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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/19/16 in tutte le aree
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Salve a tutti. Quest’oggi volevo approfondire un tema storico, forse ultimamente messo un po’ da parte, che riguarda molto da vicino la politica espansionistica di Carlo I d’Angiò (1282 – 1285, come Re di Napoli). Carlo I era di stirpe reale: era infatti figlio del Re di Francia Luigi VIII, mentre suo fratello sarà il futuro San Luigi IX. I suoi rapporti con l’Oriente erano già molto vivi ancor prima di arrivare ad impossessarsi della corona napoletana: nel 1248, infatti, Carlo, con i titoli di Conte d’Angiò, del Maine, di Provenza e Forcalquier, accompagnò suo fratello, il Re Luigi IX, durante la Settima Crociata, in Egitto, governato all’epoca dalla dinastia araba degli Ayyubidi. Questi ultimi, nel 1245, l’anno prima che Carlo fosse elevato a Conte d’Angiò, avevano conquistato Gerusalemme con i suoi luoghi santi, all’epoca ancora oggetto di numerose contese tra mondo cristiano e mondo musulmano. Il loro potere, poi, si era esteso anche in Egitto, costituendo un serio pericolo per le potenze europee che si affacciavano sul Mediterraneo. Inoltre, questa occasione offriva un ottimo pretesto per ritornare in Oriente e ritagliarsi dei possedimenti personali da assoggettare a dinastie cosiddette franche. Dopo un breve scalo a Cipro, tappa obbligatoria per le flotte che dall’Europa si dirigevano in Oriente, Carlo raggiunse l’Egitto nel 1249, partecipando alla vittoriosa conquista di Damietta. Nel febbraio del 1250, però, fu protagonista, insieme al fratello Luigi e ad altri membri della famiglia reale francese, della disastrosa disfatta di Mansura, a seguito della quale sia Luigi IX che Carlo stesso furono annoverati tra i prigionieri dei musulmani, diventando così molto più preziosi per i nemici di ogni possibile bottino di guerra. Infatti, dopo una breve prigionia, sia il Re di Francia che suo fratello Carlo d’Angiò furono rilasciati dietro pagamento di un pesante riscatto. Carlo decise che la sua avventura crociata nei territori dell’Outremer poteva dirsi conclusa: nel 1251 fece ritorno in Francia, anche a seguito di alcune rivolte che si stavano sviluppando nei suoi territori. Negli anni seguenti, Carlo si dedicò agli sviluppi politici della Francia e degli altri Stati limitrofi, intromettendosi in varie questioni ereditarie da cui uscì spesso con il raggiungimento di un proprio tornaconto personale. Non trascorse però molto tempo che Carlo fu invischiato negli affari italiani: nel 1261 era stato eletto al soglio pontificio Papa Urbano IV che era di origini francesi. La situazione politica in Italia non era delle migliori: Manfredi di Svevia, Re di Sicilia, ambiva a conquistare l’Italia intera, il che equivaleva ad una minaccia seria e preoccupante per il pontefice, il quale tentò di ingraziarsi il sovrano svevo intraprendendo la via diplomatica che, ahimè, non portò a nulla di concreto. Così, Urbano IV reagì pesantemente scomunicando Manfredi, il che comportava la perdita di ogni diritto sul trono di Sicilia. Il Regno dell’Italia Meridionale, per antiche norme di diritto feudale, ritornava nelle mani del Papa che ne disponeva al meglio. In questo caso, Urbano decise di affidarne la corona a Carlo d’Angiò, forse con lo scopo di favorire la casata reale della sua terra d’origine. Mentre Carlo si recava a Roma per essere insignito del titolo di Senatore, Urbano IV morì di lì a poco nel 1264. Gli successe Clemente IV che continuò la politica anti-sveva del suo predecessore: egli accolse Carlo con il suo seguito nel 1265 e lo incoronò a Roma Re di Sicilia. Manfredi, intanto si organizzò per l’imminente scontro, poiché non aveva nessuna intenzione di rinunciare ai suoi diritti sul trono siciliano, nonostante fosse ormai ufficialmente decaduto. Da questo momento in avanti, è risaputo cosa avvenne e come Carlo conquistò la corona dell’Italia Meridionale: il suo esercito, forte di quasi 30.000 uomini provenienti dalla Francia, supportato dai Baroni che si erano ribellati a Manfredi, sbaragliò le forze sveve sul fiume Calore nei pressi di Benevento. Era il 26 febbraio 1266 il giorno esatto in cui lo Stato più esteso della penisola italiana assistette all’ultimo bagliore della gloriosa casata sveva e, nello stesso istante, all’ascesa di un nuovo padrone, la cui discendenza, tra bene e male, contribuì allo sviluppo della parte continentale del Regno impegnandosi con uno sforzo senza precedenti. Fu proprio con Carlo I che Napoli fu scelta come capitale del Regno, soprattutto dopo che, con la rivolta dei Vespri Siciliani, la parte insulare dei suoi nuovi possedimenti si era ribellata, scacciando i Francesi visti come despoti votati al sopruso. Ed in effetti la politica di Carlo I, ancor prima di diventare Re, era stata sempre molto dura e, a tratti, dispotica: nel riorganizzare l’assetto amministrativo del Regno appena conquistato con le armi, il sovrano angioino tolse molte delle antiche prerogative alla nobiltà locale per affidarle invece a membri più o meno illustri provenienti da altre parti d’Italia e d’Europa, favorendo con un occhio di riguardo i mercanti ed i banchieri toscani. Il Regno non fu però pacificato del tutto prima del 1268, anno in cui Carlo sconfisse a Tagliacozzo le ultime truppe rimaste fedeli agli Hohenstaufen nella persona di Corradino, nipote di Manfredi. Con la sconfitta e la decapitazione di Corradino a Napoli, Carlo d’Angiò divenne ancor più ferreo nel suo governo: portò alla rovina molti nobili locali per poi sostituirli con i più fedeli tra i Baroni francesi. Gli Svevi, poi, a differenza degli Angioini, avevano sempre mantenuto ottime relazioni pacifiche con gli Arabi, il che aveva scatenato l’ira di più di un pontefice. Con l’avvento di Carlo I a Napoli le cose cambiarono e fu in questo momento che il Nostro, dopo aver assicurato la stabilità nei suoi nuovi territori, pose rinnovata curiosità verso l’Oriente. Luigi IX, nonostante l’esito estremamente negativo registrato alla fine della Settima Crociata, spinto dalle sue convinzioni religiose e da una fedeltà al Papa quasi fanatica, era già pronto ad intraprendere quella spedizione, questa volta contro la Tunisi del califfo al-Mustansir, che sarebbe passata alla storia come Ottava Crociata. Ed anche questa volta il buon Carlo vi partecipò: i motivi della sua partecipazione, poco entusiasta a causa forse della prigionia subita verso la metà del XIII secolo in Egitto, si devono probabilmente ricercare nel fatto che, da Tunisi, al-Mustansir, vecchio alleato di Manfredi e quindi nemico del nuovo Re Carlo, poteva tenere sotto scacco sia la Sicilia che il Regno di Napoli. Carlo era quindi molto più pragmatico di suo fratello e riuscì a intravedere ottime opportunità per il suo Regno accodandosi alla farsa della Crociata. Infatti, morto nel 1270 Luigi IX per una violenta forma di dissenteria, Carlo, come parente più prossimo, assunse il comando della Crociata che si trasformò più in una guerra personale: alla fine, in quello stesso anno, il sovrano Angioino stipulò un nuovo trattato con