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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/30/16 in tutte le aree

  1. Non ho volutamente messo nessun TAG, Amatrice oggi non ha confini, è tutti noi, fa parte della nostra storia e come tale bisognerebbe magari considerarla oggi in questo drammatico momento.... Amatrice, la sua storia, ma anche le sue monete.... Premetto che sono l'ultimo che poteva iniziare una discussione così, non so nulla se non quello che ho letto sulle Zecche Italiane fino all'Unità firmato da Giuseppe Ruotolo e l'aver visto le quattro tipologie di cavalli illustrati nel nostro catalogo. Mi sembra però giusto parlarne e ricordare....e conoscere soprattutto ....spero vivamente che lo faccia chi ha i mezzi per farlo e spero di poter imparare qualcosa ....il forum è poi questo. Amatrice parte del Regno di Napoli ebbe da parte di Re Ferdinando I d'Aragona 8 1458 - 95 ) vari privilegi e donazioni per gratitudine per la fedeltà mostrata durante la rivolta dei baroni del 1485 - 86 Il Diploma fu trovato da Salvatore Fusco che lo riportò solo sinteticamente e fu trovato nell'Archivio di Stato di Napoli. Successivamente il Lazari e il Sambon ritennero che il Diploma fosse stato smarrito. Il Fusco fu il primo a illustrare le monete di Amatrice e ne evidenziò due tipologie, il motto fidelis amatrix intorno al cavallo fu importante per l'identificazione. Sono mostrate in uno scudetto le armi della città, poi ovviamente ci sono vari pareri citati diversi anche che fossero state battute altrove o per ostentazione nella zecca di Napoli. Ma non sapendo ovviamente mi fermo qui....rimane lo spunto, il ricordo, il parlare magari anche della storia non solo monetaria di questa cittadina che ha subito questa immane tragedia. Mi appello ovviamente a chi sa, a chi vuole intervenire, io per il momento posto una immagine tratta da internet dei cavalli di Amatrice....
    6 punti
  2. Prova a confrontarla con l'esemplare di pag 16: http://www.sibrium.org/Materiali/PaleologoMonferrato.pdf
    5 punti
  3. Ho appena letto i post precedenti e voglio ringraziare @dabbene per aver dato inizio a questa discussione che porterà sicuramente un arricchimento culturale sia dal punto di vista numismatico che storico. ...purtroppo alcune cose non dovrebbero accadere e le parole sicuramente servono a poco per colmare il silenzio ed il vuoto che comportano certe catastrofi... voglio solo aggiungere a quanto postato da @ak72 un link che riporta, per chi vuole fare un virtual tour, l'interno del santuario dell' Icona Passatora.... http://www.amatriceturismo.it/la-citta-in-virtual-tour/luoghi-di-culto/santuario-dell-icona-passatora/
    4 punti
  4. Mi dicono dalla "regia NIP" di iniziare a parlare del libro per i giovanissimi che verrà presentato in occasione del convegno... Partirei con due parole sul titolo: "La Numismatica che Avventura!". Probabilemente ci sono cose più eccitanti ed avventurose che collezionare/studiare/classificare monete ma la vera avventura inizia quando oltre alle monete entrano in gioco le relazioni umane. Non voglio anticipare nulla del contenuto del libro scritto da me e Magdi, però credo di poter dire (senza il timore di scoprire troppo le carte ) che senza rapporti veri, personali, di amicizia non c'è proprio nessuna Avventura e nel nostro racconto tutto questo credo e spero che sia piuttosto evidente... Abbiamo cercato di dare una veste grafica accattivante, un formato che strizza l'occhio logicamente ai giovanissimi e una buona dose di colore che - tanto più in un'opera come questa - non guasta mai. La tiratura è nell'ordine delle 2000 copie, ovviamente il libro sarà disponibile il 17 come omaggio ai giovani partecipanti interessati. E che vogliono proprio andare all'Avventura...
