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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/24/16 in tutte le aree
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Sperando di fare cosa gradita e approfittando della discussione posto una delle mie, notate la totale presenza delle due coniature. Questa foto è presente in diversi libri relative a questa monetazione5 punti
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A tutti gli utenti che frequentano la sezione porgo i miei piu' sinceri Auguri di Buone feste Profausto2 punti
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Auguri di cuore, a tutti i numismatici, di sereno Natale e felicissimo prossimo anno ! Allego una nuova variante di moneta di Bergamo, con cometa sopra la torre di dx e figure nell'arco. RRRRRRR G.B.2 punti
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Sovrana Elisabetta II° (1926) Morgan plus4 (1958) Qualche parere sulla "conservazione"? .2 punti
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Ciao @caio ottavio, ti consiglio la lettura del libro "Riflessione sulla monetazione vandala" ( uno degli autori e' il nostro poemenius). Gli autori, parlando, del nummo del palmizio, ci dicono che dovrebbe essere di zecca di Cartagine, e avanzano l'ipotesi di una sua coniazione da parte di Belisario. Saluti Eliodoro2 punti
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Per chi come me, ma anche no, auguro buon Natale e buone feste. Che il signore ci benedica nella sua magnanimità, nel suo Amore e per il nostro bene. Roberto Giusto per restare comunque con i piedi per terra, un paio di monetuzze.....2 punti
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A me non fa piacere del 5€ ! Lo trovo solo un modo per spillare denaro ai collezionisti...2 punti
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Per introdurre alcuni aspetti passibili di ulteriori approfondimenti, va in effetti precisato che le unità di misura e i rapporti valutari ebbero a lungo delle connotazioni localistiche e differirono fra le diverse città generando molte difficoltà agli scambi ed ai commerci. La libbra mercantile bolognese era infatti pari a 361,851 grammi; la libbra mercantile modenese era pari a 340,347 gr; la libbra reggiana era pari a 324,524 grammi; a Milano la libbra mercantile leggera era pari a 326,793 grammi (se non sbaglio per oro e argento era in vigore il marco da 8 once, 24 grani, pari a 234,997 grammi); fonte "dizionario universale dei pesi e delle misure con ragguaglio a pesi e misure del sistema metrico", G.Croci, 1860, Milano. Altra importante differenza la troviamo nel valore attribuito a uguali nominali nelle differenti aree regionali. In Emilia (Reggio, Modena, Bologna) i rapporti erano i seguenti: 1 soldo (bolognino) = 3 sesini = 6 quattrini = 12 denari. A Bologna la riforma del 1778 corresse il rapporto baiocco/quattrino a 1 baiocco = 5 quattrini. A Milano invece: 1 soldo = 4 quattrini = 6 sestini. In definitiva nel 1777 il quattrino bolognese era teoricamente paragonabile al valore del sestino milanese (l'anno successivo il quattrino bolognese venne rivalutato del 20%). Quindi, ammesso ma non concesso di poter trascurare il rapporto fra soldo e moneta grossa in vigore nelle diverse città (testone d'argento o scudo d'oro) , possiamo ora vedere come un milanese che nel febbraio del 1777 avesse voluto andare a Bologna a comprare un etto di pancetta, per quei 100 grammi di dolce, profumata e tenera pancetta, avrebbe speso 7,2 quattrini bolognesi pari a 4,8 quattrini milanesi nuovi (quelli vecchi ed erosi di città straniere erano banditi da tempo) ovvero 1 soldo e 1,2 sestini milanesi nuovi. Da quanto sopra esposto risulta evidente come la confusione ponderale e la confusione valutaria in essere al termine del XVIII° secolo rendessero complessi e "aleatori" gli scambi...difficili da valutare e comprendere ancora oggi, calcolatrice alla mano....ma la rivoluzione francese stava covando sotto la polvere ..... un caro saluto a tutti Mario2 punti
