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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/13/16 in tutte le aree
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Grazie @RobertoRomano della tua precisazione , finalmente si dipana un mistero , non avendo trovato traccia nei miei non pochi libri , circa la lettura di quella iscrizione altrimenti illeggibile dal piano stradale ed anche avvicinando , con zoom fotografico , l' immagine a causa di quanto scritto in apertura post . Cercando in rete : Lorenzo Manilio , e' uscito il testo completo e la storia dell' iscrizione . Da : RomaSegreta.it : Lungo via del Portico di Ottavia, nel cuore del vecchio Ghetto, ai numeri civici 1 e 2, si trova la facciata dell'edificio che tale Lorenzo Manilio si fece costruire nel 1468 per sé e per la sua famiglia, arricchendola con un'elegante decorazione classica, ad imitazione degli splendori dell'antica Roma. Costui chiese agli scalpellini di incidere sul fascione in marmo, a lettere maiuscole, un testo in latino che dice: "URBE ROMA IN PRISTINAM FORMA(M R)ENASCENTE LAUR MANLIUS KARITATE ERGA PATRI(AM) (A)EDIS SUO NOMINE MANLIANAS PRO FORT(UN)AR(UM) MEDIOCRITATE AD FOR(UM) IUDEOR(UM) SIBI POSTERISQ(UE) SUIS A FUND(AMENTIS) P(OSUIT) AB URB(E) CON(DITA) MMCCXXI L AN(NO) M(ENSE) III D(IE) II P(OSUIT) XI CAL(ENDAS) AUG(USTAS)", ossia "Mentre Roma rinasce all'antico splendore, Lorenzo Manilio, in segno di amore verso la sua città, costruì dalle fondamenta sulla piazza Giudea, in proporzione con le sue modeste possibilità, questa casa che dal suo cognome prende l'appellativo di Manliana, per sé e per i suoi discendenti, nell'anno 2221 dalla fondazione di Roma, all'età di 50 anni, 3 mesi e 2 giorni; fondò la casa il giorno undicesimo prima delle calende di agosto". La data dell'edificio, anno 2221, è calcolata dall'anno della fondazione di Roma (753 a.C.), che corrisponde all'anno 1468. La passione per la romanità non finisce qui: sulle architravi delle porte si legge il nome del fondatore ripetuto quattro volte, tre in latino ed una in greco, mentre sulle finestre è inciso il motto "Ave Roma". Inoltre il basamento dell'edificio è cosparso di reperti archeologici: una stele funebre (nella foto 1) proveniente dalla via Appia, il frammento di un sarcofago romano (nella foto 2) sulla porticina centrale ed una stele greca. La casa è costituita da tre diversi fabbricati riuniti appunto dalla grande fascia iscritta.4 punti
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Urbe Roma in pristinam formam renascente Laurentius Manlius karitate erga patriam aedis suo nomine Manlianas pro fortunarum mediocritate ad forum iudaeorum sibi posterisque suis a fundamentis posuit ab urbe condita MMCCXXI L anno mense III posuit XI calendas augustas. Ho integrato,in alcune parti,le abbreviazioni4 punti
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Una storia sorprendente, mai conosciuta, e forse nemmeno ipotizzata prima, è stata rivelata da The Guardian in un articolo del 19 agosto scorso. Al tempo della guerra fredda, i paesi del Patto di Varsavia (leggi Unione Sovietica) avevano predisposto e fatto stampare banconote da usare come moneta d'occupazione in un'ipotetica invasione dei paesi della NATO, in particolare Germania (Ovest), Danimarca e Olanda. Le banconote hanno il nome in codice E-17, e il valore espresso in zloty, la valuta polacca. Il valore nominale va da 1 a 2.000 zlotych (in allegato un foglio di biglietti da 1 zloty) e sarebbero state stampate negli anni '70 (quelle in foto hanno la data del 2 gennaio 1971), per essere poi conservate in casse "nel profondo delle viscere" della banca centrale polacca. La loro esistenza era rimasta segreta fino a oggi, ed è stata proprio la Narodowy Bank Polski, la Banca Nazionale di Polonia, a rivelarla nell'agosto scorso. Piotr Woyciechowski, direttore della zecca della Polonia, ha detto che "questa è probabilmente l'unica serie del suo genere in Europa, e ora viene mostrata al mondo per la prima volta." Ha poi aggiunto che le banconote saranno in mostra presso la Polish Mint a Varsavia il prossimo anno. A questo punto, una domanda sorge spontanea...non è che anche la NATO, aveva predisposto qualcosa di simile? petronius2 punti
