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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/28/16 in tutte le aree

  1. Ciao a tutti..vi posto i miei ultimi arrivi..due follari di Ruggero II° zecca di Capua abbastanza rari ..saluti Eliodoro
    6 punti
  2. Carissimo @Devant81 le tue domande sono più che benvenute, complimenti per esserti aperto con noi, ci vorrebbero più utenti così! Premesso che non esiste una regola generale ed iallibile da seguire nello studio delle monete medievali, cerco di risponderti nellamaniera più esaustiva e, spero, semplice. iniziamo col distinguere quelle che potevano essere valute per così dire "internazionali" (fiorino, ducato veneziano, genovino... ma anche monete in argento: denari pavesi, grossi matapan, tornesi, gigliati...), monete spesso emesse da Stati affermati e quindi con una sorta di surplus dovuto alla fiducia sull'operato in zecca. Poi c'erano le monete "ad uso locale", solitamente in mistura, che circolavano nelle aree prossime a quella di emissione. Questo giusto per capire a grandi linee cosa si ritrovava in mano la gente. Ovviamente poteva capitare che si desiderasse cambiare la moneta, specie in occasione di lunghi viaggi (pellegrinaggi ecc.) aventi una meta lontana. Qui entravano in gioco i cambiavalute, che con la loro preparazione spesso e volentieri riuscivano magari anche a "fare la cresta" sul titolo delle monete ecc. Per quanto concerne il ritiro/rifusione del circolante non c'è una regola fissa, dipendeva molto da che regnanti si alternavano e dai rapporti che intercorrevano tra di essi. Ad esempio i dogi veneti credo non avessero assolutamente problemi (nella maggior parte dei casi, questo non mi stancherò mai di ripeterlo a costo di sembrare ossessionato ) a far circolare nella Repubblica monete riportanti il nome del doge defunto. Problemi che magari invece poteva farsi un Ferdinando II di Aragona, che fece ribattere molti dei cavalli del precedente regnante Carlo VIII, invasore e quindi nemico politico. Logicamente poi in caso di rifrme monetarie le coniazioni precedenti potevano essere ritirate e rifuse oppure semplicemente ritariffate. Spero di essere stato comprensibile, ad ogni modo sono (siamo) sempre qui per ulteriori spiegazioni e per rispondere alle domande di tutti. Buona serata, Antonio
    4 punti
  3. Aggiungo un Ducato olandese piuttosto recente che ho in collezione: ma che riprende l'impronta di uno molto più antico: La leggenda propone una frase in latino del "Bellum Iugurthinum" (10, 6) di Sallustio. La frase è parte del un discorso di Micipsa, re della Numidia e alleato dei romani. Egli, in punto di morte, decise di affidare il suo regno ai figli Aderbale e Iempsale, affiancando loro il nipote Giugurta, distintosi precedentemente nella guerra contro Numanzia (antica roccaforte celtiberica) combattuta a fianco di Roma. "concordia parvae res crescunt (, discordia maximae dilabuntur) " letteralmente: "nell'armonia anche le piccole cose crescono, (nel contrasto anche le più grandi svaniscono)" Buona serata.
