Vai al contenuto

Classifica

  1. profausto

    profausto

    Guru


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      22190


  2. gigetto13

    gigetto13

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      4725


  3. Scudo1901

    Scudo1901

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      7908


  4. anto R

    anto R

    Operatore


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      2770


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/03/16 in tutte le aree

  1. ECCO perché ci ho messo così tanto a metterlo in collezione.... Grazie Antonio per le tue preziose e dettagliate ricerche, un altro punto a favore del fatto che "alcune" monete vanno collezionate anche bucate !!!! (ovviamente secondo me, non vorrei suscitare polemiche.....) Daniele
    4 punti
  2. Ci fa molto piacere poterti dare una mano nell'identificare le tante monete che posti per la classificazione. se pero' schiacci "ogni tanto" quel cuoricino che c'è sulla destra con "mi piace" potrai concretizzare la tua riconoscenza e dare una piccola soddisfazione a chi ha impiegato parte del suo tempo per aiutarti ......
    4 punti
  3. Sono stato io, ieri mattina, a parlare per primo esplicitamente di pesi, dicendo che tutte e quattro erano circa 30 grammi, poiché, come tutti, avevo capito fossero monete da 1 sterlina. Hai dato perfino un "mi piace" a quel post, ma a questo punto mi viene il dubbio che tu non lo abbia nemmeno letto, altrimenti, nel sentirmi parlare di 30 grammi d'oro, e relativo valore, avresti dovuto subito precisare che le monete pesavano di più. Invece, sei intervenuto più volte senza dir nulla, lasciandoci nell'equivoco, e solo dopo che erano giunti diversi altri post sulla falsariga del mio, ti sei finalmente degnato di precisare che erano monete da 5 sterline. Qui aiutiamo tutti, ma per il futuro, se avrai ancora bisogno di noi, spero farai tesoro di questa (negativa) esperienza. Chiudo la discussione, che non ha più nulla da dire, anzi, ha detto anche troppo, abbiamo perso un giorno intero a discutere sul nulla. petronius
    4 punti
  4. @DARECTASAPERE @RobertoRomano Riporto una frase dello Scilla (Breve notizia delle monete pontificie, p. 292) che, scrivendo nella seconda decade del '700 doveva essere abbastanza informato "Le monete di questa Sede Vacante [1700] non sono comuni, e frà (sic) queste più rari sono il Testone con il motto : Paraclitus illuminet; e li due Giulj, de' quali quello con lo Spirito Santo in faccia è rarissimo." Giusto per capire cosa fosse per lo Scilla una moneta rarissima, lo stesso aggettivo è impiegato in riferimento alla piastra di Sisto V di Montalto con la pentecoste
    3 punti
  5. Ciao, la scelta non può che essere alla fine personale. Devi vedere ciò che ti appaga di più valutando più aspetti... lo spazio, quanto vuoi spendere nel materiale, e cosi via... ..e non per ultimo un po di logica... Nel senso che io acquisterei dei vassoi in velluto spendendo i giusti soldi SOLAMENTE se le monete saranno felicemente appoggiate sopra... ma se le devi tenere nelle bustine per poi sistemarli in vassoi, per me non ha proprio senso... soldi spesi in più rispetto a un semplice album per poi non potere nemmeno rendere felici le proprie monete.. Non mi sto schierando ne per le monete libere ne per quelle chiuse... ma per il buon senso... Saluti Rocco
    3 punti
