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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/15/16 in tutte le aree
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Salve a tutti, come ogni anno Castellammare mi porta bene. Ho comprato dal mio amico Antonio R, che ringrazio di nuovo, questo coronato proveniente dalla prestigiosa collezione Pannuti(Asta Nac 16, lotto 1007), per me di grandissima conservazione. Inoltre presenta una variante abbastanza rara...6 punti
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Buona sera,come @Legio II Italica ben sa, essendo un appassionato di mineralogia, L'elba merita una parentesi a parte,la sua unicità sta si nell'abbondanza di cristalli da "collezione" la cui moltitudine di tipi diversi costituisce un unicum a livello mondiale,ma anche e soprattutto nel ruolo che l'isola ha avuto nell'antichità per gli etruschi prima e per i romani e i pisani in seguito.Esistono una infinità di scritti che trattano la metallurgia etrusca su quest'isola ma cercherò di farne un sunto arricchito da alcuni dati che ci aiuteranno a farci un'idea delle dimenzioni di un fenomeno che ha segnato la storia della metallurgia quantomeno del nostro odierno occidente.Il nome che i greci daranno all'elba sarà Aithaleia,se ne ha notizia almeno a partire dal VI sec.a.c. ne svelerà il significato Diodoro Siculo che nel I sec. narra di un isola nell'etruria di fronte a Populonia chiamata Aithaleia (la fumosa) dove i fumi dei numerosi forni per la fusione del suo abbondante minerale di ferro ne avvolgono perennemente le coste.In età del rame con la cosiddetta cultura di Rinaldone si cominciano a sfruttano i giacimenti cupriferi che da queste parti non sono particolarmente numerosi ne ricchi,a tal proposito ha ragione @Legio II Italicaa definire gli antichi "geologi" particolarmente abili visto che anche qui non verrà scoperto molto altro nei millenni a venire,l'escavazione e la lavorazione del minerale di ferro che seguiranno, saranno universalmente riconosciute come tra le piu'antiche del mondo intero, e saranno gli etruschi che, già a partire dall'ottavo secolo a.c., inizieranno lo sfruttamento sistematico dei ricchi giacimenti di pirite, limonite , ematite e magnetite che,al contrario del rame,paiono essere inesauribili, "ast Ilva insula inexaustis chalybum generosa metallis"cosi' scrive Virgilio (Eneide libro 10, versi 146-214) generando un mito sopravvissuto fino a tempi inaspettatamente recenti secondo il quale il minerale di quest isola avrebbe avuto la capacità di rigenerarsi all infinito.Il picco produttivo sarà raggiunto in età repubblicana quando il prezioso metallo verrà quasi interamente assorbito dall'industria bellica della nuova potenza Roma che inizia ad espandersi, e'Tito Livio a ricordarci che fu Populonia a fornire le spade forgiato con il ferro elbano per le campagne africane di Scipione.Seguiranno anni incerti,alcuni studiosi ritengono che la prima lavorazione del minerale dall isola si sposterà sulla terra ferma ,Populonia (baratti)in primis,a causa dell'esaurimento del legname,non è in linea con questo pensiero Gino Brambilla il quale ritiene che qui si applicasse la rotazione ventennale del taglio dei boschi e che più probabilmente con l'acquisizione di nuove terre anch'esse ricche di giacimenti da parte di Roma, l'isola perderà temporaneamente importanza,fatto sta che esami effettuati su scorie di lavorazione sia sull isola di Ischia che su molti altri siti di fusione in quasi tutta la penisola ci hanno rivelato quanto fosse ancora indispensabile per l'industria dell'epoca.Il sopracitato Gino Brambilla ha dedicato gran parte della sua carriera da Archeologo a risolvere il "mistero del funzionamento degli efficentissimi forni etruschi,tanto da replicarne alcuni con successo e da portare a termine l'intero processo con risultati sorprendenti,ne parla nel suo libro "le impronte degli antichi abitatori dell'isola d'elba dalla preistoria agli etruschi"luculano editore. L'efficienza dei forni fusori etruschi fu superiore a quella di epoca sia imperiale che medievale,nelle scorie etrusche rimane solo il 40% di ferro contro il 60% delle epoche successive a testimonianza del l'accuratezza del metodo etrusco mai più eguagliato fino a tempi relativamente recenti, i numeri dell attività estrattiva sull'isola sono notevoli,si stima che fino agli anni 50'del secolo XX siano state estratte circa 40.000.000 di tonnellate di minerale,le scorie prodotte nelle fasi di lavorazione qui sono talmente abbondanti da essersi meritate un nome "schiumoli",costituiscono il fondo calpestabile di intere zone,generalmente spiagge,foci dei corsi d'acqua e in generale luoghi di lavorazione detti "fabbrichili",praticamente ovunque,basti pensare che dal 1915 al 1969 solo nella vicina Baratti vicino piombino sono state raccolte e rifuse dalle industrie siderurgiche della zona almeno 2.000.000 di tonnellate di "schiumoli",non conosco invece i numeri della raccolta di questo materiale avvenuta nello stesso periodo sull'isola.A seguire fotografie di luoghi di estrazione nella zona di Rio dove l'escavazione ha cambiato per sempre la morfologia del territorio,poi ancora i forni di Gino Brambilla e un particolare degli abbondanti "schiumoli",nella speranza di non avervi annoiato grazie a presto.4 punti