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L' Archeologia romana e' sempre foriera di sorprese . Capita anche che alcune volte un grande reperto archeologico possa passare inosservato , non per sua responsabilita' , ma a causa dell' incuria in cui e' lasciato e a volte anche a causa della nostra scarsa attenzione di osservatori sempre pronti in genere a rintracciare con facilita' i reperti piu' universalmente noti . E' questo il caso di una lunga e grande iscrizione romana di epoca alta imperiale , forse augustea , lunga oltre dieci metri e alta circa uno , con lettere incise alte circa 15 centimetri ; ora vi chiederete : come e' possibile che una tale iscrizione possa passare inosservata ? eppure e' cosi' e le cause sono principalmente due , la prima e' che si trova inclusa in una facciata di un antico palazzo a circa quattro metri di altezza , la seconda e ben piu' grave e' a causa della sporcizia , principalmente smog , che la ricopre al punto che risulta praticamente impossibile riconoscerla e leggerla . Eppure questa grande iscrizione sembra sconosciuta anche ai libri , per quante ricerche abbia fatto in merito , sicuramente per mio demerito insufficienti , su libri ed anche in Internet , non ho trovato nulla che ci parlasse di questo reperto archeologico ; se qualche studioso di archeologia , dilettante o professionista , presente nel Forum ne sapesse qualcosa , per favore ci informi . Questa iscrizione si trova a Roma , esattamente in Via del Portico d' Ottavia , Via sita nell' antico quartiere ebraico che sorge tra Via Arenula e il Teatro di Marcello , zona altamente ricca di grandi reperti archeologici di epoca augustea di cui allego alcune foto dei reperti piu' noti . Il Portico fu in origine eretto da Quinto Cecilio Metello nel 147 a.C. per racchiudere i Templi di Giove , forse Statore , e di Giunone Regina eretto in precedenza nel 178 a.C. da Emilio Lepido . Nel 32 a.C. Augusto rifece il Portico in marmo dedicandolo alla sorella Ottavia . Di questi due Templi rimangono oggi bellissimi resti sotto le case site in Via Sant' Angelo in Pescheria ; in questi due Templi vennero depositate famosissime statue bronzee e in marmo , opere dei piu' famosi scultori greci , frutto di bottini di guerra quando Roma passata la bufera annibalica , si rivolse verso l' Oriente . Innumerevoli furono le opere trovate in questa zona nei secoli passati , tanto che sembro' che quasi tutta la statuaria classica greca fosse qui concentrata ; nel 1873 venne ritrovata la base della statua di Cornelia madre dei Gracchi , che si trova ora al Palazzo dei Conservatori , con dedica dello scultore greco Tisicrate , che recitava : OPUS TISICRATIS . CORNELIA AFRICANI F(ILIA) . (MATER) GRACCHORUM . Dal poco che si riesce a leggere dell' iscrizione , potrei ipotizzare che si tratti della dedica augustea per la ristrutturazione dell' antico Portico originario di epoca repubblicana . Seguono foto dell' iscrizione e di alcuni reperti presenti nella zona .2 punti
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Continuando con le zecche piemontesi mi sono regalato questo esemplare Francesco di Saluzzo (1529-1537) Cavallotto Zecca di Carmagnola – MIR 155/12 punti
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Foto scattata da Paolo Crippa espressamente per LaMoneta:2 punti
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Ciao Silvio, non so se sono meglio.... ma è quello che sono riuscito a fare: la terra forse non c`è più ma la moneta è molto corrosa, se dici che vale la pena!! inseriscile pure, altrimenti provo a farle con altra luce.2 punti
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E noi siamo sempre in attesa di vedere l'immagine della sua moneta e non di simili prese in rete.2 punti
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Quella iscrizione è stata eseguita da Lorenzo Manilio nel Quattrocento.È stupenda,ma non é di epoca classica.Da qualche parte ce l'ho trascritta.2 punti
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Finalmente è arrivato. Nei prossimi giorni sarò molto impegnato, non ci sono per nessuno Grazie Jordi per la gradita dedica che ho apprezzato moltissimo.1 punto
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Complimentoni..bravo.Antonio......non.mi.resta.che.aspettare.e.che.mi.arrivi.per.poter.leggere.l'articolo.1 punto
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Complimenti a @anto Rper l'ennesima fatica, per la lettura aspetteremo un po'!1 punto
