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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/07/16 in tutte le aree

  1. MERITO ET TEMPORE Motto riportato sul grosso da 3 soldi di Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), zecca di Milano, sul nastro svolazzante sopra la scopetta. Riferito alle tematiche, centrali sia per i Visconti che per gli Sforza, del tempo e della giustizia. E' il tempo che darà ragione alla fine, che va oltre le prove di forza e di dominio e di potenza, il giudizio verrà comunque col tempo, lasciando spazio anche al fato e alla provvidenza.
    3 punti
  2. Buona giornata I motti e le legende inscritte nelle monete sono un valore aggiunto; a volte sono messaggi criptici, spesso sono motti che fanno parte del corredo araldico del signore che ha il diritto di zecca ed altrettanto spesso sono messaggi mutuati dalle Sacre Scritture per enfatizzare un determinato avvenimento. In ogni caso conferiscono alla moneta un ulteriore valore storico. Malauguratamente Venezia li ha usati pochissimo nella monetazione "ordinaria"; sono poche le monete che racchiudono in se un messaggio e quasi sempre si tratta di una generica dichiarazione di fede rivolta a Dio, alla Madonna, a San Marco e talvolta allo Stato ed alle sue magistrature, come ad esempio verso la giustizia. Motti e legende le troviamo, invece, nelle oselle, seppur solo in quelle emesse nell'ultimo secolo. Una eccezione c'è e riguarda le "Giustine" emesse dopo la vittoria navale di Lepanto ...... oltre alla relativa osella. Giacché oggi ricorre l'anniversario della battaglia di Lepanto, quale occasione migliore per postare l'una e l'altra dal momento che ricordano questo fondamentale avvenimento? Di seguito quindi l'osella e la moneta da 40 soldi con Santa Giustina con il motto "Memor ero tui Justina virgo" (Mi ricorderò di te vergine Giustina), dal momento che nel giorno della battaglia, dogando Alvise Mocenigo I°, il calendario ricordava questa Santa. Saluti luciano
    3 punti
  3. Mi fa piacere condividere in questa discussione anche queste 2 foto, il riassunto di una passione.
    3 punti
  4. Potrebbe essere un mezzo denaro di Leonardo Conte di Gorizia (1454-1500) ??? D/* LEONhARDVS / Scudo trinciato con il leone e le bande R/*COMES GORICI / Croce patente accantonata da 4 rosette a 5 petali CNI 26-31 Con la moneta in mano controlla le legende se può essere.
    2 punti
  5. questa è di peso basso, ma anche corrosa e circolata. Si dovrebbe quindi valutare anche lo stato di conservazione dei pezzi, nel discorso "pesi calanti" skuby
    2 punti
  6. L'ipotesi di lettura mi sembra molto affascinante. Mi permetto però di fare due osservazioni: 1) la faccia col nome della città è quella sbagliata. Fino all'epoca comunale sul conio di incudine c'è il nome dell'imperatore; 2) nella monetazione imperiale di Verona le sillabe legate sono VE e RO, mentre la sillaba slegata è NA. Comunque ripeto, l'ipotesi di lettura è suggestiva!
