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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/25/16 in tutte le aree
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Caro Mario, penso che bisognerebbe insistere nel proporre iniziative all'interno del forum e non. L'ambiente soffre da tempo di apatica letargia, non vi è miglior aiuto che raccontare e esser presenti. l'individuo ha bisogno di continui stimoli e sollecitazioni, anche i silenzi pagano... Abbiamo scritto pagine importanti, tutti quanti hanno donato alla Numismatica un po di se, tutto ciò ha contribuito a tenere a galla un ambiente che vacillò in diversi momenti... Sono convinto che il lavoro alla lunga paghi sempre, mi piacerebbe molto essere ancora una volta l'input per molti amici che leggono e che magari vorrebbero nuovamente camminare insieme... Iniziative in programma ve ne sono parecchie, forse bisogna crederci e avere ancora voglia di ritornare a divertirsi, e di sognare... Eros4 punti
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We are seeing and listening to reports on the Italian earthquake some 5,000 miles away, here in the middle of the U.S. But distance disappears at times like these—our neighbors have been hurt. So here’s hoping…. v.3 punti
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Anche se i piccoli difetti sono più evidenziati, meglio vederla così, nelle varie... "pose" stupenda2 punti
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Pur non essendo un "quartosecolista" a mio avviso si tratta di una emissione ufficiale di Treveri, in effetti. Viene in soccorso il testo "La lupa romana nei nummi costantiniani" dell'amico @antvwaIa (che approfitto per salutare) del quale ho estratto alcuni stralci, sebbene incentrata sugli VRBS ROMA. Intanto per le dimensioni si trova una diacronia temporale tra i 19 e i 13 mm di diametro: Poi per il discorso "mule"/imitative: IMHO, resto sempre dell'avviso di far rientrare l'esemplare proposto tra le imitative (per lo stile generale e le caratteristiche della legenda) o, al limite, tra i "prodotti da zecchieri non ufficiali" di cui alla nota sopra. Ciao Illyricum2 punti
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Ringrazio di cuore Reficul per l'ottimo esercizio. Desidero richiamare l'attenzione sul particolare dettaglio entro circolo, tenendo presente che la figura speculare del punzone moderno non rende l'idea che dopo il conio si ottiene un incavo sul tondello. Questo dettaglio permette una stretta connessione tra il punzone e la moneta passata in asta. Resta difficile stabilire se la moneta è realmente prodotta dal punzone, oppure era il prototipo per ricavare il punzone. Cammarata aveva tutto l'interesse a distogliere l'attenzioe dai falsari siculi a quelli bulgari.... E' possibile che i bulgari abbiano prodotto qualche copia, specie delle emissioni più rare, ma il grosso dei falsi di monete siceliote è stato prodotto nella nostra isola, ove operano diversi falsari. Oltre all'Ogliolaro di Centuripe, che ha prodotto, per sua stessa ammissione, circa 20.000 punzoni in tutta la sua carriera più che trentennale, ci sono falsari a Paternò (la famosa "scuola paternese") e altrove.... Una grande rovina per la numismatica!2 punti
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L'epigrafia romana mi ha sempre affascinato, pervasa di storia ma anche di sentimenti (affetti, orgoglio personale, orgoglio famigliare)...sono telegrammi dall'antichità che, come hai molto sensibilmente notato, ci mettono in contatto con persone "comuni" (non i "soliti" imperatori, divinità, generalissimi ecc.ecc.)2 punti
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non dimentichiamo poi la famigerata moneta Grimani, di quarant'anni dopo, dove lo stemma della famiglia compariva bello in evidenza. altra "deroga" all'autoritarismo di alcuni Veneziani in Candia? Probabilmente non lo sapremo mai, ma forse la circolazione di certi sesini autenticati in un certo modo da alcuni personaggi di spicco veneziani nei primi anni del '600 non pare essere così inverosimile. Il controllo sul numerale circolante a Creta e nel levante in genere forse avrebbe potuto consentire, per brevi periodi, una sorta di permesso ad emettere o meglio contromarcare o ribattere (v. la Grimani sui 10 tornesi) con qualche simbolo che potesse riferirsi alla propria identità di Capitano o altro. Le cavalline, le grimani e anche le fides publica sono state in gran parte poi rifuse, così come la maggior parte dei sesini contromarcati in modo forse fraudolento da nobilotti persi nell'Egeo lontani da casa.2 punti
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Buongiorno Afranio, ecco un elenco di pubblicazioni interessanti e dettagliate, qualcuna ti già stata consigliata.....dagli uno sguardo: AA.VV. Bollettino di numismatica. Monografia. Parti I: LE MONETE ISPANICHE NELLE COLLEZIONI ITALIANE, IPZS 1986. Bollettino di numismatica. Monografia. Parti II: LE MONETE ISPANICHE NELLE COLLEZIONI ITALIANE, IPZS 1986. AA.VV. Bollettino di numismatica. Monografia. MONETE PUNICHE NELLE COLLEZIONI ITALIANE, parte I, IPZS 1991. Bollettino di numismatica. Monografia. MONETE PUNICHE NELLE COLLEZIONI ITALIANE, parte III, IPZS 2002. AA.VV. Bollettino di numismatica. Monografia. MONETE PUNICHE. REPERTORIO EPIGRAFICO E NUMISMATICO, IPZS 1997. ACQUARO ENRICO LE MONETE PUNICHE DEL MUSEO NAZIONALE DI CAGLIARI Catalogo, 1974, Consiglio nazionale delle ricerche, Roma. LA MONETAZIONE PUNICA, civiche raccolte numismatiche, Milano 1979. MONETE CARTAGINESI NEL MUSEO ARCHEOLOGICO, Bologna 1980 ACQUARO E. - L.I. MANFREDI – A. TUSA CUTRONI LEMONETE PUNICHE IN ITALIA, Roma 1991, ed. IPZS. ACQUARO E. & PERNIGOTTI S. STUDI DI EGITTOLOGIA E DI ANTICHITA' PUNICHE, n°10 1992, Università degli Studi di Bologna, ed. Giardini, Pisa. FORTELEONI LORENZO LE EMISSIONI MONETALI DELLA SARDEGNA PUNICA, Sassari 1961, ed. Gallizzi. RICONIAZIONI ROMANE DI MONETE PUNICHE IN SARDEGNA, estratto da Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica vol. 18-19 Roma 1971-1972, Napoli 1974. GUIDO FRANCESCO LE MONETE PUNICHE DELLA COLLEZIONE L. FORTELEONI, Sassari 1977, ed. Poddighe OZIERI – Museo Civico – MONETE GRECHE E PUNICHE, volume I, Milano 1997, ed. ennerre. IL MUSEO CIVICO “G. A. SANNA” GABINETTO NUMISMATICO, Sassari 1999, ed. Betagamma. Edizione in lingua Spagnola. NUOVE MONETE DALLA SARDEGNA: VENTI SECOLI DI STORIA, parte I, monete puniche, romane repubblicane ed imperiali, Milano 2000, ed. ennerre PIRAS ENRICO LE MONETE SARDO PUNICHE, TORINO 1993, ed. Montenegro. LE MONETE DELLA SARDEGNA DAL IV SECOLO A.C. AL 1842, Sassari 1996, ed. Banco di Sardegna. LA COLLEZIONE NUMISMATICA DELLA BANCA DI SASSARI, Sassari 2013, ed. Carlo Delfino.2 punti
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3.77 grammi d'argento commoventi. Mentre questo dicevano tra loro, un cane che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie. Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo egli stesso allevò e mai poté godere nelle cacce, perchè assai presto partì l'eroe per la sacra Ilio. Già contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone, giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli che presso le porte della reggia era raccolto, fin quando i servi lo portavano sui campi a fecondare il vasto podere di Odisseo. E là Argo giaceva tutto pieno di zecche. E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agitò la coda e lasciò ricadere la orecchie; ma ora non poteva accostarsi di più al suo padrone. E Odisseo volse altrove lo sguardo e s'asciugò una lacrima senza farsi vedere da Euméo; e poi così diceva: " Certo è strano , Euméo, che un cane come questo si lasci abbandonato sul letame. Bello è di forme; ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce nella corsa, o non era che un cane da convito, di quelli che i padroni allevano solo per il fasto ". E a lui, così rispondevi, Euméo, guardiano di porci: " Questo è il cane d'un uomo che morì lontano. Se ora fosse di forme e di bravura come, partendo per Troia, lo lasciò Odisseo, lo vedresti con meraviglia così veloce e forte. Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva quando la cacciava, seguendone abile le orme. Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria è morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti, non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi senza il comando dei padroni, poi che Zeus che vede ogni cosa, leva a un uomo metà del suo valore, se il giorno della schiavitù lo coglie ". Così disse, ed entrò nella reggia incontro ai proci. E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni, ecco, fu preso dal Fato della nera morte.1 punto
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Salve a tutti ! Vi mostro un mio recente acquisto fatto a Londra durante le vacanze . Per chi non conosce la monetazione medievale inglese , si tratta di un Farthing ( quarto di penny ) coniato sotto il regno di Edoardo II ( 1307 - 1327 ) presso la zecca di Londra . Peso: 0.41g Personalmente l'ho classificato come Lord Stewartby Xq2 ... coniato probabilmente durante i primi anni del regno di Edoardo II , 1310-11 circa ... Spero che sia di vostro gradimento1 punto
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Una simpatica new entry dell'altro giorno. Stavolta un bel ducato di Ferdinando I d'Aragona coniato a Napoli in periodo "giovanile", peso gr. 3,51. Io penso sia stato coniato verso il 1462-1465 se si considerano i due tipi precedenti napoletani. Siete d'accordo?1 punto
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Ciao, in effetti figure stanti a destra con cornucopia non ne escono. Quindi: Se la legenda del dritto termina in BR(IT) e non è presente la F di F(ELIX) dovrebbe essere collocato attorno al 184 d.C. perchè dal 185 vi è la F, per l'appunto. Verifica quindi sul RIC se vi sono emissioni di assi calzanti a partire dal 184 e se combina la legenda del diritto (ovvero che sia corretta la lettura - la moneta non è leggibilissima almeno da foto). Ciao Illyricum1 punto