    4 punti
  5. sicuramente non era una zecca di necessità visto che Napoli operava a ritmo pieno e anche L'Aquila, che coniava cavalli , era un riconoscimento dato alla città per essere stata fedele a re Ferdinando I, a titolo informativo altra zecca che coniava cavalli (sotto Ferdinando I) era quella della famiglia Colonna, simbolo una sola colonna, probabilmente coniati a Tagliacozzo, fino a poco tempo fà erroneamente attribuiti alla zecca di Brindisi, alcuni autori riportano anche cavalli per Capua con stemma della città una croce coronata, ma io fino ad oggi non ne ho mai visti e dubito che si siano coniati cavalli a Capua ( a meno che non esca fuori un esemplare con la croce coronata ben visibile)
    3 punti
  6. buongiorno a tutti gli amici, scusatemi, ma sono appena rientrato dalle vacanze. la moneta in questione è una bellissima moneta ma non la giudicherei FDC. I rilievi da valutare attentamente sono sempre gli stessi e mi riferisco al dritto (soprattutto). Di 2 lire Cinquantenario chiuse in FDC ne ho viste a centinaia ma in realtà, per un motivo o per un altro, FDC (pieno o se preferite eccezionale) non erano (chiaramente sempre a parer mio). Forse, cerco la moneta che non esiste ma trovo sempre un qualcosa che mi fà desistere, in colezione ne ho parecchie, chiuse in FDC valutate da vari Periti miei amici (compreso il mio amico compianto Angelo) ma nessuna mi soddisfa totalmente. Direi che avere in collezione una moneta del genere in queste conservazioni (come da foto e scansioni allegate) và più che bene, il matto sono io.
    3 punti
  7. Nel santuario dell'Icona Passatora (o Santa Maria delle Grazie) situata vicino il paese di Ferrazza, frazione del comune di Amatrice, troviamo un affresco databile al 1492: Vergine in trono col Bambino, che sorregge una città autore ignoto. Un dettaglio
    3 punti
  8. Oggi volevo parlarvi di questo ripostiglio inglese che non mi sembra sia stato approfondito nel forum. Ha una composizione davvero interessante sia per la presenza di monete di un certo livello di rarità che per alcuni pezzi "di contorno" ma di estremo interesse (gli unici trattenuti dal museo competente per territorio: il Somerset County Museum). Il ripostiglio è stato rinvenuto il 13 novembre del 2013 dal detectorista George Hughes residente a South Petherton e comprende ben 7562 antoniniani, 1 denario, 1 asse, 1 sesterzio e un anello di bronzo. La moneta più antica è probabilmente l'asse e si tratta di una copia barbarica di un asse di Claudio di cui purtroppo non sono riuscito a trovare alcuna immagine. La parte musealizzata è unicamente quella riguardante il sesterzio e l'annello di bronzo che sono stati trovati "uniti" assieme: materiale di risulta per produrre moneta imitativa? Di radiati irregolari il ripostiglio ne conteneva solamente 33, una minima parte rispetto la totalità dei pezzi. Il solo denario presente è di Settimo Severo (l'unica foto che ho trovato non è ahimé delle migliori): Le dimensioni del ripostiglio sono notevoli e in linea con gli hoard inglesi che comunemente troviamo repertoriati per quel periodo, molto belle alcune foto d'insieme: come data di interramento e chiusura del ripostiglio è stato preso il termine del 274 visto che la moneta più recente è un antoniniano di Aureliano della zecca di Milano (quarta serie). Particolarmente nutrita la presenza di monete di Leliano, ben 23, e di Mario, 81. I Gallici sono in totale 4847 ed è quindi palese che si tratti di un accumulo di monete formato durante l'impero Gallico e interrato poco dopo la sua fine in un periodo di incertezza politica. Da notare, infine, un antoniniano di Salonino da Augusto (FELICITAS AVGG) che si aggiunge ai 13 noti per quel tipo: La composizione completa del ripostiglio è questa: Central Empire Marcus Aurelius (AD 161-80), 1 (sestertius) Wars of the Succession (AD 193-7) Septimius Severus, 1 (denarius) Gordian III (AD 238-44), 1 Philip I (AD 244-9), 1 Decius (AD 249-51), 1 Herennia Etruscilla, 1 Trebonianus Gallus (AD 251-3), 4 Joint reign of Valerian & Gallienus (AD 253-60) Valerian I, 107 Gallienus, 45 Uncertain (Valerian or Gallienus), 1 Salonina, 60 Valerian II, 4 Divus Valerian II, 12 Saloninus Caesar, 10 Saloninus Augustus, 1 Sole reign of Gallienus (AD 260-8) Gallienus, 1364 Salonina, 101 Claudius II (AD 268-70), 760 Divus Claudius II, 67 Quintillus (AD 270), 121 Aurelian (AD 270-5), 52 - latest coin fourth series at Milan (= AD 274) Gallic Empire Postumus (AD 260-9), 773 Laelian (AD 269), 23 Marius (AD 269), 81 Victorinus (AD 269-71), 3296 Tetricus I (AD 271-4), 526 Tetricus II, 112 Others Uncertain Gallic emperor, 3 Emperor illegible, 1 Irregular as (Claudian copy), 1 Irregular radiates, 33 L'intero ripostiglio è stato venduto all'asta da Lawrences Auctioneers il 19/05/2016 fruttando ben 48.800 sterline. Fa impressione vedere le foto di alcuni lotti (tutti multipli), ve ne metto alcuni per curiosità (notate l'unico lotto raggruppante tutti i Leliano... da lasciarci gli occhi!): Era un ripostiglio di cui sono venuto a conoscenza dopo l'asta... altrimenti un pensiero l'avrei fatto... di certo non al lotto dei Leliano... che ha raggiunto un signor cifrone! Ma tant'è... mi sono accontentato oggi di acquistare da Sondermann due Postumo a mio avviso carini e uno non proprio così frequentissimo. Provengono entrambi da questo lotto multiplo: e nello specifico sono: Postumus Antoninianus, struck 262 AD at Cologne mint. Obv: IMP C POSTVMVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust right. Rev: SALVS AVG, Salus standing left, holding patera in right hand from which a snake, which is rising from small altar placed on ground to left, is feeding; in her left hand Salus holds a rudder. 