    4 punti
  4. Buona serata @Devant81 Belle domande, che mi danno il destro per darti e dare alcune risposte relativamente a Venezia. Al cambio di doge nessun ducato/zecchino veniva ritirato per essere fuso e rifatto col nome del nuovo doge. Per altre monete, in argento soprattutto, è accaduto molto raramente. Il ducato/zecchino ha subito nel corso della sua vita pluricentenaria, due riduzioni di peso di pochi centesimi di grammo; si è cambiato il valore di mercato, nol lo si è ritirato. Quando la svalutazione aveva reso le monete incongruenti, perché l'argento in esse contenuto era superiore al valore tariffato e le monete non si conciliavano più con i valori di cambio, si preferiva aggiornare le tariffe di cambio, sdoppiando il valore tra il conio vecchio e nuovo della stesso tipo di moneta. Quindi le monete continuavano a circolare tranquillamente .... poi c'era sempre il popolo che provvedeva, talvolta, a ridurre il peso della vecchia moneta, per ragguagliarlo a quello della nuova (sempre più leggera o con un contenuto dell'argento più basso) e così continuava a servirsene (da non confondersi con la "tosatura" delle monete a scopo fraudolento)! Per quanto riguarda l'uso di una moneta in stati diversi, era pratica diffusissima per le monete che avevano "credito" ed erano conosciute da tutti. Pensa che nel 1400 i pellegrini che volevano visitare Gerusalemme, ormai in mano dei "Turchi", dolevano pagare in ducati veneziani d'oro il "biglietto d'ingresso" .......... Per altre monete, meno conosciute, il cambiavalute era l'unica soluzione. saluti luciano
    3 punti
  5. @Poemenius a me ricorda vagamente la 6, ad esempio lo stile dell'abito della Vittoria... il diritto nella tavola è poco comprensibile ma credo che potremmo esserci. In caso, Chartagena o Malaga? Antonio
    3 punti
  6. Ho cominciato a collezionare monete medioevali da poco e quindi mi sono posto un paio di domande alle quali chi ha fatto più letture in tema forse saprà rispondermi. Sappiamo che il ducato veneziano il fiorino e il genovino erano particolarmente apprezzati per la severità con cui era controllato il peso della moneta e per la bontà e purezza del metallo di cui erano composte e che quindi proprio per queste caratteristiche erano apprezzate anche all' estero e nei più disparati mercati. Mi chiedevo quindi come potessero circolare queste monete tra una città e l' altra cioè se io partendo da Firenze con i miei fiorini d'oro avrei riscontrato difficoltà ad esempio a Venezia per comperare qualcosa e usare i miei fiorini....entrava in gioco il cambiavalute? Era obbligatorio usare la moneta della città dove mi sarei trovato o data la conosciuta bontà del fiorino non avrei avuto problemi? Altra domanda che mi sono posto, data la frequenza con la quale i regnanti si alternavano, è se le monete del regnante deposto venissero fuse o continuassero comunque a circolare negli anni. Per essere chiaro....morto un doge le sue monete erano ritirate o continuavano ad avere corso legale dato il valore del metallo? Grazie a chi volesse rispondermi.
    3 punti
  7. Mancano un po' i Savoia.... IN TE DOMINE CONFIDO In te Signore confido Siamo a CHAMBERY con Filiberto II il Bello ( 1497 - 1504 ) con questo straordinariamente raro ducato d'oro della NAC 30. Motto usato da più zecche ma sempre valido, affidarsi al Signore non era mai sbagliato....
    2 punti
  8. HORVM AVXILIO NON OPPRIMAR TENTATA SED INCORVPTA Due motti per questo pezzo da 10 fiorini battuto in occasione dell’assedio austro-spagnolo di Casale del 1630, nel contesto della Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, episodio “minore” della Guerra dei Trent’anni. La moneta, che nella serie è affiancata da pezzi da 3,5 e 20 fiorini, venne coniata sotto l’autorità francese, come mostrano i tre gigli, dalla guarnigione che difendeva la cittadella. E i motti omaggiano da un lato i Francesi in soccorso della città (“CON IL LORO AIUTO NESSUNO CI OPPRIMERÀ”), dall’altro la lealtà della stessa Casale (“INCORRUTTIBILE NONOSTANTE LE LUSINGHE”), che solo dopo una lunga trattativa venne consegnata in mano imperiale, in attesa di quella che sarebbe stata poi la Pace di Cherasco del 1631. Noto dal catalogo mantovano che la foto di questa variante con la data manca: se crede @Paolino67 può inserirla, per l'uso esclusivo all'interno del catalogo.
    2 punti
  9. DNS ADIVTOR ET REDEM MEVS ("DOMINVS ADIVTOR ET REDENOTIR MEVS") Il signore (è) mio aiuto e redentore Si tratta di una legenda ispirata al Salmo 8 v. 15 (Dimine, redemptor meus et adiutor meus) e presente su questo luigino a nome di Livia Centurioni Oltrematini di Tassrolo (impropriamente vendutomi per Fosdinovo ), che, presente al R/ uno stemma coronata ai tre gigli con lambello.