il califfo e, ottenuti i rimborsi delle indennità di guerra da parte del nemico, rientrò in Sicilia quello stesso anno. Ma i progetti che più attanagliavano la mente di Carlo I si manifestarono già prima dell’Ottava Crociata. Alleandosi con l’Imperatore latino di Costantinopoli Baldovino II, ormai in esilio, attraverso un’oculata politica matrimoniale (fece infatti sposare sua figlia Beatrice con il figlio di Baldovino nonché suo successore, Filippo di Courtenay), l’Angioino mirava alla conquista graduale del trono costantinopolitano. Questa sua sete di conquiste dovette sfogarsi al di là dei confini nazionali, poiché in Italia non poteva unificare gli altri territori della penisola, rischiando altrimenti di incorrere nell’ira del Papa, rischiando di fare la stessa fine dello scomunicato Manfredi. I regni orientali, invece, facevano ancora gola ai sovrani occidentali, poiché ancora floridi e ricchi, nonostante l’epoca d’oro delle Crociate era finita da un po’. Alla riconquista latina di Costantinopoli e del suo ricco Impero volle partecipare anche il Principe d’Acaia Guglielmo II di Villehardouin, il quale diede in sposa sua figlia ed erede Isabella al figlio di Carlo, Filippo. Questi divenne Principe d’Acaia a partire dal 1278, quando Guglielmo II morì e Isabella entrò in possesso dei territori paterni come prevedevano gli accordi. Da questo momento in poi, l’Acaia spetterà di diritto agli Angioini. Un primo passo, quindi, per l’espansione angioina in Oriente era già stato compiuto. Attraverso questa politica matrimoniale, Carlo I poteva muovere i fili del potere anche all’estero, senza però essere coinvolto in prima persona, mantenendo apparentemente il controllo del solo Regno di Napoli, di cui era sovrano titolare. Nonostante la conquista di Costantinopoli sembrava per Carlo a un passo dalla realizzazione, i suoi piani furono bloccati a causa dell’alleanza religiosa che Michele VIII Paleologo, Imperatore di Bisanzio, strinse con il nuovo Papa Gregorio X, il che portò ad un arresto temporaneo della campagna intrapresa da Carlo I contro i Bizantini. La situazione precipitò con lo scoppio dei Vespri Siciliani del 1282 che costrinsero il sovrano ad abbandonare l’Albania e a tornare in Sicilia per sedare la rivolta. Mentre era ancora in corso la progettata conquista di Costantinopoli, Carlo non mancò di andare oltre Bisanzio e di mirare ancora più lontano, ovvero alla stessa capitale di quello che era stato il Regno latino omonimo più importante creato dopo la fine della Prima Crociata nel 1099: Gerusalemme. Dopo la morte di Corradino, nel 1268, che era titolare del Regno di Gerusalemme, i diritti al trono di un Regno che era solo l’ombra di quello che era stato in passato furono contesi da varie casate occidentali, tra questi la spuntò alla fine quella dei Lusignano di Cipro. Alla fine del XIII secolo, quando ormai la riscossa musulmana aveva portato all’annientamento uno dopo l’altro di tutti gli Stati che i Crociati avevano fondato in Outremer, il titolo di Re di Gerusalemme, ridotto ad una pura formalità, era stato rivendicato però anche da altre famiglie. Tra queste spiccava la dinastia dei Principi di Antiochia nella persona di Maria, figlia di Boemondo VI, ultimo Principe effettivo di questo Stato crociato. Ella vantava diritti dinastici sul trono di Gerusalemme: infatti, per via paterna, era discendente del Re Baldovino II, in quanto la figlia di questi, Alice, aveva sposato Boemondo II d’Antiochia, antenato in linea diretta di suo padre. Suo nipote, Ugo III di Lusignano, riuscì però ad impadronirsi del titolo, lasciando a mani vuote Maria d’Antiochia, la quale, nel 1277, vedendosi sconfitta, vendette i suoi diritti sul trono gerosolimitano proprio all’ambizioso Carlo I d’Angiò. Da questa acquisizione non furono ricavati però nuovi territori in Oriente per la Corona angioina: molte città costiere che erano sopravvissute agli attacchi dei musulmani avevano giurato fedeltà ad Ugo III. Un tentativo fu comunque intrapreso da Re Carlo per far valere i suoi diritti appena comprati: nel giugno di quello stesso anno 1277 una flotta siciliana comandata da Ruggero Sanseverino approdò nel porto di San Giovanni d’Acri, ultima fortezza rimasta in mani cristiane lungo la costa siro-palestinese (cadrà poi solo nel 1291), chiedendo udienza al comandante della piazzaforte, il Gran Maestro dell’Ordine cavalleresco degli Ospitalieri. Ruggero, con abili mosse diplomatiche, riuscì alla fine di una lunga trattativa a convincere l’Ordine che controllava la città a riconoscere Carlo come legittimo Re di Gerusalemme. Questo fu l’unico successo registrato dall’Angioino a seguito dell’acquisizione del titolo orientale. Proprio per rendere esplicito tale traguardo, nello stemma araldico degli Angioini di Napoli figurò la croce potenziata di Gerusalemme (fig. 1). Fig. 1: Arme di Carlo I d'Angiò dopo il 1277. Di Heralder - Own work, elements by Sodacan & Katepanomegas, CC BY-SA 3.0. Un evento così importante per la storia degli Angioini sovrani di Napoli non poteva non essere commemorato anche con un’apposita serie monetale. In politica economica, almeno in Sicilia e nelle zecche minori dell’Italia Meridionale continentale, Carlo I seguì senza particolari modifiche il sistema monetario svevo, continuando a curare, nel caso di nostro interesse, l’emissione di denari in mistura (che in realtà erano ridotti ad una lega di rame quasi puro). La serie, che ora vedremo, si compone di soli due nominali: il doppio denaro, molto raro, ed il denaro. Entrambi i nominali furono coniati a Messina nel 1278, quindi pochi anni prima della rivolta dei Vespri Siciliani e l’anno successivo all’acquisto del titolo gerosolimitano da Maria d’Antiochia. Forse, prima di rendere la cosa ufficiale, Carlo attese il buon esito della spedizione di Ruggero a San Giovanni d’Acri per assicurarsi che almeno una tra le più importanti città latine d’Oriente l’avesse riconosciuto come sovrano. Questa serie che celebra l’investitura del Re a sovrano titolare di Gerusalemme è una delle poche, se non l’unica, nel vasto panorama dei denari angioini, che si può datare con precisione ed attribuire ad una zecca. Nello stesso anno 1278, Carlo I, su modello di quanto già fatto in Francia da suo fratello Luigi IX, con una riforma monetaria, chiuse tutte le altre zecche regnicole e impose la coniazione del circolante nella sola capitale Napoli. 1. D/ + KAROL • IERVSALEM Croce ornata con globetti alle estremità di ogni braccio, racchiusa in doppio circolo perlinato. R/ + ET • SICILIE • REX Giglio a tutto campo, circondato da tre globetti e racchiuso in doppio circolo perlinato. SPAHR 1976, p. 236, n° 55 (illustrato alla tav. XXVIII). Doppio denaro in mistura (dati ponderali indicati in Spahr: 1,33 g. – 19 mm.). Rarità: RR – RRR. Fig. 2. Fig. 2. Doppio denaro dal peso di un grammo. Ex Artemide XLVI, lotto 548. 2. D/ + KAROL • IERVSALEM Croce ornata con globetti alle estremità di ogni braccio, racchiusa in circolo perlinato. R/ + ET • SICILIE • REX Giglio a tutto campo, circondato da tre globetti e racchiuso in circolo perlinato. SPAHR 1976, p. 236, n° 56. Denaro in mistura (dati ponderali indicati in Spahr: 0,60 g. – 16 mm.). Rarità: C. Fig. 3. Fig. 3. Denaro dal peso di 0,96 g. Ex Artemide XLVI, lotto 549. Letture consigliate per approfondire: · BENIGNO Francesco - GIARRIZZO Giuseppe, Storia della Sicilia, vol. 3, ed. Laterza, Roma-Bari, 1999. · FROUSSARD Giovanni Battista, Osservazioni sulla Storia ed intorno a Pietro Giannone ed a Carlo I d’Angiò, Ducale Tipografia Bertini, Lucca, 1833. · LÉONARD Émile G., Les Angevins de Naples, Presses Universitaires de France, Paris, 1954. · SPHAR Rodolfo, Le monete siciliane dai Bizantini a Carlo I d’Angiò (582 – 1282), Zurich – Graz, 1976. · TRAMONTANA Salvatore, Il Mezzogiorno medievale, Carocci, Roma, 2000. P.S.: Perdonate il tedio e buona lettura!6 punti