3,13 g, 21 mm. RIC 85; Elmer 301; AGK (corr.) 79; Cunetio 2392 Postumus Antoninianus, struck 268 AD at Cologne mint. Obv: IMP C POSTVMVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust right. Rev: IOVI STATORI, Jupiter standing left, holding thunderbolt and sceptre. 3,31 g, 20 mm RIC 309; Elmer 563; AGK (corr.) 38a; Cunetio 2449 Che dire, sono soddisfatto dell'acquisto e soprattutto della provenienza dei pezzi in questione che è certa, tracciata, studiata, catalogata e venduta legalmente con tutti i sacri crismi del caso. Qualsiasi parere e confronto è ovviamente gradito!
    2 punti
  9. Grazie a tutti per le risposte. A breve pubblicherò altri post con altre monete per vedere se c'è effettivamente qualcosa di valore. Grazie a tutti di nuovo.
    2 punti
  10. Il contributo non serve (lo pagato molto poco)
    2 punti
  11. Quiero mostrar un tipo inédito aparecido recentemente, que he adquirido, poco después de la publicación de mi libro. Podría tratarse de un cavallo de Ferdinando II a nombre de Ferdinando I sin el ordinal. Este tipo es muy parecido al ejemplar subastado de la colección Crusafont, es el nº 315 de mi libro. Sería una primera emisión con cuños nuevos, sin el ordinal, antes del que los presenta, similares a los acuñados en tiempo de Ferrdinando I. Su arte y tipología es ligeramente diferente al estilo de los cavalli propios de Ferdinando I. Sólo recordar, que durante el reinado de Ferrandino, la ceca de Nápoles y otras ciudades emitieron, o más ben dicho, reaprovecharon la moneda de Carlos VIII, acuñando encima con cuños de Ferdinando I.
    2 punti
  12. Un aspetto ancora da ricordare e che in prospettiva diventerà sempre più importante è il concetto di SQUADRA. In ogni ambito se c'è la squadra, unita, coesa, tesa a raggiungere obiettivi, che lavora e rema nella stessa direzione tutto è possibile e ogni risultato può essere raggiunto. E' così anche su Lamoneta, dove ci sono stati alcuni che hanno collaborato attivamente in sincronia si sono realizzate cose anche impensabili, a volte questa magica sinergia succede, a volte sempre più no. E forse bisogna ricercare questo collante, spesso dimenticato, sopito, @eracle62 parla anche di latitanza, dipende poi tutto da noi, che oltre a dei nick siamo degli uomini ....se lo troveremo o lo vorremo trovare nel segno della condivisione, confronto, anche amicizia tutto sarà possibile, ma tutto questo nel prossimo futuro sarà decisamente indispensabile e necessario.
    2 punti
  13. Le rosette nell'esergo a destra e sinistra del segno dello zecchiere sono solo degli ornamenti. Infatti le ritroviamo in moltissimi cavalli di zecche differenti, al posto delle stelle possono esserci anche altri motivi ornamentali come delle stelle. Un esempio di stelle in esergo in foto.
    2 punti
  14. Le lettere che si vedono sono + MARC ... Gotiche. Marcvs? Marchio? Potrebbe non esser veneziana.
    2 punti
  15. allego immagini del tipo con FIDELIS AMATRIX e scudetto della città, la zecca di Amatrice rientra tra quelle del regno di Napoli, fino al 1927 faceva parte dell'Abruzzo e della provincia dell'Aquila, per poi passare alla provincia di Rieti nel Lazio, i cavalli battuti dopo il 1486 , su permesso di re Ferdinando I d'Aragona 1458-1494, proprio per premiare la fedeltà della città agli aragonesi durante la congiura dei baroni 1485-1486, note varianti con o senza stemma e legende del R equitas regni o fidelis Amatrix, i cavalli con equitas regni e solo sigla M in esergo sono ritenuti da alcuni studiosi (anche da me) come coniati a Napoli, spero che Amatrice come altre città colpite dal sisma possano presto rinascere
    2 punti
  16. L'Austria dal 2016 al 2019 emetterà 12 monete da 3 euro dedicate agli animali: http://collezionieuro.altervista.org/blog/austria-serie-monete-3-euro-dedicata-agli-animali-dal-2016-al-2019/
    1 punto
  17. Buongiorno, volevo mostrarvi questo mio acquisto domenicale che va a riempire un altra casella della mia collezione di monete di tutti quegli stati e staterelli che sono sorti prima della nascita del Regno; qui posto un 3 centesimi 1806 del Principato di Lucca e Piombino; la conservazione è modesta e la moneta ha fatto il suo corso, ma nel suo piccolo mantiene intatto il suo valore storico.
