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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/29/16 in tutte le aree
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Per quanto riguarda il discorso ribattitura, mi pare di vedere quanto sotto (l'esemplare riportato e' a titolo esemplificativo del tipo, da https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=160976 ):8 punti
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Rare volte e quasi sempre in circostanze casuali vengono dissotterrati antichi tesori di epoca romana , e’ questo il caso del tesoro di Kaiseraugst . Kaiseraugst è un odierno piccolo Comune del Cantone svizzero Argovia ; in epoca romana , dopo il 260 circa , fu sede di un importante fortezza militare di Legione e di unità ausiliarie romane , il cui nome latino era Castrum Rauracense . Augusta Raurica e’ oggi un importante e grande sito archeologico romano ubicato nel Nord della Svizzera , situato a quasi 20 km ad est di Basilea , che corrisponde all’ attuale piccolo Comune di Augst o Kaiseraugst . Augusta Raurica e’ la più antica colonia romana sul Reno , fu infatti fondata da Giulio Cesare in prossimita’ del Reno . Augusta Raurica venne fondata nel 44 a.C. da Lucio Munazio Planco , luogotenente di Giulio Cesare nel corso della guerra gallica , era situata in un territorio occupato da una locale tribù gallica chiamata Raurica . Solo al tempo di Augusto si consolido’ la conquista di tutta l’ area alpina e la primitiva colonia cesariana prese il nome di Colonia Paterna Pia Apollinaris Augusta Emerita Raurica , probabilmente per aver ospitato la Legione XV Apollinaris fondata da Giulio Cesare proprio in occasione della guerra gallica ,Legione nota fino al V secolo . Vespasiano e poi Domiziano partirono da qui per la conquista degli Agri Decumates , pericoloso cuneo territoriale germanico che si spingeva all’ interno della linea difensiva romana del Reno . Durante i primi due secoli dopo Cristo fu una colonia ricca e popolosa , capitale della locale Provincia romana . Gli Alemanni distrussero la Città nel corso della grande crisi del III secolo , circa nell’ anno 260 . Al tempo di Diocleziano venne qui rafforzata la frontiera germanica con la costruzione di un Ponte stabile fisso presidiato sulla sponda germanica da una testa di ponte fortificata in pietra , di forma quadrata di circa 45 metri per lato , la Colonia divenne il quartier generale della Legione I Martia , preposta anche alla difesa del Ponte . Successivamente nel tardo impero da qui’ partirono Legioni per le guerre civili e per le spedizioni punitive romane contro le incursioni delle tribu’ germaniche all’ interno del Limes . Sempre nel corso del tardo impero essa perse la sua primitiva importanza a favore del vicino insediamento celtico di Basilea , di cui non si conosce il primitivo nome , che diventera’ Castrum Rauracense ; gli abitanti sopravvissuti all’ invasione germanica degli Alemanni si posero sotto la protezione del Castrum Rauracense , un grande castello romano sito nella vicina Kaiseraugst e posto da ora in poi a difesa del Limes germanico tardo imperiale . Durante il medioevo , le grandi rovine in pietra del sito vennero utilizzate per nuove costruzioni . Gli scavi archeologici moderni hanno dissotterrato Templi , Taverne , Edifici pubblici , un Foro , un complesso di bagni termali e il più grande Anfiteatro romano a nord delle Alpi che disponeva di circa diecimila posti , da poco restaurato . Questa in breve la storia di Kaiseraugst e del Castrum Rauracense . Il tesoro di Kaiseraugst fa parte dei pochissimi grandi tesori europei dell’ antichita’ romana comprendente opere di : oreficeria , oggetti personali , uso quotidiano ed anche di monete , rinvenuto praticamente intatto ; questo tesoro e’ paragonabile soltanto a quelli rinvenuti in altre localita’ europee , tipo quello di Mildenhall in Britannia , quello del Colle Esquilino a Roma , quello di Cartagine ed ai numerosi rinvenuti in Dacia : di Persinari , di Sarmasag , di Hinova , di Radeni , di Stancesti , di Cucuteni , di Agighiol , di Craiova , di Perutu , di Surcea , di Sarmizegetusa , di Sancraieni e di altre localita’ della Romania , a dimostrazione della ricchezza mineraria e personale della Provincia dacica . Il tesoro di Kaiseraugst e’ pero’ quello forse di maggior pregio artistico e secondo per peso complessivo , infatti il tesoro di Treviri trovato nel XVII secolo , purtroppo subito fuso , pesava in totale 114 Kg. , quello di Kaiseraugst 37 Kg. e quello di Mildenhall 26 Kg. , mentre di quello trovato a Cartagine non si conosce il peso , ma sicuramente dell’ ordine dei chilogrammi . Il rinvenimento del tesoro di Kaiseraugst avvenne dopo il Natale del