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per l'archivio ho trovato ancora questo: http://www.forumancientcoins.com/Dictionary_Of_Roman_Coins/dictionaryByPage.asp?page=368 sarà messa male, ma - solo per la storia che racconta - la moneta mi piace sempre di più... ciao Njk1 punto
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Complimenti per le ottime precisazioni! @Legio II Italica @RobertoRomano Anche se l'iscrizione è rinascimentale, l'incuria non è comunque perdonabile...1 punto
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Vattelapesca dove si trovano... Ne parla la Torbagyi, citando un vecchio articolo sulla RN del 1860 di Robert che trovi qui http://bibnum.enc.sorbonne.fr/omeka/files/original/6a4c149bc78ce5301f0da943e683ef8b.PDF Niente foto, ovviamente, ma a pag. 203 un disegno al tratto: Il testo della Torbagyi dovresti averlo, mi sembra di avertelo postato tempo fa.1 punto
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Il prossimo 26/09/2016 , in asta Kuenker 280 al n: 149 , un estremamente raro statere ( doppelsiglos ) , catalogato di incerta zecca della Macedonia . In asta "Kunstfreundes" ( ex Gillet ) del 28/05/1974 al n. 13 un analogo esemplare ( variante con A sull'elmo ) proveniente dal Taranto Hoard del 1911 . Da questo secondo catalogo , sapevamo che gli esemplari allora noti risultavano 4 . Due con A sull'elmo , quello Kunstfreundes ed un secondo in Boston ; due senza A sull'elmo ( conformi all'attuale Kuenker ) , entrambi in Londra al BMC . Quello a giorni in vendita da Kuenker ( senza nota provenienza ) , risulterebbe dunque non meno che un quinto esemplare ? Unisco in calce le fotografie del Kuenker , con i due BMC e l'ex Kunstfreundes : non so trovare l'immagine del Boston .1 punto
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Sulle contrapposizioni di date molto però è stato fatto rispetto al passato, grazie anche alla forte sensibilizzazione sul forum, Circoli, Associazioni importanti ora controllano molto tutto questo. Prima di fare Parma ci fu un controllo maniacale sulle iniziative altrui, altrettanto per la NIP a Milano che come vedete è una settimana prima. ( si sapeva di Napoli...) Molto si è fatto, forse altro si può fare però mi sarei preoccupato se ci fossero contrapposizioni come in passato Torino - NIP/SNI Milano nella stessa data ( questa fu pesante veramente....), onestamente i due eventi in questo caso non sono minimamente paragonabili e comunque in bacini difficilmente sovrapponibili, credo che l'iniziativa di Torino sia più sul collezionismo vario, però giustamente non abbassare mai la guardia su questi aspetti e giusto comunicarlo a tempo debito sul forum, da questo punto di vista il forum può fare veramente molto....1 punto
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Questa moneta è in acciaio, metallo molto differente da nichelio, che invece è un poco più "facile" da valutare. tieni presente che osservare i rilievi nelle monete in acciaio (come in questo caso) non è la primaria chiave di lettura per la formulazione della giusta conservazione. I rilievi infatti sono di per se già bassi di conio per ovviare alla durezza del metallo. l'aspetto da valutare prima su tutti è la brillantezza del metallo e lo stato dei campi, aspetto un po più "difficile" da assimilare bene attraverso una spiegazione testuale un po stringatella come questa comunque non demordere, se la cosa ti affascina vedrai che piano piano capirai bene tutti i molteplici aspetti legati alla formulazione del grado di conservazione1 punto
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Buona Giornata Lo schema allegato e tratto dal libro “Dalla premoneta alla moneta” di Maria Caccamo Caltabiano e Paola Radici Colace – ETS editrice, Pisa 1992 – evidenzia che non vi è frattura nel passaggio dalla premoneta alla moneta, data la compattezza lessicale; ciò è deducibile anche analizzando l'intero campo semantico economico degli antichi Greci. Nel citato libro a proposito dello schema allegato si legge: “Esso è articolato in cinque sezioni, l'ultima delle quali ovviamente esprime il valore monetale e le altre, procedendo a ritroso, risalgono, attraverso la valenza ponderale, a un significato originario di nomen rei o nomen instrumenti o, nel caso di statér, anche di nomen agentis. Abbiamo distinto nello schema una prima parte in cui sono raccolti