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  1. petronius arbiter

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/10/16 in tutte le aree

  1. Intervengo unicamente per precisare che, esattamente due anni fa, nell'agosto 2014, quando Mirko ha iniziato la sua collaborazione con Tinia Numismatica, lo ha correttamente comunicato allo staff, e in particolare all'amministratore, e nessuno di noi ha avuto nulla da eccepire. Credo con questo che la questione si possa considerare chiusa. petronius
    5 punti
  2. "Detto questo, resta insoluta la ragione del fallimento del Tallero Italico del 1918, per il quale il titolo di argento 0.835 era addirittura più alto di quello di MT 0.833. " Si può tentare di trovare una risposta a questa domanda sulla base di alcune considerazioni: 1. il "tallerum italicum" venne coniato in soli 510.000 esemplari, quantitativo insufficiente per diffonderlo capillarmente e per sostituire i milioni i talleri di M.T. presenti nella circolazione. Si consideri, a questo proposito, che nel 1885 il Governo del Regno d'Italia acquistava dall'Austria, come fondo da utilizzare nella Colonia ben un milione di talleri di M.T. La consegna avvenne a Trieste e la zecca austriaca richiedeva, oltre al rimborso della materia prima, un diritto di coniazione pari all'1,5% dell'importo totale. Credo che basti questo confronto per comprendere come poco più di mezzo milione di talleri italici rappresentasse un contingente assolutamente insufficiente anche solo per auspicarne l'affermazione fra le popolazioni locali; 2. Va detto ancora che, nei commerci interni e sopratutto negli interscambi con l'Etiopia, Paese che all'atto dell'introduzione del tallerum italicum non era sotto la nostra influenza, il tallero austriaco era la sola moneta comunemente accettata e gradita e dunque il suo utilizzo era il solo mezzo per coltivare la corrente dei traffici fra l'Eritrea e l'Etiopia. 3. Vogliamo metterci anche la mancanza della famosa "spilla" nella moneta italiana, che consentiva ai locali di constatare al tatto il consumo dei talleri di M.T.? Mettiamocela pure....anche se trovo l'argomento il meno convincente di tutti. Saluti. Michele
    3 punti
  3. Ci sta pure scritto un bel "RICONIO" vicino al millesimo.....
    2 punti
  4. Salve a tutti amici numismatici collezionisti delle veneziane. Oggi dopo 6 anni sono riuscito a ritornare nel capoluogo veneto e ho pensato attraverso alcune foto di salutarvi e augurarvi buone ferie. Che magnifica città ! ( Perdonate la qualità delle foto, ho cercato un limitatissimo riassunto non troppo banale di alcune bellezze fotografate in modo particolare ). Ecco quindi i tetrarchi fuori dalla basilica marciana ( i turisti ci stanno seduti vicino senza minimante guardarli.... ). Il leone, le cupole della basilica, il magnifico soffitto della sala del maggior consiglio e la scalinata dei giganti, prima visione al pubblico del nuovo doge, con il palazzo ducale. Io questo posso mostrarvi perché di monete veneziane non ne ho più.... Saluti.
    2 punti
  5. confermo Italo... è una riproduzione moderna che veniva omaggiata con prodotti commerciali
    2 punti
  6. Cari amici, a seguito dell'andamento della discussione, ritengo opportuno pubblicare altre foto. Preciso che la pubblicazione ha il solo fine di ridare uno slancio "tecnico" alla discussione nel rispetto assoluto delle persone e dei ruoli. Il sig. Tinia ha la mia stima per come si è posto "mettendoci la faccia". Mi aspetto da chi invece (come me del resto) scrive con nickname un assoluto rispetto nella discussione e dunque credo sia inutile cercare di trovare l'ago nel pagliaio a tutti i costi. Mi aspetto rilevazioni molto tecniche da chi ha competenza e capacità per farlo. Mi aspetto in particolare O B I E T T I V I T A'. Io come proprietario della moneta, Tinia in qualità di venditore e voi appassionati di numismatica, tutti insomma vogliamo sapere di più su questa moneta molto bella se risulterà autentica, molto triste (si fa per dire) se non lo sarà. Preciso un'altra cosa. La perizia di perito terzo verrà fatta dopo le vacanze. Quindi ad una discussione che "non spero", ma pretendo pacata e molto tecnica, seguirà una nuova perizia. Tanto dovevo. Pietro. PS: le foto sono dieci e le pubblicherò un po per volta. Ci sono 4 foto del bordo che rappresentano i 4 quarti della moneta.
    2 punti
  7. Aspetto non irrilevante per nulla e' che un Network come questo lascia innumerevoli e svariate TRACCE di numismatica nei motori di ricerca di Internet, le discussioni, gli spunti, rimangono e chi clicca senza conoscenze nel mare di Internet per esempio " semprevivo ", "burigozzo", Santacroce" qui finisce in prima battuta e la sua ricerca da questa sede poi parte... Su Lamoneta c'è ormai dopo 11 anni di tutto e di più e il primo accesso, la prima idea, magari poi anche la passione parte in moltissimi casi da qui... Capito' anche a me anni fa quando non ero iscritto, cercavo e finivo sempre qui, mi iscrissi allora e feci la mia parte, al punto che spesso mi capita di rileggermi, credo che tutto ciò che concerne la divulgazione sotto vari aspetti passi ormai di qui e che si debba in futuro intercettare sempre di più anche grandi Associazioni , Societa', Medaglieri, Musei, oltre circoli reali, che vogliano comunicare le loro iniziative, le loro realtà tramite, se vorranno, APPOSITI BOX per loro. Anche la numismatica e' comunicazione ormai e ci vuole sempre più, nel contempo Lamoneta e' anche un formidabile strumento di divulgazione e ovviamente di COMUNICAZIONE...