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Colte volte , anzi quasi sempre , si parla nei post di uomini importanti , quelli che “fecero la storia” o influenzarono il corso della storia antica o recente . Per rendere omaggio anche agli uomini qualunque , quelli che subirono i potenti ma che nello stesso tempo usufruirono delle opportunita’ che la loro epoca offriva e che senza la loro umile manovalanza nulla si sarebbe potuto realizzare , ecco un esempio di un “uomo qualunque” ; questo uomo pur non avendo avuto voce in capitolo nelle decisioni di governo , seppe comunque raggiungere una posizione sociale di tutto rispetto . La testimonianza lapidea di un’ Ara che parla di una vita vissuta di un uomo comune , un Centurione dei vigili e urbano , conservata nel giardino del Museo delle Terme a Roma . Q. AULLIO P.F. COR CAMERTI >COH. III VIG. >COH. XIII URB. EGLOGE. LIB. PATRONO BENE MERENTI FECIT Questa Ara ci racconta sinteticamente la carriera di Quinto Aullio Cuore , figlio di Publio , appartenente al popolo italico dei Camerti , antico popolo che fu presente sul versante adriatico dell' Appennino centrale ; fu Centurione della Terza Coorte dei Vigili e Centurione della Tredicesima Coorte Urbana . L’ Ara funebre gli fu dedicata dalla liberta o liberto Egloge in riconoscenza dei tanti benefici ricevuti dal suo Patrono . Questo e’ quanto la legenda ci racconta in modo sintetico della vita di questo antico uomo romano . Vediamo ora la carriera che percorse Quinto Aullio . Le Cohortes Vigilum erano come gli odierni vigili del fuoco ed operavano all' interno della capitale ; questi corpi furono creati nel 6 d.C. da Augusto ed erano strutturati su sette Coorti suddivise una ogni due Regiones in cui era divisa la capitale . L’ Imperatore Claudio aggiunge poi una Coorte a Ostia e una a Pozzuoli , due porti importantissimi per l' approvvigionamento annonario di Roma . Le Coortes erano comandate da un funzionario imperiale di rango equestre , un Praefectum Vigilum , seguivano i Tribuni di Coorte e i Centurioni provenienti dall' esercito , forse i meno adatti al comando sul campo , mentre i Vigili semplici erano essenzialmente liberti , questi ottenevano la cittadinanza romana dopo alcuni anni di servizio nel corpo . La caserma dell’ unita’ della Coorte III Vigilum , alla quale apparteneva il nostro Quinto Aullio , era situata proprio sul Viminale , quindi prossima alle Terme di Diocleziano e all’ attuale Museo , dove fu ritrovata l’ Ara che ho trattato . Le Cohortes Urbanae furono create nel 13 a.C. sempre da Augusto e svolgevano servizio di polizia all' interno di Roma , erano insomma a guardia dell' Urbe , mentre le Pretoriae erano a guardia dell' Imperatore . Il comando delle Coortes Urbanae era di competenza del Praefectus Urbs di estrazione civile , seguito da un Tribuno e da sei Centurioni ognuna , il numero degli Urbani vario’ nel tempo tra i 500 e i 1500 addetti , ma dal II secolo il controllo passa al Prefetto del Pretorio di estrazione militare . I Castra Urbana dal III secolo erano dislocati dove oggi si trova l' odierna Piazza di Spagna . Sotto Claudio furono costituite altre tre Coorti , la XIII alla quale appartenne il nostro Quinto Aullio , la XIV e la XV e infine la XVI . Le Coorti Urbanae erano costituite principalmente da soldati di origine Italica . Le Cohortes Urbanae , erano impiegate anche per rapidi interventi bellici in Italia , parteciparono a brevi campagne quali la rivolta del 21 d.C. a Lugdunum . Nel corso del IV secolo saranno pero' smilitarizzate . La Coortes XIII Urbana , quella di Quinto Aullio , fu anche a Lugdunum in Gallia di guardia alle miniere imperiali sotto Nerone . La Coorte XIII partecipa anche alle guerre daciche e germaniche di Domiziano e fu a Cartagine sotto i Flavi ; di nuovo a Lugdunum sotto Commodo . La XIII Coorte viene sciolta nel 197 da Settimio Severo , per aver appoggiato il suo rivale al trono Clodio Albino ; quindi la vita di Quinto Aullio e l’ Ara e’ di eta’ precedente al 197 .1 punto
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Incuriosito avevo letto tempo fa qualcosa al riguardo, sul "perchè" a quanto pare non vi è alcuna certezza, anche gli specialisti di questa monetazione esprimono solamente delle ipotesi. Dagli aspetti puramente religiosi tipo: devozione al Sacro Cuore di Gesù, offerte votive a Gesù od alla Vergine Maria (si pensa che gli esemplari trovati con dei fori servivano per cucirli sul manto della Vergine), si passa agli aspetti materiali tipo: tagliati appositamente per trattenere parte dei bordi realizzando così un taglio monetale più piccolo, non era una vera e propria tosatura perché non c'era nessun guadagno, a quel tempo questi cuori erano già accettati secondo il peso dell'argento contenuto. O più semplicemente come ostentazione, in buona sostanza, appositamente tagliati e forati, per essere indossati come gioielli.1 punto
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Concordo pienamente con @petronius arbiter sono veramente rare le occasioni dove vengono segnalati in anticipo gli espositori; a meno che si tratta di grandi occasioni come Verona dove ci sono quasi tutti. Quindi io di solito faccio un giro di telefonate o mail dei professionisti che conosco per sapere se saranno presenti.1 punto
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Sbagliato. C'è di tutto, almeno in teoria, poi dipende naturalmente dalla specializzazione degli operatori presenti, ma questi, chissà perché, non si riesce mai a sapere prima chi sono (intendo, non viene mai pubblicata una lista completa, e questo vale per tutti i convegni, o quasi). petronius1 punto
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Concordo:: Edoardo III (1327-1377) Florin Coinage (1344-1351), l'argento di Londra soldo. Dritto: "EDWARDVS REX".Reverse: "CIVITAS LONDON https://finds.org.uk/medievalcoins/types/type/id/18761 punto
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Taglio: 2€ CC Nazione: Slovenia Anno: 2015 Tiratura: 980.000 Condizioni: SPL Città: Bibione (Ve)1 punto
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Ottimo acquisto , vedrai che rimarrai soddisfatto perché oltre che essere un testo di epigrafia scritto da un Professore , e' al tempo stesso un manuale , cioe' un libro scritto in modo tale che anche un non professionista possa apprendere i rudimenti di questa non semplice materia . Se deciderai di visitare il Museo delle Terme a Roma , che oltre a tante meraviglie contiene anche la piu' imponente collezione epigrafica del mondo , il consiglio che posso darti e' quello di portare con te , in fotocopia , l' Appendice I , che troverai da pagina 269 a pagina 281 , contiene le sigle e le abbreviazioni di uso comune presenti in epigrafia ; ti aiutera' , se ne avrai tempo e voglia , a capire il significato occulto di molte scritture . Nella ricca biblioteca nel Museo troverai in vendita anche un libro : Terme di Diocleziano La collezione epigrafica , di quasi 800 pagine che contiene tutte le epigrafi , con foto e traduzione , presenti nel Museo . Ciao Claudio1 punto
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Quando scrive Eros di notte e poi così bene vuol dire che c'è un motivo o più motivi di scrivere....se no non scriverebbe .... Un grande post che so che ti costa ma l'hai fatto perché ci voleva per destare gli animi sopiti, incerti, silenti.... Non deve essere un monologo questo, è una discussione per tutti, si parla di noi, del forum, del valore e del piacere di esserci, di partecipare, di essere parte attiva... Ci sono tanti spunti in quest'ultimo post....ne prendo qualcuno la VOGLIA DI SOGNARE, di DIVERTIRSI anche INSIEME, fondamentale ma c'è ancora ? spero di si.... Lamoneta ha una GRANDE STORIA, grandi risultati, abbiamo raggiunto 40.000 utenti ma poi il forum va vissuto, partecipato, se tutti avessero solo letto la grande storia non ci sarebbe stata e la storia l'ha fatta un numero importante, ma ristretto, non certo gli importanti 40.000 utenti registrati... STIMOLI, SOLLECITAZIONI....grandi o piccoli obiettivi da raggiungere, ce ne sono e ce ne saranno però gli obiettivi si raggiungono in gruppi, pensiamo a Parma... Ma per fare Parma ci sono voluti 9 mesi, intensi e impegnativi...in area dei GRUPPI nel Cordusio, stiamo da tempo facendo un esperimento, realizzare insieme in diretta un Evento importante per l'autunno/inverno, non so come sarà....sta nascendo e nascerà, la base sarà quella di vedere monete importanti, essendo impossibilitati a farlo a Milano al Castello in gruppo punteremo sul ricco Medagliere dell'Ambrosiana con altri ingredienti a cui stiamo pensando. Se volete divertirvi, partecipare leggete anche il Cordusio, vi assicuro che sarà bello vederlo nascere, vedere le difficoltà, le alternative, poterlo anche indirizzare, in fondo sarà merito un po' di tutti se nascerà.... Parlando di stimoli...questo è uno...ma ce ne sono...ce ne sono, ma poi bisogna proporli e cercare di realizzarli compiutamente....1 punto
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Verissimo quanto dici caro Eros, e pensiamo quante volte nel corso di questi anni il Forum è stato punto di partenza per la creazione ed organizzaIone di Eventi che molti volevano.... Antonio1 punto
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Potrebbe trattarsi di un esemplare come questo sesterzio della CNG 161 che corrisponde al Cohen 353. Commodus. AD 177-192. Æ Sestertius (29mm, 24.14 g). Rome mint. Struck AD 189. Laureate head right / Mars standing left, holding banch and reversed spear. RIC III 543. VF, green and black patina, smoothed.1 punto
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Già.. La condizione dei reperti dovrebbe bastare come risposta a tutti quelli che osteggiano il collezionismo privato perché "danneggia il patrimonio storico" @roth37, grazie per il link!1 punto
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Concordo sull'Alexandropoulos. ed una breve lettura sulla mia "Tanit" che ha un'ampia bibliografia ( http://roth37.it/COINS/Tanit/index.html )1 punto
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Ciao @volituripsetibiphoebus , infatti l' epigrafia , le legende delle monete , i testi classici e la testimonianza archeologica , sono elementi che ci permettono di fare con certezza un salto nel passato ; sono le nostre macchine del tempo . Se ti interessa l' epigrafia romana ti consiglio di leggere un ottimo testo , semplice ma completo : Manuale di epigrafia latina , del Prof. Alfredo Buonopane , della Carocci editore , euro 32,30 . Ti permette di entrare nel complesso sistema epigrafico romano .1 punto
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Lo scorso fine settimana il sabato stesso ho entrambi questi centesimi in circolazione. Il 2016 è il primo che ho visto — pennies rientrano generalmente dalla circolazione molto rapidamente, così ottenendo fin qui da Philadelphia è spesso difficile. Altri cento, il 1955d, è il primo cent di grano che ho visto per un po'. La cosa divertente è, per un millisecondo ho visto il "1955" e controllato automaticamente per la varietà di raddoppiato-die, naturalmente poi immediatamente visto la "D" e sapevo che era impossibile. Vecchie abitudini... v. --------------------------------------------------- Last weekend on the same Saturday I got both of these cents in circulation. The 2016 is the first I’ve seen—pennies generally fall out of circulation very quickly, so getting all the way here from Philadelphia is often kind of tough. The other cent, the 1955d, is the first Wheat cent I’ve seen for a while. Funny thing is, for one millisecond I saw the “1955” and automatically checked for the doubled-die variety, of course then immediately saw the “D” and knew it was impossible. Old habits…. v.1 punto