    2 punti
  10. Ho visitato Paestum a Giugno sito splendido veramente ben fatto e tenuto, guida preparata ed inoltre ho beccato la rappresentazione della vita romana con le botteghe artigiane (ho anche coniato una moneta naturalmente in piombo) con i giochi gladiatori, era un gruppo di Roma che si occupa di rievocazioni storiche del periodo romano, tutto molto ben fatto. Chi puo' vada ne vale veramente la pena Saluti maumo
    2 punti
  11. Eh miei cari non pensiate che questo disinteresse cronico ci sia solo per i provisini .. È piuttosto diffuso per tutte le monetazioni minute delle zecche italiane .... Personalmente lo vedo chiaramente coi minuti genovesi ... Monete interessanti ricche di storia , le vere testimonianze dell economia delle città nella loro quotidianità ... Ma ahimè troppo piccole e troppo circolate per essere apprezzate dai collezionisti moderni , volti solo a fare un profitto nel medio-lungo periodo ... Un tempo non era così basta guardare i vecchi cataloghi d'asta ma, i tempi cambiano ... E speriamo che lo facciano nuovamente !!
    2 punti
  12. L'ho proposto ad Antonio Morello che ha deciso di pubblicarlo sul prossimo Quaderno di Studi.@eracle62
    2 punti
  13. F.I.A.T. TORINO RIMESSA BICICLETTE
    2 punti
  14. Buonasera. Entrambe le monete moderne souvenir fantasia.
    2 punti
  15. Forse sollevero' un polverone ma fa lo stesso, io ho fatto il convegno con un amico come hobbista e sinceramente mi da fastidio che ci sia sempre questa discriminazione, si, chi lo fa per lavoro ha una partita Iva e paga le tasse ma questo agli organizzatori non interessa, quello che interessa e che tutti paghino il banco, senza distinzione se operatori o hobbisti , ma la cosa che mi scoccia di più e che poi sono i primi a comprare dagli hobbisti ... Amen...
    2 punti
  16. Buona sera,girando in rete è sbucato questo bellissimo denaro di Pisa anch'esso del gruppo F.II. quindi post accordi ultimo ventennio del XII secolo, Baldassarri @monbalda ne descrive 2 soli tipi con segno nel campo ai piedi a dx della grande F ,ma entrambi del gruppo F.IV. quelli con PISA attorno ad anelletto,il primo ha un globetto e appartiene al gruppo F.IV.2. altro ha un cuneo ed è del gruppo F.IV.3c. ma siamo circa mezzo secolo dopo di questo che presenta un cuneo a SX della F. quindi insolita anche la posizione,Monica li definisce "segno di una nuova emissione" che dite,potrebbe essere il segno della nuova emissione subito dopo l'accordo con Lucca?.....non è il mistero di questi piccoli "messaggi" che rende intriganti le medievali ?.
    1 punto
  17. Buon giorno a tutti! Recentemente è passata in asta questa monetina.. Sebbene le immagini che ho scaricato siano piuttosto piccoline (ma magari provo a chiedere alla casa d'aste che l'ha esitata se è possibile averne a maggior risoluzione) si può notare come lo stemma sia realmente stato cassato e non sia invece stato manomesso.. Elemento poi provato dal peso, leggermente sopra la media di questa tipologia, dovuto alla maggiorazione di materiale dello scudo. Sappiamo che durante il 1848 a Venezia è stato utilizzato il conio del 1/4 di lira austriaca (avendo preventivamente cassato lo scudo asburgico) per mancanza di spezzati di lira (si passava dalle 5 lire in argento ai 15 centesimi in mistura); potrebbe essere stato utilizzato anche quello della mezza lira? Non ho trovato informazioni nei testi circa l'uso di questo nominale, anche se in un documento si fa riferimento a degli "ispezzati d'argento" accettati anche fuori da Venezia perchè al pari delle altre monete d'argento circolanti all'epoca.. Peso 2,172grammi. Che ne dite? Sono fuori strada? Grazie a tutti quelli che parteciperanno!