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Svizzera, Ginevra. Tallero del 1794. Diritto: la libertà con testa turrita. Al rovescio il motto "Apres Les Tenebres la Lumiere" originariamente usato da Giovanni Calvino e poi adottato prima dalla città di Ginevra e poi dall'intera Riforma protestante4 punti
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Salve ragazzi! ci tenevo a condividere con voi la mia ultima entrata in collezione! Ultimamente concentrata sull'argento spagnolo Direttamente da Londra, un Mezzo Ducato di Filippo II Re di Spagna, Variante testa nuda, Che ne pensate? pareri ed opinioni sono ovviamente ben accetti! Gasp3 punti
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La differenza principale è nell'illuminazione Nella prima foto (al di là della plastica, che riflette) è stata usata una sorgente puntiforme (una lampadina per capirci) con illuminazione dall'alto. In questo modo si creano molti riflessi, si da risalto al lustro di zecca e (aimè) vengono messi in risalto anche minimi segnetti impercettibili ad occhio nudo. Ogni foto ha un aspetto diverso La seconda foto è scattata con una illuminazione molto più morbida (luci neon ad alta frequenza per evitare il flickering) e disperdendo ulteriormente la luce (tipicamente con softbox o simili). La moneta è perfettamente in piano e viene fotografata esattamente a 90° con la macchina fotografica su stativo a colonna. Queste foto consentono di apprezzare molto i rilievi, senza mettere in rilievo i segnettini impercettibili, e soprattutto consentono di produrre velocemente un catalogo Io ho un sistema (autocostruito) con entrambe le illuminazioni, e stativo a colonna Di seguito due foto della stessa moneta, con i due set-up di luci, la prima puntiforme, la seconda soft Ovviamente ci sono in commercio sistemi professionali (usati per redarre i cataloghi), questo ad esempio è quello cui mi sono ispirato io (e con circa 200 euro e qualche ora di bricolage me la sono cavata... incluso stativo Kaiser preso usato sulla baia) http://www.quickpx.com/products/brands_en/quickPX_classic_en.html Per info ulteriori sulla fotografia numismatica, non posso che consigliare la lettura di questo articolo , e agli altri che trovate sullo stesso sito http://coinimaging.com/photography.html Buona lettura3 punti
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Per la serie anche le monete ossidionali raccontano... CATTARO, assedio Austro Russo alla Fortezza di Cattaro Un 10 franchi del 1813 da Asta Ranieri 6 Furono preparati 3.800 pezzi tra 5 e 10 franchi che non furono più spendibili una volta finito l'assedio. L'argento fuso proveniva da arredi sacri con anche un contenuto d'oro. Vennero poi rifusi perchè l'intrinseco era superiore a quello nominale. DIEU PROTEGE LA FRANCE CATTARO EN ETAT DE SIEGE Chiari riferimenti in questo caso anche alla protezione di Dio e al voler rimarcare che Cattaro era in stato d'assedio. Altra decisamente fantastica moneta....3 punti
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Carissimi @adolfos , @miroita e @anto R, leggo solo adesso la discussione e mi fa piacere perché è lo stesso tema (sia pure su scala più ampia) che sto affrontando io in questi giorni. PP sta, secondo me, sicuramente per PiscoPus: nei secoli XI - XIII la figura del Vescovo come autorità cittadina cerca costantemente di riaffermarsi sopra i poteri delle altre autorità che spesso minano il suo primato. In questa battaglia mediatica, assumono un ruolo assolutamente primario i santi vescovi cittadini: tutti i vescovi viventi che ne hanno la possibilità assumono come santi della loro comunità i proto-vescovi o comunque loro illustri predecessori (talvolta anche inventandoli se non ci sono santi); sulle tombe dei vescovi sorge talvolta il Duomo della città, che ne modifica addirittura l'urbanistica e per concludere, alcune città cambiano addirittura il loro nome in funzione di quello del santo vescovo patrono; Tutto questo perché la comunità riconosca come proprio simbolo la figura del Vescovo (che nel medioevo non ha carattere personale, bensì impersonale e che quindi è legato nella carica al vescovo vivente), in modo da far valere la centralità di quell'autorità e di mettere in luce il legame che sin dalle radici lega il primato del vescovo alla costituzione stessa di una comunità cittadina. Proprio in questo ambito, guarda caso, vengono alla luce i grossi agontani, il grosso di Arezzo e l'ambrogino, che propongono un progetto iconografico appunto legato ai santi vescovi protettori delle città. Sottolineo, inoltre, che a Volterra (che nel frattempo ha imitato e trasformato l'agontano, sostituendo poi il santo vescovo con l'immagine del vescovo in carica), anche per definire il vescovo vivente utilizza la forma "PP", che dunque deve sicuramente assumere il significato di "Piscopus". un salutone, Magdi3 punti