    2 punti
  8. Quello del passaggio dall’incuso al doppio rilievo a Crotone – e più in generale in Magna Grecia – è un argomento alquanto complesso e dibattuto che da dato origine, nel corso degli studi numismatici, ad ipotesi differenti e talora contrastanti. Dell’argomento si occupò Colin M. Kraay (Caulonia and South Italian Problems, in NC, s. 6, XX, 1960, pp. 53-82), il quale sulla base dell’evidenza dei ripostigli Crotone, contrada Ameri (Noe 277) e Italia Meridionale 1927 (Noe 506), aggregati successivamente in un unico accumulo (IGCH 1898) con l’espunzione di alcuni esemplari, ipotizzò che a Crotone il passaggio incuso-doppio rilievo fosse avvenuto intorno al 440 a.C., analogamente a Metaponto, e che le emissioni crotoniati a doppio rilievo prive di simboli, of rough execution, del tipo SNG ANS III, 315 (fig. 1), fossero state prodotte parallelamente all’ultima fase degli incusi, rappresentando tuttavia un’esperienza isolata. Ne costituirebbe spia il ripostiglio cd. degli “Ecisti” (IGCH 1900), purtroppo quasi del tutto disperso, che avrebbe contenuto esemplari crotoniati del tipo suddetto in stato di conservazione peggiore rispetto alle ultime serie incuse di Crotone. Fig. 1 SNG ANS III, 315 Negli anni Ottanta Nicola F. Parise riprese l’argomento focalizzando l’attenzione sulle serie a doppio rilievo Crotone-Temesa (figg. 2-3), la cui emissione sarebbe avvenuta intorno al 460/50 in base alla documentazione offerta da alcuni ripostigli (N.F. PARISE, Crotone e Temesa. Testimonianze di una monetazione d’impero, in G.F. MADDOLI-A. STAZIO curr., Temesa e il suo territorio, Atti del Colloquio di Perugia eTrevi-1981, Taranto 1982, pp. 103-118). . Fig. 2 Stack’s, Stack & Kroisos Collection, 14/1/2008, lot 2046 Fig. 3 Kraay, ACGC, 626 (BM) Parise ipotizzò che a Crotone la nuova tecnica si sarebbe affermata già prima della metà del V secolo, come avrebbe indicato il ripostiglio, purtroppo quasi interamente disperso, scoperto a Cittanuova (IGCH 1889) e occultato nel 460/50 ca., che avrebbe contenuto uno statere a doppio rilievo del tipo di cui sopra (fig. 1). Un ulteriore contributo alla discussione fu offerto dal Kraay attraverso l’edizione del cospicuo ripostiglio rinvenuto a S. Giorgio Ionico, nei pressi di Taranto, nel 1971 (C.M. KRAAY - C.E. KING, A Mid-Fifth Century B.C. Hoard from South Italy, in SNR, LXVI, 1987, pp. 7-33). Composto originariamente da oltre 1000 monete argentee magnogreche, il tesoro fu disperso subito dopo la scoperta e ricomposto parzialmente dallo studioso oxoniense che riuscì a ricostruire quasi 700 esemplari, tra i quali 1 statere a doppio rilievo di Crotone Tripode/Tripode (cfr. fig. 1) e 2 stateri Crotone-Temesa con Tripode/elmo corinzio (cfr. fig. 2). La presenza di stateri attribuibili alla cd. terza rifondazione di Sibari (ca. 453-448 a.C.: fig. 4) e l’assenza di monete di Thurii (che comincia a coniare non prima del 440) indusse il Kraay a datare l’occultamento in epoca lievemente anteriore al 440. Ne derivava, pertanto, una presunta contemporaneità tra le prime serie a doppio rilievo di Crotone, quelle Crotone-Temesa e le ultime serie incuse crotoniati. Fig. 4 Roma Numismatics Ltd., Auction XI, 7/4/2016, lot 25 Bisogna tuttavia rilevare che la documentazione fornita dai ripostigli va utilizzata con la massima cautela, soprattutto nel caso di accumuli di vecchia data noti in modo generico o parzialmente dispersi. Solo per citare alcuni esempi, si può ricordare la travagliata storia del citato ripostiglio di Crotone, contrada Ameri 1927, pubblicato dal Catanuto pochi anni dopo la scoperta e successivamente riedito dal Noe che lo sdoppiava in due rinvenimenti distinti (Noe, BCH, 1937, nn. 277 e 506). Per un unico rinvenimento propendeva invece, come si è visto, il Kraay, che tuttavia espunge alcuni esemplari, riconducendoli ad un altro ripostiglio. A due complessi distinti pensavano invece A. Johnston e M.A. Mastelloni. Più di recente un riesame dei materiali, di sembrerebbe nuovamente ricondurre Noe 277 e 506 ad un ad un unico tesoro, seppur con l’espunzione di alcuni esemplari (N. CATANUTO, Crotone (Catanzaro). Monete argentee del secolo VI-III a.C., in NSc, 1932, pp. 387-392; S.P. NOE, A Bibliography of Greek Coin Hoards, New York 1937, nn. 277, 506; C.M. KRAAY, Two late fifth Century B.C. Hoards from South Italy, in SNR, II, 1970, pp. 47 ss.; ID., in IGCH , n. 1898 ; A. JOHNSTON, The Coinage of Metapontum, parts I and II by S.P. Noe, with Additions and Corrections by A. Johnston, ANS NNM 32, 47, New York 1984, p. 41 s.; M.A. MASTELLONI, Crotone e Messina: rapporti e influssi, in Quaderni dell’attività didattica del Museo Regionale di Messina, 6, 1997, p. 47 ss.; N.F. PARISE, Notizie su IGCH 1898, in G. GORINI (cur.), Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi (Atti del Conv. Int. – Padova 2000), Padova 2002, pp. 27-30) . Prescindendo pertanto dai ripostigli, una migliore definizione del passaggio incuso-doppio rilievo a Crotone viene prospettata da Garraffo sulla base dell’esame dell’evoluzione dell’iconografia del tripode (S. GARRAFFO, Crotoniensia. Dall’incuso al doppio rilievo, in “Studi per Laura Breglia”, Boll.Num., suppl. al n. 4, parte I, 1987, pp.105-117). Lo studioso ripartisce gli incusi crotoniati a tondello stretto e spesso in tre gruppi: 1) tripode con anse circolari di prospetto sia al D/ che al R/ (fig. 5) 2) tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo e ripartito in due sottogruppi in base alla resa del tripode al R/ (figg. 6-7): a) tripode con anse circolari di prospetto e di eguali dimensioni (fig. 6) b) tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo (fig. 7) 3) D/ tripode simile al precedente per la resa delle anse laterali ma diversificato per l’iconografia dell’ansa centrale, assimilabile spesso ad una piastra forata; R/ tripode di esecuzione più accurata con risalto delle linee di contorno (fig. Fig. 5 ACR, Auction 19, 11-12/11/2015, 88 Fig. 6 Fig. 7 SNG Ashmolean, 1474 Fig. 8 Hirsch, Auction 275, 22/9/2011, lot 3137 Sul piano cronologico il gruppo 1 risulterebbe il più antico in quanto l’iconografia del tripode con anse circolari e di prospetto sia al D/ che al R/ appare comune agli incusi delle fasi a tondello largo (figg. 9-11) e medio (figg. 12-14). Fig. 9 Roma Numismatics Ltd., Auction 11, 7/4/2016, lot 49 (ex coll. Dr. Murray Gell-Mann) Fig. 10 Hirsch, Auction 293, 25/9/2013, lot 2055 Fig. 