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Per questo Natale mi sono regalato due monete sabaude questa e' l'unica che posso postarvi. 3 Piccioli 1716 R10 Vittorio Amedeo II Recente acquisto da Inasta . La moneta e' Mir Savoia 903e non il comune 903d come riporta il cartellino !1 punto
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Avevo già questo nominale ma attratto da una foto ho preso anche lei e ieri mi è arrivata.....come vi sembra?1 punto
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Salve Sono tanti i denari con il ritratto di Giulio Cesare. Questo del monetiere L. Flaminio Chilo penso sia il più raffinato dal punto di vista stilistico. Julius Caesar. August 43 BC. AR Denarius (3.96 g, 12h). Rome mint. L Flaminius Chilo, quattuorvir aere argento auro flando feriundo. Laureate head right within within pelleted border / L • FLAMINIVS down right field, IIII VIR up left, Venus Genetrix as Felicitas standing left, holding caduceus in outstretched right hand and long scepter in left; all within pelleted border. Crawford 485/1; CNR I 102/1 (same obv. die); CRI 113; Sydenham 1089; RSC 26. Superb EF, attractively toned. Well-struck with obverse die of fine style on large flan. Very rare. Sale: Triton XIII, Monday, 4 January 2010. Lot: 291. Estimate $75000. Sold For $160000. Ex Numismatica Ars Classica 21 (17 May 2001), lot 297; Numismatica Ars Classica 7 (1 March 1994), lot 653. La discussione è aperta alla descrizione di altri denari del genere. Buone feste da1 punto
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Addio alle monete da 1 e 2 centesimi PASQUALE MARINELLI, PUBBLICATO: 12 MAGGIO 2014 17:00 PER INFO VISITA IL SITO: PASQUALEMARINELLI.COM La notizia passa come se fosse una di gossip, invece essa costituisce un segnale economico e politico da non trascurare: alla camera è passata la mozione secondo la quale l'Italia deve sospendere la coniazione delle monetine da 1 e 2 centesimi. La notizia passa come se fosse una di gossip, invece essa costituisce un segnale economico e politico da non trascurare: alla camera è passata la mozione secondo la quale l'Italia deve sospendere la coniazione delle monetine da 1 e 2 centesimi di euro, a causa della loro maggiore onerosità di realizzazione rispetto al valore che esse rappresentano (per coniare 174 milioni di euro in monetine da 1 e 2 centesimi bisogna spenderne 362 milioni). Facciamo alcune considerazioni. Se coniare le due frazioni più piccole di euro è diventato più oneroso del valore da esse rappresentate, significa che dal 2002 (anno di messa in circolazione dell'euro) ad oggi il potere d'acquisto dell'euro è diminuito, ossia, ciò che dieci anni fa si poteva acquistare con 10.000 euro, oggi questi non bastano più per poterlo acquistare. Per questo motivo il costo di produzione delle monetine ha superato il loro valore nominale che esse rappresentano. Infatti, guardate come si è ridotto mediamente il valore dell'euro in 11 anni, rispetto ai prezzi dei beni di consumo: In pratica, ciò che prima si poteva acquistare con 10.000 euro, oggi, quella stessa cosa, la si deve pagare 2.500 euro in più. Ciò perché in 11 anni di euro, il sistema bancario europeo, anche se molto lentamente rispetto ad altre economie del mondo, ha emesso unità di euro sempre maggiori rispetto al reale incremento della ricchezza degli europei, determinando così la svalutazione dell'euro su rappresentata e la conseguente inflazione dei prezzi dei beni di consumo. Non confondetevi: la deflazione europea di cui si parla in questi mesi si riferisce al fatto che negli ultimi anni, come non mai, la BCE, tenendo a freno la stampante monetaria e sostenendo così il valore dell'euro, sta determinando un aumento dei prezzi di mercato di una intensità minore rispetto agli anni prima; ma ciò non significa che durante gli anni di vita dell'euro, il denaro circolante non sia stato aumentato e che, di conseguenza, i prezzi non siano aumentati affatto; inoltre, se l'euro vale sempre di più rispetto al dollaro, ciò avviene semplicemente perché sono gli americani a svalutare il loro dollaro e non è che sia la valuta europea ad apprezzarsi sul dollaro. In Italia, la diminuzione del potere di acquisto dell'euro è accentuata anche dal progressivo incremento della pressione fiscale, che distorce i costi della linea di produzione delle imprese, i quali sono notevolmente aumentati negli anni dell'euro.1 punto
