Pag. 7 Roberto Diegi, La Riforma monetaria di Caracalla, una seconda riforma che lasciò il segno – Pag. 13 Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Incisori di conii monetari nella Bologna del XIX secolo. Tommaso Mercandetti e Nicola Busi: a scuola con il maestro – Pag. 19 Simonluca Perfetto, Documenti per servire alla storia dell’ufficio di guardaprova nella zecca di Napoli – Pag. 33 Fabio Robotti, Le medaglie di San Giovanni Paolo II in ricordo dei concili ecumenici – Pag. 39 Stefano Poddi, Pietro Augusto Adami, un uomo coerente – Pag. 47 Emissioni numismatiche 2016 – Pag. 55 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 58 Numismatica 2017 – Pag. 61 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 63
    2 punti
  4. Cosa mi dite dell'"orecchino" di Ferdinando IV, che si intravede sotto il lobo del suo orecchio?
    2 punti
  5. Ciao amici, questa l'ho ottenuta come "resto" in una transazione tanti anni fa. Mi aiutate con l'identificazione? Grazie a tutti
    2 punti
  6. taglio 2 euro cc paese malta anno 2012 tiratura 455.000 condizioni bb+ città trieste note news!!!!!
    2 punti
  7. Salve @Rocco68, secondo me si tratta di centration dimple, un globetto che serviva in zecca all'incisore per regolarsi con gli spazi e le distanze delle legende rispetto al centro della moneta (che era occupato dal punzone del ritratto). Insomma, aveva uno scopo pratico, potremmo dire per "prendere le misure" giuste. Comunque questa moneta è davvero in uno stato di conservazione notevole! Qualche esubero di metallo al D/, ma i rilievi sembrano freschi e netti.
    2 punti
  8. Grazie Matteo per aver ricordato anche qui sul forum questa ricorrenza importante! Il CGN continua a crescere, proprio di questi ultimi giorni sono le ultime due iscrizioni (delle quali una dalla Spagna)... tutto quello che abbiamo costruito e che continueremo a costruire insieme è e sarà molto bello per tutta la numismatica! http://cgnnumismatica.weebly.com/decennale.html Un caro saluto a tutti i soci. Magdi Ricordo anche ai soci che ci leggono qui sul forum che per festeggiare questo importante traguardo, insieme al Consiglio Direttivo, abbiamo deciso di inviare gratuitamente a tutti i soci che ne faranno richiesta il 2° numero de "Il Tondello"... basta una mail a [email protected]
    2 punti
  9. Salve Nic, purtroppo la Fraternita dei Laici che pubblica ogni anno gli annali deve avere avuto qualche ritardo... la rivista non è ancora uscita (mi hanno mandato l'ultima bozza delle correzioni meno di un mese fa... appena esce di solito metto subito l'articolo su academia.edu... mi ricorderò di mettere qui il link...
    2 punti
  10. Ciao. Volevo segnalare la ridicola (non mi viene altro aggettivo) situazione relativa ad un acquisto di monete effettuato presso l'IPZS. - Il 24.9.2016 acquisto online sul loro sito alcune monete che la Zecca ha coniato proprio a settembre; nel modulo d'ordine è riportato che la consegna è prevista tra le 6 e le 8 settimane; - Il 26.9.2016 pago l'ordine con c.c.p. e trasmetto la ricevuta di pagamento all'IPZS; - il 10.10.2016 mi arriva la fattura (datata 6.10.2016); - non ricevendo nulla, lunedì 12.12.2016 chiamo il call center il cui operatore, controllati i dati dell'ordine, mi comunica che la spedizione mi verrà consegnata "in settimana" (sic!), essendo stata consegnata allo spedizioniere di Arezzo (mi pare abbia detto che fosse la Securpol) proprio qualche giorno prima. Chiedo se è possibile avere un numero di traking, per poter seguire online la spedizione e per non dover rompere le scatole al call center per un'informazione che reputo monitorabile da casa , ma la risposta è che non c'è numero di traking ma solo il riferimento (interno) del momento in cui l'IPZS affida la spedizione a Corriere; - chiaramente la settimana è trascorsa senza che la merce sia arrivata e poco fa ho riprovato a sentire il call center; mi risponde un'operarice la quale mi conferma l'affidamento allo spedizioniere del mio ordine, ma aggiunge subito che per non ben precisati motivi (mi parla di possibili problemi di personale) il corriere di Arezzo ha bloccato le spedizioni, che riprenderanno non prima di metà gennaio 2017. Sulle mie lamentele circa il tempo trascorso dall'ordine, l'inaffidabilità delle tempistiche di consegna da loro stessi indicate e, in ultimo, del loro Corriere, mi risponde che ho ragione ma che "purtroppo" (tipico avverbio italiano da usare in questi frangenti) questa è la situazione. In chiusura di telefonata, forse per rabbonirmi, aggiunge che però, "se è fortunato, magari il suo pacco potrebbe essere anche partito da Arezzo e quindi potrebbe anche riceverlo prima della fine dell'anno". Rassicurato da tanta chiarezza e competenza, saluto e chiudo la telefonata. Ora, mi chiedo: è pur vero che stiamo parlando di beni voluttuari come le monete e non di farmaci salvavita; ma è mai possibile che nel 2016, dove in tre giorni ti arriva dagli Stati Uniti una spedizione; dove anche l'ultimo dei seller di eBay, quando gli compri foss'anche un paio di ciabatte, ti manda via mail il codice della spedizione per poterla monitorare; quando gli acquisti online di monete sui siti di zecche come quella inglese, francese e persino finlandese ti arrivano a casa in un paio di settimane, il nostro beneamato IPZS, dopo tre mesi dal perfezionamento dell'acquisto (e dal pagamento) non solo non ti ha ancora fatto recapitare il pacco ma non ti sa neppure dire quando te lo recapiterà? Ma come fa 'sta gente a stare sul mercato? Beati loro. Saluti. Michele