  6. Mirandola: Alessandro I Pico, 1602-1637. Ducatone 1617, AR 31,85 g. ALEXAND PICVS MIRANDVLAE DVX I Busto corazzato a s., con mascherone nello spallaccio; sotto, nel giro, 1617 AR (Giovan Agostino Rivarola, zecchiere). Rv. NVNC PEDE – CERTO Figura muliebre, stante di fronte, con mano ramo d’alloro nella mano d. e con la s. leggermente protesa in avanti; il piede d. su di un dado e il s. su di un globo. Lo sguardo è rivolto verso l’alto a d. donde scendono raggi. CNI 3. Ravegnani-Morosini 5. MIR 522. Bellesia 1b.Questo scudo fu coniato dopo che Alessandro I fu insignito del titolo di Duca dall'Imperatore Mattia. La sigla A R sotto il busto potrebbe riferirsi allo zecchiere mantovano Agostino Rivarolo. Per Bellesia (1995, “La Zecca dei Pico”, p. 169) la moneta sarebbe invece stata ispirata dalla legittimazione di Galeotto a succedere al padre naturale Alessandro, legittimazione concessa dall’imperatore all’inizio del 1617: “Per questo la Fortuna della Mirandola avanza ora con passo sicuro, guardando spavaldamente a tutte le avversità, rappresentate dalle folate di vento che le scompigliano i capelli”. Secondo una diversa interpretazione, invece, Mirandola, abbandonata l’immobilità cui l’aveva costretta l’assenza di un erede di Alessandro, può ora affrontare con sicurezza il mondo, rappresentato dal globo.La sfera indica universalità ed eternità e il cubo, cioè la pietra angolare, la religione, mentre il ramo di alloro dovrebbe simboleggiare la facoltà della Fortuna di premiare chi vuole. Il ducatone (o scudo), probabilmente realizzato su conii incisi dallo zecchiere Antonio Rivarolo (come attesterebbero le iniziali A R sotto il busto al dritto) misura la bellezza di 48 millimetri di diametro per un peso prossimo ai 32 grammi. Si tratta di una delle più belle monete del Seicento italiano, nonché di una delle maggiori rarità della numismatica preunitaria. Eros
    3 punti
  7. Gradirei opinioni e valutazioni in merito a questa mezza corona. Nonostante la circolazione si presenta ancora piacevole e con una delicata patina. Grazie, saluti.
    2 punti
  8. "galeotto fu....il particolare le R scissa" Io continuo a credere che il modello è della seconda metà del XII secolo ciaooooo
    2 punti
  9. Esatto. E si fa come ho fatto io ora con profausto
    2 punti
  10. Gran bel falsone, con legende comunque curate e in stile più che accettabile...
    2 punti
  11. Eccomi qui, finalmente. Vi allego delle scansioni, se necessiatate di altro tenterò in tutti i modi di fornirvelo. L'esemplare in questione pesa g 1,30.
    2 punti
  12. Ti confermo che si tratta del mezzo denaro che ha postato profausto, tratto dal catalogo che ho inserito su questo sito; moneta di tutto rispetto, anche se non in grande conservazione.
    2 punti
  13. probabilmente è quello, ma ho qualche dubbio sulla legenda.... mi pare di intravedere GAL VAL MAXIMIANUS NOB CAES .... forse Galerio? oppure ho le traveggole...
    2 punti
  14. A volte le immagini spiegano meglio di tante parole
    2 punti
  15. Io ho monete papali messe anche molto peggio se e' per quello. Dipende dalla rarita' e dal prezzo. In caso di monete comuni non molto costose si guarda molto alla conservazione....per tante altre no.
    2 punti
  16. Ottimo! Queste sono le vere "pescatine": prezzo basso e dita nera a forza di grufolare dentro ciotole, scatole e barattoli vari... (Con il KRAUSE in testa ) Mi fa ridere infatti quando sui gruppi facebook leggo post di gente che scrive "pescatina del giorno" oppure "pescatina domenicale" e poi vedi monete da 10/20/100 euro e pure di più semplicemente scelte dagli album e vassoi dei venditori...mah. Contenti loro. Saluti Simone
    2 punti
  17. Sesino veneziano, se riesci a leggere alcune lettere sul bordo del lato con la croce si riesce a risalire anche al doge. Mi pare di intravvedere (...)RINVS GR(...) quindi potrebbe essere Marino Grimani. Moneta comunque della seconda metà del '500 piuttosto comune ma pur sempre un pezzo di Storia. ciao Luigi
    2 punti
  18. Venezia, Municipalità Provvisoria (1797), la c.d. "Osella del Lido" URBIS SERVATORIB(US) BENEMAERENS PATRIA AD LITUS EXPLOSIONE REPARATA LA PATRIA RINGRAZIA I SALVATORI DELLA CITTA' , PER AVERLA MESSA IN SICUREZZA DALL'ESPLOSIONE DEL LIDO
    2 punti
  19. SOLA FACTA SOLVM DEVM SEQVOR RIMASTA SOLA SEGUO SOLO DIO Bona di Savoia, Duchessa Madre e Giovanni Galeazzo Maria Sforza ( 1476 - 1481 ), zecca Milano, testone
    2 punti
