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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/04/16 in tutte le aree
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Forse il piu’ prestigioso riconoscimento per un legionario di Roma era il diploma militare che gli veniva assegnato al momento del congedo dalla sua unita’ combattente la Legione ,dell’ esercito romano , al termine del servizio militare svoltosi in modo del tutto regolare , onesto ed onorevole . Questo diploma era il titolo piu’ ambito probabilmente anche rispetto alle riconoscenze che nel corso della vita militare il soldato poteva ricevere per atti di valore in battaglia o per altri motivi , poiche’ cio’ non presupponeva la sicurezza di arrivare vivo fino al termine della ferma militare . Da Augusto in poi , veniva rilasciato ai legionari e agli ausiliari un diploma che autorizzava la fine del servizio militare e oltre all’ attestato scritto inciso su lastra in bronzo , veniva consegnata una somma in denaro chiamata “nummaria missio” oppure in alternativa , che nel corso dell’ Impero divenne quasi una norma per scarsezza di contante o perche’ i soldati non volevano denari di rame come se fossero di argento , l’equivalente di un appezzamento di terra al posto del soldo , chiamata in questo caso “agraria missio” . Agli ausiliari invece di soldi o terra poteva essere concesso il diritto di cittadinanza romana . Questi privilegi erano dedicati anche ai legionari congedati prima del tempo , come nel caso di gravi ferite o per malattie , “causaria missio” , oppure ai congedati per esplicita volonta’ del comandante , “gratiosa missio” ; al contrario di tutto cio’, la perdita dei benefici avveniva con il congedo disonorevole , “ignominiosa missio” , che poteva essere causato per vari motivi : codardia in battaglia , omicidi , furti , disubbidienza , ecc. Come si nota la vita militare nonostante la pericolosita’ e gli imprevisti vari , consentiva pero’ al termine della ferma di ottenere una serie di benefici che permettevano di terminare la vita in modo onorevole . La regolare ferma militare del Legionario era sotto Augusto di 16 anni , 20 anni per la Choorte urbana , mentre 25 anni per gli ausiliari ; queste date di scadenza non erano pero’ categoriche perche’ spesse volte i soldati erano trattenuti in servizio forzato o volontario , in tal caso erano chiamati “evocati” . Esistono alcune attestazioni di “evocati” come ad esempio la lapide di T. Cillio di Laranda in Turchia , morto a 70 anni dopo aver trascorso ben 38 anni nella Legione XI , oppure quella di Claudio Celere di Verona che si era arruolato volontario a 20 anni e che mori’ a 63 anni ancora in servizio senza mai lasciare il suo incarico . Da Adriano la ferma fu innalzata a 25 anni di servizio nell’ unita’ di appartenenza , ma negli ultimi 5 anni i legionari venivano pero’ sollevati dagli incarichi piu’ pesanti . Al momento del congedo il soldato semplice legionario riceveva oltre al diploma , 5000 denari d’ argento o l’ equivalente apprezzamento di terreno . Concludendo chi aveva la fortuna di arrivare vivo ed integro dopo in media circa 20 anni di permanenza in una Legione , poteva sperare in un proseguimento di vita tutt' altro che disprezzabile . Un diploma militare in bronzo proveniente da Carnuntum in Pannonia , databile al tempo dei Flavi , Tito , 13 Giugno dell' 805 punti
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Salve ecco ancora un ritrovamento di sepolture nella mia zona la speranza è che non faccia la fine di altri ritrovamenti simili o anche più importanti ritrovamento nella zona della abbazia altomedievale di san Gervasio di Bulgaria una delle più antiche della Val Cesano3 punti
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Ci eravate cascati? ovviamente il titolo è uno specchietto per le allodole frammento di Denaro di Ludovico il Pio con VENECIAS.. scambio (v. sua discussione odierna denaro Gorizia) di oggi con @ak72 che ringrazio come sempre. In attesa di un pezzo integro mi piace avere questo. Parlando con Andrea, in effetti la conservazione non sembra niente male, quindi le cause della rottura forse non sono dovute ad usura, né tantomeno dal voler "produrre" un mezzo denaro (pratica che non ricordo fosse applicata in questo contesto, come invece capitava in altri periodi e luoghi). Il buon vecchio Occam quindi suggerisce una rottura accidentale.3 punti