    1 punto
  18. Ce nè una in atsa Monaco 2016,credo di qualità leggermente superiore,quindi potrebbe essere la sorella. Normalmente non avrebbero dovuto uscire dalla Zecca ma se originali (ultimamente i falsi hanno avuto una crescita paurosa nell'ottima fattura dovuta alla crescita di tecnologia a basso costo) hanno un loro mercato piottosto ben pagato. Personalmente i difetti di conio mi piacciono perchè anche loro sono Numismatica anche se una branca particolare e molto difficile da catalogare con precisione per via della difficoltà di trovare riscontri scritti della loro nascita.
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  19. Ciao, posso solo indicarti come cercare questa monetina, solitamente è un ago in un pagliaio, tra l'altro ogni monetina sembrerà diversa dall'altra, risalire all'epoca è pure un rompicapo, in tante riportano la data islamica, ma nella maggior parte è quasi indecifrabile. Possiamo restringere il cerchio intorno ai sultani delle "dinastie islamiche indiane", dato il peso sarà una frazione di Gani o una frazione di Tanka , puoi affettuare la ricerca su Google anche con le parole chiavi: GANI COPPER COINS oppure TANKA COPPER COINS e poi clicca su "immagini" L'iconografia per risalire all'epoca è piuttosto ostica, in buona sostanza ci vuole uno specialista di questa monetazione, il mio aiuto è limitato
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  20. Sono circa 5.100, numero sostanzialmente analogo a quello per la zecca di Roma.
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  21. Ciao a tutti, adesso faccio anch'io l'outing da donaldista! Questo è il mio portachiavi: Fatto fare in oreficeria (ma sarebbe meglio dire argenteria...) con un calco fatto da un cent portafortuna che regalavano con Topolino una trentina di anni fa. Servus, njk
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  22. Grazie anto R per le tue risposte.....questa risposta che mi hai dato in modo particolare su Venezia mi ha fatto pensare ai primi collezionisti che forse tenevano da parte quelle dei dogi più antichi o più rare.
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  23. La seconda invece è sempre un follaro, anonimo però, perché non reca indicazione del nome del Re. Comunque, recenti studi condotti in primis dalla Travaini hanno consentito di fissare in modo definitivo anche questo pezzo al periodo di Ruggero II. In particolare, la presente moneta sarebbe stata emessa dopo il 1139, allorché la città ribelle di Capua di riappacificò con il sovrano normanno. In tal modo, come Ruggero aveva concesso a Bari, altra città ribelle riappacificata, di coniare il follaro anonimo con la sola indicazione di San Nicola, così anche a Capua il Re concedette un simile privilegio. E stiamo parlando proprio di questo follaro, intenzionalmente anonimo appunto, ma con le iniziali e la raffigurazione di Santo Stefano. Quindi tale esemplare commemora un evento storico importante per il periodo nel Regno di Sicilia. Al D/ figura stante di Santo Stefano. Sul lato sinistro, S - S/T. Al R/ crescente lunare sormontato da croce e circondato da sei stelle. Rif.: CNI XVIII, p. 249, n° 3 - 5; Travaini, MIN, n° 208; MEC 14, n° 192. Hai fatto benissimo a prenderle entrambe, poi come vedi su queste monetine (che piacciono molto agli appassionati di questo periodo ed anche della tipologia) c'è sempre qualcosa da dire e da scoprire. Lascio la parola anche agli altri: leggeremo così qualche piacevole approfondimento.
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  24. Ciao @rockjaw, ti posso dare maggiori informazioni sulla parte numismatica e sui testi che vi compaiono solo con il libro alla mano. Magari poi ti scrivo non appena potrò consultarlo la settimana prossima. E' vero anche che sono presenti delle fotografie degli esemplari di cui si parla nelle schede, ma, devo essere sincero, ho trovato qualche difficoltà ad inquadrarle, perché sono di scarsa qualità. Sono in bianco e nero, si presentano scure (alcune sono quasi nere) e non sono totalmente nitide: i dettagli si riconoscono a fatica nei casi più fortunati. Diversamente, invece, sono molto utili le descrizioni delle monete, quelle sì molto dettagliate. Alcune attribuzioni, però, andrebbero rivedute. Il nome del co-autore lo conosco perché ebbi il tuo stesso problema e me lo segnai: si tratta di Cosmo Buonanno. Allora spero di aggiornarti presto con altre novità: intanto se hai delle domande più specifiche mi semplifichi il lavoro.