  20. Bella moneta, in ottime condizioni per la tipologia. Monete coniata al marco in maniera frettolosa per finanziare le ingenti spese del sovrano, presentano dimensioni e peso estremamente variabili. La mia ha pure la legenda incompleta, ma pesa quasi 0,90, sintomo che la produzione andava tutta velocità incurante della qualità della moneta prodotta. Non ho mai visto il mezzo denaro associato.
    2 punti
  21. Buona sera a tutti, Volevo condividere con voi questa meravigliosa piastra di Ferdinando ii del 1841 coniata con il dritto del 10 tornesi, detta "testa grande".. Scusate per le foto non eccelse. A mio avviso è abbastanza rara da trovarsi, soprattutto in conservazioni alte. Vi auguro una buona serata! Filippo
    1 punto
  22. Salve a tutti, sono conscio di essere probabilmente off topic (nel qual caso pregherei il moderatore di spostare il thread nella sezione corretta) ma ho pensato magari qualcuno potrebbe essere interessato o conoscere qualcuno a cui inoltrare l'annuncio di questa posizione curatoriale al British Museum. http://www.jobs.ac.uk/job/AVV625/curator-early-medieval-coins
    1 punto
  23. E' una imbarazzante riproduzione che non ha neanche la pretesa di sembrare originale ne' è d'oro.
    1 punto
  24. Salve @Sixtus85. Personalmente non mi dà una buona impressione, non credo sia autentico e dalle foto dubito che sia anche d'oro. Attendiamo comunque anche altri pareri.
    1 punto
  25. Posta pure ........ e se il buon @profausto dovesse avere bisogno di una mano (ma non credo) il forum c'è .......
    1 punto
  26. Ciao @cisalpina..sembra un quarto di siliqua di Giustiniano, zecca di Ravenna Saluti Eliodoro Vagliviello
    1 punto
  27. Secondo me sì, può essere un refuso. Non ha senso che si passi da un 7,55 ad un 4,50 per poi risalire a 7,03. La svalutazione non poteva essere così marcata. La larghezza è riportata giustamente dal Gardiakos che parla di large diameter. Poi qui abbiamo la prova che forse il Montenegro non sbaglia avendo un gr. 3,71
    1 punto
  28. Buon pomeriggio .... proprio così ... alcuni più di altri. saluti luciano
    1 punto
  29. Io l'ho impostata così...
    1 punto
  30. Marsic Confederation The Social War. Coinage of the Marsic Confederation. 90-88 BC. AR Denarius (19mm, 3.55 g, 8h). Mint in Campania; C. Paapius C.f. Mutilus, moneyer. Series 4. Draped bust of Mars right, wearing slight beard and crested Corinthian helmet with plume at side; viteliú (in Oscan) to left; behind neck, x (mark of value) with pellet above and below / Oath-taking scene: youth kneeling left, head right, holding pig, at which four standing soldiers (two on each side) point their swords; c. paapii. c. (in Oscan) in exergue. Campana, Monetazione, Series 4, 83 (D53/R72); Sydenham 637; HN Italy 425; BMCRR Social War 35–6; Kestner –; RBW 1225 (same dies). Good VF, toned, test cut on edge, old scratches under tone. The revolt of Rome's Italian allies (socii, hence ‘Social War’) broke out toward the close of the year 91 BC and was the culmination of longstanding grievances occasioned by the Senate's inept handling of foreign relations. The Marsi were especially prominent in this movement, hence the name ‘Marsic Confederation,’ which is often applied to the rebel state. The main fighting was in the years 90-89 BC and the rebellion assumed alarming proportions when both consuls for 90 BC were defeated by rebel armies. Rome appeared to be in serious danger of defeat, but the movement collapsed as suddenly as it had begun. The victory was probably achieved largely through the political concession of granting Roman citizenship to the enemy. Thereafter, all of Italy south of the Po was united by this common bond. The coinage of the Marsic Confederation is of great interest, consisting principally of silver denarii, some of which bear the names of the rebel generals. This exceptional specimen records a certain Gaius Paapius [Mutilus], consul