    2 punti
  11. Bravissimo, @Caio Ottavio ottimo riassunto di certo utile a chi legge. Mi permetto di aggiungere qualche nota in parte personale… Scrivi: “Nel mondo bizantino di quel tempo, i nummi, al contrario, avevano una legenda chiara e uno stile piuttosto curato nelle forme generali di lettere e ritratti” In questo sento di poterti correggere, infatti un grande numero di nummi del periodo è anepigrafe, e restando nel mondo bizantino ti cito: 1 – il nummo a monogramma di Anastasio, anche quello di Costantinopoli, esiste anepigrafe ed è di fatto meno raro di quello con legenda 2 – per Giustiniano, proprio a Cartagine, abbiamo anepigrafi (o in alcuni casi con legende a tratti o parziali): Il 2 nummi con la B Il nummo con A Il nummo con la protome equina Il nummo con cristogramma MIBe 206b Lo staurogramma con alfa e omega Etc Il nummo con la A è poi l’esempio più significativo di questo “problema”… posto che la moneta esiste certamente con una legenda pienamente riferibile a Giustino, almeno per Tessalonica, questo nummetto è stato con buona probabilità coniato anche da Giustiniano, e inoltre esiste nella maggior parte dei casi con legende parziali, a globetti, trattini etc…. Quindi l’equazione bizantina sta a nummo con legenda come vandalo sta a nummo senza (scusa la semplificazione) non regge…. Anche perché in effetti la cosa è certamente riduttiva. L’area africana, e l’area mediorientale erano anche molto prolifiche dal punto di vista delle imitazioni. Per il nummo del palmizio, che tra l’altro si trova nella fascia sud est del mediterraneo in modo copioso, la Bijovsky scrive anche nel “Gold Coin and Small Change: Monetary Circulation in Fifth-Seventh Century Byzantine Palestine”. Qua ne cita 229 e dice: 1 –nessuna delle monete da me esaminata riporta alcuna iscrizione 2 – molte suggeriscono una produzione anonima locale 3 – le monete sono assenti dai ripostigli che contengono solo monete pre-giustinianee Forse, conclude, si tratta di una serie anonima a complemento della massa circolante al periodo di Giustiniano…. Queste affermazioni mi trovano assai concorde In generale ci sono nummi con il palmizio con chiaro stile Cartaginese, e molti altri il cui stile e standard ponderale paiono imitativi. Per quanto di norma sia concorde con Asolati, in questo specifico caso faccio fatica a inserire questa moneta nella monetazione di Geilamir, il cui nummo con il monogramma ad esempio, ha sempre una legenda al dritto perfettamente incisa. E giusto per paragonare dati comparabili, i dati dei ritrovamenti della Bijovsky in Palestina dicono: vandali 12 nummi a monogramma di Geilamir 40 nummi di Ilderico 10 trasamundo Giustiniano (A esclusa) 250 circa tra tutte le tipologie poi 229 nummi del palmizio 114 nummi con la A 57 nummi con il chi rho…forse tutti di Giustiniano…forse no J Questo già ci dovrebbe almeno mettere dei dubbi…. Parlo dell’abbondanza relativa e assoluta per questo territorio…la Palestina, così decentrata dall’ambito di circolazione occidentale (tipicamente fino alla fine del V secolo fatto da Africa, Italia e Dalmazia) Vabbé scusate se vi ho riempiti di dubbi e non di soluzioni J Buona giornata
    2 punti
  12. Salve @Rocco68, cerco di rispondere alla tua domanda. Maestro di Zecca a Napoli nel 1794 era Antonio Planelli che ricoprì questo incarico dal 26 luglio 1790 al 13 marzo 1803. Egli era originario di Bitonto (Bari) dove nacque il 17 giugno 1747. Era figlio di Giovan Battista Planelli e di Livia Sylos. Fu nominato Maestro di Zecca da Ferdinando IV in quanto diede ampia prova delle sue grandi abilità metallurgiche. Morì poi a Napoli il 13 marzo del 1803, cessando anche di ricoprire, per tal motivo, l'incarico in Zecca. Il Maestro di Prova fu invece Raffaele Mannara, in carica dal 1790 fino al 1802. Fino a questo anno si conoscono monete che presentano anche la sigla del Maestro di Prova, poi, dal 1802 al 1805, sulle monete comparve solo la sigla del Maestro di Zecca, la quale scomparve anch'essa dopo il 1805 (con Luigi Diodati, ultimo Maestro di Zecca a siglare le monete a Napoli con le proprie iniziali). Incisore dei conii fu invece Domenico Perger, in carica dal 1786 al 1804. Siglava le monete con la lettera P, iniziale del suo cognome, oppure con DP, iniziali rispettivamente del nome e del cognome. Figlio e successore del celebre Bernardo Perger, che fu a sua volta incisore per il periodo che va dal 1768 al 1786, già lavorava in Zecca quando costui era in vita esercitando il mestiere di incisore. Sostituì il padre Bernardo alla sua morte, registratasi il 5 ottobre del 1786. Infatti, le prime monete a recare le sigle DP sono datate 1786. Dopo il 1804 non si conoscono più monete con la sua sigla.