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Da tempo me lo sono promesso: voglio scrivere una discussione dedicata soprattutto agli amici del Forum che mi conoscono di persona, appunto grazie ai Convegni. Mi auguro la sezione sia quella giusta, in quanto non si parlerà di Convegni dal punto di vista logistico ecc. ma di un vero e proprio modo di vivere la passione per la Numismatica, dal vivo appunto grazie a questi eventi del settore. Per me (e penso anche per moltissimi altri!) ogni Convegno è una "magia"; l'avevo già anticipato nella discussione dedicata a quello che si è tenuto a Parma quest'anno, nel quale ho partecipato come Relatore ad una Giornata di Studi che, a quanto vedo, sta avendo un fortunato e meritato seguito. Ogni Convegno è una "magia" perché lo vivo in modo davvero particolare... e questo ormai da cinque anni, quindi non si tratta di un'impressione passeggera o dettata dalla novità. Vi assicuro che quanto scrivo è tutto vero; non è nel mio stile "romanzare" e tanto meno attirare approvazioni di qualsiasi tipo. Ogni Convegno, per me, inizia da giorni prima; già con la mia ragazza (che mi accompagna sempre!) se ne inizia a parlare e si decide: andiamo in auto oppure in treno? Cosa compriamo? Quale giorno andiamo? ... Ovviamente il sabato, visto che ci saranno gli amici del Forum! Siccome collezioniamo prevalentemente monete contemporanee, è importante regolarsi e ricordarsi se ci sono nuove emissioni disponibili. Il sabato mattina, ci si sveglia; per qualche tempo avevamo inserito una sveglia sul telefono cellulare della mia ragazza che, con le nostre voci registrate, ci ricordava che quella mattina si sarebbe andati al Convegno Mentre mi preparo, amo pensare alle monete o francobolli che magari si acquisteranno; dal prezzo sempre molto contenuto per motivi economici... a volte il loro costo nemmeno supera quello del trasporto! In quanto l'importante è "farsi un giro" ed incontrare gli amici. Mi piace comunque pensare che le monete che acquisteremo in un certo senso "ci attendano", che siamo quasi predestinati a loro o viceversa. Poi, si parte. Quando si va in treno, si scherza e si fanno scommesse su chi, tra gli altri viaggiatori che si vedono in stazione, vengano al Convegno. All'inizio, ben poche persone si notano... poi, avvicinandosi al luogo, tra gli adulti, ne cominciano ad apparire I più giovani sono infatti difficili da distinguere, in quanto spesso portano lo zaino e sono facilmente confondibili con gli studenti. Gli adulti hanno invece borse o valigette e spesso non si sbaglia! Ecco, forse quei signori sono "convegnisti" come noi! , diciamo All'arrivo, oltre a riconoscere di vista gli eventuali "convegnisti" come noi su cui si scherzava, si sale sull'autobus che porta diretto al luogo del Convegno; quando la navetta è dedicata (es. Bologna) si entra in un altro mondo: si sente la gente parlare quasi solo della nostra passione (anche di Filatelia, in quanto qualcosa collezioniamo anche di francobolli!)... la scena è viva. Scendendo, ancora più vita: un grande movimento di persone, di tutte le età. Nel parcheggio notiamo le auto, a volte con targa straniera: questa sarà di un commerciante tedesco! Quella ha la targa sammarinese, forse sono dello stand dell'UFN di San Marino! C'è il furgone di quella nota ditta di materiale numismatico e filatelico! ci diciamo Poi, finalmente si entra. Spesso gli stand solamente li vediamo da lontano, perché prima è bene fermarsi alla toilette, visto il lungo viaggio! Ma non resisto, vorrei lanciarmi subito tra la folla. A vedere se c'è quello che cerchiamo, a scoprire nuove cose. Dopo la suddetta sosta, andiamo; un giro prima agli stand "ufficiali" come quello di San Marino, Vaticano, Monaco e IPZS. C'è spesso fila, ma l'affronto con il sorriso e un'impazienza positiva, in quanto stiamo facendo qualcosa che amiamo. Al nostro turno, se possibile, dopo il piccolo acquisto si scambiano quattro parole con l'addetto: molto bella quella emissione! Quanto costa per curiosità questo? Eh, l'altra volta non avevamo visto la tal cosa... spesso tra i presenti qualcuno ascolta interessato. Abbiamo fatto tutto? ci domandiamo. Se sì, ci chiediamo dove ci si trova con gli amici del Forum. Se rimane un po' di tempo, si fa un altro giro tra gli stand, curiosando e chiedendo quando si vede un pezzo particolare. Poi, finalmente, arriva il momento dell'appuntamento. I nicknames tornano finalmente persone reali come la volta precedente, che arrivano, guardano monete e parlano tra loro e con noi. Si parla anche in piedi, in mezzo al flusso di gente che di lì passa. Triste pensare che poche ore dopo il luogo sarà deserto per mesi, che la "magia" si sospenderà. Arriva il momento del pranzo assieme. Si prende posto e, tra le ordinazioni e il pranzo vero e proprio ecco apparire ancora monete che vengono passate tra gli amici con positivo orgoglio. Quasi timidamente chiedo se posso vedere, ed ecco che pure io, nel mio piccolo, inizio a commentare tenendo in mano questi piccoli "pezzi di storia". L'amico Mario, in un alcuni posts di tempo fa, ha scritto bene (e, mi sembra, talvolta anche scherzandoci!) l'atmosfera che si respira. Ci si sente tra grandi amici che si conoscono da sempre. Dopo il pranzo ci si saluta. Qualcuno torna tra gli stand, io e la mia ragazza spesso facciamo un giro per la città interessata dal Convegno. Con gli amici ci si rivedrà on-line, sempre a parlare della nostra passione. Il Forum è una "magia" che continua. Alla sera si torna un po' stanchi ma felici. Riguardiamo quei pezzi modesti acquistati e pensiamo alla giornata trascorsa. Ogni pezzo ha la sua storia e quello mi ricorderà il Convegno appena frequentato Come già detto, questo mio Topic è dedicato agli amici del Forum. Mi farebbe però piacere che anche voi scriveste qui le vostre abitudini ed emozioni di quando si frequentano i Convegni!3 punti