11 NAC AG, Auction 51, 5/3/2009, lot 551 Fig. 12 Pegasi Numismatics, Auction XXIII, 23/11/2010, lot 34 Fig. 13 Triton I, 2-3/12/1997, lot 164 Fig. 14 Gemini LLC, Auction XI, 12/1/2014, lot 7 (Ex HJB 142, 15/3/2005, lot 45; ex M&M 75, 4/12/1989, lot 107) Ne consegue la posteriorità dei gruppi 2 e 3 e, in particolare, l’antecedenza del gruppo 2a, collegato al gruppo 1 per la resa del tripode al R/, e la collocazione in sede terminale del gruppo 3 che si raccorda al gruppo 2b per la ripresa su entrambi i lati dello schema del tripode con ansa centrale di prospetto e laterali di profilo. Passando ora alla fase iniziale del doppio rilievo è possibile individuare almeno due gruppi di emissione. Il primo, di scarsa consistenza, caratterizzato da un’aquila al R/: Fig. 15 SNG ANS III, 318 Il secondo presenta il tripode su entrambi i lati, risulta privo di simboli ed appare caratterizzato da un tondello alquanto spesso e spesso (ca 19-17 mm; figg. 16-17). Lo studio del Garraffo ha consentito di ripartire queste emissioni in due gruppi in base a notazioni di ordine prevalentemente stilistico: a) D/: tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo R/: tripode con anse circolari di prospetto e di eguali dimensioni (fig. 16) b) D/ e R/: tripode con ansa centrale circolare di prospetto di dimensione maggiore delle laterali, rese di profilo (fig. 17) Fig. 16 SNG ANS III, 315 Fig. 17 Stack's, Stack’s & Kroisos Collections, 14/1/2008, lot 2045 E’ facile notare che l’evoluzione stilistica del tripode ricalca fedelmente quella degli stateri incusi della seconda serie a tondello spesso (gruppi 2a, 2b; figg. 6-7) consentendo di ipotizzare, secondo Garraffo, uno stretto parallelismo tra le due emissioni. In un momento precedente si inquadrerebbero invece le serie a doppio rilievo Tripode/Aquila (fig. 15) e quelle con Tripode/elmo (fig. 2) attribuite a Crotone-Temesa, caratterizzate dall’ l’iconografia del tripode con anse circolari e di prospetto che riproduce l’analogo schema attestato sugli stateri della fase iniziale ad incuso stretto (gruppo 1; fig. 5). La successione delle varianti iconografiche del tripode anse circolari di prospetto – ansa centrale di prospetto e laterali di profilo, sembrerebbe inoltre ricevere ulteriori consensi dall’attestazione di quest’ultima sulla prima emissione di stateri crotoniati a doppio rilievo di una certa entità (fig. 18), successiva agli incusi, realizzata con un modulo alquanto più largo (21-20 mm) rispetto alle precedenti e caratterizzata, oltre che dal simbolo dell’airone (come negli incusi), da anse laterali a conformazione ellittica tese a suggerire, come afferma Garraffo, “la visione di tre quarti, ovvero di scorcio”, che contrassegnerà stabilmente le serie successive. Fig. 18 SNG ANS III, 320 A questa emissione si connettono due serie contrassegnate da thymiaterion (fig. 19) o da kantharos, thymiaterion e lettere alfabetiche (fig. 20) in cui le anse laterali del lebete assumono una peculiare conformazione uncinata. Fig. 19 Roma Numismatics Limited, E-sale 7, 26/4/2014, lot 25 (“Experimental Issue”) Fig. 20 NAC AG, Auction 25, 25/6/2003, lot 41 (“ex Jameson and A.D.M. collections”) Sembrerebbe pertanto confermata l’ipotesi del Kraay secondo cui la tecnica a doppio rilievo si afferma a Crotone nel corso della battitura dell’ultima fase incusa, come peraltro sembrava emergere dall’analisi dei ripostigli. In particolare, secondo Garraffo, ne deriverebbe la griglia cronologica che segue: INCUSO STRETTO DOPPIO RILIEVO Gruppo A: 480/75-460 Tripode/Aquila + Crotone/Temesa: 465-460 Gruppo B: 460-455/50 Tripode/Tripode: 460-455 Gruppo C: 455/50-440/35 E’ chiaro che solo l’edizione di un corpus della monetazione crotoniate potrà fornire ulteriori elementi a sostegno o meno di tale cronologia, tuttavia, tuttavia mi pare interessante fare qualche osservazione. La resa ellittica delle anse laterali contrassegna sia al D/ che al R/ il famoso statere oggetto del post iniziale (fig. 21) e la serie a cui esso appare collegato (fig. 22), nonché tutte le successive serie a doppio rilievo con Aquila/Tripode. Fig. 21 CNG, Electronic Auction 380, 10/08/2016, lot 39 Fig. 22 Roma Numismatics Ltd., Auction 6, 29/9/2013, lot 341 E ancora nelle successive emissioni del primo venticinquennio del IV secolo con t. di Hera lcinia/Herakles libante (fig. 23), il tripode su cui l’eroe protende l’oinochoe manifesta la persistenza del medesimo schema iconografico, ormai ben consolidato, seppur con varie rielaborazioni, come mostrano ancora serie di fine IV-inizio III secolo (fig. 24) e addirittura di età pirrica (fig. 25). Fig. 23 Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG, Auction 111, 18/3/2006, lot 6061 Fig. 24 Hess Divo AG, Auction 003, 21/5/2012, lot 28 (“Aus Auktion A. Sambon, Paris - A. Canessa, Neapel 27.6.1927 (Paris), 544”) Fig. 25 Nomos, Auction 3, 10/5/2011, lot 9 (“From the Anthemion collection, USA, and from the collections of F. S. Benson, SWH 3 February 1909, 121 (bought by Jacob Hirsch for £30), and Arthur Evans, SWH 20 January 1898 ("Archaeologist and Traveller"), 28”) La peculiare resa del tripode con anse laterali conformate ad ellisse, che trova ampio riscontro sulla pittura vascolare (fig. 26-28) e sulla glittica (fig. 29), sul piano numismatico risulta attestata non solo a Crotone ma anche su emissioni di altre poleis sia della Magna Grecia (Taranto: fig. 30; Thurii: fig. 31; Metaponto: fig. 32) che di ambito siceliota (Leontini: fig. 33; Siracusa: fig. 34), snodandosi attraverso un arco cronologico di prolungata estensione ed i cui esordi sembrerebbero definirsi proprio a partire dalla metà del V secolo a.C. circa. Fig. 26 Anfora a f.r. attribuita al pittore Kleophrades, ca. 490-480 a.C. (New York, The Metropolitan Museum of Art) Fig. 27 Fig. 28 Ruvo di Puglia, Museo Jatta - Frammento di cratere da Ceglie del Campo attribuito alla cerchia del Pittore dell’Ilioupersis (ca. 375 a.C.) Fig. 29 Boston, MFA – Scaraboide (ca. 480–450 a.C.) Fig. 30 Dr. Busso Peus Nachfolger, Auction 398, 28/4/2009, lot 11 Fig. 31 The New York Sale, Auction XX, 7/1/2009, lot 58 Fig. 32 Münzen & Medaillen GmbH (DE), Auction 40, 4/6/2014, lot 49 (“Aus Slg. Nelson B. Hunt und aus Auktion Sotheby's, New York - The Nelson Bunker Hunt Collection 19./20. 6. 1991, 36”) Fig. 33 The New York Sale, Auction XXVII, 4/1/2012, lot 138 (“Ex J. Vinchon, Nouveau Drouot, Paris, 11-13 April 1988, lot 250”) Fig. 34 Roma Numismatics Ltd., Auction 4, 30/9/2012, lot 96