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Salve a tutti. Stavo leggendo questa discussione, non proprio recentissima e mi scuso se la riprendo scrivendo questo mio messaggio, ma mi è sembrato giusto e forse interessante comunicarvi una mia ipotesi. Nella legenda di D/ con lettere disposte intorno alla croce, non potrebbe esservi scritta la parola AVREA (da collegare con ROMA al R/, quindi si leggerebbe Aurea Roma)? La legenda AVREA ROMA compare sulle bolle imperiali introdotte a partire da Corrado II il Salico (1024-1039). Paleograficamente, l'esemplare oggetto di questa discussione potrebbe essere coevo (?). Voi che ne pensate?1 punto
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la balestra come simbolo dei Balestrieri? leggo dal post 20 che furono in carica dal 1358, per cui il 1363 di Guelfo ci sta...1 punto
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salve a tutti non riesco a trovare cosa sia questa moneta forse octavian argento gr 3.89 diametro mm 22 grazie1 punto
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Veramente bella anche quest'ultima.. ti rinnovo I miei complimenti.. ho come la sensazione che ti piace il verso di una e il dritto della altra.. visto che le hai messe insieme.. però sono fantastiche entrambe1 punto
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Cari Venetici, Venetisti, Venetofili e Venetonummici, tanti auguri a tutti di buone feste e soprattutto auguri di sopravvivenza ai cenoni vari. Riguardatevi mi raccomando che dopo le feste si ricomincia!1 punto
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Salve @Philippus IX, il 1674 non mi sembra sia l'ultimo millesimo coniato a Messina. La zecca locale coniò monete a nome di Carlo II almeno fino al 1679. Le ragioni dello spostamento della zecca da Messina a Palermo sono soprattutto storiche. Tra il 1646 ed il 1656 si erano verificate nell'Italia meridionale e a Messina delle carestie che si acuirono fino a portare alla diffusione di malattie e misero in ginocchio molte città del Vicereame. Le condizioni di vita dei messinesi erano davvero dure in questo periodo e il loro risentimento verso il malgoverno spagnolo si espresse con due rivolte, entrambe conclusesi con un nulla di fatto, nel 1647 e nel 1648. Nel 1671 fu creato Strategoto di Messina Luis dell'Hojo, che, purtroppo, non seppe gestire la difficile crisi che stava attraversando la città: egli, con una incauta politica di sfiducia e di sospetto, mise gli uni contro gli altri i diversi ceti sociali di Messina. Da un lato si schierarono i popolani, la cosiddetta fazione dei Merli, che vedevano nei privilegi di cui godevano i nobili (che si erano uniti in un partito conosciuto con il nome dei Malvizzi) la vera causa di decadenza della città ed il peggioramento della loro condizione di vita (ricordiamo che i nobili non erano interessati al buon governo della città, ma si preoccupavano di tenere in piedi i loro antichi privilegi personali). In una situazione così tesa che poteva degenerare da un momento all'altro, Luis dell'Hojo si schierò a favore del popolo, pensando in questo modo di mettersi al sicuro, appoggiando la fazione più numerosa che rappresentava il pericolo più immediato. La politica del dell'Hojo fu altalenante, cercando sempre di stare dalla parte della fazione che si presentava in vantaggio sull'avversaria. Per questa sua mancanza di tatto, egli fu destituito e al suo posto venne nominato Strategoto messinese il napoletano Marchese di Crispano. Era l'anno 