    2 punti
  7. Perché avrebbe dovuto farlo? Non è una provocazione, se leggi questa discussione, che risponde, credo, anche alla tua domanda sulle monete di più grosso modulo, vedrai che nei primi anni del XX secolo, la lira faceva aggio sull'oro, cioè 20 lire di carta valevano più di un marengo, conveniva tesaurizzare quelle: http://www.lamoneta.it/topic/136403-circolazione-grossi-moduli-doro-regno-ditalia/?page=1 Ma c'è anche un altro discorso da fare. L'oro, ha valore come bene rifugio nei momenti di crisi (crisi economiche, guerre, catastrofi naturali), ma il mondo (o meglio, l'Europa) ha conosciuto, dal 1870 (fine del conflitto franco-prussiano) al 1914 (scoppio della prima guerra mondiale), un periodo di pace lungo come se ne erano visti pochi in precedenza. Unito a uno sviluppo economico e a un progresso scientifico che hanno trasformato il mondo in quello che conosciamo oggi. E' negli anni che vanno dal 1870 al primo decennio del '900 che i paesi più avanzati si trasformano da società prevalentemente agricole a società prevalentemente industriali, nasce l'urbanizzazione, la gente lascia le campagne e i piccoli paesi per andare a lavorare nelle fabbriche delle grandi città, che diventano sempre più grandi e offrono sempre più servizi: nasce anche quello che oggi chiamiamo settore terziario. Anche l'Italietta umbertina, sebbene arranchi rispetto alle grandi potenze dell'epoca, vive un lungo periodo di pace e sviluppo. In tutto questo, il valore dell'oro sui mercati mondiali, rimane stabile per decenni, praticamente dalla fine della guerra civile americana al già ricordato scoppio della prima guerra mondiale. In queste condizioni, per un vero ricco, tesaurizzare monete d'oro non avrebbe avuto molto senso. A meno che fosse anche un collezionista, avrebbe piuttosto comprato gioielli, da sfoggiare e far sfoggiare ai suoi familiari, ma monete...perché? Se, nel 1870, avendo da investire 100.000 lire (cifra enorme all'epoca) avesse deciso di comprare 1.000 monete d'oro da 100 lire, che allora valevano tanto quanto l'oro contenuto, cioè 100 lire, non un centesimo di più, trent'anni dopo, al volgere del secolo, il suo capitale sarebbe stato sempre di 100.000 lire: non avrebbe perso, ma nemmeno guadagnato. Ma se avesse investito le sue 100.000 lire in immobili, terreni, titoli azionari, attività industriali o commerciali, trent'anni dopo, sapendoci fare (questo è ovvio), si sarebbe ritrovato con un capitale raddoppiato, triplicato, e forse più Nel periodo preso in esame, la gente aveva fiducia nel futuro, credeva nelle "magnifiche sorti e progressive" dell'umanità (Giacomo Leopardi, ma lui, in realtà, non ci credeva ). Dunque, perché un ricco, sicuramente fiducioso nel futuro (soprattutto perché ricco), avrebbe dovuto immobilizzare capitali in un investimento che, decenni dopo, se anche non avesse creato una perdita, non avrebbe fruttato nemmeno un guadagno? I veri ricchi, non avevano bisogno dell'oro come "bene rifugio", facevano circolare i capitali e diventavano ancora più ricchi Al massimo, erano quelli del "ceto medio" che, come spiegato anche nella discussione segnalata, sentivano il bisogno di metter da parte qualche monetina per i tempi grami. petronius
    2 punti
  8. Ciao a tutti, Nella mia collezione tipologica di valute mondiali (ossia monete da 1 dollaro, 1 marco, 1 peseta, 1 franco etc etc) mi è sembrato simpatico e interessante inserire anche un qualcosa che rappresentasse la valuta antesignana dell' EURO ossia l' ECU (European Currency Unit). A molti, magari più giovani, questa sigla potrebbe non dire niente ad altri potrebbe far correre un brivido sulla schiena visti i "famigerati" mutui in ECU che erano agganciati a questa moneta di conto (a tasso piuttosto variabile quindi) rimane il fatto che l'introduzione dell'ECU gettò le basi per lo sviluppo della valuta comune europea. Ufficialmente però l'ECU non fu mai una moneta coniata ma solo una moneta di conto, tuttavia ho trovato queste due belle medaglie di grosso modulo (41 mm e 34 g. di peso) coniate ufficialmente dalla Zecca di Parigi nell'ambito di una serie annuale e incise tutte da P. RODIER che mi sono sembrate molto rappresentative del concetto "ECU". La prima è del 1988 e rappresenta tutte le 10 valute che in quel preciso momento facevano parte del paniere ECU e al centro i due Paesi che vi si apprestavano ad entrare ossia Spagna e Portogallo. Quella del 1989 invece raffigura le 12 valute che hanno costituito il paniere finale. (Da notare che rispetto all'ECU poi alla fine nell'Euro non aderirono nè UK nè Danimarca) Per maggiori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_conto_europea Saluti Simone