i termini che ricoprono ampie aree geografiche, e nella seconda parte termini epicorici, ristretti quindi, in base a quanto ci viene attestato in età storica, ad un'utilizzazione soltanto in ambiti geografici limitati. Per sékos e stathmos non è stato finora mai messo in evidenza il significato originario di 'recinto per animali' (accresciuto, nel caso di sékos, degli elementi tabuistico-religiosi che derivano dal suo impiego per indicare il sacello della divinità). Tale significato, alla luce della importanza del bestiame nell'economia agricolo-pastorale, quale termine di confronto del valore (secondo un processo raffrontabile con quello che genera il latino pecunia derivandolo da pecus), passa ad indicare l'unità di misura e quindi l'unità ponderale. Se si considera poi che col termine σταθμοδοσία è indicata in papiri del III sec. a. C. la mercede del soldato e che tale valenza è riconfermata dal verbo σταθμοδοτέω, si comprende bene come la lingua abbia conservato, nella sua compattezza lessicale, la coscienza di una mancanza di soluzione o frattura nel passaggio dalla fase premonetale a quella monetale.” Sempre dal citato libro si apprende che : Il termine “nezem” nel greco antico letteralmente significa un «tetradrammo d'oro non coniato», ma se da un lato esprime il valore ponderale del metallo dall’altro corrispondente a quello di quattro dracme. Anche nell’antico mondo ebraico il termine “nezem” indicava sia l'orecchino 'anulare', che un alore monetale. La funzione commerciale dell'ebraico nezem è confermata pure dal ritrovamento in tesoretti di Hacksilber, come quello di Samoa, la biblica Eshtemoa. La funzione monetale degli anelli è desumibile anche nella rappresentazione di anelli metallici in pitture parietali di tombe faraoniche o di dignitari di Tebe egizia del XV sec. a.C.. Nel dipinto della tomba di Redimire gli anelli, poggiati su uno dei piatti di una bilancia che reca sull'altro dei pesi teriomorfi, visualizzano il concetto di 'pesatura' che sta alla base della radice seqel ( = pesare) a cui le fonti antiche e i glottologi moderni riconducono la derivazione del termine siglos. La funzione economica degli anelli emerge, inoltre, anche dalla pittura parietale della tomba tebana del viceré di Nubia, Huy, raffigurante principesse e principi nubiani che recano tributi alla corte del faraone. I principi hanno in mano, rispettivamente, un vassoio che sorregge un sacchetto pieno di polvere d'oro e un vassoio con sopra anelli d'oro. Dalla testimonianza delle fonti iconografiche sembra pertanto poter desumere che l'assunzione di una funzione economica da parte degli anelli abbia anche comportato l'attribuzione a tali forme metalliche dei precisi valori ponderali, consentendo la coincidenza stessa dell'anello con l'unità di misura o con multipli di questa: non è infatti certamente un caso che la pesatura degli anelli rinvenuti in varie aree del Vicino Oriente abbia rivelato standards ponderali equiparabili allo shekel o ai suoi multipli. Tutto ciò consente di verificare la perfetta coincidenza del dato storico orientale con quello linguistico greco, in cui siglos - come emerge dalle fonti lessicografiche - è il termine che indica sia l'«orecchino anelliforme» che un «peso determinato». Un altro libro che analizza l'aspetto premoneta - moneta è "Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità" di Federico Barello, che ho letto alcuni fa e che proprio domenica dopo averlo ripreso ho prestato; a ricordo annovera diversi oggetti premonetali come spiedi e riproduzioni di utensili, e poi descriveva il fenomeno della tesaurizzazione dei metalli.1 punto
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Il curatore dell'asta Roma Numismatics ha ipotizzato trattarsi di una variante inedita di Campana 136, con I, come questo (sempre del British Museum = Campana 136a): Ma in questa serie l'unica lettera con due barre verticali nell'alfabeto osco è la che si trova appunto in Campana 144 e 145 (a parte la A osca, che ha però anche una barra interna obliqua). Per una idea di monete autentiche di questa emissione vediamo Campana 130b, con E invertito: Oppure un Campana 133: da confrontare con un falso riconosciuto con la stessa lettera, che apparve in Tkalec (un falso abbastanza accurato): In ogni caso anche con queste foto si vede l'abissale differenza con il falso di Roma Numismatics.1 punto