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e quest'altra... Taglio: 20 cent Nazione: Vaticano Anno: 2004 Tiratura: solo in divisionale Conservazione: BB Località: Milano6 punti
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e per finire, le due migliori: Taglio: 20 cent Nazione: Monaco Anno: 2003 Tiratura: 100.000 Conservazione: BB Località: Milano4 punti
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Ma non posso tradire la mia natura che mi fa prediligere la moneta piccola, destinata al popolo ma spesso anche all'anonimato numismatico. L'origine famigliare, la considerazione e il rango ottenuto dai padri erano il giusto lustro e decoro per i figli. A Guastalla Ferrante II Gonzaga volle ricordare il padre Cesare ed enfatizzarne gloria e valore. Troviamo il riferimento all'illustre genitore in due sesini il cui verso recita: IMAGO PATRIS GLORIA FILII, l'immagine del padre è motivo di onore (gloria, vanto o fama) per il figlio. nel primo il dritto presenta la figura di Santa Caterina con foglia di palma e ruota dentata e la legenda FER:G:D:G: S:CATHER: nel secondo il dritto presenta il monogramma FDVG, coronato e, nel giro, FERDINANDVS:GON Ma questo riferimento alle antiche virtù lo troviamo anche nei grandi nominali dei Gonzaga di Guastalla; un esempio è l'impressionante ducatone datato 1622, firmato da Luca Xell. Il verso presenta la statua di Ferrante I Gonzaga mentre uccide l'invidia, opera di Leone Leoni e ancora visibile (spada a parte) nella piazza antistante il palazzo ducale di Guastalla. La legenda recita SIMVLACRVM AVITAE VIRTVTIS, immagine della virtù degli avi. E con questa esco..... un caro saluto Mario3 punti
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Monetazione di Leopoldo II di Lorena, ultimo Granduca di Toscana (1824-1859) Francescone o Scudo da 10 Paoli. Zecca Firenze. Dall'Asta NAC 76 lotto 78 del 10 dicembre 2013. D/ LEOPOLDVS II.D.G.P.I.A.P.R.H.ET B.A.A.MAGN.DVX ETRVRIAE ( Leopoldo 2° Dei Gratia. Principe Imperiale d'Austria. Principe Reale d'Ungheria e di Boemia. Arciduca d'Austria. Granduca di Toscana). Busto giovanile a destra, sotto il collo il nome dell'incisore A.FABRIS.F. e l'armetta, scudo ottagonale trinciato, dello zecchiere Cosimo Ridolfi. R/ SVSCEPTOR NOSTER DEVS (DIO È IL NOSTRO SOSTEGNO) Salmi,8,12. Stemma di forma sannitica inquartato e coronato caricato di scudetto partito sovrapposto a croce di Santo Stefano e circondato dal Toson d'oro e altri due ordini cavallereschi della Imperiale e Reale casa d'Asburgo-Lorena di Toscana. A sinistra: Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, fondato nel 1561 dal Duca Cosimo I de' Medici. A destra: Ordine del Merito di San Giuseppe "patrono della Toscana" e istituito da Ferdinando III il 9 marzo 1807. In esergo PISIS 1830. Nel taglio in rilievo.QVATTRO FIORINI..DIECI PAOLI.3 punti
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Comunico che oggi nella località di Trebula Suffenas l'Accademia Italiana di Studi Numismatici ha eletto come nuovo presidente Roberto Ganganelli, che subentra al dimissionario Giuseppe Ruotolo.2 punti
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Ultimo arrivo ... si tratta di un due grossi di Emanuele Filiberto del I tipo con lo scudo piccolo. Forse un poco troppo pulita presenta però rilievi alti e, per la tipologia, una impronta fresca. Queste monete venivano impresse solitamente su dei tondelli poco curati e presentano molti difetti di conio, fratture e raramente si trovano ben centrate o senza ribattiture. Come già detto da altri utenti non è una moneta che si vede spesso, quindi sono contento di poterla inserire in collezione. Il due grossi è una tipologia utilizzata poco nella monetazione sabauda, con la stessa rappresentazione ha cominciato Carlo II ed ha terminato con Emanuele Filiberto. Proprio quest'ultimo li ha coniati sia da conte d'Asti (molto più belli e curati rispetto ai successivi) che come duca e si trovano con le sigle PI PF PIF. Questo esemplare del peso di 2,86 gr. presenta appunto le sigle PIF Sono sicuro che la moneta sarà apprezzata da chi come me ha piacere di vedere le nostre predilette savoiarde e attendo i vostri pareri... Chiedo scusa per le immagini, ma la fotocamera mi è stata sequestrata dalla prole ed ero impaziente di postarla, quindi mi sono dovuto accontentare del mio vecchio cellulare....2 punti
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Tra guerre; tarda primavera, 1939. Britannico re George VI e Queen Elizabeth visitò il Canada e ha fatto una capatina negli Stati Uniti—primo mai per un monarca regnante britannico. Gli scolari canadesi ci hanno dato ciascuno una medaglia di bronzo marcatura la visita reale. Le medaglie hanno avute due diritti distintamente differente, con l'esempio che segue è la versione "locale" (Thomas Shingles), su cui i ritratti toccare il bordo. (La versione di Percy Metcalfe c'è uno spazio tra cerchio e ritratto). Le medaglie di visitare Royal erano lezioni di geografia fantastica—meravigliosamente dettagliata—e naturalmente nel 1939 quando erano nuove e lucenti erano molto come i festeggiamenti che hanno partecipato a quelle settimane felice di fondo rituale e celebrazione. Ma ci sono voluti nessun talento speciale di discernere il motivo cuore duro che Meister la visita reale in Canada, o il viaggio di lato in America. Europa è stato andare in guerra, e l'impero britannico si stava preparando. Che ha prestato qualche ironia sgradito al dollaro 1939 ha colpito per celebrare la visita reale, perché edificio del Parlamento del Canada con la sua nuova torre centrale—la "Torre di Pace”—dominato relativo inverso. C'è un'altra moneta con una connessione per la visita reale e forse il momento più triste... alla fine. Bluenose—icona canadese e allora nuovo residente della relativa parte di 10-cents—fu tra le navi si sono riunite nel porto di Halifax quel tardo pomeriggio del 15 giugno 1939 quando il re britannico e la regina lasciò il liner Empress of Britain. Che momento addio deve essere stato dal ponte di Bluenose, in piedi alle sue rotaie, con forse un barlume di consapevolezza del disastro della birra in Europa, guardando Empress of Britain lentamente lasciare il porto e rendono il mare aperto, verso casa. Naturalmente, non ci sarebbe che la scorsa estate in tempo di pace del 1939, ma settembre sarebbe venuto. Empress of Britain sarebbe essere silurata e affondato nell'autunno seguente. Bluenose sarebbe