    2 punti
  13. Confermo, è una tessera dell'olio. Le iniziali "P.T.V." significano "Provveditori Terneria Vecchia", la magistratura che sovrintendeva alla distribuzione dell'olio. Certamente tessera non comune in questo formato. Il periodo di uso va dalla fine 500 alla prima metà del 600. D/ Leone di S. Marco stante verso sinistra; sotto "Provveditori Terneria Vecchia", iniziali puntate, agli angoli una stella. R/ I quale simbolo di libbra tra 2 triscele racchiusa in un cerchio; sopra/sotto 2 rosette, così pure ai vertici; variante rispetto a quelle a me note. Saluti...Luciano
    2 punti
  14. Ti mostro il mio sistema di catalogazione. Il numero esponenziale vicino alla descrizione della banconota è il numero identificativo, dove in un file excel raccolgo tutte le informazioni più riservate
    2 punti
  15. Taglio: 2 cent Nazione: Slovacchia Anno: 2016 Tiratura: 17.000.000 Condizioni: BB Città: Milano Note: NEWS!!! Taglio: 5 cent Nazione: San Marino Anno: 2006 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: BB+ Città: Milano
    2 punti
  16. Salve @Philippus IX, il 1674 non mi sembra sia l'ultimo millesimo coniato a Messina. La zecca locale coniò monete a nome di Carlo II almeno fino al 1679. Le ragioni dello spostamento della zecca da Messina a Palermo sono soprattutto storiche. Tra il 1646 ed il 1656 si erano verificate nell'Italia meridionale e a Messina delle carestie che si acuirono fino a portare alla diffusione di malattie e misero in ginocchio molte città del Vicereame. Le condizioni di vita dei messinesi erano davvero dure in questo periodo e il loro risentimento verso il malgoverno spagnolo si espresse con due rivolte, entrambe conclusesi con un nulla di fatto, nel 1647 e nel 1648. Nel 1671 fu creato Strategoto di Messina Luis dell'Hojo, che, purtroppo, non seppe gestire la difficile crisi che stava attraversando la città: egli, con una incauta politica di sfiducia e di sospetto, mise gli uni contro gli altri i diversi ceti sociali di Messina. Da un lato si schierarono i popolani, la cosiddetta fazione dei Merli, che vedevano nei privilegi di cui godevano i nobili (che si erano uniti in un partito conosciuto con il nome dei Malvizzi) la vera causa di decadenza della città ed il peggioramento della loro condizione di vita (ricordiamo che i nobili non erano interessati al buon governo della città, ma si preoccupavano di tenere in piedi i loro antichi privilegi personali). In una situazione così tesa che poteva degenerare da un momento all'altro, Luis dell'Hojo si schierò a favore del popolo, pensando in questo modo di mettersi al sicuro, appoggiando la fazione più numerosa che rappresentava il pericolo più immediato. La politica del dell'Hojo fu altalenante, cercando sempre di stare dalla parte della fazione che si presentava in vantaggio sull'avversaria. Per questa sua mancanza di tatto, egli fu destituito e al suo posto venne nominato Strategoto messinese il napoletano Marchese di Crispano. Era l'anno 1674 e l'insurrezione popolare contro il malgoverno spagnolo appoggiato dai nobili locali era già scoppiata. Messina, pur essendo forse la più importante zecca dell'isola, non era sede vicereale, mentre Palermo, al contrario, lo era da tempo. Proprio da Palermo, il Viceré don Francesco Bazan y Benavides, marchese di Baiona, si mosse per sedare la rivolta, portando con sé non solo i soldati, ma anche un buon carico di frumento per cercare di contrastare la carestia che stava mettendo a dura prova i cittadini, soprattutto i più poveri, di Messina. L'intervento del Viceré però non sortì l'effetto sperato e gli animi non si placarono affatto: i ribelli continuavano a prendere d'assalto i beni e le tenute dei nobili cercando di creare più danni possibile per rivalersi di quelli che consideravano i nemici di turno, alla base delle loro sofferenze. Anzi, gli Spagnoli si trovarono le porte della città sbarrate e lo Strategoto rinchiuso nel suo palazzo, impotente di fronte alla furia distruttrice della popolazione indignata. Il risultato fu che Messina si proclamò indipendente dalla Spagna, ma, troppo debole per reggersi come uno Stato autonomo sulla falsariga delle antiche Repubbliche Marinare (ricordiamo l'importanza strategica e commerciale del porto di Messina), chiese aiuto al re di Francia, Luigi XIV, all'epoca in guerra con la Spagna. La Francia colse al volo l'opportunità ed inviò sue truppe a sostenere i Messinesi contro la Spagna che, intanto, aveva assediato la città. Gli assalti spagnoli, però, furono respinti grazie all'intervento militare francese, iniziato nel febbraio del 1675. Le truppe francesi erano al comando del duca di Vivonne, fratello della favorita di Luigi XIV, Madame de Montespan, il quale venne ben presto nominato Viceré di Sicilia, facendo il suo ingresso trionfale a Messina nell'aprile di quello stesso anno, in aperto contrasto con il Viceré legittimo nominato dal governo spagnolo. Il Vivonne, però, non si dimostrò migliore degli Spagnoli, anzi, il suo dominio fu anche peggiore sotto molti punti di vista. I Francesi non fecero nulla per placare la carestia persistente e per aiutare la popolazione in difficoltà. Al contrario, perpetrarono angherie e soprusi che portarono Messina a ribellarsi anche ai suoi alleati. Se dal 1675 al 1677 la fazione francese aveva esteso il proprio controllo su buona parte del circondario di Messina ed oltre, nel 1678 scoppiò la rivolta antifrancese annullando tutti i vantaggi militari conquistati negli anni precedenti dalle truppe del Vivonne. La Francia, intanto, doveva tenere a bada anche le difficili relazioni con l'Inghilterra e l'intromissione di quest'ultima potenza nel conflitto con la Spagna rischiava di isolare la Francia e di portarla gradualmente alla sconfitta. Così, Luigi XIV e Carlo II firmarono un trattato di pace a Nimega nel 1678 ed i Francesi abbandonarono definitivamente Messina e tutti i territori occupati durante la guerra, secondo quanto stabilito dal recente trattato. Subito gli Spagnoli passarono all'offensiva e ripreso il pieno controllo della città, anche militarmente. Per punirla dell'insurrezione, il Viceré Francesco Benavides, conte di Santo Stefano, le tolse ogni privilegio civico, compreso quello di battere monta. Già prima di questa data, però, avendo gli Spagnoli perso la zecca di Messina, provvidero a coniare monete a Palermo per il fabbisogno dell'isola: con un decreto dell'11 febbraio 1676, infatti, il Viceré Federico di Toledo e Osorio, marchese di Villafranca, dichiarava decaduta la zecca di Messina e ne stabiliva la definitiva sede a Palermo, già centro del potere vicereale. I suoi successori, compreso il conte di Santo Stefano, non ebbero alcun interesse nel riaprire la zecca di Messina dopo l'infedeltà dimostrata dalla città, ormai privata dei suoi antichi privilegi. Si crede che, dopo i fatti del 1674-78, fu impiantata una zecca temporanea nel vicino centro di Fiumedinisi in sostituzione di quella messinese, prima del suo definitivo trasferimento a Palermo. La scelta cadde sulla piccola cittadina a causa della sua importanza geologica e delle sue miniere, particolarmente attive in questo periodo. Sembra comunque che la produzione monetale della zecca di Fiumedinisi ricoprì una fase di transizione prima del definitivo trasferimento a Palermo. Pur non essendo particolarmente esperto di monetazione siciliana, spero comunque di aver esaudito le tue richieste.