    2 punti
  9. Ciao i canali di sfogo per eliminare i gas servono non per eliminare il rigonfiamento dei bordi ma per non inglobare bolle di gas nella stessa e comprometterne il risultato, la cosa più comune e deleteria sono i particolari mancanti. Molte porosità o bolle in negativo che a volte si vedono sulle monete è dovuto proprio a questo fenomeno, colando il metallo in stampi sia chiusi che aperti per formare i tondelli da coniare con le tecniche antiche si inglobava una certa quantità di gas e scorie, sia prodotti dalla fusione stessa che dal repentino surriscaldamento a cui le matrici in terracotta venivano sottoposte, una volta coniate le monete, queste bolle o porosità tendono ad appiattirsi o a creare zone ove il metallo è più fragile a volte con un effetto stratificato dovuto della compressione del colpo. Poi le problematiche per le fusioni sono molteplici e non mi sembra il caso e il luogo per approfondirle. Silvio
    2 punti
  10. Salve a tutti. Ho avuto modo quest'oggi di ricevere la pubblicazione di @jordinumis e mi sono immediatamente immerso nel testo. Difficilmente si riesce a vedere, oggi, qualcosa di simile: già ad una prima vista si capisce come l'Autore abbia magistralmente mescolato qualità, scientificità delle nozioni e divulgazione delle stesse. E' un libro di alta qualità formale: di grande formato, con solida legatura e ottima carta. Inoltre, le fotografie sono quasi tutte a colori e si percepisce anche la cura che è stata profusa sia nella redazione dei testi, che per la scelta degli esemplari da mostrare nelle immagini. Il tutto arricchito da una bibliografia esaustiva e da un apparato di Collezioni consultate notevole. I miei più vivi complimenti, dunque, all'Autore Jordi, il quale ha egregiamente presentato ad un pubblico che non è ristretto ai soli studiosi (lo testimonia l'opuscoletto delle valutazioni allegato) un periodo, quello aragonese, vivacissimo per Napoli, sia a livello storico che numismatico.
    1 punto
  11. Credo dipenda dall'uso che ne devi fare: rispetto alla numismatica repubblicana intesa in generale dire che é superato é dir poco. Essendo apparso prima dei primi tentativi di catalogazione comprensiva (Babelon, Häberlin, Grüber) non é sempre agevole (specie per la monetazione anonima) ricondurre la descrizione dei singoli pezzi alle tipologie codificate successivamente. Ma, come tutti i vecchi cataloghi, può celare sorprese e informazioni preziose (per quanto sia già stato ampiamente scandagliato da tutti gli autori che si sono occupati in maniere estensiva di repubblicane). Inoltre non credo che esista un catalogo più recente dell'ex collezione reale torinese. Da questo punto di vista é ancora "valido". Poi, come dicevo sopra, dipende essenzialmente dall'uso che ne devi fare.
    1 punto
  12. La ringrazio per aver mostrato in questo forum pubblico il Suo acquisto, gesto generoso. Discussione a mio parere estremamente interessante, caratterizzata dai molti spunti, spesso tecnici, attinenti alle metodologie moderne di falsificazione. Personalmente trovo la Sua moneta veramente bella, complimenti. Saluti.
    1 punto
  13. buonasera, personalmente la metterei in collezione, se ne vedono pochissime sia nelle aste che nei convegni ,secondo il mio modesto parere bisognerebbe aggiornare anche la rarità. saluti Michele
    1 punto
  14. Caro Babelone Auguri per tuo figlio, spero che non ci siano problemi. [emoji106][emoji106]
    1 punto
  15. Auguri sinceri di pronta guarigione per tuo figlio. Alessandro
    1 punto
  16. Mica ti devi scusare, abbiamo iniziato tutti così. E' un piacere aiutare qualcuno che si cimenta nella lettua delle romane: non è una cosa facile, ma con il tempo dà grandi soddisfazioni!
    1 punto
  17. 1 punto
  18. La Domus del Senatore Pudente che probabilmente apparteneva alla antica Gens repubblicana degli Acilii Glabrionii , era situata nell’ antichita’ quasi in cima alla valle percorsa dal Vicus Patricius una lunga e antica strada che partendo dalla zona est dei Fori di Augusto e di Nerva giungeva salendo ai colli Viminale e Quirinale . Questa antica strada oggi si trova sepolta a 12/15 metri sotto l’ attuale Via Urbana che ne ricalca esattamente l’ antico percorso , questo dimostra quanto nei secoli si e’ accumulato tra detriti , frane e crolli di antichi edifici , provenienti dai colli suddetti sopra lo strato della Roma imperiale . Nel corso dei secoli sui resti della casa di Pudente fu costruita una Basilica perche’ sia il Senatore Pudente che le sue figlie Pudenziana e Prassede furono santificati , per Pudente la santificazione non e’ certa , sembra per avere dato ospitalita’ a San Pietro e forse per avere ricevuto il battesimo , essendo stato uno dei primi nobili romani ad essersi convertito al Cristianesimo , mentre le due figlie per le numerose opere di carita’ compiute ; la Basilica che sorge sopra questa Domus e’ dedicata a Santa Pudenziana , mentre l’ altra dedicata a Santa Prassede l’ ho gia’ trattata . Purtroppo i resti di questa Domus di Pudente sarebbero visitabili tramite un ingresso laterale esterno alla Basilica attualmente chiuso da un cancello che precede una comoda scala che scende in profondita’ sotto la Basilica , ma da molto tempo non e’ possibile la visita perche’ tutto l’ anno , ma particolarmente in inverno , una falda acquifera ricopre il pavimento della casa anche per due metri di altezza ; visitando la Basilica i custodi mi hanno detto che sono previsti lavori di drenaggio della falda per permettere l’ accesso alla Domus , ma con la situazione economica attuale , sara’ difficile in tempi brevi , quindi dovete accontentarvi delle foto dell’ interno della Basilica che per altro e’ bellissima e ricca di marmi antichi policromi ; inoltre come in quasi tutte le antiche Chiese del centro storico di Roma , anche in questa si verifico’ nel XVII secolo un miracolo : il miracolo dell’ Ostia , non e’ stato possibile fotografare direttamente l’ impronta dell’ Ostia sul marmo perche’ l’ accesso alla stupenda Cappella Caetani e’ vietato , foto che potete vedere e leggere in questo link : http://www.reginamundi.info/MiracoliEucaristici/Italia/roma3.pdf Seguono foto della Basilica , all’ interno delle quali qualche nota ; purtroppo il sistema dispone le foto in ordine alfabetico , quindi risulteranno non in sequenza logica .