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Che altro dire, non mi resta che ringraziare ognuno di voi per il tempo e la sapienza investiti per la mia piccola monetina e non mi resta che osservare l'interessante svolgersi di questa discussione (non appena posso mi piacerebbe condividere qualche altro denarino di cui sono in possesso)!3 punti
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Ovviamente come puoi constatare si tratta del secondo tipo.. emesso per a. Dandolo D/ AN DADUL S M VENE R/ XPE RESURESIT3 punti
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Buon giorno,Il mio parere è che possa trattarsi di un falso particolarmente ben fatto, fedele in tutti i suoi aspetti abbastanza tardo vista la forma volutamente squadrata come quelli in circolazione al momento,ed era questo il particolare più importante da curare per la buona riuscita della truffa, se il riferimento fosse stato il denaro precedente, come suggerisce la legenda con quella R, cioè più rotondo, non avrebbero avuto problemi a ritagliare la lamina in maniera da ottenere un dischetto circolare. la buona leggibilità è sicuramente dovuta alla mancanza dei vuoti causati dai colpi di martello, lo stile delle lettere può dipendere dal fatto che hanno copiato una legenda da un denaro precedente che ancora circolava. Sicuramente molto interessante.3 punti
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Credo che i simboletti posizionati intorno allo scudo bipartito nel saluto d'oro, non presenti invece su quello d'argento,servissero a scopo cautelativo contro le contraffazioni, evitando così che un saluto d'argento potesse essere per così dire dorato e spacciato come un carlino tutto ď oro.3 punti
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Ciao. Ho acquisito all'ultimo Convegno di Verona questa medaglia di Pio IX che non ho trovato censita nel Catalogo del Forum: Pesa 19,83 grammi con un diametro di 32 mm. Nel nostro Catalogo ho reperito la medaglia dell'Anno II: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE92/40 ma come si può notare, mentre il conio del rovescio è identico, quello del dritto ritrae il Pontefice rivolto a destra anzichè a sinistra e l'incisore del dritto dell'Anno II è Cerbara mentre quello dell'Anno I è Girometti. Avete qualche notizia al riguardo? Sapete dove posso trovare un passaggio in asta o in un listino? Grazie e saluti. Michele2 punti
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In collezione (dopo aver "sverginato" @gigetto13, se interessati, al rito della sigaretta aveva un'aria molto soddisfatta) Gorizia (zecca di Lienz) Enrico IV 1385-1454 Denaro con croce D/ + hAINRICVS •COMES • GORI Scudo triangolare trinciato, col leone di Gorizia R/ =MO NET DELV IONI Croce patente che interseca la leggenda, accantonata, nel 1° e 4° angolo, da stella a 6 raggi, nel 2° e 3", da luna crescente 0.31 grammi2 punti
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la classica catalogazione B/SPL/FDC ecc per me non è corretto usarla per le monete antiche. Per mio conto posso dire che la trovo in condizione sicuramente collezionabile .2 punti
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Vedi per esempio che le monete da te aggiunte e attribuite al Padovano pesano circa 37 grammi. Quella oggetto della discussione appena 30,46 Gr. Indicazione oggettiva di un sesterzio fuso ottenuto successivamente da un esemplare del Cavino. Quanto successivamente non credo sia facile saperlo. . .2 punti
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Grazie Legio II Italica, se posso allora riassumo volentieri l'articolo! Tra i riconoscimenti concessi ai soldati l'autore cita: "la corona obsidionalis data al miles che liberava una città sotto assedio, la corona civica spettava a colui che salvava la vita di un compagno sul campo di battaglia, la corona muralis era concessa al soldato che per primo posava piede in una città nemica sotto assedio." L'autore cita anche altre decorazioni militari come "i torques o le armillae, di solito montate sopra l'armatura del legionario tramite cinghie o apposite strutture in cuoio." Tra le punizioni invece vengono citate l'espulsione dall'esercito o la degradazione, ma l'autore afferma tra l'altro che " per un'unità il più grande disonore era quello di venire sciolta". Le punizioni corporali vengono suddivise in fustigatio (bastonatura), flagellatio (fustigazione), verberatio ( flagellazione). Una pena estrema era la decimazione; riporto quanto afferma a riguardo l'autore: " Quando rea di disobbedienza o codardia era un'intera un'unità, si punivano cinque, otto o venti uomini fra i colpevoli, di modo che i prescelti rappresentassero un decimo dell'unità, e li si metteva a morte tramite il fustuarium (bastonatura). Gli altri soldati erano considerati in disgrazia e costretti a vivere fuori dal campo, privati delle loro razioni di grano. Occorre tuttavia ricordare che ciò che si definisce decimazione è descritta da Polibio come fustuarium; nel corso del tempo tale pratica si trasformò prevalentemente nella decapitazione dei soldati insubordinati". Questo in sintesi il tema dell'articolo; mi scuso se sono stata imprecisa, ho cercato di riassumere al meglio quanto espresso dall'autore2 punti
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Ti ringrazio @azaad per i tuoi commenti, inoltre mi fa tanto piacere vedere appassionati come te che si interessano a quest'argomento. Ricordi bene, infatti, perché la Travaini si è interessata più volte di iconografia monetaria. Cito alcuni tra i suoi lavori che forse possono essere di qualche utilità (credo che molti già li conoscerai), mentre ce ne saranno sicuramente anche altri, che ora mi sfuggono, a cui fare riferimento: Lucia Travaini, Hohenstaufen and Angevin denari of Sicily and Southern Italy: their mint attributions, in Numismatic Chronicle 153 (1993), pp. 91-135. Lucia Travaini, Zecche e monete nello stato federiciano, in Federico II e il mondo mediterraneo, Palermo (Sellerio) 1994, pp. 146-164. Lucia Travaini, Federico II mutator monetae: continuità e innovazione nella politica monetaria (1220-1250), in Friedrik II. Tagung des Deutschen Historischen Instituts in Rom im Gedenkjahr 1994, her. A. Esch e N. Kamp, Tubingen 1996, pp. 339-362. Lucia Travaini, La monetazione sveva nel Regno di Sicilia: note conclusive e riflessioni storiografiche, in La monetazione pugliese dall’età classica al medioevo (2), Le monete della Peucezia. La monetazione sveva nel regno di Sicilia, Atti del 2° congresso nazionale di numismatica, Bari 13-14 novembre 2009, Bari 2010, pp. 325-330. Lucia Travaini, Le aquile e i gigli, la scala e gli scudi. I segni del potere signorile sulle monete italiane tra Duecento e Trecento, in Signorie italiane e modelli monarchici, Atti del convegno, Milano 8-9 febbraio 2012, a cura di P. Grillo, Roma 2013, pp. 235-260.2 punti
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Eccomi di corsa! è buono! ... ne ho visti altri molto simili... come dicevo in una discussione analoga su tuttonumismatica, ho trovato tra le collezioni private un po'di denari con la T, abbastanza per poter costituire dei gruppi, ed è molto interessante perchè da questo, che evidentemente è il primo stadio, ce ne sono di sempre più complessi fino ad arrivare ad una T molto più chiara e ben realizzata... spero di riuscire a pubblicare presto questo studio di cui parlo...2 punti
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Ah si? E com'è che a Parigi nel medagliere della Biblioteca Nazionale sono conservati centinaia di conii originali del Cavino?2 punti
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Salve. Dovrebbe essere la riproduzione di un tetradramma di Rhegion (Bruttium), almeno il D/ appartiene a questa serie (leggo distintamente PHINON), solo che nella tipologia "canonica" dovrebbe esserci una testa di leone al rovescio. Però, non ho trovato corrispondenze, almeno finora, per questo accoppiamento di conii (tra l'altro, il rovescio non sembra appartenere neanche alla zecca di Reggio). Siamo forse di fronte ad una riproduzione che vorrebbe imitare un presunto raro ibrido da rifilare a qualche raccoglitore smanioso di pezzi importanti (anche se creati ad arte)?2 punti
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Mettiamola così, come si vede a volte i falsi sono più interessanti di quelli buoni...non e' detto che essendo un falso però non abbiano preso spunto da più tipologie precedenti in circolazione, la R con la gambetta e' un bel segno evidente ma anche la forma squadrata lo è' e questa porterebbe a una produzione più tarda, e' comunque fatto bene questo sicuramente ...2 punti
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SOLA FACTA SOLVM DEVM SEQVOR RIMASTA SOLA SEGUO SOLO DIO Bona di Savoia, Duchessa Madre e Giovanni Galeazzo Maria Sforza ( 1476 - 1481 ), zecca Milano, testone2 punti