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Non ricordo di aver mai visto nulla del genere. Non saprei. Le imitazioni più orientali di denari che conosco normalmente sono abbastanza pedisseque. Qua sembra quasi di vedere alcuni processi di scomposizione che ricordano alcune imitazioni "estreme" dei tetra di Thasos (di cui esiste peraltro una quantità enorme di falsificazioni, spesso di fantasia) che sono di area più meridionale. Mi sembrerebbe comunque azzardato ipotizzare un aggancio, per ragioni storiche e numismatiche. Boh... Se é buona é ben strana...1 punto
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Salve, la Y corrisponde alla sigla dello zecchiere, ossia Diego de Ybarbouro. Nel verso, prima della sigla dello zecchiere, sempre sulla prima riga, è possibile intravedere anche il valore 1 (real), mentre sulla seconda riga una parte della legenda (PLV)S VLTR(A) e sulla terza in centro la cifra 715, ovvero la data 1715. Nel dritto, accanto alla croce di Gerusalemme con due castelli e due leoni, si vede nuovamente la sigla dello zecchiere Y e una piccola parte della legenda (PH)ILI(PPVS V D G HISPANIARVM REX). Cordialità1 punto
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Contento che vi piaccia ☺️☺️ Arrivata ieri. Mi piace molto, indipendentemente dalla conservazione, che reputo un buon BB. La matrice così integra è davvero molto bella, il retro è praticamente una nuova scoperta, non avendola davvero mai vista. vi allego qualche scatto fatto al volo, di come si presenta in mano. La carta è consistente, l'odore "è buonissimo" ? Ed i numeri di serie sono ancora parzialmente in rilievo. Direi un gran bel bb, indubbiamente naturale è solo leggermente pressata, ma neppure in maniera eccessiva, forse tra le pagine di un libro. considerando il tipo, non riesco a non ammirarla estasiato ☺️ Cosa ne pensate visionandole le foto?1 punto
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Ciao Anche dal mare corso con fatica Vi seguo... Do il mio benestare all identificazione e aggiungo che si tratta di un bell esemplare,bello tondo cosa non facile da trovare! I miei complimenti per la moneta!1 punto
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teniamo anche in considerazione un aspetto... Noi abbiamo le immagini di questi conii, ma dubito ne siano stati prodotti un solo esemplare per tipo, anche perché qualcuno mi sembra che possa aver battuto altri no... Pertanto potrebbe anche essere che altri conii dello stesso tipo, siano stati ritoccati e sistemati a dovere per lavorare... E chiaro è solo una supposizione.....però a volte a pensare male .... skuby1 punto
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Ho unito le varie discussioni, sono ancora tutte convertibili presso la Bundesbank, alla quale si possono inviare per raccomandata (sul loro sito ci sono le istruzioni, anche in inglese), ricevendo il controvalore sul proprio c/c. Poiché, a quanto vedo, nessuna è FDS, nel caso tu voglia monetizzare, questo credo sia il modo più veloce e sicuro, il plusvalore numismatico in questo caso, se c'è, è minimo, e probabilmente non ripaga del tempo che perderesti a venderle su ebay o simili (poi, dovresti anche dare la percentuale al sito). Comunque, puoi pensarci con calma, per il momento non è prevista alcuna prescrizione per questi biglietti, hai tutto il tempo che vuoi petronius1 punto
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a prescindere dalla necessaria documentazione (se prendiamo alla lettera la legge) ma .... io proprio non mi avvicinerei nemmeno a questo tipo di monete con solo una faccia riconoscibile....... e in queste condizioni..1 punto
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Io credo che oramai siano negozi online... Con vere aste hanno poco a che fare. Migliaia e migliaia di lotti . La stragrande maggioranza di medio -basso costo e proposti spesso in diverse conservazioni di modo da indurre il collezionista a comprare la conservazione economicamente sostenibile per le sue tasche Purtroppo propongono spesso in un marasma di monete raccimolate chissà dove ... Basi d'asta spesso assurde già in partenza . Per cui se più di meta dei lotti non ha offerte e la maggioranza viene presa alle basi d'asta ... Ditemi voi se non é un negozio....1 punto
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Vorrei collegarmi all'ottimo lavoro di Cesare e aggiungere alcune informazioni : Leonardo Bistolfi nacque il 15 marzo 1859 a Casale Monferrato ( AL ) dal Giovanni Bistolfi, di professione scultore, e da Angela Amisano. A seguito della morte prematura del padre, Leonardo Bistolfi ( di seguito L.B. ) visse con la madre, i nonni materni e lo zio Evasio, di professione pittore. Ottenne una borsa di studio dal Comune di Casale, per le capacità artistiche dimostrate e nel 1876 si iscrisse all’Accademia di Brera a Milano, dove frequentò, prima i corsi di disegno, poi quelli di scultura con Giosuè Argenti, condividendo il clima artistico con Segantini, Previati e Sottocornola. Nel 1880 passò a Torino all’Accademia Albertina, per seguire l’insegnamento di Odoardo Tabacchi. Nel 1881, sempre a Torino, aprì un piccolo studio di scultura. Con il Busto di Fontanesi nel 1883 per l’Accademia di Belle Arti di Torino, L.B. avviò una fortunata attività di ritrattista-commemorativo che proseguì tutta la vita. Sono numerosissimi i busti, le medaglie e i ritratti di diversi personaggi illustri che egli realizzò, soprattutto, fino al 1914 ( si ricordano : Lorenzo Delleani, Urbano Rattizzi, Gustavo Modena,Vittorio Emanuele II, Cesare Lombroso,Vittorio Bersezio, Edmondo De Amicis, Emilio Treves, nel 1923 disegnò una medaglia per Mussolini ). Nel 1888 partecipò ad un concorso per monumenti celebrativi o commemorativi, quello per il monumento equestre al Principe Amedeo di Savoia, promosso dalla Città di Torino, che però sarà vinto da Davide Calandra. Nel 1902 fondò con Calandra, Ceraioli,Reycend e Thovez il periodico torinese “ L’arte decorativa moderna “ Nel 1923 L.B. venne nominato Senatore del Regno Sin dal 1912, L.B. scelse come residenza una villa a La Loggia ( TO ) , ove costruì un grande atelier per ricevere discepoli ed estimatori e continuare la sua attività artistica. Morì a La Loggia ( TO ) il 02 settembre 1933 e nello stesso anno la salma venne traslata nel cimitero di Casale Monferrato ( AL ) per desiderio delle autorità cittadine. Allego bozzetto della " Libertà Librata ", sperando di fare cosa gradita agli estimatori di monete del periodo.1 punto
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Calandra Davide scultore | Torino 1856/Torino 1915 Biografia Nacque a Torino il 21 ottobre 1856 da Claudio Calandra, avvocato, ingegnere idraulico, famoso collezionista di armi antiche e appassionato di studi archeologici. Seguì da prima gli studi classici per poi indirizzarsi al mondo dell’arte. Dopo gli studi liceali, frequentò lo studio di Alfonso Balzico. Poi si iscrisse all’Accademia Albertina frequentando i corsi di Enrico Gamba e Odoardo Tabacchi. Si arruolò volontario nel Reggimento Savoia Cavalleria e divenne sottotenente del Reggimento Genova Cavalleria. Insieme al padre e al fratello Edoardo, noto scrittore, si occupò, nel 1878, dello scavo e della pubblicazione dei reperti archeologici della necropoli Longobarda di Testona (Moncalieri). La scoperta e lo studio delle tombe altomedievali germaniche influenzarono notevolmente tutta la sua produzione artistica, in cui sono presenti chiari elementi di gusto neomedievale. Esordì come autore con l’opera "Penelope" all’Esposizione a Torino del 1880. Fu membro della Giunta Superiore delle Belle Arti di Roma dal 1893 al 1912 e, nel 1912, fu nominato Presidente della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti. I suoi monumenti più noti sono il "Monumento a Giuseppe Garibaldi" a Parma (1893), il "Monumento al Principe Amedeo di Savoia Duca d’Aosta" a Torino (1902), il "Monumento a Giuseppe Zanardelli" a Brescia (1909), il "Monumento a Umberto I" a Roma (inaugurato postumo nel 1926 e terminato da Edoardo Rubino), il "Monumento al Generale Mitre a Buenos Aires" (realizzato con Edoardo Rubino e inaugurato postumo nel 1927). Si dedicò, inoltre, all’arte funebre e alla realizzazione di medaglie, busti e bronzi esposti nelle maggiori mostre torinesi e nazionali. Fu accademico nazionale dell’Accademia Albertina di Torino, dell’Istituto di Belle Arti di Bologna, membro onorario dell’Accademia di Brera. Morì a Torino l’8 settembre 1915 M.V. P.S.: Informazioni tratte dal sito del Comune di Torino http://www.comune.torino.it/oct/user.php?c...landra%20Davide1 punto
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MORBIDUCCI PUBLIO Ha eseguito i modelli del Buono da 2 lire 1889 Nasce a Roma il 28 agosto in via G. Belli in Prati, da Luigi Morbiducci e Anna Maria Polizzi. Viene battezzato in S. Maria in Traspontina. Il padre, operaio meccanico, ha una officina dove vengono realizzate, tra l'altro, parti del ponte dell’Industria e eliche di aerei fatte a mano. Erede di una discreta fortuna lasciategli dal padre e consistente in una piccola flotta di pescherecci, Luigi dilapida ben presto ogni sostanza, lasciando quasi nell'indigenza la famiglia; il peso del sostentamento materiale e morale grava sulla moglie Anna Maria, che lavora in una tipografia. Anna Maria è figlia di un siciliano, emigrato a Roma dopo aver ucciso lo zio tutore; rifugiatosi entro le mura vaticane lavora come ciabattino e manifesta forti simpatie carbonare. Di temperamento fiero, impegnata politicamente nelle lotte sindacali (fu anche arrestata dopo un comizio), Anna Maria è la figura di riferimento per i tre figli Augusto, Publio e Angela. 1899 Breve soggiorno in Sardegna per raggiungere il padre che si era allontanato dalla famiglia. Di questo periodo rimane il ricordo della scena di compianto di un gruppo di prefiche e familiari intorno ad un morto, osservata con il fratello Augusto da un buco nel pavimento della casa in cui abitavano. Tornato a Roma frequenta le scuole, senza riuscire a finirle per mancanza di mezzi. 1900 Viene avviato al lavoro e mandato presso un carrozzaio violento, prepotente e volgare. Questa esperienza, come riporta Ferri (1935), lo turba e lo disgusta. 1902 Studia come può da autodidatta. Prende la licenza elementare presso la Scuola di via Montebello. La madre lo manda a lezioni di francese da un collega della tipografia. 1904 Breve esperienza di lavoro presso un pittore dei cosiddetti "arazzi", tele dipinte come fossero arazzi. Secondo quanto riporta Ferri (1935) l'esperienza fu positiva, sia sotto il piano umano (il pittore di arazzi prese a benvolere Morbiducci quindicenne), sia per l'apprendimento dei primi elementi dell'arte pittorica. A quest’anno si data un acquerello che rappresenta la cucina della casa in via Pagliara, dove viveva con il padre. La notizia si ricava dalla scritta autografa del nipote Angelo, datata 1923, sul retro del dipinto. 1906 Vista la sua inclinazione per il disegno si iscrive su pressioni della madre all'Istituto di Belle Arti e al Museo Artistico Industriale. Non riesce a compiere gli studi, così come lui stesso scrive nel suo curriculum, per mancanza di mezzi. Tra i suoi ricordi di questo periodo quello di aver spesse volte saltato la colazione per acquistare, con i soldi che gli dava la madre, matite e pennelli. 