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  17. Apollonia mi ha chiesto le novità sulla Teriaca. Eccola. Ero sempre stato scettico sulla effettiva esistenza di tessere in piombo per la Teriaca. Consideravo quella a suo tempo illustrata un tappo ritagliato. Tra gli UFO della mia collezioncina, dopo attenta lettura, ho trovato quella che si è rivelata essere una tessera con l'iscrizione dedicata alla teriaca Fina. Il dischetto è molto compromesso ma la lettura è certa. E' in piombo, diam.mm. 22,6, peso gr. 7,97. Allegherò poi immagine con studio della legenda. Pozleo
    1 punto
  18. Già, sembra quasi che l'inflazione sia piovuta dal cielo e non a causa di una sequenza ben precisa: 1. aumento dei prezzi da parte dei piccoli commercianti, in grado di modificarli a tempo zero 2. aumento dei prezzi da parte delle grandi catene di distribuzione che necessitavano di temi più lunghi 3. società finanziarie sorte come funghiì, di fronte alla grande opportunità di avere denaro ai costi più bassi di sempre 4. corsa ad acquistare a rate (sfruttando un tasso di interesse così basso) molto al di sopra delle proprie possibilità reali (in termini di capitale, non di interessi) 5. incapacità delle banche e delle grandi aziende di sfruttare l'opportunità concessa (con la virtuosa eccezione dei mutui ipotecari e conseguente incremento vertiginoso dei proprietari di case) Insomma, sembra che consumatori e piccoli commercianti non abbiano alcuna responsabilità, mentre è proprio da lì che si dovrebbe iniziare...
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  19. Attenzione che le monete metalliche vengono coniate e sono di proprietà del Ministero dell'Economia che deve sostenere il costo di produzione ed incassa la differenza fra valore nominale e costo stesso (questo è il signoraggio delle monete metalliche). Le banconote, invece, sono emesse dalla Banca Centrale Europea per le quali le banche centrali nazionali fungono come una sorta di filiali e la "proprietà" della BCE non è in mano ad azionisti privati, ma soprattutto è il suo controllo a non essere in mano ai privati. Il signoraggio sulle banconote è legato agli interessi percepiti sui titoli di stato acquistati sul mercato e, per questo motivo, le banconote sono messe a passivo di bilancio. Ho semplificato non poco; non me ne vogliate.
    1 punto
  20. prova a compararla con questa EGYPT, Alexandria. Galba. 68-69 AD. Billon Tetradrachm (26mm, 9.98 gm). Dated year 1=68 AD. Laureate head right / Eleutheria standing left, holding wreath and sceptre. Emmett 172(1); Milne 308. VF, a little rough as typical.
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  21. 1777 Medaglia premio della Societa' patriottica di Milano per L'Agricoltura La Società Patriottica costituita per favorire lo sviluppo dell'Agricoltura, della manifattura e delle arti. Nello Statuto i soci sedenti dovevano essere 36 un Magistrato Camerale e professori di Botanica e di Chimica, i Soci dovevano conoscere bene la Teoria e soprattutto la pratica dell'Agricoltura, essere Nazionali e stabiliti in Lombardia, (ad eccezione di forestieri particolarmente celebri). Lo statuto ricorda anche... i Professori (terranno) ... qualche discorso... dettato più dall'utilità e dai risultati fatti; che dall'idea di far pompa di talento e di erudizione. D/ M . THERESIA AVGVSTA, busto a destra con velo vedovile, sotto in piccolo KRAFFT F. R/ AGRICVLTVRAE ET ARTIUM INCREMENTO, nel campo l'Agricoltura e il Commercio sostengono una corona di alloro; ai piedi dell'Agricoltura strumenti e prodotti agricoli, in esergo SOCIETAS INSTITVTA MEDIOL. / MDCCLXXVII Bronzo, mm. 50
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  22. Grazie King John,mi fa piacere ti sia piaciuta...la prima che hai postato mi pare della stessa tipologia della mia
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  23. Un saluto a tutti voi, come gia' scritto da @fedafa anche io considero I falsi d'epoca come documenti storici, Vorrei dare a questa discussione il mio contributo, postando le immagini degli esemplari presenti nella mia raccolta del regno di Napoli e delle due Sicilie. Di seguito la descrizione dei pezzi: Moneta-Anno-metallo-peso-contorno e segni particolari, dove manca il riferimento al peso.......bilancina rotta! Ferdinando IV: Piastra 1786, lega in ottone, peso 24,88gr, contorno a treccia. Piastra 1790, metallo bianco, peso 22,87gr. Piastra 1798, metallo bianco, peso 26,08gr, stile rozzo del conio, ....SICIL ET IER Piastra 1798, lega in ottone, peso22,55gr, contorno a treccia. 60 grana 1798, lega in ottone, peso 12,85 gr, bordo rigato. Ferdinando II. Piastra 1856, metallo bianco, peso 21,46gr bordo inciso e daggio di metallo sul bordo. Piastra 1856, lega in ottone, peso 20,81 gr, contorno inciso. Piastra 1858, lega in ottone, peso 21,78 gr, contorno inciso. Piastra 1858, lega in ottone, peso - contorno inciso. 60 Grana 1858, lega in ottone, peso -, bordo inciso. 20 Grana 1846, metallo bianco, peso 3,26 gr, bordo rigato, sfogliature di metallo. 20 Grana 1854, metallo bianco, peso 3,37 gr, bordo rigato, sfogliature di metallo. 20 Grana 1855, lega in ottone, peso 3,26gr, bordo rigato. 10 Tornesi 1832, peso-bordo liscio. 10 Tornesi 1832, peso 27,68 gr, bordo liscio, ritoccata al bulino. Di seguito le foto.