Dicembre del 1961 mentre si eseguivano dei lavori stradali tramite una ruspa alle spalle di un edificio scolastico che corrispondeva come posizione ad uno dei lati lunghi del Castrum in prossimita’ dell’ angolo con il lato corto dell’ antico castello della fortezza romana ; nello scavare l’ antico tratto stradale romano ancora in uso dopo secoli , duro e compatto , ad un certo punto l’ addetto alla ruspa si accorse che in un punto della strada , la resistenza della strada romana era stranamente cedevole e penso’ che sotto dovesse esserci una buca . L' operatore addetto alla ruspa naturalmente non si rese conto di cosa stava per uscire da quella buca e continuando a scavare , la ruspa tiro’ fuori una grande “latta” che fini’ nel mucchio di terra accumulata nel bordo della strada ; poco tempo dopo nel sistemare la terra accumulata si ritrovo’ quella “latta” di forma rotonda che ad un successivo esame si rivelo’ essere argento ; si torno’ cosi’ sul luogo del ritrovamento dove venne rinvenuto tutto il tesoro che era composto principalmente da un ricchissimo e completo servizio da tavola , da tre lingotti d’ argento con impresso l’ immagine e la legenda di Magnenzio , piu’ 186 monete e 17 medaglioni , tutti in argento ; tutto il tesoro aveva un peso di circa 37 Kg. , da analisi metallografiche risulto’ che l’ argento aveva una purezza del 97% ( l’ odierna arriva al 99,9% ) mentre il rimanente 3% era composto da 2% di rame , 0,7% di oro e 0,3% di piombo , a dimostrazione di quale alto livello era la metallurgia e raffinazione dei metalli preziosi presso gli antichi romani del tardo impero . A chi poteva appartenere questo tesoro ? la datazione dei tre lingotti ci riporta a Magnenzio , quindi come datazione minima siamo all’ anno 350 , ma per il servizio da tavola la data potrebbe essere precedente o successiva , anche se in base alle monete e medaglioni trovati una data successiva sarebbe poco probabile , in base a questo si e’ pensato come proprietario del tesoro ad un altissimo personaggio legato a Magnenzio , un ufficiale o un funzionario della sua corte . Per risolvere forse il problema ci viene in aiuto una iscrizione incisa dietro un piatto che reca scritto P. ROMULO , un Publio Romulo in effetti e’ storicamente conosciuto come essere stato un Magister Militum proprio al tempo di Magnenzio , fu un ufficiale comandante della fanteria del suo esercito che mori’ nella battaglia di Mursa avvenuta nel 351 tra Magnenzio e il legittimo Imperatore Costanzo II ; il proprietario o uno dei proprietari del tesoro dovrebbe quindi avere una identificazione precisa . Un altro nome e’ pero’ inciso dietro i cucchiai , il candelabro e un altro piatto , questi oggetti recano inciso il nome di MARCELLIANO , quindi si presuppone che almeno il tesoro da tavola abbia avuto nel tempo diversi proprietari e che tutto il tesoro fu poi posseduto , riunito e seppellito probabilmente dall’ ultimo proprietario che fu Publio Romulo in previsione dell’ incerto esito della battaglia di Mursa . Questa in breve la storia di questo tesoro . Seguono in ordine foto di Kaiseraugst e del tesoro : Cartina geografica della localita’ di Kaiseraugst Cartina archeologica del sito Ricostruzione di Castrum Raurica in base alle scoperte archeologiche Posizione antica del ritrovamento del tesoro segnato dalla freccia rossa Foto di alcune fasi del ritrovamento del tesoro Panoramica con oggetti del tesoro Uno dei tre lingotti in argento con impresso il nome e l' immagine di Magnenzio Particolari di oggetti e statua in argento di Venere Alcune monete e alcuni medaglioni del tesoro7 punti
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Perchè le medievali? Perchè sono brutte, illeggibili, tosate, circolate e, spesso, non se ne trovano due uguali. Rappresentano, anche in questo, il segno della difficoltà della vita degli uomini al tempo del medioevo; il crollo dell'Impero Romano, infatti, non fu fragoroso come si pensa, ma, ad esso, seguirono secoli di instabilità, per il Sud almeno fino al 1130. Qui, al Sud, arrivarono prima i Longobardi che emisero monete meravigliose di stile bizantino, difficili da trovare e costose. Poi ci furono i Normanni che furono chiamati "furbescamente" dai Principi Longobardi per combattere al loro posto e..così finì, con i Normanni ( le famiglie Drengot ed Houteville) che si insediarono al loro posto I Normanni, lo stesso ceppo di quelli che preferirono la Britannia, liberarono l'Italia meridionale e le isole, tanto dai Bizantini quanto dagli Arabi.. Poi vennero gli Svevi, Gli Angioini e gli Aragonesi ed entriamo nell'età moderna.. Beh, qualche moneta dell'epoca.. Gisulfo II, follis meraviglioso, un gigliato di Roberto d'Angiò.. ed un follaro capuano di Ruggero II già postato in altrra discussione Gisulfo non è mio purtroppo Saluti Eliodoro6 punti