1674 e l'insurrezione popolare contro il malgoverno spagnolo appoggiato dai nobili locali era già scoppiata. Messina, pur essendo forse la più importante zecca dell'isola, non era sede vicereale, mentre Palermo, al contrario, lo era da tempo. Proprio da Palermo, il Viceré don Francesco Bazan y Benavides, marchese di Baiona, si mosse per sedare la rivolta, portando con sé non solo i soldati, ma anche un buon carico di frumento per cercare di contrastare la carestia che stava mettendo a dura prova i cittadini, soprattutto i più poveri, di Messina. L'intervento del Viceré però non sortì l'effetto sperato e gli animi non si placarono affatto: i ribelli continuavano a prendere d'assalto i beni e le tenute dei nobili cercando di creare più danni possibile per rivalersi di quelli che consideravano i nemici di turno, alla base delle loro sofferenze. Anzi, gli Spagnoli si trovarono le porte della città sbarrate e lo Strategoto rinchiuso nel suo palazzo, impotente di fronte alla furia distruttrice della popolazione indignata. Il risultato fu che Messina si proclamò indipendente dalla Spagna, ma, troppo debole per reggersi come uno Stato autonomo sulla falsariga delle antiche Repubbliche Marinare (ricordiamo l'importanza strategica e commerciale del porto di Messina), chiese aiuto al re di Francia, Luigi XIV, all'epoca in guerra con la Spagna. La Francia colse al volo l'opportunità ed inviò sue truppe a sostenere i Messinesi contro la Spagna che, intanto, aveva assediato la città. Gli assalti spagnoli, però, furono respinti grazie all'intervento militare francese, iniziato nel febbraio del 1675. Le truppe francesi erano al comando del duca di Vivonne, fratello della favorita di Luigi XIV, Madame de Montespan, il quale venne ben presto nominato Viceré di Sicilia, facendo il suo ingresso trionfale a Messina nell'aprile di quello stesso anno, in aperto contrasto con il Viceré legittimo nominato dal governo spagnolo. Il Vivonne, però, non si dimostrò migliore degli Spagnoli, anzi, il suo dominio fu anche peggiore sotto molti punti di vista. I Francesi non fecero nulla per placare la carestia persistente e per aiutare la popolazione in difficoltà. Al contrario, perpetrarono angherie e soprusi che portarono Messina a ribellarsi anche ai suoi alleati. Se dal 1675 al 1677 la fazione francese aveva esteso il proprio controllo su buona parte del circondario di Messina ed oltre, nel 1678 scoppiò la rivolta antifrancese annullando tutti i vantaggi militari conquistati negli anni precedenti dalle truppe del Vivonne. La Francia, intanto, doveva tenere a bada anche le difficili relazioni con l'Inghilterra e l'intromissione di quest'ultima potenza nel conflitto con la Spagna rischiava di isolare la Francia e di portarla gradualmente alla sconfitta. Così, Luigi XIV e Carlo II firmarono un trattato di pace a Nimega nel 1678 ed i Francesi abbandonarono definitivamente Messina e tutti i territori occupati durante la guerra, secondo quanto stabilito dal recente trattato. Subito gli Spagnoli passarono all'offensiva e ripreso il pieno controllo della città, anche militarmente. Per punirla dell'insurrezione, il Viceré Francesco Benavides, conte di Santo Stefano, le tolse ogni privilegio civico, compreso quello di battere monta. Già prima di questa data, però, avendo gli Spagnoli perso la zecca di Messina, provvidero a coniare monete a Palermo per il fabbisogno dell'isola: con un decreto dell'11 febbraio 1676, infatti, il Viceré Federico di Toledo e Osorio, marchese di Villafranca, dichiarava decaduta la zecca di Messina e ne stabiliva la definitiva sede a Palermo, già centro del potere vicereale. I suoi successori, compreso il conte di Santo Stefano, non ebbero alcun interesse nel riaprire la zecca di Messina dopo l'infedeltà dimostrata dalla città, ormai privata dei suoi antichi privilegi. Si crede che, dopo i fatti del 1674-78, fu impiantata una zecca temporanea nel vicino centro di Fiumedinisi in sostituzione di quella messinese, prima del suo definitivo trasferimento a Palermo. La scelta cadde sulla piccola cittadina a causa della sua importanza geologica e delle sue miniere, particolarmente attive in questo periodo. Sembra comunque che la produzione monetale della zecca di Fiumedinisi ricoprì una fase di transizione prima del definitivo trasferimento a Palermo. Pur non essendo particolarmente esperto di monetazione siciliana, spero comunque di aver esaudito le tue richieste.1 punto