1909 Dai documenti allegati nel 1911 alla domanda per la borsa di studio alla scuola d’Arte della Medaglia risulta che è iscritto al primo corso della scuola di decorazione in Plastica presso il Museo Artistico Industriale; gli viene assegnato il premio Castellani. Presso l’Istituto di Belle Arti vince il concorso per il diploma dell’Istituto. 1910 A ventuno anni, secondo quanto afferma l'articolo de "Il Patto Nazionale" (1925) vincendo le più amare lotte, aiutato in questo da uno dei suoi più cari maestri: Duilio Cambellotti - abbraccia definitivamente la carriera artistica. Vince il secondo premio al concorso bandito in occasione delle Celebrazioni del Cinquantenario del 1911 e riservato ai medaglisti italiani per una medaglia commemorativa. Gli viene affidata l’esecuzione del rovescio (il dritto è realizzato dal vincitore del primo premio Colucci). 1911-1914 Risiede in via Candia 89. Il 6 novembre del 1911 viene ammesso per concorso alla scuola della Medaglia e ottiene una borsa di studio di 2.400 lire per il biennio 1912-1914. Frequenta la scuola negli anni scolastici 1912-13 e 1913-14. Ottiene una ulteriore borsa per il perfezionamento per gli anni 1914-15. Riceve nel 1911 la menzione onorevole al concorso Originali dell’Accademia Nazionale di San Luca riservato a giovani studenti in pittura e che ha per tema Gli scaricatori del porto. La prova è documentata da una foto conservata presso l’Archivio Morbiducci. Ricorda in questi anni le difficoltà di conoscere le opere degli altri artisti, soprattutto stranieri. Raccoglie grandi quantità di riproduzioni a stampa creando a poco a poco un suo personale museo di immagini, prevalentemente classiche "Impara i segreti della tecnica e si dedica al disegno del nudo e alla composizione" (A. Bellini, 1964). Il suo modo di disegnare non piaceva a Romagnoli, direttore della Scuola, che minacciava di togliergli la borsa. Ciò nonostante è lo stesso Romagnoli a inviarlo con una lettera di presentazione da Zanelli. 1915 Chiamato al servizio di leva, viene presto esonerato per motivi di salute (soffre di un'ernia manifestatasi per lo sforzo fatto durante il trasporto di una cassetta di rifornimenti). Presta servizio per un breve periodo in una fabbrica d'armi sulla via Flaminia, soggetto per un quadro realizzato nel 1915. Frequenta lo studio di Zanelli, che ricorderà poi con simpatia per il suo carattere burbero. Collabora all'esecuzione del fregio per l'Altare della Patria e ad altri grandi monumenti dell’artista. Suoi compagni nello studio sono Biggi, Melandri, Bentivoglio e Bellini. "Publio era un diavolo, risolveva tutto lui", ricorda Bellini. Rimane nello studio fino al 1923. Ritrae nei quadri di questo periodo i nipoti, figli del fratello Augusto: Angelo (12 aprile 1905), Livio (1 ottobre 1909), Ariana (19 giugno 1915), Achille (24 aprile 1912). Il suo studio è in Via Andrea Doria 56, una bottega in basso, di fronte alla casa dove abita con la famiglia del fratello Augusto. Secondo la testimonianza del nipote Livio, frequenta oltre al pittore bergamasco Vittorio Manini, venuto a Roma per pochi mesi, anche Silvio Silva, suo compagno alla Scuola d’Arte della Medaglia e un altro artista, Antonelli. Di particolare importanza l’amicizia con il pittore Manini, insieme al quale si dedica ad una comune ricerca pittorica sul colore e la forma, con una serie di dipinti dedicati dai due artisti ai medesimi soggetti (principalmente i nipoti). Le sperimentazioni pittoriche vengono bruscamente stroncate da Cambellotti, che lo sconsiglia di continuare. In questo periodo si iscrive anche al Partito Socialista Romano, naturale sbocco delle sue inclinazioni politiche motivate dalla sua stessa estrazione sociale, dalla tradizione familiare e dalla partecipazione al clima culturale del socialismo umanitario. Espone alla Secessione Romana nella Sala VIII - Sala Internazionale – sezione scultura, le due maschere Mio fratello Augusto e Il pittore S. Silva. 1917 Realizza il busto di Fabio Filzi al Pincio. Il "periodo buio" della guerra, come lui stesso lo definisce, lo spinge a ripensare alla sua produzione e ad approfondire lo studio della tradizione e dei maestri del passato. 1918 Inizia le prime esperienze nel campo della xilografia, fabbricando da solo diversi arnesi. 1920 Esce su "Emporium" l’articolo monografico di Ettore Cozzani. Lo stesso Cozzani, direttore de "L’Eroica", lo invita a realizzare una serie di xilo sulla riviera ligure per la rivista milanese. Morbiducci risponde che non ha mai visto la riviera ligure ed è poco pratico di xilo. Per l'insistenza di Cozzani inizia una collaborazione che durerà per diversi anni. 1921 Realizza al Gianicolo i busti di Paolo Narducci, Augusto Valenziani e l’anno successivo quello di Raffaele Cadorna. Raccontava di essersi lanciato da solo, armato di un bastone contro un gruppo di fascisti a Porta Metronia e di essere uscito malconcio dallo scontro. Espone alla Prima Biennale Romana alcune sculture (Nella famiglia, Armonie, Ritratti) oltre ad alcune xilografie per I racconti delle Cinque Terre di E. Cozzani nella mostra speciale dell'incisione ordinata da Adolfo De Carolis. Realizza le illustrazioni per Le strade nascoste di Cozzani e per I salmi dell’anima di M. Caecilia. 1922 Partecipa al concorso bandito dal Comune di Brescia per un monumento rappresentante la Deposizione di Nostro Signore Gesù Cristo dalla Croce, vinto da E. Luppi. Del bozzetto resta la documentazione fotografica dell'insieme e di un interessante frammento di studio per la testa della Maddalena. Tra le altre partecipazioni a concorsi ufficiali si ricorda quella per il Monumento ai Caduti dell'Università di Pisa, ugualmente documentata da una serie di fotografie presso l'Archivio Morbiducci. Vince il terzo premio al concorso per la Medaglia Interalleata della Vittoria. 1923 Vince il concorso per la moneta da L. 2 per il Regno d'Italia rielaborando il rovescio con la prima raffigurazione del fascio littorio e quello per la medaglia per i Volontari di Guerra. Partecipa alla I Biennale delle Arti Decorative di Monza (Villa Reale) e riceve il Diploma di Medaglia d'Argento e la Medaglia d'Argento della Camera di Commercio di Bergamo. Espone nella Sezione Romana, nella sala da studio progettata e ordinata da Cambellotti, una mensola con vaso di rame sbalzato e alcune placchette. Partecipa al Concorso per il Monumento ai Caduti in Terni. È presente alla Seconda Biennale Romana nella sezione del bianco e nero dedicata al gruppo de "L'Eroica" e ordinata da Cozzani, dove espone tra l'altro alcune xilografie per il volume di C. Ravasio I Paesi del Cielo. Per l’attività grafica si ricordano anche le illustrazioni per le copertine di "Emporium" e di "Le Arti Decorative". 1924 Insegna presso il R. Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale in Roma come insegnante incaricato di plastica ornamentale. Vince il terzo premio al concorso internazionale per il monumento a Don Brun de Zabala a Montevideo. Partecipa al "Concorso Nazionale per Cinque Fontane da erigersi in Roma", presentando un progetto per la fontana in piazza dei Quiriti e uno per quella di piazza Mastrogiorgio (premiato). Quest’ultimo sarà poi rielaborato per la fontana in piazza del Viminale (1931). Viene invitato a partecipare alla Mostra Internazionale di Medaglie Moderne organizzata dall'American Numismatic Society di New York tramite il Ministero degli Affari Esteri. Il curatore della mostra Ugo Ojetti ha modo di conoscere ed apprezzare in questa occasione i lavori di Morbiducci. Espone tre placchette Ritratto di bimba in piedi e Ritratto di bimba del 1915 e Bimbo che ride del 1917 oltre alle medaglie per Erminia Fuà Fusinato e quella per i volontari di guerra. Inizia la sua collaborazione alla rivista "L’Eroica" realizzando tra l’altro alcune copertine. La collaborazione continuerà fino a tutto il 1928 con temi relativi alla Maternità, l’Offerta, e varie rappresentazioni di modelli classici della Vittoria. Illustra i volumi editi da "L’Eroica" di M. De’ Gaslini, Bivacchi sulle carovaniere e di V. Locchi, Elegie del sereno. 1925 Continua l’insegnamento presso il R. Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale come incaricato di plastica. Restituisce la tessera del Partito Socialista ("il partito non era serio"). Nel '21 è per la scissione comunista di Livorno; il nipote Achille ricordava che andava in giro con un distintivo comunista. Realizza la medaglia per i volontari di guerra 1915-18. Su " Il Patto Nazionale. Organo dell'Unione Mazziniana" il 15 marzo esce l'articolo Un artista romano. Publio Morbiducci, con la riproduzione di alcune xilografie. Si annuncia che Morbiducci sta lavorando alla tessera dei collaboratori e amici del giornale. Vince il concorso, bandito dalla società Leonardo da Vinci, per la Medaglia di celebrazione della Rinascita della Università di Firenze. Partecipa alla Terza Biennale Romana nella sezione delle Medaglie moderne italiane, curata da Ugo Ojetti. Per l’attività grafica si ricordano le xilo per i volumi de "L’Eroica Editrice" di A. Patroni, La conquista dei ghiacciai, e di V. E. Bravetta, La corona del Re. 1926 Vince in marzo il concorso per il Monumento ai Caduti di Benevento, bandito dal Comune di Benevento nel 1925. Le dimensioni dell’opera da realizzare lo spingono a trasferirsi nello studio di Via Bodoni 83, a Testaccio, dove rimarrà fino alla fine dell’attività. Realizza il progetto con l’architetto Italo Mancini, iniziando una collaborazione professionale che proseguirà con altri successivi lavori. E’ presente alla XCII Esposizione della Società Amatori e Cultori nella sezione Lazio, sala d’Arte sacra, con una via Crucis in terracotta. Realizza le xilografie che illustrano il volume di M. De’ Gaslini, Piccolo amore beduino, "L’Eroica Editrice". 1927 Ancora intensa l’attività di disegni e studi per i monumenti. Lo appassiona in genere qualunque tema e applica la capacità tecnica a qualsiasi cosa, la statua, la lampada, l'illustrazione, il cartello. Specialmente nei primi tempi, ma anche in seguito, segue personalmente tutte le fasi del lavoro, dal bozzetto fino alle esecuzioni finali in marmo o in bronzo (molto importante in quest'ultima fase la collaborazione con il futuro cognato De Marchis) Partecipa alla XCIII Esposizione Amatori e Cultori con tre xilografie nella sezione Gruppo Romano Incisori e Artisti e tre piccoli bronzi nella Sala Internazionale (Lo spino, Il nido e La Freccia). E’ assieme ad Italo Mancini tra gli artisti che partecipano al concorso per il Monumento al Finanziere in Roma. Esiste la documentazione fotografica di numerosi bozzetti. Realizza per "L’Eroica Editrice" le xilo del catalogo Exposition Internationale de Fonderie Italia. 