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Dovrebbe esssere un sesino di Piacenza per Ottavio Farnese. dritto: DVX PL Z P II / al centro OCT sormontato da corona verso: EPS PLA / nel campo busto di San Savino affiancato dalle lettere S S https://www.deamoneta.com/auctions/view/1/1779 ciao Mario4 punti
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Asse di Elio, abbastanza leggibile ma peccato perche' al dritto si e' dovuto intervenre. Roberto3 punti
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Ah ecco! Non avevo proprio capito; cercavo ribattiture sul grosso veneziano Ma sai che credo proprio che avgvstvs ci abbia azzeccato? Complimenti .... non credo ci siano molte monete che abbiano quel dettaglio del trono che sia sovrapponibile a quanto c'è nel grosso senese .... ed anche il diametro ci sta. A questo punto, paradossalmente, la vicenda si complica ..... non conosco la monetazione senese; come andiamo a titolo d'argento? Poteva essere un autogol ribattere grossi veneziani per creare i senesi, se questi avevano un titolo inferiore; poteva essere un affare se venivano ribattuti grossi di Rascia, bulgari ed in genere i grossi imitativi che avevano un titolo d'argento più basso dei veneziani, ma che riportavano, a volte anche benino, la medesima iconografia.3 punti
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Per me la passione per il medioevo è nata quando avevo circa 10 anni, e mio fratello (allora studente universitario) mi portava ogni tanto a visitare la vicina abbazia di Santa Maria a Cerrate, in provincia di Lecce. Quei bassorilievi ed affreschi mi affascinavano e intimorivano allo stesso tempo. La passione per le monete la avevo già da qualche anno, grazie anche ad una piccola raccolta (principalmente monete del Regno ma anche qualche borbonica e qualche romana) ed al periodico "Monete del mondo" di Bolaffi che mi padre mi comprava. Fu proprio con quel periodico che scoprii che potevo ritrovare nelle monete le stesse raffigurazioni che osservavo con tanto interesse nelle chiese romaniche. La prima medioevale che ho avuto è stato un follaro di Bari di Ruggero II d'Altavilla, preso a 15.000 lire nel '95 da un commerciante in un mercatino a Brindisi (tale signor Giustino, chissà come se la passa...). Da allora ho studiato e collezionato monete longobarde e normanne per 20 anni, appagato anche dallo scoprire varianti e tipologie inedite (è una monetazione che, per quanto ultimamente oggetto di molte pubblicazioni, è ancora lontana dall'essere interamente conosciuta) Queste monete, per quanto spesso consunte, ribattute o decentrate, mi parlano di periodi cupi, incerti e concitati, con uomini d'armi che combattevano per estendere i propri domini, monaci che creavano splendide miniature nel chiuso dei monasteri, e gente comune che viveva nel timore di invasioni, pestilenze e carestie. Di certo non un'epoca in cui mi sarebbe piaciuto vivere, in primis per la pressione totalitaria esercitata dalla religione, ciononostante il periodo storico che su di me esercita più fascino. Qualche anno fa però, la confusione delle ribattiture, le debolezze di conio e l'irregolarità dei tondelli hanno iniziato ad infastidirmi più di quanto le impronte leggibili mi affascinassero, ed pian piano ho deciso di rivolgere l'attenzione ad un'altra tipologia di monete... chiaramente sempre medioevali! Ho iniziato così ad appassionarmi ai grossi comunali, e che il più delle volte si trovano in conservazioni tali da permettere di apprezzare tutti i dettagli delle raffigurazioni che mi hanno sempre affascinato. Il primo grosso che mi sono regalato è il cosiddetto "marameo", che nonostante che sia ora in compagnia di molti suoi "simili", rimane uno dei pezzi preferiti della mia nuova collezione. Spero di non essere stato troppo noioso con questo post, forse incentrato più sul mio percorso numismatico che sul "perché le medioevali". Cerco di rimediare postando descrizioni e foto delle mie due prime. Un cordiale saluto Paolo Follaro di Ruggero II d'Altavilla, re di Sicilia (1130-1154), coniato a Bari nel 1139, probabilmente per commemorare la riconquista della città dopo una ribellione. Al dritto presenta il busto frontale di San Nicola e la scritta greca "OA[GHIOS] NIKOLAO" ("San Nicola"). Al rovescio una legenda circolare in arabo che recita "Umila bi Bari sanat 534", ossia "Fatta nella città di Bari nell'anno 534" (secondo il calendario dell'Egira); al centro un astro. Riferimenti: L. Travaini, La monetazione nell'Italia normanna, n. 210 Vescovi anonimi (1235-1255), Grosso da 20 denari della zecca di Trento Al dritto (o rovescio?), presenta il busto del vescovo benedicente, ed intorno la scritta EPS (abbreviato per EPISCOPUS) TRIDENTI Al rovescio (o dritto?), una grande F nel campo accostata da una croce e due bisanti, con un cuneo in alto. Intorno: INPERATOR Riferimenti: H. Rizzolli e F. Pigozzo, L'area monetaria veronese, n. T373 punti