sopravvissuto alla guerra, ma non di molto—e con poco della sua dignità ex. Eccola nel suo periodo di massimo splendore, tra due guerre. v. ---------------------------------------------------------- Between-the-wars; late Spring, 1939. British King George VI and Queen Elizabeth visited Canada and made a side-trip to the United States—first ever for a reigning British monarch. Canadian schoolchildren were each given a bronze medal marking the Royal Visit. The medals had two distinctly different obverses, with the example below being the “local” (Thomas Shingles) version, on which the portraits touch the rim. (On the Percy Metcalfe version there is a space between rim and portrait.) The Royal Visit medals were terrific geography lessons—wonderfully detailed—and of course in 1939 when they were new and shiny they were very like the festivities that attended those happy weeks of cross-country ritual and celebration. But it took no special talent to discern the hard-hearted reason that underlay the Royal visit to Canada, or the side-trip to America. Europe was going to war, and the British Empire was preparing itself. Which lent some unwelcome irony to the 1939 dollar struck to celebrate the Royal Visit, because Canada’s Parliament building with its new central tower—the “Peace Tower”--dominated its reverse. There is another coin with a connection to the Royal Visit, and to maybe its saddest moment…its end. Bluenose—Canadian icon and then-new resident of its 10-cent piece—was among the ships gathered in Halifax Harbor that late afternoon of 15 June 1939 when the British King and Queen departed on the liner Empress of Britain. What a moment good-bye must have been from the deck of Bluenose, standing at her rails, with maybe a glimmer of awareness of the disaster brewing in Europe, watching Empress of Britain slowly leave the harbor and make for open water, homeward. There would be that last peacetime summer of 1939, of course, but September would come. Empress of Britain would be torpedoed and sunk the following autumn. Bluenose would survive the war, but not by much—and with little of her former dignity. Here she is in her heyday, between-the-wars. v.2 punti
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Tra gli ultimi acquisti entrati in collezione vi vorrei oggi presentare due affascinanti mezzi dollari della tipologia Seated Liberty (la mia preferita in assoluto), accomunati dalla presenza di frecce ai due lati della data. Tali frecce, avevano all'epoca il compito di segnalare una intervenuta variazione nel peso delle monete e dunque del relativo contenuto di metallo prezioso. Il primo esemplare è del 1854, coniato nella zecca di New Orleans in 5.240.000 esemplari. La conservazione non è certo ottimale, tuttavia per chi come me, colleziona per data e zecca, è spesso necessario accontentarsi..2 punti
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Salve ho preso la mia prima moneta un po più "seria" ercole I 1471-1505 grossone. sapreste darmi delle info di questa moneta? sia storiche che eventuali curiosità anche in tema di falsi. esistono anche delle versioni non in argento?2 punti
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Dopo tante monete papali con proclami di fede e di carità manca la moneta che testimonia ciò che la controriforma rappresentò per le terre riformate sottoposte alla “rieducazione” imperiale. Manca e la voglio riproporre (venne presentata da @fratelupo in una discussione di qualche anno fa) perché emblematica e storicamente significativa, oltre che molto ricercata dai collezionisti. A coniarla fu il duca Cristiano di Braunschweig e Luneburg, che, durante la guerra dei trent’anni, tra atrocità di ogni genere, cercò di sostenere la resistenza protestante contro la “normalizzazione” imperiale, che aveva già eliminato ogni traccia di riforma nella Stiria e nella Boemia. Cristiano di Braunschweig nel 1622, fece battere questo tallero fondendo il tesoro del duomo di Paderborn e in particolare lo scrigno di epoca medievale che custodiva le reliquie di San Liborio. La moneta mostra al diritto la scritta che l’ha resa famosa: “GOTTES FREVNDT DER PFAFFEN FEINDT”, ovvero “È amico di Dio chi è nemico dei preti”; sul giro si trovano i titoli di Christian, duca di Braunschweig e di Luneburg. Al rovescio, nel campo, si vede un braccio corazzato armato di una spada che esce da una nuvola: si tratta del braccio armato di Dio, pronto a colpire i nemici della Riforma e, nel giro, oltre alla data 1622, si legge la scritta in francese “TOVT AVEC DIEV”, “Tutto con Dio”.2 punti
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Salve a tutti. Bella moneta. Dalle domande mi sembra che tu nutra dei dubbi sulla moneta. Dalle foto pare originale. Bella la scena di San Giorgio che uccide il drago ma Ercole I ci ha abituato a dei bei rovesci. Il MIR la riporta NC al n° 257.2 punti
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Da quanto capito attraverso l'intervento di @villa66, la moneta in questione ha comunemente debolezze di conio. In Italia Gigante scriverebbe "moneta di seconda classe" immagino. Penso che ciò vada tenuto in conto nella valutazione. In ogni caso riporto da wikipedia: AU50 (about uncirculated o almost uncirculated): dal 50 al 100% della superficie della moneta ha perso la lucentezza e la freschezza originarie. Tracce di usura sono visibili ad occhio nudo sui rilievi più alti. In ogni caso per quanto riguarda la prima moneta postata credo non si possa ritenere abbia più del 50% della superficie coperta da lustro. Ora si tratterebbe di capire dove collocarla nella scala dell'XF (EF) EF40 o XF40 (extremely fine): circa il 90% dei dettagli originali è pienamente apprezzabile EF45 o XF45 (extremely fine): circa il 95% dei dettagli originali è pienamente apprezzabile Non conoscendo bene la moneta esprimermi in tal senso non mi è possibile anche perchè fra il 90% ed il 95% la differenza è minima. Secondo me ci vorrebbe sicuramente una visione diretta (oltre che l'esperienza) per capire dove si tratta di debolezza e dove di usura. Attraverso le foto voi riuscite a collocarla? Nelle foto l'esemplare di @claudioc47 sembrerebbe non presentare tracce di usura sui rilievi maggiori (in realtà parrebbe scevro anche di debolezze di conio) ma, leggendo le definizioni della scala Sheldon: AU58 (about uncirculated o almost uncirculated o anche borderline BU): le tracce di usura sui rilievi maggiori sono apprezzabili esclusivamente sotto una inclinazione di luce radente. La lucentezza originale della moneta è assente in meno del 10% della superficie della moneta. Guardando il video la moneta è certamente piena di lustro. E' anche vero che il 10% e pochissimo. Credo ci possa dire solo Claudio in merito perchè l'assenza di usura non basta per collocarla nella scala dell'MS. Una volta stabilito che conserva pienamente la freschezza originaria andrà valutata la quantità di segni di contatto che la moneta si è procurata in zecca. Qualche segno di contatto io ce lo vedo, ma rado; inoltre credo sia da considerare un conio fuori dal comune date le premesse. Insomma io la collocherei (a meno che Claudio non riveli che una parte della moneta ha perso lustro) a metà fra questi giudizi: MS64-65 (mint state): moneta non circolata che non presenta la minima traccia di usura e che presenta solo radi graffietti microscopici o segni di contatto. MS66-68 (mint state): moneta che non solo non ha mai circolato e presenta pochi segni di contatto o imperfezioni ma è caratterizzata da una eccezionale perfezione di conio Azzardo dunque un MS64/65. E' solo il mio discutibile parere ed aspetto di capire se ho sbagliato in qualche modo nel mio ragionamento. Buon week end e complimenti ad entrambi per le comunque invidiabili monete.2 punti