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Salve a tutti. Quest'oggi volevo parlare di una moneta piuttosto particolare e anche abbastanza rara. Eccone la descrizione che ho ricavato anche grazie ai testi che indico in bibliografia: D/ LAN//PRI a tutto campo, su due righe, sormontate da trattini di abbreviazione. Contorno perlinato. R/ PAL//PRI a tutto campo, su due righe, sormontate da trattini di abbreviazione. Contorno perlinato. Riferimenti bibliografici essenziali: CNI XVIII, p. 241, n° 1; Spinelli, p. 140, n° x – xiii con figure a p. 3, n° 5 – 7; MEC 14, p. 592, n° 8 (tav. 1); Sambon, Recueil, p. 67, n° 152; Sambon, Repertorio, pp. 76 – 77, n° 483 (tav. VII); D’Andrea – Contreras, vol. II, p. 50, n° 5. (Esemplare proveniente da collezione privata. Fotografie a cura di chi scrive). Con un peso di 0,5 g. ed un diametro di 13 mm., stando a quanto ho appena riportato, dovrebbe trattarsi di un mezzo denaro coniato a Capua per il Principe longobardo Landolfo II in unione con suo figlio Pandolfo I detto Capodiferro. La data di emissione dovrebbe coincidere con il 943-958. Landolfo II fu Principe sia di Benevento che di Capua, poiché i due dominii erano stati uniti sotto una sola corona da suo nonno, Atenolfo I il Grande (887-910), Principe di Capua e conquistatore di Benevento. La tradizione dinastica capuana voleva che il figlio designato erede fosse affiancato nel governo dello Stato dal padre regnante già in giovane età. Potevano essere associati al trono anche più figli maschi, come vedremo tra poco. Da Atenolfo I si era stabilito che i due Principati di Capua e Benevento, una volta uniti, non si potessero più separare: naturalmente, la dinastia capuana badava bene a tenere uniti i suoi territori, soprattutto quelli di recente conquista, poiché potevano dimostrare ancora velleitarie spinte indipendentiste - in particolare se pensiamo a Benevento che, fino a poco tempo prima, era il più potente Stato longobardo dell'Italia Meridionale. Landolfo II fu così associato al trono da suo padre, Landolfo I (910-943), nel 933, anno in cui fu elevato allo stesso rango anche il fratello maggiore Atenolfo III. Alla morte del padre, il 10 aprile 943, Landolfo II assunse il potere assoluto sia su Capua che su Benevento: egli infatti spodestò dal trono della prima città il cugino omonimo, figlio di suo zio Atenolfo II, e dalla seconda suo fratello maggiore Atenolfo III. I due Principi si rifugiarono a Salerno da Guaimario II (901-946) che gli diede ospitalità e protezione. Il suo primo atto, in quello stesso anno 943, fu quello di associare al trono suo figlio Pandolfo I. Fu forse per commemorare questo avvenimento che a Capua (tra poco mi soffermerò anche sulla zecca emittente) si batté questo mezzo denaro in argento recante su ogni lato il nome ed il titolo principesco dei due regnanti longobardi. La politica di Landolfo II fu in linea con quella dei suoi predecessori: mentre da un lato promosse un avvicinamento diplomatico verso il Principato di Salerno, su cui iniziò a nutrire delle mire espansionistiche, prese le distanze da Costantinopoli, favorendo azioni di disturbo nelle province bizantine d'Italia. Nel 946, alla morte di Guaimario II, con l'ascesa di Gisulfo I (946-977), giovane ed inesperto, Landolfo II volle avviare l'invasione del salernitano per la sua annessione al Principato. Per questo motivo intrattenne rapporti amichevoli con il Duca di Napoli Giovanni III (928-968), il quale fornì un appoggio concreto per incentivare la spedizione di Landolfo. Il suo piano però fallì miseramente: l'esercito capuano, unito ai contingenti napoletani, fu sconfitto presso l'odierna Cava dei Tirreni dagli Amalfitani di Mastalo II (953-958), alleato dei Salernitani. Dopo la cocente sconfitta, Landolfo II ruppe l'alleanza con Giovanni III per passare con gli Amalfitani ed i Salernitani e mosse guerra al suo vecchio alleato napoletano: l'azione, però, si concluse con un nulla di fatto anche questa volta, dato che l'unico avvenimento eclatante della guerra fu l'assedio e la distruzione di Nola. A partire dal 955, la politica anti-bizantina del Nostro si fece ancora più aggressiva, ma i Greci si dimostrarono più preparati del previsto e Landolfo fu costretto ad ammetterne la superiorità. Alla fine del suo regno, Landolfo II, che intanto, nel 959 aveva affiancato a lui stesso ed al primogenito