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Ho notato che in questa discussione si prediligono i grandi moduli,gli aurei partenopei,monete di rame circolate e non,ma di 60 Grana,oltre a quello precedentemente postato non ve ne sono molti e quest'oggi vi posto questo 60 Grana:Carlo III di Borbone (1734-1759) - 1734 Zecca di Napoli Ag.bordo liscio D/stemma coronato R/ personificazione del fiume Sebeto seduto in riva al mare sullo sfondo del Vesuvio fumante Riferimenti: (C.N.I. XX/538/11) P.R.33;MIR 338 stessa moneta La moneta appartiene a collezione privata A riprova che la maggior parte dei graffi presenti sulle monete partenopee sono originati da strappi di conio questa ne è la prova,poichè reca pochi graffi e quasi impercettibili.Se si fosse trattato di asportazione fraudolenta del metallo o diminuzione di peso della moneta,ci saremmo trovati,anche con questa,con maggiori graffi. --Salutoni -odjob3 punti
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Aggiungo una sovrana dell'Isola di Man. La moneta è recente ma il "triscele", a cui si riferisce il motto, si trova sulla bandiera dell'Isola di Man, e prima ancora su quella della Sicilia. Il simbolo è stato associato con l'isola di Man almeno dal 13 ° secolo. Quocunque Jeceris Stabit, che significa Ovunque lo getterai, starà retto, una frase che sottolinea la fermezza e la forza di carattere del popolo mannese e che molte scuole hanno adottato come esortazione ad essere tenaci e lavorare duramente. Buon week end. E.3 punti
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Ciao, ritorno sul tema Britannia ma solo per prenderla a pretesto al fine di segnalare una particolarità che emerge dall’osservazione delle monetazioni severiane collegate al tema britannico. Le considerazioni che esprimo possono però essere valide anche a livello generale riferendosi più che altro all’organizzazione e al lavoro delle zecche. Iniziamo con un rapido riepilogo del quadro storico-numismatico riferito alle vicende britanniche. Settimio Severo, secondo gli storici dell’epoca spinto anche dalla necessità di allontanare i due figli dai lussi i vizi e le mollezze di Roma, decide di intraprendere una campagna militare in Britannia al fine di “pacificare” le popolazioni del Nord che continuano con le loro scorribande a rendere insicuri i confini settentrionali della provincia. Parte alla volta della Britannia tutta la famiglia imperiale, con Caracalla co-Augusto, il minore Geta nelle vesti di Cesare e Iulia Domna imperatrice madre. Questa la tabella cronologica, evitando di entrare approfonditamente nelle cronache belliche della campagna per non dilungarsi troppo: 208: Partenza per la Britannia e insediamento ad Eburacum (York) di Settimio e di Caracalla da dove dirigono le operazioni militari. Geta e la madre si fermano a Londinium. 209: Geta nominato Augusto 210: Vittorie romane in Britannia. In un periodo tra il 209-210 viene emesso il RIC 240 ovvero il primo denario a nome dell’Imperatore con legenda terminale BRIT (abbreviazione del titolo Britannicus Maximus) come II emissione del 210 Nel 210-211 compaiono anche sui bronzi di Settimio Severo legende L SEPT SEVERVS PIVS AVG BRIT e SEVERVS PIVS AVG BRIT, denari per Caracalla denari del tipo BRIT con Vittoria a rovescio e VICTORIAE BRIT come legenda. Successivamente le legende di Caracalla usate del periodo cono appelli alla fedeltà dell’esercito (FIDES EXERCITVS). Nel periodo 210-212 anche Geta si fregia del titolo BRIT nella legenda e vengono emesse alcuni denari simili ai VICTORIAE BRIT di suo padre e suo fratello. Qualcosa comunque cambia all’inizio del 211. 211: Morte di Settimio Severo 4 febbraio quindi abbiamo una trattativa di pace da parte di Caracalla con le popolazioni della Caledonia al fine di rientrare a Roma. Le legende evocano la FORTVANA REDVX (un augurio di felice rientro a Roma dopo gli eventi bellici). Verso maggio Caracalla, Geta e Iulia Domna rientrano nell’Urbe con le ceneri di Settimio Severo. Promuovono delle elargizioni al popolo (LIBERALITAS VI per Caracalla e LIBERALITAS V per Geta). 19 dicembre 211 uccisione Geta 213 fine titolatura BRIT (a nome del solo Caracalla) Ciò che mi interessa analizzare nel dettaglio è la serie di denari VICTORIAE BRIT con Vittoria a rovescio che copre un lasso temporale abbastanza limitato e seppur non puntualmente circostanziato dal punto di vista cronologico almeno grossolanamente noto. Il fatto che siano stati emessi per un determinato periodo a nome di più imperatori (Settimio Severo, Caracalla e in ultimo Geta) ci consente di rilevare alcune considerazioni che vi proporrò in seguito.2 punti