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  25. Buon pomeriggio Il ‘miracolo’ di Egina Il titolo può sembrare puerile, ma per me è proprio così. Premetto che uso il cellulare solo per necessità di contatti telefonici e posso andare in Internet solo con wify. So che schiacciando qualche tasto si possono scattare delle foto e poi spedirle per email. Da casa sono riuscito a scattare una foto della mia ‘turtle’ e a inviarla per posta elettronica in ufficio. C’è una prima volta per tutto. La qualità della foto è quella che è, ma credo che renda l’idea dello spessore e della compattezza della moneta.
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  26. Dove sta @Fufluns ? @anto R La risposta ai tuoi quesiti arriva dalla cinquina che è suddivisa in tre macrogruppi. Perchè? Io mi fermo qui e aspetto ragionamenti sullo spunto fornito. Che i nostri utenti siano capaci non ho dubbi
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  27. Pastura, pastura....intanto non magnano.... Io conosco il motivo per cui fra i grandi nessuno si cimenta.....ma non lo dirò mai Ma devo rispondere io oppure aspettiamo? Che si fa un duetto? Oggi mi gira così... ciaooooooooo
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  28. Aggiungiamo un po' di pepe... Come detto qualche post fa da Adolfo questa emissione dovrebbe far parte di quelle del Giubileo del 1350 e quindi essere legata al denaro piccolo/tessera con SVDARIVS e, meno strettamente, al denaro piccolo con Roma in trono. Possibile che negli anni '50 del XIV sec a Roma si coniassero tre monete (considerando il tipo con SVDARIVS a corso monetale) di dimensione simile ma con impronte differenti? E per quanto riguarda i rispettivi valori? Senza occhiali era ben difficile distinguere le differenti raffigurazioni, quindi una differenza nei valori dei tre tipi avrebbe portato a disordini non indifferenti. Se invece il valore dei tre tipi fosse stato il medesimo, perché non emetterne uno solo?
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  29. Beh ogni altro contributo è ben accetto ovviamente. Per il tu non c'è problema.. Di solito do del Lei a tutti perchè sono abituato così..
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  30. Ecco un paio di immagini prese di traverso, le zone più chiare della superficie sono così maggiormente evidenti:
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  31. Vorrei iniziare con il fatto che queste sono solo delle curiosità numismatiche e che non ci si dovrebbe accanire nel cercare questa tipologia di monete e non si dovrebbero neanche pagare delle cifre esorbitanti per queste monete, infatti la coniazione dell'euro del 2002 senza firma incisore, non è altro che un errore di conio e non una variazione voluta dall'autore del disegno, infatti il particolare della firma deve essersi occluso con del metallo e quindi tali monete sono state coniate senza i segni dell'incisore, queste monete dovevano essere scartate dopo i controlli effettuati in Zecca, ma visto che in quegli anni antecedenti l'introduzione dell'euro il lavoro era enormemente aumento per la Zecca di Roma credo che i controlli non fossero poi così rigidi e quindi si trovano oggi molte monete difettose o comunque con interessanti particolari di rotture di conio di eccedenze di metallo di usura dei coni stessi e cosi via. Quindi la moneta in questione deve essere considerata come curiosità e tale il suo interesse, poi se uno la trova in circolazione può anche tenerla in collezione, il fatto poi che se ne trovino poche è perché molto probabilmente a fine coniazione si siano occlusi gli spazi e le ultime monete coniate siano uscite con tale difetto, quindi nessuno può sapere in realtà quante di queste monete siano state coniate così, potrebbero essere 1000 come 100.000. Io non ho mai trovato in circolazione questo difetto particolare, ma varie monte con conio decentrato o comunque con la mancanza della data o de altri dettagli, forse perché questo difetto a differenza degli altri è più eclatante e quindi tesaurizzato già dal 2002 dai commercianti e dai collezionisti.