    1 punto
  18. Salve a tutti. Rovistanto in internet ho trovato sul sito del museo civico di Bologna alcune foto di monete romane, tra cui questo rarissimo aureo di Pompeo. Volevo solo segnalarla perché sul catalogo online http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I1/3 non c'è una foto a colori della prima variante. Buona serata a tutti.
    1 punto
  19. DE GREGE EPICURI 23 Leliani e 81 Marii, è pazzesco! Ma colpisce anche l'enorme numero di pezzi di Vittorino, più di 3200. Evidentemente, negli anni precedenti al 274, fra Gallia e Britannia i rapporti erano strettissimi, con grande circolazione di denaro. Però i Tetrici sono pochini, e le imitative pochissime. Ci sono da fare molte riflessioni. Bello il tuo IOVI STATORI!
    1 punto
  20. Buongiorno, pubblico questo 1/32 di birr per chiedervi se si tratta del km 10 o km 11 del world coins e una sua eventuale quotazione, grazie
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  21. Buongiorno a tutti. ho appena preso questo 5 soldi 1809 Milano e, come si vede chiaramente dalla foto, il 9 della data è ribattuto in maniera molto nitida sull'8 precedente. Non ho trovato riscontri in aste e nei cataloghi classici (Gigante, Montenegro ecc), che ne pensate?
    1 punto
  22. A grandezza naturale si colgono solo due dei quei puntini/colpi e considerando un pò l'aspetto generale e la patina da tempo non la trovo male... anzi mi è parsa subito Molto Bella! E poi diciamocelo: mi mancava e a 9 euro non potevo lasciarla lì da sola visto pure che è una Torino. Fosse stata Milano invece l'avrei lasciata dove stava. Saluti Simone
    1 punto
  23. Controlla l'allineamento girandola sul suo asse centrale E' una KM# 10 Se è a medaglia E' una KM#11 se è a moneta In entrambi i casi il valore comunque è pressappoco lo stesso, la moneta è in buone condizioni ma è piuttosto comune, direi 3/5 euro, a questo prezzo, e per le stesse condizioni, molte volte rimangono ugualmente invendute.
    1 punto
  24. Si potrebbe incominciare a vedere intanto chi viene e chi vuole fare una breve pausa lamonetiana con un panino o altro...
    1 punto
  25. Ringraziamo intanto chi partecipa attivamente, sarebbe bello anche sentire qualche racconto di chi la conosceva, di cosa abbiamo perso un po' tutti.... Purtroppo in questi casi le parole possono essere inutili ma anche raccontare una identità storica, umana persa può essere un non dimenticare che è giusto fare comunque...
    1 punto
  26. Infatti era una considerazione che facevo a te rivolta al prezzo di catalogo...abbiamo libertà di parola e ciò sto facendo...
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  27. Credo stia per Regium Lepidi, ovvero Reggio Emilia, di sicuro te la trovano. al dr (la seconda foto) mi pare di vedere un busto estense
    1 punto
  28. Eeee vabbé allora Che ne dite se facciamo un "gruppo d'acquisto"? Mi metto in coda anch'io @ak72 con relativo contributo ...... ti spiace? Grazie luciano
    1 punto
  29. andre, allora senza che lo prendo anche all'ANS, mi gireresti il pdf anche a me poi? ovviamente contribuirò anche io! Fabrizio invece stasera scrivo a David per gli altri due che mi hai segnalato. direi comunque di lasciare libera la discussione, per queste nostre comunicazioni possiamo usare gli mp ciao ciao
    1 punto
  30. Tenendo conto che il forum siamo noi, mi par d'uopo che agevoli tutti il tenere alto l'interesse, confrontarsi proponendosi, allacciare nuove amicizie, ricercare insieme, una penisola cosi ampia e ricca di appassionati ne avrebbe da raccontare come d'altronde succede ancora. Sarebbe auspicabile per il futuro di questa piattaforma, che vedo ultimamente sonnolenta, darci una sferzata di ottimismo e volontà, farebbe bene a tutti, insomma andiamo.. Si caro Mario, tutto è possibile come dici tu, è accaduto l'inimmaginabile, la magia di questo forum evidentemente diventa panacea... Eros
    1 punto
  31. Buona giornata a tutti gli amici ed appassionati della Dominante. Oggi è arrivato il bel lotto, comprendente 2 Andrea Contarini (uno con iniziale del massaro e l'altro con stella ed iniziale del massaro) un Marco Cornar, un denaro ungherese di Ladislao e ben 2 (dicasi 2) soldini falsi (e già di per se' un evento) che sono la parte più interessante.