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Ciao a tutti, vi mostro il mio ultimo acquisto.. Era dato per Honorio zecca AQPS ma credo proprio che fosse un MDPS Roberto2 punti
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Venerdì 28 ottobre è venuto a mancare Norman Gorny (in foto), un bravo studioso della monetazione imperiale cinese. Era statunitense, di Portland (Oregon). Pochi mesi prima di morire aveva pubblicato la seconda edizione di un suo importante lavoro: Northern Song Dynasty Cash Variety Guide. L'opera approfondisce molto bene la monetazione della dinastia Song settentrionale (960-1127) ed è acquistabile su Amazon o su Lulu. Questi erano i suoi quattro blog: Fake Chinese Cash on eBay 北宋代钱币图说 Northern Song Dynasty Cash Variety Guide 2016 北宋钱币 Northern Song Cash Oriental Cash2 punti
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considerato che la discussione possa avere interessanti opinioni e/o osservazioni, sposto nella sezione " Monete medievali di Zecche Italiane"2 punti
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Se dovessi scegliere, propenderei per 9 ribattuto su 2.2 punti
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Quattrino con Virgilio per Mantova. Ti riporto quanto indicato sul ns catalogo circa l'attribuzione La letteratura classica assegna questa moneta al marchese Francesco II, basandosi sulla classificazione del CNI. Giuseppe Margini (cfr. Margini-Castagna 1990, pag. 134) riassegnava questa tipologia al duca Ferdinando basandosi sia sullo stile, diverso da quello delle monete coniate nel periodo del marchese Francesco II, sia all'accenno su di un editto ducale del 1636 a dei "soldi Ferdinandi colla fiamma", forse riferibili proprio a tale moneta. La questione rimane aperta 1612-1626 Ferdinando Gonzaga, duca VI → Periodo postcardinalizio (1615-1626) http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FR2/32 punti
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Ruggero, inoltre, emise anche leggi che, volgarmente,erano dette Constitutiones, poi raccolte dal nipote Federico II. Tali Constitutiones erano molto simili alle leggi romane. La piaga dei falsari di monete era presente anche in epoca normanna, per cui Ruggero dispose la pena di morte tanto per coloro che falsificavano le monete, quanto per quelli che le ricevevano scientemente ( De Cudentibus Monetam Adulterinam". Vennero puniti anche i tosatori con la legge ventiduesima " De Rasione Monetae".2 punti
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Grazie Luciano per le tue preziose spiegazioni. Il tuo accennare ai pellegrini e ai viaggi da e verso l' oriente mi hanno fatto pensare alla storia della più orientale cittadina della nostra penisola: Otranto. Siamo nell' estate del 1480 quando una spedizione turca partita dal porto di Valona veleggia alla conquista della citta. Le fonti più accreditate dicono che la popolazione si aggirasse intorno ai 2000 abitanti. La città fu presa d'assedio e gli idruntini si rifugiarono tra le mura della città. Dopo circa due settimane i turchi riuscirono a penetrare nella cittadina dove la popolazione non fu risparmiata visto che gli otrantini non vollero sottostare alle condizioni offerte dai turchi. Donne e bambini furono spediti in oriente come schiavi gli altri per aver salva la vita avrebbero avuto una duplice possibilità. Abiurare la fede cristiana e abbracciare l'islam, cosa che nessuno accettò, oppure, ed ecco il risvolto numismatico, pagare 300 ducati d'oro e salvarsi. Ebbene le fonti dicono che meno di una ventina avevano tale somma e si salvarono, gli altri 800 vennero tutti decapitati e sono da pochi anni divenuti i Santi martiri di Otranto. Pensate al tesoretto che quel manipolo di gente possedeva. Trecento ducati rappresentavano anni di lavoro per pescatori e braccianti. Subito ho pensato che tra quei ducati ci sarebbero dovuti essere sicuramente quelli battuti sotto il regno di Ferrante prima del 1480 e chissà quali altre tipologie di monete auree considerando che probabilmente erano risparmi di anni precedenti. Di certo i turchi conoscevano bene il ducato veneziano e il fiorino e alcune fonti rivelano che Venezia che in quegli anni dominava nell Adriatico non volle intervenire sia perché non era in buoni rapporti con gli aragonesi sia perché come sappiamo i rapporti con l' oriente erano importanti per i commerci veneziani...ecco ancora una storia con un piccolo accenno numismatico che fa riflettere e rende affascinante la monetazione medievale. Erano veramente tempi lontani in cui la fede e la parola i gesti contavano piu della vita ,oggi quegli 800 sarebbero tutti rimasti vivi e novelli islamici . I ricchi con il senso pratico e degli affari invece sono sempre quelli.....2 punti