of the rebel state and commander of the Samnite forces. Mutilus was defeated by Sulla in the later stages of the war and his subsequent history is uncertain, though it is possible that he survived to extreme old age when a wealthy man described as “a leader of the Samnites during the Social War” was proscribed by the Triumviral government in 43 BC (cf. Appian, Civil Wars, iv. 25). The reverse depicts an oath-taking scene symbolizing the unity of the confederation of Italian states. Interestingly, the entire coin type is closely modeled on an issue of the moneyer Tiberius Veturius whose coinage is dated by Crawford (234/1) to circa 137 BC. Veturius' reverse shows two soldiers taking the oath and is generally interpreted as referring to an agreement made with the Samnites in 321 BC (treaty of Caudium). This would have made it especially appropriate for an issue of the Samnite leader in the Social War.
    1 punto
  31. ciao, è certamente io buone condizioni, probabilmente è SPL , pero'la decentratura anche se abbastanza presente in questo tipo di monetazione, a mio parere penalizza molto la moneta. Per quanto riguarda quella "ossidazione" per ora io non la toccherei e la terrei d'occhio per vedere l'evoluzione. ( se ci sarà)
    1 punto
  32. LE ARGENTIERE DI GROMO E LA MONETAZIONE COMUNALE BERGAMASCA (estratto da una mia conferenza) Questa mia breve esposizione sulle miniere e sulle monete medioevali bergamasche non è volutamente di carattere specialistico; peraltro non sono un esperto di storia delle miniere, per la quale faccio riferimento al lavoro di Gianni Barachetti “Possedimenti del vescovo di Bergamo nella valle di Ardesio”, ma piuttosto un appassionato collezionista delle nostre monete. Cercherò sostanzialmente di inquadrare il periodo storico che lega l’attività mineraria a quella della zecca di Bergamo e di illustrare brevemente le monete. Nel corso dell’XI secolo il potere dei conti, che sono al vertice dell’autorità locale dall’avvento dei carolingi, va sempre più sminuendosi a favore dei vescovi che, spesso in contrasto con il Papato, godono invece del sostegno degli imperatori: già Berengario I nel secolo precedente, poi Ottone II e Enrico II conferiscono ai vescovi di Bergamo dapprima giurisdizione sulla città, poi via via sul territorio circostante fino ai contadi più lontani. Nel 1026 inizia il governo vescovile anche nella valle di Ardesio; nel 1077 è eletto vescovo di Bergamo Arnolfo, filo imperiale e scismatico – sarà più tardi scomunicato – e con lui l’Episcopato, che già gode di diritti di regalìa sui territori della valle, acquista anche quelli sulle miniere di argento. Il primo documento che dà notizia certa sull’esistenza delle argentiere è un atto del dicembre 1077 con il quale un prestanome acquista, per ordine e con il denaro del vescovo, ogni diritto sulle vene di argento possedute nella valle di Ardesio da Otta, vedova del conte Alberico da Martinengo. Dopo un periodo di controversie tra i vescovi che si succedono e gli abitanti della valle; nel 1079 si arriva a una transazione che, legittimando una situazione ormai esistente di fatto, riconosce molti dei diritti conquistati nel tempo dai valligiani; ai loro consoli è conferita la giurisdizione civile della valle, ed essi possono, tra l’altro, costruire fucine e fornelli per l’argento. La valle gode di ampia autonomia nei confronti del vescovo, ma anche nei confronti del nascente comune cittadino, che non ha ancora esteso la sua giurisdizione sul territorio. La decadenza dell’autorità ecclesiastica e imperiale che caratterizza l’ XI secolo determina il fatto che le città incomincino a darsi libere istituzioni: la struttura comunale si basa inizialmente su associazioni volontarie in cui il potere è nelle mani dell’aristocrazia maggiore e di quella minore, che, gravitando spesso intorno ai vescovi, era entrata a partecipare alla vita pubblica. Le famiglie più