Pandolfo l'altro figlio omonimo, aveva fallito tutti gli obiettivi politici e militari che si era imposto. Anche per l'associazione al trono del secondo figlio Landolfo fu coniato a Capua un mezzo denaro recante, sul modello di questo oggetto della nostra discussione, i nomi abbreviati dei tre personaggi (cfr. Sambon, Recueil, p. 67, n° 153, con figura nel testo). Morì con questa delusione nel maggio del 961. Gli successe suo figlio Pandolfo I Capodiferro, in assoluto il più illustre esponente della dinastia capuana che riuscì, dopo più di un secolo, a riunire in una sola compagine territoriale l'antica Langobardia Minor beneventana, prima che si dividesse in più Principati indipendenti. Il potere effettivo fu esercitato da Pandolfo, nonostante il fratello Landolfo III fosse ancora co-reggente. La morte prematura di quest'ultimo, nel 968, lasciò Pandolfo unico padrone dell'Italia Meridionale longobarda. Le prime attestazioni di questi mezzi denari le ho riscontrate nel libro del Principe di San Giorgio, Domenico Spinelli, pubblicato a Napoli nel 1844 per cura di Michele Tafuri dal titolo Monete cufiche battute da Principi longobardi, normanni e svevi nel Regno delle Due Sicilie (cfr. tra i suddetti riferimenti bibliografici). In questo contesto vengono segnalati ben tre esemplari appartenenti alla ricchissima Collezione del Principe, illustrati mediante disegno nel trafiletto a pag. 3 del suo volume (fig. 1). Purtroppo, le monete furono male interpretate all'epoca e bisogna attendere gli studi dei più celebri Giulio ed Arturo Sambon agli inizi del secolo scorso per avere una panoramica più chiara intorno a queste particolari monete. Mentre per Giulio Sambon l'attribuzione a Capua è incerta (in quanto l'Autore era indeciso tra Capua e Benevento: cfr. quanto da lui detto in nota nel suo Repertorio sopra citato), per Arturo Sambon, nel Recueil, queste monetine vennero attribuite con certezza a Capua e datate alla metà del secolo X. L'esistenza di un atelier monetario a Capua in epoca longobarda è ben attestato - dice Sambon - grazie alla cronaca lasciataci dal rabbino Achimaaz: costui, narrando la storia della sua famiglia dall'850 al 1054 circa, racconta che un certo Samuele figlio di Chananel una volta sposatosi si trasferì nel 940 da Benevento, dove aveva vissuto fino ad allora, a Capua in qualità di "maitre de la Monnaie". Come datazione, tra l'altro, coincide pure con quella assegnata per questo mezzo denaro (943-958). Samuele, infatti, sembra abbia esercitato il suo incarico nella zecca capuana anche sotto Pandolfo I, successore di Landolfo II. L'attività monetaria di Capua in questo periodo, che non fu molto prolifica come dimostrato anche dalla rarità di questi pezzi, sarebbe servita, sempre secondo la ricostruzione del Sambon, ad alimentare con nuovo numerario il commercio affievolito del Principato di Benevento, ormai in decadenza rispetto agli antichi fasti. Un esemplare di questo mezzo denaro per Landolfo II e Pandolfo I era segnalato anche nella prima Collezione Sambon esitata a Milano nel 1897: nel catalogo di detta vendita se ne ritrova la descrizione a pag. 22, n° 267. Il celeberrimo studioso francese non trascura di osservare che, in molti casi, le lettere componenti le legende di questi nominali sono mal coniate e difficilmente si leggono nella loro interezza. Comunissime, infatti, sono le schiacciature di conio e i difetti di coniazione, come si osserva anche dai disegni pubblicati dallo Spinelli (fig. 1). Inoltre, la dicitura di mezzo denaro, di cui oggi qualcuno dubita, è dovuta essenzialmente al peso ridotto di questi pezzi. Fig. 1: Trafiletto illustrato con i mezzi denari capuani tratto dall'opera numismatica dello Spinelli. Mi scuso per la qualità delle foto, ma ho dovuto apportarvi qualche modifica per adattarle all'interno del presente post. Continua...1 punto
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Buongiorno a tutti, vi posto uno degli acquisti effettuati a Verona la settimana scorsa.. Mi sto appassionando a tutte le zecche preunitarie dopo aver seguito solo Napoli per alcuni anni.. Ringrazio tutti quelli che vorranno rispondere.. Buona domenica1 punto
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Vista a verona in mano, bella monetina luchino. Ne hai prese alcune tutte in rame, ultimamente, che son uno spettacolo ?1 punto