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ciao @Teus I, ho approvato le tue immagini sulla scheda del catalogo ora sono visibili http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RENAQ/32 punti
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Salve a tutti! Ho visto solo monete moderne e contemporanee, prevalentemente in oro ed argento e con motti e leggende davvero interessanti. Vorrei presentarvi, quindi, l'opposto, ossia una moneta che apparentemente non dovrebbe nemmeno stare in questa discussione, tuttavia provo ad inserirla... Si tratta di un tondello in rame, completamente medievale e senza motti o leggende. D'altronde, come già ben saprete, le immagini nel Basso Medioevo parlavano molto meglio del testo scritto, soprattutto perché la maggior parte della popolazione era analfabeta. Vorrei postare un tondello con al dritto una testa di leone con lo sguardo severo, sempre vigile e quasi ipnotico, simbolo del potere temporale e del controllo, e nel verso un palmizio con datteri, simbolo dell'identità, della vittoria e della pace ottenuta. Avrete sicuramente già capito che si tratta di un trifollaro anepigrafe di Guglielmo II d'Altavilla, detto il Buono (1166-89), in cui parlano solo le immagini. Vorrei ricordare che durante il regno Guglielmo II abbiamo un progressivo impoverimento del contenuto d'argento nei diversi nominali coniati dalla zecca di Palermo. Tale processo e da ricondurre prevalentemente all'aumento del costo dell'argento della seconda metà del XII secolo. Conseguentemente si coniò quantità molto elevate di tondelli in rame, quindi trifollari, follari, mezzi follari e frazioni di follaro. Saluti2 punti
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@luca1997... lascia tempo al tempo..... vedrai che anche tu sarai utile a nuovi iscritti...!2 punti
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Salve @Polemarco , le Cohors inizialmente si dividevano in Urbane e Praetorie , le urbane operavano prevalentemente a Roma e nelle Citta' ma in casi eccezionali anche in guerra , le Praetorie erano a completa disposizione dell' Imperatore e lo accompagnavano anche in guerra quindi non erano stabilmente nell' Urbs , erano in pratica l' elite dell' esercito romano , questo almeno fino al 312 quando con Costantino questo corpo fu sciolto . Comunque a parte le due Cohors , il fatto piu' importante del diploma militare che riguarda il matrimonio , e' che il soldato a qualsiasi ordine appartenesse , pur per legge non potendo contrarre matrimonio , si legava nel corso del servizio militare ad una donna detta hospita , focaria oppure ad una schiava spesso dopo averla affrancata potendo aver con la stessa concepito dei figli che inizialmente portavano il nome della madre , almeno fino alla fino alla fine del servizio militare del padre , ma che con il congedo di questi , queste donne e gli eventuali figli potevano essere premiati anch' essi con la cittadinanza romana , ma questa legalizzazione ufficiale era formalizzata solo al momento del congedo del militare con l' emissione del relativo diploma di "honesta missio" , autorizzato dall' Imperatore in persona .2 punti
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taglio 2 euro cc paese malta anno 2014 A tiratura 432.500 condizioni bb+ città trieste note News!!!!!!2 punti
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Ho da poco acquistato questo 5 baiocchi 1852 Bologna nella variante con contorno rigato, R3/R4 a seconda dei cataloghi. La rigatura è evidente su tutto il bordo, la conservazione è bassa, sembra poi che sia stato impresso male in fase di conio, comunque è una moneta assai rara.1 punto
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http://www.ebay.it/itm/10-Rubel-1911-Jahr-Nikolai-II-Russland-/172413549201?hash=item2824a5fa91:g:gmgAAOSwHMJYKdnW http://www.ebay.it/itm/Francescone-1777-Jahr-Pietro-Leopoldo-Italien-/172413557781?hash=item2824a61c15:g:9IsAAOSwKOJYKLdI http://www.ebay.it/itm/Ducato-1719-Jahr-Rinaldo-I-Modena-Italien-/172413557123?hash=item2824a61983:g:lsgAAOSwHMJYKLD2 http://www.ebay.it/itm/Tallero-1796-Jahr-Ercole-III-dEste-Modena-Italien-/172413557555?hash=item2824a61b33:g:8aYAAOSwKOJYKLc4 http://www.ebay.it/itm/40-Lire-1815-Jahr-Maria-Luigia-Parma-Italien-/172413557947?hash=item2824a61cbb:g:MjEAAOSwr2RYKMH2 http://www.ebay.it/itm/Scudo-1823-Jahr-Leo-XII-Sede-Vacante-Papstliche-Staaten-Italien-/172413548344?hash=item2824a5f738:g:EFwAAOSw5cNYKLAc http://www.ebay.it/itm/4-Franken-1814-Jahr-Luzerne-Schweiz-/172413568479?hash=item2824a645df:g:5kwAAOSwal5YFOtU http://www.ebay.it/itm/Scudo-1706-Jahr-Ferdinand-Charles-Mantova-Italien-/172413557061?hash=item2824a61945:g:CkAAAOSwXeJYKK7t http://www.ebay.it/itm/5-Lire-1848-Jahr-Lombardei-Italien-/172413549445?hash=item2824a5fb85:g:a10AAOSwal5YKLOu anche il tipo Rami Lunghi!!!!!!!!!!! Con un pò d'usura fatta nei punti giusti ed una patina costruita....................1 punto
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Buonasera concordo con Sixtus78 che lamentava la difficoltà di trovare zecchini e ducati decenti a meno di 250 euro, almeno dalle nostre parti ( io sono Friulano...) a meno che non ci si accontenti di esemplari mal ridotti o con dei difetti...Penso che purtroppo analoga situazione si possa riscontrare anche nelle altre pezzature veneziane anche comuni. Mi spiego: ormai se si vuole un grosso decente, diciamo almeno BB, si deve mettere in conto una spesa di almeno 100- 150 euro, se si cerca uno scudo della croce mediamente gradevole ormai sotto i 250 euro non si scende e parlo di esemplari comuni ( Erizzo, Priuli). Ormai e se ne è già discusso i prezzi delle veneziane sono in rialzo anche per esemplari di scarsa qualità. Personalmente al prossimo convegno di Verona penso che questa mia sensazione sarà confermata..anche se spero di essere smentito e di portarmi a casa qualche bel pezzo ad un prezzo adeguato. Saluti1 punto
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E' vero, @Manuel88, che l'inseguimento aumenta, poi, la soddisfazione. Tuttavia, come giustamente osserva @Cinna74, per le monete recenti e', spesso, solo una questione economica, mentre per quelle 'storiche' e' la ricerca del pezzo alla conservazione desiderata e ad un prezzo congruo. Il che, sovente, si raggiunge dopo varie aste/tentativi (ovvero dopo essere stati asfaltati numerose volte) .1 punto