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  9. Segnalo a seguito della collaborazione tra la NIP e il Giornale della Numismatica la messa on line sullo stesso degli interventi del recente Convegno di Milano della NIP, il primo articolo è di Antonio Rimoldi dal titolo " Le coniazioni Pontificie per i primi Giubilei ( 1300 e 1350 ), buona lettura http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=10648
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  10. La mia collezione di due denari aumenta Due Denari 1744 Carlo Emanuele III
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  11. Continuando questa analisi ho ripreso in mano il libro "Archeologia della moneta" di Federico Barello e da tale libro ho estrapolato le seguenti notizie. Il ritrovamento in diverse località, da Creta a Cipro, in Grecia, lungo le coste del Mar Nero, lungo il delta del Nilo, in Sicilia, lungo le coste dell'Adriatico, e soprattutto in Sardegna, lingotti di rame del peso di 29 Kg, detti per la loro conformazione "a pelle di bue". Questi lingotti potrebbero essere l'evoluzione dei lingotti "a cuscino" del 1500 a.C., per poi divenire "a quattro lingue" intorno nel 1400 a.C., e infine "a pelle di bue" nel 1200 a.C..: questa trasformazione ha il fine di facilitarne il trasporto. La loro funzione più che strettamente monetario è solo per scambi commerciali di grande consistenza, ma è da notare la loro ampia circolazione nelle aree mediterranee. durante l'età del bronzo; fenomeno non ancora chiarito. Il rame costituente tali lingotti proviene dal distretto minerario dell'isola di Cipro, e precisamente da Apliki-Skouriotissa. Oggetti premonetali sono, secondo il Parise, prodotti di un'industria di lusso: coppe, tripodi, bacili, armi, utensili, tessuti, eccetera. Nell'Iliade nei versi 892 - 893 del libro XXIII si legge: "Un tripode da fuoco, e a cui di dodici / Tauri il valore dagli Achei si dava,". Da ciò si deduce che il valore degli oggetti era ancora calcolato in corrispettivo di animali e per estensione in natura.
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  12. A me sembra il tipo Vr36 del Rizzolli - Pigozzo. In caso il periodo di coniazione riportato è 1327-1375. Attendi però pareri da esperti di queste monete... Antonio
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  13. Sulla diversa evidenza della "A" e della "S" pubblico a titolo di esempio 6 monete estrapolate da acsearch:
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  14. Sulla classificazione ti hanno già risposto utenti preparatissimi, nulla da aggiungere Mi piace la tua domanda, cioè se si può considerare una moneta medievale. Innanzitutto va precisato che non è che un bel giorno un contadino si è svegliato e ha detto qualcosa del tipo: "Come mi sento poco medievale oggi...quasi moderno!" Lo stesso ovviamente vale per le maestranze delle varie zecche e per le monete prodotte. Non possiamo quindi periodizzare con una data o un giorno (Colombo scopre l'America e finisce il medioevo. Ma allora per gli europei il medioevo è finito quando hanno avuto notizia della scoperta...ecc ecc..) ma dobbiamo tener presente che storicamente i confini tra un periodo e l'altro non sono netti, tutt'altro! Lo stesso discorso vale per la numismatica. Il medioevo finisce con la coniazione della lira? oppure con le prime monete datate? Difficile distinguere tra ultime monete medievali e prime monete moderne... Personalmente racchiudo nella categoria delle medievali tutte quelle monete coniate dopo la riforma carolingia e prima di Carlo V (quindi la tua la considero moderna). Perchè proprio usare l'impero di Carlo V come limite? Semplicemente perchè con questo personaggio la Penisola si stabilizza politicamente, terminano le