    1 punto
  19. Alè....facciamo i complimenti a Pietro per l'atteggiamento fin qui posto; fossi in lui risparmierei i soldi per una ulteriore perizia, si può dire tutto di questo sesterzio ma non che sia fuso.
    1 punto
  20. scusate l'intromissione ma non mi pare proprio che il sesterzio di Tinia sia il clone di quello CNG: infatti quello di Tinia ha delle parti di perlinatuta che quello CNG non ha (si veda da ore 12 a ore 3 del diritto ad esempio). Non penso che un falsario si sia dato la briga di modificare lo stampo appositamente: sarebbe assurdo. Stesso conio ma non cloni. Guardare al microscopio va bene ma non si perdano di vista i dettagli macroscopici.
    1 punto
  21. Ciao, l'imperatore è Costanzo II ehai scambiato recto e verso ? E' fondamentale per le monete antiche leggere bene le iscrizioni: D N CONSTAN TIVS P F AVG sulla tua. CONSTANTIVS, non CONSTANTINVS. La caccia sul RIC la lascio a te!
    1 punto
  22. Non è questa la sezione giusta, sposto in Identificazioni. petronius
    1 punto
  23. claudio tu devi/ovresti fare da guida,sei un pozzo senza fondo,e hai l'occhio per i particolari che possono essere apprezzati dai visitatori e che non sempre vengono percepiti.
    1 punto
  24. Condivido pienamente ciò che ha scritto sandokan è una medaglia poco nota e anche non comune un bel pezzo per una collezione, in genere nelle medaglie dei Carabinieri viene applicato il nastro con i colori istituzionali cioè rosso e blù allego la versione in argento
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  25. Ciao , la tua considerazione e' giusta , infatti anche per incrementare un po' il lavoro nazionale si potrebbe creare specialmente per gli stranieri , ma anche per gli Italiani , un gruppo di guide turistiche "specializzate" a secondo degli interessi dei visitatori , ad esempio guide per : Archeologia , Storia , Musei , Chiese e Basiliche , tanto per citare i piu' importanti interessi ; in tal modo ognuno sceglierebbe secondo le proprie aspettative ed avrebbe una guida specializzata al top della preparazione . Questo naturalmente varrebbe per tutte le Citta' d' Italia . Se invece il turista fosse del tipo "fai da te" esistono sempre le guide in formato libro o libri specialistici per materia .
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  26. infatti , casomai è la CNG ad essere stata ritoccata per restituirle un po' del disegno perso per gli urti che avevano deformato testa e volto.....e se ritocchi una moneta ritocchi in " togliere" per cui quello che ottieni è sempre più piccolo dell'originale ( come in questo caso la testa CNG è più piccola della testa ex mia, pallini compresi) e basta un colpo di bulino in più per aggiungere un pallino...
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  27. Una protuberanza di cuprite ( tant'è che è rossa) e l'acconciatura è solo meglio preservata....la faccia del CNG mostra diversi urti... P.S.i capelli NON POSSONO essere stati rifatti perché sulle monete si lavora in togliere e non in aggiungere e la testa di quella ex mia è più grande della CNG, quindi delle due è lei la ritoccata...a meno che tu non intenda ritoccata nel conio o nello stampo, ma evidenze di fusione non ce ne sono...come la mettiamo?
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  28. a @massi75rn Credo che chi in questa discussione ha espresso dubbi sul sesterzio lo abbia fatto soprattutto sulla scorta di alcune conformazioni sul bordo che potrebbero far pensare ad una fusione a cera persa, attribuendo tali conformazioni alla manipolazione del modello in cera, ovviamente molto duttile, e non ad accidenti accaduti alla moneta. Contestualizzando la tua domanda alle fusioni a cera persa, il numero dei canali può variare soprattutto sulla base della forma e dimensione dell'oggetto e dai materiali impiegati. Certamente é necessario un canale per l'ingresso del metallo ed almeno un altro per la fuoriuscita della cera. Questa ad esempio di canali ne aveva tre: Ma non é un sesterzio. Scusate l'OT.