1928 Di particolare rilievo in questo periodo la collaborazione con l’architetto Cesare Bazzani, probabilmente conosciuto grazie alla frequentazione di Italo Mancini. Realizza una delle statue dell’attico sul prospetto principale del Ministero della Pubblica Istruzione, La Geografia, nonché la lampada pensile per l’atrio dell’edificio. Per la chiesa degli Angeli ad Assisi esegue, sempre per Bazzani, il gruppo di coronamento con angeli e stemma. Prosegue l’attività di medaglista con numerose commissioni: medaglia per la ricorrenza del I Decennale della guerra 1915-18; medaglia per l'inaugurazione della Via del Mare. Viene invitato dalla Stato Libero d'Irlanda a partecipare come artista italiano al Concorso Internazionale per la moneta dello Stato. Presenta dieci modelli in gesso con la raffigurazione di vari animali sul rovescio e dell’arpa, simbolo dello Stato irlandese, sul dritto. Realizza le due porte di bronzo per il Salone delle Adunanze della Casa Madre dei Mutilati di Roma con formelle raffiguranti la Vittoria e motivi di Guerra e di Fede. Partecipa alla XCIV Mostra della Società degli Amatori e Cultori nella sezione dell’artigianato con fregi decorativi per un portale collocato nell’atrio, realizzato su disegno di I. Mancini , eseguito da C. Antonucci e dalla comunità degli artieri dello stucco, ceramiche di Saltelli. Nelle salette laterali presenta sculture decorative e, nella sezione Arte della Medaglia, una serie di medaglie. Vengono presentati nella stessa sezione dell’artigianato, inoltre, alcuni cuscini di Anna Maria Pastrovich su disegno di Morbiducci. 1929 Gli viene affidata la realizzazione del Monumento ai Caduti del Sommergibile Sebastiano Veniero per il cimitero di Roma dopo lo svolgimento del concorso di primo grado. Conosce Mario De Marchis che lavora nella fonderia Cardarelli e Ridolfi in via Tordinona 31. Contento di come il giovane De Marchis ritocca le cere delle medaglie, stringe con lui una amicizia duratura, fondamentale anche per la sua professione. Espone alla I Sindacale Fascista del Lazio (Il nido). Vince il concorso fra gli artisti italiani residenti in Roma per Dieci Fontanelle Artistiche (bandito l'11 luglio 1928) con il bozzetto per la realizzazione della fontana di piazza della Cancelleria. Partecipa al concorso per il Monumento a Baccelli, vinto da Selva; al suo lavoro segnalato dalla Giuria viene assegnato un premio di L. 3000. 1930 Continua la sua formazione culturale da autodidatta, tenta di imparare il greco. Le sue preferenze letterarie sono per Dante, Foscolo e soprattutto Carducci Pascoli, Pirandello, il teatro di D'Annunzio, Maeterlink, gli autori russi Dostoevskij e Gorkij; da tutto ciò trae forti stimoli per il suo immaginario figurativo. 1931 Vince il concorso per il monumento al Bersagliere di Roma. Realizza una grande rosta bronzea per la facciata della Chiesa di S. Antonio di Predappio Nuova, realizzata da C. Bazzani, e una via Crucis in terracotta. Realizza la sistemazione di piazza del Viminale con la fontana e la serie di aquile sui colonnotti che recingono lo spazio verso il Ministero degli Interni. Espone alla I Quadriennale un medagliere. Le opere sono acquistate dalla Galleria d'Arte Moderna Mussolini per L. 5000. È presente anche nella sezione del bianco e nero (Figura - Figura - Testa di donna). Espone (ottobre - dicembre) alla I Mostra di Arte Coloniale (medagliere). Realizza il busto di Vittorio Emanuele III, fuso dalla ditta Cardarelli e Ridolfi. Il busto fu acquistato in otto esemplari dalla Direzione Generale degli Italiani all'estero per destinarlo alle principali Scuole Italiane all'estero. In questo stesso periodo realizza anche il busto di Mussolini. Lavora ad una serie di sculture decorative per i prospetti del Palazzo dell’ISTAT in via De Pretis a Roma. 1932 In questo periodo continua ad aiutare la famiglia del fratello Augusto e ad occuparsi dell’istruzione dei nipoti. Più tarda è la relazione con Caterina Tonon con cui vive per alcuni anni in una casa nei pressi della Stazione Ostiense, in via Bartolomeo Bossi n. 8. Caterina lo abbandona dopo qualche anno. Nella produzione rimangono come testimonianza un ritratto e la medaglia del bambino Carlo Tonon. In questo stesso anno mentre lavora al Monumento al Bersagliere conosce un cugino di Rina Tonon, Cesare Covre, già esperto nella lavorazione delle vetrate artistiche presso lo stabilimento Sciarra di San Lorenzo. Da questo rapporto che durerà fino alla partenza di Covre per l’America inizia la collaborazione per la realizzazione di vetri incisi. Collabora alla Mostra della Rivoluzione Fascista, inaugurata il 28 ottobre a Palazzo delle Esposizioni, realizzando la Sala per i Fasci Italiani all'Estero, insieme all'architetto Italo Mancini e al pittore Della Torre. La direzione dell'allestimento è del ministro Piero Parini, Direttore Generale degli Italiani all'Estero, ma non è improbabile che la partecipazione dell'artista ad una committenza ufficiale così prestigiosa che lo vede inserito in quello stuolo di artisti "tutti provenienti da scuole artistiche diverse, ma tutti fascisti", sia facilitata dai rapporti di collaborazione con Alessandro Melchiori, conosciuto per la realizzazione del Monumento al Bersagliere. La sala illustrava innanzitutto i due diversi momenti della presenza italiana all'estero, quello degli "emigranti" della vecchia Italia e quello degli "avanguardisti" dell'Italia Fascista. Nella decorazione delle pareti della sala era sintetizzata "con potente e moderna efficacia" l'attività degli Italiani all'estero. La sala era completata inoltre da un mappamondo in metallo cesellato da Livio Morbiducci, nipote di Publio. Partecipa alla XVIII Biennale di Venezia con 10 medaglie e alla III Sindacale Fascista del Lazio con un ritratto del Re e una Madonna. Alla Biennale la medaglia Fecondità viene acquistata dalla Galleria d'Arte Moderna di Firenze per L. 255 e la medaglia S. Secondo di Asti dalla galleria d'Arte Moderna di Torino per L.150. Realizza la medaglia ricordo per l'adunata di 15.000 cacciatori a Roma e quella per il 50° della prima colonia italiana. 1933 Da questo anno e fino all’anno scolastico 1936-37 è incaricato dell'insegnamento del corso di plastica presso la Scuola d'Arte dell'Istituto Romano di San Michele. Si iscrive al P.N.F., secondo quanto risulta da una dichiarazione da lui presentata il 29/9/1945 per la domanda di incaricato alla cattedra di plastica ornamentale presso la Accademia di Belle Arti di Roma. Resta iscritto fino al 25 luglio 1943. Lo studio è frequentato da Verginelli (l'unico suo allievo), da Mario Licata (Il saraceno), dal nipote Achille, poi architetto, e da Ciro Cicconcelli. Realizza le medaglie per la VII Fiera di Tripoli per il I Decennale Fondazione Ministero dell’Aeronautica. Partecipa al concorso di primo grado per il Monumento al Duca d’Aosta a Torino con un bozzetto realizzato insieme all’architetto Italo Mancini contrassegnato dal motto Ariete. Tra gli altri monumenti eseguiti in questo periodo si ricorda quello ai Caduti di Bosa. Per l'architetto Bazzani realizza una statua in bronzo (L'Abbondanza) per il prospetto laterale del Palazzo del Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa, oggi Camera di Commercio. Partecipa alla mostra internazionale di xilografia di Varsavia, facendo parte dei trentatré artisti italiani scelti dai commissari del Sindacato Fascista Belle Arti; è premiato assieme a Mario Delitala con la menzione onorevole. Realizza l’illustrazione per il volumetto Mario Cantore di Maso Bisi. 1934 Realizza i quattro Evangelisti per la chiesa di Colleferro e numerosi pannelli in gesso relativi ai temi del lavoro contadino per allestimenti di mostre, in particolare per la Mostra dell’Agricoltura di Firenze. Soggetti analoghi saranno riproposti per la mostra di Lipsia del 1936. Realizza inoltre il cofano portabandiera commissionato dal municipio di Asti per la bandiera del RCT Folgore. Partecipa alla XIX Biennale di Venezia con sette medaglie e alla II Mostra Internazionale d’Arte Sacra di Roma (sezione ENAPI) con una Madonna con bambino. Realizza una targa in bronzo rappresentante il Decreto di Fondazione dell'Ordine dei Cavalieri del Lavoro in Roma. Partecipa al concorso per il monumento a Cristoforo Colombo, bandito dal Comune di Chiavari e vinto da Francesco Messina. Risulta iscritto con tessera n. 26198 al Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti. 1935 Allestisce il Padiglione della Bonifica del Monte alla V Fiera del Levante di Bari, modellando una statua del milite Forestale, e il Padiglione della Bonifica Integrale presso la IV Mostra Nazionale di Agricoltura di Bologna, per la quale risulta aver realizzato i "vigorosi bassorilievi" raffiguranti "le caratteristiche forme di vita rurale della montagna plasmata e radificata sulle particolari condizioni dell'ambiente fisico". Inizia a lavorare al Monumento al Duca d'Aosta, dopo essere stato individuato dallo stesso Baroni (morto il 24 giugno) quale artista più adatto a completare la sua opera. Oltre alla realizzazione del monumento, inaugurato il 4 luglio 1937, studierà anche, tra il 1935 e il 1936, la nuova sistemazione del monumento in piazza Castello. Realizza il pilo marmoreo porta antenna al confine italo - jugoslavo di Villa Caccia di Postumia, eretto a cura dell’Associazione Nazionale Combattenti. Partecipa alla Mostra d'Arte Italiana dell'800 e '900 organizzata a Parigi, Jeu de Paume, con alcune medaglie. Realizza un bozzetto documentato da foto d’archivio per il Monumento al Legionario a Fiume, partecipando al concorso indetto dalla Confederazione Fascista dei Professionisti ed Artisti per incarico del Comune di Fiume. 1936 Realizza la lapide ad Anna Morgan per il Cimitero del Verano. Oltre al Monumento al Duca d'Aosta, lavora anche a due statue di Baroni per lo Stadio del Tennis. Prosegue la collaborazione con Bazzani: per la torre del Palazzo delle Poste a Viterbo, terminato il 21 aprile 1936, esegue una serie di formelle decorative con la raffigurazione dei segni zodiacali. Realizza lo stemma papale sulle mura vaticane (Piazza del Risorgimento) su disegno dell’arch. Momo. Partecipa alla VI Mostra del Sindacato Belle Arti del Lazio. Prima mostra Nazionale di Arte Sportiva con la medaglia per il C.O.N.I. e alla XX Biennale di Venezia con sei medaglie. 1937 Viene nominato membro della Accademia di San Luca. Lavora ad una statua per la villa di Bazzani a Roma (L'Architettura). Realizza per la villa "La Pellegrina" dell'On. Carlo Roncoroni una fontana nel bow window della terrazza con sculture. Il 4 luglio si conclude con l’inaugurazione del Monumento al Duca d'Aosta l’impegno di questi anni per la realizzazione dell’opera di Baroni. Per la Mostra della rivoluzione fascista riallestita presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna realizza i due gruppi plastici della facciata: La Rivolta a destra e La Vittoria a sinistra. I materiali della mostra trasferiti già nel 1934 vengono riallestiti nell'ala occidentale della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, appositamente sistemata da Cesare Bazzani, cui si deve anche il disegno della facciata, che trasforma il corpo laterale. La mostra fu inaugurata il 23 settembre. Realizza due trofei in occasione dei record aeronautici in altezza di Mario Pezzi e in velocità di Bruno Mussolini conseguiti presso l’aeroporto di Montecelio. 