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  24. Ciao @fabgeo, figurati, nessun disturbo. Io di solito, in linea di massima, adopero come punto di riferimento il catalogo dello Svoronos per le attribuzioni. So che è un testo abbastanza datato ed alcuni contenuti sono da rivedere, ma per le attribuzioni funziona ancora bene. Ad esempio, il piccolo incavo che vedi al centro del tondello, sia del D/ che del R/ è presente sui bronzi alessandrini solo a partire dal regno di Tolomeo II. Poi ci sono le legende: in alcuni casi il nome del sovrano è accompagnato da un epiteto che lo distingue, etc. Non uso una regola fissa, ma un insieme di più fattori, in primis l'affidamento ai testi di settore.
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  25. Buongiorno a tutti, oggi vi faccio notare nei pezzi da 5 Tornesi di Ferdinando II, questa varieta' riguardante il millesimo 1851 che presenta sotto la testa del Re, la stella a sei punte al posto della comune stella a cinque punte, Non viene riportata nel Pagani e neppure sul D'Incerti ( molto attento a descrivere punti e segni sulle monete). La moneta presenta anche la data "stretta" rispetto agli esemplari dello stesso anno. 5 Tornesi 1851, peso 14,56 grammi, bordo con rigatura centrale.
    1 punto
  26. Buon giorno, e tanti auguri a tutti, col vostro aiuto volevo fare un cartellino più dettagliato di questo doppio bianco, so che la leggenda non è tutta leggibile... ma per come l`ho interpretata io, mi sembra la zecca di Cornavin : correggetemi se ho sbagliato, grazie a tutti per le risposte.
    1 punto
  27. Ciao e buon Santo Stefano! moneta ben classificata, doppio bianco di Ludovico, MIR 161d, Simonetti 7/3 stessa moneta la trovi a catalogo con l'immagine mia e di Luca http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-LUDO/21 finale in legenda del diritto PR ancora auguri di buone feste!
    1 punto
  28. Buongiorno e buone feste a tutti! Scrivo qui per avere news sulla pubblicazione dell'articolo di Magdi sugli annali aretini riguardo alla zecca di Arezzo.
    1 punto
  29. La moneta è originale, e anche molto rara. Al rovescio non mi sembra di leggere la solita scritta "EQUITAS REGNI" , ma qualcosa di diverso. Esistono esemplari con scritte al rovescio tipo "EQVITAS REGNI SICILIE" o "FERNANDVS" o "REX REGNI EQVITAS" o "EQVITAS REX REGNI" o "REX SICILIE IERVSAVN" o "REX REGNI SICI EQVITAS" e forse ancora altre. Peccato che la scritta del rovescio non si legge bene. Si poteva vedere se era una di quelle di cui sopra o qualcosa di diverso.
    1 punto
  30. a proposito... https://www.academia.edu/13085255/Tesoretto_monetario_del_V-VI_secolo_ritrovato_a_Tiro_Libano_
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  31. letti i vostri interessanti interventi...in generale, trovo particolarmente fondata la tesi secondo cui la coniazione dsarebbe stata decisa da Belisario...il richiamo alla ritrovata indipendenza con la coniazione del palmizio mi sembra molto suggestiva.. Saluti Eliodoro
    1 punto
  32. Zecca di Cagliari, cagliarese con data, Carlo II di Spagna (1665 -1700), M.I.R.92, (data non leggibile?) è stato prodotto negli anni,1668, 69,70,72,88,91,95.- Ciao Borgho
    1 punto
  33. Un servizio vergognoso. Bisognerebbe pagare alla consegna. Anticipare i soldi a questi scalcinati per cosa? E' dalle piccole cose che si comprende come funziona un paese.... Ci sono aziende che con il Drone consegnano pacchi dopo 25 Minuti dal pagamento. Questi sono ancora all'età della pietra e si dovrebbero solamente vergognare. Gli antichi Romani 2000 anni fa facevano arrivare documenti importanti in tutti gli angoli dell'impero in minor tempo. Saluti e buone feste. Silver
    1 punto
  34. Concordo. È robaccia fatta uscire (fraudolentemente? Per errore? ) dal poligrafico per i collezionisti. Hanno mercato, al contrario di quelli normali destinati al sottofacciale. Occorre verificare se i colori spostati del poligono interforze non sia un trucco. Molto personalmente penso che non ci siano margini di rivalutazione in futuro per i francobolli contemporanei considerata la pressoché totale mancanza di nuove leve collezionistiche. La loro valutazione dovrebbe essere quella già indicata ma sulla baia potrebbe andare meglio, soprattutto per il blocco con il codice a barre. Saluti.
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  35. @Poemenius, ti ringrazio davvero per queste tue delucidazioni: era proprio il genere di considerazioni che mi aspettavo e che tanto cercavo. Perdona se ho commesso qualche errore, dovuto principalmente alla mia inesperienza in questo campo, soprattutto se trattiamo di una tipologia come questa del nummo con palmizio, ancora controversa e difficilmente inquadrabile. Da quello che ho potuto capire, quindi, i ritrovamenti di nummi con palmizio ci direbbero che la zona di circolazione, rimanendo che la zecca sia Cartagine dove si sono registrati i maggiori ripostigli, almeno a livello quantitativo, si sia spostata più a oriente, in Israele, dove addirittura c'era una o anche più officine che ne avrebbero ripreso i tipi per poi diffonderli in Medio Oriente. Infatti, i problemi che notavo anche io erano di questo genere: 1) il quantitativo: per essere un nominale coniato negli ultimi anni del regno vandalo (teoria di Asolati) se ne conoscono davvero molti esemplari; 2) (strettamente connesso al primo punto) la circolazione: si trovano in un'ampia area del bacino del Mediterraneo, ma i ripostigli sembrano confermare una circolazione che si estende in Paesi che si trovano sul versante orientale del Mediterraneo (Grecia, Turchia, Israele), mentre la loro diffusione sembra quasi totalmente assente in Occidente (un po' come facevi notare anche tu). I dati dei ripostigli sembrano parlar chiaro in questo senso. Per questo, se vogliamo seguire la tesi dell'Asolati che considera questi nummi vandali dell'ultimo periodo, mi è sembrato logico ipotizzare una loro diffusione nelle province bizantine per i motivi già espressi nel mio precedente messaggio. A questo punto mi viene da chiedere: in altri testi, articoli o contributi di vostra conoscenza, che non siano Asolati e Bijovsky, si conoscono dei ritrovamenti, anche sporadici, in Paesi occidentali, come Italia e Spagna? L'unico Paese in cui circolò questa moneta che esula dall'ambito orientale e che rientra invece in quello occidentale è l'Africa settentrionale, dove forse fu coniata (Cartagine). Dai Vandali o dai Bizantini di Giustiniano I? Le due tesi contrapposte di Asolati e Bijovsky concludono l'uno a favore dei primi e l'altra a favore dei secondi. Mi piace molto come si sta sviluppando questa discussione e devo ringraziare tutti coloro che l'hanno vivacizzata e resa interessante con i loro commenti. Grazie mille!