c.d. guerre d'Italia. Le monete di Carlo V inoltre presentano spessissimo rimandi alla classicità, alla tradizione romana: un vero cambio iconografico! E per la prima volta abbiamo elementi iconografici comuni tra le varie zecche sotto la medesima dominazione; la città inizia a perdere man mano la sua identità sulla moneta... Buona serata e complimenti per le numerose monete che stai postando e dalle quali traspare la tua passione! Antonio PS dimenticavo: non toccare asslutamente la moneta! Cercando di "pulirla" toglieresti la patina, le superfici diventerebbero porose, si perderebbe in leggibilità...un vero obbrobrio! Molto meglio "toccare la storia" così come ci è arrivata
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  15. DE GREGE EPICURI Neppure io vedo bolle e la moneta mi sembra buona. Pare una moneta di cui nessuno si è occupato molto dell'aspetto estetico: è verosimile che sia stata "messa da parte" per molto tempo. Il privato può fare una dichiarazione di cessione, indicando da quanto tempo la possiede e possibilmente dove e da chi l'ha acquistata; ovviamente questo non basta. Ma in Italia non basta quasi nulla. Dimenticavo: dovrebbe essere Cohen 516 (12 franchi oro) e RIC 549. Ed è una bella moneta.
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  16. Gianfranco Con le cmk riportate la moneta ospite potrebbe essere in effetti individuabile con un asse di Augusto. La cmk 495 Helmet fu applicata più tardivamente rispetto alla cmk 602 TICA/TICAE (presente in entrambi i lati della moneta) . Tale cmk è esclusiva dell'area mesica ed è descritta nella citata opera di R.Martini. La Cmk si presenta quasi sempre accoppiata con AVG (come da te indicato). L'attribuzione TI(berius) CAE(sar) è attribuibile sia a Tiberio che a Claudio, oggi si è orientati a considerala maggiormente attribuibile a quest'ultimo. Dato che la cmk rappresenta un elmetto potrebbe essere attribuibile alla città di Mesembria (Tracia) sul Mar Nero ( by Robert , Hellenica vol 7 pag 239) e quindi le due cmk potrebbero essere originarie di quell'area. Sull'ultima CMK (delfino?) francamente non riesco a vederla e identificarla con chiarezza dalla foto e pertanto non mi sento di ipotizzare. nulla anche perché rappresenterebbe un accoppiamento abbastanza inusuale con le cmk precedenti. Solo per informazione i regni del Bosforo contromarcavano con un delfino in cartiglio rettangolare..... buona serata ps i riferimenti del cmk sono dell'Howgego
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  17. Ciao Epperò .... è un dettaglio sul quale non ho mai badato! Se così fosse, credo, non si potrebbe attribuire ad una consunzione dovuta alla circolazione. La moneta passa di mano in mano e viene a contatto con altri materiali in maniera molto casuale, non è che la si prendeva tra le mani sempre in un dato punto..... Evidentemente quel punto della moneta aveva minor rilievo. luciano
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  18. @gianvi hai provato a sentire il suono del tari del 58?vedrai che sarà diverso da quello di un tari originale... eventualmente puoi provare anche con quello del 50...
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  19. L’attribuzione del mio bronzo non è di Galerio come pensavo inizialmente ma di Massimiano, in quanto, dopo una pulizia molto soft, ho visto che la legenda al diritto comincia con IMP e non con GAL. Questo è un esemplare leggibile. 2.42 g, 20.2-21.8 mm, d(8.8 g/cm³) 0.8 mm, 6:00 o'clock VF Bearded head of Maximianus wearing radiate crown right; IMP C M A MAXIMIANUS P F AVG clockwise around; border of dots. Emperor standing right in military attire receiving small Victoria on globe from Jupiter, standing left, left arm resting on long sceptre; CONCORDIA MIL / ITVM clockwise around; officina mark KA in lower field; border of dots. Roman Imperial Coinage (RIC) VI Cyzicus 15b. Ex Hubert Lanz, 19.9.2015. Notare che tra i parametri fisici il collezionista dà anche la densità oltre a peso, diametro, spessore e asse di coniazione. E per un bronzo non certo raro e costoso. Chissà se ciò diverrà mai prassi per chi di professione commercia in monete antiche, specie quando si tratta di monete d'argento, d'oro o di elettro.