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Mi pare che non sia stata già postata: nel caso in cui sia avvenuto mi perdonerete perchè ho fatto una ricerca accurata sul motto al rovescio. Innocenzo XI (1676-1689) - Testone Anno IVZecca: Roma - Fronte: stemma parzialmente sovrapposto alle chiavi decussate e sormontato dalla tiara - Retro: motto entro cartella ornata di volute e di due rametti, rispettivamente di palma a sinistra e di alloro a destra - gr. 9,50 - Di buona qualità, assolutamente priva di tracce di appiccagnolo e con un motto al rovescio di una certa rarità - (C.N.I. XVI/435/30) (Muntoni III/11/54) Il motto al rovescio riprende una frase dell'Ecclesiaste (libro 5,10), come veniva chiamato in passato il libro dell'Antico Testamento che noi oggi designiamo come Libro di Qoelet dal nome del profeta che lo scrisse. La frase latina intera era: "NOLI ANXIUS ESSE IN DIVITIIS INJUSTIS: NON ENIM PRODERUNT TIBI IN DIE OBDUCTIONIS ET VINDICTAE", che significa: Non confidare in ricchezze ingiuste, perché non ti gioveranno nel giorno della sventura.2 punti
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THE STACK COLLECTION OF ITALIAN RENAISSANCE COINSEUROPEAN COINS & MEDALSITALIAGaleazzo Maria Sforza, 1466-1476. Doppio Ducato s.d. (a partire dal 1469). Opus Ambrogio da Civate. (Testina di Sant’Ambrogio) GALEAZ • MA • SF • VICECOMES • DVX • MLI [•] V • Busto corazzato a destra // (Biscione) - PAPIE • ANGLE • Q3 • CO • AC • IANVE • DNS • 3C' [•]. Leone accovacciato a sinistra tra le fiamme, col capo chiuso in un elmo con cimiero, adorno di una lunga piuma, iscritto ripetutamente del motto "ICH HOFF"; nella zampa destra stringe il tizzone con le secchie. In alto, ai lati, GZ – M. Biaggi 1545; CNI V, 3; Crippa II 1; Morosini III 2; Fr. 689. 7.01 g.Oro. Molto raro. BellissimoSplendidoNei documenti dell'epoca questa moneta è denominata testone ducale da due ducati. L'impresa del leone accovaciato tra le fiamme e col motto in lingua tedesca "ICH HOFF" (spero) venne assunta per la prima volta da Galeazzo II Visconti intorno al 1347 durante il suo esilio alla corte dei Savoia. Il motto tedesco "ICH HOFF" - "IO SPERO" in italiano, stava a significare accanto al leone, simbolo di forza, che la disavventura subita accresceva in lui la determinazione ed il coraggio. Quest'impresa fu ripresa un secolo più tardi da Galeazzo Maria Sforza. MONETA VENDUTA DA HESS DIVO AG NEL 2009 A "SOLI" 36.000 CHF....2 punti
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Beh, non ne ho idea.. ma un tentativo lo faccio comunque: Clazomene, diobolo, 1.12g2 punti
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@miroita Quello che dici è vero per il grosso che la bibliografia tradizionale (e anche io in passato) attribuisce a Ranieri de'Ricci (talvolta Ruggero de'Ricci). Questo è tuttavia uno tra i diversi grossi che l'officina volterrana ha battuto. La dizione PP in leggenda si ritrova invece nei grossi di Ranieri Belforti e nei grossetti attribuiti allo stesso prelato (vedi MIR 614, 615, 28); è altrettanto eloquente il fatto che altre monete ancora, sempre a nome di Ranieri III Belforti e coeve alle precedenti portino in leggenda la versione "EP" (vedi MIR 25, 26, 27, 29 e 616) relativamente al vescovo, il che pare confermare la mia ipotesi. in conclusione PP.S.QVIRIACVS significherebbe Vescovo Santo Ciriaco, al pari di PP. RANERIVS che significa Vescovo Ranieri Si noti, inoltre, che la lettura da te proposta che prevede PP come le iniziali di due parole diverse (Patronus Primarius, Patronus o Protector Principalis, Patriarca Protettore, Perpetuus Patronus o Perpetuus Protector...) è certamente molto dubbia, inquanto l'apostrofo dopo le due lettere indica un'abbreviazione scribale.2 punti
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Verissimo. Con questa moneta ossidionale, invece ci rechiamo a Pontefract, nello Yorkshire, dove durante la guerra civile inglese le truppe fedeli alla monarchia furono assediate nel 1648 da Oliver Cromwell. L'esercito monarchico rifiutò di arrendersi anche dopo che il re Carlo I fu catturato, processato e giustiziato: per tutta risposta i lealisti dichiararono che la città ed il castello erano di proprietà del figlio del defunto re, Carlo II e continuarono a combattere "post mortem patris pro filio", cioè per il figlio del re dopo la morte di questi, come è scritto al diritto di questa moneta. Ma dopo nove mesi d'assedio furono costretti ad arrendersi. Il motto "post mortem patris pro filio" divenne il motto della città di Pontefract. Gli abitanti di questa città, che prima dell'assedio del 1648 avevano subito altri due assedi, temendone un quarto, fecero una petizione al parlamento per demolire il castello. Secondo il loro punto di vista, il castello era una calamita per le disgrazie. Il 5 aprile 1649, la demolizione avvenne. Interessante anche la legenda al rovescio della moneta: HANC DEUS DEDIT riferita alla corona (questa l'ha data Dio).2 punti