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  36. ...... certi ne avrano tesorisato centinaie ..... Siiiii quelle di cioccolato; tesaurizzate nello stomaco non me le può rubare nessuno ! Tanti auguri Giovanni. luciano
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  37. Un'intera pagina dell'album intervallata tra le banconote è l'ideale, si ci può mettere di tutto, dati completi, un'accurata descrizione ecc. Aumenta il quantitativo di fogli d'album utilizzati, ma ne vale veramente la pena. Un ottimo lavoro La piccola striscia di cui parlavo prima dovrebbe condividere con la banconota la stessa tasca, ed in buona sostanza più piccola è meglio è, personalmente non utilizzo nulla direttamente sui raccoglitori, ma ho in excel tutto catalogato nei minimi particolari.
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  38. Da una prima lettura dei due contributi (davvero fondamentali!) di Bijovsky ed Asolati si contrappongono due conclusioni piuttosto divergenti tra loro. Nell'articolo dell'Asolati (più datato rispetto all'altro) si conclude che il nummo con la palma è di sicura origine vandala. E' prodotto dalla zecca cartaginese negli ultimi anni del regno vandalo sotto la reggenza di Gelimero, più precisamente pochi anni prima della riconquista bizantina da parte di Giustiniano I, ovvero tra il 530 ed il 534, concordando in questo modo con le teorie già espresse in merito dallo Hahn. Le ragioni che porterebbero a questa conclusione si possono riassumere in: innanzi tutto, la palma è un chiaro riferimento al passato punico di Cartagine ed il bisogno di riprendere i modelli delle antiche glorie a livello locale trova un fondamento, anche numismatico, più nella mentalità "barbarica" dei Vandali piuttosto che in quella "romana" dei Bizantini di Giustiniano I, il quale, infatti, non conia che nummi con lettere di valore, monogrammi, cristogrammi etc., ma mai con simboli allusivi all'antica Cartagine. In pratica, furono i barbari a prediligere l'imitazione e la ripresa di motivi classici del luogo dove si erano stabiliti con la formazione dei rispettivi Regni (un esempio molto generico, ma, secondo me, efficace: i Vandali a Cartagine ripresero, ad esempio, la palma ed il cavallo, simboli normalmente adoperati al loro tempo dai Cartaginesi, mentre se pensiamo agli Ostrogoti in Italia, essi adoperarono su alcune serie enee simbologie come la lupa con i gemelli, l'aquila e il busto di Roma elmata, cioè quelle iconografie proprie del territorio italico che esprimevano la grandezza della Roma imperiale). Come si spiega, poi, la vasta attestazione di questi nummi con la palma non solo in Africa (a Cartagine sono stati rinvenuti i nuclei più cospicui), ma anche in molti centri del bacino del Mediterraneo medio-orientale? Il MEC giustifica questa produzione massiccia estendendo il periodo di coniazione dal 523 al 533, mentre secondo Asolati, che, ricordiamo, data questa emissione come Hahn tra il 530 ed il 534, quindi in un lasso cronologico piuttosto limitato, giustifica la loro massiccia produzione tirando in ballo l'esigenza di moneta spicciola generata dai fatti, soprattutto bellici, che caratterizzarono gli ultimi, convulsi anni del regno vandalo con Gelimero. L'analisi dell'Asolati sarebbe comprovata dall'analisi dei ripostigli e dal dato (per me difficilmente confermabile) che su uno di questi esemplari rinvenuto ad Olimpia, forse durante degli scavi svolti nell'ultimo quarto del XIX secolo, risulterebbe leggibile o quantomeno intuibile la legenda GEL - AMER (anche se su altre coniazioni (nummi compresi) di Gelimero ho riscontrato sempre, nel mio piccolo, la legenda GEILAMIR o GELAMIR e non GELAMER. Tuttavia una variante in tal senso non è del tutto improbabile, visto che può trattarsi o di un errore di lettura o della variante di una lettera, quindi una differenza minima). Nonostante le tesi esposte fin qui sono condivisibili, non è emerso il perché della diffusione di questi nummi vandali assegnati a Gelimero in territori ostili, appartenenti cioè all'Impero bizantino: Gerusalemme e altre zone del Vicino Oriente, Grecia e Balcani etc. Secondo me, se seguiamo il ragionamento di Asolati, il nummo con la palma fu coniato per il finanziamento della guerra vandala contro i Bizantini, ma la natura di queste monetine (molto piccole che difficilmente potevano circolare singolarmente) non solo giustifica la loro massiccia coniazione, ma anche la capillare diffusione in territori che assimilarono i "relitti" del regno vandalo vinto ed inglobato nel più vasto Impero del tempo, quello bizantino, appunto. Gli ultimi nummi vandali continuarono quindi ad essere accettati dai vincitori anche dopo la scomparsa dello Stato barbarico, poiché, probabilmente, rispettavano gli standard ponderali richiesti anche dalla cultura bizantina. Inoltre, se pensiamo