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  20. Ciao @King John, certamente le foto "possono" ingannare. In questo caso della dracma di Velia sarà stata la stessa foto, impostata con luminosità diverse. La prima fa vedere più dettagli e si presta ad osservarla con più attenzione.La seconda .....sblavidita , non permette di osservare i dettagli con nitidezza. Con ciò , se le foto sono in AD e professionali ( come su di alcuni cataloghi d'aste) si può benissimo analizzare , comparare, se ci sono elementi da far dubitare . Certamente una visione dal vivo (quando e possibile) e determinante.
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  21. Ovviamente penso anche io sia così, la mia immaginazione però mi spingeva ad ulteriori riflessioni: sappiamo che i Cartaginesi presero la città nel 409 a.C., e che dopo avere infierito su cittadini e beni materiali vi restarono abbastanza a lungo da lasciare nell'architettura selinuntina tracce della loro cultura e religione giunte fino a noi. Ora questo dovrebbe voler dire che restarono in contatto diretto e prolungato tanto con la restante circolazione monetaria interna alla città, quanto con le caratteristiche del territorio limitrofo: la mia ipotesi (o volo di fantasia se preferite) verrebbe ad essere che i Cartaginesi notando irregolarità nel circolante, le litre in argento nella fattispecie, decisero di regolarizzare la circolazione monetaria con l'apposizione di una contromarca, ma, essendo contemporaneamente diventati "coscienti della tendenza all'impaludamento delle aree fluviali circostanti", e temendo quindi le divinità che le albergano e le loro reazioni "insalubri", evitarono sempre accuratamente di recare offesa ad esse obliterandone il volto.. Nel mio volo di fantasia resta naturalmente da valutare se una contromarca posta sulle zampe o sulle terga della figura divina non sia da considerarsi essa stessa irrispettosa.. Per approfondire la tendenza all'impaludamento dei bacini fluviali più vicini allabitato ed all'acropoli Selinuntini allego un link ad uno scritto interessante: http://www.academia.edu/8692991/Empedocle_e_la_bonifica_di_Selinunte_un_breve_riesame
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  22. Qui una foto per confronto.
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  23. Anche io avevo questo problema.. innanzitutto prima di scattare non metterla troppo vicino... poi sempre prima di scattare metti a fuoco schiacciando sul quadro e Metti Il timer cosi Eviti Troppe vibrazioni... prima di caricarla sul forum prova ha ingrandire la foto sul telefono.. se perde definizione già sul telefono scartala È inutile pubblicarla.. Purtroppo avendo tutto in mano anche a me vengono sfocate.. però su più foto una buona metà viene bene.. devi fare più scatti e scegliere quelli buoni..
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  24. Ciao la moneta è una bella moneta e sempre secondo il mio parere originale con una bella patina e non troppo comune, il tipo al retro rappresenta la vittoria che incorona Traiano adesso non riesco ad andare a cercare i riferimenti, l'unica cosa è, che al giorno d'oggi comprare una moneta da privati con le leggi odierne è sempre un' azzardo. Silvio
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  25. Credo sia dovuto alla internazionalità della Dompè, la ditta produttrice il cui logo (D all’interno di un esagono) è in esergo del rovescio. Siamo nel 1853 quando Gian Antonio Dompé, cultore appassionato delle scienze chimico-farmaceutiche, apre una bottega di speziale in Piazza della Scala a Milano, ma già nel 1898 Onorato Dompé, continuando la professione del padre, fonda le Farmacie italo-inglesi che operano secondo standard britannici. Le produzioni galeniche trasformano il business tipico della farmacia: l’attività si sviluppa e viene costituita una catena di farmacie nelle principali città italiane.