1938 Realizza le statue in marmo per il parterre del Palazzo del Governo a Forlì. Esegue la statua di marmo (Discobolo in riposo) per lo Stadio dei Marmi a Roma; al tema dell’atletica sono dedicati a partire dagli anni Trenta una serie di disegni; resta inoltre la documentazione fotografica di gessi di figure di atleti e alcuni bozzetti de Lo Sciatore (Archivio Morbiducci). Non è improbabile che i vari studi siano stati realizzati per la partecipazione al consorso (1936) di opere da selezionare per le Olimpiadi di Berlino. Serie di disegni per i costumi del film I Condottieri. Partecipa alla mostra della medaglia organizzata alla Galleria di Roma dal Sindacato Belle Arti. In catalogo presentazione di A. Maraini. Realizza con il nipote Achille una serie di lavori per l'allestimento della Mostra Autarchica del Minerale Italiano, padiglione del Salmarino. Dai pagamenti e dalle ricevute esistenti si evince che realizza il "bassorilievo-insegna" in gesso per l'ingresso del Padiglione e la realizzazione della scena della raccolta del sale con 15 figure di operai in cartapesta vestiti in stoffa e con gli attrezzi da lavoro. Per il Padiglione delle Armi progettato da De Renzi esegue Il Fante che dorme con la testa sullo zaino. La partecipazione di Morbiducci ottenne un riscontro ufficiale, con l’invito da parte di Mussolini al pranzo in onore dei produttori e artisti che avevano collaborato alla mostra. La presenza dell’artista, tuttavia, fu messa in dubbio fino all’ultimo per la sua storia personale di convivenza con "tale Tonon Elvira, nota comunista". 1939 Si sposa il 10 agosto con Nicoletta Olga De Marchis. Partecipa alla III Quadriennale (Il Vincitore) e alla Esposizione Universale di New York (statua dell'Italia, bassorilievi di Roma e Venezia, scultura de Il Giovane vittorioso). Realizza il grande fregio marmoreo per il Palazzo degli Uffici all'EUR (Roma attraverso i suoi monumenti). Per lo stesso edificio esegue l’aquila araldica su fascio littorio per il soffitto dell’atrio e il fascio littorio dell’atrio. 1940 Nasce il 2 luglio la figlia Anna Maria. Nei primi mesi dell’anno gli viene commissionato uno dei gruppi in travertino di Dioscuri per il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR (l’altro gruppo sarà affidato ad Alberto Felci). L’esecuzione delle statue sarà sospesa per la guerra. Le sculture semidistrutte dai bombardamenti saranno terminate dall’artista nel 1956. 1941 Realizza il cofano portabandiera per l’incrociatore Scipione Africano, dedicato dagli ufficiali in congedo nel 1942, con due rilievi in bronzo raffiguranti La battaglia di Zama e L’imbarco a Canne. Le parti in legno del cofano sono costituite da parti di pino essiccato preso dal legno delle navi di Nemi. 1942 Esce un numero de L'Eroica, dedicato alla nuova produzione di xilografie, che ottiene un notevole successo. Partecipa con una medaglia, un rilievo in bronzo (Battaglia) e un ritratto sempre in bronzo alla X Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti del Lazio. 1943 Partecipa alla IV Quadriennale (Cavallo, Cavallo, David). Durante la guerra torna a dedicarsi alla pittura con una serie di autoritratti, ritratti della moglie e dei familiari, paesaggi e qualche natura morta. 1945 Partecipa alla mostra di pitture e sculture alla Galleria La Gregoriana (2a Mostra di Arte Contemporanea della Democrazia Cristiana), dove espone alcuni bronzi (un Ritratto). Il periodo del dopoguerra, nella situazione generale di smarrimento in cui si ritrovano gli artisti della sua generazione, segna comunque un momento di ripensamento sulla sua produzione, con la rielaborazione di un diverso linguaggio figurativo. 1946 Viene nominato il 7 giugno Accademico di merito residente dalla Accademia di San Luca. Partecipa alla I mostra Biennale Mediterranea d'Arte di Palermo con alcune opere tra cui la xilografia Cantiere acquistata dall'ing. Saccà di Messina, per L. 1700. 1948 È eletto membro dell'Accademia Raffaello d'Urbino. Partecipa al concorso per i bozzetti di due stazioni della Via Crucis bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione / Direzione Generale Antichità e Belle Arti. Le opere presentate da Morbiducci vengono riconosciute tra quelle "particolarmente meritevoli di riconoscimento per l'impegno dimostrato nel perseguire i nobili fini proposti dal bando" e premiate con un contributo di L. 20.000. Le opere sono esposte in una mostra presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Vince il secondo premio al Concorso per la medaglia commemorativa del II Centenario degli scavi di Pompei. Partecipa al concorso internazionale per le porte della basilica di San Pietro. È tra i dodici artisti invitati al concorso di secondo grado (1949). Da una lettera di Cozzani conservata presso l’Archivio Morbiducci si capisce che l'artista passa un momento difficile, amareggiato da difficoltà economiche e professionali. 1949 Nel maggio partecipa alla seconda gara per le Porte della Basilica di San Pietro. La prova lo assorbe sia per la complessità del tema da trattare, sia per il clima di fervore e di polemiche che accompagna il concorso. 1950 È in commissione alla Biennale di Venezia. Cominciano a manifestarsi, dopo una violenta discussione a proposito degli inviti della mostra, i sintomi di una lunga malattia che lo porterà progressivamente alla paralisi della mano destra. Smette dopo poco di incidere xilografie. Realizza il Calamaio d'argento per il Dogma dell'Assunta. Realizza il Monumento ad un ufficiale carrista a Sgurgola (Frosinone). Nel settembre fa parte assieme a Casorati e Raffaele De Grada della Commisione per l'accettazione e la premiazione delle opere della III mostra Interprovinciale del Tirreno di Lucca (10 settembre - 1 ottobre). E’ presente con la grafica alla mostra d'arte collettiva di iscritti e simpatizzanti D.C. organizzata nel maggio alla Sala del Beato Angelico. Partecipa alla Esposizione Internazionale di Arte Sacra con una serie di medaglie. Le opere di questo periodo sono caratterizzate dalle forme allungate, nella elaborazione di un personale classicismo. Ricorrenti i soggetti mitologici (Narciso, Eco) accanto a quelli religiosi, sia nelle medaglie che nella scultura. 1951 Partecipa come rappresentante CISL alle sedute della Commissione Esecutiva della Biennale. È segretario nazionale del Sindacato Italiano Pittori Scultori Incisori aderente alla Federazione Italiana Sindacati Artisti e Professionisti (FISAP) e aggregato alla CISL. Si impegna in una battaglia per la presenza di un rappresentante nel Comitato per gli inviti alla VI Quadriennale. 1952 Terzo premio alla Mostra Internazionale della Medaglia a Madrid. È invitato a partecipare con cinque medaglie di recente produzione alla mostra d'arte italiana moderna organizzata dalla Biennale di Venezia ad Atene nel mese di aprile 1953. 1953 Per la Pro Civitate Christiana di Assisi realizza il tema del Cristo Lavoratore (pannello in bronzo, due bozzetti di formella in cera e altorilievo in gesso). Realizza il Grappolo e Il Covone per la mostra Internazionale dell'Agricoltura al Palazzo dei Congressi all'EUR e il Crocifisso in ceramica (eretto dallo scultore Assenza) per la chiesa del Crocifisso in via Bravetta commissionato da Don Angelo Valigiani. Nel novembre partecipa al concorso per il Monumento a Pinocchio di Pescia progettato insieme al nipote Achille. È nominato Consigliere del Pio Istituto Catel. 1954 XXVII Biennale di Venezia (espone alcune medaglie). È invitato a partecipare al concorso per le targhe in ceramica distintive delle Case per Lavoratori indetto dalla Gestione INA-Casa. Vengono scelti tre motivi (scala porta; sole casa scala; motivo astratto quadrati bianchi e rettangoli). La realizzazione è affidata alla ditta Arcero di Roma 1955 Espone alla VII Quadriennale (cinque medaglie di soggetto religioso). Partecipa con un'opera alla Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea presso il Palazzo delle Esposizioni organizzata dall' U.N.A.C. Partecipa alla Esposizione di Stoccolma. Il Gabinetto Reale delle Monete e Medaglie di Stoccolma acquista per l'Italia la medaglia Narcissus per L. 30.000. Realizza l'Angelo del Giudizio per la cappella Ciraolo nel Cimitero del Verano. 1956 Porta a realizzazione i gruppi equestri dell’EUR bombardati durante la guerra (a sinistra era rimasto il solo cavallo, quello di destra era stato completamente distrutto). Con decreto ministeriale del 14 aprile viene nominato, a seguito di designazione dell'Accademia Nazionale di San Luca, membro della Commissione giudicatrice del concorso per direttore della scuola d'arte della medaglia. Realizza una placchetta con la testa d'Italia, due bassorilievi rappresentanti il tempio di Paestum e una allegoria di fabbriche per lo stabilimento Aristide Staderini. Presenta la produzione pittorica del 1915 in una personale alla galleria La Gregoriana (giugno), assieme ad alcuni pezzi di scultura. La stampa nota qualche punto di contatto con i dipinti di Melli visti nell'aprile alla galleria la Medusa. È presente alla VII Quadriennale di Roma con alcune medaglie di soggetto religioso. 1957 Realizza il pannello di Cristo lavoratore per don Giovanni Rossi che sarà conservato presso la Pro Civitate Christiana di Assisi. Lavora al busto del Tenente Laurenzio commissionato dall'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati dell'Aeronautica. 1958 Realizza su affidamento dell’Istituto Internazionale di Arte Liturgica il fonte battesimale con il gruppo Il Battesimo di Gesù (un altro esemplare è presso le Collezioni di Arte Moderna del Vaticano) e paliotto altare del SS. Sacramento per la Cattedrale di Manila; realizza anche la porticina del tabernacolo dello stesso altare del SS. Sacramento in ottone dorato, i quattro simboli del piedistallo del Fonte battesimale e quattro disegni realizzati a sbalzo sul coperchio del fonte battesimale. Presenta alcuni bozzetti alla Commissione tecnico-artistico-monetaria per le nuove monete d'argento di L. 500, che pur non essendo prescelti per la realizzazione sono lo stesso apprezzati. 1959 Espone alla VIII Quadriennale (Narciso, Vox clamans, Pescatore). Invitato in un primo momento a partecipare come medaglista, partecipa a seguito di accordi con Bellonzi, con tre sculture. 1960 Realizza l’urna di bronzo del "Beato Angelo" nella cappella sotterranea del duomo a Gualdo Tadino. Lavora al bozzetto della statua di S. Michele Arcangelo inizialmente voluta da un gruppo di bancari per la chiesa di S. Ignazio in Roma. Il bozzetto oggi presso la sede della Cassa Sovvenzioni e prestiti della Banca d’Italia fu realizzato da Morbiducci, l'ingrandimento da M. De Marchis. Realizza una medaglia, e forse anche un ritratto, per Don Jesus Azqueta per il Collegio Santa Maria, Chivacoa, Venezuela. È iscritto come socio artista d'Onore alla Associazione Incisori d'Italia (segretario generale Luigi Servolini). Nel 1962 la xilografia Io sono la lampada soave, interpretazione allegorica del verso pascoliano, viene utilizzata dalle Poste Italiane per l’emissione dei due francobolli commemorativi di Giovanni Pascoli nel Cinquantenario della Morte. 1963 Muore a Roma il 31 marzo. Due sue opere Gesù lavoratore e S. Giovannino sono esposte alla Sesta Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra per la Casa, presso l'Angelicum di Milano.1 punto