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@Cinna74 meriteresti un secchio di Morgan solo per i dettagli che hai scritto nel motivare il tuo parere. Comunque @claudioc47 prima di vedere il tuo video, durante le fotografie dei pezzi, utilizzo anch'io questo sistema di "movimento" della moneta per capire quanto la luce incida sulla visibilità dei segni prima di dargli il mio giudizio, e per apprezzare al meglio la patina quando c'è, ignoravo fosse una tecnica "ufficiale" per giudicarle. Adesso mi tocca andare a studiare sul sito della pcgs.1 punto
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Ridendo e scherzando qui ci sono più di 300 monete e che monete, che storie e che messaggi ! Rimarra' questa discussione un riferimento lamonetiano , ma anche non , per ricordare che le monete possono essere viste anche per quello che ci raccontano e comunicano, l'importanza del messaggio, spero venga utile a molti per capire che c'è altro oltre l'indubbia conservazione e stima ,che ovviamente ci sono, ma che non sono i soli aspetti che contraddistinguono una moneta...1 punto
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Posseggo anch'io un esemplare simile a quello di@Ric70. Anche il mio è leggermente decentrato e la perlinatura nella parte dove il tondello è decentrato sembra quasi sparire,ci sono molte similitudini tranne il peso. Il mio pesa 3,55 gr. ed è sottile...mancano circa 0,5mm rispetto ad un altro 1895 in mio possesso.(ho tenuto conto della decentratura). Le differenze macroscopiche la R della zecca il nodo...per me sono imputabili alla decentratura. Sia quella di Ric70 che la mia,io le giudico assolutamente originali,coniate su un tondello di materiale e dimensioni diverse. A voi le foto. Saluti Simone Confronto.1 punto
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Per favore, mi lasci dire che piacere è leggere questa discussione. È molto chiaro che tutti qui sanno davvero il soggetto—tutto sommato, un meraviglioso avanti e indietro. Complimenti a tutti! v. ------------------------------------------------------------- Please let me say what a pleasure it is to read this discussion. It’s very clear that everyone here really knows the subject—all in all, a wonderful back and forth. Complimenti a tutti! v.1 punto
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@Cinna74 Ciao Enzo. Da non molto sto studiando il metodo di grading USA. Quello che posso dire che prendere alla lettera la scala Sheldon non è la strada giusta. A chi è interessato per il grading dei dollari Morgan consiglio di consultare il sito della PCGS a questo link http://www.pcgs.com/grades c'è molto da imparare, inoltre ci sono i vari video della PCGS sul metodo di valutare il grading che sono molto ben fatti. Inoltre allego una tabella estratta dal testo "A guide book of Morgan Silver Dollars" di David Bowers dedicato a questa tipologia di monete. Il grading USA è impostato su quattro voci principali con diverse percentuali di incidenza, SURFACE (Superficie) (60%), STRIKE (Conio) (15%), LUSTER (Lustro) (15%) e EYE APPEAL (Attrattraenza) (10%). Poi ci sono dei dettagli per le singole voci, eccetto lo STRIKE (Conio), impostati per i singoli gradi da MS60 a MS70, che appunto sono raccolti nella tabella che allego. La valutazione di tutte queste voci porta al grading finale. Io, con la mia mania dell'informatica, ho inserito in una piccola procedura informatica, tutti questi parametri e sono arrivato alla graduazione semi automatica; ovviamente sto facendo una serie di test di attendibilità che finora hanno dato buoni risultati. Per questa moneta che ho postato, posso dire che segni di usura non ci sono, quindi rientriamo nel range MS, c'è una leggera debolezza, congenita, sul petto dell'aquila. Enzo c'hai preso, io l'ho graduato MS65, però se c'è qualche utente del Forum esperto di grading USA sarei molto contento se desse il suo parere, ovviamente motivato. Dimenticavo, nei filmati della PCGS sono indicate anche le attrezzature ideali per il grading e la metodologia d'uso. Le riassumo rapidamente: Una sorgente di luce singola ad incandescenza (70-75 watt) che io ho sostituito con uno spot LED da 3 watt, luce calda, lente d'ingrandimento 4-6X (io uso 4 o 5X), per la metodologia è importante ruotare continuamente la moneta sotto la luce per osservarla sotto tutte le varie angolazioni, come avete visto dal video. Spero di non avervi annoiato e di essere stato utile per chi si avvicina ad un diverso aspetto del grading, sicuramente più organizzato e standardizzato del nostro, e che potrebbe essere adottato anche da noi e contribuirebbe ad avere lo stesso modo di esaminare una moneta, cosa che attualmente non è, purtroppo. Personalmente già lo adotto da un po', prima come semplice collezionista, ora anche come come Perito Numismatico ed i risultati sono alquanto positivi. Vi ringrazio e spero di leggervi con i vs, sempre utili, commenti. Dettagli Grading USA.pdf1 punto
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Medaglia devozionale tonda, bronzo/ottone, seconda metà del XVII sec.- D/ Gesù che porta la croce, Salvatore del mondo.- R/ L'iconografia è quella classica di S. Michele Arcangelo che brandisce la spada (contro il demonio, poco visibile), tipologia non comune. Ciao Borgho.1 punto
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Molto bello! peccato che in una società come la nostra , non è molto raccomandabile ostentare collezioni di sorta..... ruberebbero anche le figurine Panini!1 punto
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Ciao luke Questi gettoni erano utilizzati anche a scopo pubblicitario nell’Africa Tedesca del Sud-Ovest, una colonia dell’Impero tedesco esistente dal 1884 al 1919 che corrisponde all’attuale stato africano della Namibia. Qui vien pubblicizzato l’Hotel Hafen di Swakopmund, una città della Namibia occidentale che sorge sulla costa atlantica in corrispondenza della foce a delta del fiume Swakop, da cui prende il nome ("Swakopmund" in tedesco significa "foce dello Swakop"). KOLONIEN, Deutsch-Südwestafrika 300 Pfennig o.J. (Werth-Marke) Hafen Hotel Swakopmund. 33mm. Menzel 24729.5, selten, vz Il gettone ha un’alta quotazione, avendo realizzato in un’asta del 2013 l’hammer di 500 € da base 400 €.1 punto
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Buona giornata Di ducati e zecchini in vendita ce n'è tanti, soprattutto provenienti dal mercato tedesco (non dimentichiamoci che verso i paesi "todeschi" c'era un fiume di queste monete, che servivano per pagare i metalli, preziosi e non, che Venezia acquistava, insieme a tutte quelle merci che avevano, nel nord Europa, piazze di vendita favorevoli. Le condizioni delle monete fanno aggio, certamente si trovano ducati e zecchini a prezzi contenuti, però hanno sempre qualche piccolo o grosso difetto (appiccagnoli rimossi, piegature, fratture, contorni sbeccati, rilievi evanescenti .....); se si vuole una moneta almeno in condizioni reali BB, a nome di un doge comune, i prezzi che "girano" tra commercianti, sono quasi sempre sui €. 350,00. Il panorama delle aste è + o - simile e talvolta, come dice Fabrizio, capita che a parità di condizioni risulti più economico acquistare la moneta da un commerciante; non dimentichiamo infatti che al prezzo pagato in asta, vanno aggiunte le commissisoni e le spese di spedizione in assicurata. saluti luciano1 punto