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  26. Non dimenticare che l'oricalco è giallo..
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  27. Quoto quello che ti ha scritto Sandokan, solo per conoscenza ne avevano venduta una uguale alla tua su Delcampe a 80 euro, a mio parere 50 euro li vale tutti.
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  28. Trovata sabato scorso in una scatola da scarpe al Convegno di Roma Pio XI: Medaglia straordinario per la beatificazione di S. G. Bosco 1929
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  29. Buona la conservazione, grazie per averla postata in catalogo
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  30. I 20 pesos in oro messicani si distinguono dai tagli minori perché il lato testa presenta l'aquila incisa da un punto di vista laterale anziché frontale, pur mantenendo i caratteri dello sfondo con i cactus e il serpente stretto nel suo becco. Sull'altro lato è inciso un simbolo affascinante e ricco di mistero, che risale alle antiche civiltà precolombiane: il calendario atzeco. I messicani chiamano questo simbolo Cuauhxicalli, da noi conosciuto come Pietra Solare, per il suo significato astronomico oltre che mitologico (il dio del Sole era una delle divinità più potenti nella civiltà atzeca). La pietra solare è stata ritrovata a Città del Messico nel 1760 è un manufatto prezioso del peso di circa 25 tonnellate. I 20 pesos ne celebrano la storia e la bellezza. La moneta d'oro ha un diametro di 27,50 millimetri, il peso totale di 16,666 grammi di cui 15,000 d'oro puro, per una percentuale del 900 per mille.
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  31. Ciao @thewhitefly.. la differenza tra dupondio ed asse riguarda il peso e il materiale utilizzato..i dupondi sono più pesanti, in oricalco e, spesso ma non sempre, l'Imperatore è radiato..Nel caso di Nerone, ad esempio, c'è il numerale II e l'Imperatore laureato.. L'identificazione è giusta..bella monetina, peccato per il taglio.. Saluti Eliodoro
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  32. Davvero una gran bella moneta, complimenti .
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  33. A però, interessante, oltre la moneta, oltre l'immagine, oltre la visione.. leggende che rafforzano e raccontano quello che il metallo ha impresso, confidenti e leggendarie.. Tienici aggiornati, sarà un lavoro utile e coinvolgente. Eros
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  34. Nein mi interesso a questa monetazione e ho tutti i testi canonici ( bodenstedt, weidauer , rosen, le rider , alfoldi etc incluso il recente Linzalone che molti mi rimproverarono per averlo comprato....) ma non ero a conoscenza di questi testi ..
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  35. DE GREGE EPICURI @legioprimigenia: per Costantinopoli la sigla dell'officina segue la zecca (CONSP) mentre per Arelate la precede sempre (PCONST), come del resto faceva prima che si chiamasse "Costantina" (era PARL, SARL ecc.)
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  36. Entro fine anno pubblicherò uno studio che esamina tutte le legende presenti sulla monete borboniche napoletane, con relativa traduzione. Vi terrò aggiornati.