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NETHERLANDS. United Provinces. 1576. Diritto: Busto armato di Gugliemo I d'Orange detto il Taciturno volto a destra; davanti scudo con leone rampante. Rovescio: leone lampante a sinista; intorno il motto latino CONFIDENS D(OMINUM) N(OSTRUM) NON MOVETUR: "Confidando in Dio non sarò scosso, resisterò"2 punti
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Ottimo lavoro. Credo che un buon contributo potrebbe darlo l'Architetto Giannoni che tanto ha scritto del territorio elbano, la Zecca di Marciana e Principato di Piombino dagli Etruschi ad oggi.2 punti
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Grazie @margheludo, magnifico post , se qualche altro utente del Forum , toscano , ci parlasse di questa terra gemella all' Elba per ricchezze minerarie , avremmo completato buona parte delle Regioni metallifere piu' importanti dell' antichita' dell' Italia centrale . Tornando al fatto dell' abbondanza di scorie della lavorazione del Ferro di Etruschi e Romani , saprai che anche in epoca fascista per sopperire alla scarsita' di Ferro nazionale , si riutilizzarono le antiche scorie degli altoforni per ricavarne quel poco di metallo ferroso rimasto .2 punti
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sono almeno vent'anni che girano certe interpretazioni strampalate. per me vale sempre il solito buon Occam, in una mia personale variazione: "La spiegazione più semplice e meno ufologica è sempre da preferire." poi ognuno pensi quello che preferisce. però, da appassionato di numismatica - e quindi di prove scientifiche - finché non si trovano prove a favore di certe idee, preferisco rimanere nel campo delle ipotesi verosimili. Altrimenti potrei dire che la madonna è veramente apparsa a decine di dogi veneziani nelle loro oselle. E che San Marco in persona ha realmente consegnato il vessillo.. e mi spingo oltre: le stelle di interpunzione che vediamo nelle legende corrispondono a incontri ravvicinati del terzo tipo o magari rappresentano stelle comete portatrici di sventura? ho volutamente citato monete "moderne", perché oggi farebbe sorridere pensare che certi simboli siano rappresentativi di "verità occulte". il problema secondo me nelle monete antiche è che purtroppo abbiamo perso gran parte della simbologia del tempo romano. La stella del denaro potrebbe corrispondere semplicemente a un "SOL", perché no? Sarebbe molto più semplice. Anche se ci affascina pensare che la figura di quella stella possa sembrare un sedicente disco volante. Dopodiché, basta semplicemente vedere come veniva rappresentato il sole (o la luna) anche nel '600.. magari con la faccia sorridente. Persa la sua corrispondenza fisica può assumere innumerevoli forme iconografiche.2 punti
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Ho recentemente acquistato da un professionista inglese questo antoniniano di Carausio. Purtroppo ancora non dispongo di dati fisici precisi né di immagini migliori. D\ IMP CARAVSIVS P AVG; Busto radiato corazzato e drappeggiato di Carausio. R\ [CONSERVA]T AVG; Giove stante a destra con testa volta a sinistra con in mano fascio di fulmini e scettro (o trofeo?) appoggiato in spalla. Il pezzo non risulta inserito nel RIC. La legenda "CONSERVAT AVG" è nota per gli antoniniani ma presenta un differenti soggetti raffigurati al rovescio o con raffigurazioni di Giove in "situazioni" differenti da quella presente in questo antoniniano (es. RIC 448). Qualora la legenda possa essere interpretabile come "IOVI CONSERVAT avg" ci sarebbe il RIC 810, ma dovremmo avere questa rappresentazione di Giove: Mentre l'immagine presente nell'antoniniano in questione richiama quella del RIC 245: Tuttavia il modo di tenere lo scettro/lancia è differente: nell'esemplare in mio possesso richiama maggiormente il trofeo tipico delle raffigurazione alla MARS VICTOR: Insomma... mi trovo di fronte a un bel rompicapo nella catalogazione di questo pezzo. In rete non ho trovato nulla per fare confronti "alla pari" e il pezzo sembrerebbe quindi del tutto inedito. Se qualcuno ha delle idee, sono come sempre le benvenute! Appena mi sarà possibile inserirò nuove immagini e i dati fisici. Ah, dimenticavo, il pezzo, dato lo stile, direi che è assolutamente ufficiale (col significato che possiamo dare a una zecca "ufficiale di un impero secessionista").1 punto
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Buona sera a tutti!!! Dopo una lunga assenza, torno a scrivere ed a condividere su questo bellissimo forum.. Mi do il "bentornato" condividendo con voi una moneta piccolina di Ferdinando ii, un bel carlino, del 1838, una delle date di più rara reperibilità. Sono ben accetti pareri, Nel frattempo un saluto ed una buona serata a tutti. Filippo1 punto
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@eliodoro La fusione di più attributi e più divinità è una caratteristica di Carausio che, coscientemente sembra, ha ripreso innovando i tipi ufficiali prodotti a Roma. È l'orientamento attuale di molti conoscitori e studiosi dell'usurpatore britannico. Qui in particolare avrebbe solo preso la posa di Marte ma gli attributi rimangono quelli tipici di Giove : fulmini e scettro. Se solo si decidessero a far uscire il report del Frome hoard...1 punto