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HORVM AVXILIO NON OPPRIMAR TENTATA SED INCORVPTA Due motti per questo pezzo da 10 fiorini battuto in occasione dell’assedio austro-spagnolo di Casale del 1630, nel contesto della Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, episodio “minore” della Guerra dei Trent’anni. La moneta, che nella serie è affiancata da pezzi da 3,5 e 20 fiorini, venne coniata sotto l’autorità francese, come mostrano i tre gigli, dalla guarnigione che difendeva la cittadella. E i motti omaggiano da un lato i Francesi in soccorso della città (“CON IL LORO AIUTO NESSUNO CI OPPRIMERÀ”), dall’altro la lealtà della stessa Casale (“INCORRUTTIBILE NONOSTANTE LE LUSINGHE”), che solo dopo una lunga trattativa venne consegnata in mano imperiale, in attesa di quella che sarebbe stata poi la Pace di Cherasco del 1631. Noto dal catalogo mantovano che la foto di questa variante con la data manca: se crede @Paolino67 può inserirla, per l'uso esclusivo all'interno del catalogo.2 punti
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Salve. Credo che le classificazioni fin qui date possano essere esaustive. Mi chiedevo: la moneta sembra ribattuta? Mi sembra di scorgere tracce di ribattitura su altra tipologia monetale.2 punti
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Segnalo l'uscita del numero n. 322 di novembre 2016 di Panorama Numismatico Questo l'indice: Curiosità numismatiche – Pag. 3 Pasquale Attianese, Una copia dell’Herakles Epitrapezios di Lisippo impressa su alcuni stateri di Heraklea e Kroton? – Pag. 7 Roberto Diegi, La manus dei sulle monete postcostantiniane, in particolare sulla monetazione aurea di alcune imperatrici – Pag. 13 Giorgio Fusconi, Il simbolo della mano sui tremissi di Liutprando. Studio dei materiali – Pag. 19 Lorenzo Bellesia, Una moneta inedita di Tresana – Pag. 30 Federico De Luca, Terremoti e monete antiche – Pag. 35 Gianni Graziosi, Denaro e dentelli. La numismatica incontra i francobolli – Pag. 41 Franca Maria Vanni, I buoni di cassa della Società Operaia di Carpi – Pag. 51 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 56 Numismatica 2016 – Pag. 61 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 631 punto
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Ritorna a Paestum la lastra superiore della tomba esposta a Milano nell'ambito della mostra d'arte " Natura Mito e Paesaggio Nel Mondo Antico" allestita a Palazzo Reale in occasione dell'expo.Il direttore del parco archeologico pestano,Gabriel Zuchtriegel,getta nuova luce sulla tomba del tuffatore che cambiera' la storia dell'arte pestano.Il giovane direttore annuncia che grazie agli scavi effettuati dall'archeologa dottoressa Marina Cipriani,la quale ha portato alla luce "La tomba delle Palmette" datata tra il 500 e 470 a.c.,si puo' affermare dopo 50 anni di discussioni che la tomba del Tuffatore non è ne greca e ne etrusca.Le palmette sulla tomba dimostra che è un pestano doc,l'esecutore è un artista pestano non un grande pittore, forse solo un artigiano talentuoso.Questa tradizione delle palmette è durata per alcuni decenni tra il VI e V secolo a.c.. La tomba del tuffatore è stata scoperta da Mario Napoli il 3/6/1968 e rappresenta un giovane che si tuffa, un passaggio dalla vita verso la morte.1 punto
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" bene, qua chiedo anche l'aiuto di @Marcus Didius che ha una capacità di lettura fuori dalla norma.... " Salve a tutti, concordo per il rovescio con Poemenius che sia tipo una Salus teodosiana e aggiungo che sotto il braccio nel campo sinistro è probabile uno staurogramma P+, talmente schiacciato da sembrare il braccio ripetuto tre volte, se si tratta dello staurogramma però non concorda con la crocetta sempre nello stesso campo, troppi segni per una moneta ufficiale, poi non c'è lo spazio in esergo per mettere la zecca e l'officina, il cerchio perlinato chiude subito sotto i piedi della "Salus". Al dritto, rovesciata di 180°, ci vedo subito un busto corazzato verso destra, il viso è sconvolto, si nota un serto sulla testa ma credo si tratti solo di altri segni non facenti parte della moneta in quanto le teste imperiali del IV secolo erano diademate. Tutto in ghirlanda e allora siamo lontani da una moneta ufficiale ma non da una imitativa. Marcus Didius1 punto