    1 punto
  37. buongiorno, tra il 1960 e 1971 sono stati riconiati molti pezzi datati 1959 in questo link le info che potrebbero interessare http://en.numista.com/catalogue/pieces15037.html
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  38. Quando Palermo era l'ombelico del mondo con i normanni e grazie agli arabi http://www.raiplay.it/video/2013/09/Palermo-o-lEuropa-di-una-volta---Passepartout-del-29092013-e7d01cae-ca86-42c8-af95-9fd7ffa60b6f.html --Salutoni -odjob
    1 punto
  39. Tra le tantissime monete che possono essere oggetto di questa bella discussione, non poteva mancare questa, a mio modesto avviso uno dei testoni più belli mai coniato. Qui non c'è solo il motto, ma anche tutta la straordinaria iconografia del R/ carica di significati. Il testone per Ferrara a nome di Alfonso I d’Este: nato nel 1476 e morto nel 1534, fu duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1505 (Hess Divo AG) “DE FORTI DVLCEDO” si legge sul rovescio dove campeggia Sansone elmato con in mano la testa di un leone da cui fuoriescono api, davanti un ceppo con un serpente; al dritto, il busto barbuto o imberbe del signore di Ferrara. La legenda, ci ricorda Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”, è tratta dal “Libro dei giudici” (14,14) ove si legge “De comedente exivit cibus, et de forti egressa est dulcedo” (“Dal divoratore è venuto il cibo, dal forte il dolce”). Si tratta, per l’esattezza, dell’enigma proposto da Sansone ai Filistei dopo aver visto uscire dalla testa di un leone, che aveva ucciso, uno sciame di api e dopo averne mangiato il miele. “Le api e l’alveare (un tronco posato sul fuoco accostato da martelli e asce intrecciati a un serpente) sono un’impresa estense accompagnata dal motto PRO BONO MALVM, illustrata nell’edizione ferrarese dell’‘Orlando Furioso’ del 1516. Secondo Ravegnani Morosini nella figura elmata si deve raffigurare lo stesso Alfonso per cui si può pensare ad un’analogia tra Sansone e il duca di Ferrara che, trovato lo Stato afflitto da grande carestia, fece venire in gran copia del frumento dalla Puglia per alleviare la fame dei sudditi. Lorenzo Bellesia richiama l’attenzione sul serpente, che rappresenterebbe la desolazione portata dalla carestia e alleviata dallo sciame di api, simbolo di abbondanza e laboriosità. Bellesia avanza tre interpretazioni: 1) il duca come Sansone avrebbe ucciso il leone, allegoria del papa Giulio II, il cui stemma era un albero di rovere (il ceppo tagliato alla base, come appare sulla moneta, intrecciato al serpente simbolo di perfidia). Le api guidate dal duca (che indica con la mano il ceppo) riportano pace e abbondanza nell’albero della famiglia della Rovere e in tutta la Chiesa: 2) la testa del leone potrebbe rappresentare Venezia da cui esce l’abbondanza: solo dalla sconfitta di Venezia potrà esserci pace e prosperità; il ceppo invece indicherebbe l’Italia o Ferrara devastate dalla guerra mentre nel serpente si dovrebbero vedere i Francesi o papa Giulio II. Le api devono annientare il serpente e ridare prosperità al paese. In questo caso sarebbe la pace e non la dolcezza a venire dal duca; 3) Alfonso appena succeduto al padre fu prodigo di elargizioni ad amici e servitori, diminuì le gabelle e i tributi, graziò molti condannati: l’impresa esalterebbe quindi la forza e insieme la liberalità del duca. Tratto da "Il giornale della Numismatica" a firma di R. Ganganelli Michele
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  40. .....con tutta la prudenza del caso....e trascurando di dare un significato al segno cerchiato in blu (non trascurabile...), possiamo avventurarci in un esercizio di lettura su tre righe. O meglio una lettura con due orientamenti e su tre righe... Leggendo le lettere in legenda rispettando l'ordine numerico tracciato sull'immagine....e considerando orientate in senso centrifugo le n° 3, 4, 5 e 6 Si potrà leggere: 1 V, 2 E, 3 R, 4 O, 5 N, 6 A = VERONA Trascurando un segno (quello cerchiato in blu) e applicando un po' di fantasia e di flessibilità interpretativa....si arriva alle porte di Verona....ma il segno cerchiato c'è... mmm! a me continua a sembrare meno forzata (seppur spinta) la lettura in +VSOLFIV o +VDOLFIV.... ma magari questa legenda voleva lasciare spazio ad entrambe le letture....in fondo, se non propriamente veronese, questa moneta voleva probabilmente imitare la monetazione allora più diffusa ed accettata..... questo resta un affare complicato. Un saluto a tutti Mario