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@anto R Citavo prima il caso di Volterra perchè è il più eloquente: sulle monete volterrane si trovano leggende in cui, per indicare la stessa parola, ovvero EPISCOPUS, vengono utilizzate senza troppa distinzione le forme: EPS' , EP' e PP' (e li il significato "episcopus" o "piscopus" è chiaro, perchè precedono il nome del vescovo in carica, non del santo patrono)... questo a parer mio basta ad attestare l'utilizzo dell'abbreviazione in quest'ultima forma. Uscendo dal caso volterrano, anche ad Arezzo, nel grosso agontano, si usa la leggenda .PP.S.DONATVS. , mentre nello pseudo agontano si utilizza la forma EP.S.DONATVS e sul grosso da 6 coevo ancora la forma PP.S.DONATVS ; pare anche in questo secondo caso abbastanza chiaro il senso dell'abbreviazione. In conclusione mi pare di aver trovato abbreviazioni irregolari della parola Episcopus anche in archivio, ma su questo non ci metterei la mano sul fuoco e dovrei prima ricontrollare. Un caro saluto, Magdi1 punto
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Sempre più si parla dell'abolizione dell'inglese come lingua ufficiale dell'UE. Personalmente, mi sembra una follia, per i motivi che vado ad elencare. Prima di tutto, mi stupisce che l'Irlanda intenda legiferare (tramite l'Unione) in una lingua che due terzi della propria popolazione non comprende. Ci provò già l'india che dovette tornare a più miti consigli, tanto che in caso di discrepanza fra le versioni inglese e hindi, prevale la prima. La rivolta di Soweto iniziò proprio dalle proteste dei ragazzi delle scuole medie che desideravano studiare l'inglese, anzichè l'afrikaans, anche per potere comunicare con il resto dell'Africa australe. Vogliamo metterci fuori dalla storia? L'inglese resta la lingua più "compresa" al mondo ed è diventata una sorta di lingua franca nel commercio, nello sport, nel turismo, nelle scienze, etc. potrebbe diventare la lingua "neutra" e franca dell'Unione. Dovremmo ricominciare da zero? Capisco le ragioni commerciali e sciovinistiche della Francia, ma si mettano il cuore in pace. Non credo che la maggior parte dei parlamentari europei intenda mettersi a studiare una lingua nuova, ma neppure i cittadini europei. Vorrebbero parlare in francese in commissione? E perchè non in tedesco? Andiamo avanti, non indietro; non poniamoci fuori dal mondo e dalla storia. la comunicazione facilità lo sviluppo UMANO, prima ancora che economico1 punto
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Gran bel libro non c'è che dire, ti segnalo la discussione aperta da Petronius nella sezione bibliografia.1 punto
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Carissimi, complimenti per i vostri preziosi commenti e spunti. E' un piacere leggervi. Mi permetto di dire la mia, non sono esperto di queste monetazioni ma un'osservazione mi sorge spontanea. Nei documenti d'epoca abbiamo la linea orizzontale sopra alla parola nel caso vi sia una troncatura oppure un'abbreviazione (parola o parte di essa contratta). Dato che diamo per assodato che PP rentri in quest'ultimo caso, mi chiedo il perché della presenza di sole queste due lettere. Mi spiego meglio: PP non è un'abbreviazione pura né, tantomeno, impura. Se fosse pura avremmo PS, se fosse impura PPS. Invece in questo modo non vi è indicazione del caso delle due parole che, se riferite al Santo, dovrebbero andare in nominativo. Lasciate così invece mi danno l'idea di qualcosa di "estraneo". E' anche vero come ha detto @magdi nel suo ultimo intervento che le due lettere non sono intervallate da punti o altri elementi di separazione, quindi potrebbero essere effettivamente parte della medesima parola... Un caro saluto, Antonio1 punto
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Ciao, e se fosse una ottima produzione non ufficiale che prende ispirazione da un IOVI PROPVGNAT di Gallieno? Sono da smartphone, non so se allego la moneta che ho scaricato. Ciao Illyricum [emoji6]1 punto
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Nelle abbreviazioni su documenti medievali, quella sorta di "macron" di cui parli, è solitamente usata per indicare una parola contratta... poi sul grosso agontano abbiamo anche la punteggiatura... nella fattispecie abbiamo sempre .PP.S.QVIRIACVS. ... credo che altrimenti avremmo .P.P.S.QVIRIACVS. .... L'apostrofo dopo le due lettere, inoltre, è sempre presente e ben più evidente nei grossi "pseudo-agontani" (per utilizzare una definizione saccocciana) di Volterra, e la pratica di utilizzare talvolta PP talaltra EP è in uso anche sugli pseudo-agontani di Arezzo. Cito solo esempi toscani perchè sono quelli che conosco meglio... magari ce ne sono anche in area adriatica...1 punto
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Non è una monetazione che seguo particolarmente, ma penso si possa trattare di questo penny Henry III. 1216-1272. AR Penny. Hereford mint. Roger, moneyer. Long Cross type, class IIIb, circa 1248-1250. hE(HR)ICVS REX III', crowned facing head / ROG-ER O-(N h)E-REF, long-cross pommée. North 987; Seaby 1363.1 punto