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Buongiorno Direi che sono entrambe originali (è sempre la stessa), conservazione BB. Niente di eccezionale ma se il prezzo è buono quel Caracalla può rivelarsi interessante.1 punto
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Ciao! Grazie. Vuoi mai che un agurio "teriacale" abbia la medesima sedicente potenza del polifarmaco? Una panacea augurale, potentissima. Anche da parte mia, quindi, tanti auguri. luciano1 punto
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Buonasera, interessante e raro denario di Augusto che come ti hanno fatto notare presenta al rovescio l'incuso del diritto, cosa sicuramente non comune per la tipologia. Le contromarche al diritto sono un elemento aggiuntivo che ne garantisce l'autenticità ma se provi a postare altre foto con angolazioni diverse potrei giudicare con più precisione e certezza. Se autentica la giudicherei sui 200/250 euro. Augusto (27 a.C - 14 d.C). Denario con R/ incuso del D/. Lugdunum, ca. 15-10 a.C. RIC 162-1851 punto
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@anthon1984 se vedi usura non può essere un MS, al massimo ci si ferma ad AU58.1 punto
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Il mio auto regalo di Natale di quest'anno è stato questo antoniniano preso giusto ieri. Lo volevo condividere con voi proprio prima di Natale, per metterlo idealmente sotto il "nostro" albero addobbato con monete invece che con palline D\ IMP C ALLECTVS PF AVG, busto radiato corazzato con mantello dell'Imperatore a destra R\ PAX AVG, S|A / ML, la Pace stante a sinistra con in mano elemento floreale e scettro di traverso 2,93 gr - 21 mm - RIC Vb 33 La moneta di per sé non è ben conservata, ma appare leggibile in tutte le sue parti e mi mancava anche se ne avevo già una tipologicamente simile (però con lettere nei campi SP). A dire il vero era da qualche giorno che puntavo una serie di monete nello shop online del venditore professionale in questione perchè, al di là del fatto che erano tutte accomunate dall'essere pezzi degli usurpatori britannici che mi mancavano, erano accomunati anche dal fatto di avere tutti la stessa provenienza ed è una provenienza di tutto rispetto (e onestamente è stato questo "quid" emozionale che mi ha fatto spingere un po' più sul pedale dell'acceleratore delle offerte). Si tratta di un pezzo Ex John Casey Collection Chi era John Casey? Un noto archeologo, esperto numismatico, romanista e autore di molti libri: Un umile antoniniano che però a me suscita grande emozione!1 punto
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Sono convinto che questi tipi di "restauro" li praticano oramai su tutti I tipi di monete.....sia antiche che moderne: dai bordi riparati nei grossi nominali in oro del Regno delle due Sicilie, alle patine artificiali nelle monete in rame, per arrivare ai falsi dei falsi d'epoca (sempre Napoletani) Tutto viene messo nel mercato numismatico, Tutto questo materiale "modificato artificialmente" dovrebbe essere filtrato dalle case d'asta. Chi si trova d'avanti del materiale da presentare ai propri clienti dovrebbe essere competente e preparato in quel settore, dovrebbe descrivere in tutto la moneta, non lasciare a chi si aggiudica il pezzo tanto desiderato il compito di classificarla e farla periziare.1 punto
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Se non erro sono giunti fino a noi: Il capitolo nono del Capitolare dei massari della moneta, capitolare formato solo nel 1278, ma che conteneva disposizioni in vigore anche prima. La delibera che è trascritta nel registro dal titolo Liber Communis (da notare che il documento prova l'esistenza di un capitolare precedente a tale data)1 punto