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TRENTACOSTE DOMENICO Palermo 1859-Firenze 1933 Domenico Trentacoste,nato a Palermo il 20 Settembre 1859, è morto il 18 Marzo 1933 a Firenze. (ho trovato diverse date di nascita: 1856, 1859, 1866) Realizzo i modelli della serie "Cinquantenario del Regno d'Italia 1861-1911" Figlio di un fabbro, ma di famiglia baronale decaduta, studiò dapprima a Palermo, sotto la guida di Delisi e Costantino. Dopo un breve soggiorno a Napoli nel 1878, si trasferì a Firenze per completare gli studi, qui si innamorò dei Quattrocentisti, di Donatello e Michelangelo, in particolare. Nel 1880 fu ancora a Palermo dove, per l’arco di trionfo apprestato per la visita del re Umberto I, plasma in gesso una grande Minerva seduta; coi soldi guadagnati, andò a Parigi, e qui strinse amicizia con lo scultore Antonio Giovanni Lanzirotti; l’anno successivo espose al Salon una testa di vecchio . Fu chiamato a Londra dal pittore Edwin Long, espose Cecilia alla Accademy, dove ottenne un vivo successo di pubblico. A Parigi eseguì anche una serie di sculture a soggetto idillico o mitologico e a destinazione decorativa. Tra il 1887 e il 1889 plasma due busti di donna, Pia dei Tolomei e Cecilia, che lo consacrarono scultore di forme leggiadre, di attitudine classica, allo stesso tempo capace di rivelare l’espressione psicologica. Nel 1895, rientrò in Italia da Parigi dopo un soggiorno di quindici anni, espose alla Prima Biennale di Venezia l’impegnativa La diseredata, La derelitta in marmo e la testa in marmo di Ofelia, già esposta nel 1893 a Parigi e nel 1894 a Vienna. L’anno successivo partecipò all’Esposizione Internazionale di Firenze, ancora con Ofelia; partecipò all’Esposizione di Torino col marmo Alla fonte; nel 1897, alla III Esposizione Triennale di Brera, mostrò un gesso per monumento e ripropose Ofelia. Due anni più tardi, alla III Biennale di Venezia espose due marmi, La figlia di Niobe e Ritratto; nel 1901 fu membro della giuria della Biennale veneziana, dove figurò con Ritratto, Testa di vecchio, Il ciccaiuolo, Bustino di bimba, L’aurora infranta. Nel 1903, alla stessa rassegna inviò i bronzi Caino, Seminatore, Pompeo Molmenti e la targhetta in gesso dedicata all’attrice Emma Gramatica. Per lunghi anni fu insegnante all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1904 aderì all’Associazione Arte Toscana. Dal 1908 è membro della Commissione comunale di belle arti di Firenze. Nel 1909 espose alla Società Leonardo da Vinci di Firenze. Nel 1910, partecipò alla Biennale di Venezia con i marmi Sorriso infantile, Madre con bambino e nudo di donna e il bronzo Testa. Nel 1911 eseguì Per grazia di Dio, Per volontà della Nazione. L’anno successivo con il Cristo morto fu nuovamente alla Biennale di Venezia, dove apparirà, per l’ultima volta, nel 1922 col bronzo Il Vescovo Geremia Bonomelli. A marzo del 1920 tenne una mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano; due anni più tardi, partecipò alla Fiorentina Primaverile e nel 1925 partecipò alla II Biennale di Monza. Un anno prima della scomparsa fu nominato Accademico d’Italia.1 punto
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Come richiestomi da Piergi aggiungo alla lista degli incisori e modellisti anche una breve biografia che sono riuscito a trovare di Attilio Silvio Motti: Attilio Silvio Motti Nato ad Alessandria nel 1867, morto a Roma nel 1935. Incisore, medaglista, acquarellista, xilografo. Diplomatoall'Accademia di Belle Arti di Nizza. Capo incisore della Zecca italiana per ben 22 anni, dal 1913 alla morte. Accademicodi S. Luca; insegnante di incisione alla Scuola dell'Arte della Medaglia; membro della Commissione Permanente TecnicoArtistico Monetaria. Autore, tra l'altro, della medaglia ricordo della Conciliazione tra lo Stato Italiano e la Chiesa. Legò ilsuo nome a tutta la monetazione eseguita dalla Zecca, anche per conto di Stati esteri, nel periodo in cui diresse il reparto d'incisione dello stabilimento.1 punto
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Sfruttando il lavoro gia' presente sul catalogo Lamoneta posto una succinta biografia di : Giuseppe Romagnoli (14 dicembre 1872--1966) è stato un prolifico scultore, medaglista e incisore della zecca italiana. Studia presso il Collegio Artistico Venturoli di Bologna e successivamente ottiene il pensionato artistico Angiolini nel quadriennio 1892-96. Dal 1897 inizia ad ottenere i primi riconoscimenti come artista iniziando a partecipare assiduamente alle Esposizioni Biennali d'arte della città di Venezia. Nel campo della medaglistica devono essere ricordate le straordinarie medaglie eseguite per l'Istituto Internazionale d'Agricoltura, per il "Bimillenario di Virgilio", per la "Mostra Augustea della Romanità", per il "Ventennale della Rivoluzione Fascista", per l'Inaugurazione" del Comune e della Provincia di Littoria e del Comune di Sabaudia. Infatti oltre alla scultura, il Romagnoli ha dedicato la sua attività quasi esclusivamente alla medaglistica. Inoltre, sono suoi pressoché tutti i modelli per le monete del Regno d'Italia (dal 1918), dell'Impero (dal 1936) e della Repubblica Italiana. Ecco qualche link con monete della serie impero http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/42 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/36 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/35 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/22 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/61 punto
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Continuo Con Egidio Boninsegna che secondo me e' l'autore dei modelli di alcune tra le moete piu'belle del periodo di Vittorio Emanuele Terzo,solo per citare qualche esempio la famigerata serie aratrice,ed inoltre essendo un profondo appassionato di prove e progetti come non citare i modelli della serie 1903 i quali nello specifico furono presentati e premiati al concorso di firenze del 1902 bandito dalla Società Italiana per L'arte Pubblica "per modelli di coni della nuova monetazione italiana". Ed ora un'po' di storia dell'artista: Egidio Boninsegna nacque a Milano il 22 Agosto 1868. Ultimo figlio di una famiglia numerosa, condusse l'infanzia e l'adolescenza presso la casa dei genitori. Da giovanissimo cominciò a contribuire al sostegno della famiglia aiutando il padre che esercitava il mestiere di panettiere nel negozio sito in corso S. Gottardo 22. Ultimate le scuole elementari, dopo aver conseguito l'attestato di avviamento al lavoro, si iscrisse all'Associazione di Mutuo Soccorso di Milano, e iniziò a lavorare a tempo pieno nel negozio del padre. Spinto dall'interesse verso l'arte si iscrisse ai corsi serali, tenuti presso la Scuola d'Arte Applicata alle Industrie, promossi dal Comune di Milano. Durante lo svolgimento degli studi, all'età di soli 17 anni, ottenne un primo riconoscimento per l'impegno svolto nei corsi di disegno ornamentale e modellazione, materie molto ricercate nel settore dell'artigianato artistico che proprio in quegli anni viveva un momento di grande fervore. Al termine degli studi iniziò un periodo di apprendistato come incisore presso il laboratorio di medaglie della ditta Johnson ed ebbe il privilegio di collaborare con Angelo Cappuccio. Nel 1887 si iscrisse alla scuola serale della Reale Accademia di Belle Arti dove completò il periodo di formazione artistica ottenendo, durante l'intero biennio scolastico, numerosi premi ed encomi. Nel 1892, grazie ai meriti scolastici ottenuti, è iscritto d'ufficio al corso speciale di scultura diretto da Enrico Butti. Il 15 luglio 1894, a conclusione degli studi, la commissione accademica delle Belle Arti gli conferì, come menzione onorevole per i risultati raggiunti, la medaglia d'argento. Nel 1895, a soli 27 anni, si iscrisse al bando di concorso per tutte le discipline artistiche delle Regie Accademie d'Italia istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione. Il 12 gennaio 1896 il consiglio accademico delle Belle Arti di Milano gli comunicò l'accettazione della sua candidatura invitandolo a recarsi a Roma per sostenere la prova di selezione di scultura. Dopo aver sostenuto la selezione, a causa della morte del padre, fece ritorno a Milano e qui vi rimase aiutando la madre nel sostentamento della famiglia. Qualche mese più tardi gli fu comunicato l'ammissione all'esame finale del concorso e pertanto dovette recarsi nuovamente a Roma. Il 30 novembre 1896 il ministro della pubblica istruzione emana il decreto di conferimento allo scultore Egidio Boninsegna della Pensione artistica per la durata di quattro anni a decorrere dal 1 gennaio 1897. Inizierà quindi un periodo di perfezionamento artistico e di studio che lo vedrà coinvolto sia in Italia (Napoli, Firenze, Palermo, Taormina, Siracusa, Messina) che all'estero (Parigi, Bruges e Bruxelles) e che si terminerà, con una serie di esami conclusivi, a Roma nel 1901. Durante i suoi viaggi conobbe gli artisti più celebri e frequentò gli studi più quotati dell'epoca. Ritornato in Italia è costretto a provvedere con difficoltà alla conduzione della famiglia che nel frattempo era stata colpita da numerosi lutti. In quel periodo inizia un attività autonoma eseguendo lavori di scultura che ottennero, attraverso varie esposizioni, grande successo di estimatori e di pubblico. Oltre alla realizzazione di numerose opere di monumenti funebri commissionati da privati, la sua attività artistica si concentra nell'esecuzione di una gran quantità di medaglie celebrative e onorarie. Nel 1909 abbandona lo studio di via Giotto e si trasferisce in un edificio appositamente realizzato, nel quartiere magenta, dove eseguirà la maggior parte delle sue opere in marmo. Dal 1915 è membro della commissione artistica della Galleria d'Arte Moderna di Milano. Nel 1917 sposa Brunetta Conti originaria di Prato e l'anno successivo nasce il suo primogenito Pierluigi. Nel ottobre del 1922, a causa di una meningite fulminante, muore il suo secondogenito Daniele. Negli anni successivi l'instancabile passione ma soprattutto il grande talento artistico gli regalarono ancora premi e riconoscimenti e la sua attività si interruppe solo il 28 luglio del 1958 quando morì nella sua casa-studio di via Quarnero a Milano. Biografia www.boninsegna.org1 punto