importanti, costituenti i valvassori e i cives, radunate nelle chiese e in presenza del popolo, discutono di bilancio, manutenzione, custodia, difesa, ed eleggono i rappresentanti ai Consigli di Credenza e Generale, organi supremi dell’amministrazione comunale dopo la decadenza del potere vescovile al quale si affiancavano in origine. Tornando alle vicende della valle, in questo periodo l’attività mineraria (argento, rame, piombo, ferro) costituisce il nerbo della sua economia; in un documento del 1217 viene indicata per la prima volta, seppure in modo vago, la collocazione geografica di una vena di argento: la vena “est in ripa Serii prope Grumo”. L’estrazione dell’argento viene appaltata a società alle quali chiunque lavori versa somme di denaro in funzione dei giorni lavorati e dei materiali utilizzati. Ci sono alcuni documenti al riguardo, ma di controversa interpretazione: sull’indicazione ad esempio di 15 giorni di lavoro, non è chiaro se questo è il tempo massimo consentito per l’estrazione, o il limite al di sopra del quale si diventi affittuari; e anche l’importo di 25 grossi da 4 denari versati periodicamente alla curia quali diritti di estrazione dalle società che lavorano nelle miniere di Gromo non è chiaro a che cosa esattamente si riferisca. I diritti sulle miniere continuano a essere rivendicati dal comune e dall’episcopato: quest’ultimo cerca di difendere il suo potere feudale in disgregazione, il comune di subentrare; i titolari delle imprese estrattive devono rispondere a due padroni e, nella confusa situazione giuridica, cercano ove possibile di sottrarsi a entrambi. Nel 1225 il vescovo si preoccupa ancora di acquistare diritti sulle miniere di argento e di rame che si trovano nel territorio di Gromo e nella valle, dal Ponte nuovo fino alla Scaluggia verso Bondione. Negli anni prossimi al 1230 si susseguono controversie tra il vescovo di Bergamo Giovanni e i comuni di Ardesio e Gromo; quest’ultimo era stato concesso in feudo nel 1226 da Federico II alla famiglia Ginami. Ma in questo periodo vanno maturando importanti avvenimenti: la politica del comune, che nel frattempo ha accresciuto la propria autorità, mira ad avocare a sé la produzione dell’argento per dare avvio all’attività di una zecca cittadina. Contro i capitoli minerari contenuti nello statuto di Bergamo, il vescovo chiede l’intervento papale, che però non avrà successo: il podestà fatto eleggere dal papa viene cacciato dopo che i Rivola e i Suardi, a capo rispettivamente dei partiti guelfo e ghibellino, dopo un lungo periodo di lotte e violenze si accordano e, nel 1230, eleggono a podestà Rubaconte da Mandello, che a sua volta fa promulgare dei capitoli minerari volti al potenziamento della zecca e lesivi dei diritti vescovili. Riguardo all’argento e al rame prodotti in Ardesio e Gromo, i capitoli minerari prevedono che “tutti i metalli del territorio debbono essere portati nella città di Bergamo”, con pene e multe per chi non osservi tale disposizione o “affini o faccia affinare argento fuori dai suburbi della città, ad affinatori che abitino fuori Bergamo, specialmente nell’alta valle Seriana”. Viene ordinato che ogni raffineria allocata in provincia sia distrutta entro 8 giorni dalla promulgazione dello statuto, e i consoli di Ardesio e Gromo vengono vincolati sotto giuramento a far osservare tale disposizione. Gli interventi vescovili e papali contro questi capitoli minerari cadono nel vuoto, tanto che essi ricompaiono nello “Statuto vecchio” della città di Bergamo del 1236: i paragrafi dal 16 al 21 riguardano la legislazione mineraria, e il decimo recita: “Item statuimus et ordinamus quod moneta fiat in civitate Pergami bona et bella et legalis pro communi Pergami”. Che già gli ordinamenti minerari di Rubaconte da Mandello fossero in relazione con l’intenzione di avviare una zecca lo fa pensare il fatto che essi riguardano solo i metalli da coniazione (argento, rame) ed