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  32. questa tipologia è stata emessa per Constantino I° - Constantino II° , Constantius II , Constans , e Delmatius mi pare pero' di leggere sulla sinistra prima di Con.... le lettere IUL di FLIULCONSTANTIUSNOBC pertanto dovrebbe essere: un bronzetto di Constantius II con al r/ Gloria Exercitus emesso dalla zecca di Siscia
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  33. A volte però non si volle volutamente mettere leggende e motti, era una scelta, era solo l'immagine che doveva contare e doveva essere importante, significatica, è giusto vedere anche un esempio di una scelta diversa, di questo tipo per esempio col cavallo e il cavaliere di Ercole I d'Este ( 1471 - 1505 ) di NAC 85 . La moneta è un quarto la scena se la prendono il cavallo e il cavaliere al passo con il braccio proteso in avanti.... Facemmo su questo una interessante discussione con varie ipotesi e indicazioni....
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  34. Sembrerebbe il classico risultato della moneta precedente che, rimasta attaccata al conio, ha impresso la sua immagine, in incuso, sulla moneta successiva. Stando ai canoni, non si potrebbe più chiamare moneta, in quanto non ha i parametri necessari. A mio parere è una bella curiosità. Sarebbe bello studiarla, per capire a quale anno si riferisca. Magari tra un anno e l'altro c'erano minime differenze che possono far risalire all'anno di coniazione. I più esperti di questo settore possono aiutare?
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  35. ...brutta cosa essere orbi! :-( Allora temo di dover dar ragione al losco figuro! Carausius AE Antoninianus. London mint 289-290 AD. IMP CARAVSIVS PF AVG, radiate, draped, cuirassed bust right. PAX AVG, Pax standing left, holding branch and vertical sceptre. F-O across fields. Mintmark ML. RIC V-II, 101; Sear 13639A. Ed ora a nanna, che la sveglia squilla alle 6! TWF
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  36. Hai pienamente ragione @matteo95! Il problema però non è tanto il disinteresse dei collezionisti e commercianti (ben venga, si compra meglio!) ma quello degli studiosi. Disinteresse che, a dire il vero, affligge un po' tutta la serie senatoriale: è incredibile come ad oggi ci siano ancora vastissime aree inesplorate e ampissimi spazi d'indagine. Ad esempio, senza stare sulla monetazione minuta (e quindi di scarso interesse collezionistico/commerciale), a che punto sono gli studi della serie aurea senatoriale? Qualcuno ha pubblicato una sequenza cronologica delle varie tipologie di ducato d'imitazione del tipo veneziano? Chissà mai che un giorno non mi decida a farti compagnia coi minuti genovesi... 'Notte Antonio
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  37. Salve. E' ridotta davvero male, ma credo si tratti di un follis bizantino per l'Imperatore Giustiniano I (527-565 d.C.). Di seguito la classificazione che, secondo me, si avvicina per tipologia: AE follis, zecca di Costantinopoli, prima officina (A). D/ D N IVSTINI - ANVS P P AVG. Busto diademato, drappeggiato e corazzato volto a destra. R/ Grande M tra due stelle a sei punte. Sotto, lettera A indicante l'officina. Sopra, una croce e, in esergo, segno di zecca: CON. Rif.: Sear, p. 55, n° 160. Moneta piuttosto comune.
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  38. Si tratta di un bello scudo di Leone XII per Bologna, che purtroppo la foto a bassa definizione non permette di valutare adeguatamente; da alcuni particolari lo definirei qSPL o SPL, con quotazione, in quest'ultimo caso, tra 500 e 700 €. E' una moneta che è stata coniata per due soli anni (1825 e 1826) nelle zecche di Roma e Bologna. Quest'ultima (solo 1825) può essere definita non comune (NC) per una tiratura originaria di circa 30.000 pezzi (dato inedito). I tipi di Roma sono un po' più difficili da reperire: quello con il capo radiato della Chiesa è raro (R) per entrambi gli anni (tiratura di 3500 e 6000 pezzi circa, rispettivamente), mentre il tipo con radiazione ampia dall'alto (1826) è R2 o forse R3 (tiratura: una minoranza non specificata dei pezzi del 1826 a. III). Incisore è Giuseppe Cerbara che approntò tutti i conii di Leone XII. Difficile, come per tutte le monete, la loro reperibilità in alta conservazione, e questo è particolarmente vero per gli scudi coniati a Bologna, che oltretutto presentano usualmente graffi sul tondello (di aggiustamento), il più frequentemente al rovescio sulla figura della Chiesa. Posto un esemplare ragguardevole per conservazione (e prezzo) esitato in una recente asta Kuenker, che proviene dalla vendita Leu 36 (coll. Cappelli) ed appare raffigurato sul Berman.