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Buonasera, mi sembrano , soprattutto il discorso delle valvole, elementi "trascurabili" in relazione alla storicità ed implicazione di ciò che significa il progetto ( con molti errori migliorabili con il tempo ) Europeo . Sarò ingenuo ma 70 anni di pace nel contintente mi sembra già un buon motivo ..... Poi, sulla Storia, sempra ci saranno visioni distinte , su Cesare , Carlo Magno, la Chiesa, Napoleone , ecc..... ed è meglio che sia così . Un Saluto1 punto
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@alberto3121 purtroppo come viene confermato anche da @cristianaprilia nulla si può dire riguardo la moneta in tuo possesso e quindi neanche riguardo il suo valore. comunque se proprio qualche notizia vuoi sapere, a caratteri generali riporto quanto conosco: queste monete vengono considerate "monete di emergenza" visto che durante la crisi furono coniate utilizzando le monete da 20 centesimi coniate negli anni 1894-95 del regno di Umberto I che furono precedentemente ritirate. Infatti su alcuni tondelli di questa moneta sono ancora visibili tracce del conio precedente e quindi con il contorno rigato. le monete coniate nel 1920 invece sono state coniate con il contorno liscio su tondelli nuovi e quindi non dovrebbero esistere quelle con il bordo rigato... ti rimando anche ad un altra conversazione passata sul forum. un saluto....1 punto
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Ciao a tutti..vi posto i miei ultimi arrivi..due follari di Ruggero II° zecca di Capua abbastanza rari ..saluti Eliodoro1 punto
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Sono note ribattiture di questo genere sui grossi senesi? Credo che la discussione dovrebbe essere spostata su "Monete medievali"1 punto
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Con tutta la buona volontà e una vista perfetta, ma le foto rimangono troppo sfuocate per giudicare.1 punto
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In una moneta in rame però io guarderei la qualità del rosso prima ancora della freschezza del metallo... dalle foto, ripeto, sembra più tendente ad un rosso - giallastro che ad un rosso più ambrato1 punto
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Si, lo penso anche io, pero' quel verde ai margini e' duro e non si polverizza....mah1 punto
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Bel libro,ottimo acquisto.Sono stati pubblicati ,dopo,altri libri ,forse con più nozioni,ma questo è un libro che non può mancare nella biblioteca di uno studioso di monete frentane1 punto
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Ragazzi, non scherziamo sulla opinabilità delle valutazioni...è un pezzo in altissima conservazione, tranquillamente MS60 per me...rilievi "ghiacciati" e fondi freschissimi con una bella patina in formazione...i c.d. "Bag Marks" semmai le impediscono una valutazione ancora più alta...i miei complimenti al proprietario!1 punto
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Personalmente la preferivo patinata, questi dollaroni tenuti sul velluto sviluppano delle patine meravigliose ed è un vero peccato rimuoverle..1 punto
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Filippo II (247-249 d.C.): antoniniano "PRINCIPI IVVENT" (RIC,IV#218d). Io direi BB+/qSPL, su una quarantina di euro Ciao1 punto
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non sono un appassionato di questi errori di conio... ricordo in passato ci sono state discussioni a riguardo.. l'unica mia curiosita' era quella di capire come mai quelle che si trovano in giro sono sempre cosi' usurate nella parte in rilievo... come se avessero circolato con la stessa frequenza di una moneta normale... facendo un esempio se oggi mi trovassi con 1 euro in mano con questo difetto... non penso riuscirei ad usarlo come mezzo di pagamento... potrebbe non essere accettato.. percio' lo conserverei...1 punto
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Sicuramente in alta conservazione. I rilievi sono intatti e si intravede il lustro di conio, che, tuttavia, le foto non permettono di valutare nella sua interezza.1 punto
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figurati, ogni opinione è gradita, anzi grazie per esserti espresso. Poi si può essere d'accordo o no ma ciò che anima una discussione è la differenza di vedute.1 punto
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Io penso che se non arriva allo "stato di zecca" poco ci manca. Nelle seconde foto vedo molto lustro (e di solito non lo riconosco facilmente in foto). Buona serata.1 punto