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Duca collezionando militaria e appunto medaglie non è la prima che mi capita di vedere con inciso un nome che poi non risulta negli annuari. Purtroppo alcuni commercianti per aumentare il valore di queste medaglie fanno questo e altro. Una medaglia incisa va sulle 200/300 euro a secondo dei fatti d'arme ed altre cose, una non incisa vale sulle 30/40 euro a seconda che sia zecca o meno.1 punto
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@Alice.m Tranquilla, le monete di acmonital sono le più difficili da valutare, anche per gente con anni e anni di numismatica sulle spalle!1 punto
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Carissimi, vi avevo promesso un aggiornamento a proposito dei libri. Sabato abbiamo avuto un pomeriggio intenso ma veramente utile. Luca Gianazza è stato carinissimo, mi ha permesso di sfogliare le pubblicazioni di cui mi avete parlato e molte altre. Adesso mi sono fatta un'idea molto più precisa della bibliografia e dei problemi che ha più senso affrontare veramente. Sì, il MIR è praticamente inservibile: è un catalogo commerciale, senza note e nella bibliografia mancano molti testi. Anche il Crippa non ci può essere di grande aiuto. E' più dettagliato, ma sempre schematico e anch'esso piuttosto commerciale. Gianazza mi ha fatto vedere parecchi errori di questi cataloghi proprio sulla parte che interessa a noi e le contraddizioni che ci sono coi documenti, per Luigi XII, Francesco I, Massimiliano e Francesco Maria ci ha messo a disposizione alcuni suoi appunti con le nuove classificazioni. Mi ha spiegato il valore delle monete, la differenza tra la moneta di conto e quella reale, il meccanismo dei corsi.... Adesso sì che capisco il senso dei documenti!! L'idea è quella di andare avanti cercando di seguire la stessa metodologia del Cipolla anche per l'inizio del Cinquecento, basandoci direttamente sulle fonti, senza intermediazione dei cataloghi. Ora vorremmo aggiungere un capitolo sulla presenza di monete estere nel ducato di Milano confrontando documenti e ritrovamenti, approfondendo le zecche di Bellinzona e Roveredo. Sentiamo cosa ne pensa il nostro relatore la prossima settimana. Grazie a tutti delle indicazioni e della pazienza, non vi disturbo più. Sabry1 punto
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Medaglia devozionale tonda, alluminio, del primo quarto del XX sec.- D/ Gesù che mostra il suo Sacro Cuore fammeggiante e raggiato.- R/ La Madonna del Carmine o Carmelo con Gesù Bambino in braccio a sx, reggono lo scapolare( poco visibile per l'usura), ambedue coronati, tipologia comune. Ciao Borgho1 punto
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Discussione ripulita, continuiamo pure sul tema della stessa. petronius1 punto
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certo che con tutte quelle grondaie, tubature, allacci e cose varie, non è che stia messa bene :-(1 punto
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Buongiorno @Garbo92 La patina verde sicuramente ne incrementa il valore, anche se non è una moneta in un buonissimo stato di conservazione (direi quasi BB). 50 € direi che è il suo massimo valore di mercato, considerando che monete simili in stato BB+ si trovano per 70 €... Moneta comunque sempre apprezzabile! Saluti1 punto
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Sei molto lontana[emoji5] La moneta in questione fatica ad arrivare a bb Ma non disperare..basta tanta pazienza e passione Sergio1 punto
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Scusate ma era necessario organizzare un convegno numismatico a Torino nelle stesse giornate in cui c'è quello di Napoli?1 punto
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. In visita a casa di un mio amico mi è stata sottoposta la visione di un suo nuovo acquisto:una bella statuetta in alabastro della Madonna di Trapani,tutto bello tutto a posto ma una cosa lo incuriosiva,sul plinto che sostiene la statuetta c'è inciso uno stemma che non è quello di Trapani. Qundi mi rivolgo a voi e vi chiedo: che stemma è? Che cosa significa? Scusandomi per la qualità delle foto e ringraziandovi anticipatamente vi saluto. ADELCHI.1 punto