escludano invece il ferro. Nel 1238 gli Annales Placentini Gibellini riferiscono: “Pergamaschi fecerunt monetam novam quae dicitur Pergaminus”. Il periodo di massima floridezza economica del comune di Bergamo, che coincide con quello di attività della zecca, non lo è invece per gli abitanti delle valli: mentre il governo dei vescovi, sostanzialmente limitato all’ambito della città, pur vantando diritti di regalìa sull’estrazione dell’argento, lasciava ampia libertà al contado, il comune fa sentire con più vigore la sua autorità: le valli perdono i loro privilegi e vengono sempre più coinvolte nelle vicende della città. Dopo la chiusura della zecca nel 1302, l’estrazione dell’argento è abbandonata all’iniziativa privata, e la Repubblica di Venezia, che nel 1428 subentra nel territorio, segna il declino di questa attività non più redditizia. Nel 1596 il capitano del popolo Zanne da Lezze, nella sua relazione al senato veneto, parla per Ardesio di sole miniere e officine per il ferro. Nel 1666, poi, una violenta alluvione si abbatte su Gromo e le argentiere, da tempo abbandonate, vengono invase dal fango e distrutte.
    1 punto
  33. Salve @profausto, no, niente traveggole , quella che ho mostrato io è solo un esempio (e non la classificazione definitiva) che ho proposto per identificare la zecca di emissione, dato che al momento l'oggetto della discussione su cui c'erano più interrogativi. Infatti, chiedevo se poteva essere Alessandria d'Egitto la zecca, non se era quella la moneta. Comunque, al D/ la legenda da te indicata è corretta: è Galerio Massimiano come Cesare. Quindi, se c'ho preso sulla zecca ed è Alessandria, la classificazione definitiva di questa moneta dovrebbe essere la seguente: AE radiate fraction, 296-297 d.C. D/ GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES. Busto radiato, corazzato e paludato a destra. R/ CONCORDIA MI - LITVM. L'Imperatore stante a destra, in abito militare, riceve una piccola Vittoria su un globo da Giove stante a sinistra che si appoggia ad un lungo scettro. Segno di zecca in esergo: ALE. Nel campo, segno dell'officina (3° officina). Rif.: RIC VI, p. 667, n° 48b. Moneta comune.
    1 punto
  34. Anche se dello stesso tipo (di fantasia) di un noto bellissimo Cavino, questo a me personalmente sembra più recente, ma sicuramente con più mediocri approssimativi dettagli.
    1 punto
  35. Göbl 577w GALLIENVS AVG AETERNITAS AVG Radiate cuirassed bust right Radiate Sol standing left, raising right hand and holding globe raised in left. Γ in left field.
    1 punto
  36. Ciao Alain. per me è 1700.... anche per che Vitt. Amed. II° (duca) è 1680_ 1713, quindi credo 3° tipo.. però aspettiamo il parere di Silvio.
    1 punto
  37. Ho quasi tutte le monete ordinarie della Lituania (mi mancano soltanto i 2€) perché mi sono state portate da un conoscente che è stato lì in vacanza. Perciò questa è effettivamente la 1a moneta lituana che mi càpita di trovare. Taglio: 1€Nazione: LituaniaAnno: 2015Tiratura: 35.000.000Conservazione: BBLocalità: MilanoNote: trovarle da soli dà più soddisfazione
    1 punto
  38. E' in pessime condizioni ma è tra le monete che raffigurano Asclepio è una delle pochissime che presenta il bastone con il serpente sulla destra (almeno così mi pare) e non sulla sinistra. Peso e diametro, poi, si avvicinano molto...... Septimius Severus. (AE, 5.65 g, 23 mm, 6). Laureate bust right. Rev. Asklepios, as above. NCP p. 32, 4
    1 punto
  39. orpo Ottone, complimenti! se poi alla prossima viene anche @ak72 come tutti speriamo, ci sarà da divertirsi! Le cosiddette "zecche minori" del triveneto hanno un seguito davvero corposo anche qui sul forum! Super! piacere di averti quasi conosciuto. @chievolan e @mfalier , inoltre, saranno di sicuro felici del confronto con @ottone ne sono sicuro.
    1 punto