    1 punto
  32. Tutto molto interessante, incominciamo a saperne, almeno io, qualcosa di più, certamente Lamoneta è un forum di numismatica ma anche storia, penso che altro ci possa essere ancora anche se a grandi linee qualche informazione e moneta le abbiamo date e viste... Ma oggi è poi il giorno della Preghiera, del raccoglimento, del Segno della croce....mi piace inserire questa veduta del Corso centrale col campanile e sullo sfondo quelle montagne che belle sono, ma anche minacciose a questo punto...
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  33. Un'altra zecca che coniava cavalli per Ferrante era Sulmona, con un bellissimo esemplare R5 passato pochi giorni fa all'asta.
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  34. grazie nerone, ok continuiamo qui, chiedo ai curatori di cancellare il mio post nell'altra discussione.
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  35. @dabbene i cavalli incerti sono quelli con legenda equitas regni e sigla M dello zecchiere Miroballo in esergo , come quello del tuo post 4
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  36. Su quella M ci sono state molte discussioni in merito, anche nel forum. Secondo la gran parte degli studiosi, dopo aver raffrontato il diverso stile dei conii, questi tipi monetali sono stati coniati ad Amatrice ma altri sostengono che sono della zecca di Napoli, come il nostro amico @santone
    1 punto
  37. Per completezza riprendo questa discussione che cominciai quasi un anno fa. Si tratta di GIULIA PAOLA e non Giulia Domna com precedentemente ipotizzato. La zecca è SIDE. D: IOVΛ·KOP·ΠAVΛA CEB Busto drappeggiato e diademato a sinistra R: CIΔHTΩN Atena e l'imperatore Elagabalo si stringono la mano sopra un altare con fiamma. https://www.acsearch.info/search.html?id=164011
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  38. Carissimi, mi è capitato ieri di leggere un articolo sui monogrammi.... di base interessante, e ve lo segnalo. https://www.academia.edu/28000506/A_Misunderstood_Monogram_Ricimer_or_Severus è interessante la lettura generale sui monogrammi, e può essere utile a molti la conclusione sul monogramma Ricimero/Libio Severo mi trova su posizioni molto distanti, e non concordo con le conclusioni dell'autore, non solo in termini epigrafici, ma anche riferendomi alle altre informazioni numismatiche di cui oggi siamo a conoscenza (anche nel 2002) e che l'autore ha ignorato quali: - Roma e il potere di Ricimero in accordo con il Senato - Libio Severo e Roma...distanze fisiche e distanze politiche - presenza del monogramma su monete di Valentiniano III, Leone e Antemio....e vari riusi su monete più antiche - etc l'analisi puramente epigrafica rischia in questo caso di falsare e oscurare numerose altre informazioni di grande importanza... tuttavia ci tenevo a segnalarvi l'articolo perché ha buoni spunti, e ci tenevo a sottolineare quanto io sia distante dalle conclusioni di Woods... saluti Alain
    1 punto
  39. Bisogna stare attenti all'assioma pezzo unico = pezzo dubbio o falso. Sicuramente bisogna stare sempre molto attenti davanti a un pezzo unico, soprattitto se privo di contesto archeologico. Che sia poi noto fin dall'Ottocento non è garanzia di autenticità. Anzi in quel secolo furono attivi diversi falsari, alcuni molto valenti e con esemplari coniati e non solo fusi. Ma esistono anche molte ragioni per cui non sono più comparsi nel frattempo nuovi esemplari. Una emissione potrebbe essere molto limitata fin dall'origine e quindi essere sopravvissuto fino ad oggi un solo esemplare. Neppure io ho mai sentito parlare dell'esistenza di altri esemplari del famoso tetradramma di Aitna, a parte i vari falsi moderni, che sono tutti di fattura ben lontana dal pezzo esistente a Bruxelles. Il curatore di Bruxelles, De Callatay, mi ha accennato che periodicamente salta fuori uno che sostiene la sua non autenticità, ma è da almeno trent'anni che sta ancora aspettando una valida e argomentata motivazione. Lui è certo della sua autenticità, anche se la sua ovviamente resta sempre una opinione, anche se molto qualificata. Poi è veramente difficile immaginare un falsario così bravo, anche se potrebbe starci lo zampino del famoso orefice e antiquario Alessandro Castellani, che era poi quello che lo vendette al Barone Lucien De Hirsch, sembra dopo averlo preso sulla piazza di Londra dalla collezione