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  29. Stasera ho ricevuto questo MP da Gionny: gionnysicily 119 Conversazione iniziata: 2 ore fa · Segnala Caro Alessandro, ho capito che sono sicuramente più grande di te e penso che sia doveroso chiederti come mi devo comportare. Posso provare che il sesterzio di Pietro è un falso a fusione , però prima di postare ,penso che sia corretto fartelo sapere privatamente. Personalmente non porto rancore a nessuno , penso che un po tutti essendo umani , siamo portati a commettere errori. Se il Pietro non avesse fatto il nome ,sarebbe stato meglio . Malgrado i nostri batti becchi (che piacciono a tanti) capisco che nel proseguire questa discussione potresti sentirti leso . Decidi tu , fammi sapere. Ciao Giovanni (senza titolo). Questa qui di seguito è la mia risposta al messaggio di Gionny. Credo, con questo mio, di essere stato più che chiaro su cosa intenda io per etica professionale. Caro Gionny, la mia risposta è: se puoi provarlo, allora DEVI farlo...come ho scritto, di infallibile c'è solo il Papa e anche lui non per merito ma per dogma. Non chiedo o cerco trattamenti di favore o sconti. Alla luce di quello che ho visto per adesso, la moneta la giudico buona, e come ho già scritto nei post, poi se del caso ne riparleremo. Vedi Gionny, te non hai ancora capito o non vuoi capire che a me non da nessun problema essere messo in dubbio su un giudizio o su una moneta...vendo un numero di monete all'anno che si scrive con quattro cifre, quindi se ne sbagliassi una sola sarei più che felice e sarei molto al di sotto della media fisiologica comune quanto a numero di sbagli. Però non puoi scrivere frasi in cui si afferma che le mie sono perizie NON VERE dicendo che la moneta ha bisogno di una VERA perizia. La differenza tra te e me, è che mentre tu puoi scrivere tutto quello che ti passa per la mente senza esserne chiamato a rispondere, io, se scrivo ne devo rispondere in tutti i sensi e comunque. Quindi non mi vedrai mai scrivere " la moneta è fusa" ma casomai scriverò " non si riscontrano evidenze certe riconducibili agli effetti di una coniazione"...altresì scriverò che non si riscontrano caratteristiche riconducibili ad esecuzione tramite operazioni di fusione di qualsiasi tipo....idem per le clonazioni: finché non si evidenzieranno dati che diano la cronologia dei vari cloni individuati per una moneta, non si può stabilire quale ne sia l'hub da cui è stata ricavata. E tutto questo perché quello che affermo e scrivo lo faccio sotto la mia responsabilità etica e legale e devo essere coerente ....tu no, tu puoi scrivere ciò che vuoi , che conseguenze vuoi mai che te ne vengano?.... Ti informo che pubblicherò questo scambio di MP proprio per salvaguardare la mia integrità professionale. Ciao Alessandro
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  30. E' una interessante medaglia commemorativa che ricorda la nostra presenza in Albania durante la prima guerra mondiale, oggi non molto nota perché i grandi eventi bellici si svolsero altrove. Nell'ottobre del 1914 in un clima di grande instabilità, il Regno d'Italia inviò A Valona (Albania) una Missione Sanitaria, protetta da una sezione di Carabinieri. Due mesi dopo la Regia Marina occupò l' importante base di Valona e l'Isola di Saseno e nel 1915 venne affidata ad un gruppo di Ufficiali dei Carabinieri la creazione di una Scuola di Gendarmeria albanese, compito che si protrasse anche l'anno seguente. Il 13 giugno 1917 mentre la guerra era in corso l'Albania venne dichiarata indipendente e posta sotto la protezione del Regno d'Italia di cui divenne di fatto un protettorato ; I Carabinieri presenti vennero integrati nel Comando Truppe di occupazione dell'Albania. Questa medaglia non è una decorazione e neppure una med. commemorativa ufficiale, pertanto non era corredata da un nastro : probabilmente venne realizzata dall'Arma a ricordo - come altre - di eventi ai quali l'Arma partecipò. Storicamente interessante e non credo sia facilissima a trovarsi sul mercato : da conservare.
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  31. Finalmente siamo entrati nel merito della discussione. Con tutto il rispetto e speranto di non usare degli aggettivi ( lesivi) , spero di "spiegarmi" e di farmi capire . La mia posizione dubbiosa e sulla base di osservazioni sulle foto postate da Pietro e con la foto del sito di Tinia , i miei dubbi sono aumentati . Prima di esprimere un giudizio , resto in attesa che Pietro ci fa dono di alcune foto su alcuni punti del bordo . Caro Alessandro , so perfettamente che non sono un perito iscritto presso un tribunale qualsiasi e che quel che dico io non ha valore quanto te se attesti un certificato di autenticità, cosa che hai accennato nel tuo terzo "messaggio". Di buono sul forum e che qui siamo tutti liberi di esprimere le nostre opinioni ( nel rispetto della persona , cosa ho ho fatto riconoscento un aggettivo fuori luogo) con ciò non permetto a nessuno di mettere in dubbio i miei quarant'anni e piu di esperienze vissute con grandi ditte , subento anche minacce e fango . continuo a far consulenze , a volte gratuite e chi mi conosce ( e noi non ci conosciamo) sa che se esprimo dei dubbi su qualche moneta , la rimanda al mittente o non la pubblica. Sicuramente accetto anche che in qualce caso ci si puo sbagliare . Per conoscere le monete, non si va alla scuola o una laurea , o un titolo di "perito". Consiglio sempre a chi vuole imparare a conoscere le monete antiche , di comprarsi un microscopio bioculare e con tanta passione osservare per ore e ore i dettagli , i fondi, i bordi, il perlinato, le lettre , gli occhi, i capelli, e non sto ad elencare quando ancora.
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  32. A dire la verità era chiusa eccezionale con nota insignificante colpetto al rovescio... però se in giro c'è di meglio è giusto che non lo sia.. io sinceramente di questa qualità non ne avevo mai viste prima in 10 anni di girovago in web.. La cosa più importante è che mi piace la custodisco gelosamente e penso come già detto monetaio non sarà facile trovarne una migliore
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  33. La prima veniva omaggiata col readers digest,la seconda è sempre una carrarmato Perugina, nessun valore per entrambe. La prima copia un ducato austriaco,la moneta originale è d'oro. La seconda è la copia di un denario. Saluti Simone
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  34. A parte gli scherzi, credo che qualsiasi scritto fatto sulla numismatica sia da tenere in considerazione. Ovviamente, come in tutte le cose, c'è quella più importante e quella meno. C'è quella che affronta un argomento nuovo, aprendo la strada ad approfondimenti ulteriori e quella che sviluppa e, magari, corregge vecchi errori a fronte di nuove acquisizioni. Tutte le opere sono frutto di ricerca, studio, tempo dedicato. Ore trascorse sui testi, in biblioteca, nei musei, a colloquio con esperti. Tantissimo tempo dedicato ad una passione che a volte passa in sordina o con "Bravo, hai fatto un buon lavoro" e tutto finisce lì. Come in tutte le gare ci deve essere un vincitore, ma sono convinto che scrive per la numismatica, ha già vinto in partenza perchè divulgare la cultura è la miglior medaglia d'oro che si possa ricevere. Per cui caro Mario, tutte le opere sono significative ed importanti.