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Ciao! Provo a rispondere in base alle mie conoscenze: 1) Direi di no ... ai falsari sarebbe bastato un "amen" per adeguarsi; 2) E' l'ipotesi più accreditata e che condivido. Il problema è che non sono arrivati a noi scritti che identifichino il segno alla persona corrispondente; 3) L'ipotesi che abbiano cominciato ad usare i segni in epoca tarda è tutta da confermare, essendo di tipo induttivo. Il fatto che ci siano anche sul doge precedente, è solo dovuta alla mancata occasione di trovarsi un suo grosso tra le mani che lo riporti; non c'è in tutti e forse quelli che ce l'hanno sono proprio pochi. Il Papadopoli ... e quelli successivi che hanno attinto a piene mani dai suoi scritti, potrebbero non essersi accorti dell'esemplare "differente", tutto qua! Ora sappiamo che c'è e credo che i compilatori di libri e cataloghi dovrebbero farne tesoro ed aggiornare i loro scritti. saluti luciano1 punto
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Auguri a tutti di Buone Feste. P.s i o più che sotto l albero, lo darei con carbone a qualche bambino cattivello con l epifania.. Ma questa è un altra storia.. Skuby1 punto
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Io le ho sempre viste a circa questi prezzi sia in aste che le rivendono come riproduzioni che a vari mercatini, se poi non vengono neppure considerate degne di una minima stima è un fatto personale @profausto1 punto
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Ionia, Phokaia EL Hekte. Circa 560-545 BC. Head of African left, seal downward behind / Quadripartite incuse square punch. Bodenstedt 24; SNG Copenhagen -; BMC -; SNG von Aulock -; Boston MFA -. 2.56g, 10mm. ARKADIA, Uncertain. Circa 370-360 BC. AR Tritartemorion (10mm, 0.57 g). Bare head of African male right / T T T arranged outwardly in circular pattern. BCD Peloponnesos 1773. VF, porous, edge chipped. Extremely rare.1 punto
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Finalmente caro Vathek1984 sono riuscito a fare un' ottima foto ( ovviamente rapportata alle mie scarse capacità e mezzi ). O forse voi Yankees avete il palato meno esigente per la moneta del figlio del re inglese che non avete voluto.... La corona postata è molto ben conservata come i nostri bei Morgan, purtroppo costa mooolto di più....1 punto
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Purtroppo convertire le scale di valutazione dei vari paesi non è matematico. Ogni paese ha le sue tradizioni a quanto ho capito. La cosa certa è che FDC=FDC70=MS70. Una moneta in "stato di zecca" così come una aUNC inglese ma anche una moneta da SPL-FDC italiano in su non hanno mai circolato, ma non è detto siano state conservate nel miglior modo possibile e soprattutto non è detto siano il meglio prodotto dal loro conio. Una moneta che in Italia viene definita "meglio di SPL" o "good VF" in UK nella scala Sheldon viene valutata fra AU55-58. In teoria i successivi due quarti di punto italiani,cioè "SPL-FDC" e "qFDC", andrebbero valutati nell'ampia forbice della scala Sheldon che va da AU59-MS68. Vedere quindi un FDC o un MS70 dovrebbe essere quasi impossibile. In pratica le società di grading americane ultimamente certificano MS69-70 o PR69-70 le monete di cui si ha prova escano per prime dal conio ed appongono la dicitura "first strike". http://thelondoncoincompany.com/epages/4d237887-b78a-4f19-8c94-ebc46654c578.sf/en_GB/?ObjectPath=/Shops/4d237887-b78a-4f19-8c94-ebc46654c578/Categories/British/British_Gold_Coins/Sovereign_Gold_Coins/British_2017_Sovereign_Range Insomma si è deciso di discquisire su quanto è perfetta la perfezione, e basta guardare le differenze di prezzo fra la sovrana del link proposta in cofanetto e quelle slabbate per capire quanto sia finalizzato