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il primo che mi viene in mente e che a memoria é abbinato a maurizio Tiberio é il monogramma di Faroaldo appena ho un pc allego... qua stupisce molto, almeno stupisce me, la scelta iconografica del retro....1 punto
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@magdiBisogna dedurre che se hai diviso in gruppi i denari con una evoluzione stilistica ben definita e, suppongo a giudicare da quelli che abbiamo visto finora , un fino variabile, la coniazone si sia protratta per un periodo abbastanza lungo giusto? Tienici informati sul dove e quando uscirà il tuo studio, grazie a presto.1 punto
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i coni di queste due monete mi sembra che abbiano poco in comune1 punto
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Grazie davvero per gli spunti entusiasmanti di questa discussione! Volevo segnalare un denaro raro coniato per Federico II che presenta sia il busto dell'imperatore con globo crucigero e scettro al dritto, sia un crescente al 1 quadrante al rovescio. La data dovrebbe essere 1220/1221 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F2I/48#1 punto
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Intanto saluto caramente il Padre fondatore della discussione @scacchi Io chiamerei direttamente in causa @magdi ciao1 punto
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Molto strano come errore... a mio avviso è una banconota (se si può definire tale) che non può circolare... (sarebbe meglio a tal proposito un parere di un esperto... @elledi cosa ne pensi ? ) Come ne sei venuto in possesso ? Non riesco a capacitarmi che una banconota da 50 euro sia sfuggita ai controlli e sia stata messa in circolazione senza numero seriale (il codice corto davanti c'è). La filigrana è ok ? L'ologramma ? Quindi per me o è un fac-simile o qualcuno ha deliberatamente cancellato il seriale...1 punto
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Buona domenica. Trovato il plated aureus della Cornuficia (Gemini X, lot 357). Q. Cornuficius. Plated Aureus, 3.86g. (h). Africa, 42 BC. Obv: Draped bust of Africa right, wearing elephant skin. Rx: Q. Cornuficius standing left wearing veil and holding lituus in right hand; Juno Sospita stands on right with crow perching on shoulder holding spear and shield in left hand and crowning Q. Cornuficius with right; Q CORNVFICI AVGVR IMP around. Crawford 509/3. Sydenham-. Sear, Imperators 229. Amandry 3 (same dies, denarius). Pit on obverse affecting elephant's ear; core exposed in places. VF. Ex Randy Haviland Collection. Privately purchased from Harlan J. Berk. Quintus Cornuficius was the republican governor of Africa Vetus (the "old" province) from 44-42 BC, during the civil wars. He was a man of considerable refinement, a poet and orator and a close friend of Cicero and Catullus. In 43 BC, Cornuficius refused to hand over his province to Antony's nominee, and he was proscribed by the triumviral government. In 42 BC, he was attacked by Titus Sextius, the governor of the neighboring province of Africa Nova. The course of this local conflict mirrored that of the wider civil war. Cornuficius enjoyed some initial success, even briefly invading Sextius' province, but he was ultimately defeated and killed outside Utica in 42 BC. Before his defeat, Cornuficius produced a remarkable coinage in gold and silver, of astonishing artistic achievement. The three obverse types, heads of Africa, Jupiter Ammon, and Ceres-Tanit, all refer to his province of Africa. They share a common reverse, which depicts Cornuficius as augur being crowned by Juno Sospita, seemingly a reference to his own Lanuvine origin. All of these coins are of considerable rarity today. In Tresors Monetaires XX, 2002, p. 1-4, Michel Amandry published a definitive die study and corpus of this fascinating issue. In silver, the Africa head is the rarest of the three types, known in a handful of examples; we are unaware of a sale since the Haeberlin specimen appeared in 1933. This type is unique in gold, the single known example acquired by the Archaeological Museum in Zagreb in 1927. The present coin is arguably the second specimen. It is unquestionably ancient; less certain is its intended use. An unusually high percentage of the denarii of Cornuficius are plated; it is probable that they belong to his official issue, struck in the closing days of his war, when silver supplies were dwindling. A plated aureus struck at the same time is not unexpected, and has an equal claim to being official. Another possibility is that the present coin was created as a presentation piece, and was not intended to circulate as an aureus. Least likely is the possibility that it is simply an ancient counterfeit; the chances of such an excessively rare coin serving as the host for a forger's dies is quite small.1 punto