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  35. Monetina sicuramente interessante... :good: Arka
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  36. Un mezzo come un forum con più componenti come questo vuol dire anche FLESSIBILITA', certe iniziative, se approvate, possono partire subito, NON HA COSTI PER L'UTENTE, a meno che uno faccia una donazione che sarebbe secondo me comunque auspicabile, non ha burocrazia di iscrizioni, sei subito qui.... basta un clic, un I - PAD, un telefonino....quindi FORUM per me e' anche VELOCITA' di ACCESSO e PARTECIPAZIONE, comodi, seduti.... E' un grande circolo Virtuale, il più grande, è sicuramente rispetto al Circolo tradizionale un grande CAMBIAMENTO. Come in tutte le cose c'è del buono sia nel nuovo che nel tradizionale, probabilmente se unisci le due componenti e le fai COLLABORARE insieme otterrai la giusta miscela....il giusto mix... E poi non dobbiamo dimenticare che il forum deve anche comunque cercare di interagire con le realtà esterne, siano esse Circoli, Associazioni, Società, editoria, addetti ai lavori, commercianti....lo ha già fatto...bisognerà continuare a farlo in FUTURO, ENTRAMBE LE COMPONENTI HANNO BISOGNO UNA DELL' ALTRA, un forum può portare nuova linfa, nuovi appassionati nelle realtà tradizionali, può fare comunicazione per molti e facendo questo in diverse occasioni ufficiali il forum, il network ne esce LEGITTIMATO come PARTNER e COLLABORATORE....nel SEGNO DELLA CONTINUITA' DI TUTTA LA NUMISMATICA..... P.S. Coraggio.... :blum:, da parte mia ho ancora un solo intervento.... :blum:
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  37. E’ noto che prima i Latini poi successivamente i Romani , almeno fino all’epoca di Augusto , erano gente pratica , poco o affatto inclini ai pensieri astratti e filosofici , constatazione diffusa , tanto che fino agli inizi del I secolo d.C. i primi filosofi greci che vivevano a Roma non erano ben visti perche’ influenzavano i giovani romani con le loro discussioni filosofiche distogliendoli in parte dalle attivita’ civiche e politiche della Citta’ . Augusto ed Agrippa per interrompere questa scuola filosofica greca che prendeva piede a Roma decisero di espellere da Roma fino ad una distanza fissata dalla Citta’ tutti i filosofi e retori greci che insegnavano a Roma , questo per interrompere l’ insegnamento dei filosofi che Augusto ed Agrippa ritenevano dannoso per il “modus vivendi et operandi” dei giovani romani . Questo divieto nel corso del tempo dopo Augusto si rivelo’ effimero ed inutile , anche se altri tentativi sporadici di espulsione furono eseguiti da altri Imperatori contro i filosofi , ad esempio dal forte tradizionalista italico Vespasiano , ma ormai la strada era libera , al punto che anche un Imperatore romano fu convertito alla filosofia e passo alla storia come il “filosofo” . Questa premessa per dimostrare come i Romani fino agli inizi del I secolo, anche nel campo religioso , intendevano la praticita’ delle loro azioni ; infatti per loro la religione , cioe’ la riverenza verso gli Dei era intesa come “uno scambio di prestazioni” : i Romani onoravano gli Dei con offerte ed erezioni di Are e Templi , ricevendone in cambio protezione e benessere verso la Citta’ e i suoi abitanti , tutto qui , non si ponevano problemi filosofici sulla vita e sulla morte ; questo al punto di ricevere nel loro Pantheon italico anche divinita’ straniere , inizialmente sconosciute ai Romani , purche’ fossero utili al bene e alla sicurezza di Roma ; fin qui per arrivare al tema del Post . Un caso eclatante fu quello della divinita’ Magnae Matris o Cibele , il cui Tempio era situato sul Palatino nella parte piu’ alta . La Magnae Matris o Grande Madre o Cibele , era una divinita’ importata dall’ Asia minore , circa 200 anni prima di Augusto , da Pessinunte nell’ attuale Turchia , vicino Ankara , al tempo delle guerre puniche , precisamente la seconda , quella terribile di Annibale . Dopo le disastrose sconfitte subite dai Romani ad opera di Annibale , presi da terrore per la salvezza della Patria , vennero consultati i Libri Sibillini che venivano aperti solo in circostanze e fatti straordinari ; dovevano essere Libri magici , diremmo oggi , perche’ i Sacerdoti incaricati della loro interpretazione , misteriosamente ed inspiegabilmente ordinarono di portare a Roma la divinita’ venerata appunto a Pessinunte , la Magnae Matris e dal momento in cui la Dea giunse in Citta’ le attivta’ militari iniziarono per i Romani a migliorare , fino ad arrivare alla vittoria finale . Nel corso dell’arrivo del simulacro della Dea a Roma avvenne anche un fatto miracoloso : dopo l’ approdo ad Ostia dall’ Asia minore , il simulacro fu trasportato via Tevere , ma la nave che la portava si incaglio’ sul fondale , quasi una forza misteriosa impedisse il tragitto fino a Roma , per quanti tentativi furono fatti per disincagliarla , la nave non si muoveva ; allora una donna accusata di adulterio invoco’ la Dea Magnae Matris affinche’ fosse testimone della sua onesta’ matrimoniale , quindi ispirata dalla Dea , presa una fune la lego’ alla prua della nave e la tiro’ , come per incanto questa si mosse e prosegui’ il tragitto fino a Roma senza piu’ ostacoli , tirata contro corrente dalle sole mani della donna ; il nome della donna riportato da Tito Livio era Claudia Quinta e venne onorata per questo fatto miracoloso con una sua statua nel vestibolo del Tempio a ricordo dell’ evento soprannaturale . Il simulacro della Dea una volta giunto a Roma venne inizialmente posto nel Tempio della Vittoria sempre sul Palatino in attesa che venisse ultimato il Tempio a lei dedicato , a fianco di quello della Vittoria . Ma cosa era in realta’ questo simulacro della Magnae Matris ? sappiamo sempre da Tito Livio che era costituito da una pietra nera a forma di cono allungato , un po’ somigliante o modellato a mano ad una forma umana , era quasi con certezza una Meteorite caduta vicino a Pessinunte in eta’ indefinita e li venerata come un dono degli Dei ; e’ interessante notare che nel corso degli scavi archeologici eseguiti sul Palatino ad iniziare dal Rinascimento o forse nel secolo successivo , fu trovata sotto i ruderi del Tempio della Grande Madre o di Cibele una grande pietra nera di forma uguale a quella descritta , ma probabilmente non fu capita e riconosciuta come simulacro della Dea e venne abbandonata , da quella data ne furono perse le tracce . In foto un pannello marmoreo raffigurante il Tempio della Grande Madre o di Cibele e una riproduzione di moneta provinciale di Traiano raffigurante forse il primitivo Tempio di Pessinunte quando conteneva il simulacro in pietra nera conica della Magnae Matris , oppure raffigurante il Tempio costruito sul Palatino per la Dea .