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Aggiungo un Ducato olandese piuttosto recente che ho in collezione: ma che riprende l'impronta di uno molto più antico: La leggenda propone una frase in latino del "Bellum Iugurthinum" (10, 6) di Sallustio. La frase è parte del un discorso di Micipsa, re della Numidia e alleato dei romani. Egli, in punto di morte, decise di affidare il suo regno ai figli Aderbale e Iempsale, affiancando loro il nipote Giugurta, distintosi precedentemente nella guerra contro Numanzia (antica roccaforte celtiberica) combattuta a fianco di Roma. "concordia parvae res crescunt (, discordia maximae dilabuntur) " letteralmente: "nell'armonia anche le piccole cose crescono, (nel contrasto anche le più grandi svaniscono)" Buona serata.1 punto
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Finalmente oggi è arrivata la mia copia, giusto in tempo o avrei dovuto aspettare il prossimo mese per poter commentare gli articoli. Da una veloce visione come sempre tutto molto interessante, mentre sfogliavo la rivista a pag. 53 mi ha colpito una notizia sicuramente passata in sordina ai più, il fatto che la Zecca Olandese di Utrecht sia fallita e quindi sia posta in vendita dallo Stato, a causa di una commessa del Cilena rifiutata da questo stato dopo che la Zecca aveva coniato i tondelli difettosi. Una Zecca storica che chiude i battenti dopo 450 anni di attività, oltre a questo la Zecca Olandese coniava monetazione attuale in Euro per se e per altri stati facenti parte dell'Eurozona, quindi le monete Olandesi dovranno molto probabilmente essere coniate in altri stati, creando delle emissioni Olandesi con dei segni di Zecca di altri stati, come ora accade per le monete Greche del 2002, o come le Commemorative di Malta e del Lussemburgo. Mi spiace che una Zecca chiuda, perché rimane sempre un patrimonio del proprio Stato come le monete che sono state coniate nel tempo dalla stessa, credo che un pezzo di storia dell'Olanda si stia perdendo e con esso un pezzo di storia dell'Europa.1 punto
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A volte però non si volle volutamente mettere leggende e motti, era una scelta, era solo l'immagine che doveva contare e doveva essere importante, significatica, è giusto vedere anche un esempio di una scelta diversa, di questo tipo per esempio col cavallo e il cavaliere di Ercole I d'Este ( 1471 - 1505 ) di NAC 85 . La moneta è un quarto la scena se la prendono il cavallo e il cavaliere al passo con il braccio proteso in avanti.... Facemmo su questo una interessante discussione con varie ipotesi e indicazioni....1 punto
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Mah.... Io veramente basandomi sul fatto che per le monete americane, i "bag mark" non sono da considerarsi nella conservazione della moneta, non potrei darle sotto il AU58 e veramente sarei tentato a darle un MS 60 pero, un'altra foto del diritto aiuterebbe molto. E di queste ne vedo un paio qui in Canada. Loruca1 punto
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Spesso non pensiamo alla funzione storica che il collezionismo ha....se ci pensate noi oggi possiamo avere tra le mani oggetti di secoli fa grazie a collezionisti che prima di noi hanno preservato queste monete, altrimenti oggi sarebbe stato tutto fuso e quindi perso. Spesso si parla di tesaurizzazione, io credo non sia solo questo. Il collezionista spesso tiene le monete in modo maniacale contribuendo alla conservazione di questi oggetti e quindi della memoria storica. Noi siamo di passaggio esattamente come chi le ha tenute prima di noi. Se un fiorino che ho oggi tra le mani fra 300 anni sarà integro tra le mani di un altro collezionista sarà anche merito mio o nostro. Certo sempre se un genio senza cervello non lo porta prima a fondere in uno dei tanti compro oro!!!1 punto
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Per restare in argomento, per chi vuole approfondire dal punto di vista storico, vi segnalo questo splendido libro di David Cordingly, "Storia della pirateria", edito da Mondadori.1 punto
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Mi fa piacere condividere in questa discussione anche queste 2 foto, il riassunto di una passione.1 punto
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Aggiungo anche qualche napoletana... dopo aver scoperto questa discussione, la passione non può che crescere a dismisura!1 punto
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DI COSA SI TRATTA?COSA RAPPRESENTA IL ROVESCIO?, non riesco a trovarlo in rete (due personaggi uno che tocca la spalla all'altro, armato di lancia che alza una mano e tiene sulla stessa un omino che corre(sembra), la legenda non si legge bene( bisogna ancora togliere la terra e le incrostazioni superflue,GUARDATE FOTO. per adesso potete aiutarmi, che rarita avrebbe? FACCIO APPELLO AGLI ESPERTI DEL FORUM E OLTRE CIAO....1 punto
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