che gli eredi Verga avevano colà portato. Ma Castellani pare che non avesse competenze per fare false monete antiche siceliote, mentre non disdegnava di falsificare gioielli e oggetti soprattutto etruschi. Castellani: orafi italiani (1827-1909) Fortunato Pio (1794 – 1865) nel 1814 aprì un proprio laboratorio a Roma specializzato nella creazione di gioielli imitanti quelli antichi che venivano alla luce nelle necropoli dell’Etruria e negli scavi di Pompei ed Ercolano. Il sodalizio col duca Michelangelo Caetani, cultore di belle arti e disegnatore egli stesso di gioielli, permise a Fortunato Castellani di divenire in breve l’orafo delle più illustri famiglie aristocratiche romane ed europee.I figli Augusto e Alessandro continuarono l’attivita; il figlio Guglielmo, invece, si dedicò alla ceramica. La parte creativa fu affidata ad Alessandro e a Michelangelo Caetani, mentre Augusto si interessò soprattutto degli aspetti economici. Nel 1859 i Castellani si dedicarono per cinque mesi al restauro e alla catalogazione della Collezione Campana; ebbero l’opportunità pertanto di perfezionare le loro osservazioni sulla tecnica della granulazione e della filigrana e di giungere ad un accettabile livello di riproduzione.Nella seconda metà del XIX secolo le oreficerie Castellani conquistarono un ruolo di primo piano nel mercato europeo. Alessandro, che era riparato in Francia per motivi politici nel 1860, aprì con grande successo nuove sedi anche a Parigi e a Napoli, nelle quali si commerciavano antichità, soprattutto etrusche. Fra i clienti si annoveravano anche Napoleone III, il Museo del Louvre e il British Museum diretto da Newton. Analisi chimiche recenti su alcuni reperti antiquari venduti dai Castellani, al museo di Berlino, hanno permesso di stabilire che Alessandro Castellani talora ha venduto anche dei reperti falsi.Morto Alessandro (1883) dal temperamento avventuroso, gioventù patriottica e progressista per cui fu anche arrestato, il fratello Augusto trasformò la bottega in una specie di museo privato. L’attività continuò ancora con i nipoti Alfredo e Torquato, figli rispettivamente di Augusto e di Alessandro; il primo fu orafo, il secondo ceramista. La morte di costoro, avvenuta negli anni trenta del novecento, rappresentò la fine dell’attività.I Castellani hanno conservato e donato allo stato italiano i gioielli da loro creati nel corso della loro attività centenaria e rimasti in loro possesso. Ora esposti nel Museo nazionale di Villa Giulia. Augusto, che aveva donato al Museo Capitolino e al Museo artistico-industriale di Roma una grande collezione di pezzi rari, lasciò alla sua morte al figlio Alfredo la sua collezione di vasi greci, italioti ed etruschi, di bronzi, di avori, gioielli e monete. Alfredo, ultimo discendente maschio dei Castellani, donò la quasi totalità della collezione allo Stato italiano con due sole eccezioni: una coperta di evangeliario in oro, zaffiri, perle e avorio, e una corona votiva in oro, perle e rubini lasciate, per volontà testamentarie, alla Basilica di San Pietro in Vaticano ove sono esposte presso il Museo del Tesoro della Basilica. Noto che il parere di Gionnysicily, apparso poco prima di me, coincide con la mia opinione personale.
    1 punto
  40. Come sempre.... rispettoso delle opinioni altrui, leggendo i vari messaggi sul dilemma che in tanti si continuano a porre sul tetradramma di Aitna ........e o non è genuino ? . Tutto nasce dall'essere unico , come e successo per il tetradramma arcaico di Syra con il sileno di faccia, o come il tatradramma di Segesta Pure di faccia nella vendita Moretti, o come ancora un tetradramma di Aitna sempre della coll. Moretti , con Atena su quadriga . Purtroppo essere unici fa sempre diffidare collezionisti, commercianti , studiosi tutte le volte che esce fuori in unicum , Nel caso del Tetradramma di Aitna, sarebbe opportuno osservarlo da foto in HD e usando la logica , si può percepire se la moneta e genuina o e dubbiosa. Nel caso del Sileno di Aitna , per via della alta conservazione , che qualcuno alita sospetto di autenticità . Personalmente la ritengo più che genuina e si possono commentare le varie opinioni . UNICAMENTE STUPENDA. Scaricatela e studiate i dettagli , i bordi, la barba, l'occhio, lo scarabeo, l'etnico , il perlinato e poi rivedetelo acora questo dritto e poi ancora , fino a ché capirete perché e genuina.