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... riguardando bene quel punto alle ore 12 dovrebbe essere il cerchio del diadema con la gemma centrale... quindi non è come pensavo. Certamente è una moneta perlomeno curiosa,,,,1 punto
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ANNO SANTO 1700 Epoca di INNOCENZO IX Penso incisa da GIOVANNI HAMERANI1 punto
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Mi sembra che @Legio II Italica avevi già parlato di monete ed astri. Quindi sarebbe utilissimo, e naturalmente un piacere, se potresti intervenire. Grazie1 punto
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Anno comune di una moneta snobbata da tanti, così è tanta roba, lustro evidente, qualche minimo segnetto ma ad averne....1 punto
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Le monete ossidionali sono già affascinanti di loro, raccontano di assedi, di momenti e coniazioni fatte con mezzi di fortuna... Siamo a PALMANOVA, con Napoleone I, Re d'Italia durante l'assedio Austriaco del 1814. Moneta coniata con una mistura di rame, ferro, bronzo e stagno e battuta in un cascinale alla periferia della piazzaforte. E' un 50 centesimi dell'asta Rauch 101, la moneta non fa altro che raccontare ed esprimere in legenda i fatti, gli accadimenti, si limita a registrare la situazione...è lei stessa una delle rappresentanti dello specifico momento storico, ma anche memoria e testimonianza dello stesso. MON T ( piccolo ). A ( piccolo ) D'ASSEO ( piccolo ) PALMA MONETA D'ASSEDIO DI PALMANOVA Un pezzo di storia oltre che una moneta ossidionale...1 punto
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Proprio su questo motto è recentemente tornato il Giornale della Numismatica online: http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=11158 L'articolo fa parte della bellissima serie "Parole e monete", iniziata due anni fa nel settembre del 2014 e che ha lo stesso stile di questa altrettanto affascinante discussione. Qualche moneta, infatti, si trova sia qua che là. Sono tutti articoli davvero piacevoli che possono essere ritrovati semplicemente scrivendo "parole e monete" nella maschera di ricerca presente nella Home Page del GdN online oppure seguendo questo link: http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?s=parole+e+monete Buona lettura...1 punto
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Greek Coins Phoenicia, ByblosShekel circa 450-410, AR 13.02 g. Sphinx crouching l. wearing double-crown of Egypt. Rev. M G (possibly M[LK] G[BL] “k[ing of] B[yblos”]” in Punic characters) Hippocampus l., within incuse square with dotted frame.Apparently unique and unrecorded. Some encrustations, otherwise very fineThis unusual and important coin merits full description, for there are coins of comparable design, but seemingly none that match precisely. Hill, in the BMC catalogue of Phoenician coins published in 1910, notes: “Rouvier attributes to Byblus an obol and a half-obol, both found on the spot, bearing a crouching sphinx on the obverse, and a lion(?) on the reverse.” A more useful comparison can be made to a shekel published by Kraay in ACGC (no. 1051) that shows a Sphinx of virtually identical description paired with a ‘stylized lotus’ (or fulmen of Baal Hadad?) in a dotted circular border set within an incuse square; fractions of this type are also known, including quarter-shekels and eighth-shekels. It has been suggested that the Punic characters on the reverse, equating ‘M’ and ‘G’, could abbreviate ‘King of Byblos’ since Gebal or Gibel was the ancient Phoenician name for the city the Greeks called Byblus. Such an identification seems likely considering the hippocampus was a prominent feature on later silver coins of Byblus and the obverse finds exact parallels to coins found at the site. Even more convincing is the vast body of numismatic and archaeological evidence that testifies to the strong Egyptian influence in Byblus – hence the importance of the sphinx obverse. Legend provides the city with strong ties to Isis, who at one point is said to have been in service to its king and queen; we are also told that Osiris’ coffin landed at Byblus. Furthermore, the sphinx on this shekel and its related issues is not the standard Greco-Roman version, but is distinctly Egyptian in appearance: it wears the Nemes headcloth, upon which is placed the dual crown of Upper and Lower Egypt, with the bottom crown representing Lower Egypt (the Delta) and the top part representing Upper Egypt. Its right forepaw may be raised above a lotus flower, and its serpent-like tail may represent the snake Agathodaeomon.Estimate: 22000 CHF1 punto
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Come non potrebbero piacere, una tipologia straordinaria per iconografia, poi Aquila... Jacopo ti ho visto postare cose interessantissime, mi compiaccio. Eros P.S. Dovremmo postare di più, anche cose semplici, giusto per parlarne e confrontarsi...1 punto