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Salve a tutti. Le differenze finora elencate tra saluto d'oro e saluto d'argento sono tutte corrette, così come è giusto considerare lo scopo di questi particolari distintivi cautelativo, perché era facile che si dorassero saluti d'argento per poi spacciarli per monete d'oro di ben altro valore. Inoltre, sempre su questa strada, vorrei far notare che le differenze non finiscono qui, ma continuano anche nell'iconografia. Ad esempio, nella scena dell'Annunciazione, in basso, è posizionato un vaso contenente i gigli (simbolo di purezza). Ebbene, il vaso nei saluti d'argento ha le anse (allego qui di seguito immagine tratta dal web), mentre nel saluto d'oro, come potete vedere dalla figura pubblicata da Devant81 non ce le ha. Tutto ciò, sempre a scopo cautelativo per evitare che si confondessero fraudolentemente i saluti d'argento con quelli in oro. Napoli. Carlo I d’Angiò, (1266-1285). Carlino in argento da 3,26 g. D/ + KAROL’ IERL' ET SICIL’ REX Stemma bipartito con arme di Gerusalemme e Angiò. R/ + AVE GRA PLENA DNS TECUM Scena dell’Annunciazione con in baso vaso ansato contenente gigli. Pannuti-Riccio, p. 15, n° 3.1 punto
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Il mercato delle riproduzioni è sempre esistito...Con i mezzi attuali poi, produrre una matrice costa pochissimo ed il metallo utilizzato è molto povero e la conformità alle monete copiate lascia il tempo che trova . Vengono "smistate" nei mercatini a persone evidentemente inesperte o facilone da pensare di fare il cosiddetto "affare" leggo ora che mi sono sovrapposto a @min_ver al quale chiedo scusa..1 punto
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Non sono ferrato sulla moneta ma ne ho viste passare molte sul forum negli ultimi anni. Con tutta questa bava e questo lustro a me sembra la migliore fra quelle apprezzate. Complimenti. Che poi sia Fdc o qfdc poco importa è comunque un esemplare bellissimo e che non si sostituirà nella raccolta. Complimenti anche per le foto;ne esaltano al meglio le qualità. Buona domenica .1 punto
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Buongiorno a tutti, avendo poche conoscenze di questa monetazione, chiedo il vostro aiuto per classificare questa mia monetina. Ciao Italo1 punto
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Non vi è alcun necessità che tu dedichi maggior risorse per questa zecca... E se la porti al Cordusio non pensar di potercela solo far vedere.. Ciao carissimo, esemplare interessante... P.S. Se andiamo aventi cosi al Cordusio bisognerà venire forniti di barba e baffi finti.... Eros1 punto
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anche la moneta del post 28 mi conferma il sospetto che questi suberati siano dei falsi d'epoca eseguiti con coni ricavati da calchi di monete originali poi ritoccati nei punti che sono andati persi nel trasferimento ( o mancanti nell'originale ). l'espressione dei ritratti sono i primi a patire in questi trasferimenti. non è da escludere che in qualche caso e in varie epoche, questa truffa possa essere stata autorizzata ed effettuata in zecca ufficiale ma in questi casi la moneta deve risultare esattamente identica all'originale.1 punto
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D/ Madonna di Loreto rivestita con rituale dalmatica, con bambino in braccio e ai lati due lampade. R/ Beato GIUSEPPE DA COPERTINO (Lecce), questa medaglia in quanto Beato, si può datare dal 1753 e Canonizzato Santo nel 1767. Interessante la biografia di questo umile Santo Francescano, eroica fu la sua carità verso i poveri, aveva la facoltà di levitarsi e di volare anche sopra la testa dei fedeli per le continue estasi, ebbe anche il dono della scienza infusa. Vedi http://www.santiebeati.it/dettaglio/34750 Bronzo, mm. 211 punto
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Ciao! Dovrebbe trattarsi della zecca di Mantova, Ferdinando Gonzaga nel periodo post-cardinalizio. http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FPP/111 punto