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  41. Questo è un chiaro esempio dove la moneta diventava veicolo importante e messaggero degli eventi.. REGNO DI NAPOLI Piastra 1791. AR, gr. 27,25 – ø 42,3 mm. D/ FERDINANDVS IV. ET MARIA CAROLINA, busti accollati, corazzati, e con la parrucca in capo, volti a destra dei sovrani, sotto al busto D P (Domenico Perger, maestro incisore). – R/ PRO FAVSTO PP REDITV V. S. , il Sebeto e Partenope volti di fronte in atto sacrificale, sullo sfondo il Vesuvio con fumata, a destra di Partenope A.P. (Antonio Planelli, maestro di zecca) sotto M. (Raffaele Mannara, maestro di prova), all’esergo 1791. – T/ cordonato in rilievo. CNI 209. Pannuti Riccio 60 (R). Cagiati 25. Davenport 1407. Nel mese di agosto del 1790 Ferdinando IV e la consorte Maria Carolina accompagnano le figlie Maria Teresa e Maria Luisa a Vienna andate in sposa a Napoli per procura con i figli del Gran Duca Leopoldo, gli Arciduchi d’Austria Francesco e Ferdinando. Maria Teresa diventerà Imperatrice d’Austria e Maria Luisa Amalia Gran Duchessa di Toscana La traduzione della leggenda al rovescio "Voti Assolti per il Felice Ritorno dei Sovrani." ne celebra il ritorno a Napoli dei regnanti. Don Basile appaltatore per la moneta di argento e di rame fece preparare a sue spese i conii. Antonio Planelli presentò i primi saggi a Novembre chiedendo l’autorizzazione a proseguire la coniazione. A Ferdinando IV non piacquero e ne fece sospendere la coniazione ma non fece ritirare quanto già coniato. In tutto furono coniate solo 9.476 pezzi. Per tipologia unica e dai rilievi marcati è una delle monete di Ferdinando IV maggiormente ricercate. Eros
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  42. non sono espertissimo del periodo , tuttavia "sospetta" mi pare un eufemismo....
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  43. Ottimo lavoro complimenti per l'idea e l'inventiva, depositala che qualche produttore te la frega.
    1 punto
  44. Dopo 10 anni di cambiamenti di archiviazione e conservazione della mia collezione, ecco la soluzione SPERO definitiva... cosa ne pensate?? Se vi dovesse piacere l'idea vi spiegherò volentieri come ho fatto...
    1 punto
  45. Buongiorno a tutti, oggi voglio condividere con voi questo bel ducato di Filippo II per il Regno di Napoli. Pareri e opinioni sono sempre ben accetti.
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  46. Buongiorno, possiedo questa moneta che il venditore aveva classificato come pfennig di Hall. Io direi, piuttosto, che mi sembra un heller d'argento (mezzo pfennig) coniato, in effetti, nella città di Hall (l'odierna Schwäbisch Hall nel Baden-Württenberg) della tipologia "mano di Dio" (Händelheller). Su un lato la raffigurazione della mano destra di Dio (una sorta di escamotage per rappresentare la divinità senza raffigurarne il volto) dall'altro una croce. Dato che sono stati coniati per un periodo piuttosto lungo, vorrei sapere se esista una qualche caratteristica che possa permetterne una datazione più precisa (seppur approssimativa, ovviamente). In rete circolano diverse immagini, ma non ho trovato modo di dirimere la questione fra la seconda metà del XIII e tutto il XIV secolo peso 0,5 grammi Diametro ca. 18 mm Qualsiasi indizio sarebbe gradito Grazie
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  47. Omaggio dell'Università di Bologna per il viaggio di Pio IX nelle province . Fondi quasi speculari su patina bluastra
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  48. Premio per i Benemerenti della confraternita di San Giuseppe
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  49. Era tanto che la cercavo e la trovo stupenda . Medaglia per l'Amnistia di Pio IX in Br argentato.
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  50. @@UmbertoI Ciao,scusami ma credo che chi scrive sul gigante non sia proprio il primo arrivato,lo conosciamo tutti e sappiamo quant'è preparato
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