    1 punto
  39. Salve @rockjaw, io non possiedo questo libro, che tra l'altro conosco già, ma avrò modo di consultarlo facilmente la settimana prossima: se posso esserti utile, puoi dirmi pure cosa ti occorre sapere, magari posso darti una mano.
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  40. ..il catalogo alfa classifica tutte le 100.000 Manzoni "R3" (non condivido). Il Gavello considera l'emissione del 67 R2, quella del 70 C e quella del 74 R, mi pare più sensato
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  41. Buonasera @rockjaw, mi dispiace ma purtroppo non posseggo il testo da te citato. Aspetta qualche altro contributo, io non arrivo alla monetazione medievale.
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  42. 1894 VI° CENTENARIO DELLA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI LORETO Grossa medaglia di bronzo di mm. 47 incisa da ANGELO CAPPUCCIO e coniata nello Stabilimento JOHNSON di Milano. D/ VI CENTENARIO . A . TRASLATIONI . ALMAE . DOMUS / LAVRETANAE . MDCCCXCIV - Traslazione della S. Casa da un gruppo di angeli sulle nubi che stanno attraversando il mare, la Vergine con il Bambino in braccio seduta sul tetto, entrambi aureolati. R/ S.S. VIRGO LAVRETANA / O.P.N. - Immagine della Madonna di Loreto con dalmatica, tiene il bambino in braccio, secondo la tradizionale iconografia.
    1 punto
  43. Molto variabile, in queste condizioni un tanga in argento viene proposto solitamente tra i 10 ed i 30 euro, anche oltre naturalmente, ma poi tutto sta a vedere se ci sono i compratori.
    1 punto
  44. COMPIANO con Federico Landi Principe e Marchese di BARDI ( 1590 - 1630 ), piccolo principato della nostra storia con un ducatone del 1622. Il Bardi si affida ai Santi in particolare a San Francesco che genuflesso riceve le stimmate. S FRANCIS PROTECT TNOSTER ( NAC 85 )
    1 punto
  45. Secondo me di norma si tratta di segni di emissione, come scritto e ripetuto varie volte. Il fatto che mi pare interessante è che si facciano in qualche modo più evidenti e più frequenti a partire più o meno dal periodo a cavallo tra terzo e quarto secolo del XII secolo con regolarizzazione nel XIII secolo .... e non solo in Toscana . Un caro saluto MB
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  46. credo che abbiamo un nuovo conio di diritto . Il rovercio match un fake rovescio già conosciuto Prossima asta Peus 418 lot 926
    1 punto
  47. Sinceramente penso che a pochi sarebbe piaciuto vivere nel periodo che comunemente definiamo medioevo (la mia concezione del medioevo poco si approssima al periodo che convenzionalmente va dalla riconsegna delle insegne a Bisanzio fino a Cristoforo Colombo), tempi difficili e grami dove il solo sopravvivere era un'impresa eroica, probabilmente proprio questo è il suo fascino un po' fosco ed intrigante, su di esso c'è molto più da scrivere e da scoprire di quanto non ce ne sia sull'epopea classica dove, se vogliamo, tutto è più netto e lineare, direi quasi che tutto ci è più noto. Ricordo una bella discussione davanti ad un fiasco de vin ed una bella compagnia su quanti dei mediaval tondelli giunti fino a noi possano provenire da fosse comuni e da sepolture anonime. Il fascino che ci è dato dal fatto che ogni singola piccola pietruzza apportata possa contribuire a ricostruire quei tempi per noi così difficili da comprendere è una molla propulsiva potentissima. Le monete ci confermano e ci consentono di ripercorrere e a volte chiarire eventi tortuosi, dolorosi e lontani di cui in fondo conosciamo solo le linee guida, ecco perché le medievali.
    1 punto
  48. Povero Emilio. Il suo nome usato a sproposito. Ormai la Baia è sempre peggio.
    1 punto
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