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ciao, la collezione come detto sopra è praticamente sterminata,ce n'è per tutte le tasche e tutti i gusti... La cosa che non va sottovalutata è che con il loro modulo e peso,se acquisiti senza "febbre",possono rivelarsi anche in medio/bassa conservazione un piacevole passatempo che ci consente di spaziare in tutto il mondo e di non "svendere" la nostra passione nel momento di passare ad altro od anche di crisi. Molte di queste monete hanno di per sè già uno "zoccolo duro" dato dal valore non trascurabile di 25 grammi di buon argento 900/1000. Affiancamoci anche i "trade dollar",le piastre di commercio e i dollari americani e cinesi ed ecco che abbiamo una panoramica a tutto tondo nel mondo delle transazioni commerciali del XIX ed anche dei primi anni del XX secolo. Collezione che secondo me come tematica,moduli e soggetti ha veramente pochi rivali Ma io sono un po' di parte1 punto
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Salve @Anniovero, l'indicazione che ti ha fornito Eliodoro è esatta: il denaro in questione al rovescio ha una stella ad otto punte che sormonta un crescente lunare. L'immagine del rovescio andrebbe quindi ruotata perché è capovolta. Inoltre, il riconoscimento dell'iconografia poteva essere reso un pochino più difficile a causa della doppia battitura che la moneta ha subito al rovescio. Di seguito cerco di fornirti una prima classificazione: Regno di Sicilia. Federico II Re (1209-1220). Denaro in mistura della zecca di Messina (secondo altri Palermo), coniato tra il 1209 ed il 1213. D/ + FREDERIC • REX. Al centro, globo crucigero tra due cerchietti in contorno perlinato. R/ + C • REGINA. Al centro, crescente lunare sormontato da stella ad otto punte in contorno perlinato. Rif.: MEC 14, p. 659, n° 508, manca nello Spahr. Rarità: RR. Contestualizzandola storicamente, questa emissione fa riferimento al matrimonio tra Federico II e Costanza d'Aragona (1183-1222) nel 1209. Infatti, nel febbraio di quello stesso anno, Costanza sbarcò a Palermo (da qui una prima attribuzione alla zecca palermitana, oggi per lo più respinta a favore di Messina) per poi proseguire fino a Messina dove furono celebrate effettivamente le nozze il 15 di agosto (da qui l'ipotesi più credibile che questo denaro fu battuto a Messina in occasione del matrimonio). Mentre per Federico, che si trovava ancora sotto la tutela di Papa Innocenzo III, questo fu il suo primo matrimonio, per Costanza invece l'unione con il giovane sovrano svevo era la seconda, dopo essere rimasta vedova del Re d'Ungheria Emerico ed essere sopravvissuta anche al figlio avuto da questi, Ladislao (morto nel 1205). Si pensi solo che all'epoca dell'unione tra i due sovrani siciliani (durante la cerimonia, Costanza fu anche incoronata Regina di Sicilia), Federico aveva appena raggiunto i 14 anni circa, mentre Costanza ne contava già poco più di 25. Ma la vita di Costanza fu poco entusiasmante anche alla corte federiciana, poiché anche dopo la nascita del loro figlio Enrico (1211) e del riconoscimento di Federico come nuovo Re dei Romani (primo passo verso il trono di Sacro Romano Imperatore che raggiungerà poco più in là, nel 1220), ella continuò a fungere solo da reggente in Sicilia durante le assenze del marito. Si potrebbe intavolare una bella discussione di approfondimento anche sulle simbologie raffigurate su questo denaro. Se ne avete la possibilità e la voglia, ogni commento in tal senso sarà il benvenuto.1 punto
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Ciao @anniovero..denaro di federico ii con al D"/ Frederic'rex..globo crucigero con due anelli ai lati; r:/ + ●C●regina● stella ad otto raggi su crescente..1209-1213... Rara..saluti Eliodoro1 punto
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@sandokan @petronius ottimi spunti ,grazie 1000 direi che se si prende in considerazione l'indicazione "55/100" che,secondo me ,indica la tiratura limitata ,il riferimento ad una mostra o ad un evento piu che ad un ente privato mi sembrano l'ipotesi piu concreta. Di contro lo strano disegno al recto mi sembra piu adatto ad un ente che non riferito ad un evento . purtroppo che ostacola la ricerca è il fatto che l'iconografia dell'Arcimboldo fosse centrale in ambito Expo15 percui molto inflazionata1 punto
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