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Non poteva mancare in questa interessante discussione "motti e leggende nelle monete" questo bellissimo conio del Granducato di Toscana della mia collezione. Mezzo Tollero del 1683: D/ COSMVS.III.D.G.MAG.DVX.ETRVRIAE.VI. .1683. busto a destra con corona dentata del Granduca Cosimo III R/ La nave antica "Galera" che naviga a vela spiegata. PRAESIDIVM .ET. DECVS LIBVRNI .1683. "difesa e decoro della città" la leggenda è riferita al porto di Livorno che era divenuto prestigioso e strategico per il commercio del Granducato. Il mezzo tollero era della stessa bontà del tollero: once 11 di fino per libbra di metallo da monetare, peso di danari 11,5 e valuta di Lire 3.12 Nonostante la bellezza del conio, il mezzo tollero, non ha avuto molto successo sulla piazza commerciale e l'unica emissione è quella dell'ordinanza del 12 o 13 marzo 1682 " che si batta una moneta per la metà del Tollero dell' istessa bontà e peso a ragguaglio che da una parte ci sia il busto di S.A. e dall'altra una nave con le lettere attorno: Praesidium et Decus, Liburni, 1682 ". La battitura avvenne nell'anno successivo. L'intagliatore del conio fu probabilmente quel Marco Antonio di Cosimo Merlini "M.A.M." che a partire dal 12 aprile 1649 e fino al 14 maggio del 1674 era maestro della zecca vecchia di Firenze. Nel 1680, pur trovandosi a ROMA per perfezionare la propria arte, un grande medaglista e incisore di conii Massimiliano Soldani Benzi, stava emergendo alla corte Granducale e nel mese di novembre mandò a Firenze al Granduca il conio per battere li livornini e si trattava molto probabilmente dei tolleri con veduta del porto di Livorno del 1681. Comunque dallo stesso lavoro risulta che al Soldani erano stati commissionati altri lavori per la zecca fin dalla primavera del 1680 e che nel 1682, rientrato a Firenze, l'artista si dedicò alla riorganizzazione della Zecca. (Vannel, Toderi, 1987, p.56). Nel 1683 il Soldani venne nominato intagliatore di conii e dal 15 novembre 1688, in seguito alla morte di Marc'Antonio Merlini, ebbe la carica di Maestro de' conii e custode della Zecca vecchia dove si lavorava ad acqua (Vannel, Toderi, 1987, p.59). Il tipo del rovescio del mezzo tollero, con la Galea, è ripreso in tre medaglie del Soldani e questo lascia il dubbio che sia Lui l'incisore. Attribuire il nome dell'incisore dei conii alle monete "dove possibile" potrebbe essere interessante aprire una nuova ricerca. Grazie e saluti a tutti i partecipanti.1 punto
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Non è "bellissima" la moneta , ma è stato il primo acquisto in asta....... quella che mi ha fatto "innamorare" voleva "far passare" un messaggio di ostentata bellicosità e presunzione di potenza con questa legenda " CONVENIENTIA CVIQUE" e sul bordo dello scudo " PRAESIDIA MAIESTATI " cioè pressapoco . "cio' che è opportuno (la guerra) puo' essere rivolta a chiunque, a difesa di armi e onore " Al dritto il DVCA Ferdinando Carlo Gonzaga, Duca di Mantova appare col busto corazzato "all'eroica" come lo definisce lo zecchiere Cotel. Ma leggendo le gesta dell'ultimo Duca, ne esce un ritratto che non ha nulla a che vedere con quello che voleva far apparire, non era certo un cuor di leone , amava soldi , vizi, successi di corte, tanto che già nel 1701 l'imperatore lo dichiarava apertamente un traditore.1 punto
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@Cinna74 in precedenza ci ha mostrato una moneta veramente fantastica e ne volevo approfittare per mostrarvi un altra moneta stupenda che in pochi conoscono ma che senza di essa ad oggi non esisterebbe neppure quella di Enrico VII . Bisogna sapere infatti che per la raffigurazione del sovrano seduto sul trono ( da cui il nome sovereign ) ci si ispirò al real d'oro coniato da Massimiliano I nel 1487 ( si tratta fra l'altro di una delle prime monete europee recanti la data ) a Dordrecht ( Olanda ) +MAXIMILIANVS*DEI*GRA*ROMANORV*REX*SEP*AVG +TENE*MENSVRAM*ET*RESPICE*FINEM*M*CCCC*LXXXVII1 punto
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Buon pomeriggio Si tratta del buono alimentare in rame emesso a Verona nel 1937 assieme al pezzo da 10 cent. dalla confraternita San Vincenzo De Paoli. Per ulteriori informazioni vedi Battaglia G., I buoni alimentari delle confraternite "San Vincenzo de' Paoli", La Numismatica aprile '80, pag. 118. Analoghi gettoni vennero emessi anche a Nimes (Gadoury V. - Elie R., Monnaies de nécessité françaises 1789 - 1990, p. 288 10.1, Montecarlo 1990). Io ho il corrispettivo buono da 10 cent, mentre su quello da 5 cent l’anno 1937 è seguito da XV. Anche nella coppia di buoni del 1938, che sono però in ottone, l’anno è seguito dal numero romano progressivo (XVI), mentre la scritta che precede l’anno è SAN BONIFACCIO, in quanto questi pezzi sono stati coniati a San Bonifacio (VR). Per ulteriori informazioni vedi i riff. precedenti e inoltre Bruni R., I buoni ed i gettoni alimentari della S. Vincenzo de' Paoli, Cronaca Numismatica n. 155, settembre 2003, pag. 48 - Artemide Aste 28/12/2004 n. 1753. Ho trovato anche la documentazione del buono alimentare da 5 cent. in ottone con al rovescio la scritta MONTAGNANA 1939 – XVII, coniato appunto a Montagnana (PD). Per ulteriori informazioni vedi, oltre ai riff. precedenti, Battaglia G., I buoni alimentari delle confraternite "San Vincenzo de' Paoli di Montagnana", La tribuna del collezionista, pag. 33 n. 4 aprile 1980. Questi pezzi vennero coniati dalla ditta Damiano Colombo di Milano.1 punto
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