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Salve, faccio un po' il guastafeste.... mi sfugge ed io evidentemente frequento gli ambienti sbagliati dove si trovino zecchini o ducati a prezzi molto più bassi di questo. Mi spiego meglio: alle aste ? Ma si riescono a prendere ? E allora dove ? Tolti gli ultimi 2-3 dogi a me non capita mai di vedere oro veneziano di questi tagli a cifre sotto i 250€.... e parlo di casi fortunati ! Vero che non seguo più molto le numerose aste che vendono zecchini e ducati ma mi sembra di leggere nei vostri interventi una facilità di reperibilità che io personalmente pur frequentando privati, collezionisti e commercianti veneti non vedo quasi mai nella realtà. Sia chiaro nessuna polemica, è solo confronto e condivisione di opinioni. Ritornando alle 2 monete iniziali per quanto riguarda l'autenticità del Da Ponte non mi da alcun dubbio è penso si che lo si possa trovare ( non migliore a mio parere ) a circa 20€ in meno. La lira è carina ma sicuramente più sovrastimata di prezzo. Se ci troviamo ( e ci conosciamo finalmente con qualcuno ) al panzo sarò contento di ricevere rimbrotti e tirate d'orecchio da tutti voi.... intanto potete già iniziare qui sul forum.... un caro saluto a voi tutti.1 punto
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Salve, congratulazioni per questa moneta davvero molto rara! La leggibilità, poi, è ancora abbastanza buona per il tipo. Questa è la scheda riservatale nei nostri cataloghi, se vuoi puoi contribuire aggiungendo la foto, dato che ho notato che manca: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RENAQ/3 Per i riferimenti, mi associo a quelli già dati finora.1 punto
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Salve. Dovrebbe trattarsi della seguente tipologia: Constantius II, AE4, Rome. AD 337-340. Obv: DN FL CONSTANTIVS AVG, laurel and rosette-diademed, draped, cuirassed bust right. Rev: SECVRITAS REIP, Securitas standing facing, looking right, left elbow leaning on column, legs crossed, holding sceptre. Mintmark, in exergue, R leaf S. Ref: RIC VIII, n° 15 (mint of Rome). Moneta data come comune.1 punto
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EPOCA di BENEDETTO XIV ANNO SANTO del 1750 Pellegrini dopo il lungo viaggio in ginocchio oranti, davanti alla Porta Santa già apetra, sopra la data.1 punto
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Ringrazio Valteri per la precisazione sul sopracciglio, che quindi non è affatto "incompatibile" con lo stile di Kimon. D'altra parte per il resto della moneta ex-DeLuynes è difficile cogliere elementi dubbi e appare essere autentica. E' sempre difficile fare l'analisi del conio e il sogno di ogni serio studioso è di poter riordinare i vari esemplari (possibilmente autentici !) in ordine di usura del conio, senza dimenticare che è esistita la pratica per l'antico incisore greco di rimettere mano al conio, rinfrescando alcuni rilievi, per fare durare ancora il conio stesso nella sua produzione (specialmente se l'incisore era soddisfatto della sua opera). Tornando al pezzo e-bay, come già più volte accennato, esso è troppo "maltrattato" dal cosiddetto pulitore per poter effettuare una valutazione basata sulle foto. Da quello che posso vedere, tendo a ritenere il pezzo originariamente autentico, ma appunto poi troppo pulito. Molto probabilmente quelli che avevano giudicato come un clone falso (specie in USA) si erano insospettiti anche per il fatto che il bordo perlinato era praticamente scomparso, con tondello leggermente ristretto. In effetti molti falsari tendono ad evitare di riportare per intero il bordo perlinato, spesso per loro un tallone di Achille... Ma per fare un clone di questo tipo il falsario è costretto a "rifilare" il bordo sulla matrice ricavata dal calco. In genere però la conseguenza è di avere un bordo più sottile, mentre in questo caso lo spessore invece resta alto, a prescindere dalle sfogliature del metallo a causa della pulizia troppo aggressiva. Sicuramente l'esame al microscopio permette di risolvere in maniera abbastanza sicura l'antichità o meno del metallo di questo decadramma, ma credo che nessuno abbia fatto questom esame. In ogni caso resta una moneta molto antipatica e che non dovrebbe figurare in una seria collezione e non entro nel merito del valore commerciale che è estremamente aleatorio e legato a gusti personali.1 punto
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Per la serie anche le monete ossidionali raccontano... CATTARO, assedio Austro Russo alla Fortezza di Cattaro Un 10 franchi del 1813 da Asta Ranieri 6 Furono preparati 3.800 pezzi tra 5 e 10 franchi che non furono più spendibili una volta finito l'assedio. L'argento fuso proveniva da arredi sacri con anche un contenuto d'oro. Vennero poi rifusi perchè l'intrinseco era superiore a quello nominale. DIEU PROTEGE LA FRANCE CATTARO EN ETAT DE SIEGE Chiari riferimenti in questo caso anche alla protezione di Dio e al voler rimarcare che Cattaro era in stato d'assedio. Altra decisamente fantastica moneta....1 punto
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ANNO SANTO DEL 1650 EPOCA DI CLEMENTE X D/ Porte Sante delle quattro basiliche romane R/ Cinque Santi canonizzati il12 aprile 1671, SAN LUIGI BERTRAND di Valencia, SANTA ROSA FLORES da Lima, SAN FRANCESCO BORGIA DE DORIA, SAN FILIPPO BENIZI Fiorentino, SAN GAETANO da Thiene. Vedi: BARTOLOTTI pag. 771 punto
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Ciao @Liamred00 , credo che possiamo trattare di questi argomenti "anomali" per la Sezione purché e perché rimaniamo comunque in tema storico come dimostra il quadro che hai proposto e che ben conosco , infatti sulla destra del quadro , dietro la Madonna , si nota un uomo con il suo cane che entrambi guardano in alto verso il cielo dove l' autore del dipinto ha collocato un "oggetto" volante che emette raggi luminosi ; ognuno e' libero di trarre qualsiasi ipotesi in merito all' oggetto . Anche io ti propongo un altro celebre quadro , che probabilmente conosci , si trova a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore e rappresenta il Miracolo della Neve , secondo la storia o legenda secondo come ognuno la pensa ; questo il fatto : Nell' anno 358 d.C. la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio chiedendogli di costruire una Chiesa a lei dedicata . La mattina stessa una nevicata imbiancò proprio il luogo dove ora sorge la Basilica , era il giorno 5 Agosto di quell' anno . Oggi , il miracolo della Madonna della Neve a Roma è conosciuto in tutto il mondo ed è considerato dai Romani uno degli eventi più rappresentativi delle nostre tradizioni religiose , anche quest' anno e' stato celebrato . Per rievocare il miracolo della neve viene solitamente organizzato uno spettacolo di suoni e luci nella Piazza antistante la Basilica , dove una “nevicata” artificiale , di sicuro effetto scenico , cade straordinariamente dal caldo cielo stellato dell’ estate romana . Nel dipinto si vede una flotta di oggetti volanti che sorvolano il cielo di Roma di chiara forma discoidale , che assomigliano ai moderni UFO , preceduti da Gesu' e la Madonna in piedi su una "nuvola" Esistono tanti altri dipinti rinascimentali sempre a carattere religioso , che contengono oggetti "strani" , anzi direi moderni , infatti chi non vedrebbe in questo dipinto una rappresentazione moderna del primo satellite lanciato nello spazio , lo Sputnik sovietico con tanto di antenne radio ? ; ma ora e' meglio fermarsi qui' .1 punto