    1 punto
  41. Come ha detto @dabbene sono stati coniati 4 tipi di cavallo sotto Ferdinando d'Aragona e altri sotto Federico III. Posto qui sotto 2 cavalli, uno con lo stemma della città tristemente famosa in questi giorni con la M, segno del zecchiere Miroballo, ed un altro con solo il segno distintivo dello zecchiere. Speriamo che questa discussione possa riscuotere successo per promuovere questa cittadina che un tempo fu molto importante nella storia d'Italia. Matteo
    1 punto
  42. Ciao! E' vero, l'iconografia è molto simile a quella della Lira Tron. Circa l'eventualità che si tratti di un peso riferibile alla 1/2 Lira, anche se il peso è giusto al centesimo, lo ritengo improbabile, perché della 1/2 Lira se ne conosce un unico esemplare facente parte della collezione del Papadopoli. La coniazione della 1/2 Lira venne deliberata 16 giorni prima della morte del doge, quindi tutto fu sospeso e non si sa se e quanti pezzi vennero battuti; forse quello presente nella collezione del Papadopoli è solo una prova! saluti luciano
    1 punto
  43. E si, ci manca Cronaca Numismatica! E si sente anche la mancanza di Mario Traina...tra pochi giorni saranno 6 anni che ci ha lasciati!
    1 punto
  44. 2 Lire 1860 Firenze Vittorio Emanuele II Falso d'epoca piuttosto raro
    1 punto
  45. Si è l'ulitimo numero purtroppo, quelleo del Marzo 2011 dove si festeggiava l'Unità d'italia e dopo quello èiù nulla. Devo dire che mi manca Cronaca Numismatica, 112 pagine tutte dedicate alle monete e non solo, le sue rubriche e la posta, insomma ancora dopo 5 anni manca un vero sostituto di quella rivista che accompagnava ogni mese con i suoi articoli.
    1 punto
  46. No he leido dotos los posts que se han escrito en este apartado, pero quisiera aportar algún comentario. Debo decir que también en el periodo catalanoaragonese hubo una importante falsificación de moneda en plata y cobre. Prueba de ello son relatos históricos como el proceso a Francesc Sunyer (Francesco Senier) por falsificar carlini o la emisión de cavalli o tornese... como explico en mi libro. Quisiera mostrar algunos de ellos.
    1 punto
  47. 21-22 ottobre, presso il Centro Espositivo in via Paolo Canali 1
    1 punto
  48. Ciao @@eliodoro e grazie del commento, ti confermo che la moneta, perlomeno ai miei occhi, appare assolutamente autentica: stilisticamente perfettamente coerente, con lente a 10x presenta evidenti segni di coniazione, il bordo non mostra tracce di codoli e/o successive lavorazioni e una delle screpolature appare incompatibile con una fusione (creerebbe un sottosquadro). Inoltre il denario presenta una bella patina grigia, gradevole e credibile.
    1 punto
  49. Quando pensiamo alle officine monetarie dell'antichità classica, siamo portati ad immaginare delle strutture ben definite ed organizzate, espressione e strumento di un'autorità politica ben definita, ben localizzate geograficamente. Certo, per quest'ultimo aspetto, con le dovute eccezioni: nel caso in cui campagne militari portino il fabbisogno di moneta lontano dal centro di emissione e problematiche di carattere logistico facciano si' che sia più conveniente la produzione in loco (con officine monetarie mobili al seguito degli eserciti o con l'appalto di produzione monetaria a zecche locali) o nel caso in cui il potere politico sia frammentato e "mobile", come in occasione delle guerre civili. Ben conosciamo inoltre il fenomeno che, in Magna Grecia ed altrove, faceva si' che incisori prestigiosi migrassero da una polis all'altra, per offrire i propri servigi di altissimo livello artistico (e quindi lustro) alla zecca locale. Sulla base di tali dinamiche, caratteristiche delle monetazioni magnogreche, puniche e romano-repubblicane, siamo istintivamente portati a pensare che il funzionamento delle officine monetarie, la loro eventuale mobilità e la relazione con l'autorità emittente, fosse più o meno generalizzata anche in contesti contemporanei più marginali che dal mondo classico mediterraneo avevano mutuato il concetto stesso di moneta, quale ad esempio quello celtico. Utilizzando chiavi interpretative "classiche", in passato si é avuta qualche difficoltà a leggere alcuni fenomeni caratteristici di tali monetazioni, quali ad esempio le (rare) condivisioni di coni nell'ambito di emissioni di popoli diversi, oppure l'identità a livello di struttura formale delle impronte caratteristiche di monetazioni diverse, in cui la struttura del disegno rimane la stessa e cio' che cambia sono alcuni elementi della rappresentazione (quale ad esempio quello