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Ciao @sandokan, credo che sulla statuina ci sia uno stemma domenicano, o una parte di esso, specialmente la palma e il giglio ben nitidi nella vetrata bolognese. Ulteriori riflessioni a voce alta. La statua originale è conservata in un santuario carmelitano, ed è lecito pensare che un eventuale stemma scolpito alla sua base potrebbe essere pertinente al donatore, o alla città (Trapani) o ai custodi (Carmelitani). Però la statua originale risale a fine '200, quando credo che nè Trapani nè Carmelitani avessero ancora uno stemma... Tuttavia, la statua potrebbe aver avuto un nuovo basamento in epoche successive, quando tali stemmi erano in uso. Ma siccome non abbiamo foto della statua col basamento, queste ipotesi restano al momento tali. C'è poi un altro fattore non secondario: mica è detto che tutte le copie seguano fedelissimamente l'originale... La statuina in alabastro può esser stata prodotta molto lontano da Trapani (per esempio Volterra?); oppure per conto di un edificio di culto domenicano; oppure l'eventuale stemma può esser stato "letto" male e ricopiato peggio; oppure potremmo aggiungere cento altre ipotesi... Nel secondo dei due disegni postati dalla Rete, come giustamente dici, ci sono le stelle tipiche dello stemma carmelitano, che mi sembrano mancare nella statuina.1 punto
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...difatti, dal medesimo sito dell'immagine precedente, traggo quest'altra: Qui non c'è nessun'iscrizione con cartiglio, e uno "stemmone" piuttosto appiattito prende il posto del precedente. Questo è lo stemma dei Carmelitani. Che in parte somiglia a quello modellato sulla copia in alabastro della tua foto, entrambi dotati di una punta ricurva. Ma nell'incisione sulla copia vedo rami di palma e di giglio, che nello stemma carmelitano sono assenti. Quindi...1 punto
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Salve a tutti. Ho avuto modo quest'oggi di ricevere la pubblicazione di @jordinumis e mi sono immediatamente immerso nel testo. Difficilmente si riesce a vedere, oggi, qualcosa di simile: già ad una prima vista si capisce come l'Autore abbia magistralmente mescolato qualità, scientificità delle nozioni e divulgazione delle stesse. E' un libro di alta qualità formale: di grande formato, con solida legatura e ottima carta. Inoltre, le fotografie sono quasi tutte a colori e si percepisce anche la cura che è stata profusa sia nella redazione dei testi, che per la scelta degli esemplari da mostrare nelle immagini. Il tutto arricchito da una bibliografia esaustiva e da un apparato di Collezioni consultate notevole. I miei più vivi complimenti, dunque, all'Autore Jordi, il quale ha egregiamente presentato ad un pubblico che non è ristretto ai soli studiosi (lo testimonia l'opuscoletto delle valutazioni allegato) un periodo, quello aragonese, vivacissimo per Napoli, sia a livello storico che numismatico.1 punto
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Avevo delle immagini e ho fatto un collage quando vado in banca verifico anche le misure dei caratteri e delle medaglie1 punto
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Si tratta di una medaglia fusa di Pio IX per la sua elezione. La medaglia è censita nel Bartolotti I-27 ed è un modulo importante da 81,5mm. Questa medaglia è stata fatta dal Picioli che ha apposto la sua firma in corsivo sul taglio del busto. No si vede spesso Gian1 punto
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Piccoli acquisti pomeridiani: Svizzera, Zurigo (imitazione delle monete di Merano come Rizzolli/Pigozzo 2015) Kreuzer (dopo il 1470) D/ MON- THVR-ICEN-SIS R/ SAN-TVS- KAR-LVS Hürlimann 1108/9 , HMZ 2-1112a1 punto
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Ciao, oggi condivido con voi una medaglia inseguita da tempo. Viene data solo R2 ma per le apparizioni in aste direi che un altro R ci sta proprio. Medaglia di Pio IX per il soggiorno di esso presso il Regno di Napoli Medaglia che viene ricondotta sotto le medaglie Pontifice per la presenza di Pio IX ma che venne fatta coniare a Napoli dai migliori incisori dell'epoca. Purtroppo il tondello e la battitura deve essere stata fatta alla fine/limite del conio Medaglia da 67 mm1 punto
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Oggi posto una medaglia di PIO IX del 1846 per la concessione dell'Amnistia. Medaglia che non presenta tracce di apicagnolo1 punto
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