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  38. Nella discussione relativa alle medaglie papali nelle aste, valutando il prezzo top della medaglia di Paolo III con il celebre rovescio di Ganimede - Anno XIII in argento nella recente asta di Ginevra, è tornato all'attenzione il problema della originalità e dei riconi con considerazioni sulla loro influenza sul mercato del settore. Numa numa ha svolto interessanti considerazioni, ponendo in parallelo mercato di monete e di medaglie, sia per sottolineare come la rarità eccezionale non trovi apprezzamento adeguato nelle medaglie (per una minore consistenza e quindi una minore richiesta dei medaglisti) e anche per evidenziare con una certa meraviglia come nella moneta la sostituzione del conio per deterioramento possa portare ad una variante anche significativa di stile che di norma non si traduce in rilevanti differenze di prezzo, mentre assolutamente diversa è la vicenda delle medaglie. Vorrei premettere che la medaglia papale è oggetto di collezione molto particolare e che ha aspetti di affinità normativa con la monetazione. Vi è infatti un grande rilievo per le "medaglie ufficiali", che sono emesse per disposizione dell'autorità (pontefice) e per le quali forse, in qualche momento, vi è stata una sorta di equiparazione/proporzione del valore mercantile in rapporto alla moneta. Tuttavia, a differenza della moneta, per la quale è stata sempre rigorosissima la tutela statuale e la sanzione per le contraffazioni, nella medaglia c'era una sorta di riconoscimento remunerativo dell'autore-artista, incisore ufficiale, con la facoltà di vendere ai richiedenti la stessa medaglia della quale il pontefice faceva dono alla sua corte e agli autorevoli ospiti che incontrava. Queste coniazioni di epoca non sono distinguibili rispetto agli omaggi pontifici e hanno lo stesso valore. Ma questo commercio ha conosciuto fenomeni deteriori con la vendita delle medaglie anche dopo la morte del pontefice per secoli , con emissioni con uso di coni decisamente ammalorati, con la realizzazione di nuovi coni per sotituire quelli inservibili, con la costruzione, a richiesta di collezionisti avidi o di privati rampanti, di accoppiamenti ibridi unici o rarissimi come qualche nota varietà delle zecche moderne. Nell'Ottocento vi è stato poi il commercio ufficiale di medaglie realizzate con i coni disponibili, originali o rifatti nel tempo o commissionati ex-novo dall'emittente. Questo materiale non può essere equiparato o assimilato alla medaglistica originale (rarissima), con una sorta di prezzo mediato. Vorrei rassicurare gli amici collezionisti o interessati che - mentre, fino a 10/20 anni or sono, per stabilire se una medaglia fosse originale o riconiata occorreva affidarsi all'esperienza, alla sensibilità personale (caratteristiche del metallo, tipo di bordi, patina, aspetto della medaglia) - oggi, grazie alla buona letteratura in materia il principale elemento di discriminazione è su base oggettiva, individuando le piccole differenze tra coni originali e riconi. Nel catalogo che l'amico Fabio sta progressivamente elaborando, potete vedere come per le medaglie di Paolo V e Urbano VIII si sta cercando di fornire le sintetiche indicazioni per il riconoscimento della originalità, intesa come emissione di epoca con conio originale che non presenti la traccia dell'uso prolungato. Quanto al mercato c'è molta pigrizia nei compilatori di cataloghi di aste o di vendite per fornire indicazioni precise sia per medaglie coniate, che per le fuse. Qualcosa di positivo ha fatto Varesi in qualche sua vendita; un buon aiuto per il collezionista era presente nella recente asta Baldwin: ma in genere non vi sono note (qualche volta si precisa " riconio Mazio", ma solo per esemplari facilmente riconoscibili per rozzezza, lenticolarità, patina sfacciata). In questo stato di cose la statistica dei prezzi delle aste diviene fuorviante poichè prende per riferimento situazioni non omogenee. La medaglia di Paolo III con Ganimede in argento oscillerà tra € 10.000,00 dell'asta Genevensis e 500/1000 € di un riconio del periodo Hamerani e alla fine psicologicamente si crea una idea confusa sul mercato. Mi auguro che gli operatori professionisti ci aiutino in una operazione che è culturale e di trasparenza e che con i mezzi di archiviazione odierna delle foto e la letteratura a disposizione è assolutamente facilitata.
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  39. Ritorno sulla rarità delle medaglie papali. Condivido molte considerazioni di piakos, ma sono convinto - in ciò il mio parere è diverso - che non vi siano riserve di medaglie papali. Unici lotti reperibili in quantità sono alcuni giri moderni di medaglie annuali e qualche blocco di riconi di Mazio. Ricordo che tanti anni fa (direi negli anni '70) ci fu una ricerca forte di riconi Mazio a lire 30.000 cadauno per richieste del mercato tedesco.....e non so dire di questo stock, che tuttavia penso che in tanti anni sia stato disperso nelle collezioni (tutti noi collezionisti di medaglie abbiamo in maggiore o minore misura, consapevolmente o inconsapevolmente, anche qualche riconio). Ma in epoca più recente in Italia il grande accaparratore di medaglie papali è stato il compianto Boccia, che per mezzi e passione era in grado di attirare tutto il materiale disponibile , salvo a ristornare le cose poco interessanti o per scadente conservazione o per non originalità o perchè molto comuni. La collezione Boccia, depurata dei pezzi riservati a esposizione museale, è ritornata o sta ritornando sul mercato e direi che su di essa si fondano molte vendite di medaglie papali dell'ultimo biennio (spesso acquistate e già rivendute). Escludo che al di fuori della grande regia di Boccia si siano creati accumuli: e si sa per certo che tante importanti collezioni furono dal medesimo acquisite direttamente o massicciamente nelle aste. Quanto al commercio, la medaglistica è stata sempre molto trascurata non avendo ritorni adeguati, non potendo essere un settore di massa nè per quantità di materiale nè per numero di collezionisti. Il commerciante più impegnato nelle medaglie papali è stato per tanti anni Marcucci; è stato un commerciante di convegni, senza negozio, che raccoglieva le mancoliste di tutti i collezionisti del settore e ci aiutava a completare le collezioni. In aste e mercati lavorava capillarmente per conto terzi (i collezionisti) e per quanto ne so, alla cessazione dell'attività, ha venduto tutta la residua dsiponibilità con aste o listini senza problemi per l'assorbimento nel mercato. In base alle mie conoscenze, pertanto, escludo che nella medaglistica papale vi sia il rischio di mercati invasi da giacenze. Non solo fino al 1650, ma fino a Pio VII compreso la rarità è assoluta. Le collezioni si fanno pezzo per pezzo e non a blocchi. E anche per il periodo successivo c'è una rarità relativa. E' davvero difficile trovare le medaglie straordinarie. E per le annuali, se domani volessimo avere 10 giri di Gregorio XVI o Pio IX in eccellente conservazione, faremmo almeno raddoppiare o triplicare il prezzo. E vorrei a sfidare, per ciò che si ritiene molto comune, a trovare 5 giri in bronzo di annuali di Pio X e Benedetto XV. Il problema è la rigidità del mercato. I collezionisti sono pochi e qualche volta in asta non si vende bene. Poi entra qualche collezionista e si pensa che il metallo sia divenuto oro. Il collezionista non ha risorse infinite e il giocattolo si rompe non per una invasione di medaglie ma per 10 pezzi proposti in asta a prezzo raddoppiato e non aggiudicati. La regia del mercato è indubbiamente nelle mani delle aste. Se i cataloghi non modificassero le basi d'asta sulla base di episodi, tutta la numismatica sarebbe più solida e più inciterebbe a coniugare parte dei risparmi con la passione.
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