che nessuna legenda scritta con lettere sufficientemente comprensibili appare su questa tipologia di nummi, è facile credere che la sola raffigurazione del busto diademato e una legenda così rozza ed illeggibile abbiano favorito l'integrazione di questo nominale anche nel mondo bizantino. D'altronde, rispettavano anche il peso dei nummi di Giustiniano I e quindi potevano essere facilmente accettati anche dai vincitori proprio per queste ragioni. Le monete quindi "viaggiarono" insieme ai Vandali che si ritrovano a vivere, dopo il 534, sotto l'egemonia bizantina. Di diverso avviso sembra essere l'articolo della Bijovsky, di apparizione più recente. La studiosa conclude che il nummo con la palma fu sì prodotto a Cartagine, ma in una città già occupata dai Bizantini, in un tempo in cui il regno vandalo già apparteneva al passato. La cronologia verrebbe quindi a spostarsi tra il 534 ed il 565, fissandosi sotto il regno di Giustiniano I. In questo modo si spiegano anche diversi fattori già notati sopra, come la massiccia produzione di queste monetine, emesse a Cartagine dopo la riconquista per il fabbisogno locale e non solo, e la loro ampia diffusione in quei territori che componevano l'Impero Bizantino: Grecia, Turchia e Israele, oltre che l'Africa settentrionale (luogo "naturale" della loro circolazione, dato che la zecca era fissata a Cartagine). Non si spiega, però, a mio modesto avviso, lo stile così rozzo, il peso così altalenante e la poca cura (per non dire totalmente assente) riservata alla legenda dell'autorità emittente, la quale spesse volte è completamente confusa e illeggibile. Nel mondo bizantino di quel tempo, i nummi, al contrario, avevano una legenda chiara e uno stile piuttosto curato nelle forme generali di lettere e ritratti: la comunicazione in un mondo culturalmente legato ancora alla realtà romana un ruolo particolarmente importante era rivestito non solo dalle immagini, quanto soprattutto dalle scritture. A conferma di questo mio pensiero, basti pensare al fatto che nel mondo bizantino le immagini diventeranno sempre più statiche fino a perdere la loro naturalezza artistica per scoprire la fissità di tipi utili alla comunicazione di un messaggio, mentre le scritte prenderanno il sopravvento per l'esplicazione di qualsiasi cosa (infatti, anche nelle forme d'arte più comune è difficile non riscontrare una figura non accompagnata da un'iscrizione). Nel mondo "barbaro" dei Vandali, accadeva il contrario: l'immagine era preponderante nei processi comunicativi rispetto alla scrittura. Ciò si registra anche sulle monete. Ecco perché le legende di questo genere di nummi sono così rozze e difficilmente comprensibili, mentre le immagini sono chiaramente identificabili (palma => Africa => Cartagine). Tutto ciò farebbe rigettare la tesi della Bijovsky e abbracciare quella dell'Asolati, riconducendo questi nummi al tempo dei Vandali. Ora mi fermo, mi rendo conto di essermi dilungato fin troppo (chiedo venia per questo) e lascio la parola ai più esperti che sicuramente avranno qualche altro particolare da aggiungere. Prendete le mie come semplici considerazioni dopo un primo approccio a due testi che ho gradito davvero molto.
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  39. WALLIS / VALAIS Sitten, Bistum Hildebrand I. von Riedmatten, 1565-1604. Kreuzer o. J. (1565-1604). 1.24 g. Palézieux 149. HMZ 2-1048a. Sehr selten in dieser Erhaltung / Very rare in this condition. Fast vorzüglich / About extremely fine.
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  40. Taglio: 20 cent Nazione: San Marino Anno: 2003 Tiratura: 220.000 Condizioni: BB Città: Milano Taglio: 50 cent Nazione: San Marino Anno: 2003 Tiratura: 205.800 Condizioni: BB Città: Milano
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  41. 1777 MARIA TERESA PER L'AVANZAMENTO DEI COMMERCI TRA MILANO E IL LAGO DI COMO I primi progetti per creare una via d'acqua che collegasse Milano e Como risalgono al 1516, ma mai andati in porto, solo Maria Teresa riprese l'idea di collegare Milano Como e la Svizzera attraverso vie d'acqua. Nel 1773 affidò l'incarico ai tecnici idraulici Lecchi, Frisi, Reggio e ai celebri Gian Rinaldo Carli e Giuseppe Pecis, nel 1777 il canale fu ultimato e l'Arciduca Ferdinando inaugurò la navigazione scendendo su una imbarcazione fino a Vaprio d'Adda. D/ M. THERESIA AVGVSTA - Busto a destra con velo vedovile sotto in piccolo A. GUILLEMARD F. R/ COMMEATVVM VRBIS INCREMENTO - Nel campo la Città di Milano coronata, seduta su una balla di merci, ai suoi piedi fasci di spighe, dietro Mercurio stante. A sinistra il Fiume Adda con timone e cornucopia, nello sfondo veduta del Lago di Como. In esergo: MEDIOLANVM LARIO IVNCTA NOVO ABDVAE EVRIPO NAVIBVS APERTO MDCCLXXVII Bronzo, mm. 50,18 Rifer. Rivista MEDAGLIA EDIZIONI S. JOHNSON MILANO n. 20 pag. 33.