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io rendo omaggio al grande Filippo Speranza. Filippo Speranza la vita nato a S. Martino al Cimino (Roma) il 29 gennaio 1839. Grazie all'aiuto del fratello, studiò all'Istituto San Michele di Roma, dimostrando di essere portato per il disegno e l'incisione. nel 1861 fu ammesso alla zecca Pontificia. All'età di soli 24 anni entrava nella zecca Pontificia di Roma, ove firmava la sua prima moneta nel 2 lire e mezzo di Pio IX coniato nel 1867. Dotato di grande abilità di bulinista, possedeva inoltre buone doti di compositore e ottenne buoni risultati, nonostante non fosse mai sorretto dai suoi direttori. la sua bravura gli permise di operare anche con macchinari obsoleti e rudimentali. Lasciò nel campo della medaglistica un nutrito e prezioso lavoro, arricchendo il gabinetto medaglistico della R.Z. di una svariata collezione di punzoni. Morì il 7 dicembre 1903 a soli 55 anni di età, quando ricopriva l'incarico di Capo-Incisore. produzione è suo l'insolito taglio da 2,5 lire dello Stato Pontificio. Ecco la nota del catalogo: Inconsueta moneta da 2 lire e 1/2 che non trova riscontro nelle monetazioni decimali in Italia. Peraltro è l'unico conio prodotto da Filippo Speranza [...] si forma nella Zecca Pontificia, che dopo il 1870 diventerà la Zecca del neonato Regno d'Italia. curò l'intera produzione delle monete di U.I. produsse anche la serie delle monete per l'Eritrea di Umberto I. stranamente sotto il collo del Sovrano, al D/, dei 50 centesimi non compare 'SPERANZA' come per le monete di taglio maggiore; tuttavia si pensa ancora di attribuirlo a lui, nonostante non ci sia il suo nome. (come per i 50 centesimi dell'Eritrea, anche i 50 centesimi ordinari non riportano il nome dello Speranza, nemmeno una sua sigla; cosi come il 20 centesimi.) V.E.III Nel settembre del 1900 l'incisore della Zecca Cav. Speranza, dovendo allestire o nuovi tipi di monete, si reca a Napoli per assistere alla ripresa fotografica di Suà Maesta il Re Vittorio Emanuele III. al ritorno dal suo viaggio si mette all'opera e nel febbraio del 1901 ha già allestito i relativi punzoni. Dietro autorizzazione del R. D. del 7 marzo 1901 vengono preparati 10 esemplari 'di presentazione' [della moneta da 5 lire 1901 'aquila araldica] destinati alle più alte cariche. [...] Il lavoro dello Speranza incontrò pieno gradimento, ma la moneta non entrò mai in circolazione a causa dell'UML [...]. Gran parte della battitura viene fusa ad eccezione di 114 esemplari [ah... i 114 (?) originali... ]. [...] questa moneta tuttavia non piacque al Re, che la considerava troppo austera e fredda. da questa moneta 'campione' vennero poi desunte le monete di taglio maggiore e minore (100, 20 lire in oro; 2, 1 lira in Ag, 25 centesimi in Nichelio) era allo studio anche una moneta da 50 lire, e si legge su un Decreto del 1905 (citofonare a Sesino per maggiori info :P ) di una moneta-progetto-prova (per altro mai battuta a quanto pare) da 50 centesimi (non so se battuta in base a disegni dello Speranza) lo Speranza coniò anche gli uno e due centesimi 'valore' di VEIII, ed anche i 5 centesimi (campione). bibliografia Varesi 32 - Collez. D'Incerti prove - varianti - errori - falsi nelle monete dei Savoia Numismatica It. saluti, N. (mi scuso se ho commesso qualche errore... perdonatemi) P.S. noto un po' di confusione nel catalogo alla voce "Filippo Speranza". P.P.S. non sono entrato nello specifico di prove e progetti, solo qualche cenno. saluti, N.1 punto
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Renato Brozzi Autore del modello del diritto del famoso 10 centesimi Ape coniato fra il 1919 e il 1937 L' autore del rovescio e dell' incisione della moneta e' invece Attilio Silvio Motti http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/9 Alcune note biografiche tratte dal sito del circolo Fotografico Renato Brozzi http://www.cfbrozzi.it Renato Brozzi nacque a Traversetolo il 7 agosto 1885, giovanissimo apprese il mestiere di cesellatore in una fonderia di bronzi. In seguito lavorò per un antiquario, quindi frequentò, diplomandosi in soli tre anni, l'istituto di Belle Arti di Parma. Ebbe come maestri Daniele De Strobel e Cecrope Barilli. Durante questo tirocinio apprese la difficile tecnica dello sbalzo. Nel 1907 si trasferì a Roma, dove visse con la famiglia per oltre 50 anni, per frequentare la Scuola d'Arte della Medaglia presso la Zecca. L'amicizia con Amedeo Bocchi contribuì ad affinare la sensibilità ed il gusto dell'artista. Le doti eccezionali di Brozzi attirarono l'attenzione di Gabriele D'Annunzio. Dal 1920 divenne infatti scultore ed orafo personale dell'insigne letterato, di cui adornò la dimora di Gargnasco a Gardone e realizzò diverse opere da donare agli amici. Famosissimi: la Coppa del Benaco, i Piatti francescani, la Coppa del liutaio, la Testuggine Cheli, la Vittoria Navale collocata sulla nave Puglia, la cui scultura gemella adorna il Municipio di Traversetolo. Vinse numerosi premi. Il primo nel 1908 dell'Accademia di Brera per il cesello. Alcune targhe esposte alla Biennale di Milano vennero poi acquistate per la Galleria d'Arte Moderna del Castello Sforzesco e dal Museo artistico-industriale di Roma. Anche Re Vittorio Emanuele III ne acquistò varie. Premiato sempre con medaglie d'oro, partecipò a mostre internazionali in tutto il mondo. Eseguì opere monumentali per cittá italiane ed estere. Nel periodo Liberty e Decò del tempo la produzione di Brozzi vanta un posto di notevole rilievo. Si spense a Traversetolo il 21 giugno 1963.1 punto
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ottimo esercizio Piergi00 visto che nessuno comincia ci provo io Luigi Giorgi-------------------------Domenico Trentacoste Ed ora qualche informazione sulla vita del Giorgi L’infanzia Luigi Giorgi nacque a Lucca nel 1848. Il padre Paolo era un abile argentiere e cesellatore che ben presto, però, a causa di difficoltà economiche emigrò in Brasile dove lavorò a Rio de Janeiro e San Paolo avendo come protettore - si dice - nientemeno che l’imperatore Don Pedro II de Alcantara. Ben presto, tuttavia, il padre cessò di dare notizie di sè e Luigi crebbe allevato dalla madre, assieme ad altri tre figli. Ancora in fasce, Luigi contrasse il vaiolo che lo ridusse quasi alla cecità; sempre in tenera età, poi, subì un secondo incidente, quanto meno curioso sia per gli effetti che ebbe sul piccolo che per i protagonisti. Si trovava infatti, il bambino, in braccio alla madre quando il conducente d’un calesse di passaggio, schioc-cando la frusta, colpì il bimbo al volto cusandogli la perdita dell’occhio sinistro. L’uomo alla guida del calesse era il padre di Giacomo Puccini, la cui involontaria responsabilità nella menomazione subita dal Giorgi verrà taciuta anche a distanza di decenni. Nell’inverno del 1855-1856, infine, un’epidemia di colera causò al piccolo anche la perdita della madre. Luigi e i fratelli furono così affidati, per interessamento di uno zio paterno, frate e teologo, alla Pia Casa di Beneficenza di Lucca dove Luigi frequentò la Scuola di Mutuo Insegnamento e apprese i primi rudimenti del mestiere di ombrellaio, che in seguito esercitò in San Michele. La giovinezza Durante gli anni presso la Pia Casa, il giovane Giorgi manifestò una notevole attitudine per la musica - tanto che apprese con facilità vari strumenti - e per il disegno - passione che invce riuscì a coltivare solo dopo i diciassette anni, quando si ritirò dall’Istituto per andare a vivere con la sorella maggiore. Frequentò quindi l’Accademia di Belle Arti ed iniziò a lavorare presso l’argentiere Panelli dove - si narra - il suo primo lavoro ad essere notato fu una piccola tabacchiera sul coperchio della quale il giovane aveva finemente cesellato una mosca. Nel 1866 fece di tutto per essere arruolato tra i volontari garibaldini, ma non venne accettato per la mancanza dell’occhio. Nello stesso periodo conobbe Cesira Fannucchi con la quale, nonostante la minore età e l’assenza del consenso dei genitori, si sposò di lì a poco. Lasciata la bottega del Panelli, il giovane artista lucchese aprì un laboratorio in proprio rimanendo a Lucca ad eserictare la professione di incisore, cesellatore e orafo-argentiere fino al 1882 realizzando gioielli, ostensori, matrici sigillari per conto di istituzioni pubbliche e privati nonchè i primi coni per medaglie. E proprio quest’ultimo tipo di opere lo avrebbe portato, negli anni seguenti, ad una sempre maggiore notorietà artistica e all’incarico più prestigioso della sua carriera, quello di capo incisore presso la Regia Zecca di Roma e di primo direttore-docente della Scuola dell’Arte della Medaglia. Firenze e la maturità Nel 1882, Giorgi venne chiamato a Firenze per collaborare alle onoranze in occasione della morte di Giuseppe Garibaldi; nel capoluogo toscano, che per breve tempo era stato anche capitale del giovane Regno d’Italia, l’artista potè così perfezionare la propria tecnica incisoria e realizzare i coni per numerose medaglie commemorative che furono assai apprezzate. Per anni, Luigi Giorgi ebbe studio e laboratorio sul Lungarno Serristori, dove produsse i modelli e i coni per decine di emissioni commemorative. Tra queste ricordiamo quelle per la visita della Regina Vittoria d’Inghilterra a Firenze, per il completamento della facciata di Santa Maria del Fiore, altre dedicate a Francesco Ferrucci, Paolo Toscanelli e Amerigo Vespucci, Dante ALigiheri, Giuseppe Verdi ed alcune, infine, realizzate in occasione di esposizioni e fiere. Nel frattempo, Giorgi continuò ad esercitare anche le attività di incisore di sigilli (ne realizzò, fra gli altri, per il Municipio di Firenze, per la Provincia e per moltissimi committenti privati) e di orafo, realizzando gioelli e cifre anche per conto di membri della Casa reale, come quella coronata per la Regina Margherita. Roma: la Regia Zecca La vasta produzione realizzata tra il XIX e l’inizio del XX secolo fece di Luigi Giorgi uno degli incisori più noti del Regno d’Italia al pun-to che, nel 1906, concorrendo al posto di Capo Incisore della Regia Zecca con una celebre incisione della modellina romana Graziella - realizzata in appena venti giorni, a fronte di un mese a disposizione - sbaragliò i concorrenti ricevendo le congratulazioni di artisti affermati come quel Domenico Trentacoste con il quale avrebbe, in seguito, collaborato nell’incisione dei coni per la serie di monete del 50°del Regno (1911). http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/44 Inaugurata la Scuola dell’Arte della Medaglia nel 1907, Giorgi ne divenne apprezzato docente. Di lui si ricordano l’assiduità e la presenza sul posto di lavoro, che non vennero meno neppure durante la malattia, e la scrupolosità con la quale seguiva personalmente le procedure di realizzazione dei materiali creatori e la coniazione. L’apice della sua carriera fu quando, tra il 1909 ed il 1910, ebbe l’incarico di realizzare modelli e coni per le monete della Somalia Italiana, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SOM/0 che presentò di persona al Re il quale ne rimase impressionato. Oltre che per Vittorio Emanuele III Giorgi realizzò anche coni per la Cina e per i papi Leone XII e Pio X; da quest’ultimo, in particolare, ricevette una speciale dedica che ancora oggi si conserva tra i materiali artistici del grande incisore.Luigi Giorgi morì a Roma, il 24 agosto del 1912, per un attacco di cuore. Immagini prese dal catalogo Lamoneta testi presi dal museo della zecca di Lucca Sergio1 punto
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