che puo' essere considerato il "simbolo" dell'autorità emittente, l'animale totemico, con cinghiali, orsi e lupi che si contendono lo spazio centrale in tondelli per tutto il resto formalmente identici). Il rompicapo dato da tali caratteristiche "unitarie" di monetazioni chiaramente afferenti a tribu' celtiche diverse, in passato ha fatto si é che si proponessero ipotesi interpretative secondo le quali tali emissioni fossero realizzate centralmente da ateliers monetari federali, mutualizzati tra le diverse tribù. Certo é che se cosi' fosse dovremmo presupporre un livello di organizzazione politica che, se ben puo' adattarsi ad alcune realtà storiche del mondo mediterraneo, trova qualche difficoltà ad essere applicato al mondo celtico, quanto meno per come lo conosciamo. Un interessante articolo di Michel Feugère (di cui riporto il link in fondo al post) getta forse una luce su questi fenomeni, dandoci nel contempo gli elementi di base per una diversa chiave interpretativa, questa volta non basata su un metro "classico", ma su dinamiche locali di cui emerge evidenza archeologica. L'articolo é in francese, per cui ne riporto per sommi capi i contenuti. Tratta del ritrovamento nel Lot (Francia sud-occidentale) di un deposito di utensili appartenenti ad un atelier monetario: tre coni di martello, un conio di incudine, la testa di una mazza in ferro, alcuni parallelepipedi in ferro recanti coppelle ed una sorta di scalpello a punta piatta. Il deposito era originariamente nascosto sotto delle lastre di pietra, in una zona non urbanizzata, nel territorio dei Cadurci, ma a poche centinaia di metri dal corso d'acqua che costituiva il confine tra il territorio dei Cadurci e quello dei Lemovici. Le impronte dei conii si riferiscono a monete attribuite ai Lemovici. Al di là degli interessanti elementi di ordine numismatico e tecnologico offerti dal ritrovamento, uno spunto di riflessione più generale si impone. Riporto, tradotta, la considerazione finale dell'articolo: "L'area geografica della scoperta interroga al tempo stesso il numismatico e lo storico: sebbene si sia osservato spesso che i conii monetari si ritrovano più o meno lontano dalla regione dove si pensa che sono stati utilizzati, il ritrovamento di Comiac, effettuato giusto al passaggio della frontiera, ma all'esterno del territorio dei Lemovici, ci parla probabilmente dello statuto degli artigiani monetari: artigiani itineranti, non ne dubitiamo, che potevano mettere la loro abilità al servizio di diversi emittenti di cui riproducevano allora i simboli politici e religiosi. Ma se gli uomini viaggiavano, i conii non avevano utilità all'esterno del relativo territorio. Forse é proprio per questo, per mettere da parte un'attrezzatura destinata alle emissioni lemovicie, che questo deposito è stato nascosto precisamente in territorio cadurco. L'artigiano che doveva ricuperarlo, il giorno in cui l'emittente lemovicio gli avesse passato un nuovo ordine di monete, non è potuto ritornare a recuperare il suo bene. Sono queste circostanze impreviste che ci consentono di trovare oggi, a Comiac, un insieme tanto eccezionale." Aggiungo qualche considerazione personale. Innanzitutto l'eccezionalità del ritrovamento si riferisce soprattutto alla sua localizzazione in un'area di confine tra due tribu': i ritrovamenti di conii in Gallia transalpina non sono infrequenti e sono quasi sempre caratterizzati dal fatto di collocarsi in aree rurali, lontane dagli insediamenti, ed al di fuori dei territori di emissione delle monete che ai conii stessi si riferiscono. Altri ritrovamenti di materiali di "officina", con caratteristiche simili a quelle di Comiac, sono conosciuti, per quanto non ancora pubblicati. La figura dell'artigiano itinerante, che si sposta con tutto il suo armamentario (per poter effettivamente coniare gli manca solo la forgia, che puo' facilmente trovare in ogni oppidum), se distante dalle esperienze della civiltà classica fa venire immediatamente alla mente alcuni tradizioni protostoriche, quali ad esempio quella che vedeva, nella cultura terramaricola, gli artigiani fonditori muoversi lungo gli itinerari della Val Padana, per fornire i propri servigi (la produzione di utensili in bronzo) di villaggio in villaggio. Che il ritrovamento di Comiac, con annessi e connessi, possa fornire qualche chiave di lettura anche per i fenomeni monetari celtici "nostrani"? http://www.academia.edu/1174931/Le_depot_de_coins_monetaires_gaulois_de_Comiac_Lot_DT_3416_et_3425
    1 punto
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