  40. Vorrei evidenziare la legenda di questa moneta che ritengo essere unica nel genere. La particolarità sta nella determinazione della data di coniazione, nascosta fra le lettere del motto. - Palermo: 6 tarì carlo VI del (1730 o 1734 ?): D/ volto imperatore e legenda"CAROL VI D G R I S A GER HIS SIC REX R/ Sicilia e la legenda " haeC fVnDItVr eX VIsCerIbVs MeIs" cioè fusa dalle mie viscere (LE MINIERE D'ARGENTO SICILIANE DI ALI E FIUMEDINISI), La leggenda annunzia non solo da dove proviene (dalle viscere di Sicilia), ma nasconde tra le righe la data in cui venne coniata: Infatti le lettere della legenda di dimensione maggiore non sono che numeri romani che, sommati, danno l'anno del 1730. Gradirei sapere se esistono precedenti di monete che esplicitino messaggi in maniera "criptica".
    1 punto
  41. C'è un dipinto di Van Wittel non molto dissimile,in quanto a punto di vista.Ed è quasi sovrapponibile.Probabilmente è il punto in cui,nel 1703,nel famoso terremoto appenninico,caddero degli archi e ne furono lesionati altri.Qui,ora,c'è lo sperone dello Stern.
    1 punto
  42. Giusto. Il vero problema è che si vedono molto chiaramente evidenti tracce di limatura intorno a ogni spaccatura del bordo, a differenza ad esempio del dracma partico che avevo postato. Anche per questo chiedevo se sono noti altri casi di monete riconiate che hanno prodotto bordi così frastagliati. Se è un fenomeno abbastanza noto tra l'Iran e l'Anatolia, non posso escludere che un eventuale falsario, magari del posto, lo conoscesse e abbia voluto riprodurlo, magari più rozzamente e in tempi molto pià recenti.....
    1 punto
  43. Buona giornata per quella cifra, io, prenderei 10 Ducati o zecchini veneziani in oro, di dogi diversi ed anche in condizioni di conservazione medio-alta; oppure tante altre tipologie che siano legate alla Storia italiana con la s maiuscola. Gusti personali, ovviamente , ma monete così nuove .... Da sembrare medagliette, non mi dicono molto.... saluti luciano
    1 punto
  44. A riguardo dei tuoi segreti di Pulcinella che ti porti dietro in questa discussione ed in altre ( vedi denario guerre sociali e denari repubblicani, ecc...) e che dici sempre di non voler rivelare, ti informo che sui due denari repubblicani, Giovanni ha evidenziato un bel codolo di fusione in primo piano, senza alcun timore di far conoscere delle " cose segrete " e mettendo a disposizione di tutto il forum e di chi vuole imparare, delle cose che gli possono essere utili in futuro ( chi vuole può andarlo a vedere nella discussione e documentarsi ), nella sua analisi ha definito la moneta souvenir e forse nella sua definizione è stato anche fin troppo magnanimo , chiudo questa parentesi per rimanere in tema di questa discussione, per i due denari repubblicani volendo si può continuare nella sezione giusta.
    1 punto
  45. Quindi di quei famosi dieci Reali, non hai più avuto notizie? Si hai ragione, un momento di aggregazione importante, magari la prossima volta sarebbe piacevole conoscerci e presentarci un po tutti, giusto per dare un volto a noi romanzieri numismatici... Eros p.s. Non badare, capiteranno altre occasioni..
    1 punto
  46. il mio Argo (Merlino). in piazza san marco a venezia. atteggiamento dogale, per l'occasione
    1 punto
  47. Nella mia,ormai,pluridecennale attività di studioso di numismatica e di collezionista,ho imparato che,certe monete,ti passano davanti,nella vita,due-tre volte.E non più.Bisogna stare sempre sul pezzo e giocare sempre le proprie carte.Ho perso alcune monete per un nulla.Ad esempio il giulio S.V. 1740,perchè, in quel momento,il cellulare non aveva campo...ad un prezzo STRACCIATO.Me lo ricorderò finchè campo.
    1 punto
  48. Bhe, da collezionista e amante della materia, se me lo potessi permettere lo acquisterei al volo, se tutto apposto. Io non penso minimamente poi a rivendere... Ma a gustarmele e rigustarmele allo sfinimento...io lo collezionare lo interpreto così. Skuby
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.