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1600 Epoca di CLEMENTE VIII (1592-1605) D/ REMISSIONEM PECCATORVM - In esergo sotto la Porta 1600 R/ S. Francesco aureolato, in ginocchio con le braccia aperte riceve le stigmate Bronzo, con tracce di doratura.1 punto
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Sforo anche qui di qualche anno ma siamo a una icona.... ITALIA LIBERA DIO LO VUOLE Siamo al Governo Provvisorio di Lombardia nel 1848, vengono coniate queste monete che richiamano l'anelito alla liberta, qui un 40 Lire in oro dove la scena la prende questa figura allegorica di donna che rappresenta l'Italia in piedi con un'asta nella mano. Moneta importante della nostra monetazione, libertà e Dio...., è Dio che lo vuole.... ( Asta Gmbh 18 )1 punto
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Rispetto ad altri grandi artisti del passato, Calandra e gli incisori a lui contemporanei e successivi, poterono far uso del pantografo, in grado di miniaturizzare nei conii i profili di un modello in rilievo. Tale operazione ne facilitò di molto il compito, con risultati finali sorprendenti (come evidenziato dalle foto di renato)!1 punto
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Vediamo quando escono. Comprarle ora è da pazzi. Quando usciranno ci saranno i soliti venditori che butteranno aste e aste. Qualcuno per accaparrarsi più vendite farà il prezzo fisso. Qualcuno accetterà proposte d'acquisto. Quando c'è un eccesso d'offerta, a volte chi offre è disposto a scontare pur di superare gli altri.1 punto
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E' stata fissata un'udienza con le parti, difronte all'intero corpo di giudici del 3° Circuito della Corte d'Appello, per il 14 ottobre a Philadelphia. Per ingannare l'attesa, vi invito a leggere questo interessante articolo, pubblicato su Coin World a fine agosto http://www.coinworld.com/news/us-coins/2015/08/1933-double-eagle-sighting-leads-to-eventual-call-from-fbi-offic.html# Kenneth Goldman, commerciante numismatico di lungo corso del Massachusetts, afferma di aver tenuto in mano, nel lontano 1968, una Double Eagle del 1933, che non farebbe dunque parte di quelle conosciute, poiché a quella data gli esemplari sequestrati negli anni '40 erano stati rifusi, e quelli di Farouk e dei Langbord erano ben lontani dall'essere ritrovati. L'articolo si conclude con una frase che mi mette un po' in agitazione. Si sostiene infatti che esisterebbero altri esemplari di 1933 Double Eagles in Europa...che abbiano scoperto la mia? petronius oo)1 punto
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Sono andato a rileggermi tutta la discussione, giusto per rinfrescare la memoria.... A parte i cavilli burocratici, che possono dare ragione all'uno o all'altro, da "persona qualunque" e non da uomo di legge io mi sento di porre l'attenzione su due aspetti: 1_nel 1944 è stato dichiarato che nessun esemplare delle 1933DE è uscito (legalmente) dalla zecca a parte le due dello Smitsonian. Qualunque esemplare in circolazione è quindi falso o rubato. Fa eccezione la DE di re Farouk ma si tratta a mio avviso sempre di una questione di cavilli: la moneta è uscita illegalmente dalla zecca ma legalmente dagli USA. Il fatto che fosse pratica comune scambiare DE di date comuni con altre di date rare a mio parere non cambia la sostanza dei fatti: le 1933DE sono uscite illegalmente dalla zecca. 2_le 10 DE del 1933 sono state ritrovate dagli eredi della persona a cui anni addietro sono state sequestrate, a lui direttamente o ai suoi clienti, altre 10 DE. Passi la buona fede degli eredi ma se erano rubate le prime 10 non vedo per quale motivo il possesso di queste debba essere considerato legale. Per quanto mi riguarda ritengo il governo degli Stati Uniti il legittimo proprietario di queste monete.1 punto
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You have the essential phrase, luke, and seem to well-understand my meaning. For me, in this particular court case, it is the government who is trying to keep “Davids” like me from having their stuff stolen by well-connected “Goliaths.” And it is my stuff that was stolen: like every other American, I own an undivided 1/315,000,000th share of every asset owned by the Federal Government of the United States of America. Which may or may not be as much in absolute terms as it was when I was a kid, when I owned an undivided 1/195,000,000th. :D The funny thing is, I’ve never before carried this logic to its numismatic conclusion. But now… I’m thinking that as a collector I may need a little more respect around here. :D You all are talking to someone who quite literally is a part-owner of a 1933 Double Eagle, and the part-owner of an 1849 Double Eagle! So despite the outcome of this particular court case, tonight I go to sleep a happier man than I was this morning. I think maybe tonight I’ll dream of my two gold beauties. And maybe one or two of my 1804 dollars as well…. :D :D v.1 punto
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My own silence I owe to my extreme disappointment in the outcome—I really despise instances where people have used their own special access to government to profit in ways denied to everyone else. The case was well-argued by the family’s legal team—employing the “forfeiture” angle—because American government at Federal, State, and Local levels have all been (in my opinion) abusing the heck(!) out of the country’s “forfeiture” laws, and the time is ripe for a major pendulum swing. So a smart strategy, politically well-timed. But I’m surprised a court bought it. The idea of the government having to file the correct forfeiture paperwork to recover what still remains stolen property—and the court decided this on a technicality of process, not on the merits of the case—anyway, the idea that the government has to file the correct forfeiture paperwork to recover property that has been stolen from it…well, hell. Nice precedent, too. Some ex-soldier’s family finds a couple of Abrams tanks out in dear dead Dad’s garage and the government says they were stolen and wants them back? Does the government get their stolen armor back? Well maybe, or maybe not…but first they’d better file the correct “forfeiture” paperwork. Again I say: well…oh well. Thank you petronius, for the excellent thread. Terrific, persistent reporting. And because I knew I was on the side opposite to most of the opinions expressed within the thread, I was just waiting to calm down so I could write a nice, noncommittal “thanks for the great information.” Guess I needed a little more time! :D (I think maybe I’ll keep this English-only; no telling what the online translator will make of it!) ;) v.1 punto
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