alla "circonvenzione di collezionista" questa manovra. Sfido chiunque a trovare le differenze fra queste monete con in mano una buona lente. In Italia le dinamiche sono diverse? Quando vedo la parola "eccezionale" dopo la dicitura FDC mi viene da pensare di no. Anche qui la ricerca della perfezione è pratica che va di moda e le migliori monete per ogni millesimo sono quelle maggiormente premiate dal mercato. D'altro canto il metodo di periziare con la dicitura ponziopilatesca "a mio parere" lascia ampio margine per poter apporre un FDC a monete che difficilmente sono il meglio che quel conio ha prodotto. D'altronde qui da noi il perito ed il venditore sono la stessa persona. Esiste un esempio più lampante di conflitto di interessi? Risultato si vedono molte monete periziate FDC, certamente in maggior proporzione rispetto a quante se ne vedano slabbate MS69-70. Per farla breve un FDC dovrebbe essere MS69/70 ma in pratica un FDC "commerciale" italiano è equiparabile anche ad un MS63-64 (certo non tutti i periti si possono equiparare, ce ne sono anche di molto severi, altri severissimi soprattutto con le monete altrui. Alcuni qui si forum si sono anche spesi molto per far crescere le persone che lo frequentano e a questo va riconosciuto il merito). Con questo non voglio cantare le lodi degli "inscatolatori" per carità; io sono dell'avviso che ogni ente dovrebbe certificare le monete del suo paese. Loro fanno anche grandi strafalcioni certificando magari monete false o classificandole male e, facendo il grading in serie, tante monete in poco tempo, hanno alimentato la convinzione nei loro stessi clienti che la certificazione sia un terno al lotto. Almeno però si sono dati delle regole precise e, anche se l'errore umano è dietro l'angolo, queste sono state codificate e diffuse con la massima trasparenza. Buona serata.1 punto
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un gran saluto a i miei amici di Genova(che non dimentico),con uno di quelli classici,ma mitici denari!!...1 punto
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Su questa affermazione non sono affatto d'accordo. Poi ognuno avrà la sua opinione. L'FDC (fiore del conio o come certifica Montenegro FDC70) italiano ovvero le prime monete uscite dal conio cadute su di un cuscino o meglio prelevate a mano dal conio (insomma una moneta che si dovrebbe pensare utopica, la perfezione assoluta) corrisponde solo ed esclusivamente l'MS70. Un MS60 è ben altro: da wikipedia: MS60-63 (mint state): moneta non circolata che non presenta la minima traccia di usura ma che può però presentare graffietti microscopici o segni di contatto. Anche tracce di pulizia e minimi segni di ossidazione sono ammessi. Una moneta così non si può certo considerare il meglio prodotto dal conio; probabilmente da un numismatico italiano verrebbe chiusa fra SPL/FDC e qFDC con la dicitura nel caso "colpetto al bordo" se leggero. Allego una tabella di conversione per facilitare la comprensione di ciò che sostengo. In realtà non è sempre riferibile alla scala italiana, ma almeno si può avere un'idea più chiara. Buona giornata E.1 punto
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Riapro l'argomento postando questa interessante e particolare placca in argento sbalzato e cesellato dim. 16,5x13 (punzone di Messina del 1750 ben visibile al centro tra le due figure argentiere G.A. Giuseppe Amari? console degli argentieri per l'anno 1750 A.O.), ai lati porta la dicitura "Antonino Barbagallo V.C Gover. (Vice Governatore ovviamente della confraternita) 1751" La placca è vissuta ed è stata nel tempo, penso nella seconda metà dell'800, rinforzata nella parte retrostante con una lastra in ferro. Rappresenta la Madonna del Carmine?1 punto
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Salve a tutti, io ho questa placchetta ma non riesco a capire a quale confraternita potrebbe appartenere, qualcuno di voi lo sa ? Grazie.1 punto
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