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  42. Per introdurre alcuni aspetti passibili di ulteriori approfondimenti, va in effetti precisato che le unità di misura e i rapporti valutari ebbero a lungo delle connotazioni localistiche e differirono fra le diverse città generando molte difficoltà agli scambi ed ai commerci. La libbra mercantile bolognese era infatti pari a 361,851 grammi; la libbra mercantile modenese era pari a 340,347 gr; la libbra reggiana era pari a 324,524 grammi; a Milano la libbra mercantile leggera era pari a 326,793 grammi (se non sbaglio per oro e argento era in vigore il marco da 8 once, 24 grani, pari a 234,997 grammi); fonte "dizionario universale dei pesi e delle misure con ragguaglio a pesi e misure del sistema metrico", G.Croci, 1860, Milano. Altra importante differenza la troviamo nel valore attribuito a uguali nominali nelle differenti aree regionali. In Emilia (Reggio, Modena, Bologna) i rapporti erano i seguenti: 1 soldo (bolognino) = 3 sesini = 6 quattrini = 12 denari. A Bologna la riforma del 1778 corresse il rapporto baiocco/quattrino a 1 baiocco = 5 quattrini. A Milano invece: 1 soldo = 4 quattrini = 6 sestini. In definitiva nel 1777 il quattrino bolognese era teoricamente paragonabile al valore del sestino milanese (l'anno successivo il quattrino bolognese venne rivalutato del 20%). Quindi, ammesso ma non concesso di poter trascurare il rapporto fra soldo e moneta grossa in vigore nelle diverse città (testone d'argento o scudo d'oro) , possiamo ora vedere come un milanese che nel febbraio del 1777 avesse voluto andare a Bologna a comprare un etto di pancetta, per quei 100 grammi di dolce, profumata e tenera pancetta, avrebbe speso 7,2 quattrini bolognesi pari a 4,8 quattrini milanesi nuovi (quelli vecchi ed erosi di città straniere erano banditi da tempo) ovvero 1 soldo e 1,2 sestini milanesi nuovi. Da quanto sopra esposto risulta evidente come la confusione ponderale e la confusione valutaria in essere al termine del XVIII° secolo rendessero complessi e "aleatori" gli scambi...difficili da valutare e comprendere ancora oggi, calcolatrice alla mano....ma la rivoluzione francese stava covando sotto la polvere ..... un caro saluto a tutti Mario
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  43. Sud Africa 1 Rand 1967 SUID-AFRIKA Argento .800 € 10,00 note: Moneta commemorativa destinata alla comune circolazione. Viene commemorato il primo anniversario della morte di Hendrik Frensch Verwoerd, Primo Ministro del Sud Africa dal 1958 al 1966. Fu il principale teorizzatore dello sviluppo separato delle comunità, tanto che fu soprannominato "l'architetto dell'apartheid". Durante il suo governo applicò gran parte delle sue idee separatistiche, ciò portò ad avere pessimi rapporti con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e le Nazioni Unite, nel 1961 il Sudafrica viene pure espulso dal Commonwealth. Nel 1966 viene assassinato negli uffici del parlamento sudafricano.
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  44. Ho chiesto a un mio conoscente che ci è stato pochi mesi fa. Riporto direttamente i suoi dati: 30% Tedesche 30% Italiane 15% Francesi 10% Austriache 10% Spagnole 5% resto (con predominanza Belgio e Olanda)
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  45. ciao cinna, dico la mia i rilievi ci sono tutti, ed i bordi sono belli, senza colpi o mancanze. I graffi che si vedono in modo anche troppo evidente nella seconda foto non credo pero possano essere ascritti a "graffi di conio" (da contatto con altre monete). Soprattutto quello che percorre tutto il nome Victoria non mi garba. Certo che l oro è proprio una brutta bestiaccia, perché dalla prime foto invece non si vede o percepisce quasi nulla. Se è stata fatta certificare mi pare ovvio che siamo sulla scala del MS, ma io non andrei oltre il MS62. Sul prezzo, ammesso che sia questa la valutazione, starei sui 550 euro, è pur sempre una sovrana classificata R (poco più di un milione di esemplari coniati)
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  46. Disegno davvero bello @annovi.frizio, anche se mi viene da pensare che sarebbe difficile, in teoria, trasporlo concretamente su una moneta, perché alcuni dettagli (ad esempio all'interno e attorno alle stelle) sono molto elaborati e complicati da realizzare. In ogni caso mi piace
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  47. Salve @Philippus IX, sulla monetazione siciliana di solito lascio esprimere chi ne sa più di me. Ogni tanto, però, mi piace fare qualche osservazione. Cerco quindi di darti delle risposte. Inizio con la classificazione del pezzo: Regno di Sicilia Carlo II d'Asburgo (1665-1700) AR 2 tarì della zecca di Messina, anno 1674. D/ + • CAROLVS • II • DEI • G Busto giovanile coronato volto a destra. R/ + • REX • SICILIAE • 1674 • Aquila coronata ad ali spiegate volta a sinistra. Sotto le ali, le sigle DI - BV (che tu hai correttamente sciolto). Rif.: SPAHR, p. 219, n° 18. Ora, osservando la foto di questa moneta che pubblicò lo Spahr nella tavola XX del suo volume noto subito che: 1) il busto del Re non è circondato da un contorno lineare che lo "separa" dalla legenda, proprio come nel tuo caso; 2) la legenda che circonda il busto ha distanza variabile da esso e non è sempre ugualmente determinata, perché le legende venivano accostate in un secondo momento ai punzoni dei ritratti. Inoltre, le lettere erano spesso tracciate a mano e neanche le distanze tra di loro sono sempre corrette o fisse. Questa considerazione è avvalorata anche dalla disposizione delle legende nel tuo esemplare, le quali sembrano seguire un andamento più verticale che circolare. Quindi, tutto nella norma: infatti, nella figura pubblicata da Spahr, ho notato la stessa caratteristica dietro il busto del Re, dove la legenda è molto più vicina al ritratto; 3) per la perlinatura esterna di contorno non saprei dirti, poiché nelle immagini che ho visto finora non si vedono tratti molto estesi, ma non credo che lo spessore della suddetta sia sufficiente per determinare il ritrovamento di una variante inedita. Spero di esserti stato d'aiuto nel mio piccolo, per quel che ho potuto, e soprattutto chiaro nell'esposizione. Per il resto, complimenti per il pezzo: è sicuramente raro, come ti è stato già fatto notare correttamente. Girovagando su internet poi mi sono imbattuto in questo annuncio: http://www.ebay.it/itm/4-TARI-1674-carlo-II-MESSINA-RARISSIMA/331797841754 sembra proprio il tuo esemplare! La mancanza di metallo a "spicchio" che presenta sotto l'ala sinistra dell'aquila, guardando il R/, sembra antica e forse dovuta ad un saggio.
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  48. cari amici, il lungo lavoro è arrivato ad un primo punto. https://www.academia.edu/20402734/The_Sirmium_group_about_the_so-called_Gepids_siliquae_With_a_specific_catalogue spero possa incontrare il vostro apprezzamento, anche per la scelta di metterlo totalmente libero online. spero anche che il mio inglese non sia troppo arrugginito....se notate errori, ditemelo pure, il testo è modificabile e ri-uplodabile :) grazie a tutti... PS per @@Arka - non so se tutti possono andare su academia.edu, quindi se vuoi/puoi caricarlo su lamoneta in pdf, mi fa picere...nelle prime pagine c'è anche una citazione per lamoneta e i suoi utenti :) chiunque voglia il pdf, o l'archivio immagini, non ha che da chiedermelo. un caro saluto Alain
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